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AFORISMI DI ELEMIRE ZOLLA'

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f4/Elemire_Zolla.jpgLa realtà ultima è un puro punto interrogativo

Concediti a dosi minime, con garbo distaccato, sii irremovibile nel vietare che l'armonia, la compattezza del tuo essere vengano scioccamente violate. Scruta il fondo dell'anima, intercetta i principi che reggono le cose, cogli le spinte di germogli verso la luce.

Lascia dilagare nel cuore la pace profonda della beatitudine.

Bisogna abbandonare ogni concetto noto; ignorare ogni conoscenza morta per trovare ciò che vive e dà vita... morire per rinascere!

Renditi conto che tutto questo multiforme spiegamento è un'espressione del tuo essere.

Forare lo spazio che su di noi hanno curvato secoli e secoli di dogmatismo è l'atto più bello che si possa compiere.

Nel flusso della coscienza ci sono delle brecce, basta infilarle per compiere viaggi strepitosi senza spostarsi di 1 millimetro

Vede rettamente soltanto colui che sappia rendersi impersonale e quieto, così come l'acqua può rispecchiare soltanto se è immobile, senza turbamento. Una coscienza tranquilla sviluppa l'arte del distacco; non si identifica con quell'ammasso di impressioni casuali che distraggono la mente...



Per mantenersi nello stato di spassionata osservazione occorre non avere interessi da difendere, paura da sedare, capricci da soddisfare... solo così si può andare al di là dei recinti in cui si stava rinchiusi e così spalancare l'immensa distesa del possibile e svuotare la mente da ogni abituale legame di parassitismo.

Tutti gli alberi che non danno frutto, sta scritto, saranno tagliati e gettati nel fuoco. In vista dei frutti, dunque, bisogna sorvegliare quello che accade in noi, vale a dire custodire il cuore.

La nuda, intimamente presa di coscienza che il senso del mondo è parte anche esso dell'affabulazione mentale conduce a una disincantata percezione dell'assurda realtà.

Il tutto è vede le parti con un solo sguardo, mentre le parti non vedono il tutto se non per aspetti diversi e successivi. Tutto è simultaneo fuori dal tempo.

Gli amori più fervidi rifiutano le nomenclature... le opere più eminenti si compiono in silenzio.
Molti non possiedono questo angolo indicibile della persona e si sbarazzerebbero volentieri della loro o altrui parte tacita. Finché la conoscenza non viene vissuta interiormente e resta legata alle sole parole, è un acquisto sterile, che non giova a portare la mente nel cuore, cioè nell'angolo indicibile della persona, fonte di intendimento unificante, impulso unitivo ineffabile.

La parola è un tramite imperfetto... una danza, uno sguardo, un gesto, un'immagine, una sensazione possono essere più propizi.

La vita non è tutta qui... si può osservare questa molteplicità senza identificarsi nelle percezioni che si susseguono ora in un tumulto affannoso, ora distesamente... senza dire che quei movimenti sono i miei, fino a non partecipare più, diventando puri testimoni.

La poesia è quella conoscenza provvidenziale che ravvisa nel disegno dei loro destini ancor informi il boccio destinato a fiorire.

È bene immedesimarsi nel diverso, sia esso una persona, animale, cosa, figura onirica... ed essere al tempo stesso il testimone imperturbato dell'emozione che attanaglia il cuore; non si può esprimere a parole la felicità di abbandonarsi al diverso, assorbirlo in tutti pori.


La sapienza non è la capacità di rispondere a ogni quesito, ma nello sforzo di affrontare un quesito fin in fondo.

Quando la nostra automatica identificazione è cessata, siamo saltati al di là del credere e non credere, liberi, imperturbabili e sereni. Questa è l'unica esperienza di libertà in vita che ci venga accordata dal sistema che ci regge.

Esplorando le più svariate credenze e i sentimenti ad esse radicate con un'ininterrotta pratica mentale si può suscitare la coscienza a rispecchiarsi in se stessa, e cessare di essere ostaggi dei propri pensieri ed emozioni.

L'oggettività in sé e per sé è un'ubbia. La sede dell'osservatore seleziona e conforma il reale.
La fede è la sostanza che ci compone e la natura quale ci appare. Allucinazione collettiva e percezione della realtà sono la stessa cosa. La fede, sostanza di cui siamo fatti, è deliberata allucinazione... la vita, nella fortuna o nella sciagura, è una palestra nella quale allenarsi alla cognizione e al superamento degli antipodi.

Chi ha insegnato alle api a costruire con tanta sapienza? Chi orienta gli uccelli migranti e sul quadrante dei cieli, chi incastra orbite stellari l'un l'altra?

La mente è cera plasmabile, un organo le cui prestazioni si possono contrarre o espandere a volontà.

L'uomo ha bisogno di un centro su cui ruotare come un pianeta intorno al sole.

Tutto è spesso dato per scontato da molti... come il dato che l'esperienza metafisica sia superiore ai dilemmi tra bene e male: chi in essa si installa, vede giorno e notte, male e bene come chi sta su una carrozza e guardi le ruote vorticanti, i loro mozzi fusi in uno. La pura luce di questa verità ha lambito molti cuori.

Per ingannare si mette in moto un sistema di parole sradicate, attenendosi alla regola che vieta di pronunciare l'unica parola chiarificatrice, cioè di svelare lo scopo occulto al quale si tende.

A parte la storia della parola, il suo uso attuale è talmente fluttuante che essa è diventata uno di quei recipienti che proprio per essere vuoti o di contenuto mutevolissimo si prestano a una particolare forma di frode: un motto, un vocabolo ripetuto nella misura della sua perdita di significato diventa un polo d'attrazione per tutto ciò che si agiti confusamente, inconsciamente, stoltamente nell'uomo; tanto più attira quanto meno è salda alla psiche o attenta alla ragione.
 Le frasi possono essere sovvertite nel loro ordine per ottenere un risultato piuttosto che un altro.


Quando la liberazione è turbata e si disperde negli oggetti molteplici , la si chiama mente; quando è persuasa d'una sua intelligenza la si chiama intuizione; quando s'identifica con una persona, si chiama io... quando è consapevole che la molteplicità è illusoria, si chiama saggezza; quando si oblia nelle fantasie si chiama ingenuità; quando si trattiene nell'io con le sensazioni si chiama sensibilità; quando si discioglie nell'infinito si chiama liberazione:
pensa "io sono legato" e c'è asservimento, pensa "io sono libero" e c'è libertà.

Il vago, l'incoerente, cioè questa idea di movimento che non si sa dove conduca, da dove si parta, viene riempita dalle proiezioni personali di ciascun individuo. L'insieme delle proiezioni private verrà socializzato generando una nevrosi di proliferazione all'infinito dell'incoerenza.

La quiete della mente naturale che ha recuperato la spontaneità originale... è l'antenata della mente dominata dalla ragione strumentale, calcolante e dualistica, centrata sull'io avido e solipsistico.

Dentro la nostra testa ininterrottamente si configurano i costruiti che puntellano l'idea, il logos del mondo; idea di cui è parte la credenza che una realtà oggettiva esista davvero.

Essere postumo di se stesso è un'esperienza che nella vita ordinaria non accade lucidamente quasi a nessuno...  il bello delle storie di Borges di eternidad è che qualunque delle maschere dell'io può essere indossata a piacere, tutto è possibile: provenire dal futuro, morire una o più volte e ritrovarsi nella stessa pelle, ricordare quel che si ignorava di sapere e fingersi l'inimmaginabile...

La fonte del credere è un'energia di intensità straordinaria e una delle sue maggiori caratteristiche è che ella si può orientare a volontà in ogni direzione: verso noi stessi, la società, le sfere astratte, i sistemi di pensiero i cui significati contraddittori vestono o svestono ogni realtà Pre-confezionata.

Non educandosi al modo degli auto-tormentatori che si piegano ad astratte leggi, ma plasmando grazie agli affetti e all'arte, all'incoerenza del cuore, le esperienze che ci toccano in un tutto significativo.

L'uomo smette di tradire il vero sé stesso per correre dietro a un falso sé e sforzarsi nella costruzione di una sovrastruttura fittizia.

l'universo è un tessuto di segni.




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