Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

L'UOMO-PUNTO E LA DONNA-MATEMATICA


;


ESERCIZI PER CASA (caldamente consigliati... da ripetere con frequenza)


L'uomo punto aveva passato buona parte della sua esistenza credendo a tutte le figure, forme, misure che costituivano il suo corpo e il mondo esterno.
Un giorno l'uomo punto, conversando con la donna-matematica, venne a conoscenza della sua reale natura e da quel momento non fu più lo stesso.
La donna-matematica dichiarò una cosa sconcertante: tu sei privo di alcuna dimensione quindi non esisti.
Questa dichiarazione mise fine a tutte le certezze dell'uomo-punto e allo stesso tempo gli fece aprire gli occhi su qualcosa di meraviglioso.
Vediamo come si svolse il loro dialogo:

Uomo Punto: "Perché mi hai detto che non esisto?"

Donna-Matematica: "Perché i punti non esistono, sono per l'appunto privi di dimensione"

U-P: " Spiegati meglio"

D-M: "Lo spazio in cui ti trovi è costituito da un piano tridimensionale (lunghezza-altezza-larghezza) che a sua volta è un'estensione del piano bidimensionale (lunghezza-larghezza). Fin qui ci sei? "

U-P: " Sì"

D-M: "il piano bidimensionale è formato da un ente monodimensionale chiamato linea. L'intersezione di una linea con un'altra genera quello che chiamiamo punto geometrico"

U-P: " Allora vedi che esisto!"

D-M: " Aspetta!
        Il punto geometrico di cui stiamo parlando è una rappresentazione del punto propriamente detto."

U-P: " Sarebbe a dire?"

D-M: " Significa che il punto - nella sua essenza - è privo di dimensioni, tuttavia viene rappresentato come l'interazione di due linee. Questa rappresentazione non è il punto in sé, bensì una sua raffigurazione convenzionale.
La notizia sorprendente è che la linea è formata da punti."

U-P: "In altre parole il punto è qualcosa che non esiste tuttavia esso è l'elemento fondamentale di ogni linea?!"

D-M: " E non solo... è il fondamento di ogni figura geometrica, di ogni solido, di ciascuna cosa che si trova nello spazio"

U-P: " Ma quindi io esisto o non esisto?"

D-M: " E' questione di punti di vista. In un certo senso - quello più profondo - non esisti, però dall'altro lato - quello relativo e superficiale - tu sei qui e quindi in qualche misterioso modo esisti.
Proviamo con una metafora più semplice: il tempo.
Il concetto di punto corrisponde al concetto di "adesso" inteso come attimo presente.
Il famoso qui ed ora è un punto tra il passato e il futuro.
Questo istante non è ovviamente misurabile però esiste, giusto?"

U-P: "Sai che è un bel dilemma. Effettivamente uno strumento che possa rilevare qualcosa di infinitamente piccolo come il qui ed ora non è nemmeno concepibile, vorrebbe dire utilizzare qualcosa di finito per cattura l'infinito. Il presente è inafferrabile eppure non posso negare la presenza del tempo, anzi è la sua essenza... Questo è un gran paradosso!"

D-M: "Esatto, è qualcosa di insolvibile per la mente razionale, a maggior ragione avvalendosi di strumenti convenzionali ed estremamente limitati.
La stessa cosa vale per il punto. Non lo puoi afferrare eppure è la tua essenza, è il fulcro di ogni cosa."

U.P: "Mi hai fatto venir in mente il concetto di anatta (non-sé), l'idea secondo la quale non esiste alcun io, nessuna anima o entità individuale in possesso di una volontà personale con cui poter pilotare la vita "

D.M: "Bravo, l'analogia è azzeccata. Ma non solo il buddhismo ha colto questo intimo aspetto della realtà, anche molte tradizioni sapienziali sono giunte a questa profonda comprensione"

U.P: "Ed ora? ... Adesso che ho compreso tutto questo, come posso mettere a frutto questa incredibile conoscenza?"

D.M: "Ora devi viverla, devi sperimentarla come verità. Speculare in termini filosofici è inutile e controproducente se non fai esperienza della conoscenza stessa."

U.P: "Ma come? ... Come posso fare esperienza fisica di qualcosa che in un certo senso è metafisico?"

D.M: "Tu non devi fare un'esperienza fisica del meta-fisico, perché ragionando così presupponi che tu sia esclusivamente un ente fisico e quindi limitato a quel corpicino, esiliato in questo minuscolo Pianeta.
Devi innanzitutto renderti conto che tu sei ben altro.
Questo non toglie valore alla tua fisicità, anzi la rende speciale.
Non devi rinunciare al mondo materiale.

Il primo passo è non identificarti nel modo in cui hai sempre fatto, tutto parte da lì.
Comincia a non vederti come ti sei sempre visto, a non giudicarti come ti sei giudicato finora, a non percepirti come ti sei percepito - cioè soltanto con l'ausilio dei 5 sensi - come se non esistesse null'altro oltre ad essi.
So che all'inizio non è facile, il condizionamento è stato pesante, serve un po' di tempo per accorgersi della maniera aberrante con cui sei stato educato fin dalla nascita.
Tuttavia ora non puoi mollare. Sei costretto ad approfondire le informazioni che ti ho appena accennato. E sai perché sei costretto?"

U. P.: "No"

D.M: "Perché questo messaggio ti ha toccato nel tuo intimo.
Se fossi superficiale non avresti mai indagato la questione della tua esistenza, l'avresti data per scontato. Avresti negato in partenza ogni mia parola e poi avresti continuato a conformarti allo status quo, perché "così fan tutti".
Invece no, in te si è acceso subito qualcosa: il sentimento del vero.
Grazie a questo sentimento hai riconosciuto qualcosa di indefinibile. Non hai represso questa sensazione come fanno i più, bensì hai continuato a scavare, ad andare oltre e ancora oltre con spirito critico ma anche piena apertura.
Non hai accettato acriticamente le mie parole, anzi tu stesso hai concluso la discussione sul punto con una richiesta potentissima: come posso fare esperienza dell'ineffabile?
In verità la tua non era una domanda, tu volevi indirettamente esprimere un'intenzione. Hai avvertito questo impulso e adesso senti che non puoi tornare indietro, nemmeno volendo.
Sicuramente ci sono altri elementi in gioco: dubbio, incertezza, timore dell'ignoto o di perdere i precedenti benefici legati all'identificazione esclusiva con il corpo...
Non preoccuparti di questa titubanza iniziale, è naturale provare queste sensazioni. L'importante è che non scordarsi quel sentimento essenziale che hai avvertito appena hai riflettuto sulla tua vera esistenza, sull'autentica natura di questo mondo.
Come vedi non è difficile richiamare quel sentimento, è sufficiente rivolgere l'attenzione alla realtà o alla verità. E' sufficiente guardare un po' più a fondo, penetrare con occhi vigile ciò che una volta accettavi passivamente come dato di fatto.
Quando sei in balia dei vecchi condizionamenti e vorresti concentrarti sul tuo vero io intangibile, poniti questa domanda "è questa la realtà oppure questa è una convinzione di comodo, una realtà convenzionale, una recita collettiva?"
Ogni ricercatore è mosso da un puro sentimento che lo accompagnerà ovunque e in qualunque momento.
Non verrai mai abbandonato da questo sentimento, quindi stai tranquillo.
Lasciati guidare da esso e l'intera natura ti verrà mostrata nella sua nudità, nella sua purezza originale.
Ecco, questo è il secondo passo.
Prima hai percepito quel sentimento - grazie al quale ti sei sbarazzato delle storielle che ti sei raccontato o ti hanno raccontato su di te e sul mondo - poi  (come secondo passo) hai esplorato ogni cosa lasciandoti condurre da questo sentimento.
Come vedi avevi già fatto "da solo" i primi due passi, serviva solo qualcuno che te lo facesse notare.
Allo stesso modo percorrerai spontaneamente gli altri passi.
Magari a volte ti scorderai dei tuoi enormi progressi, crederai di essere più indietro di dove effettivamente ti trovi. E' normale perdere la bussola, capita a tutti. In tal caso apparirà sempre (sempre!) qualcuno o qualcosa che ti ricorderà la tua effettiva posizione.
Il bello è che tu , ora come ora, senti molto bene che c'è qualcosa di insondabile che ti ha guidato fin qui, un navigatore che ti guida verso l'insondabile.
Dovresti essere davvero contento di aver compreso questa dinamica, perché adesso non c'è davvero niente che tu debba fare "contro-voglia" al servizio di qualcosa in cui non credi e in fondo non hai mai creduto.
Ora sai - e senti - che c'è un'intelligenza sottilissima  (a-dimensionale) che si prende carico di ogni cosa.
Puoi chiamare tale intelligenza (priva di dimensioni) "punto",  "quiddità", "attimo", "qui ed ora"... La nomenclatura è un optional.
Mira sempre a quella dimensione irraggiungibile che si trova oltre le ordinarie dimensioni.
Punta all'ignoto, non accontentarti del "noto".
Spingiti sempre oltre!"

U.P.: "Eureka!!
Visto che è senza dimensioni non devo far niente per raggiungerla, sperimentarla, afferrarla... lei è ovunque e da nessuna parte"

D.M: "Eccelso!.
Ora amico mio applica questa conoscenza e vivi questa tua comprensione nella vita di tutti i giorni."

Commenti

Rimani aggiornato sui miei contenuti

  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA