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I BILANCIAMENTI








Per raggiungere la serenità interiore, è bene non trascurare quel che c'è di favorevole e di buono negli avvenimenti che ci capitano contro la nostra volontà, oscurando e bilanciando il peggio con il meglio.
Plutarco

Quando i nostri occhi sono abbagliati da qualcosa di troppo luminoso, scrive Plutarco, noi li distogliamo e li riposiamo guardando il verde dell'erba o i colori dei fiori. Lo stesso dovremmo fare con i paesaggi della mente; anziché concentrarci sulle considerazioni tormentose, sugli aspetti degli avvenimenti che ci sembrano più negativi, accrescendone quindi la dolorosità, dovremmo adottare un atteggiamento positivo: dovremmo cercare di scoprire in essi anche "quel che c'è di favorevole e di buono".

Non si tratta beninteso di un tentativo di fuga dalla realtà sgradevole, ma di una forma di bilanciamento, di riequilibratura, basata sulla constatazione che non esistono negli eventi né un bene né un male assoluti e che anche nella situazione peggiore si trova qualcosa di positivo. Il potere della saggezza sta proprio in questa visione d'insieme, che presuppone un minimo di distacco da sé e dalle circostanze.

Bilanciare gli aspetti negativi con quelli positivi aiuta anche a trovare il proprio centro psicologico, che è quel punto immaginario in cui si è ugualmente lontani dalle esaltazioni e dalle depressioni punto cui si incomincia comprendere l'importanza del nostro atteggiamento mentale, ossia del modo in cui si predisponiamo ad affrontare gli avvenimenti.

Se per esempio siamo immersi nello scoraggiamento e nel pessimismo, ci sembrerà che le cose ci vadano sempre peggio e questo parrà confermare la giustezza delle nostre fosche previsioni.

Ma è possibile il percorso contrario: non tanto abbandonarsi a un altrettanto inconsulto ottimismo, quanto tenere sempre d'occhio gli aspetti positivi delle circostanze sfavorevoli. Scrive a questo proposito Montaigne: " C'è da fare per godere la vita: io la godo il doppio degli altri, perché la misura del godimento dipende dalla maggiore o minore applicazione che vi mettiamo".

[L'arte della serenità]


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