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GURDJIEFF, visto da LANZA DEL VASTO

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L'Arca di Lanza del Vasto ha un debito nei confronti del gruppo guidato da Gurdjieff, soprattutto per quanto attiene alle tecniche e modalità degli esercizi spirituali. In particolare ha ereditato dall'insegnamento di Gurdjieff la pratica del cosiddetto rappel, che consiste nel sospendere il lavoro e qualsiasi tipo di occupazione allo scoccare di ogni ora, assumendo, in piedi, la posizione eretta, respirando a fondo con calma e tentando di fare mentalmente il vuoto, per distaccarsi, prendere le distanze dalla contingenza, rientrare nel più profondo di sé. 




Informazioni su Lanza del Vasto:


 CHI E' LANZA DEL VASTO?
Pellegrino dell'essenziale, risvegliatore e combattente

Di Jean Baptiste Libouban

Quando Lanza del Vasto pubblicò nel 1943 "Pellegrinaggio alle Sorgenti", fu un successo. Era un messaggio di speranza. Descriveva il suo incontro con Gandhi e la nonviolenza e come questa forza al servizio della Verità può condurre ad una trasformazione sociale, ad una liberazione politica. Come essa è una modo di fare che deriva da un modo di essere. Per molti questo libro è stato anche un'apertura ai tesori delle religioni dell'India.
Lanza del Vasto è per altri il combattente nonviolento. Colui che ha digiunato venti giorni nel 1957 per denunciare prima di tutto le torture perpetrate dall'esercito francese in Algeria, ma anche gli attentati commessi dall'F.L.N.
Colui che si è opposto alla fabbricazione della bomba atomica, colui del quale l'ultima azione fu di sostenere i contadini del Larzac perchè conservassero le loro terre.
E' anche il fondatore della Comunità e del Movimento dell'Arca, dove donne e uomini provano di vivere la nonviolenza in tutti gli aspetti della vita, cominciando da loro stessi, semplificando il loro modo di vivere, nelle relazioni che li circondano e nella società.
Numerosi sono coloro che conoscono il poeta de "Cifre delle cose" , colui che in un linguaggio trasparente, decifra il mondo e gli esseri.
Scrittore, poeta, musicista, pittore, e scultore, l'ampiezza della sua opera segnata da una unità interiore resta poco conosciuta. Come filosofo della Relazione, egli interroga il mondo con gli occhi dell'evidenza. Come cristiano, egli sonda la Bibbia e i testi sacri delle grandi religioni per mostrarne le corrispondenze e le similitudini. Per interpellare ciascuno all'esigenza di un lavoro personale su sè stessi e all'apertura agli altri.
La semplicità penetrante del suo pensiero viene a proposito, nel nostro tempo, per richiamarci all'essenziale; l'indispensabile ritorno ad una conoscenza di sè come cammino di presenza al Reale. Senza di questo, il mondo e gli altri ci resteranno chiusi, oscuri, ridotti a delle ombre, delle cose che diventano numeri e matricole....



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Al seguito di Lanza del Vasto, ispirato da Gandhi,

coloro che appartengono all'Arca,

Compagni e Compagne, Alleati ed Alleate, Amici ed Amiche,

seguono i sentieri della nonviolenza,

fanno la scelta di una vita semplice, nella ricerca della giustizia

e del rispetto per tutto ciò che vive,

si impegnano per la condivisione e il servizio agli altri,

approfondiscono la loro vita interiore,

rimanendo all'ascolto di tutti i cercatori di Verità,

appartenenti o meno ad una tradizione religiosa,

cercano di promuovere la Pace con mezzi nonviolenti.



Nel 1937 Lanza del Vasto, poeta, filosofo, scopriva l'India ed incontrava Gandhi. Di ritorno in Europa, ispirato dal movimento gandhiano ed i suoi ashrams, riunisce, con la sua sposa Chanterelle, uomini e donne per formare,  a partire dal 1948, ciò che sarebbe diventata la Comunità dell'Arca. Rivalutazione del lavoro manuale, meditazione, azione civica sono pratiche costanti quotidiane.
Dopo più di 50 anni di esperienze, la Comunità dell'Arca si evolve sempre con la volontà di partecipare ad un cambiamento costruttivo della società a livello locale ed internazionale.
I membri dell'Arca cercano di mettere in opera lo spirito ed i mezzi della nonviolenza là dove sono chiamati a vivere, secondo la vocazione personale di ciascuno. Sperimentano che altri modi di vivere, di agire, di entrare in relazione sono possibili,  a partire dal legame stretto tra la vita spirituale, l'etica, l'azione sociale e politica.
Condividono la convinzione che la nonviolenza può permettere agli uomini ed alle donne di tutte le culture di vivere in pace: pace che non è assenza di conflitti, ma riconoscerli e superarli. Indipendente da tutte le religioni e confessioni, l'  Arca accoglie e rispetta i cammini spirituali di ciascuno escludendo ogni fanatismo e settarismo. I suoi membri coniugano fedeltà e radicamento nella loro propria tradizione col rispetto e l'apertura alle altre credenze.
Alcuni membri dell'Arca vivono insieme nelle case comunitarie, luoghi privilegiati per la formazione, l'accoglienza, la condivisione, la festa, e le esperienze alternative. È possibile trascorrere un tempo in visita o in stage.




L'Arca propone anche delle sessioni di diverso tipo: risoluzione dei conflitti, mediazione, comunicazione nonviolenta, campo di formazione alla nonviolenza  per i giovani, yoga, canto, danza, sviluppo personale…
Un programma di formazione specifica è previsto per quelli che desiderano impegnarsi nella Comunità.
La Comunità dell'Arca è presente in altri paesi d'Europa, in America Latina, in Canada…

La nonviolenza
"La resistenza nonviolenta si mostra più attiva della resistenza violenta. Chiede più audacia, più spirito di sacrificio, più disciplina, più speranza. Agisce sul piano delle realtà tangibili e sul piano della coscienza. Opera una trasformazione   profonda in coloro che la praticano e talvolta una conversione sorprendente in quelli contro cui si esercita".(Lanza del Vasto, "Pellegrinaggio alle Sorgenti.")
Dalla sua creazione l'Arca ha suscitato o partecipato a numerose azioni nonviolente: manifestazioni, non cooperazione, disobbedienza civile.
Il CANVA (Coordinamento dell'Azione Nonviolenta dell'Arca), è specializzata nelle azioni nonviolente e si può aderire senza essere impegnati nell'Arca.
Questa associazione organizza delle campagne e sostiene quelle di altri movimenti nonviolenti.
Con la nonviolenza, non si cerca di negare la violenza ma trasformarla in un'alternativa costruttiva, a rifiutare ciò che è mortale, distruttivo, per sviluppare una benevolenza attiva verso tutto ciò che vive. Si comincia con l'applicare e dire   di no alla violenza in tutte le sue forme, compresa prima di tutto la propria violenza. Nelle lotte che conduciamo, la scelta di mezzi nonviolenti è coerente con le nostre aspirazioni di giustizia e di pace.
Questa ricerca ha necessariamente una dimensione personale -



è un lavoro su sé stessi -

nonviolenza con i propri vicini, nella vita quotidiana; deve essere messa anche in pratica su un piano politico e sociale nella cornice di campagne di azioni   e di missioni specifiche (accoglienza, formazione, luoghi di vita alternativi, eccetera…).
Se l'impegno nel campo politico richiede un minimo di formazione, non si aspetta di essere preparati perfettamente prima di partecipare ad un'azione nonviolenta come la denuncia aperta di un'ingiustizia, disobbedienza civile: l'azione stessa è formazione   ed insegnamento. La nonviolenza è dunque innanzitutto un'esperienza, l'incarnazione di un'esigenza, una strada. Naturalmente questa, lungi da inibire la nostra forza creatrice e la nostra sana combattività, la canalizza e dà loro un senso. Questa   esperienza, o piuttosto queste esperienze, sono i fatti della vita. "Nonviolenza e verità sono come le due facce di una stessa medaglia", diceva Gandhi.
Egli ha considerato la sua vita come una sequenza di esperienze con la verità e così, nella stessa maniera, la vita di un membro dell'Arca è un'esperienza continua nella ricerca della verità e della nonviolenza.

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