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Insegnamento di Tenzin Wangyal





Tenzin Wangyal Rimpoche
La chiara mappa di un Maestro Dzogchen Bon
Esposta sulla base degli Insegnamenti Orali da Geshe Tenzin Wangyal Rinpoche
La Visione è la Mente
La Mente è Vuota
La Vacuità è Luce Chiara
La Chiara Luce è Unione
L'Unione è Grande Estasi

Questa è l’istruzione del cuore di Dawa Gyaltsen, un Maestro Bon di meditazione che è vissuto nell’8° secolo A.C. Era il 24° Maestro di un lignaggio Bon continuo ed ininterrotto, che praticava gli insegnamenti dello Zhang Zhung Nyen Gyu. Questi insegnamenti costituiscono una introduzione diretta alla natura della mente e non sono elaborati con forme rituali. Le istruzioni essenziali di questi Maestri, il loro consiglio del cuore per i loro studenti, sono spesso costituiti soltanto da alcune righe , ma queste poche righe possono guidare il fortunato praticante a riconoscere la propria autentica natura come il Buddha.
La Visione è la Mente
Come possiamo seguire il consiglio di Dawa Gyaltsen, che inizia con “la visione è la mente”? La visione include ogni cosa da noi percepita, tuttavia vi suggerisco di usare ciò che vi disturba per accedere a questa pratica. Avete una “famosa persona” nella vostra vita? La “famosa persona” è un individuo che pare sia nato per crearvi problemi, come se proprio questa sia la sua principale missione nella vita. Qualche volta avvertiamo la presenza di persone di questo tipo. Per essere cortesi, possiamo chiamarle i nostri amici karmici, oppure ospiti Karmici. Queste persone possono crearvi problemi non solo con la loro presenza, ma possono irritarvi anche soltanto inviandovi una cartolina poichè - quando vedete la loro scrittura - ne siete immediatamente disturbati.

Dunque noi iniziamo la nostra pratica di meditazione con questa “famosa persona” come punto di partenza. In un ambiente protetto, sedete in una posizione comoda ed eretta. Ora evocate l’immagine della vostra “famosa persona” e fatela giungere alla vostra consapevolezza. Tali individui si manifestano sempre e comunque, ma questa volta siete voi che li state invitando, pertanto potete osservare più profondamente la vostra esperienza. Di cosa è composta esattamente questa “famosa persona”? Osservate l’immagine della vostra “famosa persona”, il carattere di questo individuo che vi infastidisce così tanto. Sentite la presenza energetica ed emozionale di questo soggetto. Quando la vostra “famosa persona” è nata, lui o lei non mostravano alcun segno fisico o indizio di quanto voi ora percepite. Ovviamente le cose non stanno come voi pensate, e vi sono altri individui che non condividono la vostra opinione su questa persona. Ciò che voi percepite è infatti la vostra mente, la vostra visione karmica - che è più "karmica" che visione. Così, in questo momento, invece di guardare verso l’esterno e concentrarvi su questa persona, guardate al vostro interno. Fate un passo indietro e lasciate che l’esperienza sorga. Non fate un passo in avanti, ma uno all’indietro. Non andate nel vostro ufficio per fare telefonate o per inviare e-mail. State semplicemente seduti, chiudete gli occhi, riflettete su questa persona e focalizzatevi su ciò che state sperimentando proprio in questo momento. Questa è la vostra visione. E’ molto in voi, è nella vostra mente. Quella “famosa persona” è ora un’immagine o una sensazione percepita. Forse - in presenza di questa “famosa persona” - sperimentate un senso di contrattura, vi sentite chiusi, agitati o avvertite di dovervi proteggere. Cercate di sentire ciò in modo pieno, non semplicemente con il vostro intelletto. Sedete con l’immagine della vostra “famosa persona” e con le corrispondenti sensazioni, fino a che non riconoscete che questa esperienza risiede in voi e potete concludere: “la Visione è la Mente”.

La Mente è Vuota
La domanda successiva è: “cosa è la mente?”. Osservate la vostra mente. Guardate dalla cima della testa alle piante dei piedi. Potete trovare qualcosa di solido? Trovate qualche colore permanente, aspetto o forma che potete considerare la vostra mente? Se guardate direttamente, giungete a concludere che la vostra mente è vuota. Alcuni giungono a tale conclusione molto rapidamente, altri devono effettuare una estenuante ricerca per scoprire in sè questa consapevolezza chiara. Ma questo è ciò che è la mente. Potete ovviamente inquinare tale chiarezza in ogni momento, ma continuando ad osservare direttamente, scoprite che la mente stessa è davvero chiara. Chiarezza significa vuoto. Vacuità è un termine filosofico Buddista, ma come esperienza è qualcosa che appare chiara ed aperta. Così, quella che all’inizio era la “famosa persona” è adesso chiara ed aperta. Se questa non è la vostra esperienza, in qualche modo vi state afferrando a tale immagine e la state trattenendo. Semplicemente siate. Rilassati nell’esperienza. Semplicemente siate. La mente è vuota. Quando giungiamo ad una esperienza di vuoto e di apertura per la porta della “famosa persona”, è possibile sperimentare una forte esperienza di vacuità.
La Vacuità è Luce Chiara
La successiva riga delle istruzioni è "la vacuità è chiara luce", dunque la domanda seguente è "cos'è la vacuità?" Talvolta la vacuità è qualcosa che incute timore, al punto tale che qualcuno può persino preferire la sua “famosa persona” a questa paurosa nullità, ove si sperimenta l'assenza di un sè. Tuttavia questa esperienza di spazio aperto è essenziale. Essa chiarisce l'identità che crea la “famosa persona”. Allo scopo di chiarire l'ostacolo della “famosa persona”, dovete infatti mettere a fuoco l'identità che crea questa “famosa persona”. Una tipica espressione tibetana dice: "la spada della saggezza taglia in entrambi i sensi". Non siate spaventati da ciò. Ricordate, "la vacuità è chiara luce". Essa possiede la luce. E' infatti possibile sentire luce nell'assenza di cose.

Normalmente noi accumuliamo un mucchio di cose nella vita. Periodicamente effettuiamo poi grosse "svendite di oggetti usati" al fine di sbarazzarci di questa roba. Per un momento noi potremmo sentire "Haaa" un senso di sollievo nel liberarci delle nostre vecchie cose, tuttavia presto siamo nuovamente agitati per tutta la nuova roba che accumuliamo per decorare e sentire lo spazio aperto. Nella vostra meditazione, quando le cose si schiariscono, siate soltanto con questo. Non vi concentrate sull'assenza di cose, ma scoprite la presenza della luce in quello spazio. E' lì. Non sto dicendo che sia facile riconoscere e connettersi con la luce; chiaramente ciò dipende da quanto voi siete condizionati dalle apparenze e dalla “famosa persona”. Un altro punto importante è che non sto parlando dell'apparire della “famosa persona”; sto parlando del chiaro manifestarsi dello spazio. Se avete maggiore flessibilità e stabilità, nel momento in cui vedete l'assenza della “famosa persona”, voi cogliete lo spazio ed iniziate a vedere chiaramente la presenza della luce.
Così, quando guardate le apparenze e scoprite che esse sono la mente, e poi scoprite che questa stessa mente è vuota, la chiara luce emerge. Quando cercate la mente, non trovate la mente. Quando non trovate nulla, l'istruzione dello Dzogchen è: "dimorare senza distrazione in ciò che non è stato elaborato". Non fate nulla. Non cambiate nulla. Limitatevi a consentire. Quando dimorate in quello spazio senza cambiare nulla, qualunque cosa sia è luce chiara. L'esperienza o la conoscenza della vacuità è la chiara luce. Essa è consapevolezza. La luce chiara è l'esperienza della estesa vacuità. La ragione per cui avete una “famosa persona” al primo posto, è che esperite voi stessi separati dalla chiara esperienza del vasto spazio aperto. Non riconoscendo il vasto spazio, non essendo familiari con esso, voi esperite le visioni. Non riconoscendo le visioni come mente, voi le considerate solide, separate ed esterne; e non soltanto esse sono esterne, ma sono qualcosa che vi disturba e vi crea tutti i tipi di problemi con cui avete a che fare.
Potete forse dire: "bene, sono molto chiaro rispetto alla direzione della mia vita". In questo caso siete chiari rispetto a qualcosa. Tuttavia la chiarezza indicata da Dawa Gyaltesn non è chiara rispetto a qualcosa; essa è chiara nel senso di essere. Voi esperite la vostra essenza, la vostra esistenza, il vostro essere chiari. Questa chiarezza è la migliore. Sperimentando questa chiarezza, voi superate i dubbi interiori.
La Luce Chiara è Unione
Da questa esperienza di vasta vacuità noi diciamo "la chiara luce è unione". Lo spazio e la luce non possono essere separate. La chiarezza si riferisce allo spazio e la luce si riferisce alla consapevolezza; la consapevolezza e lo spazio sono inseparabili. Non vi è separazione tra la chiara presenza e lo spazio, tra la consapevolezza e la vacuità.

Noi possediamo molte nozioni di cosa significhi unione: Yin e Yang, maschio e femmina, saggezza e compassione. Quando prestate una forte attenzione all'esperienza della vacuità, voi esperite la chiarezza. Se tentate di cercare la chiarezza, non la potete trovare - essa diviene vacuità. Se non la trovate e dimorate proprio lì, essa diviene chiara. Le esperienze di chiarezza e vacuità sono unione nel senso che esse non sono separate. La chiarezza è l'esperienza dell'apertura. Se non possedete l'esperienza dell'apertura, non potete essere chiari. Ciò che è chiaro è quella apertura, quella vacuità. Ciò che è vuoto ed aperto è ciò che è chiaro. I due sono inseparabili. Riconoscere ciò è chiamato unione.

Questo significa che le nostre esperienze non toccano la nostra relazione con l'apertura. Normalmente accade che le esperienze incidano sulla nostra connessione con l'apertura, poichè noi diveniamo immediatamente eccitati, proviamo attaccamento e ci afferriamo o diventiamo agitati, conflittuali e disturbati. Quando ciò non avviene, quando la nostra esperienza sorge spontanea e non ci oscura, questo è l’unione: l’inseparabile qualità della chiarezza e della luce. Siete liberi, siete connessi. Siete connessi e siete liberi. Questa esperienza di unificazione, che avvenga nella profonda meditazione o nella vita, è rara. Spesso, se siete liberi, significa che siete disconnessi. Dire che siete liberi dal lavoro significa che non state affatto lavorando. Se state lavorando, allora non siete liberi, siete bloccati. Dunque, questo senso di unione è importante. Avere la capacità di fare qualcosa e di sentirvi liberi, essere in grado di essere con qualcuno ed ancora sentire un senso di libertà è quindi importante. Questo è ciò che si intende con: “la Chiara Luce è Unione”.
L’Unione è Grande Beatitudine
Se riconoscete ed esperite questa inseparabile qualità, potete allora sperimentare la beatitudine. “L’Unione è Grande Beatitudine”. Perchè viene esperita la beatitudine? Poichè svanisce quell’ostacolo solido o quel blocco dall’essere profondamente connessi con voi stessi. Potete avere una intensa esperienza estatica perchè avete liberato qualcosa. La beatitudine sorge spontaneamente perchè non vi è nulla che vi oscura o vi separa dalla vostra essenza. Avete una sensazione che ogni cosa è completa proprio come è.

Così avete iniziato con la “famosa persona” e finite con la beatitudine. Cosa potete chiedere di più? Questa è la base dell’intera filosofia dello Dzogchen, esposta in poche righe. La “famosa persona” che voi proiettate è grande beatitudine, ma dovete comprendere questo come la vostra mente e la mente come vuota. Da ciò, la Vacuità è Chiara Luce; la Chiara Luce è Unione; l’Unione è Grande Beatitudine. Potete esperire ciò in un istante. Nel momento in cui vedete la “famosa persona”, potete istantaneamente vedere luce. Tuttavia talvolta dobbiamo transitare per un processo più lungo per scoprire ciò. E’ una questione di abilità. Così questa progressione, questo processo, è la nostra pratica. Esso richiede tempo. Ma abbiamo una chiara mappa.

Questi cinque principi possono essere applicati nella pratica quotidiana. Potete fare questa pratica in ogni luogo, in ogni momento, e specialmente quando la “famosa persona” vi sta infastidendo. Quando sorge una circostanza difficile, potete naturalmente vivere con essa e cercare di trovare una o molte soluzioni, ma come praticante di Dzogchen, potete fare questa pratica del Quintuplice Insegnamento. Forse avete perso un accordo d’affari e vi sentite negativi. Cosa significa realmente “perdere”? Osservatelo; questa è la visione. Che sia una visione basata sulla paura o sull’avarizia, guardate direttamente questa esperienza; siate con questa esperienza. Quindi realizzate che essa è mente, guardate la vostra mente e scoprite che la mente è chiara, proprio chiara. Persino quando abbiamo un sacco di problemi, l’essenza della mente è sempre chiara. Essa è costantemente chiara. Vi è sempre la possibilità di connettersi con l’essenza della mente piuttosto che con l’aspetto confuso della mente stessa.
Domande e risposte

Domanda: Considerato che l'esperienza della visione è la mente, comprendo che quella mente è la parte di noi che tende ad afferrarsi, la nostra piccola mente, una oscurazione - essa è differente dallo Stato Primordiale o Naturale della Mente, che è chiara luce. Non so tuttavia come oltrepassare il divario tra la mente che si afferra e la vacuità, poichè la mente che si afferra non sembra vuota.
TWR: Non sembra vuota, ma lo è. Se guardi l'oceano, può essere calmo e pacifico, con increspamenti piccoli e più grandi, con onde piccole e più grosse ecc. Tutti questi modi di apparire - dai piccoli increspamenti alle onde più grosse - possiedono comunque la qualità dell'umidità. Tutte sono acqua, in qualsiasi modo si presentino. L'oceano non può essere altro che acqua, a prescindere da quanto appaia pacifico o terribile. Allo stesso modo, non importa quale visione appaia: essa è sempre vuota. L'essenza è proprio lì. La sola domanda possibile è: "sono in grado di cogliere ciò, oppure no?". Questa è una domanda molto valida. Tutti i lignaggi dei Maestri del passato hanno compreso ciò molto bene e gli Insegnamenti sono basati proprio su questo.
Domanda: Quando la "famosa persona" o la "famosa situazione" si dissolve, ciò è meraviglioso, tuttavia io ho ancora un dovere verso questo individuo, una responsabilità. Nel mio caso è mio figlio. Dunque la situazione della "famosa persona" può ripresentasi ciclicamente. Posso perseguirne il dissolvimento come è stato esposto? TWR: Sicuramente. La "famosa persona" può ancora rimanere famosa, ma non disturbarti più così tanto. Il motivo per cui la definiamo famosa è che essa ti infastidisce concretamente. Hai veramente bisogno di preoccuparti? No. Può essere come è o può essere diversa, ma non ti deve infastidire. Noi abbiamo aspettative che le cose debbano essere in un certo modo. Devono veramente essere in un determinato modo? No. Prendiamo una situazione in cui stai tentando di aiutare tuo figlio. Come stai cercando di aiutarlo? Vuoi che il bambino vada a scuola e che studi con profitto. Dunque quale è il problema? Il bambino ha alcune difficoltà nell'apprendimento. Va bene, e tu stai tentando di fare del tuo meglio in questa circostanza. Se stai facendo ciò, di che cosa ti devi poi preoccupare? Alcuni imparano più rapidamente, altri più lentamente. Quale è il problema? Il problema non è che il bambino impara con lentezza, quanto il fatto che non puoi accettare tale situazione. Non è qualcosa di riferito al bambino, ma è un problema tuo. Hai alcune idee fisse rispetto a cosa sarebbe bene per questo bambino. Questo, normalmente, è il punto. Pensi che ciò che desideri sia buono per lui. Il bambino, probabilmente, non è d'accordo. Lui o lei possono essere interessati a cose completamente diverse rispetto a quelle proposte da mamma e papà. Tu pensi: "Eh no, io sono il capo". Naturalmente, tu sei il capo; hai una responsabilità morale e così via, ma esiste un luogo dove si sta proprio bene. Devi realizzare questo. Nel momento in cui lo fai, il bambino sarà probabilmente d'accordo con te. Spesso vi è così tanta pressione poichè cerchiamo di cambiare troppe cose. Domanda: E' proprio la carenza di pratica riferita al riconoscere che "la visione è mente" che mi fa percepire una sorta di uncino che mi tira indietro: "sì, ma quella 'famosa persona' in realtà è malevola nei miei confronti". TWR: Non sto dicendo che questo sia il solo modo di rapportarsi con la vita. E' uno dei percorsi dello Dzogchen, non è un sentiero samsarico - ma talvolta dobbiamo confrontarci in modo samsarico. "So che sei la mia 'famosa persona'; so che sei la mia visione, ma intendo realmente guardarmi da te". Talvolta si deve. E' veramente qualcosa che ti riguarda. Se qualcuno sta tentando di imbrogliarmi e di avvantaggiarsi a mie spese, non sono certo d'accordo. Se mi si chiede qualcosa, non sono contrario a darla. Ma se so di non essere in grado di darla e qualcuno me la sta prendendo, non voglio che ciò accada. Se questo aspetto di me è ciò che sono realmente in quel momento, allora lotterò o farò quanto è necessario che faccia. Non è che un modo di affrontare le cose sia più valido di un altro. Chi sono e quale realizzazione possiedo determinano il livello di abilità con cui sono in grado di lavorare. Alla fine, il senso reale della vittoria è la pratica. Tuttavia, in senso convenzionale, noi facciamo quello che dobbiamo fare. Naturalmente ci difendiamo e combattiamo. Talvolta ti difendi, combatti e tuttavia perdi. Allora, forse, non ai altra scelta che vedere ogni cosa come vacuità! Ecco un modo energico per scoprire la vacuità.
Conclusioni
Amo molto questa pratica. Per certi aspetti, essa è assai concreta. Vi fornisce un autentico strumento per confrontarvi con situazioni molto specifiche. D'altro canto, essa vi guida direttamente all'essenza o alla radice di voi stessi.

Mi stupisce sempre quando le persone entrano in conflitto e dicono: "che persona terribile. Siamo stati buoni amici per lungo tempo ed ho sempre pensato fosse una persona onesta. Mi ci è voluto molto tempo per scoprire che in realtà è una persona terribile". Così la vostra conclusione è che avete finalmente compreso che quella persona è terribile. Avete certamente udito storie come questa, che tuttavia non costituiscono una vera soluzione. E' come andare in terapia e concludere: "mio padre era realmente un cattivo soggetto. Adesso mi sento molto meglio". Naturalmente, potete comprendere alcuni aspetti difficili della vostra situazione, ma essi non possono essere la conclusione. Dovete piuttosto concludere nell'essenza, nella radice, andare nel luogo di voi stessi dove comprendete che la vostra mente è chiara e ricolma di beatitudine - così che l'immagine che vi ha infastidito, finalmente, si dissolve per mezzo della vostra meditazione.

Quale è dunque la conclusione? La conclusione è la beatitudine. "Unione è Grande Beatitudine". Quale conclusione vorreste, migliore di questa ? E' proprio questa. Aprite la vostra mente alla comprensione, credete con il vostro cuore e pregate. Io credo che pregare sia veramente importante. La preghiera sorge da un luogo realmente profondo, e voi state pregando per conseguire una esperienza profonda. Ciò che pensate non è questa profondità, ed anche il risultato del vostro pensiero non sarà profondo. Attraverso la preghiera aprite il vostro cuore, ricevete benedizioni e conseguite la mancanza di sforzo. La qualità della mancanza di sforzo appartiene al cuore - e devozione e preghiera aprono il cuore. Dunque la preghiera è meravigliosa. Essa struttura l'intenzione e vi indirizza nella direzione corretta, così quando praticate la meditazione, il guardare direttamente e l'essere con la vostra esperienza, queste cose finalmente funzioneranno.

Vi incoraggio a praticare questo consiglio del cuore di Dawa Gyaltsen, a guardare direttamente ciò che vi disturba ed a scoprire la natura della vostra mente. Questo insegnamento non solo può guarire la vostra vita quotidiana, renderla più leggera e piacevole - ma tramite la profonda semplicità di queste cinque righe potete riconoscere e connettervi con la vostra essenza più profonda, la natura della vostra mente come Buddha.

Questo insegnamento è di proprietà letteraria di Tenzin Wangyal Rinpoche e viene pubblicato sulle pagine WEB italiane su sua esplicita richiesta.
L'articolo è stato originariamente pubblicato sulla rivista Shambala Sun www.shambalasun.com


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