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AVADHUT GITA


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a cura di Govinda Das Aghori (Jimmy Penzo)


L'Avadhut Gita, अवधूत गीत il Cantico dell'Asceta, del Rinunciante, è attribuito a Dattatreya il fondatore di tutte le scuole tantriche, compresa quella degli Aghori. La traduzione in inglese è di Hari Prasad Shastri (1^ edizione, 1934).
Tra i pochi averi di un sadhu è sicuramente incluso questo libretto, perfetta sintesi della filosofia non-dualistica. Dattatreya descrive minuziosamente il pensiero di un'anima liberata. L'uomo non ha bisogno di un particolare stile di vita, di una religione o tanto meno di dogmi, rituali o di una particolare moralità. La Verità si può attingere da tutto ciò che ci circonda, rispettando tutto ciò che ci circonda la Verità si rivela da sola. L'uomo può trarre da ogni cosa lo spunto per le più profonde meditazioni. Anche una cosa considerata da tutti insignificante o negativa può insegnarci molto.
Il primo capitolo si eleva dalla sfera della psiche alla constatazione  dell’identificazione del Tutto con il Brahman (l’Assoluto Impersonale). Nel secondo capitolo si affronta il compito di definire Atman e Brahman, cioè il Sé e l’Assoluto. Nei capitoli  successivi si analizza la differenza fra la vera Conoscenza e la conoscenza umana.
  



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