QUAL E' IL MIGLIOR METODO?
IL TUO ! (Forse)
Supponi che i metodi e i modelli siano come delle scarpe.
Il
Buddha indossava un paio di scarpe che gli consentivano di camminare
bene. Queste scarpe sono state chiamate "Buddhismo" e miliardi di
persone stanno tuttora cercando di indossare le scarpe del Buddha
sperando di sentirsi bene (raggiungere la pace dei sensi). Ovviamente i
tuoi piedi non sono come quelli del Buddha, il tuo metodo - il tuo stile
di vita, la tua pratica - cioè le scarpe appropriate a te sono diverse.
Sembra banale eppure molti indossano le scarpe degli altri e sperano
così di sentirsi meglio. E poi magari danno la colpa ad altri.
Cristo
aveva un altro paio di scarpe (un altro tipo di insegnamento) e ad oggi
miliardi di altri fenomeni ambulanti provano ad indossare le sue scarpe
sperando nel "miracolo".
Gurdjieff, Don Juan, Krishna o un
famoso pinco pallino qualsiasi indossava altre scarpe - le aveva create
da(l) Sé - ma poi sembrerebbe che le abbia vendute ad altri o meglio
altri hanno voluto replicare quelle scarpe e camminare come i loro
idoli.
Pensa a tutti i libri di auto-aiuto che hai letto e a come anche tu sei caduto in questo trabocchetto.
In
una parte è colpa degli autori stessi che promettono risultati
strabilianti con titoli del tipo "come vivere felici e contenti in tre
semplici mosse...", ma per il resto la responsabilità è di chi compra e
si beve quel che legge/ascolta da questi personaggi.
In tale
ottica Buddha o Cristo stessi -sempre che siano esistiti - hanno errato
nella loro missione fin dall'inizio, cioè nel momento stesso in cui si
sono messi a raccattare discepoli che diffondessero la loro parola o la
parola di Dio. Col senno di poi - osservando imparzialmente la storia -
questi "personaggi" hanno contribuito più in peggio che in meglio. Basti
pensare ai conflitti (non ancora terminati) che si portano avanti per
difendere una marca di scarpe (cristianesimo) contro un altra marca
(islam).
Un vero saggio si sarebbe subito accorto della condizione
dell'umano medio e sicuramente avrebbe evitato di "farsi un nome" allo
scopo di insegnare come vivere in pace. Già l'idea che l'amore, la
consapevolezza, la compassione vadano insegnante con un "metodo preciso"
la dice lunga su quanto siamo superficiali.
L'unico che forse
poteva salvarsi la faccia, cioè che sembrerebbe essere stato coerente
con se stesso- era (in teoria) Lao tzu. Il libro a lui attribuito era
cominciato bene - "Il Tao che puoi nominare non è l'eterno Tao".
Peccato che poi si sia dilungato con 80 capitoli nel descrivere
l'indescrivibile Tao. E comunque già nominare "l'innominabile" come
"Tao" è un controsenso. Al di là di questo lui sembra essere l'unico che
non è andato in giro a fare miracoli e soprattutto a "suggerire" le sue
scarpe agli altri. Anzi la prima cosa che ha fatto è stato licenziarsi,
uscire dall'ufficio e isolarsi. Sembra che abbia scritto soltanto per
accontentare le richieste di un tizio. Ma sopra ogni cosa non voleva
discepoli. Si era solo divertito nello scrivere qualche strofa e fine.
Tra l'altro non professava sentieri, poteri taumaturgici, non imponeva
regole monastiche. Era troppo consapevole del fatto che ognuno deve
indossare le "proprie" scarpe per suggerire agli altri le tecniche
"giuste", visualizzazioni, preghiere o mantra speciali.
-
Che scarpe stai indossando?
Quelle con la marca "Steiner, Krishnamurti, Tony Robbins, Castaneda, Roberto Re, Katie Byron?"
Se
sono strette, se ti danno troppo fastidio (come è ovvio e naturale che
sia) sappi che stai indossando quelle sbagliate. Fossi in te non
aspetterei altri 10 anni prima di togliermele. Levatele subito di dosso e
sentirai un sollievo incredibile.
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