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LA VIA DELLA VOLONTA' (seconda parte)








Nei loro viaggi solitari, nelle situazioni estreme in cui si trovano, le persone che percorrono la via della volontà attraversano non solo mondi sconosciuti, ma anche, talvolta, scenari interni orridi e arcani.

Ciò che fanno è senza precedenti, quindi a volte appare loro senza senso. Si avventurano là dove nessuno ha osato, quindi sono supremamente vulnerabili. Sono soli, nessuno lì può confortare. Non hanno nessun criterio sicuro cui riferirsi, dunque rasentano la follia. L'oceanografo Costeau parla dell'ivresse des grandes profondeurs, il senso di ubriacatura che si prova nelle grandi profondità marine, una pericolosissima condizione di euforia che provoca un ingannevole senso di sicurezza, quasi di onnipotenza, in situazioni rischiose. Costeau cita le parole di un altro esploratore, Dumas, a proposito di un'esperienza sotto il mare:

"Ho avuto una strana sensazione. Sono spensierato come se avessi bevuto. Le orecchie mi ronzano e ho un gusto di amaro in bocca. La corrente mi fa vacillare come se avessi tracannato non so quanti bicchieri."

Chi percorre questa via paurosa e solitaria incarna l'archetipo del guerriero. Nella tradizione giapponese dei samurai, il guerriero è allenato a entrare in uno stato di Ai-uchi, che significa completa e serena indifferenza al risultato del combattimento: perché non appena c'è la voglia di vincere o la paura della morte, si è già sconfitti. Nella Bhagavad Gità, il dio Krishna esorta Arjuna a non avere paura, perché il vero Sé non è mai nato e non morirà mai, le armi non lo scalfiscono, il fuoco non lo brucia, le acque non lo bagnano, il vento non lo asciuga: colui che sa questo è eterno e indistruttibile.


A questo punto qualcuno può obiettare: la guerra è assassinio e distruzione, crea infelicità e male. Che cosa c'entra tutto questo con la ricerca transpersonale? La risposta è che la guerra non deve in alcun modo essere considerata una via transpersonale, ma le qualità archetipiche del guerriero - coraggio, eroismo, potenza, forza, risolutezza, volontà, perfino la generosità - hanno una validità universale e possono essere manifestate in ogni giorno, con lo scopo di conquistare i nemici interni come la paura, lo scoraggiamento, l'inerzia, e per affrontare le difficoltà dell'esistenza, l'ostilità degli altri, le ingiustizie sociali, pericoli di ogni sorta. Queste qualità possono essere pienamente manifestate, non per negare la vita, ma per affermarla.

Può esserci un guerriero senza armi?
Si: il guerriero più nobile non combatte contro i deboli, ma è senza tregua impegnato nelle guerre più ardue di tutte - contro l'ignoranza, l'ingiustizia, l'indifferenza

Il pericolo principale nella via della volontà sta nel perverso uso perverso della forza. Quando si è guerrieri, si ha una grande forza, e spesso si gode anche di una posizione di potere nella società. Allora si può essere presi da sentimenti di onnipotenza, si diventa indifferenti agli altri, si mette la forza al servizio della propria ambizione; così si diventa tiranni, si usa la propria forza per vendicarsi, per trasformare gli altri in oggetti, per manifestare il proprio potere, e per distruggere la vita. Questo è stato il destino di molti potenti della terra attraverso i secoli della storia umana. Nelle loro vite è molto difficile trovare esempi di esperienza transpersonali.

Dunque i rischi inerenti a questa via, soprattutto nel campo della politica e delle relazioni umane, sono enormi. Ciò non toglie che essa non solo sia valida come mezzo di sviluppo spirituale, ma anche indispensabile per l'evoluzione di una società.

Chi la percorre ridefinisce una realtà: geografica, fisiologica, politica o cosmologica. In questo suo rischiare, nel seguire la via più difficile, allarga la sua prospettiva e quella di tutti, riesce a percepire mondi che sono invisibili a chi preferisce un'esistenza più rassicurante, genera una forza che anima e ispira molte persone.

Questa via sembrerebbe il monopolio di pochi, eccezionali individui. E, nella definizione dello spirito, lo è.
Ma queste avventure sono rappresentazioni simboliche dello spirito umano: se anche non siamo astronauti o speleologi o paracadutisti, possiamo tutti imparare a rischiare; anche se non sacrifichiamo la vita nella lotte contro l'ingiustizia e la crudeltà, abbiamo l'opportunità di sconfiggere l'ipocrisia e l'indifferenza; se anche non vogliamo sfidare la morte, possiamo morire la morte di tutto ciò che è vecchio e cristallizzato e inutile.

Sentire le imprese delle persone in questa via è come sentire una voce che viene da dentro di noi.
E ci dice:

"qualsiasi via tu segua, troverai ostacoli che ti parranno insormontabili; nella battaglia della vita ti sentirai confuso e spaventato; e al momento buono non ci sarà nessuno a capirti, a incoraggiarti, e a guidarti. Sei solo. Così penserai che il tuo sogno è impossibile, e vorrai arrenderti. Ma non devi arrenderti: questo sì sarebbe come morire. E' giunto il momento in cui devi mettere te stesso a repentaglio. Ciò costa fatica e non offre nessuna garanzia di successo. Però puoi tentare ugualmente. Forse sarai sconfitto: ma dentro di te avrai trovato una forza bellissima. E' la tua forza, la forza del tuo Sé più profondo."

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