CHIAMARE IL PENSIERO
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Una buona tecnica usata dai monaci buddisti per creare il vuoto mentale è quella di richiamare il pensiero. Essi lo cercano a intervalli regolari prestabiliti, chiamandolo per nome.
Esecuzione:
1. Seduti in posizione (meditativa) abituale, controllando che non ci sia alcuna tensione muscolare nel corpo. Sentire la calma e la regolarità del respiro.
2. Iniziare la pratica chiamando il pensiero. Durante la meditazione, ogni tanto, chiamare il pensiero, proprio per nome "Pensiero", come fosse una persona per dirle "vieni qui", per istigare il pensiero a venire nella vostra mente.
Ci si accorgerà che richiamandolo non viene, non c'è: la mente è incredibilmente vuota quando si vuole a tutti i costi un pensiero, ed è invece colma di pensieri quando si vuole mandarli via.
LEZIONI DI VITA di Marzo
Pubblicato da
ANIM ALIB
a
00:27
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Impara a piacere a te stesso.
Quello che tu pensi di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te.
o fai di tutto per vivere bene (secondo la tua natura) o fai di tutto per sopravvivere e morire malamente (secondo le pretese altrui)
ci sono dei ma... troppi MA che devi imparare a trasformare in "SE", che a sua volta vanno tramutati in una bella esclamazione: ECCO !!!!
Il saggio usa il Cuore a mo' di specchio: non favorisce e non avversa, Riflette ma non trattiene, Eccelle senza recar danno (Chuang tzu)
Un bel tacer non fu mai scritto - C. Monteverdi
Molto se mi confronto, niente se mi considero - proverbio cinese
La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe... Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine , credette di possedere l'intera verità... (Mevlana Rumi, Sec. XVI)
IGNORATEVI, DIMENTICATEVI DI VOI : SPERSONALIZZATE LA VOSTRA MEMORIA AFFETTIVA... cercate di dimenticarvi di voi, di considerare la vita come se voi non esistesse.
LASCIATE IL MONDO ALLE VOSTRE SPALLE
POSPONETE VOI STESSI
Lancia il tuo cuore avanti a te e corri a raggiungerlo. "Proverbio arabo"
Tra il bianco e nero la libertà sta nello scegliere l'arcobaleno
DUBITA di tutto e tutti MA NON RESPINGERE niente e nessuno
Una vita che sia reale e preziosa non si giudica dalla quantità di verità che ha accumulato, ma dal suo stile interiore, del ritmo che l'anima.
La verità si interpreta (vivendola), non la si traduce (formalizzandola con dei veli astratti) Tradurre = Tradire
Tu sei la tua Via, la tua Verità, la Tua Vita
IL MEGLIO DI MARZO
EMIL CIORAN
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Tutto ciò che non è diretto, è nullo.
Fra la sensazione e la formula espressa (il detto o lo scritto) c'è un abisso.
Duriamo quanto durano le nostre finzioni.
Non esistono idee completamente neutrali, perfino i logici sono passionali.
... Si è liberi, si ha l'illusione della libertà nei gesti apparenti. Ma in fondo non si è liberi. Tutto ciò che è profondo nega la libertà. C'è una sorta di calamità, di fatalità segreta che dirige ogni cosa.
L'amore – un incontro di due salive... Tutti i sentimenti attingono il loro assoluto dalla miseria delle ghiandole.
- Ogni civiltà configura una risposta alle domande che l'universo suscita; ma il mistero rimane intatto: altre civiltà, con nuove curiosità, vi si cimenteranno, altrettanto vanamente, dato che ciascuna è soltanto un sistema di errori…
Il fatto è che chiunque agisca proietta un senso. Attribuisce un senso a ciò che fa, il che è assolutamente inevitabile e increscioso.. il motivo per cui non ho mai agito? Perché non credo nel senso. Attraverso la riflessione e l'esperienza interiore ho scoperto che niente ha senso, che la vita non ha alcun senso. Ciò non toglie che finché ci si industria si proietti un senso. Io stesso sono vissuto in simulacri di senso. Non si può vivere senza farlo. Ma chi agisce credere implicitamente che le sue azioni abbiano senso; altrimenti non si darebbe da fare. La mia esistenza quale essere vivente è in contraddizione con le mie idee. Essendo vivo faccio quello che fanno i vivi, ma non credo in ciò che faccio, eppure un po' ci credo, nonostante tutto; è questa, suppergiù, la mia posizione.
La gente non riesce a credere che la storia non abbia un senso. La storia ha un corso, ma non un senso. Tutta la storia universale è così: ogni civiltà a un dato momento è matura per scomparire. Ci si chiede allora che senso abbia questo sviluppo. Ma non c'è senso, c'è sviluppo... Ci si prodiga, si fa qualche cosa, e poi si scompare [...] La negazione (nel senso) della storia e in ultima analisi la filosofia indiana: l'azione considerata insignificante, inutile.
Ciò che conta è soltanto la sospensione del tempo... è infatti, se si riflette sulle cose, si dovrebbe smettere di agire, di muoversi... buttarsi per terra e piangere
- Non aver realizzato nulla, e morire sfiniti.
IL LATO OSCURO DEL TIBET
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Fonte http://it.paperblog.com/dalai-lama-un-altro-mito-della-cia-180522/
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[...] il Buddhismo tibetano in generale, ma anche altre correnti buddiste, si sono spesso concretizzate in teocrazie oppressive che hanno schiavizzato, sfruttato e abusato della gran massa della popolazione.
In questo video sotto sono mostrate le foto della vecchia classe dominante tibetana:
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in quest'altro sotto invece sono mostrate le foto della classe lavoratrice, o meglio degli schiavi del vecchio Tibet:
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Quest'altro video ritrae la miserabile vita dei servi tibetani:
Sapete cosa sono questi? Queste sono le pelli del popolo tibetano! Il Dalai Lama utilizzava pelli umane per eseguire alcune cerimonie buddiste. I padroni di schiavi uccidevano i loro schiavi e tiravano via le loro pelli. In questa foto, ovviamente, la sinistra e la destra sono pelli di bambini, mentre quella centrale appartiene ad uno schiavo adulto. I padroni di schiavi erano disposti a fornire pelli umane al Dalai Lama, perchè credevano così di essere benedetti dal Dalai in accordo al buddismo tibetano
La terza immagine mostra uno schiavo le cui braccia sono state tagliate via. Quando i Dalai governavano il Tibet, le ossa umane erano trasformate in strumenti religiosi. La cosa più crudele è che i proprietari di schiavi tagliavano braccia e gambe dagli schivi tibetani che erano ancora vivi
Questa bambina morì di fame. I padroni di schiavi hanno cibo sufficiente e intenzionalmente lasciano morire di fame la schiava femmina, perché vogliono usare il suo cuore, fegato e altri organi per sacrifici. Inoltre la testa sarà trasformata in un contenitore di bevande
Sapete quanti anni aveva la schiava quando è stata scattata questa foto? La maggior parte di voi penserà che la donna avrà oltre i 60 anni. Ma questa schiava, Jiyang, aveva 35 anni quando fu scattata la foto. Senza dubbio fu la vita da schiava che portò questa donna a tale stato terribile
Ma queste notizie, nei salottini chic, new age e alternativi nostrani, non vengono certo divulgate. Le filosofie orientali alla maniera "occidentale" sono state opportunamente "depurate" della loro parte più scandalosa; così sono diventate un moda da sbandierare, una spilletta da mettere in bella mostra, un'appendice narcisistica per far vedere quanto si è più elevati e spirituali di altri. Tutto ciò si inserisce all'interno del movimento New Age che, come sappiamo, ha l'obiettivo di mutare la cultura e i valori, al fine di arrivare ad una Religione Unica Globale, che sarà il cemento per il Nuovo Ordine Mondiale, al pari di come il Cristianesimo diventò il cemento culturale per l'Impero Romano, specialmente dopo il Concilio di Nicea del 325 d.c .
Ovviamente, quando si critica il Tibet e il Dalai Lama, la pubblica disinformazione che ragiona per falsi opposti, crede che si stia dalla parte della Cina, in tutto e per tutto, oppure si è fondamentalisti Cristiani o peggio intolleranti religiosi; questa è una tecnica per dividere l'opinione pubblica sui fatti scomodi, per cui se non sei con noi allora sei con il nemico. Sappiamo benissimo, ad esempio, che tipo di regime turbocapitalista schiavista sia la Cina moderna, per non parlare dell'opprimente antico regime di Mao. E' una tecnica ormai stranota; ad esempio se denunci il Signoraggio sei un nazi-fascista, solo perché dei gruppi estremisti hanno preso tale tema come il loro cavallo di battaglia, magari presentando anche studi documentati; se denunci i crimini della psichiatria allora sei un fondamentalista di Scientology, solo perché questa setta, attraverso il canale del CCDU, ha scelto di denunciare tali crimini, magari presentando anche studi documentati. Quella di dare in pasto a gruppi "impresentabili" le scomode verità che il sistema vuole occultare, è una delle tecniche più efficaci per il discredito totale di tali questioni. Per quanto riguarda l'accusa di intolleranza religiosa, la questione è davvero manipolatoria, infatti è la stessa mentalità che condanna come Antiamericani tutti coloro che denunciano i crimini dei vari governi degli Stati Uniti nel mondo da più di 60 anni. Allo stesso modo dovremmo essere etichettati come intolleranti religiosi se denunciamo i gravi crimini della teocrazia tibetana; insomma, dovremmo 'tollerare' tali crimini! Chi ragiona per dati di fatto la vede in un'altra maniera.
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La maggior parte della sua critica al buddismo è finalizzata al Dalai Lama e alla teocrazia feudale del vecchio Tibet. Di seguito sono riportati alcuni estratti del libro:
UN AFORISMA DI NIETZSCHE CONTRO IL FASCISMO ONTOLOGICO
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autore: Diogene senza l'anima?
fonte: http://de-crea-zione.blogspot.it/2013/02/un-aforisma-di-nietzsche-contro-il.html
"Solo quando l'uomo si distoglierà da sè stesso, salterà al di là della sua stessa ombra e, davvero, nel suo sole." (F. Nietzsche)
Un frammento mi pare quasi induista.
Non certo in un senso dogmatico-religioso-moralistico sicuramente, ma un invito al superamento dell'ego e dei suoi attaccamenti in un senso più viscerale, radicale, ontologico.
Un'esortazione al superamento di quello che io chiamerei fascismo ontologico.
Come già accennato nel post contro il fascismo musicale, fascismo non è solo un'ideologia politica ben determinata, autoritaria e violenta. Fascismo è anche l'impostazione filosofica, ideologica di tutta la nostra maniera di pensare, di essere.
Definisco fascismo ontologico tutta l'impostazione di pensiero fondata sul principio di non-contraddizione, che da Aristotele ha dominato la filosofia e il pensiero occidentali, e che forse non è stato ancora superato, nonostante le innumerevoli critiche a questo principio che a partire da Nietzsche sono state fatte da numerosissimi filosofi.
Il principio di non-contraddizione si può riassumere così: una cosa o è oppure non è in una determinata maniera. Le due cose si escludono. Oppure: una cosa o è sè stessa o è il suo contrario. O ancora: è impossibile che un cosa sia al contempo sè stessa e il suo contrario. Oppure ancora: il soggetto A ha la proprietà X, oppure non ce l'ha. O infine: A per definizione non può essere non-A. In tutti i casi in cui è vera la sentenza K, è falsa la sentenza non-K (la sua negazione) e viceversa. La sentenza K, o è vera o è falsa. La somma dei casi in cui è vera e di quelli in cui è falsa, dà la totalità dei casi, e fra i due insiemi non esistono intersezioni. L'ambito in cui questo principio è più evidentemente falso, grottesco e assurdo, è l'ambito psicologico: o sei triste, o sei allegro. O anche: o sei introverso, o sei estroverso, o sei intelligente o sei stupido, o sei forte o sei debole, o sei razionale o sei emotivo, etc...
Altri aspetti del fascismo ontologico sono: la teoria gnoseologica fondata sull'immagine dello specchio, sempre di matrice aristotelica, e il riduzionismo incasellante cartesiano che riduce tutto l'esistente a due categorie rigidamente separate e distinte: la res cogitans, o anima, e la res extensa, o materia. Il materialismo è poi un'ulteriore degradamento riduzionistico di questa teoria.
Il primo aspetto afferma che le facoltà conoscitive non fanno altro che rispecchiare oggettivamente la realtà.
Il secondo aspetto,
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CHI SI INNALZERA' SARA' ABBASSATO, CHI SI ABBASSERA' SARA' INNALZATO
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Non
chiamate nessuno sulla terra padre spirituale (...).
Non fatevi
chiamare maestri (...).
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi
invece si innalzerà sarà abbassato, e chi si abbasserà sarà innalzato".
Matteo 23, 8-12
I potenti non possono dominarti, "Solo Se Tu..."
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[Il mio segreto per mantere calma e sangue freddo...] Quando incontro un st..zo che cerca di mettermi i piedi in testa, lo guardo dritto negli occhi cosicché la mia reazione è dettata da un solo motto: "ME NE STRAFOTTO del tuo delirio di onnipotenza" (Rocco Barbaro)
Qual è il pane quotidiano dei tuoi Oppressori?
La tua incessante Paura irrazionale
Qual è il nutrimento dei Potenti?
La tua paura di "Perdere", di essere "privato" di qualcosa (che in realtà è inviolabile ed è sempre stato tuo).
Il tuo crederti incapace di vivere autonomamente.
Facendo leva su queste paure ed insinuando in te timori insensati, "essi" ti hanno in pugno e hanno in pugno ciascuna generazione che soccombe, ciclo dopo ciclo, ai loro ricatti.
Tuttavia c'è un modo per far sentire IMPOTENTI questi palloni gonfiati...
I potenti (o meglio "quelli che tu credi potenti" e le loro controfigure) non possono dominarti "Se Tu":
- Ti accorgi di essere già in possesso di tutto quello che serve alla tua evoluzione
- Comprendi di non aver bisogno delle "loro" caramelle (tutto ciò che ti propinano l'ultima moda, la pubblicità, il marketing, i social network)
- Te ne fotti dei loro ricatti (non ti fai trascinare come un cane al guinzaglio, non ti fai sodomizzare dal pater familias, padre padrone, oggi sinonimo di capoufficio, collega, supervisore, partner, genitore tiranno, stupida pratica burocratica d'ufficio, etc...)
- In poche parole "Se" finalmente Prendi atto del TUO POTERE (che è immenso sebbene l'individuo medio non se ne accorga o lo nasconda sistematicamente) per far valere "il tuo SACROSANTO DIRITTO DI..." (Vivere, Fare nuove esperienze... e quindi di Essere un essere umano)
P.s.
Inoltre, nel momento in cui tu manifesti questa nuova attitudine, è come se dicessi al potente "da te non voglio più niente, non puoi privarmi di nulla perché io NON MI ATTACCO PIU' ai tuoi specchietti per le alloddole e non grufolo più il tuo mangime contaminato -... egli non potrà più esercitare la sua autorità, proprio perché NON HA PIU' PRESA SU DI TE... lo lasci andare al suo maniacale destino.
RIFLESSIONI DI ALBERT EINSTEIN
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La convinzione è una buona molla, ma un cattivo giudice
Voglio conoscere i pensieri di Dio... tutto il resto è irrilevante.
La logica vi porterà da A a B. L'immaginazione vi porterà dappertutto
PER ESSERE UN MEMBRO DI UNA MOLTITUDINE DI PECORE BISOGNA ANZITUTTO ESSERE UNA PECORA
sono le nostre percezioni e concezioni che determinano le nostre osservazioni
I concetti della fisica sono libere creazioni dello spirito umano, e non sono, nonostante le apparenze, determinati unicamente dal mondo esterno.
"Non sono più intelligente degli altri, semplicemente mi fermo a ragionare (riflettere) sui problemi più a lungo"
I grandi spiriti hanno sempre incontrato violenta opposizione da parte delle menti mediocri
La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso.
Per perdere la testa, bisogna averne una!
Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.
"Chiunque si accinga ad eleggere se stesso a giudice del vero e della conoscenza, naufraga sotto le risate degli Dei."
«La più bella esperienza che si possa fare è quella del misterioso. È questa la vera sorgente d'ogni arte e d'ogni scienza»
L'immaginazione (visualizzazione) è tutto. E' l'anteprima delle attrazioni che la vita ci riserva.
L'importante è non smettere di fare domande.
La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.
Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile.
ciò che noi sappiamo sono gocce..
ciò che non sappiamo sono oceani..
Una nuova transizione, I nuovi assunti!
Pubblicato da
ANIM ALIB
a
20:43
;
Fonte: http://matrixunaparabolamoderna.blogspot.it/2013/04/una-nuova-transizione-i-nuovi-assunti.html
Postat da Rocco BRuno
Attuale
Sistema di Convinzioni
VECCHI ASSUNTI |
Un
nuovo Paradigma
NUOVI ASSUNTI |
E’
bene fare piani e programmare (falso!)
è
convinzione comune che la vita debba essere ben programmata:
studi, prospettive di carriera, agenda degli
appuntamenti, (falso!) …
essi sono tutti figli di questa idea. Ogni appuntamento che
fissiamo, ogni incontro rafforza solo la nostra illusione, il
nostro bisogno di crederci vivi: impegnare la vita serve a
confermare le idee di questo sistema. Prima in assoluto tra tutte
è quella certa idea di credere di poter pianificare qualcosa.
Pianificare
e crederci significa automaticamente seppellirsi da
soli. Preoccuparsi, pianificare,immaginare
negativamente,
dimenticare se stessi e lo scopo, il motivo che ci ha portato alla
ricerca, al cammino della conoscenza di sé, sono aspetti della
pianificazione. L’uomo pianifica perché ha paura, attraverso la
pianificazione pensa di scongiurare gli “imprevisti”,
e questo ci dà l’illusione di poter controllare gli eventi.
La
vita ci accade e noi ne subiamo le conseguenze. Intenti a
programmare non ci siamo accorti cosa stava accadendo. L’uomo
dovrebbe imparare ed “addestrarsi” alla momentaneità.
|
La
momentaneità:
la
vera pianificazione è questo “istante”, è nell’istante; le
decisioni sono frutto dell’attimo, l’istante è l’eternità,
solo nell’istante esistono tutte le soluzioni; le soluzioni non
possono essere trovate, le soluzioni sono, per questo che solo
nell’istante esiste la pianificazione. Tutto è a nostra
disposizione quando impariamo a vivere l’attimo nella sua
totalità. Le “vere” decisioni sono frutto dell’istante. Il
“guerriero” si addestra ad “essere presente”, fino a quel
momento egli non sa, non agisce fino a quando l’istante non
dischiude la sua eternità; solo allora il guerriero saprà ciò
che deve sapere; essere presenti a noi stessi permette a
“qualcosa” d’altro di esprimersi; la VOLONTA’ emerge
dall’istante.
La
vita ci accade e noi ne siamo partecipi, liberi da preconcetti e
pregiudizi, ci muoviamo nell’immediatezza delle circostante.
Stati e circostanze sono tutt’uno. Essere presenti è una
“pianificazione verticale”, è l’abbandono totale
all’”essere”:
“sia
fatta la tua volontà”,
anzi “la
tua volontà così è fatta”!
Nulla a che vedere con l’”immobilismo”
o il “fatalismo”;
“fare” è “essere”; l’azione sta nella presenza, sta
nell’”essere” presenti, “essere presenti” per noi
equivale a promuovere, conseguire e mantenere “Presenza”.
“Fare”
è non pianificare.
|
Gli
altri vanno controllati, ci vuole educazione, ci vuole rispetto.
(falso!)
|
Ognuno
si esprime come sente e crede, gli altri non sono un problema per
me, ciò che ognuno fa risponde alla vita non a me; ci vuole
“autenticità” e l’“autentico” rispetto. Il rispetto è
verso se stessi, è l’amore che siamo in grado di esprimere
verso di noi, è la capacità di comprensione e la capacità e di
sentire di “essere”. Il rispetto è amarsi dentro.
|
Gli
eventi causano gli stati (falso!)
maledico
la vita, gli eventi e gli altri. (errore!)
|
Gli
stati causano gli eventi:
mea
culpa,
gli eventi e gli altri sono attirati nella vita dai miei stati
interni; imparo a perdonarmi. Le persone reagiscono ai miei
comportamenti che sono determinati dai miei “stati” (emotivi).
|
La
vita è la causa della nostra sofferenza (falso!)
|
La
vita è l’effetto del mio livello d’essere, del mio grado di
responsabilità.
|
La
vita è la causa e l’uomo l’effetto (falso!)
|
L’uomo
è la causa e la sua vita l’effetto della sua volontà di
esistere. Poi discende in questo mondo nasce, prova paura e se ne
dimentica.
|
Il
mondo è un luogo ostile
(falso!)
Anche
se l’uomo ordinario si sente costantemente sotto minaccia ed ha
sempre paura di qualcuno o qualcosa, in realtà non c’è nulla e
nessuno che possa nuocergli, non ci sono circostante negative o
persone che possano causarci danno, o
nulla di cui temere, se non di noi stessi; ci sono di fatto solo:
atteggiamenti
negativi, idee
distruttive, convinzioni
malsane
di infelicità e catastrofe.
Il
mondo è la proiezione, la materializzazione del nostro ‘sogno’
o dei nostri ‘incubi’. L’uomo è come un essere infelice,
che circondato dalla perfezione e da ogni abbondanza, guarda il
mondo con gli occhi di una rana e si lamenta di ciò che vede.
|
Il
mondo è così,
perché
tu sei così:
abbiamo
paura di tutto. Prima ho paura e poi scelgo di cosa. L’Eroe è
l’uomo in assenza di paura, in assenza di queste costanti
piccole morti interne. Eroe viene da Eros, amore da a-mors.
Integrasi
con questa meravigliosa forza ci permette di iniziare un processo
che sfocia nell’emersione da una visione catastrofista e
rovesciata del mondo. Serve una rinascita ad una nuova concezione
del mondo, di noi stessi e della vita, di un nuovo sentimento o
“sentire” o “percepire” che è quello che ci fa intuire
che c’è molto di più nella nostra esistenza, questo sentimento
è l’a-more. E’ ciò che emerge in noi quando siamo in assenza
di dialogo ed in assenza di “odio”.
|
Gli altri sono la causa delle nostre infelicità (falso!) |
La
considerazione interna ed esterna è la causa della mia infelicità
e sofferenza.
Il
bisogno di considerazione limita la manifestazione della mia
spontaneità. |
Gli
altri deludono continuamente le mie aspettative.(falso!)
|
Avere
aspettative causa sofferenza. L’egoismo ed il controllo creano
aspettativa sugli altri. Sono deludente, irrispettoso ed egoista a
pretendere attenzione, atteggiamenti e cose dagli altri. Gli altri
non mi devono nulla ed io non gli esigo e non posso e non ho
diritto di esigergli nulla.
|
Sono una vittima delle circostanze e dei comportamenti altrui. Le persone mi mancano di rispetto. (falso!) |
La
vittima è sempre il colpevole. La mancanza di rispetto negli
altri è dovuta alla mancanza di rispetto che noi stessi abbiamo
di noi stessi, gli altri ci mostrano solo la nostra manchevolezza.
|
Le persone generano conflitto
(falso!)
|
La
presenza di un dato conflitto è
la ragione della presenza di date persone nella
nostra vita! E’ la nostra psicologia ad essere conflittuale e
non il contrario.
|
La
vita è ostile, il corpo è cagionevole. (falso!)
|
La
vita è potentissima e il corpo è indistruttibile.
|
La
morte è inevitabile (falso!)
questa
idea è la madre di tutte le paure. La morte mette al riparo
l’uomo ordinario dallo “sconcerto
dell’infinito”.
Dietro
ogni pensiero
distruttivo c’è
l’idea inevitabile della morte;
pensieri
distruttivi sono
ciò che sta dietro ad ogni dolore, dubbio, paura,
incertezza,
stati negativi, etc…
I pensieri
distruttivi sono
quelli che ci fanno arrendere prima ancora di iniziare un impresa
crediamo all’inevitabile senza nemmeno provarci a fare qualcosa.
Trascorrendo
il resto del tempo a trovare le prove per giustificare
non
solo il nostro fallimento, ma la veridicità del fatto che
l’impresa era impossibile,
e che quindi il fallimento era
inevitabile.
Sappi
inoltre che la paura della morte si imprime artificialmente dentro
di noi al momento della nascita, questo perché la prima
sensazione che proviamo è di soffocare e
di venire sopraffatti.
|
La
morte è “immorale”.
La morte è una fuga, è il mezzo per sfuggire all’”eternità”.
La
rivoluzione della Coscienza è la conquista dell’immortalità.
A-mors,
a (assenza) mors (morte), a-mors significa immortale, eterno; la
paura equivale ad avere “morte dentro”, chi non ha morte
dentro non può incontrarla. Elimina
ogni pensiero distruttivo, individuato. Accorgiti come agisce,
cosa cerca, come si nasconde, dietro quale tipo di giustificazione
ed accetta l’ipotesi di smettere di: giustificarti, lamentarti,
correggere gli altri, giudicare, remare contro, corrompere,
pensare che le cose sia impossibili!
NULLA
è IMPOSSIBILE su questo piano e in tutti gli altri piani, questo
piano di realtà è il riflesso di un mondo più sottile,
invisibile: visibilia
ex invisibilibus.
Il
mondo invisibile è il mondo di tutte le “possibilità” è il
mondo dell’eternità, è il mondo della creazione, è il piano
della Talità, il nostro unico vero compito (oggi) è portare
questo mondo qui nel mondo visibile, anzi in realtà è accorgerci
che già lo stiamo facendo, perché ciò che è visibile ed accade
all’intera umanità, proviene dalle sue idee, proviene dal mondo
delle sue credenze: credere
è vedere.
Purifica i tuoi pensieri, purifica le tue emozioni, purifica la
tua mente, purifica la tua psicologia e tutto di questo nuovo
paradigma può realizzarsi.
Non
pensarlo,convincitene!
|
Vedere
per credere. (falso!)
|
Credere
è vedere!
Quello in cui credo si realizza, quindi vedo.
|
La
rivoluzione è nel mondo,
(falso!)
|
La
rivoluzione è individuale ed intima.
|
Tu
sei solo il tuo corpo,
una serie di processi biologici. Tutto ciò che sperimenti è
frutto del caso e dei tuoi processi biologici e della genetica.
(falso!)
Il
Dna non domina la vita, ma la mente (epigenetica); e la mente non
è il centro intellettuale, la “mente” è la modalità con cui
siamo stati educati a dare forma alle cose, alle persone,
circostanze, è il mondo che ci è stato messo davanti agli occhi
per impedirci di conoscere il nostro autentico potenziale. La
MENTE è un apparato artificiale, formatore.
Un
surrogato del vero centro intellettuale, sviluppatosi a causa
della prima educazione dei cattivi esempi e idee sbagliate, ovvero
tutto quel complesso di credenze che fanno parte della verità
degli uomini ordinari. Il pensare per associazioni, ovvero,
il pensiero
associativo è
ancora un altra conseguenza, o funzionamento alterato delle
qualità “intellettive”.
Rimuovere
le idee false dalla nostra testa significa armonizzare il centro
intellettuale e condurlo: metterlo nelle condizioni di ricevere il
flusso potentissimo dell’energia del pensiero. Rimuovere le idee
confusionarie e fallimentari significa imparare a trasformare le
impressioni che diventano cibo per la nostra “presenza”. Solo
un centro libero dalla mente fa emergere la volontà e la
comprensione. L’uomo libero dall’idea del fallimento è un
uomo od una donna in grado di comprendere la vita e riportare
integrità, unità in sé.
Uni-verso
= verso l’uno.
|
La
tua presenza, ciò che tu sei e sperimenti è fatta di pensieri,
emozioni, volontà e di un corpo energetico-planetario. I
pensieri, le emozioni e la volontà influenzano questo corpo, ne
influenzano i processi biologici e la genetica (il DNA, i geni si
mettono in movimento su un ordine che proviene dai mondi interni
di un individuo, dai sui pensieri e dalle sue emozioni).
Pensiero,
emozioni e sensazioni attraversano il corpo, ma non sono del
corpo. Pensieri
distruttivi ed emozioni
negative sono
la causa di un avvelenamento costante del corpo planetario.
L’indulgere in emozioni
negative e
in pensieri
distruttivi è
la causa dei nostri problemi.
SII
VIGILE! E’ bene essere “vigili” e non permettere
internamente neppure un atomo di dolore; usa qualsiasi mezzo
(trasmutazione, respirazione, meditazione, esercizi, preghiere,
rituali, teurgia) per chiudere all’istante ognuna di queste
potenziali ferite mortali, non indugiare in queste 2 cose:
Pensieri
Distrutti ed emozioni
negative.
Non
pensare di riuscirci, convincitene, convinciti che in generale
l’emozione che stai provando se è negativa a nulla vale ed a
nulla ti serve, comprendi che ti sta avvelenando ed abbandona di
fatto ogni suo pensiero, NON INDULGERE!
Come
il pugile nel ring: “tirati fuori dall’angolo, abbandona
le tue ragioni,
esci prima di prendere altre botte”!”. Le
tue ragioni sono viziate dai tuoi pensieri e dal tuo stato
d’animo, cerca di riportarti in quota, alzati!
|
Sei
sbagliato, non vali nulla, non puoi farcela, è
impossibile! (falso!)
|
Ehie
Asher Ehie = IO
SONO QUEL CHE SONO, e quel che io sono, sono. Non c’è
fallimento in me, non c’è nulla di sbagliato, c’è solo la
ricerca della verità, il bisogno di integrità e la volontà di
realizzarla. E’ importante rimuovere dalla nostra vita
l’attitudine a giudicare, peggio se è “mal giudicarsi”.
|
Mal
comune mezzo gaudio
(falso!)
Godere
del fatto che ci possa andare storta in compagnia è un altro modo
per giustificare la nostra irresponsabilità. Siccome abbiamo
creduto che è “impossibile”, questa idea ci consola e fa da
ammortizzatore ai nostri fallimenti annunciati.
Annunciati
perché con le idee che abbiamo non possiamo che confermare
l’impossibilità di realizzare qualsiasi scopo; giriamo in
tondo, cercando tutto il tempo, dandoci da fare per poi poter
dire: “non mi è stato possibile farlo”.
Cerchiamo
continuamente una giustificazione. “Mal
comune mezzo gaudio”
equivale ad una resa senza condizioni e senza lotta, equivale a
fallire realmente il nostro intento; equivale a mollare la spugna.
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Non
c’è un mal comune, di comune c’è solo in sonno della
coscienza. Il mal comune è il paese dei balocchi, ci
deresponsabilizza e ci fa dimenticare lo scopo.
E’
bene imparare a mantenere viva l’urgenza esoterica, il bisogno
di integrità e di autorealizzazione, non dobbiamo permettere a
nulla ed a nessuno di distrarci, di raffreddarci; non dobbiamo,
mai, dimenticare, dobbiamo RI-CORDARE continuamente il nostro
“ESSERE”.
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Devo
correggermi! Devo essere perfetto”!
Non
posso sbagliare! Non valgo abbastanza, non posso altro che “fare”
per poi auto-commiserarmi. (falso!)
autocommiserarsi
equivale ad deresponsabilizzarsi.
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Quando
mi osservo, quando mi auto-osservo tutto quello che è “giusto”
comincia ad accadere, tutto ciò che è inutile, superfluo,
e persino dannoso inizia
a dissolversi. La comprensione viene dal “presente”, il
“presente” è la forza conciliante, la “coscienza” non è
di questo piano di manifestazione. Osservarsi significa essere
presenti a sé stessi, rendersi conto; ne più ne meno che
rendersi conto; rendersi conto dei nostri processi, dei nostri
pensieri, delle nostre emozioni, della nostra condizione umana.
Siamo
disposti ad accettare l’idea che l’essere umano è uno
schiavo, ma poi, quando lo sperimentiamo, e ci rendiamo conto
della condizione in cui versiamo, giudichiamo e cerchiamo di
chiudere “la bocca” alla verità che stiamo osservando.
“Essere presenti” è l’unica vera azione possibile a questo
livello di responsabilità.
Il
Cristo è l’individuo che si fa carico dei suoi processi
interni, dei processi di cambiamento, osserva, si auto-osserva, in
silenzio riceve le frustate dalla visione perché sa che solo
osservando, “qualcosa” d’altro inizia a farsi presente nella
sua vita. Il Cristo è la persona che ha iniziato a “convincersi”.
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Avere
per essere!
Devi
dare tutto, devi darmi tutto, anche la tua vita, devi lavorare
fino a 12 ore al giorno, senza sosta, anche il sabato e la
domenica se necessario. Il lavoro ti nobilita! Riempie le tue
tasche di cibo per te e per la tua famiglia. (falso!)
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Essere
per avere!
“Devi
dare tutto, devi dare tutto per un solo mio bacio!”
– queste frasi sono di un antico rituale che significano che
dobbiamo dare tutto noi stessi allo sviluppo ed il risveglio
interiore, dobbiamo dare tutto per un solo bacio della sapienza,
della conoscenza interiore di ciò che siamo e cosa possiamo
diventare.
Il
denaro non è la soluzione ai nostri problemi, “Essere” è la
soluzione. ESSERE per FARE e per poi AVERE, infine.
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Il
lavoro nobilita l’uomo
(falso!)
Di
cosa abbiamo paura? Di diventare poveri? Di essere abbandonati? Di
ammalarci? Di perdere una proprietà o il lavoro? Di cosa?
Qualunque
sia la paura di un uomo o di una donna, essa si materializza in
eventi che egli dovrà incontrare sulla sua strada per rendersi
libero della schiavitù che volente o nolente ha accondisceso
operasse su di lui.
La
libertà interiore nobilita l’uomo ed è la sua autentica
aspirazione: “quando capisci come è il gioco,
non ci vuoi e puoi più stare!!!”.
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Il
lavoro è schiavitù
Il
lavoro è dipendenza, è schiavitù ed è una conseguenza della
perdita di dignità,
è una conseguenza di un degrado interiore, di una mancanza di
attenzione, di una disattenzione alla vita e verso sé stessi, di
una cristallizzata abitudine a de-responsabilizzarsi.
Dipendere è
l’effetto di una mente resa schiava dal timore immaginario di
rimanere senza (di qualsiasi tipo di) nutrimento o sussistenza.
Il
“lavoro”
è solo quello su se stessi atto a conseguire un autentica
indipendenza; è in questo che sta la vera nobiltà del
lavoro, nel rendersi liberi, uscendo dai sistemi del mondo,
liberandoci dalla paura, interrompendo il nutrimento di certi
timori che ci impediscono di usare i sistemi senza farci usare. I
sistemi del mondo sono le migliori circostanze
per indurci a cercare la libertà; chi resta imbrigliato in esso è
di fatto vittima della sua stessa paura, della
pigrizia, della vita
comoda, e
dagli attaccamenti.
L’uomo si è arreso alla sua stessa schiavitù, l’uomo che
accetta la dipendenza dai sistemi del mondo si è venduto per un
tozzo di pane ed un letto.
Usare
i sistemi invece che esserne schiavi, questa è l’autentica
indipendenza. Per farlo abbiamo bisogno di compiere un
“lavoro” preparatorio,
di eliminazione sistematica di tutte le idee contorte e distorte
che il mondo ci ha regalato. La sola vera disciplina è: liberarsi
dall’inferno interiore, dall’odio, dai pensieri distruttivi e
dalle false credenze.
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