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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

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Uno più uno non fa due

  1 + 1 ≠ 2 Scontato? Non direi. Nel mondo in cui credi di vivere 1 + 1 = 2. Ovviamente parlo in termini filosofici/esoterici/esistenziali e non matematici. L'uno più uno è qui sinonimo di singolo evento quotidiano: l'uomo comune parte quasi sempre da una convinzione (preconfezionata) secondo cui un particolare evento sommato ad un altro evento porterà (senza ombra di dubbio) a un evento scontato, perché tanto - egli crede - "1 + 1 fa sempre due". Certo si tratta di processi euristici, convenienti, comodi... forse troppo comodi e poco convenienti. Per molte persone il mettere in discussione 1 + 1, o incuriosirsi sul suo effettivo significato, sembra scomodo o sconveniente. Potrebbero scoprire che ciò in cui hanno creduto non era vero o era solo una finzione, un'illusione, un gioco di prestigio, una simulazione, una sceneggiata o un’astuta convenzione. Potrebbero scoprire non solo che il loro mondo (il loro universo, la loro storia, il loro passato e il presente) n

Se devi fare del bene fallo per bene.

Mentre comunichi prova a farlo per massimizzare il giovamento di chiunque, non solo personale. Che si tratti di un pensiero, una parola, un gesto, un rituale, un sogno, un'emozione, chiediti se è massimamente benefico, salutare, generoso. Se lo è, allora ne beneficerai non solo tu ma anche chi ti sta attorno. Fallo come forma di stretching mentale, esperimento sociale o semplice passatempo. Attieniti a semplici parametri: benevolenza, integrazione, bontà, espansione, comprensione. Comincia subito. Prima di fare la prossima azione, chiediti se tale azione apporta autentico sollievo. Prima del prossimo ragionamento o prima di pronunciare la prossima parola, chiediti se apporta spensieratezza. Prima della prossima reazione o della prossima emozione, chiediti se favorisce la benevolenza o la malevolenza. Chiediti se ciò che dici, pensi, comunichi, esprimi (anche con un semplice sguardo) è finalizzato ad espandere la comprensione; a integrare o a disintegrare (ciò che di solito rifiuti

Se la caduta sta accadendo, lasciala accadere...

Questo non vuole essere un discorso contro la compassione, l’altruismo, l’amicizia, ma vuole essere un piccolo schiaffo all’ego di turno, alla parte di noi che vorrebbe salvare tutti, cambiare il mondo, aiutare gli altri (modificando il loro carattere, le loro inclinazioni, il loro modo di pensare, di percepire e di fare). Spesso – senza accorgercene – crediamo e cerchiamo di aiutare il prossimo mediante iniziative prettamente egoistiche, che ai nostri occhi sembrano filantropiche, utili o addirittura necessarie – atteggiandoci inconsciamente come quelli che per aiutare l’umanità vorrebbero modificare il dna delle persone. Ci sono eccezioni, ovviamente, ma tante volte si abusa del proprio potere e si priva qualcun altro di fare l’esperienza che deve fare in quel momento: c’è chi viene fatto cadere di proposito e dovrebbe essere aiutato a rialzarsi, poi c’è chi deve cadere per natura (così da imparare a non inciampare ancora in quel modo), e c’è addirittura chi vuole cadere deliberatame

Accetta consigli sulla vita solo da chi è riuscito a finirla...

  Non accettare i consigli dell’uomo comune. Non accettare indicazioni da chi non ha veramente vissuto niente. E uno che non sta veramente vivendo, o che finge di vivere, è un morto vivente. Non confondere il morto vivente con il morto in vita (essere auto-liberato). Il morto vivente è l’uomo comune, è la condizione della coscienza addormentata, incantata, incatenata alle apparenze esterne. Il morto in vita è qualcuno che la vita non solo l’ha vissuta pienamente, fino in fondo, ma è anche riuscito a farla finita. Il morto in vita è un autorealizzato, in India si chiama liberato in vita, qualcuno che si è affrancato dall’opprimente rete percettiva in cui rimane impigliato l’essere umano. E vista la sua condizione di affrancamento, o comunque di disinteresse verso il proprio ego, è preferibile ricevere consigli dai morti in vita. Le testimonianze dei morti in vita non mancano; se leggi qualche loro autobiografia ti puoi rendere conto che condividono lo stesso messaggio di fondo. Per spie

Ricordati di dimenticare

Non fidarti dei tuoi ricordi.  Tutti i ricordi sono falsi ricordi - o meglio false esperienze. L'uomo comune crede che un ricordo corrisponda all'esperienza ricordata, ma un ricordo è sempre falso perché si tratta di una rappresentazione di un'esperienza e non della sua copia esatta. Tutto ciò che credi di ricordare con estrema precisione è un falso ricordo, un prodotto virtuale, una simulazione, una manipolazione psico-emotiva. Forse può sembrare una brutta notizia, eppure non è così. Se tieni conto che la mente viene oberata da pesanti contenuti emotivamente debilitanti, allora il riconoscimento del falso ricordo è un'ottima notizia: ti abilita a  prendere le distanze dalla tua presunta storia personale,  a tagliare la corda dal passato, scordarti di ciò che non merita più la tua attenzione. Se vuoi ricordarti di qualcosa allora ricordati di dimenticare . La cosa più importante non è ricordare ma dimenticare. Impara l'arte di dimenticare ciò che la mente tende a r
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