Una buona analogia per rappresentare l'ego è quella del cagnolino. L'ego è come un minuscolo chihuahua che rompe costantemente i coglioni. L'ego abbaia sotto forma di pensieri, giudizi, ragionamenti, preoccupazioni. L'uomo comune confonde l'abbaiamento interiore dell'ego con la propria voce, i propri pensieri, i propri bisogni, la propria volontà. La prerogativa dell'ego-cagnolino, e dunque della mente ordinaria identificata con quello scassacazzo interiore, è l'incazzatura perpetua. Basta una cazzata per farlo incazzare. E in un mondo del cazzo è normale incazzarsi. Il problema è non capire che si tratta appunto di una cazzata. Esempi di cazzate per cui l'uomo (o la donna) comune s'incazza quotidianamente: la moglie battona, il marito drag queen, il figlio gender-fluid, la nipote lesbica, il vicino guardone, il Papa pedofilo, il medico ipocondriaco, e chi più ne ha più ne metta. In un mondo così come si fa a far finta di nulla? Lo sbotto di in