♥ ♥ CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO ♥ ♥ | ; Carl Gustav Jung, delineanò in uno dei suoi seminari un esercizio psicologico in cui l’uomo si immaginava capace di esternare ogni sua parte, sì da poterla considerare fuor di sé, da poterle ordinare «Pensa!» o «Sorridi!»... come un regista a una pluralità di attori. Nello stesso tempo egli cessa di essere un io che si rappresenta a se stesso, per diventare il vuoto. ... Osserva ancora Jung che altrettanto fa il tantnka, ma in piena coscienza, proiettando deliberamente ciò che sa di essere, i suoi pensieri, le sue fantasie, i suoi desideri in esseri esterni che egli osserva impassibile, senza compromissione. Opera una volontaria schizofrenia, si vede agire in queste figure, ma è interiormente svuotato. «Il lama ha una cura infinita della sua proiezione esterna, che è un’opera d’arte. Non abbiamo nulla in Occidente che possa paragonarsi a lui » ... concludeva Jung