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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

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Pronti a sfatare i falsi maestri e sfidare i parenti serpenti?

Conoscete la Bhagavad Gita? Non importa, non è fondamentale e non mi interessa. Mi serviva solo per fare il seguente paragone. A Krishna (protagonista assoluto) non fregava un cazzo di Arjuna (protagonista relativo), non si serviva di lui per interessi personali bensì lo usava solo per impartirgli una lezione impersonale, mentre l'autore Vyasa usava entrambi (Krishna e Arjuna) per insegnare qualcosa al lettore (voi). Proprio ora, mentre leggete, sta accadendo la stessa cosa. Voi siete come la versione immatura di Arjuna, quella che si rifiutava di dichiarare guerra ai parenti serpenti, mentre il sottoscritto è quel bastardo di Krishna che vi insegna che i vostri dispiaceri (e i vostri piaceri) sono un'allucinazione dopo l'altra, e l'unica via d'uscita è il potere di penetrare (vedere attraverso) quelle allucinazioni.  Ovviamente il sottoscritto si trova anche nei panni dell'autore (Vyasa), il che fa sorgere l'annosa questione "chi ha fatto chi?", m

I malfamati Malamati, gli avversari dell'avversario... i sufi che disprezzavano il loro ridicolo personaggio

Circa mille anni fa in Persia si aggirava una banda di malfamati ricercatori spirituali che seguivano "La via del Biasimo" per apparire insignificanti e degni di disprezzo agli occhi dei profani. La radice del loro nome è la parola araba malāmah (ملامة) "biasimo". I Malamatiyya credevano nel valore dell'auto-biasimo, che la carità dovesse essere una questione privata (nascere da dentro) e che la ricerca dell'autostima esteriore avrebbe portato ad attaccamenti mondani. Nascondevano la loro conoscenza esoterica e si assicuravano che i loro difetti fossero noti, ricordando agli altri la loro imperfezione. I Malamati erano ciò che oggi chiameremmo "anti-eroi" (tipo Saitama di One-Punch Man, Deadpool, Tyler di Fight Club, Robin Hood, Lupin III, Venom, V for Vendetta, Light Yagami di Deadh Note, Punisher, Batman, John Constantine, Jason Bourne, Jack Sparrow). Le storielle di Nasrudin Mulla (spesso narrate da Gurjieff, un esempio recente di malamato) sono

Più nego l'ego, più mi lego all'ego

- Tanti cacciatori spirituali, a un certo punto della loro caccia spirituale, soprattutto in periodi di magra, gettano tutte le armi (riti, mantra, asana, invocazioni), incrociano le dita e puntano tutto sulla via apofatica, giocandosi la carta della negazione o il jolly del neti neti, al fine di sbarazzarsi anche del loro stesso ego. Ma quella negazione, in quel modo, è davvero una buona giocata? No. Se nego l'ego, l'ego non scompare. Nei fatti, se nego l'ego mi lego all'ego. Ma più mi lego all'ego e più mi nego, cioè nego ciò che sono davvero. Il rimedio? Non nego l'ego, e non lo affermo neppure. Semplicemente faccio una sincera auto-indagine non in base a ciò che viene affermato o negato dall'intelletto ma in base a ciò che riconosco per davvero: e se riconosco che ci sono degli strati di egocentrismo allora li dovrò strappare via uno ad uno, farmi numerosi bagni d'umiltà, versarmi litri di  acido, senza stupidi giochetti filosofici per salvare la fac
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