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STOICISMO DI MARCO AURELIO







Scava dentro. Dentro è la fonte del bene, che sempre ha il potere di sgorgare, a condizione di scavare sempre.

Fare quotidianamente pratica allo scopo di maturare una piena liberazione dall'ordinarietà dei profani.

Passa ogni giorno come se fosse l'ultimo, non palpitare di agitazione, non stare nel torpore, non fare come se dovessi vivere 10.000 anni!  La necessità sta sospesa su di te!

Separa e allontana dalla mente tutto quello che è trascinato dal flusso vorticoso del mondo.



Guarda sempre alle cose umane come realtà effimere, vili, ieri sciocchi corpi pretenziosi, domani corpi imbalsamati o cenere.


Togli l'opinione, è tolto il " sono stato offeso"; togli il " sono stato offeso", è tolta l'offesa.

AD OGNI MOMENTO SI  E'  PIU'  VICINI  ALLA  MORTE.



E' il presente la sola realtà di cui si è destinati ad essere privati, se è vero che solo questo sia; mentre ciò che non si ha (passato, futuro) neppure si perde... Ciò che uno non ha come potrebbe essergli sottratto?

Tra le idee che più deve avere sottomano, alle quali spiegherà il tuo sguardo, ci siano queste due: l'una, che le cose non toccano l'anima, ma si trovano al di fuori di essa, sempre ferme al loro posto, mentre i turbamenti derivano unicamente dalla valutazione interiore; l'altra, che tutte queste cose che tu vedi non faranno in tempo a cambiare e non esisteranno più. E di continuo rifletti a quanti cambiamenti tu stesso hai assistito. Il cosmo è alterazione, la vita opinione.

Rivolgiti nuovamente ai principi fondamentali.

Se si togliessero di mezzo la maggior parte delle cose che diciamo e facciamo, che non sono necessarie, si avrebbe più agio e tempo e si sarebbe meno perturbati. Ne consegue che ad ogni occasione bisogna rammentare e chiedersi: non è forse questa tra le cose non necessarie?
E bisogna togliere di mezzo non solo le azioni non necessarie, ma anche le rappresentazioni; perché così neppure azioni superflue conseguiranno.

Sei una povera anima che sostiene un cadavere (Epitteto)

Un fiume di accadimenti e un flusso impetuoso è il tempo: ciascuna cosa, non appena vista, già è trascinata via, e un'altra viene trasportata che, a sua volta, è destinata a essere portata via.



Insegnaglielo, allora, mostraglielo, invece di adirarti.
Bada di non cesarizzarti, di non prenderne il colore.
Mantieniti semplice, integro, non ricercato, amico della giustizia, affettuoso, energico nel compiere le azioni che chi si addicono.
Ricorda la risolutezza ad agire secondo ragione la temperanza, La regolarità in ogni situazione, da serena placidità del volto, la dolcezza, l'assenza di vanteria, La premurosa ricerca della comprensione esatta delle cose.
Ritorna sobrio e riprenditi, desto di nuovo e consapevole dei sogni che davano inquietudine; svegliati nuovamente, osserva queste cose come osservi quelle.


Quando si rappresentano le cose come troppo degne di fiducia, si deve denunciarle, coglierne la pochezza, togliere loro la pretesa credibilità di cui vanno superbe. Terribile Mistificatrice è la vanteria, e quando pensi maggiormente di avere che fare con realtà gravi, allora soprattutto si è vittima dell'illusione.

Flussi di alterazioni rinnovano di continuo il mondo, come il moto ininterrotto del tempo rende sempre nuova la sua infinita durata. E in questo fiume che cosa si potrebbe apprezzare davvero fra quante cose scorrono via?
Come se si cominciasse ad amare un uccellino tra quelli che trapassano via svolazzando: quello già è scomparso alla vista. La vita stessa di ciascuno è qualcosa di simile ad esalazione.
Il semplice inspirare l'aria e poi restituirla, è analogo al restituire, là donde l'hai tratta originariamente, l'intera facoltà respiratoria, che ieri o l'altro ieri hai acquisito al momento di nascere.




NON CURANZA DEI MOTI DEI SENSI.


E' da folli inseguire l'impossibile. Ma è impossibile che gli stolti non agiscano in tale moto.

Il modo migliore di difendersi: non assimilarsi all'offensore.

La realtà, dominata com'è dal mutamento, è ipso facto dominata dalla morte, giacché ogni stato, ogni attimo è morte di quello precedente.

Cancella la rappresentazione, blocca l'impulso, smorza il desiderio, tieni l'egemonico in tuo potere.

BISOGNA RITENERE GODIMENTO OGNI AZIONE CHE SIA LECITO COMPIERE SECONDO LA PROPRIA NATURA (costituzione):
La mia natura deve fare la sua parte, raccordandosi così alla natura universale.

Le rappresentazioni (immagini mentali che abbiamo delle cose, compreso lo stesso egemonico) "TINGONO" l'anima tutta facendola essere di questo o quel colore: il tuo intelletto sarà tale quali sono le rappresentazioni che frequentemente sviluppi, perché l'anima è tinta dalle rappresentazioni.

Sono più gravi gli effetti dell'ira che non i suoi motivi.


I viziosi non possono non produrre vizio.
Anche tu commetti errori e sei vizioso non meno di altri.
Non puoi mai sapere se gli altri sbagliano davvero (è una questione di intime convinzioni e intenzioni)
Ci si irrita non per le azioni altrui ma per le opinioni che ne abbiamo.
La benevolenza è invitta se è genuina, non a denti stretti né simulata; il violento nuoce a se stesso.


Se ti addolori per qualche oggetto esterno, non è questo a crearti afflizione ma il tuo modo di giudicarlo.
Se è vero che le cose ci impressionano che noi lo vogliamo o no, però è in nostro potere valutare le rappresentazioni così da coglierle o rigettarle e con ciò formarsi una griglia interpretativa del reale, ovvero dei principi.


Ti procurerai la quiete se affronterai ogni azione come fosse l'ultima della vita, liberato da ogni capricciosa leggerezza e dall'emozionale deviazione dalle scelte della ragione, sgombro da ipocrisia e  scontentezza nei confronti degli eventi a te destinati.
Come se ti fosse ormai possibile uscire dalla vita, in questa prospettiva ogni cosa esegui, esprimi, pensa.


Diceva Epitteto che mentre si bacia il proprio figlioletto conviene mormorare dentro se: " domani forse morirai". Questo non è di cattivo augurio, ma sono solo parole che significano un fatto naturale.

Sarai tra breve morto e non sei ancora né semplice né imperturbabile. Come in men che non si dica sarai polvere o corpo disseccato o nome o neppure più un nome; e sarai rumore.

Le cose che più si apprezzano sono vuote, guaste, piccine, cagnetti che si mordono reciprocamente, ragazzini rissosi che ridono e subito dopo piangono. Allora che cosa ancora mi tiene qui, se gli oggetti dei sensi sono cangianti e mai stanno fermi, i sensi sono scuri e facili ad essere fuorviati da false impressioni, l'anima stessa esalazione del sangue e l'avere buona fama presso siffatti individui cosa vuota?

Riflettendo su ciascun oggetto, pensa come già si dissolve ed è mutazione, come è preda della decomposizione o della dispersione, pensa in che modo ciascuna realtà vivente è per natura portata a morire.
Questo è dunque conforme all'uomo avveduto, un atteggiamento nei confronti della morte non di chiusura né di scontro né di tracotanza, ma di attesa nella convinzione che si tratta delle funzioni della natura. Disponiti ad accogliere l'ora in cui la tua povera anima andrà fuori da questo guscio.
Si tratta di essere pronti a congedarsi dal dramma della vita, accogliendo di buon grado il volere della natura.
La vita è un punto. Una volta morti non si è più nessuno da nessuna parte; dunque Sii Libero!

La natura plasma sempre diverse realtà traendole dalla sostanza universale.

Nulla è, ma tutto diviene... L'essere in sostanza non è che mutazione (Protagora)

Nessuna cosa è per se stessa una sola e correttamente non puoi neanche dare un nome a nessuna cosa e nessuna qualità... perché niente è uno, né sostanza; ma da un mutare posto, da un muoversi, da un mescolarsi vicendevole delle cose, tutto diviene ciò che noi con un'espressione impropria affermiamo che è.

Al corpo appartengono le sensazioni, all'anima gli impulsi, alla mente i principi.

Bisogna trovare un'arte dell'assentire e, quanto all'ambito degli impulsi, mantenere viva l'attenzione, perché si realizzino con riserva; non utilizzare l'avversione per alcun oggetto che non è in nostro potere.


Gli uomini sono in disaccordo soprattutto con ciò con cui hanno di continuo consuetudine, cioè con la ragione che il tutto amministra: Le cose in cui si imbattono quotidianamente sono quelle che loro paiono estranee.
Non si deve parlare e agire come dei dormienti. Infatti anche nel sonno ci pare di agire e parlare.
Non si deve essere come figli dei propri genitori, ovvero semplicemente come abbiamo imparato dalla tradizione.

"Per via dei beni, non sa più dove poter cacare"

Poni mente a quanti fenomeni fisici e psichici in un medesimo istante avvengono contemporaneamente, in ciascuno di noi. Così non ti stupirai se fenomeni molto più numerosi, e anzi, tutti gli accadimenti si verificano contemporaneamente nell'unità onnicomprensiva che chiamiamo cosmo.

Abituati a stare attento a quanto un altro dice e, per quanto possibile, mettiti nell'anima di chi parla.

Niente di nuovo: tutto è abituale è di breve durata.

Vana ricerca di cortei solenni, drammi sulla scena, greggi, armenti, combattimenti, ossa gettate ai cani, briciole di cibo nelle vasche dei pesci, formiche in pena che reggono pesi, corse in qua e in là di topolini atterriti, bambole tirate coi fili.
Bisogna dunque resistere in mezzo costoro, senza sbuffare, mostrando benevolenza, e tuttavia capire che ognuno ha tanto valore quanto ne ha ciò a cui consacra il suo impegno.

Ogni realtà avvolta nella materia scompare in un batter d'occhio nella sostanza del tutto, ogni causa è riassorbita nella ragione universale e il ricordo di ogni cosa è seppellita nell'infinità.

L'espressione irosa del volto è contro natura. Cerca con questo stesso pensiero di capire fino in fondo che l'ira è contraria alla ragione. E quale motivazione che sarà ancora di vivere se anche la consapevolezza dello sbagliare se ne andrà via?

Non considerare le cose che non ci sono come se già ci fossero, ma scegli tra quelle presenti le più valide per te e grazie al loro rammenta come le cercheresti se non fossero presenti. Nel contempo bada, rallegrandotene in tal modo, di non abituarti a dar loro valore eccessivo, al punto di essere preda del turbamento, qualora in futuro non ci fossero più.

Accogliti in te stesso. L'egemonico razionale ha per natura la capacità di bastare a se stesso.

Cancella la rappresentazione. Ferma il tuo agire da burattino. Circoscrive il presente. Arriva a capire ciò che accade a te o a un altro. Distingui e scomponi l'oggetto in fattore causale e fattore materiale. Pensa all'ora estrema. Lascia l'errore commesso da quello, là dove l'errore sia verificato.
Pensa che chi non vuole che lo stolto agisca da tale, è simile a chi non vuole che il fico produca lattice nei suoi fichi, che i bambini non piangano, che il cavallo non nitrisca, e via di seguito...   Che cos'altro potrebbe, in effetti, succedergli con un tale abito mentale?


Renditi luminosamente lieto con la semplicità, il rispetto e l'indifferenza per ciò che sta in mezzo tra virtù e vizio.

Sulla morte: o dispersione, ci sono gli atomi; se invece c'è l'unità, o spegnimento o trasferimento.

Osserva che, come i banchi di sabbia, accumulandosi gli uni sugli altri, nascondono sempre i precedenti, così nella vita gli eventi passati sono rapidamente coperti, fino a svanire da quelli successivi chi vi si sovrappongono.

È turpe che il volto sia sottomesso e assuma atteggiamento ed espressione secondo il comando dell'intelletto, mentre questo non sappia assumere l'atteggiamento ed espressione da se stesso.

Con le cose non c'è motivo di prendersela, perché loro se ne infischiano.

Esplora il corso degli astri, quasi correndo circolarmente insieme a loro e considera di continuo i mutamenti reciproci degli elementi. Perché le rappresentazioni di queste realtà purificano dalla sporcizia della vita sulla terra.


Facendo ragionamenti sull'uomo, bisogna osservare in giù le cose terrestri come da qualche luogo alto: moltitudini, eserciti, lavori agricoli, matrimoni, divorzi, nascite, morti, chiasso di tribunali, luoghi deserti, popoli barbari di ogni tipo, feste, lamenti funebri, mercati, commistione totale e ordine armonico che viene dai contrari.


Sorte regale è fare bene e avere cattiva fama.

Unico frutto della vita sulla terra, una disposizione mentale improntata a Santità e azioni rivolte al bene della società.


Non guardare attorno agli egemonici altrui, ma guarda diritto all'obiettivo cui la natura conduce, quella universale attraverso le cose che accadono e la tua propria attraverso le azioni che devi compiere. Ognuno deve compiere le azioni che conseguono alla propria costituzione.

Come uno che è morto e che non ha vissuto fino ad ora, devi vivere come un'aggiunta il resto del tempo.



Conta quel che fai; è indifferente ciò cui si applica il tuo fare.

La natura universale ha questa attività: sposta là le cose che stanno qui, trasforma le cose, le prende da un luogo per portarle in un altro. TUTTO  E'  RIVOLGIMENTO!
Non c'è però da temere che qualcosa di nuovo emerga: tutto è consueto e sempre uguali le sue distribuzioni.

Ogni natura basta a se stessa se segue un cammino felice.
E' felice chi, nel caso delle rappresentazioni, non dà il suo assenso a ciò che è falso ed oscuro, se indirizza i suoi impulsi solo alle azioni che sono in suo potere, accoglie di buon grado tutto quanto viene assegnato dalla natura comune.

Chiunque tu incontri, dì subito preventivamente a te stesso: che principi ha costui?
Se infatti ha dei principi tali (...), non mi apparirà stupefacente né strano che poi agisca in questo modo, e ricorderò che costui è mosso da necessità ad agire così.

Cancella le rappresentazioni ripetendoti senza smettere: " ora dipende da me che in quest'anima non ci sia alcuna bramosia e agitazione; e osservando tutte le cose, quali sono realmente, sta a me avvalermi di ciascuna secondo il suo valore". Ricordati di questa facoltà che possiedi.

Passa alle famiglie e alla loro scomparsa, poi alla scomparsa di intere città, e non volgerti alla morte di un solo uomo ma, per esempio, alla fine di Pompei. Considera la famigerata iscrizione sulla tomba: ultimo della sua casata. Pensa a quanti sforzi fecero quelli prima di lui per lasciare come eredità un mucchio di ossa.

Si deve comporre la vita secondo ogni singola azione, ed essere paghi che ciascuna consegue, per quanto possibile, il risultato che le è proprio. Usando un atteggiamento di compiacente accettazione nei confronti dell'impedimento, passa con senno a quanto che si offre, e subito non si presenterà in sostituzione un'attrazione che si accorderà armonicamente con lo sforzo compositivo globale.


Prendi senza superbia, lascia senza resistenza.

Quanto è proprio della mente nessun altro è solito ostacolarlo (se non la mente stessa). Non la toccano infatti né fuoco né il ferro né il tiranno nell'insulto né alcuna altra cosa; qualora divenga sfera adamantina, nulla la perturba.

Questo tempo, si, offritelo!


Se ti addolori per qualche oggetto esterno, non è questo a crearti afflizione, ma il tuo modo di giudicarlo; se invece si crea dolore qualcosa si trova nella tua disposizione interiore, chi si impedisce di correggere il principio che la determina?

Oggi sono uscito da ogni difficoltà, o meglio ho cacciato ogni difficoltà; perché le difficoltà non erano fuori, ma dentro, nelle mie opinioni.

Tutto è ora come al tempo di quelli che abbiamo sepolto.

Per una pietra gettata in aria non è male essere trasportata in giù, come neppure un bene l'essere trasportata in su.

Entra dentro i loro egemonici e vedrai chi sono i giudici che temi e che tipo di giudici sono trattandosi anche di loro stessi.
Intorno a quali oggetti si danno da fare, quali oggetti amano e apprezzano?
Abbi l'abitudine di vedere inutile le povere anime di costoro. Quando credono di ferire col biasimo o di recare giovamento con i loro inni di lode, quanta presunzione!

La cessazione di un'azione, di un impulso, di un'opinione è un tempo di quiete e quasi morte.
Volgiti ora all'età della vita: infanzia, adolescenza, gioventù, vecchiaia; ebbene ogni loro cambiamento è morte di un'età precedente. È forse terribile?
Allo stesso modo, allora, non è terribile neppure La distruzione, la cessazione, il tempo di quiete, La trasformazione di tutta la vita.
La perdita non è altro che cambiamento.

Rivolgiti di corsa al tuo egemonico, a quello del tutto e a quello di costui: Al tuo, per renderlo giusto; a quello del tutto, per rammentarti di che cosa si parte; a quello di costui per sapere se la sua ignoranza o se, e, nel contempo, per considerare che è della tua stessa stirpe.

Hai partito infiniti fastidi per il fatto di non contentarti che il tuo egemonico facesse quelle operazioni per le quali è stato costituito. Basta così!
Hai il potere di liquidare molti problemi superflui tra quanti che affliggono, interamente dipendenti dalla tua opinione, è con ciò che le procurerai ampio spazio.
Tieni tutto il mondo raccolto nella tua mente, abbraccia col pensiero il tempo eterno, pensa al veloce mutare di ogni cosa particolare e vedi come breve tempo dalla nascita alla dissoluzione.

Qualunque cosa ti accada ti è stata preparata dal fondo del tempo.

A chi è pungolato dai veri principi basta una brevissima citazione per rammentargli il principio dell'assenza di dolore e di paura, per esempio: foglie che il vento getta a terra, così la stirpe umana.
Foglioline sono i tuoi figlioletti, questa massa che lancia grida convincenti di plauso o al contrario maledizioni con cui copertamente biasima e schernisce; tutti sono esseri che nascono nella stagione primaverile, poi il vento li butta a terra e, in seguito, il bosco altri ne genera al loro posto. A tutti è comune la brevità del tempo concesso. Ma tu fuggi insegui tutte queste cose come se fossero destinate a durare per sempre. Poco ancora, il vero, e chiuderà gli occhi e tra breve un altro piangerà quello che ha sotterrato.

Ciò che tira i fili è nascosto dentro; quello è attività vitale. Non rappresentartela mai confuse insieme al contenitore che la circonda e a questi strumenti fisici vi sono plasmati attorno. L'utilità di queste porzioni corporee, senza la causa che le muove e tiene il suo potere, non è maggiore di quella della spola per la tessitrice, della penna per chi scrive e della frusta per l'auriga.

Se agiscono rettamente, non bisogna prendersela con loro, se non direttamente, evidentemente agiscono contro il loro volere o per ignoranza.
Ritenere che non arrivino a sbagliare nei tuoi confronti è dissennato e pretesa tirannica.
Se ti astieni da certi comportamenti erronei, hai però la propensione strutturale a compierli.
Quando ti irriti molto o ti affliggi, ricorda che la vita dura un istante e che tra breve tutti saremmo distesi nella morte

  • Sorveglia le modalità alterate dell'egemonico e, quando ne sorprendi una, cancellala, facendo il seguente commento: questa immagine mentale non è necessaria, questo è solo un condizionamento sociale, questo che stai per esprimere non viene da te stesso.

Socrate chiamava Lamie, cioè mostri che spaventano i bambini, le opinioni dei più.

Ricorda costantemente qualcuno degli antichi che abbia coltivato della virtù.

Tutto è in trasformazione non verso il non essere, ma verso ciò che non c'è attualmente.

Spesso mi sono stupito di come ciascuno, pur amando se stesso più di ogni cosa, tenga in minor conto l'opinione che ha di se stesso di quella degli altri. Se dunque si avvicinasse qualcuno un dio o un maestro assennato è l'invitasse a non formulare o pensare alcunché in se stesso che non possa contemporaneamente rendere manifesto dichiarandolo pubblicamente, costui non accetterebbe neanche per un giorno. A tal punto proviamo vergogna nei confronti del prossimo, di cosa la gente penserà di noi, piuttosto che nei confronti di noi stessi.

Abituati anche in tutto ciò che disconosce come praticabile.

Guarda le cause in se stesse, nude dei loro gusci, le relazioni di riferimento alle azioni.

Nell'uso dei principi di fondo bisogna essere simili al pancraziaste, non al gladiatore. Questo infatti ora depone la spada che usa, ora la prende in mano; l'altro ha sempre il pugno e non deve fare altro che stringerlo.

Qualora i marosi ti trascinino, trascinino pure via la carne, il soffio il resto: non potranno trascinare via la mente.

La luce della lampada, finché non venga spenta, brilla è non perde il suo splendore; e invece la verità che è in te, la temperanza, si spegneranno prima?

Sappi che tra non molto non sarai più nessuno da nessuna parte né ci sarà più alcuno degli oggetti che ora guardi né alcuno degli uomini che ora vivono. Perché è ogni cosa è per natura portata a trasformarsi, a corrompersi, a volgere al termine.

La comunanza non è 
un insieme di sangue, ma di mente; nella mente di ciascuno è Dio ed è derivata da là. Niente appartiene individualmente a nessuno.
Una sola è l'anima intelligente, anch'essa dall'impressione di trovarsi divisa e circoscritta in infinite nature e realtà individuali.

La minima parte dell'infinita voragine del tempo è attribuita a ciascuno, e rapidamente svanisce nell'eterno.




Uomini all'apice di grandi carriere, poi cadaveri, leggenda, infine fumo e cenere. Com'è di poco valore ogni cosa per cui si smania.

La lode degli ignoranti è pari alla loro sapienza, quindi insignificante.

La natura universale si sfrangia in infinite nature

Prova la fatica, non come un disgraziato né volendo ricevere compassione o ammirazione.

Tre sono le componenti di cui sei formato: corpo, soffio, mente. Di queste le prime due sono tue, per quanto devi curartene; solo la terza è sovranamente tua. Perciò, qualora tu separi da te stesso, ovvero dal tuo intelletto, quanto altri fanno o dicono o quanto tu stesso hai fatto o detto o quanto appartiene al corpo o al soffio, è realtà aggiuntiva indipendente dalla tua scelta di fondo, quanto è fatto girare dal vortice che scorre esteriormente attorno a te, cosicché svincolatasi dai lacci del destino, la tua facoltà intellettiva possa vivere pura, indipendente e per conto suo. Tu separi da questo tuo egemonico quanto vi si trova allacciato per l'inclinazione passionale alle cose e dal tempo quel che sarà o quel che se ne è andato, e riesca a fare di te stesso " una sfera imperturbabile che gode della sua beata unicità", avendo cura unicamente di vivere il tempo che vidi, cioè il tempo presente.



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P.s.

nous = frammento dell'intelligenza divina

meléte tou thanatou (esercizio di morte) + mommentatio mortis (preparazione alla morte)
kanon = regola
prohairesis = scelta di fondo
metabolé - mutamento


 

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