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OSHO: La sensibilità può essere condivisa


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Ogni bambino nasce sensibile, assolutamente sensibile. Ma la società non vuole che al mondo ci siano così tante persone sensibili: vuole gente con la pelle dura! Ha bisogno di operai, richiede soldati, necessita di ogni tipo di persona coriacea, che ha messo da parte il proprio cuore. Ha bisogno di professori, di intellettuali; necessita di scienziati: sono persone che non pensano ai propri cuori, alla propria sensibilità.

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La sensibilità può essere condivisa in mille e un modo. La cosa fondamentale è l’amorevolezza, non una relazione amorosa! Semplice amorevolezza, senza alcuna condizione, senza chiedere in cambio nulla; riversare il proprio cuore sugli altri, perché straripa di sensibilità, anche su estranei.
Adesso gli scienziati affermano che è possibile dare la mano a un albero e, se sei amichevole, sentirai un’incredibile sensibilità nell’albero stesso.
Si tramandano antiche storie, incredibili… non possono essere vere, ma non si può mai dire: forse lo sono. Si dice che ovunque passasse Gautama il Buddha alberi che non avevano foglie, all’improvviso le facevano crescere, per offrirgli ombra. Quando si sedeva sotto un albero, all’improvviso sbocciavano migliaia di fiori, e iniziavano a cadere su di lui.
Potrebbe essere semplicemente simbolico, ma è anche possibile che sia reale. E quando lo dico, ho dalla mia parte le moderne ricerche scientifiche sugli alberi. Fu il primo premio Nobel dell’India, Jagdishchandra Bose a dimostrare alla comunità scientifica che gli alberi non sono morti: per questo gli fu dato il premio Nobel. Ma da allora gli sviluppi sono stati enormi, Jagdishchandra Bose sarebbe felicissimo di poter tornare e vedere ciò che gli scienziati hanno fatto.
Adesso esiste una specie di elettrocardiogramma che si attacca all’albero: se si avvicina un uomo, un amico con il cuore colmo d’amore, l’albero inizia a danzare anche se non c’è vento, e l’elettrocardiogramma è perfettamente equilibrato: il tracciato sulla carta rivela una bellezza armonica. E quando si avvicina un uomo con in mano un’ascia, con l’idea di tagliare quell’albero, anche se non gli è ancora vicino, il grafico dà in escandescenze: perde ogni simmetria, ogni armonia; impazzisce semplicemente. Qualcosa gli farà del male… è strano, perché l’albero non è stato colpito; è soltanto un’idea nella mente del taglialegna!
L’albero è addirittura così sensibile da cogliere le vostre idee. E se lo stesso uomo si presentasse con in mano un’ascia, ma senza il desiderio di tagliare l’albero, il grafico resta equilibrato: nell’albero non c’è alcuna paura, nessun nervosismo.
Inoltre, gli scienziati sono diventati consapevoli di un’altra cosa: se un albero è scosso dalla paura – non ci avevano pensato… uno scienziato ha messo alcuni elettrodi su altri alberi vicini e, quando l’albero ha iniziato a tremare di paura, anche gli altri alberi hanno partecipato! Di certo erano vecchi amici: cresciuti nello stesso bosco, sicuramente hanno condiviso tra loro l’amore, devono aver vissuto amichevolmente… anche loro reagiscono immediatamente!
L’intera esistenza è colma di sensibilità, e l’uomo è il prodotto più elevato di questa esistenza; naturalmente, il tuo cuore, il tuo essere, è pronto a riversarsi. Tu hai nascosto, represso quella sensibilità: i tuoi genitori e i tuoi insegnanti ti hanno detto di essere un duro, di essere forte, perché questo è un mondo in cui si deve lottare. Se non sei in grado di lottare e di competere resterai un nessuno.
Quindi, solo alcune persone come i poeti, i pittori, i musicisti, gli scultori, che non sono più parte del mondo della competizione, che non sperano di accumulare miliardi di dollari, sono le uniche persone che conservano qualche traccia di sensibilità.
Ma chi medita è sulla via di essere un mistico: diventerà sempre più sensibile. E più condividi la tua sensibilità, il tuo amore, la tua amichevolezza, la tua compassione, più ti avvicinerai alla meta di essere un mistico.

“Il mio povero marito” sospira la signora Ginsberg rivolta al suo psichiatra, tirandosi dietro il marito “è convinto di essere un parchimetro!”
L’analista osserva l’uomo silenzioso e remissivo e chiede: “Perché non dice qualcosa lui? Non può parlare?”
“Come potrebbe” replica la signora Ginsberg, “con tutte quelle monete in bocca?”

Nella mia visione, un sannaysin è colui che fa ogni sforzo per liberarsi dalla follia in funzione della quale è stato condizionato. La sensibilità ti aiuterà immensamente a renderti sano, percettivo. E se continui a procedere nella giusta direzione, diventerà la tua meditazione, e alla fina la tua esperienza mistica dell’illuminazione.

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