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L'ARTE DI BATTAGLIARE CON LE PAROLE


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ALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLA GENTE NON INTERESSA LA CONOSCENZA  DEI FATTI IN SE' MA SOLTANTO LA VITTORIA DIALETTICA, LA DISPUTA, AVERE LA MEGLIO A PRESCINDERE DA CIO' CHE SI SOSTIENE
 






Spesso si dà per scontato l'intento comunicativo delle altre persone. Ci si aspetta che gli altri rispondano sempre in buona fede , spinti dall'intenzione di ricercare informazioni attendibili , condividere punti di vista alternativi (verità soggettive) per giungere ad una comprensione reciproca.
Ma nei fatti le cose stanno diversamente.
Chiunque abbia "seriamente" iniziato una conversazione con certi individui si sarà sicuramente accorto che in molti casi non si è interessati alla conoscenza genuina dell'altro, bensì si vuole esclusivamente avere la meglio a prescindere da ciò che si sta affermando. Alcuni arrivano a negare qualunque cosa, a patto di avere ragione, di averla vinta e dimostrare che l'altro ha torto (adducendo magari alla giustificazione secondo cui per ogni cosa si può dire il suo esatto contrario ).
Altri amano divertirsi nello stravolgere i significati di nomi, parole, aggettivi, sostantivi: personalizzano la lingua italiana (o straniera), deformano il vocabolario come se il linguaggio fosse un optional irrilevante o come se gli altri dovessero sottostare alle regole dei loro neologismi.
In certi casi si tratta di burloni o provocatori , in altri casi di soggetti con instabilità psicologica,  psicololabili: ad ogni modo li riconosci perché a loro piace tantissimo CONTROBATERE qualunque cosa tu dica; se tu li ricalchi (li rispecchi), cioè ti limiti a riportare, papale papale, ciò che loro stessi hanno appena detto o scritto, vedrai che cadranno subito in CONTRADDIZIONE, negando di aver detto quel che hanno detto o avvalendosi della plurisemanticità (pluralità di significati) del linguaggio, sarebbe a dire che qualunque cosa essi dicano, va bene a priori, poiché in verità intendevano dire ben altro e davano per scontato che tu prevedessi l'ambivalente significato delle loro parole.
A quel punto, se tu stai al loro gioco e chiedi di precisare il significato delle loro parole accadrà una cosa  assurda: NON CONOSCONO (o non gli importa) IL SIGNIFICATO DELLE LORO PAROLE... NON SANNO QUELLO CHE DICONO... Non conoscono la lingua italiana ma pretendono comunque che tu li capisca e soprattutto che tu gli dia ragione.  A loro basta AVER FEDE nella verità improvvisata dalle loro parole, dalle loro FRASI FRAMMENTARIE.
A loro basta instaurare una DISPUTA e raggiungere la VITTORIA dialettica con sterili giochi di parole; CONFUTARE l'interlocutore quasi fosse un avversario in carne ed ossa, disinteressandosi però della VALIDITA' dello loro stesse affermazioni.
Di fronte a un confronto maturo, tenderanno a:
- rinunciare al dialogo, inventadosi una scusa qualunque, come un impegno fittizio
- darti del pignolo logorroico se metti in dubbio anche una sola parola
- offendere
- invocare entità invisibili che convalidano le loro teorie
- fingere di conoscere a menadito la fisica quantistica, l'esoterismo, la storia delle religioni, la psicologia, la neurobiologia... L'ENTUSIASMOLOGIA (eggià, adesso basta aggiungere il suffisso -LOGIA  per diventare dei professori di qualsiasi disciplina)
- etc....

In tutti questi casi  si parla di atteggiamento eristico. Eristica significa BATTAGLIA verbale a suon di sofismi (cioè argomentazioni capziose-fallaci, apparentemente valide ma in realtà fondate su errori logico-formali o ambiguità linguistiche dall'intento volutamente ingannevoli)

Il Pensiero Magico, la superstizione, la fede bigotta sono tipiche conseguenze di chi si fa intortare dai sofismi.
Facciamo un esempio con il sofisma latino "Pro hoc, ergo propter hoc" (Dopo questo, quindi a causa di questo).
Si tratta di un ragionamento fallace che caratterizza la mentalità di molte persone; sta a significare che se un evento A è seguito da un evento B, allora il secondo evento (B) è stato causato dal primo (A). Ma così facendo si compie un grave errore, perché si trascurano gli effetti congiunti, cioè gli altri fattori che potrebbero aver causato l'evento B.

Se ad Esempio dico:
"L'erba è bagnata, quindi ha piovuto."
Sto adottando una correlazione fallace; l'erba potrebbe essere stata irrigata da un getto.
Il linguaggio ordinario è stracolmo di queste correlazioni acausali. Le più comiche sono quelle che alimentano il pensiero magico-religioso- superstizioso-new age, dove le correlazioni vengono totalmente deformate, eliminate, inventate a seconda di come gli gira al tizio in questione, che magari afferma che l'evento B è accaduto perché:
- l'ha voluto Dio
- è merito dell'intenzione esterna
- è stata la sincronicità che ha fatto incrociare le linee della vita
- ho portato a buon fine il rituale
- me l'ha detto il guru
- ho tramutato i miei intenti dalla quinta alla terza dimensione
- mi ha aiutato l'angelo custode, lo spirito guida, l'emissario
- sono pieno di energia, ho i super poteri, sono un prescelto, un eletto, un risvegliato
- ecc...

Vedete che l'ingenuità spinge le persone a fomentare correlazioni fittizie che loro, superficialmente, definiscono magiche.

Facciamo altri esempi pratici, più banali:



1) Vai da un veggente il quale ti dice che domani si verificherà un terremoto nei paraggi della tua città.
Il giorno dopo leggi che a diversi km di distanza c'è stato un leggero terremoto e lo associ subito al veggente; però se fossi una persona più accorta, andresti ad informarti meglio e ti renderesti conto che quella è una zona  sismica e che comunque in ogni punto del mondo si verificano quotidianamente delle piccole scosse. Magari noterai anche che la scossa prevista era talmente insignificante da non aver destar alcun sospetto oppure che era già da tre anni che in quella città si ripetono piccole scosse.
Questo dimostra come sia facile inventarsi generalizzazioni indebite, fondate su un finto sesto senso.

2) Un tizio, fingiamo si chiami Aldo Cannavò, avverte delle crisi esistenziali e si rivolge al parroco; allora il prete gli dice che se loderà Cristo e avrà fede nella chiesa e nelle parole della Bibbia, nella sua vita avverranno dei miglioramenti.
Immaginiamo che dopo diversi mesi nella vita di Aldo si manifesti un evento inaspettato (visione onirica di una croce, nascita di un figlio) o che sia pervaso da un senso di benessere (gioia, allegria). Di seguito Aldo assocerà inconsapevolmente l'evento alla sua fede o all'amore per Cristo e tenterà per questo di convincere anche le altre persone dell'efficacia del suo credo. Commenterà nei blog per promuovere le sue impressioni inconscie, le sue convinzioni, per elogiare la sua chiesa, ecc.
Ma nel frattempo cos'ha dimenticato Aldo?
Ha tralasciato tutti quei fattori contingenti che contrastavano le sue convinzioni, il suo credo. Escludendo gli esempi a suo avviso non rappresentativi, cioè gli effetti congiunti che potevano spiegare gli avvenimenti storici o gli eventi della sua vita, ha eliminato - senza accorgersene - una parte del Reale, ha insabbiato ciò che non riusciva ad accettare o a spiegare, al solo scopo di placare il suo sistema cognitivo ed emotivo.

Questo atteggiamento diffuso (e trascurato dalla gente comune) deriva da fenomeni psichici come l'Effetto Placebo o la Profezia che si Auto-Avvera.
E' la stessa cosa che accade coi maniaci della legge dell'attrazione: sono talmente convinti dell'effetto benefico di qualche pseudo-prodotto di marketing spirituale o dell'iniziazione in una scuola esoterica rosacruciana che alla fine si sentiranno meglio proprio perché hanno mutato l'atteggiamento di fondo; ma non capiscono che è l'atteggiamento interiore e non il finto-prodotto esteriore ad aver generato quei cambiamenti. Hanno bisogno che un libro o una voce esterna gli dica che i loro pensieri influenzano il loro corpo e la loro vita. Hanno bisogno di costanti conferme esteriori perché non sono in grado di guardarsi dentro o di ascoltarsi, e per questo necessitano di incessanti seminari, corsi, testi "sacri", leader mistici; a loro serve l'approvazione che accresca la fiducia nel mantra-preghiera da ripetere meccanicamente; agiscono da automi, sono degli osservanti acritici che eseguono passivamente dei rituali.

(articolo a cura di Zewale)
 

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