Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

MICHELLE OBAMA E' UN TRANSESSUALE

Leggi le opere di ⱫɆⱤØ: https://payhip.com/ZeRoVe



Michelle Obama è un ermafrodita rettiliano, incontrovertibili le prove


Michelle Obama è un trans, in America lo sanno praticamente tutti… e non dovrebbe stupirvi visto le sue numerose iniziative pro-transgender.


Xochi Mochi: trans satanico insegna ai bimbi che la perversione è normale | www.agerecontra.it


Da notare che in alcune interviste è lo stesso Obama a chiamare sua moglie – o meglio suo marito – Michael (in italiano Michele) invece di Michelle. A quanto pare Obama ha mentito non solo sul suo nome ma anche sulle sue tendenze (evidentemente omosessuali).

BARACK AND MIKE, THE REAL BULLSH*T TEST – THE AGE OF DESOLATION


 Se alle prossime elezioni vince il pedofilo Biden (per gli amici bidè) o il trans Michele Obama allora gli americani lo prenderanno letteralmente nel culo…


Immaginemichelle-aka-michael-obama-caught-scratching-her-balls « We Are Human

-Gaming Cha
n
nel: ...  Barack Obama Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigationJump to search Nota disambigua.svg Disambiguazione – "Obama" rimanda qui. Se stai cercando altri significati di Obama, vedi Obama (disambigua). Barack Obama President Barack Obama.jpg Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la pace 2009 44º Presidente degli Stati Uniti d'America Durata mandato	20 gennaio 2009 – 20 gennaio 2017 Vice presidente	Joe Biden Predecessore	George W. Bush Successore	Donald Trump Senatore degli Stati Uniti per l'Illinois Durata mandato	3 gennaio 2005 – 16 novembre 2008 Predecessore	Peter Fitzgerald Successore	Roland Burris Membro del Senato dell'Illinois, 13º distretto Durata mandato	8 gennaio 1997 – 4 novembre 2004 Predecessore	Alice Palmer Successore	Kwame Raoul Dati generali Partito politico	Democratico Titolo di studio	laurea in scienze politiche laurea in giurisprudenza Università	Columbia University Università di Harvard Professione	avvocato, docente universitario Firma	Firma di Barack Obama Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la pace 2009 Barack Hussein Obama II (/bəˈrɑːk hʊˈseɪn oʊˈbɑːmə/, pronuncia[?·info]; Honolulu, 4 agosto 1961) è un politico statunitense, 44º presidente degli Stati Uniti d'America dal 2009 al 2017, prima persona di origini afroamericane a ricoprire tale carica. Figlio di un'antropologa originaria del Kansas e di un economista keniota, Obama si è laureato in scienze politiche alla Columbia University (1983) e in giurisprudenza alla Harvard Law School (1991), dove è stato la prima persona di colore a dirigere la rivista Harvard Law Review. Prima di portare a termine gli studi in legge, ha prestato la sua opera come «community organizer» a Chicago; successivamente ha lavorato come avvocato nel campo della difesa dei diritti civili, insegnando inoltre diritto costituzionale presso la Law School dell'Università di Chicago dal 1992 al 2004. Barack Obama è stato membro del Senato dell'Illinois per tre mandati, dal 1997 al 2004. Dopo essersi candidato senza successo alla Camera dei rappresentanti nel 2000, quattro anni più tardi concorse per il Senato federale, imponendosi a sorpresa nelle primarie del Partito Democratico del marzo 2004 su un folto gruppo di contendenti. L'inopinata vittoria alle primarie contribuì ad accrescere la sua notorietà; in seguito, il suo discorso introduttivo («keynote address») pronunciato in occasione della convention democratica di luglio lo rese una delle figure più eminenti del suo partito. Obama fu quindi eletto al Senato degli Stati Uniti nel novembre 2004, con il più ampio margine nella storia dell'Illinois, e prestò servizio come senatore junior dal gennaio 2005 al novembre 2008. Il 10 febbraio 2007 annunciò ufficialmente la propria candidatura alle successive consultazioni presidenziali.[1] Alle elezioni primarie del Partito Democratico, dopo un'aspra contesa, sconfisse Hillary Clinton, senatrice in carica per lo Stato di New York e già first lady, favorita della vigilia; il 3 giugno 2008 Obama raggiunse il quorum necessario per la candidatura, divenendo così la prima persona di origini afroamericane a correre per la Casa Bianca in rappresentanza di uno dei due maggiori partiti. L'esponente del Partito Democratico vinse le elezioni presidenziali del 4 novembre 2008 contro John McCain, senatore repubblicano dell'Arizona, insediandosi formalmente alla presidenza il 20 gennaio successivo. Il 6 novembre 2012 fu riconfermato per un secondo mandato, imponendosi sul candidato repubblicano Mitt Romney. Il settimanale statunitense TIME lo ha prescelto quale «persona dell'anno» nel 2008[2] e nel 2012;[3] nel 2009 è stato insignito del Premio Nobel per la pace «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».[4] Indice 1	Biografia 1.1	Primi anni 1.2	Senatore dell'Illinois 1.3	Elezione al Senato federale 1.4	L'attività a Washington 1.4.1	Attività legislativa 1.4.1.1	109ª legislatura 1.4.1.2	110ª legislatura 1.4.2	Visite ufficiali 1.5	Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti 1.5.1	Voci su una possibile candidatura 1.5.2	La sfida per la nomination democratica 1.5.3	Insediamento alla Casa Bianca e Presidenza 1.6	Presidenziali 2012 e rielezione 1.6.1	2º mandato presidenziale 2	Presidenza (2009–17) 2.1	Primi 100 giorni 2.2	Politica interna 2.2.1	Diritti LGBT 2.2.2	Gruppi di consulenza e di sorveglianza della Casa Bianca 2.2.3	Politica economica 2.2.4	Politica ambientale 2.2.5	Riforma della sanità 2.2.6	Politica energetica 2.2.7	Controllo delle armi 2.2.8	Elezioni di metà semestre del 2010 2.2.9	Politica in materia di cybersecurity e Internet 2.3	Politica estera 2.3.1	Guerra in Iraq 2.3.2	Guerra in Afghanistan 2.3.3	Israele 2.3.4	Libia 2.3.5	Guerra civile siriana 2.3.6	Morte di Osama bin Laden 2.3.7	Discussioni nucleari in Iran 2.3.8	Rapporti con Cuba 2.3.9	Africa 2.3.10	Discorso di Hiroshima 2.3.11	Russia 3	Dopo la Presidenza 4	Riconoscimenti e onorificenze 4.1	Onorificenze straniere 4.2	Premio Nobel 4.3	Tassonomia 5	Visione politica 6	Famiglia e religione 7	Critiche 7.1	Teorie del complotto 8	Opere 9	Risultati elettorali 10	Media 11	Filmografia 12	Doppiatori italiani 13	Albero genealogico 14	Galleria d'immagini 15	Note 16	Bibliografia 17	Voci correlate 18	Altri progetti 19	Collegamenti esterni Biografia Primi anni Certificato di nascita di Barack Obama Barack Obama è nato il 4 agosto 1961 al Kapi'olani Medical Center for Women & Children di Honolulu, nelle Hawaii. La madre, Stanley Ann Dunham (1942-1995), era una statunitense nata a Wichita (Kansas) da una famiglia di origini inglesi e tedesche. Il padre, Barack Obama, Sr. (1936-1982), era un kenyano di etnia Luo, nato a Nyang'oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza. Al momento della nascita di Barack Jr entrambi i genitori erano giovani studenti universitari.[5][6] Nel 1963 i genitori si separarono per poi divorziare. Il padre andò all'Università di Harvard per conseguire un dottorato di ricerca, e infine tornò in Kenya,[7] dove morì in un incidente stradale nel novembre 1982:[8] rivide il figlio solo in un'occasione, quando aveva dieci anni, durante le vacanze natalizie del 1971. La madre si risposò con Lolo Soetoro (1936-1987), un altro suo ex collega universitario. Soetoro proveniva dall'Indonesia e si laureò in geografia nel 1962. Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giacarta, dove nacque la sua sorellastra, Maya Soetoro-Ng, e dove egli frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni.[9][10] A dieci anni, nel 1971, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai nonni materni, Stanley Dunham (1918-1992) e Madelyn Payne Dunham (1922-2008), poi dalla madre. Fu iscritto alla scuola privata più importante e prestigiosa dell'isola, la Punahou High School, dove si diplomò con ottimi voti nel 1979.[11][12] La madre di Obama morì di cancro nel novembre 1995, pochi mesi dopo la pubblicazione dell'autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father (I sogni di mio padre).[13] In Dreams from my father Obama descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre, una famiglia di ceto medio e bianca. La conoscenza del padre nero assente derivò principalmente dai racconti della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte — me ne ricordo a malapena"[14]. Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multirazziale. Obama scrive del suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per "spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa"[15]. Al forum civile per la candidatura presidenziale nel 2008, Obama definì il suo uso di droghe come "il suo più grosso fallimento morale".[16][17] Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni all'Occidental College, prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University, dove si laureò in scienze politiche, con una specializzazione in relazioni internazionali.[18][19] Dopo la laurea, lavorò per un anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group), una società che forniva notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti.[20] Si trasferì poi a Chicago, per dirigere un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side.[19][21] Nel 1988 Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza a Harvard. Nel febbraio 1990 diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review.[22] Nel 1989, durante uno stage estivo presso lo studio legale specializzato in diritto societario Sidley Austin di Chicago, conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991. Il 3 ottobre 1992 sposò Michelle Robinson nella Trinity United Church of Christ di Chicago. Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili (voter registration drive), poi lavorò come avvocato associato presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland nel patrocinio di organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto, e insegnò diritto costituzionale presso la facoltà di legge dell'Università di Chicago, dal 1993 fino alla sua elezione al Senato federale nel 2004.[21] L'impegno politico cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'agguerrita campagna elettorale, aiutò il candidato democratico Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 150 000 voti.[23] Senatore dell'Illinois Obama e altri festeggiano l'intitolazione di una strada di Chicago a Milton Davis nel 1998 Nel 1996 Obama fu eletto al Senato dell'Illinois dal 13º distretto nel quartiere Hyde Park, nella parte meridionale di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del Senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato.[24] Tra le sue iniziative legislative, Obama concorse a introdurre sgravi fiscali per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò a una legge per aiutare i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e promosse leggi per aumentare i programmi di prevenzione dell'AIDS e di assistenza alle persone colpite dal virus.[25] Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico per la nomina del rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush, che raccolse il 61% dei voti contro il 30% di Obama.[26] Rush, già membro delle Pantere Nere e attivista nella comunità, affermò che Obama "non aveva vissuto nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo"[27]. Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul Senato statale, redigendo una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori degli indagati per crimini punibili con la pena di morte[11] e sostenendone un'altra che richiede alle assicurazioni di coprire le mammografie di routine.[28][29] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.[30] Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post, pubblicato nel febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia con i democratici sia con i repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan.[31] Nella sua campagna elettorale per il Senato federale, Obama ottenne l'appoggio del Fraternal Order of Police, il più grande sindacato di polizia statunitense. Gli agenti lodarono il suo "duraturo appoggio a un controllo sulle armi da fuoco e la sua volontà di raggiungere compromessi", nonostante ad alcune leggi il sindacato di polizia si fosse opposto.[32] Elezione al Senato federale Ritratto ufficiale di Barack Obama come membro del Senato federale Nel 2004 si tenne in Illinois l'elezione di uno dei due senatori che rappresentano lo Stato nel Congresso degli Stati Uniti. Il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald, il quale però aveva già annunciato di non volersi ricandidare. Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes. Le possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica.[33] La candidatura di Obama divenne vincente grazie a una campagna pubblicitaria che proponeva immagini di Harold Washington, il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon. Fu inoltre sostenuta dalla figlia di Simon, dal Chicago Tribune e dal Chicago Sun-Times.[34][35] Vinte le primarie democratiche, Obama affrontò Jack Ryan, vincitore di quelle per il Partito Repubblicano. Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama, che poi lo distanziò di venti punti quando i media resero noto che Ryan aveva incaricato un assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa intentata dal Chicago Tribune e dal canale WLS-TV, di proprietà dell'ABC, portarono un tribunale della California ad aprire dei dossier sull'affidamento dei figli risalenti al divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri Ryan. Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di numerose città con l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché fosse materia per giornali scandalistici e programmi televisivi di gossip, i dossier avevano comunque rilevanza giornalistica, perché Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004, lasciando Obama senza rivali.[36] Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell'Illinois trovare un sostituto di Ryan, perché molti dei potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka, ex allenatore dei Chicago Bears, rifiutarono la candidatura. La presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka, alla fine indicò due possibili candidati, entrambi afroamericani: Alan Keys, un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell, un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale. Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina[37] e, già residente in Maryland da lunga data, cambiò la sua residenza legale nell'Illinois.[38] Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, sull'aborto, sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola.[39] Il 2 novembre 2004, Obama trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario.[40] L'attività a Washington Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.[41] Scelse, come direttore del personale, l'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle, e come consulente politica Karen Kornbluh, un'economista che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin, ex segretario del Tesoro.[42] Nel luglio 2005, Samantha Power, vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il genocidio, entrò nella squadra di Obama.[43] A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il TIME lo dichiarò uno dei 100 personaggi più influenti del mondo, definendolo "uno dei più ammirati politici in America".[44] Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman nominò Obama uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo".[45] Nel corso degli anni in Senato, Obama ricevette vari dottorati ad honorem in legge da varie istituzioni universitarie tra i quali il Knox College,[46] la University of Massachusetts Boston,[47] l'Università Northwestern,[48] e la Xavier University of Louisiana.[49] Era membro delle seguenti commissioni al Senato:[50] relazioni internazionali salute, educazione, lavoro e pensioni sicurezza nazionale e affari di governo veterani Lasciò il Senato il 16 novembre 2008, per concentrarsi sulla presidenza imminente, con molto anticipo rispetto all'insediamento del 20 gennaio 2009, a differenza della maggior parte dei precedenti senatori eletti presidenti, che lasciarono il Senato pochi giorni prima del giuramento. Attività legislativa 109ª legislatura L'ex-Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici Tom Coburn (R-OK) e Obama osservano[51] Durante il 109º Congresso, nel biennio 2005-2006, Obama ha prodotto 152 tra disegni di legge e risoluzioni, e ne ha appoggiate altre 427.[52][53] Il suo primo disegno di legge è stato la Legge per l'aumento delle borse di studio universitarie Pell.[54] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare l'ammontare massimo delle borse di studio "Pell Grant": si tratta di un contributo per il pagamento delle rette universitarie, destinato agli studenti che provengono da famiglie a basso reddito.[55] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai votato dal Senato. Obama ha svolto un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e riformare le leggi sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione controllata, introdotta dal senatore John McCain (R-AZ).[56] Obama ha proposto tre emendamenti alla legge 2611, la Riforma tollerante sull'Immigrazione voluta dal senatore Arlen Specter (R-PA).[57][58] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla Camera.[59] Nel settembre 2006, Obama ha appoggiato un disegno di legge collegato, la Legge per la barriera sicura, che autorizza la costruzione di un muro lungo il confine e rafforza le misure di contrasto all'immigrazione clandestina proveniente dal Messico.[60] Il Presidente Bush approvò il disegno di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione".[61] Congiuntamente, prima, al senatore Dick Lugar (R-IN), e poi al senatore Tom Coburn (R-OK), Obama ha introdotto con successo due iniziative legislative che portano il suo nome. La Lugar-Obama estende la Nunn-Lugar sulla riduzione delle armi di distruzione di massa alle armi convenzionali, tra cui i missili a spalla e le mine anti-uomo.[62][63] La Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama prevede la pubblicazione dal 2007 di un sito web, gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che elenca le organizzazioni che ricevono fondi federali. Per ogni organizzazione si dichiara quale agenzia destina i fondi, l'ammontare del contributo e il motivo del finanziamento o contratto.[64][65] Il 22 dicembre 2006, il presidente Bush firmò la Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del Congo, la prima legge federale con Obama primo firmatario.[66] 110ª legislatura Nei primi giorni della 110ª legislatura, in un editoriale pubblicato sul Washington Post, Obama ha invocato la fine di "ogni pratica che faccia pensare a un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa a un lobbista".[67] Si è unito al senatore Russ Feingold (D-WI) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei legislatori, che passò al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari.[68][69] Obama si è unito a Charles Schumer (D-NY) nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto nelle elezioni di medio termine del 2006.[70][71] Le iniziative di Obama riguardo all'energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti, che hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale, presentata con il senatore John McCain (R-AZ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi entro il 2050, ma si sono mostrati più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di carbone liquefatto.[72][73] Sempre nei primi mesi della 110ª Legislatura, Obama ha presentato il Disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq, che prevedeva la graduale riduzione del numero di militari statunitensi presenti sul suolo iracheno dal 1º maggio 2007 e il loro totale rientro dall'Iraq entro il 31 marzo 2008.[74][75] Visite ufficiali Obama con il presidente della Commissione del Senato sui rapporti con l'estero Dick Lugar Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il senatore Richard Lugar, presidente della Commissione del Senato sui rapporti con l'estero, in Russia, Ucraina e Azerbaigian. Il viaggio era focalizzato su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali, biologiche e di distruzioni di massa, come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici.[76] Lugar e Obama ispezionarono una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov, nel sud della Russia europea.[77] Nel gennaio 2006, Obama partecipò a una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari statunitensi in Kuwait e in Iraq. Poi Obama si è recato in Giordania, Israele e in Palestina. Mentre era in Israele, Obama incontrò il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom.[78] Obama incontrò anche un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. Secondo ABC News 7 (Chicago), Obama riferì agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele", dichiarazione poi ripetuta nel suo incontro con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmūd Abbās.[79] Il terzo viaggio ufficiale di Obama si svolse nell'agosto del 2006, in Sudafrica, Kenya, Gibuti, Etiopia e Ciad. Obama fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al villaggio natale di suo padre, vicino a Kisumu, in una regione occidentale e rurale.[80] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite pubbliche.[81] Per incoraggiare le popolazioni locali a effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e sua moglie si sottoposero pubblicamente a un test in una clinica keniana.[82] In un discorso ripreso dalla televisione keniana, tenuto presso l'Università di Nairobi, Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità etniche sulla politica keniana.[83] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i politici keniani, alcuni dei quali bollarono le parole di Obama come ingiuste e inappropriate, mentre altri condivisero le sue posizioni.[84][85] Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti (EN) «Yes, we can!» (IT) «Sì, possiamo!» (Motto della campagna presidenziale di Obama pronunciato durante le primarie) Voci su una possibile candidatura Obama parla agli universitari, uno dei suoi punti di forza elettorali Voci su una possibile candidatura di Obama alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004, ma Obama dichiarò alla stampa: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni".[86] Un articolo del dicembre 2005 della rivista The New Republic osservava che nel 2008 Obama avrebbe avuto le maggiori possibilità di vittoria, perché non ci sarebbe stato un presidente uscente candidato per un secondo mandato né un vicepresidente uscente candidato alla presidenza, come accade nella maggior parte dei casi.[87] Nel gennaio 2006, a una specifica domanda durante la trasmissione televisiva Meet the Press, Obama rispose confermando la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scadeva nel 2010.[88] L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, più volte invitò Obama a considerare la candidatura.[89] Nel settembre 2006, Daniel Hynes, l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, scrisse una lettera aperta al Chicago Sun-Times, in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura di Obama.[90] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine pubblicò un articolo in cui Obama dichiarava: "Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere".[91] La rivista Time pubblicò la sua foto in copertina, accompagnata dal titolo Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente", con all'interno un articolo su nuove voci di una sua possibile candidatura nel 2008.[92] Barack Obama a Boston Il 18 ottobre 2006, Obama partecipò al The Oprah Winfrey Show. La conduttrice Oprah Winfrey lo sollecitò in proposito: "So che non sto parlando solo per me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti."[93] Obama promise che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato nel suo programma.[93] Il 22 ottobre 2006, Obama di nuovo partecipò alla trasmissione Meet the Press, ammettendo per la prima volta di star pensando a una candidatura:[94] "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità, ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la profondità che credo siano necessarie. [...] Dopo il 7 novembre,[95] mi fermerò, mi siederò e considererò la questione, e se a un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di darmi addosso"[96]. Il 10 febbraio 2007 Obama annunciò ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[1] Molti commentatori segnalarono l'interesse internazionale per Obama come uno dei fattori determinanti nella costruzione della sua immagine pubblica.[97] Se da un lato la sua candidatura fu premiata da sondaggi svolti a livello globale,[98] fu d'altra parte significativa la scelta di Obama di stabilire relazioni con importanti politici stranieri già prima della sua corsa presidenziale, in particolare con il Primo ministro britannico Tony Blair, che incontrò a Londra nel 2005,[99] con il segretario del Partito Democratico italiano e sindaco di Roma Walter Veltroni, che visitò l'ufficio di Obama al Senato nel 2005,[100] e con il Presidente francese Nicolas Sarkozy, che incontrò a Washington nel 2006.[101] La sfida per la nomination democratica Yes We Can, lo slogan utilizzato in campagna elettorale da Obama Suoi principali sfidanti furono la senatrice Clinton di New York e il senatore John Edwards della North Carolina; Obama aveva un saldo secondo posto nei sondaggi al 23%, dietro la favorita Clinton (30-40%) e davanti Edwards (16%). L'iter per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008, quando si tennero i caucus dell'Iowa. Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e alla favorita Hillary Clinton (29%); infatti il giovane senatore nero, aveva impostato il suo messaggio su un forte programma di cambiamento al grido di "Yes, we can" rafforzato dall'essere un afroamericano di umili origini che per la prima volta correva per divenire Presidente creando un movimento di popolo intorno alla sua figura che appannava la candidatura di prima donna ma forse troppo legata alla vecchia politica della Clinton che subito comincia ad avere grandi difficoltà. Questa campagna inoltre è stata la prima che si è giocata con un ruolo fondamentale dei social network, utilizzati soprattutto da Obama per lanciare il suo messaggio di cambiamento e speranza anche in antitesi con la grande macchina organizzativa dei Clinton fatta di volontari e porta a porta per catturare ogni singolo voto. Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New Hampshire dell'8 gennaio 2008, in quell'occasione Obama ottenne solo il 37% dei voti, contro il 39% della senatrice Clinton e il 17% di John Edwards. Il 26 gennaio 2008 vinse nuovamente l'importante primaria statale in Carolina del Sud, dove, monopolizzando il voto nero e aprendosi larghi varchi in quello bianco, conquistò il 55% dei voti contro il 27% della Clinton e il 18% di Edwards. Nel SuperTuesday del 5 febbraio vince in 13 Stati (prevalentemente nel sud e nella zona delle Montagne Rocciose): Alabama (56% - 42%), Alaska (74% - 25%), Colorado (67% - 32%), Connecticut (51% - 47%) Delaware (53% - 42%), Georgia (63% - 31%), Idaho (80% - 17% ), Illinois (65% - 37%), Kansas (74% - 26%) Minnesota (67% - 32%), Missouri (49% - 48%), Nord Dakota (62% - 37%) e Utah (57% - 39%) L'8 e 9 febbraio Obama vince in tutti e quattro gli stati votanti: Louisiana (57% - 32%), Nebraska (68% - 32%), Maine (60% - 40%) e Washington (68% - 31%) La campagna elettorale si è poi spostata nell'area del Potomac: Virginia (64% - 35%), Maryland (60% - 36%) e Washington (75% - 24%). Qui Obama ha fatto il pieno di voti e di delegati, superando Hillary Clinton nel conteggio dei delegati: 1.253 contro 1.211. Il 19 febbraio successivo vinse le importanti primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la senatrice Clinton con il 41%, e nelle Hawaii, dove ottenne il 76% delle preferenze contro il 24% della Clinton. Il 6 maggio Obama riceve la vittoria quasi decisiva nelle primarie della North Carolina (56% - 42%) Il 3 giugno 2008, con la vittoria in Montana (57% - 41%) Obama ottenne il quorum necessario per la nomination alla convention democratica di Denver. Barack Obama con la moglie Michelle, il candidato alla vicepresidenza Joe Biden e sua moglie Jill nell'agosto 2008 Il 7 giugno, dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati, anche la sua diretta rivale alla nomination democratica, Hillary Clinton, riconobbe la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo endorsement e ritirandosi dalla competizione elettorale. Barack Obama divenne quindi ufficialmente il primo afro-americano in corsa per la Casa Bianca. Il 23 agosto, Obama scelse come candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden. Alla convention nazionale di Denver in Colorado Obama diviene ufficialmente il candidato democratico per la Casa Bianca. Il 4 novembre, Obama vinse le elezioni presidenziali, vincendo in molti swing state e in Stati che nelle ultime elezioni avevano votato per Bush: Florida, Carolina del Nord, Virginia, Ohio, Indiana, Iowa, Colorado, New Mexico e Nevada e un distretto federale del Nebraska; In queste elezioni Obama riceve il record di voti ottenendo 69.498.516, il maggior numero di voti ottenuti da un candidato presidenziale (il precedente record fu di George Bush nel 2004 con 62.040.610) pari al 52,9% sconfiggendo il candidato repubblicano John McCain[102]. Quando fu indicato dai media come Presidente eletto ricevette oltre le congratulazioni dello sfidante anche quelle del Presidente Bush con queste parole:"Presidente eletto, mi congratulo, che fantastica notte per lei, la sua famiglia e i suoi sostenitori. Io e Laura abbiamo chiamato per congratularci con lei e sua moglie. Prometto di rendere dolce questa transizione. Lei è in procinto di intraprendere uno dei più grandi viaggi della vita". Insediamento alla Casa Bianca e Presidenza Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Insediamento presidenziale di Barack Obama e Presidenza di Barack Obama. Giuramento privato del primo mandato presidenziale da Presidente degli Stati Uniti di Barack Obama il 20 gennaio 2009 Il 20 gennaio 2009, con la cerimonia di insediamento presso il Campidoglio, sede del Congresso, Barack Obama è diventato il 44º Presidente degli Stati Uniti d'America. I principali nodi che la Presidenza Obama dovette affrontare furono la sfida alla grande recessione dovuta alla crisi economica mondiale del 2008, la cattura di Osama Bin Laden, i rapporti con il medio oriente e altri ancora. Tra i principali meriti della presidenza c'è la riforma del sistema sanitario, l'Obamacare. Presidenziali 2012 e rielezione Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni presidenziali statunitensi del 2012. Nel 2011 Obama annuncia la sua candidatura alle elezioni del 2012; nelle primarie democratiche Obama fu l'unico candidato, in quanto tutto il Partito si è detto favorevole ad una sua seconda amministrazione, e ciò gli ha permesso il 3 aprile di superare il quorum di 2778 delegati. Nel settembre 2012, alla convention di Charlotte in North Carolina, accettò la nomina a candidato Presidente per il Partito Democratico e ripresentando Joe Biden come vicepresidente; tutti i 5415 delegati hanno quindi nominato Obama a candidato Presidente. Il 6 novembre 2012 vinse le elezioni presidenziali imponendosi sul candidato repubblicano Mitt Romney, ottenendo la rielezione[103]. In queste elezioni Obama ricevette 65.915.795 voti popolari corrispondenti al 51,1%, 332 grandi elettori e 27 Stati vinti (compreso Washington D.C) e in diversi swing states: Nevada, Colorado, New Hampshire, Minnesota, Virginia, Wisconsin, Iowa, Florida, Ohio e Pennsylvania. 2º mandato presidenziale Faccia a faccia tra Barack Obama e Vladimir Putin il 15 novembre 2015 Il 20 gennaio 2013 Obama si è insediato alla Casa Bianca per il secondo mandato consecutivo, giurando fedeltà alla Costituzione degli Stati Uniti d'America[104]. È stato il primo Presidente nella storia degli Stati Uniti a parlare, durante il discorso di insediamento, dei diritti degli omosessuali: «Il nostro viaggio verso la libertà non potrà dirsi completo fin quando i nostri fratelli e le nostre sorelle omosessuali non saranno trattati come tutti davanti alla legge: se è vero che tutti siamo creati uguali, allora l’amore tra ciascuno di noi dev'essere trattato allo stesso modo» Obama con il successore Donald J. Trump il giorno del suo insediamento (20 gennaio 2017) Tra i successi del suo secondo mandato si possono notare l'approvazione a livello nazionale del matrimonio omosessuale e la riapertura delle relazioni diplomatiche con Cuba grazie alla mediazione di papa Francesco e la rimozione dell'embargo alla nazione caraibica. Obama ha visitato Cuba, per due giorni nel marzo 2016, primo presidente statunitense dopo Calvin Coolidge nel 1928. Ha inoltre ratificato l'accordo di Parigi e l'accordo sul nucleare iraniano. Per legge non si può ricandidare alle elezioni del 2016, dove appoggia la sua ex Segretario di Stato Hillary Rodham Clinton, e critica profondamente il candidato repubblicano Donald Trump. Il 9 novembre, il nuovo presidente eletto, l’imprenditore repubblicano Donald Trump lo invita per il giorno seguente alla Casa Bianca per avviare una pacifica transizione del potere (come aveva fatto G.W. Bush nel 2008). Il 20 gennaio 2017, scadenza naturale del suo mandato, viene sostituito da Trump. Come da tradizione, i coniugi Obama bevvero del tè con i coniugi Trump. Presidenza (2009–17) Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenza di Barack Obama. Primi 100 giorni Photograph Barack Obama presta Giuramento da presidente degli Stati Uniti seguito dal Chief Justice John G. Roberts Jr. al Campidoglio, 20 gennaio 2009 La cerimonia d’insediamento di Barack Obama come 44º Presidente si è svolta il 20 gennaio 2009. Nei suoi primi giorni in carica, Obama ha emesso ordini esecutivi e memorandum presidenziali diretti alle forze armate statunitensi per sviluppare piani per ritirare truppe dall'Iraq.[105] Ha ordinato la chiusura del campo di detenzione di Guantánamo,[106] ma il Congresso ha impedito la chiusura rifiutando di adeguare i fondi richiesti[107][108][109] e impedendo di spostare qualsiasi detenuto di Guantanamo negli Stati Uniti o in altri paesi.[110] Obama ha ridotto il segreto dato ai record presidenziali.[111] Ha anche revocato il ripristino del presidente George W. Bush al presidente Ronald Reagan, della politica della Città del Messico che vieta l'aiuto federale a organizzazioni internazionali di pianificazione familiare che svolgono o forniscono consulenza sull'aborto.[112] Politica interna Il primo disegno di legge firmato in legge da Obama è stato il Lilly Ledbetter Fair Pay Act del 2009, rilassando lo statuto dei limiti per le azioni legali di parità.[113] Cinque giorni dopo, ha firmato la riautorizzazione del programma di assicurazione sanitaria per bambini (SCHIP) per coprire altri 4 milioni di bambini non assicurati.[114] Nel marzo 2009 Obama ha invertito una politica dell'epoca Bush che ha limitato il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali embrionali e si è impegnato a sviluppare "linee guida rigorose" sulla ricerca.[115] Obama presenta il suo discorso alla sessione congiunta del Congresso, con il Vice Presidente Joe Biden e il Presidente della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi il 24 febbraio 2009 Obama ha nominato due donne al servizio della Corte Suprema nei primi due anni della sua presidenza. Ha nominato Sonia Sotomayor il 26 maggio 2009 per sostituire il ritirato David Souter; che fu confermata il 6 agosto 2009,[116] diventando la prima donna di origine ispanica alla Corte Suprema.[117] Obama ha nominato Elena Kagan il 10 maggio 2010 per sostituire John Paul Stevens. È stata confermata il 5 agosto 2010, portando il numero di donne sedute contemporaneamente in tribunale a tre giudici per la prima volta nella storia americana.[118] Il 30 marzo 2010, Obama ha firmato la Health Care and Education Reconciliation Act, un disegno di legge di riconciliazione che ha concluso il processo del governo federale che dà sovvenzioni alle banche private per dare prestiti federalmente assicurati, ha aumentato il premio di borsa Pell Grant e ha apportato modifiche ala Patient Protection and Affordable Care Act.[119][120] In un importante discorso di politica spaziale nell'aprile 2010, Obama ha annunciato un cambiamento di direzione nella NASA, l'agenzia spaziale statunitense. Ha concluso i piani per un ritorno di volo spaziale umano alla luna e lo sviluppo del razzo Ares I, il programma Aret V e il programma Constellation, a favore del finanziamento di progetti scientifici sulla Terra, un nuovo tipo di razzo e ricerca e sviluppo per un'eventuale missione a Marte e missioni continue alla Stazione Spaziale Internazionale.[121] Obama incontra il Governo, 23 novembre 2009 Lo State of the Union Addresss del 2011 si è concentrato sui temi dell'istruzione e dell'innovazione, sottolineando l'importanza dell'economia dell'innovazione per rendere gli Stati Uniti più competitivi a livello globale. Ha parlato di un congelamento di cinque anni nella spesa nazionale, eliminando le imposte fiscali per le compagnie petrolifere e invertire i tagli fiscali per gli americani più ricchi, proibendo la destinazione dei congressi e riducendo i costi sanitari. Ha promesso che gli Stati Uniti avrebbero avuto un milione di veicoli elettrici sulla strada entro il 2015 e sarebbero stati l'80% i dipendenti dall'elettricità "pulita".[122][123] Diritti LGBT L'8 ottobre 2009, Obama ha firmato la legge Matthew Shepard e James Byrd Jr. Hate Crimes Prevention Act, una misura che ha ampliato la legge federale contro la criminalità statunitense degli Stati Uniti del 1969 per includere i reati motivati dai generi effettivi o percepiti, l'orientamento sessuale, l'identità di genere o disabilità.[124] Il 30 ottobre 2009, Obama ha revocato il divieto di viaggiare negli Stati Uniti da coloro che sono stati contagiati dall'HIV, che è stato celebrato dall'uguaglianza dell'immigrazione.[125] Il 22 dicembre 2010, Obama ha firmato la legge Don't Ask, Don't Tell Repeal Act of 2010, che ha rispettato una promessa chiave nella campagna presidenziale[126][127] del 2008 per porre fine alla politica Don't ask, don't tell, del 1993 che aveva impedito ai gay e lesbiche di servire apertamente nelle forze armate degli Stati Uniti. Nel 2016, Il Pentagono ha concluso la politica che ha impedito ai transgender di servire apertamente nei militari.[128][129] Come candidato per il senato dello stato dell'Illinois nel 1996, Obama aveva affermato di aver favorito la legalizzazione del matrimonio dello stesso sesso.[130][131] Al momento del suo mandato nel 2004, ha affermato di aver sostenuto le associazioni civili e le partnership nazionali per i partner dello stesso sesso, ma si è opposto ai matrimoni di sesso per ragioni strategiche. Il 9 maggio 2012, poco dopo il lancio ufficiale della sua campagna per la rielezione in qualità di presidente, Obama ha affermato che le sue idee si sono evolute e pubblicamente ha affermato il suo sostegno personale per la legalizzazione del matrimonio dello stesso sesso, diventando il primo presidente degli Stati Uniti a farlo.[132][133] La Casa bianca illuminata nei colori arcobaleno il giorno della sentenza della Corte suprema sui matrimoni dello stesso sesso Durante il suo secondo mandato inaugurale il 21 gennaio 2013, Obama è diventato il primo presidente a chiamare la piena uguaglianza per gli americani gay: "Il nostro viaggio non è completo finché i nostri fratelli e sorelle gay non vengono trattati come tutti gli altri sotto la legge. Se siamo veramente creati uguali, allora sicuramente l'amore che ci impegniamo tra di noi deve essere uguale." Questa è stata la prima volta che un presidente ha menzionato i diritti gay o la parola "gay" in un indirizzo inaugurale. Nel 2013, l'amministrazione Obama ha presentato brevi brevetti che hanno spinto la Corte suprema a pronunciarsi in favore delle coppie dello stesso sesso nei casi di Hollingsworth v. Perry (per quanto riguarda il matrimonio dello stesso sesso) United States v. Windsor (Defense of Marriage Act). Poi, seguendo la decisione della Corte Suprema per il 2015 a Obergefell v. Hodges (il matrimonio dello stesso sesso è un diritto fondamentale), Obama ha affermato che "Questa decisione afferma ciò che milioni di americani credono già nei loro cuori: quando tutti gli americani sono trattati come uguali siamo tutti più liberi". Il 30 luglio 2015 l'Ufficio della Casa Bianca della Politica Nazionale per l'Aids ha rivisto la sua strategia per affrontare la malattia, che comprendeva una vasta testata e un collegamento con l'assistenza sanitaria, celebrata dalla Campagna per i Diritti Umani. Gruppi di consulenza e di sorveglianza della Casa Bianca L'11 marzo 2009 Obama ha creato il Consiglio della Casa Bianca sulle donne e le ragazze, che fa parte dell'Ufficio degli affari intergovernativi, istituito dall'ordine esecutivo 13506 con un ampio mandato per consigliarlo su questioni relative al benessere delle donne e ragazze a. Il Consiglio è attualmente presieduto da Consigliere Senior del Presidente Valerie Jarrett. Obama ha inoltre istituito la task force della Casa Bianca per proteggere gli studenti dall'assalto sessuale attraverso un memorandum ufficiale del governo degli Stati Uniti il 22 gennaio 2014, con un ampio mandato per consigliarlo su questioni relative all'assalto sessuale nei campus universitari negli Stati Uniti. I co-presidenti della Task Force sono il Vice Presidente Joe Biden e Jarrett. La Task Force è stata uno sviluppo del Consiglio della Casa Bianca sulle donne e le ragazze e dell'ufficio del vicepresidente degli Stati Uniti e, prima di allora, la legge contro la violenza sulla donna del 1994, Violence Against Women Act originariamente elaborata da Biden. Politica economica File:20090124 WeeklyAddress.ogv Obama presenta il suo primo indirizzo settimanale come Presidente degli Stati Uniti il 24 gennaio 2009, discutendo dell'American Recovery and Reinvestment Act of 2009 Il 17 febbraio 2009 Obama ha firmato l'American Recovery and Reinvestment Act, un pacchetto di stimolo economico di 787 miliardi di dollari per aiutare l'economia a recuperare dall'incremento della recessione mondiale. L'atto include una maggiore spesa federale per l'assistenza sanitaria, l'infrastruttura, l'istruzione, varie tassazioni fiscali e incentivi, e l'assistenza diretta agli individui. In marzo, il segretario del Tesoro di Obama, Timothy Geithner, ha intrapreso ulteriori misure per gestire la crisi finanziaria, inclusa l'introduzione del programma di investimenti pubblici e privati per i beni patrimoniali, che contiene disposizioni per l'acquisto fino a due mila miliardi di dollari in beni immobiliari ammortizzati. Obama è intervenuto nel settore automobilistico turbato nel marzo 2009, rinnovando i prestiti per General Motors e Chrysler per continuare le operazioni durante la riorganizzazione. Nei mesi successivi la Casa Bianca ha stabilito condizioni per entrambi i fallimenti delle imprese, tra cui la vendita di Chrysler all'automobilista italiana Fiat e una riorganizzazione di GM che dà al governo degli Stati Uniti una partecipazione temporanea del 60% nell'azienda, con il governo canadese assumendo una quota del 12%. Nel giugno 2009, insoddisfatto del ritmo dello stimolo economico, Obama ha chiesto al suo Governo di accelerare l'investimento. Ha firmato in legge il sistema di svalutazione dell'automobile, conosciuto colloquialmente come "Cash for Clunkers", che ha scosso temporaneamente l'economia. Le garanzie di spesa e di prestito della Federal Reserve e del Dipartimento del Tesoro autorizzate dalle amministrazioni Bush e Obama ammontano a circa 11,5 mila miliardi di dollari, ma solo 3 sono stati spesi entro la fine di novembre 2009. Obama e l'Ufficio di bilancio del Congresso hanno previsto che il disavanzo di bilancio 2010 sarebbe di 1,5 mila miliardi di dollari o il 10,6% del prodotto interno lordo (PIL) nazionale rispetto al disavanzo 2009 di 1 400 miliardi di dollari o del 9,9% del PIL. Per il 2011 l'amministrazione prevede che il disavanzo si ridurrà a 1 340 miliardi di dollari e il disavanzo di 10 anni aumenterà a 8 530 miliardi di dollari o al 90% del PIL. Il più recente aumento del massimale di debito degli Stati Uniti a 17,2 mila miliardi di dollari è entrato in vigore nel febbraio 2014. Il 2 agosto 2011, dopo un lungo dibattito sul congresso su come aumentare il limite di debito della nazione, Obama ha firmato il bipartisan Budget Control Act del 2011. La legislazione applica limiti alla spesa discrezionale fino al 2021, stabilisce una procedura per aumentare il limite del debito, crea un Comitato di selezione congiunto del Congresso per la riduzione del disavanzo per proporre un'ulteriore riduzione del disavanzo con un obiettivo dichiarato di raggiungere almeno 1 500 miliardi di dollari nei risparmi di bilancio per 10 anni e stabilisce procedure automatiche per ridurre la spesa per 1 200 miliardi di dollari se la legislazione originaria comune e il comitato selezionato non raggiunge tali risparmi. Attraverso la legislazione, il Congresso è stato in grado di impedire ai governi statunitensi di far fronte ai propri obblighi. Come nel 2008, il tasso di disoccupazione è aumentato nel 2009, raggiungendo un picco in ottobre al 10,0% e in media del 10,0% nel quarto trimestre. Dopo un calo al 9,7% nel primo trimestre del 2010, il tasso di disoccupazione è sceso al 9,6% nel secondo trimestre, dove è rimasto per il resto dell'anno. Tra il febbraio e il dicembre 2010, l'occupazione è aumentata dello 0,8%, che è stata inferiore alla media dell'1,9% sperimentata in periodi comparabili negli ultimi quattro recuperi di occupazione. Entro novembre 2012 il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7%, diminuendo al 6,7% nell'ultimo mese del 2013. Nel corso del 2014, il tasso di disoccupazione ha continuato a diminuire, scendendo al 6,3% nel primo trimestre. La crescita del PIL è tornata nel terzo trimestre del 2009, espandendosi ad un tasso dell'1,6%, seguita da un aumento del 5,0% nel quarto trimestre. La crescita è proseguita nel 2010, registrando un aumento del 3,7% nel primo trimestre, con minori guadagni per tutto il resto dell'anno. Nel luglio 2010, la Federal Reserve ha notato che l'attività economica ha continuato ad aumentare, ma il suo passo si è rallentato e il presidente Ben Bernanke ha affermato che la prospettiva economica era "insolitamente incerta". Complessivamente, l'economia si è ampliata a un tasso del 2,9% nel 2010. L'ufficio di bilancio del Congresso e una vasta gamma di economisti credono nel piano di stimolo di Obama per la crescita economica. Il CBO ha rilasciato una relazione che afferma che la fattura di stimolo ha aumentato l'occupazione di 1-2,1 milioni, mentre riconosce che "è impossibile determinare quanti lavori segnalati avrebbero esistito nell'assenza del pacchetto di stimolo". Anche se un sondaggio di aprile 2010 dei membri dell'Associazione Nazionale per l'Economia Aziendale ha mostrato un aumento della creazione di posti di lavoro (su un simile indagine di gennaio) per la prima volta in due anni, il 73% credeva che il progetto di stimolo non abbia avuto alcun impatto sull'occupazione. L'economia degli Stati Uniti è cresciuta più velocemente rispetto agli altri membri originari della NATO da un margine più ampio sotto il presidente Obama che in qualsiasi momento dalla fine della Seconda guerra mondiale. L'OCSE riconosce la crescita molto più veloce negli Stati Uniti allo stimolo negli Stati Uniti e alle misure di austerità nell'Unione europea. Entro un mese dalle elezioni di metà del 2010, Obama ha annunciato un accordo di compromesso con la leadership repubblicana del Congresso che prevedeva un prolungamento temporaneo di due anni dei tassi di reddito 2001 e 2003, una riduzione dell'imposta sui redditi da un anno, e una nuova aliquota di tasso e di esenzione per le tasse immobiliari. Il compromesso ha superato l'opposizione da parte di alcuni in entrambi i partiti, e i conseguenti 858 miliardi di dollari Tax Relief, Unemployment Insurance Reauthorization, and Job Creation Act of 2010 sono passati con maggioranze bipartiste in entrambe le camere del Congresso prima che Obama lo firmasse il 17 dicembre 2010. Nel dicembre 2013, Obama ha dichiarato che la crescente disuguaglianza dei redditi è una "sfida di definizione del nostro tempo" e ha chiesto al Congresso di rafforzare la rete di sicurezza e di aumentare i salari. Ciò è avvenuto sui colpi di sciopero nazionale dei lavoratori di fast food e della critica di Papa Francesco della disuguaglianza e dell'economia che scompare. Obama ha invitato il Congresso a ratificare un patto di libero scambio di 12 nazioni denominato Partenariato Trans-Pacifico. Politica ambientale Obama al briefing del 2010 sul Disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon alla Stazione della Coast Guard a Venice, Louisiana Il 30 settembre 2009 l'amministrazione Obama ha proposto nuove regolamentazioni sulle centrali elettriche, sulle fabbriche e sulle raffinerie petrolifere nel tentativo di limitare le emissioni di gas a effetto serra e di frenare il riscaldamento globale. Il 20 aprile 2010, un'esplosione ha distrutto un impianto di perforazione offshore presso la Prospettiva Macondo nel Golfo del Messico, causando una grande perdita di olio sostenuta. Obama ha visitato il Golfo, ha annunciato un'indagine federale e ha formato una commissione bipartisan per raccomandare nuovi standard di sicurezza, dopo una revisione da parte del segretario dell'interno Ken Salazar e simultanee udienze del Congresso. Ha poi annunciato una moratoria di sei mesi sulle nuove autorizzazioni e leasing di foratura di profondità, in attesa di una revisione regolamentare. Dato che molti sforzi della BP hanno fallito, alcuni dei media e pubblici hanno espresso confusione e critiche su vari aspetti dell'incidente e ha dichiarato il desiderio di un maggior coinvolgimento di Obama e del governo federale. Nel luglio 2013, Obama ha espresso le riserve e ha dichiarato di "respingere la pipeline Keystone XL se aumenta l'inquinamento di carbonio" o "le emissioni di serra". I consiglieri di Obama hanno chiesto di fermare l'esplorazione del petrolio nell'Artico nel gennaio 2013. Il 24 febbraio 2015, Obama ha impugnato un disegno di legge che autorizzerebbe la pipeline. Era il terzo veto della presidenza di Obama e il suo primo grande veto. Obama ha sottolineato la conservazione delle terre federali durante il suo mandato. Ha usato il suo potere sotto l'Antiquities Act per creare 25 nuovi monumenti nazionali durante la sua presidenza e espandere quattro altri, proteggendo complessivamente 553.000.000 acri (224.000.000 ha) di terre e acque federali, più di qualsiasi altro presidente Usa. Riforma della sanità Photograph Obama firma la Patient Protection and Affordable Care Act alla Casa bianca, 23 marzo 2010 Obama ha chiesto al Congresso di passare alla legislazione che riforma l'assistenza sanitaria negli Stati Uniti, una promessa chiave della campagna e un obiettivo legislativo superiore. Ha proposto un ampliamento della copertura assicurativa sanitaria per coprire gli aumenti non premiati, per aumentare i premi e permettere alle persone di mantenere la loro copertura quando lasciano o cambiano posti di lavoro. La sua proposta era di spendere 900 miliardi di dollari in 10 anni e includere un piano di assicurazione governativa, noto anche come opzione pubblica, per competere con il settore delle assicurazioni societarie come componente principale per ridurre i costi e migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria. Sarebbe inoltre illegale che gli assicuratori abbassino i malati o negino loro la copertura per le condizioni preesistenti e richiedano a tutti gli americani di coprire la salute. Il piano comprende anche tagli e spese di spesa medica sulle compagnie di assicurazione che offrono piani costosi. Maximum Out-of-Pocket Premium come percentuale di reddito familiare e livello federale di povertà, sotto la Patient Protection and Affordable Care Act, a partire dal 2014[134] Il 14 luglio 2009 i leader democratici della Camera hanno introdotto un piano di 1.017 pagine per la revisione del sistema sanitario degli Stati Uniti, che Obama ha voluto che il Congresso approvasse entro la fine del 2009. Dopo molti dibattiti pubblici durante la recessione estiva del Congresso del 2009, Obama ha tenuto un discorso alla sessione congiunta del Congresso il 9 settembre dove ha affrontato preoccupazioni sulle proposte. Nel marzo 2009 Obama ha revocato il divieto di utilizzare fondi federali per la ricerca sulle cellule staminali. Il 7 novembre 2009 è stata approvata una legge sulla sanità con l'opzione pubblica. Il 24 dicembre 2009, il Senato ha approvato il proprio disegno di legge - senza un'opzione pubblica - su un voto di partito di 60-39. Il 21 marzo 2010, la Patient Protection and Affordable Care Act (ACA) approvata dal Senato nel mese di dicembre che è stata approvata alla camera con un voto da 219 a 212. Obama ha firmato il disegno di legge in legge il 23 marzo 2010. Percentuale di Individui negli Stati Uniti senza assicurazione sanitaria, 1963-2015[135] L'ACA include disposizioni relative alla salute, la maggior parte dei quali ha avuto effetto nel 2014, tra cui l'espansione dell'ammissibilità di Medicaid per le persone che compiono fino al 133% del livello federale di povertà (FPL) a partire dal 2014, sovvenzionando premi assicurativi per persone che il 400% della FPL (88.000 dollari per una famiglia di quattro nel 2010), quindi il loro pagamento massimo "fuori tasca" per i premi annuali sarà compreso tra il 2% e il 9,5% del reddito, fornire prestazioni sanitarie, proibire la negazione della copertura e la negazione delle richieste basate su condizioni preesistenti, stabilire scambi di assicurazione sanitaria, proibire le coperture annuali e sostenere la ricerca medica. Secondo le cifre della Casa Bianca e del Congressional Budget Office, la quota massima dei redditi che gli iscritti dovrebbero pagare variano a seconda del loro reddito rispetto al livello di povertà federale. I costi di tali accantonamenti sono compensati da tasse, e misure di risparmio, come ad esempio le tasse Medicare per quelle in classi di ad alto reddito, le tasse sulle abbronzature interne, i tagli al programma Medicare Advantage a favore del Medicare tradizionale e le tasse sui dispositivi medici e sulle società farmaceutiche c'è anche una sanzione fiscale per coloro che non ottengono un'assicurazione sanitaria, a meno che non siano esenti a causa di reddito o di altri motivi. Nel mese di marzo 2010, l'Ufficio del bilancio del Congresso ha stimato che l'effetto netto di entrambe le leggi sarà una riduzione del deficit federale di 143 miliardi di dollari nel primo decennio. La legge ha dovuto affrontare diverse sfide legali, basate principalmente sull'argomento secondo cui un mandato individuale che richiedeva agli americani di acquistare un'assicurazione sanitaria era incostituzionale. Il 28 giugno 2012 la Corte Suprema ha deciso con una votazione da 5 a 4 voti nella Federazione Nazionale del Commercio Indipendente v. Sebelius che il mandato era costituzionale sotto l'autorità fiscale del Congresso UsaNel caso Burwell v. Hobby, la Corte ha dichiarato che le "società a scopo di lucro" a stretto titolo potrebbero essere esonerate per motivi religiosi nell'ambito della legge sulla libertà religiosa di ripristino da norme adottate nell'ACA che avrebbero richiesto loro di pagare per l'assicurazione che copriva alcuni contraccettivi. Nel giugno 2015, la Corte ha stabilito 6-3 su King v. Burwell che le sovvenzioni per aiutare gli individui e le famiglie ad acquistare un'assicurazione sanitaria sono stati autorizzati a coloro che lo fanno così sia sullo scambio federale che sugli scambi statali, e non solo i piani d'acquisto "istituiti dallo Stato ", come legge. Politica energetica Prima del giugno 2014, Obama ha offerto un sostegno sostanziale per un approccio a tutto campo rispetto alla politica energetica interna, che Obama ha mantenuto fin dal suo primo mandato e che ha confermato ultimamente nel discorso del suo stato dell'Unione nel gennaio 2014 a una ricezione mista da entrambe le parti. Nel giugno 2014, Obama ha indicato che la sua amministrazione avrebbe considerato un passaggio verso una politica energetica più in sintonia con l'industria manifatturiera e il suo impatto sull'economia domestica. L'approccio di Obama di combinare selettivamente la regolamentazione e l'incentivazione a varie questioni della politica energetica interna, come la miniera di carbone e il trafilamento di petrolio, ha ricevuto commenti misti per non rispondere alle necessità del settore manifatturiero nazionale a seconda delle richieste secondo cui il settore manifatturiero domestico utilizza fino a un terzo delle risorse energetiche disponibili a livello nazionale. Controllo delle armi Obama visita le vittime della Sparatoria di Aurora all'Ospedale dell'Università del Colorado Il 16 gennaio 2013, un mese dopo la sparatoria della scuola elementare di Sandy Hook, Obama ha firmato 23 ordini esecutivi e ha descritto una serie di proposte generali sul controllo delle pistole. Ha invitato il Congresso a reintrodurre un divieto scaduto di armi da attacco militare, come ad esempio quelle utilizzate in varie sparatorie di massa, imporre limiti alle riviste di munizioni a 10 giri, introduzione di controlli di sfondo su tutte le vendite di armi, passare un divieto di possesso e di vendita dei proiettili di corazza, introduzione di pene più rigide per i trafficanti d'armi, in particolare i concessionari non autorizzati che acquistano armi per i criminali e approvano la nomina del capo del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives per la prima volta dal 2006. Il 5 gennaio 2016, Obama ha annunciato nuove azioni esecutive che estendono i requisiti di controllo di sfondo a più venditori di pistole. In un editoriale del New York Times del 2016, Obama ha confrontato la lotta per quello che ha definito "la riforma della pistola di senso comune" nei confronti dei suffragi delle donne e di altri movimenti dei diritti civili nella Storia americana. Elezioni di metà semestre del 2010 Obama ha parlato alle elezioni del 2 novembre 2010, dove il Partito Democratico ha perso 63 seggi e il controllo della Camera dei Rappresentanti. Ha detto che i risultati sono arrivati perché non abbastanza americani avevano sentito gli effetti della ripresa economica. Politica in materia di cybersecurity e Internet Il 10 novembre 2014 il presidente Obama ha raccomandato alla Federal Communications Commission di riclassificare il servizio Internet a banda larga come servizio di telecomunicazioni al fine di preservare la neutralità della rete. Il 12 febbraio 2013, il presidente Obama ha firmato l'ordine esecutivo 13636, "Migliorare l'infrastruttura critica della sicurezza in rete". Politica estera Barack Obama incontra Papa Benedetto XVI il 10 luglio 2009 al Vaticano Nel mese di febbraio e marzo 2009, il vicepresidente Joe Biden e il Segretario di Stato Hillary Rodham Clinton hanno fatto viaggi separati all'estero per annunciare una "nuova era" nelle relazioni esterne statunitensi con la Russia e l'Europa, usando i termini "break" e "reset". Il cambiamento dalle politiche della precedente amministrazione Obama ha tentato di raggiungere i leader arabi concedendo la sua prima intervista ad una rete televisiva del mondo arabo di informazione, Al Arabiya. Il 19 marzo, Obama ha continuato il suo contatto con il mondo musulmano, rilasciando un messaggio video di Capodanno per la gente e il governo dell'Iran. In aprile, Obama ha tenuto un discorso a Ankara, in Turchia, ben accolto da molti governi arabi. Il 4 giugno 2009, Obama ha tenuto un discorso all'Università del Cairo in Egitto chiedendo "un nuovo inizio" nei rapporti tra il mondo islamico e gli Stati Uniti e promuovendo la pace in Medio Oriente. Il 26 giugno 2009 Obama ha risposto alle azioni del governo iraniano nei confronti dei manifestanti dopo le elezioni presidenziali dell'Iran nel 2009: "La violenza perpetrata contro di loro è oltraggiosa, la vediamo e la condanneremo". Mentre è a Mosca il 7 luglio, ha risposto al commento del Vice Presidente Biden su un possibile attacco militare israeliano sull'Iran dicendo: "Abbiamo detto direttamente agli israeliani che è importante cercare di risolvere questo problema in un contesto internazionale in un modo che non crei grandi conflitti in Medio Oriente". Il 24 settembre 2009, Obama è diventato il primo Presidente Usa per la presidenza di una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Nel marzo del 2010, Obama ha tenuto una posizione pubblica contro i piani del governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per continuare a costruire progetti di insediamenti ebraici in quartieri arabi di Gerusalemme Est. Nello stesso mese è stato raggiunto un accordo con l'amministrazione del presidente russo Dmitrij Medvedev per sostituire il trattato di riduzione delle armi strategiche del 1991 con un nuovo patto che riduce il numero di armi nucleari a lungo raggio negli arsenali di entrambi i paesi di circa un terzo. Obama e Medvedev hanno firmato il trattato nuovo nell'aprile 2010 e il senato degli Stati Uniti l'ha ratificata nel dicembre 2010. Nel dicembre del 2011, Obama ha incaricato le agenzie di prendere in considerazione i diritti LGBT quando emettevano aiuti finanziari all'estero. Ha criticato la legge della Russia che discrimina i gay nell'agosto 2013, ma si fermò prima di sostenere un boicottaggio delle future Olimpiadi invernali del 2014 tenutosi a Sochi (Russia). Barack Obama e Matteo Renzi nell'ottobre 2016. Le rispettive "sezioni di interessi" dei paesi nelle rispettive capitali sono state aggiornate alle ambasciate il 20 luglio 2015. Nel marzo del 2015, Obama ha dichiarato di aver autorizzato le forze Usa a fornire un supporto logistico e di intelligence ai Sauditi nel loro intervento militare in Yemen, istituendo una "Joint Planning Cell" con l'Arabia Saudita. Prima di lasciare l'ufficio, Obama ha affermato che la cancelliera tedesca Angela Merkel era stato il suo "partner internazionale più vicino" durante la sua carica di presidente. Guerra in Iraq Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra in Iraq. Il 27 febbraio 2009 Obama ha annunciato che le operazioni di combattimento in Iraq sarebbero finite entro 18 mesi. Le sue osservazioni furono fatte ad un gruppo di marines che si preparavano per l'allestimento in Afghanistan. Obama ha detto: "Lasciatemi dire questo il più possibile: entro il 31 agosto 2010, la nostra missione di combattimento in Iraq finirà". L'amministrazione Obama ha previsto che il ritiro delle truppe da combattimento venga completato entro l'agosto 2010, diminuendo i livelli di truppe di 142.000 lasciando una forza transitoria di circa 50.000 in Iraq fino alla fine del 2011. Il 19 agosto 2010, l'ultima brigata di combattimento statunitense uscì dall'Iraq. Le truppe rimanenti si sono trasferite dalle operazioni di combattimento contro il terrorismo e la formazione, l'attrezzatura e il consiglio delle forze di sicurezza irachene. Il 31 agosto 2010, Obama ha annunciato che la missione di combattimento degli Stati Uniti in Iraq è finita. Il 21 ottobre 2011 il presidente Obama ha annunciato che tutte le truppe Usa avrebbero lasciato l'Iraq in tempo per essere a "casa per le vacanze". Nel giugno 2014, dopo la cattura di Mossul da Daesh, Obama ha inviato 275 truppe per fornire supporto e sicurezza per il personale statunitense e l'Ambasciata Usa a Baghdad. Daesh ha continuato a guadagnare terreno e commettere massacri e pulizie etniche diffuse. Nell'agosto 2014, durante il massacro di Sinjar, Obama ha ordinato una campagna di attacchi aerei statunitensi contro Daesh. Entro la fine del 2014, 3.100 truppe americane sono state impegnate nel conflitto e 16.000 partenze sono state portate avanti sul campo di battaglia, principalmente dai piloti americani e dai piloti della Marina. Nella primavera del 2015, con l'aggiunta della "Panther Brigade" della 82nd Airborne Division, il numero di truppe terrestri statunitensi in Iraq è salito a 4.400 e, a luglio, le forze aeree di coalizione guidate dagli americani hanno contato 44.000 puntate sul campo di battaglia. Guerra in Afghanistan Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra in Afghanistan (2001-in corso). Obama in Afghanistan, 2012 All'inizio della sua presidenza, Obama si trasferì per rafforzare la forza degli Stati Uniti in Afghanistan.[136] Ha annunciato un aumento dei livelli di truppe statunitensi a 17.000 militari nel febbraio 2009 per "stabilizzare una situazione deteriorante in Afghanistan", un'area che ha affermato di non aver ricevuto "l'attenzione strategica, la direzione e le risorse che richiede urgentemente".[137] Ha sostituito il comandante militare in Afghanistan, il generale David D. McKiernan, nel maggio 2009 con l'ex comandante delle Forze Speciali, Lt. Gen. Stanley A. McChrystal, indicando che l'esperienza di Forze Speciali di McChrystal avrebbe facilitato l'uso di tattiche di controinsorgenza nella guerra. Il 1 ° dicembre 2009 Obama ha annunciato l'impiego di un milione di militari aggiuntivi per l'Afghanistan e ha proposto di avviare il ritiro delle truppe a 18 mesi da quella data.[138] Ciò è avvenuto nel luglio 2011. David Petraeus ha sostituito McChrystal nel giugno 2010, dopo che McChrystal Il personale ha criticato il personale della Casa Bianca in un articolo della rivista.[139] Nel febbraio 2013, Obama ha dichiarato che i militari americani avrebbero ridotto il livello delle truppe in Afghanistan da 68.000 a 34.000 soldati U.S. entro febbraio 2014.[140] Nell'ottobre 2015, la Casa Bianca ha annunciato un piano per mantenere indefinitamente le forze Usa in Afghanistan alla luce della peggiorata situazione della sicurezza.[141] Israele Obama incontra il Presidente di Israele Shimon Peres nell'Ufficio ovale, maggio 2009 Nel 2011 gli Stati Uniti hanno sottoposto a veto una risoluzione del Consiglio di sicurezza che condanna gli insediamenti israeliani, mentre gli Stati Uniti sono l'unica nazione a farlo.[142] Obama sostiene la soluzione dei due stati per il Conflitto arabo-israeliano basata sui confini del 1967 con scambi di terreni.[143] Nel giugno 2011 Obama ha dichiarato che il legame tra Stati Uniti e Israele è "infrangibile".[144] Durante gli anni iniziali dell'amministrazione Obama, gli Stati Uniti hanno aumentato la cooperazione militare con Israele, tra cui l'aumento dell'aiuto militare, il rilancio del gruppo militare congiunto Usa e Israele e il gruppo consultivo per la politica di difesa e un aumento delle visite tra gli alti livelli di funzionari militari di entrambi i paesi.[145][146] Nel 2013, Jeffrey Goldberg ha riferito che, secondo Obama, "con ogni nuovo annuncio di insediamento, Netanyahu sta spostando il suo paese verso un percorso verso l'isolamento quasi totale".[147] Nel 2014, Obama ha paragonato il Movimento sionista al movimento dei diritti civili negli Stati Uniti. Ha affermato che entrambi i movimenti cercano di portare giustizia e pari diritti ai popoli storicamente perseguitati. Ha spiegato: "Per me, essere pro-Israele e pro-ebreo è parte integrante dei valori che ho combattuto da quando ero politicamente consapevole e ho iniziato a farmi coinvolgere nella politica". Il 23 dicembre 2016, sotto l'amministrazione Obama, gli Stati Uniti si sono astenuti dalla risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, consentendole effettivamente di passare.[148] Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fortemente criticato le azioni dell'Amministrazione,[149][150] e il governo israeliano ha ritirato il contributo annuale dall'organizzazione, che ammonta a 6 milioni di dollari statunitensi il 6 gennaio 2017.[151] Il 5 gennaio 2017, la Camera dei rappresentanti statunitense ha votato 342-80 per condannare la risoluzione delle Nazioni Unite. Libia Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Intervento militare in Libia del 2011. Il Presidente Obama incontra il Presidente russo Vladimir Putin per discutere sulla Siria e Daesh, 29 settembre 2015 Nel febbraio 2011, hanno avuto inizio in Libia le proteste contro il dittatore Mu'ammar Gheddafi nel lungo periodo come parte della Primavera araba. Presto diventarono violenti. Nel mese di marzo, mentre le forze fedeli a Gheddafi avanzavano sui ribelli in tutta la Libia, chiede che una zona di volo senza limiti venga da tutto il mondo, tra cui l'Europa, la Lega araba e una risoluzione[152] approvata all'unanimità dal Senato Usa.[153] In risposta al passaggio unanime della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 17 marzo, Gheddafi, che aveva precedentemente promesso di "non mostrare pietà" ai ribelli di Bengasi,[154] ha annunciato una cessazione immediata delle attività militari.[155] Tuttavia sono arrivati i resoconti che le sue forze hanno continuato a bombardare Misurata. Il giorno dopo, sugli ordini di Obama, le forze armate statunitensi hanno partecipato agli scioperi aerei per distruggere le capacità di difesa aerea del governo libico per proteggere i civili e imporre una zona di non volo,[156] compreso l'uso di missili Tomahawk, B-2 Spirits, e gli aerei da caccia.[157][158][159] Sei giorni dopo, il 25 marzo, con voto unanime di tutti i suoi 28 membri, la NATO ha assunto la direzione dello sforzo, chiamato Operation Unified Protector.[160] Alcuni rappresentanti[161] domandarono se Obama avesse l'autorità costituzionale di ordinare un'azione militare oltre a mettere in discussione il suo costo, la sua struttura e le sue conseguenze.[162][163] Guerra civile siriana Il 18 agosto 2011, diversi mesi dopo l'inizio della Guerra civile siriana, Obama ha rilasciato una dichiarazione scritta che ha dichiarato: "È giunto il momento per il presidente Assad di mettersi da parte".[164][165] Questa posizione è stata ribadita nel mese di novembre 2015.[166] Nel 2012 Obama ha autorizzato più programmi gestiti dalla CIA e dal Pentagono per addestrare i ribelli anti Assad. Il programma del Pentagono si è considerato fallibile ed è stato formalmente abbandonato nell'ottobre 2015.[167][168] Sulla scia di un attacco di armi chimiche in Siria, formalmente accusato dall'amministrazione Obama sul governo di Assad, Obama ha scelto di non applicare la "linea rossa" che aveva promesso[169] e, piuttosto che autorizzare l'azione promessa militare contro Assad, è andato incontro all'offerta mediata dalla Russia che ha fatto sì che Assad abbandonasse le armi chimiche; Tuttavia gli attacchi con il cloro sono continuati.[170][171] Nel 2014, Obama ha autorizzato una campagna aerea mirata principalmente all'Isil, ma ha ripetutamente promesso che gli Stati Uniti non avrebbero messo in atto truppe terrestri in Siria.[172][173] Morte di Osama bin Laden Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Morte di Osama bin Laden. File:President Obama on Death of Osama bin Laden.ogv Indirizzo del Presidente Obama (9:28) Anche disponibile: MENU0:00 A partire dalle informazioni ricevute dagli operatori della Central Intelligence Agency nel luglio 2010, la CIA ha sviluppato informazioni nei successivi mesi che hanno determinato quello che credevano fosse il nascondiglio di Osama bin Laden. Viveva in isolamento in un grande complesso a Abbottabad, Pakistan, una zona suburbana a 56 miglia da Islamabad.[174] Il capo della CIA, Leon Panetta, ha riferito ciò al presidente Obama nel marzo 2011.[174] Incontrando i suoi consiglieri di sicurezza nazionale nel corso delle sei settimane successive, Obama ha respinto un piano per bombardare il complesso e ha autorizzato un "raid chirurgico" da condurre dal Navy Seal.[174] L'operazione è avvenuta il 1º maggio 2011 e ha portato alla morte di bin Laden.[175][176] Il test del DNA è stato uno dei cinque metodi usati per identificare positivamente il cadavere di bin Laden,[177] che è stato sepolto in mare diverse ore dopo.[178] A pochi minuti dall'annuncio del Presidente da Washington, DC, in tarda sera il 1º maggio, c'erano celebrazioni spontanee in tutto il paese, come folle riunite al di fuori della Casa Bianca, a New York City Ground Zero e Times Square.[179] La reazione all'annuncio è stata positiva per tutte le linee del partito, anche da gli ex presidenti Bill Clinton e George W. Bush[180] e da molti paesi di tutto il mondo.[181] Discussioni nucleari in Iran Magnifying glass icon mgx2.svg	Lo stesso argomento in dettaglio: Piano d'azione congiunto globale. Obama parla con Benjamin Netanyahu, marzo 2013 Nel novembre 2013, l'amministrazione Obama ha avviato negoziati con l'Iran per impedire l'acquisizione di armi nucleari, che includevano un accordo interinale. I negoziati hanno durato due anni con numerosi ritardi, con un accordo che è stato annunciato il 14 luglio 2015. L'accordo, intitolato "Accordo sul nucleare iraniano", ha visto l'eliminazione delle sanzioni in cambio di misure che impedirebbero a l'Iran di produrre armi nucleari. Mentre Obama ha salutato l'accordo come un passo verso un mondo migliore, l'accordo ha richiamato una forte critica dall'ala repubblicana e conservatrice e dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.[182][183][184] Rapporti con Cuba Il Presidente Obama incontra il Presidente cubano Raúl Castro a Panama, aprile 2015 Dalla primavera del 2013 sono stati condotti incontri segreti tra gli Stati Uniti e Cuba nelle sedi neutre del Canada e della Città del Vaticano.[185] Il Vaticano si è dapprima coinvolto nel 2013 quando Papa Francesco ha consigliato agli Usa e Cuba di scambiare i prigionieri come un gesto di buona volontà.[186] Il 10 dicembre 2013, il presidente cubano Raúl Castro, in un momento pubblico significativo, ha salutato e stretto la mano a Obama al servizio commemorativo di Nelson Mandela a Johannesburg.[187] Nel dicembre 2014, dopo le riunioni segrete, è stato annunciato che Obama, con Papa Francesco come intermediario, aveva negoziato un ripristino delle relazioni con Cuba, dopo quasi sessant'anni di distensione.[188] Il The New Republic ha ritenuto che il Cuban Thow fosse "il miglior risultato della politica estera di Obama". Il 1º luglio 2015 il presidente Barack Obama ha annunciato che i rapporti diplomatici formali tra Cuba e gli Stati Uniti riprenderanno e le ambasciate sarebbero state aperte a Washington e all'Avana. Le rispettive sezioni "interessi" dei paesi nelle capitali di un altro sono state aggiornate rispettivamente alle ambasciate il 20 luglio e il 13 agosto 2015. Obama ha visitato l'Havana, Cuba per due giorni il 12 e 13 marzo 2016, diventando il primo Presidente Usa in arrivo da Calvin Coolidge nel 1928. Africa Obama ha parlato davanti all'Unione africana ad Addis Abeba, in Etiopia, il 29 luglio 2015, il primo presidente Usa a farlo. Ha espresso un discorso incoraggiante al mondo per aumentare i legami economici attraverso investimenti e scambi con il continente e ha lodato i progressi compiuti nell'istruzione, nell'infrastruttura e nell'economia. Ha anche criticato la mancanza di democrazia e di leader che rifiutano di mettere da parte, discriminazione contro le minoranze (persone LGBT, gruppi religiosi e etnie) e la corruzione. Ha suggerito un'intensificazione della democratizzazione e del libero scambio, per migliorare significativamente la qualità della vita degli africani. Durante il suo viaggio nel luglio 2015, Obama è stato anche il primo presidente Usa che ha mai visitato il Kenya, che è la patria di suo padre.[189] Discorso di Hiroshima Il 27 maggio 2016, 2½ mesi prima del 71º anniversario del bombardamento atomico statunitense di Hiroshima che ha concluso la Seconda guerra mondiale, Obama è diventato il primo presidente americano a visitare Hiroshima, in Giappone. Accompagnato dal primo ministro giapponese Shinzō Abe, Obama ha reso omaggio alle vittime del bombardamento nel Museo della Memoria della Pace di Hiroshima.[190] Russia Dopo l'invasione della Crimea nel 2014, l'intervento militare in Siria nel 2015 e l'interferenza nelle elezioni presidenziali del 2016 nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2016, la politica di Obama nei confronti della Russia volta a imporre sanzioni e misure comunque di contrasto è stata ritenuta non abbastanza efficace.[191][192] George Robertson, ex segretario alla difesa britannico e segretario generale della NATO, ha affermato che Obama aveva "permesso a Putin di tornare sul palcoscenico mondiale e provare la decisione dell'Occidente", aggiungendo che l'eredità di questo disastro avrebbe avuto durata.[193] Dopo la Presidenza Barack Obama insieme ad Angela Merkel durante una discussione a tavola rotonda presso la Porta di Brandeburgo in occasione del Congresso protestante tedesco a Berlino e Wittenberg nel 2017 La presidenza di Barack Obama si è conclusa a mezzogiorno il 20 gennaio 2017, subito dopo l'insediamento del suo successore repubblicano Donald Trump.[194] Una volta lasciata la Presidenza gli Obama si trasferiscono in una casa a Washington.[195] Durante le elezioni presidenziali del Comitato Nazionale Democratico del 2017, l'amministrazione Obama ha esortato Tom Perez a concorrere contro Keith Ellison e il presidente Barack Obama ha chiamato personalmente i membri del DNC per votare Perez.[196] Il 2 marzo 2017, la Biblioteca e il Museo Presidenziale di John F. Kennedy hanno assegnato il premio annuale "Courage Award" a Obama "per il suo impegno costante nei confronti degli ideali democratici e l'elevazione dello standard di coraggio politico".[197] Il 24 aprile 2017, durante la sua prima apparizione pubblica, Obama è apparso in un seminario presso l'Università di Chicago rivolto all'impegno con una nuova generazione, nonché all'appello per la loro partecipazione alla politica.[198] Il 4 maggio 2017, tre giorni prima delle elezioni presidenziali francesi, Obama ha sostenuto Emmanuel Macron: "Egli si appella alle speranze delle persone e non alle loro paure, e mi sono divertito a parlare recentemente a Emmanuel per ascoltare del suo movimento indipendente e della sua visione per il futuro della Francia".[199] Macron ha successivamente vinto le elezioni. Barack e Michelle Obama al funerale dell'ex presidente George H. W. Bush insieme a Bill e Hillary Clinton, Jimmy e Rosalynn Carter e al presidente Donald Trump con la moglie Melania, 5 dicembre 2018 Il 9 maggio 2017, Obama ha tenuto un discorso che esorta a partecipare alle elezioni e alla ricerca durante un vertice di innovazione alimentare a Milano, in Italia, dicendo anche: "se non votate e non prestate attenzione, non riflettete il vostro interesse".[200] Mentre è a Berlino il 25 maggio, Obama ha tenuto un comizio pubblico con la Cancelliera Merkel, dove ha sottolineato l’importanza per i leader a riflettere su se stessi; Obama è stato formalmente invitato a Berlino come parte di uno sforzo per promuovere la campagna di rielezione della Merkel.[201] Obama ha viaggiato a Kensington Palace in Inghilterra e ha incontrato il principe Harry il 27 maggio 2017; Obama ha poi twittato che i due hanno discusso dei loro valori fondamentali e hanno offerto le loro condoglianze a seguito dell'attentato di Manchester Arena verificatosi cinque giorni prima.[202] Barack Obama al World Travel & Tourism Council, 3 aprile 2019 Il primo giugno, dopo che il presidente Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi, Obama ha pubblicato una dichiarazione in disaccordo con la scelta: "Ma anche in assenza di leadership americana, anche se questa amministrazione si unisce a una piccola manciata di nazioni che respingono il futuro, sono fiducioso che i nostri stati, le città e le imprese potranno aumentare e fare ancora di più per aprire la strada e aiutare a proteggere il nostro pianeta per le generazioni future."[203] Barack Obama ha tenuto un discorso pubblico a Montréal il 6 giugno 2017.[204] Riconoscimenti e onorificenze Onorificenze straniere Collare dell'Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) - nastrino per uniforme ordinaria	Collare dell'Ordine del re Abd al-Aziz (Arabia Saudita) — 3 giugno 2009[205] Collare dell'Ordine di Sikatuna (Filippine) - nastrino per uniforme ordinaria	Collare dell'Ordine di Sikatuna (Filippine) — 2014[206][207] Cavaliere dell'Ordine del Rajamitrabhorn (Thailandia) - nastrino per uniforme ordinaria	Cavaliere dell'Ordine del Rajamitrabhorn (Thailandia) — 2012 Premio Nobel Barack Obama con la medaglia e il diploma del Premio Nobel Il 9 ottobre 2009 il comitato di Oslo gli conferì il Premio Nobel per la Pace «per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli» La motivazione fa riferimento al suo incessante tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo distensivo e costruttivo col Medio Oriente. Il riconoscimento, consistente in una medaglia, un diploma e un assegno di 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro) gli fu consegnato a Oslo il 10 dicembre. «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».[208] Nonostante queste motivazioni, l'attribuzione del Nobel a un presidente eletto da così poco tempo suscitò polemiche. Secondo un sondaggio informale pubblicato dalla MSNBC il 62% degli intervistati pensava che fosse immeritato, mentre numerose critiche furono sollevate dai repubblicani e dalla stampa.[209][210] Lo stesso Obama non mancò di far notare che, a suo parere, altri avrebbero maggiormente meritato il premio.[211] Tassonomia Tosanoides obama In seguito alle sue politiche di conservazione e tutela ambientale, alcuni biologi hanno dedicato al presidente Obama le specie di pesci di cui sono stati autori di descrizione scientifica: Etheostoma obama, nel 2012 Teleogramma obamaorum, nel 2015 Tosanoides obama, nel 2016 Visione politica Obama è stato fin dall'inizio un avversario delle politiche dell'amministrazione Bush in Iraq.[212] Il 2 ottobre 2002, il giorno in cui il presidente George W. Bush e il Congresso hanno approvato la risoluzione congiunta che ha autorizzato l'invasione dell'Iraq,[213] Obama ha affrontato la prima grande manifestazione contro la guerra al Kluczynski Federal Building[214] di Chicago, prendendo posizione contro la guerra.[215][216] Il 16 marzo 2003, il giorno in cui il presidente Bush ha dato un ultimatum di 48 ore a Saddam Hussein, in cui ha chiesto di lasciare l'Iraq prima dell'arrivo delle truppe statunitensi, Obama ha parlato al più grande raduno di Chicago contro la guerra al Richard J. Daley Center e ha detto alla folla che "non è troppo tardi" per fermare la guerra.[217] Obama ha detto che, se eletto, farà tagli di bilancio di decine di miliardi di dollari, cesserà gli investimenti in sistemi di difesa missilistica "non testata", si opporrà ad armare lo spazio esterno, "rallenterà lo sviluppo di Future Combat Systems", e cercherà di eliminare tutte le armi nucleari. Obama sostiene lo sviluppo di fine di nuove armi nucleari, riducendo l'arsenale nucleare degli Stati Uniti, alla ricerca di un divieto globale di produzione di materiale fissile, e cercando di negoziare con la Russia per ridurre il livello di allerta sui missili balistici intercontinentali.[218] Nel novembre 2006 Obama ha chiesto un graduale ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq e l'apertura del dialogo diplomatico con la Siria e l'Iran.[219] In un discorso del marzo 2007 per il gruppo di lobby proisraelian AIPAC, ha detto che il modo principale per prevenire lo sviluppo di armi nucleari da parte dell'Iran sono i colloqui e la diplomazia. Obama ha affermato di non impegnarsi nella diplomazia diretta presidenziale con l'Iran senza condizioni preliminari.[220][221][222] Dettagliata è la sua strategia per la lotta contro il terrorismo globale nel mese di agosto del 2007. In un editoriale nel dicembre 2005, pubblicato sul Washington Post, e il Save Darfur nel mese di aprile del 2006, Obama ha chiesto un'azione più forte per fermare il genocidio nella regione sudanese del Darfur.[223] Ha ritirato un investimento di 180.000 azioni in società collegate al Sudan e ha chiesto il ritiro degli investimenti da parte di società che operano in Iran.[224] Nel numero di luglio-agosto 2007 della rivista Foreign Affairs, Obama ha chiesto una politica estera più aperta dopo l'Iraq e di rinnovare la leadership militare, il mondo diplomatico e la morale da parte degli Stati Uniti. Ha detto "non possiamo né ritirarci dal mondo, né cercare di costringerci ad obbedire" ha chiesto agli americani di "guidare il mondo, le azioni e l'esempio".[225] In materia economica, nel mese di aprile 2005, ha difeso le politiche sociali del New Deal di Franklin D. Roosevelt e si è opposto alle proposte repubblicane per stabilire conti privati per la protezione sociale.[226] Dopo l'uragano Katrina, Obama ha preso posizione contro l'indifferenza del governo di fronte alle crescenti disparità economiche tra le classi sociali, chiedendo ad entrambi i partiti politici di adoperarsi per il ripristino della rete sociale affidabile per i poveri. Poco dopo aver annunciato la sua candidatura alla presidenza, Obama ha affermato di sostenere l'assistenza sanitaria universale negli Stati Uniti, Obama propone di pagare gli insegnanti attraverso sistemi tradizionali basati sulle valutazioni delle prestazioni, assicurando che i sindacati apportino modifiche attraverso procedure di contrattazione collettiva. Nel settembre 2007 ha accusato i gruppi di interesse di distorcere il codice fiscale statunitense.[227] Il suo piano eliminerebbe le tasse per i pensionati con un reddito inferiore a 50 000 $ all'anno, eliminerebbe tagli alle tasse per coloro che guadagnano oltre 250.000 $ l'anno e tagli d'imposta su dividendi e profitti,[228] eliminerebbe scappatoie per evitare il pagamento delle imposte da parte delle società, avrebbe sollevato la soglia per la carica di protezione sociale che limiterebbe l'accesso ai paradisi fiscali all'estero, e semplificherebbe i processi di richieste delle dichiarazioni dei redditi da informazioni precomplete dallo stipendio e dal sistema bancario già raccolte dai IRS.[229] Nell'annunciare il programma energetico del governo nel mese di ottobre del 2007, Obama ha proposto un sistema di aste per limitare le emissioni di carbonio e di un programma decennale di investimenti in nuove fonti di energia per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti delle importazioni di petrolio.[230] Obama ha proposto che tutti i crediti per l'inquinamento siano venduti all'asta senza continuare ad applicare le vecchie regole alle compagnie petrolifere e gas e che le entrate guadagnate siano spese per lo sviluppo energetico e i costi della transizione economica.[231] Obama ha incoraggiato i democratici ad avvicinarsi agli evangelici e ad altri gruppi religiosi.[232] Nel dicembre 2006 si è unito al senatore Sam Brownback (repubblicano, del Kansas) al Vertice globale sull'AIDS e la Chiesa organizzata dai leader religiosi Kay e Rick Warren.[233] Insieme a Warren e Brownback, Obama ha fatto un test HIV, come ha fatto in Kenya meno di quattro mesi prima.[234] Ha incoraggiato l'"altro pubblico a fare lo stesso" e a non vergognarsi.[235] Prima della conferenza, diciotto gruppi anti-aborto hanno pubblicato una lettera aperta, in cui hanno detto, riferendosi al sostegno di Obama per l'aborto legale "nei termini più forti possibili, ci opponiamo alla decisione di Rick Warren 'di ignorare l'ovvio atteggiamento pro-morte del senatore Obama e lo invitiamo alla Chiesa di Saddleback".[236] Affrontando oltre 8.000 membri della Chiesa unita di Cristo nel giugno 2007, Obama ha sfidato i "cosiddetti leader del diritto cristiano". Un metodo utilizzato dagli analisti politici per misurare l'ideologia politica è quello di confrontare i voti annuali degli Americans for Democratic Action (ADA) con quelli dell'American Conservative Union (ACU).[237] Sulla base degli anni del Congresso, Obama ha una media conservativa del 7.67% dall'ACU[238] e un 90% dall'ADA.[239] Famiglia e religione Barack Obama alla Casa Bianca insieme alla first lady Michelle Obama e alle loro due figlie, Malia e Sasha. Nell'estate del 1989, mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley Austin di Chicago, Obama incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della medesima società.[240] Michelle e Barack Obama si sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago. La cerimonia fu celebrata dal reverendo Jeremiah Wright.[241] Gli Obama hanno due figlie: Malia, nata nel 1998, e Natasha, detta Sasha, nel 2001.[240] Un passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo libro del 2006, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), gli furono ispirati dai sermoni del reverendo Wright.[242] Nel suo libro, Obama così descrive l'esser cresciuto in un ambiente non-religioso: «Non sono cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas, erano cresciuti in famiglie battiste e metodiste, ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in piccole città del Kansas, Oklahoma e Texas, non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre è stato quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo due anni; ad ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano, quando incontrò mia madre era ormai un ateo convinto e riteneva che la religione fosse solo superstizione.» Obama scrive che le sue convinzioni religiose si formarono intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune chiese locali, organizzando la comunità. Lì comprese "il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali": «Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità.[243]» Critiche Manifestanti di Occupy Wall Street chiedono a Obama di non essere il pupazzo della finanza Si è attirato le critiche di progressisti, come il giornalista David Sirota, quando votò per confermare Condoleezza Rice come Segretario di Stato, quando votò a favore di una legge di azione collettiva "scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante si fosse presentato come un candidato contro la guerra.[244] Il professore afro-americano Cornel West, dell'Università di Princeton, sollevò forti dubbi su Obama, in particolare sulla scarsa trasparenza dei finanziamenti per la campagna elettorale.[245] Tra i critici più radicali, lo storico Webster Tarpley, già noto come critico spietato dei neoconservatori, è autore di due libri polemici su Obama pubblicati nel 2008, fra cui una biografia non autorizzata.[246] Obama si è inoltre attirato le critiche della Santa Sede e del mondo cattolico per la sua svolta sull'aborto.[247] A un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca, si moltiplicarono gli articoli critici sul suo operato. Obama in campagna elettorale aveva inserito nel suo programma la fine della guerra in Iraq e la riduzione delle truppe in Afghanistan, nonché una nuova politica di apertura e di pace nei confronti dell'Iran. L'aumento delle truppe in Afghanistan, l'assenza di un'exit strategy dall'Iraq, il mantenimento di leggi controverse, come il patriot act di Bush, alimentarono le tesi critiche.[248] Anche il seguito della gestione degli affari esteri è stata oggetto di apprezzamenti non sempre positivi, per i suoi limitati conseguimenti.[249] Teorie del complotto Una nota teoria del complotto (birthism o birther movement) sostiene che Obama non sarebbe nato a Honolulu ma in una non meglio specificata località kenyota, e dunque che sarebbe stato incandidabile e ancor meno eleggibile alla carica di Presidente degli Stati Uniti.[250] Tra i sostenitori della teoria, il suo successore Donald Trump, che l'ha pubblicamente rilanciata nel 2007 e ha in seguito sottolineato come, dopo anni di richieste, Obama, all'epoca Presidente, non avesse ancora fatto chiarezza in merito. La Casa Bianca ha poi rilasciato una scansione ufficiale del certificato di nascita di Obama il 27 aprile 2011.[251] Lo stesso Trump ha in seguito rivisto la propria posizione in merito.[252] Opere Nel 1995 Obama ha pubblicato un'autobiografia, I sogni di mio padre (Dreams from My Father), che riguarda gli anni sino al 1988, con una seconda edizione, con qualche modifica, nel 2004. In Italia fu pubblicata dalla casa editrice Nutrimenti nel 2007. La versione in audiolibro fu premiata nel 2006 con un Grammy Award for Best Spoken Word Album.[253] Nel dicembre 2004, Obama strinse un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri.[254] Il primo, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), è uscito il 17 ottobre 2006, e delinea le sue convinzioni politiche.[255][256] Il secondo, Di voi io canto (Of Thee I Sing) è un libro per bambini uscito nel 2010, i cui profitti vengono devoluti in beneficenza. Della terza opera, anch'essa autobiografica come il primo libro, è stato pubblicato il primo volume dal titolo Una terra promessa (A Promised Land) il 17 novembre 2020. Il volume termina con la morte di Osama bin Laden. Risultati elettorali Elezioni Presidenziali negli Stati Uniti del 2012 Barack Obama (D), 332 grandi elettori (51,1% di voti)[257] Mitt Romney (R), 206 grandi elettori (47,2% di voti)[257] Elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2008 Barack Obama (D), 365 grandi elettori (52,9% di voti)[258] John McCain (R), 173 grandi elettori (45,7% di voti)[258] 2004 Elezione al Senato Federale Barack Obama (D), 70% Alan Keyes (R), 27% Albert J. Franzen (I), 2% Kerry John (L), 1% 2000 Elezione alla Camera dei Rappresentanti - 1º distretto (Primarie dei Democratici) Bobby Rush (D), 61% Barack Obama (D), 30% Donne Trotter (D), 7% Media Il Weekly Address è il comunicato settimanale del Presidente degli Stati Uniti d'America, una prassi inaugurata da Franklin Delano Roosevelt. Barack Obama ha sempre dato molta importanza alla comunicazione mediatica e a internet, per mantenere uno stretto legame con il popolo americano che lo ha eletto. Il suo comunicato settimanale, in cui illustra le iniziative della sua Amministrazione, compare ogni sabato sul sito della Casa Bianca, è disponibile anche come podcast, e può essere incorporato nelle pagine utenti delle principali reti sociali. Filmografia Documentari Barack Obama - L'uomo, il presidente (By the People: The Election of Barack Obama), regia di Amy Rice e Alicia Sams (2009) Punto di non ritorno - Before the Flood (Before the Flood), regia di Fisher Stevens (2016) Film biografici Ti amo Presidente (Southside with You), regia di Richard Tanne (2016) Barry, regia di Vikram Gandhi (2016) Doppiatori italiani Nelle versioni in italiano delle sue partecipazioni a film o documentari, è stato doppiato da: Antonio Sanna in Battleship, Zero Dark Thirty Davide Marzi in Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie Loris Loddi in Operation: Endgame Francesco Prando in Bear Grylls vs Obama Roberto Chevalier in Il quinto potere Andrea Lavagnino in Cogan: Killing Them Softly Albero genealogico Il genealogista Bruce Harrison, fondatore del Family Forest Project, ha rivelato pubblicamente di avere trovato legami genealogici tra Obama e alcuni presidenti precedenti, come George Washington, James Madison, Harry Truman e Jimmy Carter.[259][260] Secondo la New England Historic Genealogical Society Obama sarebbe parente, oltre che dei suddetti presidenti anche del suo predecessore George W. Bush, del padre George H. W. Bush, di Gerald Ford e Lyndon B. Johnson.[261] Non solo, Obama condivide degli antenati comuni con l'ex senatore del North Carolina John Edwards, con l'ex governatore del Nuovo Messico Bill Richardson e, curiosamente, con entrambi i suoi concorrenti repubblicani alle elezioni presidenziali: il senatore John McCain, e il governatore Mitt Romney.[259][260] Il presidente Obama, secondo varie ricerche, andando indietro di cinque secoli, sarebbe anche parente del generale della seconda guerra mondiale George Smith Patton e del musicista Quincy Jones.[259][260] Sempre secondo la New England Historic Genealogical Society Obama sarebbe anche un lontano cugino dell'attore Brad Pitt, del generale separatista Robert Edward Lee e addirittura del primo ministro inglese Winston Churchill.[261] Nel suo libro autobiografico, I sogni di mio padre, lo stesso Obama ha sostenuto di avere scoperto che uno degli antenati della madre era cugino di secondo grado di Jefferson Davis, primo e unico presidente degli Stati Confederati d'America. Altri studi genealogici hanno evidenziato che Obama è cugino di ottavo grado dell'ex vicepresidente Dick Cheney. La scoperta, fatta dalla stessa moglie, Lynn Cheney, è stata annunciata il 17 settembre 2007, ed è stata confermata dal portavoce di Cheney e da quello di Obama, Bill Burton.[262][263] La notizia è stata pubblicata per la prima volta il 9 settembre 2007 da un editorialista del quotidiano locale Chicago Sun-Times.[264] L'articolo afferma inoltre che George W. Bush e Obama sarebbero cugini di 11º grado tramite Samuel Hinckley e Sarah Soole, che vissero nel Massachusetts durante il XVII secolo. Obama sarebbe invece imparentato con Dick Cheney, anche lui come cugino di 11º grado, tramite Mareen e Susannah Duval, emigrati dalla Francia verso gli Stati Uniti nel XVII secolo. La notizia è stata ripresa dal New York Post del 18 ottobre 2008.[265] Secondo nuove versioni, Cheney e Obama sarebbero cugini di 8º grado, mentre è confermato il grado di parentela fra Bush e Obama. Genitori			Nonni			Bisnonni			Trisnonni Obama			Opiyo Marrgorat Hussein Onyango Obama Nyaoke	… … Barack Obama, Sr. Njoga	Okela … Akumu Njoga Bwogi Otore	… … Barack Obama Ralph Waldo Emerson Dunham, Sr	Jacob William Dunham Mary Ann Kearney Stanley Armour Dunham Ruth Lucille Armour	Harry Ellington Armour Gabriella Clark Stanley Ann Dunham Rolla Charles Payne	Charles Thomas Payne Della L. Wolfley Madelyn Lee Payne Leona Belle McCurry	Thomas Creekmore McCurry Margaret Belle Wright Galleria d'immagini Il Presidente Barack Obama e il Primo ministro Gordon Brown si incontrano nell'Ufficio ovale alla Casa bianca Il Presidente Barack Obama, accompagnato dal Primo ministro italiano Silvio Berlusconi, visita il luogo dei danni causati dal terremoto dell'Aquila, Italia, mercoledì 8 luglio 2009 Il 18 febbraio 2010, Barack Obama incontra il Dalai Lama nella Map Room della Casa Bianca Nicolas Sarkozy accoglie Barack Obama al vertice del G20 a Cannes il 3 novembre 2011 Barack Obama e il presidente Joachim Gauck della Germania al Palazzo Bellevue di Berlino il 19 giugno 2013 Il Presidente Obama insieme al Primo ministro del Belgio Elio Di Rupo e Re Filippo al Campo cimitero fiammingo americano in Belgio il 26 marzo 2014 Papa Francesco incontra Barack Obama in Vaticano il 27 marzo 2014. Note Aaron Chambers, Obama Today Promises New Future for Nation in Announcing Presidential Bid, in Rockford Register Star, 10 febbraio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007. ^ Usa: Time Magazine, Obama Persona dell'anno 2008 Archiviato il 31 agosto 2009 in Internet Archive. ^ Usa: Time Magazine, Obama Persona dell'anno 2012 Archiviato il 19 dicembre 2012 in Internet Archive. ^ The Nobel Peace Prize 2009, su nobelprize.org (archiviato il 10 ottobre 2009). ^ Obama (1995), Capitolo 1. Per estratti, vedi Barack Obama: Creation of Tales, in East African, 1º novembre 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007). ^ President Obama's Long Form Birth Certificate Archiviato il 1º gennaio 2017 in Internet Archive. ^ Obama (1995), pp. 3-5, 9-10 e 125-126. Vedi anche: Scott Turow, The New Face of the Democratic Party—and America, in Salon, 30 marzo 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2007). ^ Obama (1995), pp. 3-5. Vedi anche: Philip Ochieng, From Home Squared to the US Senate: How Barack Obama Was Lost and Found, in The East African, 1º novembre 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007). ^ Obama (1995), pp. 30-31. Per dettagli sulla scuola primaria di Obama in Indonesia, vedi Obama (1995), p. 154, e Obama (2006), p. 274. Vedi anche: Insight magazine "madrassa" media controversy ^ CNN debunks false report about Obama - CNN.com, su edition.cnn.com. URL consultato il 18 luglio 2019. William Finnegan, The Candidate: How the Son of a Kenyan Economist Became an Illinois Everyman, in New Yorker, 31 maggio 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 9 settembre 2012). ^ Reyes B.J., Punahou left lasting impression on Obama, in Honolulu Star-Bulletin, 8 febbraio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato l'11 febbraio 2007). ^ Obama (1995), Prefazione all'edizione del 2004, p. xi. Vedi anche: Julia Suryakusuma, Obama for President ... of Indonesia, Jakarta Post, 29 novembre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007). ^ Obama (1995), pp. 9-10. ^ Obama (1995), pp. 93-94. Vedi anche: Lois Romano, Effect of Obama's Candor Remains to Be Seen, in Washington Post, 3 gennaio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007. ^ Obama, McCain talk issues at pastor's forum, su CNN.com. URL consultato il 4 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008). ^ Per un paragone con la frase di Bill Clinton "non ho mai sniffato", detta durante la campagna elettorale presidenziale del 1992, vedi: Katharine Q Seelye, Barack Obama, Asked about Drug History, Admits He Inhaled, in New York Times, ripubblicato in International Herald Tribune, 24 ottobre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 4 novembre 2006). Per l'intera trascrizione dell'intervista, vedi: David Remnick, Testing the Waters, in New Yorker Online Only, 10 ottobre 2006 (text and audio). URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2007). ^ Larry Gordon, Occidental Recalls 'Barry' Obama, in Los Angeles Times, 29 gennaio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007. Shira Boss-Bicak, Barack Obama '83: Is He the New Face of The Democratic Party?, in Columbia College Today, gennaio 2005. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2007). ^ Curriculum Vitae, su University of Chicago Law School. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2001). Vedi anche: Obama (1995), pp. 135-136. Curriculum Vitae, su University of Chicago Law School. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2001). ^ Fox Butterworth, First Black Elected to Head Harvard's Law Review, in New York Times, 6 febbraio 1990, Late Edition - Final, Section A, p. 20, colonna 4. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2007). Vedi anche: Michael Levenson e Jonathan Saltzman, At Harvard Law, a Unifying Voice, in Boston Globe, 28 gennaio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 14 dicembre 2008). ^ Vote of Confidence, su Chicago magazine, gennaio 1993. URL consultato l'8 giugno 2016 (archiviato il 27 maggio 2008). ^ Jesse, ed White, Illinois Blue Book: 2003-2004 (PDF), in —, p. 81. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2006). ^ 90th General Assembly State of Illinois, Bills and Resolutions Sponsored or Cosponsored by Barack Obama (archiviato il 30 settembre 2007). 91st General Assembly State of Illinois, Bills and Resolutions Sponsored or Cosponsored by Barack Obama. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 5 luglio 2006). ^ 2000 U.S. House of Representatives Results, in Federal Election Commission, 31 maggio 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 28 marzo 2008). ^ Curtis Lawrence, Rush, opponents clash off the air, in Chicago Sun Times, 19 febbraio 2000. URL consultato il 13 febbraio 2007 (archiviato il 24 settembre 2015). ^ State Legislation Relating to the Breast and Cervical Cancer Prevention and Treatment Act of 2000, in Federal Election Commission, National Conference of State Legislatures, luglio 2002. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2001). ^ 92nd General Assembly State of Illinois, Bills and Resolutions Sponsored or Cosponsored by Barack Obama. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 18 dicembre 2006). ^ Vote Totals, General Election 2002, 13th Senate, su Illinois State Board of Elections. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2007). ^ Slevin Peter, Obama Forged Political Mettle in Illinois Capitol, in Washington Post, 9 febbraio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 16 maggio 2008). Vedi anche il video CLTV: In-Depth Look at Obama's Political Career, in CLTV, Chicago Tribune, 9 febbraio 2007. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2019). ^ Colleen Mastony, Cops Give Obama Subdued Reception [collegamento interrotto], in Chicago Tribune, 20 agosto 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007. ^ David Mendell, Obama Routs Democratic Foes; Ryan Tops Crowded GOP Field, in Chicago Tribune, 17 marzo 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007. ^ Scott Fornek, Obama's Appeal Spans Racial Lines, in Chicago Sun-Times, at Find Articles, 18 marzo 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 24 settembre 2015). ^ Christopher Hayes, Check Bounce [collegamento interrotto], in TNR Online, 17 marzo 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007. ^ Ryan Drops Out of Senate race in Illinois, in CNN, 25 giugno 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 18 ottobre 2012). ^ Maura Kelly Lannan, Alan Keyes Enters U.S. Senate Race in Illinois Against Rising Democratic Star, in Associated Press, Union-Tribune (San Diego), 9 agosto 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 18 settembre 2008). ^ Ford Liam e David Mendell, Keyes Sets Up House in Cal City, in Chicago Tribune, 13 agosto 2004. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 16 maggio 2008). ^ Keyes-Obama Debates, su Keyes Obama Debates. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2006). ^ America Votes 2004: U.S. Senate / Illinois, in CNN. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 16 aprile 2008). ^ Barack Obama Sworn in to U.S. Senate, in WLS-TV (ABC 7, Chicago). URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2009). ^ Jodi Enda, Great Expectations, in The American Prospect, 5 febbraio 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2006). ^ Brendan R. Linn, Power to Advise Obama for Year, in Harvard Crimson, 25 luglio 2005. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2007). ^ Perry Bacon Jr., Barack Obama: The Future of the Democratic Party?, in TIME, 18 aprile 2005. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato l'8 febbraio 2007). ^ William Skidelsky, Revolutionising the Future: From Tennis to Teleportation, in New Statesman, 17 ottobre 2005. URL consultato il 10 febbraio 2007. ^ Commencement 2005: Knox honors U.S. Senator Barack Obama (XML), in Knox College, 10 maggio 2005. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 16 febbraio 2007). ^ U.S. Sen. Barack Obama to Receive Honorary Degree, Address 2,500 UMass Boston Graduates, in University of Massachusetts Boston, 26 maggio 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 15 maggio 2007). ^ Commencement 2006: Sen. Obama to Address Grads, in Northwestern University, 6 giugno 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 14 dicembre 2006). ^ Sen. Obama Addresses Xavier Graduates, in Associated Press, USA Today, 13 agosto 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 24 marzo 2007). ^ Committee Assignments, su Barack Obama U.S. Senate Office. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2006). ^ President Bush Signs Federal Funding Accountability and Transparency Act, in White House, 26 settembre 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 5 maggio 2009). ^ 109th Congress U.S. Senate, Bills, Resolutions > Search Results, su Thomas. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 18 settembre 2008). ^ 109th Congress U.S. Senate, Bills, Resolutions > Search Results, su Thomas. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 27 novembre 2008). ^ 109th Congress, 1st Session U.S. Senate, S. 697, Higher Education Opportunity Through Pell Grant Expansion Act, in Thomas, 5 aprile 2005. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 4 luglio 2016). ^ Lynn Sweet, Obama's 1st Bill: Raising Pell Grants, in Chicago Sun-Times, FindArticles, 29 marzo 2005. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 24 settembre 2015). ^ 109th Congress, 1st Session U.S. Senate, S. 1033, Secure America and Orderly Immigration Act, in Thomas, 12 maggio 2005. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 18 settembre 2008). ^ 109th Congress, 2nd Session U.S. Senate, S. 2611, Comprehensive Immigration Reform Act of 2006, in Thomas, 25 maggio 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 7 ottobre 2008). Vedi anche: S. Amdt. 3971, in Thomas, 14 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2014). ^ Obama Statement on Senate Passage of Immigration Reform Bill, in Barack Obama U.S. Senate Office, 25 maggio 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2008). ^ Immigration Bill Divides House, Senate, in USA Today, 22 settembre 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 20 gennaio 2008). ^ Latinos Upset Obama Voted for Border Fence, in CBS 2 (Chicago), 20 novembre 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007). ^ President Bush Signs Secure Fence Act, in White House, 26 ottobre 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 29 luglio 2009). ^ 109th Congress, 2nd Session U.S. Senate, S. 2566, Cooperative Proliferation Detection, Interdiction Assistance, and Conventional Threat Reduction Act of 2006, in Thomas, 25 maggio 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 28 luglio 2013). Vedi anche: Richard G. Lugar e Barack Obama, Junkyard Dogs of War, in Washington Post, 3 dicembre 2005. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 14 ottobre 2008). ^ Lugar-Obama Signed into Law, in Richard Lugar U.S. Senate Office, 11 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2007). ^ 109th Congress, 2nd Session U.S. Senate, S. 2590, Federal Funding Accountability and Transparency Act of 2006, in Thomas, 6 aprile 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 28 luglio 2013). ^ President Bush Signs Coburn-Obama Transparency Act, in Tom Coburn U.S. Senate Office, 26 settembre 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2008). ^ 109th Congress, 2nd Session U.S. Senate, S. 2125, Democratic Republic of the Congo Relief, Security, and Democracy Promotion Act, in Thomas, 3 gennaio 2006. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 23 gennaio 2016). ^ Obama Barack, A Chance To Change The Game, in Washington Post, 4 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 29 agosto 2008). ^ Christi Parsons, Senate OKs Tougher Ethics Bill 96-2 [collegamento interrotto], in Chicago Tribune, 19 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007. ^ 110th Congress, 1st Session U.S. Senate, S. 1, Legislative Transparency and Accountability Act of 2007, in Thomas, 18 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 30 agosto 2008). ^ Seth Stern, Obama-Schumer Bill Proposal Would Criminalize Voter Intimidation, in CQPolitics.com, Congressional Quarterly, 31 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2007). ^ 110th Congress, 1st Session U.S. Senate, S. 453, Deceptive Practices and Voter Intimidation Prevention Act of 2007, in Thomas, 31 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 18 settembre 2008). ^ Hebert H. Josef, Congress Begins Tackling Climate Issues, in Associated Press, CBS News, 29 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2008). ^ Elizabeth Williamson, The Green Gripe With Obama: Liquefied Coal Is Still . . . Coal, in Washington Post, 10 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 28 agosto 2008). ^ E. Kasak Krystin, Obama Introduces Measure to Bring Troops Home (TXT), in Medill News Service, nwi.com, 7 febbraio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007. ^ 110th Congress, 1st Session U.S. Senate, S. 433, Iraq War De-Escalation Act of 2007, in Thomas, 30 gennaio 2007. URL consultato il 4 marzo 2007 (archiviato il 18 settembre 2008). ^ Christina Larson, Hoosier Daddy: What Rising Democratic Star Barack Obama Can Learn from an Old Lion of the GOP, in The Washington Monthly, settembre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2008). ^ Lugar Visits Russia, Ukraine and Azerbaijan to Advance Nunn-Lugar Agreements, in The Lugar Letter, Richard G. Lugar U.S. Senate Office, settembre 2005. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2007). ^ Obama Meets Shalom, Offers Support for Israel, in Associated Press, Israel Insider, 11 gennaio 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2006). ^ Chuck Goudie, Obama Meets with Arafat's Successor, in ABC 7 News (Chicago), 12 gennaio 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2007). ^ Ellis Cose, Walking the World Stage, in Newsweek International Edition, 11 settembre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 21 ottobre 2006). ^ Michela Wrong, Africa: Kenya Glimpses a New Kind of Hero, in New Statesman, 11 settembre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 16 gennaio 2008). ^ Screaming Crowds Welcome U.S. Senator 'Home', in CNN, 27 agosto 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008). ^ Obama Slates Kenya for Fraud, 28 agosto 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2008). ^ Chris Wamalwa, Envoy Hits at Obama Over Graft Remark, in The Standard (Nairobi), 2 settembre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 7 ottobre 2007). ^ Vincent Moracha e Mangoa Mosota, Leaders Support Obama on Graft Claims, in The Standard (Nairobi), 4 settembre 2006. URL consultato il 10 febbraio 2007 (archiviato il 5 settembre 2006). ^ Scott Fornek, "Obama for president? That's 'silly'" Archiviato il 4 aprile 2005 in Internet Archive., Chicago Sun-Times, 4 novembre 2004 ^ Ryan Lizza, Why Barack Obama should run for president in 2008[collegamento interrotto], The New Republic, 6 dicembre 2005 ^ Meet the Press, Transcript for January 22 Archiviato il 20 ottobre 2006 in Internet Archive., NBC News, 26 gennaio 2006. ^ Charles Babington, "Obama's Profile Has Democrats Taking Notice: Popular Senator Is Mentioned as 2008 Contender", Washington Post, 18 giugno 2006, Page A01 ^ Lynne Sweet, Draft Obama 2008 Movement Launched: Illinois State Comptroller Dan Hynes urges Sen. Barack Obama to run for president in 2008 Archiviato il 5 luglio 2008 in Internet Archive., Chicago Sun-Times, 14 settembre 2006 ^ Jennifer Senior, Dreaming of Obama Archiviato il 26 ottobre 2006 in Internet Archive., New York Magazine, 2 ottobre 2006 ^ Joe Klein, The Democrats' fresh face Archiviato il 27 ottobre 2006 in Internet Archive., CNN.com, 15 ottobre 2006 Keeping Hope Alive: Will Barack Run for President? Archiviato il 27 ottobre 2006 in Internet Archive., The Oprah Winfrey Show, 18 ottobre 2006 ^ Obama calls '08 presidential bid a possibility Archiviato il 29 ottobre 2006 in Internet Archive., MSNBC.com, 22 ottobre 2006 ^ data delle elezioni di medio termine, così dette in quanto cadono a metà del mandato presidenziale ^ Adam and Jeff Nagourney and Zeleny, Crowd-Pleaser From Illinois Considers White House Run, The New York Times, 23 ottobre 2006 (archiviato il 6 giugno 2012). ^ The Root Archiviato il 23 ottobre 2008 in Internet Archive.; USA Today Archiviato il 2 novembre 2008 in Internet Archive. ^ World wants Obama as president: poll Archiviato il 1º novembre 2008 in Internet Archive. ^ "Obama to visit nuclear, biological weapons destruction facilities in former Soviet Union" - Senate.gov Archiviato il 18 dicembre 2008 in Internet Archive. ^ Quel giorno di tre anni fa a Washington Barack mi raccontò la sua speranza Archiviato il 17 dicembre 2008 in Internet Archive.Rome Mayor's Leadership Bid May Lead to Early Italian Elections Archiviato il 29 maggio 2010 in Internet Archive.; Libreria Rizzoli Galleria[collegamento interrotto]; ^ "Sarkozy, Obama and McCain" - The Economist Archiviato il 31 gennaio 2012 in Internet Archive. ^ McCain pledges to help Obama lead, su cnn.com. URL consultato il 5 novembre 2008 (archiviato il 4 novembre 2008). ^ Obama torna alla Casa Bianca L'America spera. La Clinton lascia - Speciale Risultati Elezioni USA 2012 - Repubblica.it Archiviato il 5 novembre 2014 in Internet Archive. ^ Il giuramento di Obama: l'unità parola chiave del mio secondo mandato - Il Sole 24 ORE Archiviato il 28 marzo 2013 in Internet Archive. ^ Obama asks Pentagon for responsible Iraq drawdown, in China Daily, 23 gennaio 2009. URL consultato il 4 settembre 2009 (archiviato il 7 agosto 2009). ^ William Glaberson, Obama Orders Halt to Prosecutions at Guantánamo, in The New York Times, 21 gennaio 2009. URL consultato il 3 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2009). ^ Senate blocks transfer of Gitmo detainees, Associated Press, 20 maggio 2009. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato l'11 aprile 2011). ^ Barack Obama, Presidential Memorandum – Closure of Detention Facilities at the Guantanamo Bay Naval Base, White House, 15 dicembre 2009. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2011). ^ Jared Serbu, Obama signs Defense authorization bill, in Federal News Radio, 7 gennaio 2011. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato il 7 novembre 2015). ^ Jackie Northam, Obama's Promise To Close Guantanamo Prison Falls Short, NPR, 23 gennaio 2013. URL consultato il 22 aprile 2013 (archiviato il 26 marzo 2013). ^ Executive Order – Presidential Records, su whitehouse.gov. URL consultato il 22 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2009). ^ Barack Obama, Mexico City Policy and assistance for voluntary population planning (Presidential memorandum) (PDF), The White House, 23 gennaio 2009. URL consultato il 21 settembre 2012 (archiviato il 26 febbraio 2017). Laura Meckler, Obama lifts 'gag rule' on family-planning groups, in The Wall Street Journal, 24 gennaio 2009, p. A3. URL consultato il 21 settembre 2012. Rob Stein e Michael Shear, Funding restored to groups that perform abortions, other care, in The Washington Post, 24 gennaio 2009, p. A3. URL consultato il 21 settembre 2012. «Lifting the Mexico City Policy would not permit U.S. tax dollars to be used for abortions, but it would allow funding to resume to groups that provide other services, including counseling about abortions.». ^ Obama Signs Equal-Pay Legislation, in The New York Times, 30 gennaio 2009. URL consultato il 15 giugno 2009 (archiviato l'11 maggio 2011). ^ Noam N. Levey, Obama signs into law expansion of SCHIP health care program for children, in Chicago Tribune. URL consultato il 15 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2009). ^ Obama overturns Bush policy on stem cells, CNN, 9 marzo 2009. URL consultato il 18 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2010). ^ Senate confirms Sotomayor for Supreme Court, CNN, 6 agosto 2009. URL consultato il 6 agosto 2009 (archiviato il 9 agosto 2009). ^ Obama nominates Sotomayor to Supreme Court. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato il 27 luglio 2014). ^ Mark Sherman, New Era Begins on High Court: Kagan Takes Place as Third Woman, Associated Press, 4 ottobre 2010. URL consultato il 13 novembre 2010 (archiviato l'11 maggio 2011). ^ Christi Parsons, Obama signs student loan reforms into law, in Los Angeles Times, 30 marzo 2010. URL consultato il 18 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2010). ^ William Branigin, Obama signs higher-education measure into law, in The Washington Post. URL consultato il 12 aprile 2010. ^ Robert Block e Mark K. Matthews, White House won't fund NASA moon program, in Los Angeles Times, 27 gennaio 2010. URL consultato il 30 gennaio 2011 (archiviato l'11 maggio 2011). «President Obama's budget proposal includes no money for the Ares I and Ares V rocket or Constellation program. Instead, NASA would be asked to monitor climate change and develop a new rocket». ^ Chloe Albanesius, Obama Pushes Innovation in Tech-Heavy State of the Union, in PC Magazine, 25 gennaio 2011. URL consultato il 17 maggio 2011 (archiviato il 12 giugno 2018). ^ Anne E. Kornblut e Scott Wilson, State of the Union 2011: 'Win the future,' Obama says, in The Washington Post, 26 gennaio 2011. URL consultato il 18 maggio 2011 (archiviato il 30 giugno 2011). ^ Obama signs hate crimes bill into law, CNN, 28 ottobre 2009. URL consultato il 12 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2011). ^ (EN) Julia Preston, Obama Lifts a Ban on Entry Into U.S. by H.I.V.-Positive People, in New York Times, 30 ottobre 2009. URL consultato l'8 febbraio 2017 (archiviato l'11 febbraio 2017). ^ 'Don't ask, don't tell' repealed as Obama signs landmark law, in The Guardian, London, 22 dicembre 2010. URL consultato il 22 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2010). ^ Obama to delay 'don't ask, don't tell' repeal, in The Washington Times, 21 novembre 2008. URL consultato il 22 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2011). ^ Jesse Lee, The President Signs Repeal of "Don't Ask Don't Tell": "Out of Many, We Are One", The White House. URL consultato il 22 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2010). ^ US military ends ban on transgender service members, The Guardian, 30 giugno 2016 (archiviato il 19 febbraio 2017). ^ Tracy Baim, Windy City Times exclusive: Obama's Marriage Views Changed. WCT Examines His Step Back, in Windy City Times, 14 gennaio 2009. URL consultato il 10 maggio 2012 (archiviato il 14 novembre 2012). ^ Tracy Baim, Obama Seeks U.S. Senate seat, in Windy City Times, 4 febbraio 2004. URL consultato il 10 maggio 2012 (archiviato il 14 maggio 2012). ^ Obama backs same-sex marriage, CBS News, 9 maggio 2012. URL consultato il 9 maggio 2012 (archiviato il 10 maggio 2012). ^ Sam Stein, Obama Backs Gay Marriage, in The Huffington Post, AOL Inc, 9 maggio 2012. URL consultato il 5 luglio 2015 (archiviato il 29 giugno 2015). ^ Health Insurance Premium Credits in the PPACA (PDF), Congressional Research Service. URL consultato il 17 maggio 2015 (archiviato il 15 febbraio 2015). ^ Barack Obama, United States Health Care Reform, in JAMA, vol. 316, n. 5, 2 agosto 2016, p. 525, DOI:10.1001/jama.2016.9797, ISSN 0098-7484 (WC · ACNP). URL consultato il 17 agosto 2016 (archiviato il 17 agosto 2016). ^ Obama Calls for U.S. Military to Renew Focus on Afghanistan, in NewsHour with Jim Lehrer, PBS, 15 luglio 2008. URL consultato il 18 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2010). ^ Amanda Hodge, Obama launches Afghanistan Surge, in The Australian, Sydney, 19 febbraio 2009 (archiviato il 18 ottobre 2014). ^ Associated Press. (December 1, 2009). "Obama details Afghan war plan, troop increases" Archiviato il 6 aprile 2010 in Internet Archive. MSNBC. ^ Gates says he agrees with Obama decision on McChrystal, CNN, 24 giugno 2010. URL consultato il 18 settembre 2010 (archiviato il 29 giugno 2010). ^ Rajiv Chandrasekaran, Obama wants to cut troop level in Afghanistan in half over next year, in The Washington Post, 12 febbraio 2013. URL consultato il 14 febbraio 2013 (archiviato il 14 febbraio 2013). ^ Jonathan Marcus, US troops in Afghanistan: Taliban resurgence sees rethink, BBC News, 15 ottobre 2015. URL consultato il 15 ottobre 2015 (archiviato il 15 ottobre 2015). ^ United States vetoes Security Council resolution on Israeli settlements, su UN News Service Section, 18 febbraio 2011. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato il 14 agosto 2014). ^ Elior Levy, PA challenges Netanyahu to accept 1967 lines, in Ynetnews, 22 maggio 2011. URL consultato il 22 maggio 2011 (archiviato il 22 maggio 2011). ^ Nicholas Johnston, Obama Says U.S. Connection With Israel Is 'Unbreakable', su Bloomberg, 20 giugno 2011. URL consultato il 26 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2013). ^ Charles Levinson, U.S., Israel Build Military Cooperation, in The Wall Street Journal, New York, 14 agosto 2010. URL consultato il 1º marzo 2011. ^ Ron Kampeas, For Obama campaign, trying to put to rest persistent questions about 'kishkes', in Jewish Journal, 26 ottobre 2012 (archiviato il 28 ottobre 2012). ^ Jeffrey Goldberg, Obama: 'Israel Doesn't Know What Its Best Interests Are', in Bloomberg, 14 gennaio 2013. URL consultato il 23 gennaio 2013 (archiviato il 22 gennaio 2013). ^ Stephen Collinson, David Wright e Elise Labott, US Abstains as UN Demands End to Israeli Settlements, CNN, 24 dicembre 2016. URL consultato il 7 gennaio 2017 (archiviato il 6 gennaio 2017). ^ Ravid Barak, Netanyahu on UN Settlement Vote: Israel Will Not Turn the Other Cheek, Haaretz, 26 dicembre 2016. URL consultato il 7 gennaio 2017 (archiviato il 7 gennaio 2017). ^ Israel-Palestinians: Netanyahu Condemns John Kerry Speech, BBC, 29 dicembre 2016. URL consultato il 7 gennaio 2017 (archiviato l'8 gennaio 2017). ^ Israel Halts $6 million to UN to Protest UN Settlements Vote, Fox News (from the Associated Press), 6 gennaio 2017. URL consultato il 7 gennaio 2017 (archiviato il 7 gennaio 2017). ^ Floor Statement by Senator McCain Introducing the Senate Resolution Calling for a No-Fly Zone in Libya, Senate.gov, 14 marzo 2011. URL consultato il 28 marzo 2011 (archiviato il 27 settembre 2011). ^ Senate Passes Resolution Calling for No-Fly Zone Over Libya, in National Journal, 1º marzo 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2011). ^ Robert Winnett, Libya: UN approves no-fly zone as British troops prepare for action, in The Daily Telegraph, London, 17 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2011). ^ Samira Shackle, Libya declares ceasefire, in New Statesman blog, London, 18 marzo 2011. URL consultato il 16 luglio 2011 (archiviato il 28 luglio 2011). ^ Obama: US to Transfer Lead Role in Libya, RTT Newswire. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato il 10 maggio 2011). ^ Obama says US efforts in Libya have saved lives, control of operation can be turned over soon, in Ventura County Star, Associated Press. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2011). ^ Ian Pannell, Gaddafi 'not targeted' by allied strikes, BBC News, 21 marzo 2011. URL consultato il 3 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011). ^ Sam Jones, F-15 fighter jet crashes in Libya, in The Guardian, London, 22 marzo 2011. URL consultato il 23 marzo 2011 (archiviato il 22 marzo 2011). ^ NATO No-Fly Zone over Libya Operation UNIFIED PROTECTOR (PDF), NATO, 25 marzo 2011 (archiviato il 21 marzo 2017). ^ Brian Montopoli, Is Obama's Libya offensive constitutional?, CBS News, 22 marzo 2011. URL consultato il 22 marzo 2011 (archiviato il 19 dicembre 2013). ^ Sam Stein, Obama's Libya Policy Makes Strange Bedfellows of Congressional Critics, in The Huffington Post, 21 marzo 2011. URL consultato il 26 marzo 2011 (archiviato il 23 marzo 2011). ^ Obama juggles Libya promises, realities, CNN, 25 marzo 2011. URL consultato il 26 marzo 2011 (archiviato il 31 gennaio 2013). ^ (EN) Assad must go, Obama says, in The Washington Post, 18 agosto 2011. URL consultato il 23 novembre 2015 (archiviato il 23 novembre 2015). ^ President Obama: 'The future of Syria must be determined by its people, but President Bashar al-Assad is standing in their way.', in sito della Casa Bianca, 18 agosto 2011 (archiviato il 15 gennaio 2016). ^ Colleen Nelson, Obama Says Syrian Leader Bashar al-Assad Must Go (archiviato il 2 marzo 2017). ^ Michael D. Shear, Helene Cooper e Eric Schmitt, Obama Administration Ends Effort to Train Syrians to Combat ISIS. URL consultato il 20 febbraio 2016 (archiviato il 12 febbraio 2016). ^ Phil Stewart e Kate Holton, U.S. pulls plug on Syria rebel training effort; will focus on weapons supply, su reuters.com. URL consultato il 20 febbraio 2016 (archiviato il 23 febbraio 2016). ^ Obama 'red line' erased as Bashar Assad's chemical weapons use goes unchecked by U.S. military, su The Washington Times, 17 maggio 2015. URL consultato il 23 novembre 2015 (archiviato il 24 novembre 2015). ^ Michael Gordon, U.S. and Russia Reach Deal to Destroy Syria's Chemical Arms. URL consultato il 19 febbraio 2016 (archiviato il 28 settembre 2015). ^ Priyanka Boghani, Syria Got Rid of Its Chemical Weapons – But Reports of Attacks Continue. URL consultato il 19 febbraio 2016 (archiviato il 24 febbraio 2016). ^ Obama outlines plan to target IS fighters, Al Jazeera, 11 settembre 2014. URL consultato il 24 settembre 2014 (archiviato il 20 settembre 2014). ^ Gregory Korte, 16 times Obama said there would be no boots on the ground in Syria, 31 ottobre 2015 (archiviato il 3 marzo 2016). Mark Mazzetti, Helene Cooper e Peter Baker, Clues Gradually Led to the Location of Osama bin Laden, in The New York Times, 3 maggio 2011. URL consultato il 4 maggio 2011 (archiviato il 3 maggio 2011). ^ Philip Rucker, Scott Wilson e Anne E. Kornblut, Osama bin Laden is killed by U.S. forces in Pakistan, su The Washington Post, 2 maggio 2011. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato il 4 settembre 2014). ^ Official offers details of bin Laden raid, su Newsday, 2 maggio 2011. URL consultato il 13 settembre 2014 (archiviato il 24 ottobre 2014). ^ Dean Schabner e Karen Travers, Osama bin Laden Killed by U.S. Forces in Pakistan, ABC News, 1º maggio 2011. URL consultato il 3 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2011). ^ Peter Baker, Helene Cooper e Mark Mazzetti, Bin Laden Is Dead, Obama Says, in The New York Times, 2 maggio 2011. URL consultato il 3 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2011). ^ Declan Walsh, Richard Adams e Ewen MacAskill, Osama bin Laden is dead, Obama announces, in The Guardian, London, 2 maggio 2011. URL consultato il 3 maggio 2011 (archiviato il 3 maggio 2011). ^ Mike Dorning, Death of Bin Laden May Strengthen Obama's Hand in Domestic, Foreign Policy, in Bloomberg News, 2 maggio 2011. URL consultato il 4 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2011). ^ World Reaction To Osama Bin Laden's Death, NPR, 2 maggio 2011. URL consultato il 4 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2011). ^ Iran deal reached, Obama hails step toward 'more hopeful world', su reuters.com, 14 luglio 2015. URL consultato il 14 luglio 2015 (archiviato il 14 luglio 2015). ^ Iran, World Powers Prepare to Sign Nuclear Accord, su wsj.com, 14 luglio 2015. URL consultato il 14 luglio 2015 (archiviato il 14 luglio 2015). ^ Landmark deal reached on Iran nuclear program, su edition.cnn.com, 14 luglio 2015. URL consultato il 14 luglio 2015 (archiviato il 15 luglio 2015). ^ Strobel Warren, Secret talks in Canada, Vatican City led to Cuba breakthrough, Reuters. URL consultato il 21 dicembre 2014 (archiviato il 20 dicembre 2014). ^ Carol Morello e Karen DeYoung, Secret U.S.-Cuba diplomacy ended in landmark deal on prisoners, future ties, su The Washington Post. URL consultato il 21 dicembre 2014 (archiviato il 20 dicembre 2014). ^ Dan Roberts e Richard Luscombe, Obama shakes hands with Raúl Castro for first time at Mandela memorial, su the Guardian, 10 dicembre 2013. URL consultato il 15 febbraio 2017 (archiviato il 16 febbraio 2017). ^ Barbie Latza Nadeau, The Pope's Diplomatic Miracle: Ending the U.S.–Cuba Cold War, in The Daily Beast, 17 dicembre 2014. URL consultato il 18 dicembre 2014 (archiviato il 18 dicembre 2014). ^ Sarah Ferris, Obama: Proud to be first U.S. president to visit Kenya, su The Hill. URL consultato il 30 luglio 2015 (archiviato il 27 luglio 2015). ^ President Obama visits Hiroshima, su BBC News. URL consultato il 19 giugno 2016 (archiviato il 31 maggio 2016). ^ US election: The Russia factor: Officials say Moscow's interference is unprecedented. Has the Kremlin achieved its goal?, in The FT, 4 novembre 2016 (archiviato il 9 novembre 2016). ^ Let's Get Putin's Attention, in The New York Times, 5 ottobre 2016 (archiviato il 4 febbraio 2017). ^ Europeans View Obama's Exit With a Mix of Admiration and Regret, in The New York Times, 6 novembre 2016 (archiviato il 29 dicembre 2016). ^ Gregory Korte, Inside Barack Obama's final hours in the White House, in USA Today, 20 gennaio 2017 (archiviato il 20 gennaio 2017). ^ Michelle Kosinski e Daniella Diaz, Peek inside Obama's post-presidential pad, CNN, 27 maggio 2016. URL consultato il 22 gennaio 2017 (archiviato il 2 febbraio 2017). ^ Zach Carter e Daniel Marans, Obama All But Endorses Tom Perez Against Keith Ellison For DNC Chair, su Huffington Post, 16 dicembre 2016 (archiviato il 1º marzo 2017). ^ Former President Barack H. Obama Announced as Recipient of 2017 John F. Kennedy Profile in Courage Award, su John F. Kennedy Presidential Library & Museum, John F. Kennedy Presidential Library & Museum, 2 marzo 2017. URL consultato l'8 aprile 2017 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2017). ^ Michael D. Shear, Obama Steps Back Into Public Life, Trying to Avoid One Word: Trump, The New York Times, 24 aprile 2017 (archiviato il 28 aprile 2017). ^ Obama endorses Macron in French election, Politico, 4 maggio 2017 (archiviato il 4 maggio 2017). ^ Obama: 'You get the politicians you deserve', Politico, 9 maggio 2017 (archiviato il 9 maggio 2017). ^ Edward-Isaac Dovere, Obama in Berlin: 'We can’t hide behind a wall', Politico, 25 maggio 2017 (archiviato il 25 maggio 2017). ^ Brooke Seipel, Obama visits Prince Harry at Kensington Palace, The Hill, 27 maggio 2017. ^ M. J. Lee, Obama pans Trump withdrawal from climate deal, CNN, 1º giugno 2017 (archiviato il 1º giugno 2017). ^ Allison Hanes, Obama delivers message of hope to Montreal audience, Montreal Gazette, 7 giugno 2017. URL consultato il 9 giugno 2017 (archiviato l'8 giugno 2017). ^ (EN) Barack Obama and the king's bling, in The Daily Telegraph, 4 giugno 2009. URL consultato il 21 gennaio 2013 (archiviato il 29 marzo 2013). ^ President Aquino hosted a state dinner in honor of President Obama, Template:Нп5, 28 апреля 2014. URL consultato il 26 августа 2017. ^ Remarks by President Obama and President Aquino III of the Philippines at State Dinner, Белый дом, 28 апреля 2014. URL consultato il 26 августа 2017. ^ Obama: «Sorpreso e onorato». Applausi, ma l'America è divisa, Il Sole 24 Ore, 9 ottobre 2009 (archiviato il 29 luglio 2013). ^ La stampa critica il Nobel a Obama, in —, La Stampa, 9 ottobre 2009. URL consultato il 10 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2009). ^ A Obama il Nobel per la pace e l'Oscar delle polemiche, ADN Kronos, 9 ottobre 2009. ^ Obama, un Nobel tra critiche e dubbi. E lui: «Altri sarebbero più meritevoli», RCS, 9 ottobre 2009 (archiviato il 5 maggio 2011). ^ Chinta Strausberg, Opposition to war mounts, in Chicago Defender, 26 settembre 2002, p. 1. URL consultato il 3 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2009). ^ Office of the Press Secretary, President, House Leadership Agree on Iraq Resolution, The White House, 2 ottobre 2002. URL consultato il 17 febbraio 2008 (archiviato il 13 settembre 2010). Michael Tackett, Bush, House OK Iraq deal; Congress marches with Bush, in Chicago Tribune, 3 ottobre 2002, p. 1. URL consultato il 3 febbraio 2008 (archiviato il 18 dicembre 2008). ^ Bill Glauber, War protesters gentler, but passion still burns, in Chicago Tribune, 3 ottobre 2003, p. 1. URL consultato il 3 febbraio 2008 (archiviato il 17 giugno 2008). Chinta Strausberg, War with Iraq undermines U.N., in Chicago Defender, 3 ottobre 2002, p. 1. URL consultato il 28 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2009). «Photo caption: Left Photo: Sen. Barack Obama along with Rev. Jesse Jackson spoke to nearly 3,000 anti-war protestors (below) during a rally at Federal Plaza Wednesday.». Greg Bryant, 300 protesters rally to oppose war with Iraq[collegamento interrotto], Medill News Service, 2 ottobre 2002. URL consultato il 3 febbraio 2008. Marilyn Katz, Five Years Since Our First Action, Chicagoans Against War & Injustice, 2 ottobre 2007. URL consultato il 17 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011). Greg Bryant e Jane B. Vaughn, 300 attend rally against Iraq war, in Daily Herald (Arlington Heights), 3 ottobre 2002, p. 8. URL consultato il 28 ottobre 2008. Mendell (2007), pp. 172–177. ^ Barack Obama, Remarks of Illinois State Sen. Barack Obama Against Going to War with Iraq, BarackObama.com, 2 ottobre 2002. URL consultato il 3 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2008). ^ John McCormick, Obama marks '02 war speech; Contender highlights his early opposition in effort to distinguish him from his rivals, in Chicago Tribune, 3 ottobre 2007, p. 7. URL consultato il 28 ottobre 2008 (archiviato il 18 dicembre 2008). «Strategul principal al campaniei senatorului Barack Obama are doar 14 secunde de filmare a ceea ce reprezintă unul din momentele esențiale ale carierei politice a candidatului la președinție. Filmul, obținut de la un post TV din Chicago, arată discursul din 2002 al lui Obama împotriva iminentei invazii a Irakului.». Abdon M. Pallasch, Obama touts anti-war cred; Kicks off tour 5 years after speech critical of going to Iraq, in Chicago Sun-Times, 3 ottobre 2007, p. 26. URL consultato il 28 ottobre 2008. ^ Office of the Press Secretary, President Bush: Monday "Moment of Truth" for World on Iraq, The White House, 16 marzo 2003. URL consultato il 17 febbraio 2008 (archiviato il 3 giugno 2010). Associated Press, 'Moment of truth for the world'; Bush, three allies set today as final day for Iraq to disarm or face massive military attack, in Chicago Sun-Times, 17 marzo 2003, p. 1. URL consultato il 3 febbraio 2008. ^ Filmato audio Barack Obama, Obama-Caucus4Priorities (FLV), Obama '08, 22 ottobre 2007. URL consultato il 18 maggio 2008. ^ Pentru text și fișiere audio, vezi: Barack Obama, A Way Forward in Iraq, Chicago Council on Global Affairs, 20 novembre 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2008). ^ Barack Obama and Joe Biden's Plan to Secure America and Restore Our Standing, Obama for America. URL consultato il 22 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2008). ^ Michael R. Gordon e Jeff Zeleny, Obama Pledges 'Aggressive' Iran Diplomacy, in The New York Times, 2 novembre 2007. URL consultato il 17 giugno 2008 (archiviato il 16 aprile 2009). ^ Stenograma celei de-a patra dezbateri democrate, in The New York Times, 24 luglio 2007. URL consultato il 17 giugno 2008 (archiviato il 16 aprile 2009). ^ Barack Obama e Sam Brownback, Policy Adrift on Darfur, in The Washington Post, 27 dicembre 2005. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 26 luglio 2008). Jim Doyle, Tens of Thousands Rally for Darfur, in San Francisco Chronicle, 1º maggio 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato l'8 giugno 2008). ^ Jim (Associated Press) Kuhnhenn, Giuliani, Edwards Have Sudan Holdings, in San Francisco Chronicle, 17 maggio 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato l'8 giugno 2008).; Barack Obama, Hit Iran Where It Hurts, in New York Daily News, 30 agosto 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 16 dicembre 2007). ^ Barack Obama, Renewing American Leadership, in Foreign Affairs, vol. 86, n. 4, luglio–August 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2009). ^ Ben A Franklin, The Fifth Black Senator in U.S. History Makes F.D.R. His Icon, in Washington Spectator, 1º giugno 2005. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2007). ^ A Speech On the Economy, Opportunity and Tax Policy with Senator Barack Obama, Tax Policy Center, 18 settembre 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 12 aprile 2008). ^ Study:Bush tax cuts favor wealthy, CBS, 13 agosto 2004. URL consultato il 5 aprile 2008 (archiviato il 15 maggio 2008). ^ Obama Tax Plan: $80 Billion in Cuts, Five-Minute Filings, CNN, 18 settembre 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 26 dicembre 2007). ^ Jeff Zeleny, Obama Proposes Capping Greenhouse Gas Emissions and Making Polluters Pay, in The New York Times, 9 ottobre 2007. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato l'11 dicembre 2008). ^ Barack Obama, The Blueprint for Change: Barack Obama's plan for America (PDF), Obama for America. URL consultato il 20 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2008). ^ Michael Lerner, U.S. Senator Barack Obama Critiques Democrats' Religiophobia, in Tikkun Magazine, 3 luglio 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2007). Sen. Barack Obama: Call to Renewal Keynote Address, in Beliefnet, 28 giugno 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 21 gennaio 2007). ^ Manda Gibson, At Global AIDS Summit, Churches Challenged to Take the Lead, in PurposeDriven.com, 28 giugno 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 16 gennaio 2008). ^ Screaming Crowds Welcome U.S. Senator 'Home', CNN, 27 agosto 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008). ^ Barack Obama, Race Against Time—World AIDS Day Speech, in Obama U.S. Senate Office, 1º dicembre 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2008). ^ Rick Warren/Barack Obama AIDS Partnership Must End, Say Pro-Life Groups, in Christian Newswire Press Release, 28 novembre 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 14 ottobre 2008). Vezi și: David Van Biema, The Real Losers in the Obama-Warren Controversy, in Time, 1º dicembre 2006. URL consultato il 14 gennaio 2008 (archiviato il 23 agosto 2013). ^ William Mayer, Kerry's Record Rings a Bell, in Washington Post, 28 marzo 2004. URL consultato il 7 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2012). «The question of how to measure a senator's or representative's ideology is one that political scientists regularly need to answer. For more than 30 years, the standard method for gauging ideology has been to use the annual ratings of lawmakers' votes by various interest groups, notably the Americans for Democratic Action (ADA) and the American Conservative Union (ACU).». ^ 2005 U.S. Senate Votes, American Conservative Union. URL consultato il 20 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 4 ottobre 2008).; 2006 U.S. Senate Votes, American Conservative Union. URL consultato il 20 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2008).; 2007 U.S. Senate Votes, American Conservative Union. URL consultato il 20 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2008). ^ ADA's 2005 Congressional Voting Record (PDF), Americans for Democratic Action. URL consultato il 20 settembre 2008 (archiviato il 9 settembre 2008).; ADA's 2006 Congressional Voting Record (PDF), Americans for Democratic Action. URL consultato il 20 settembre 2008 (archiviato il 9 settembre 2008).; ADA's 2007 Congressional Voting Record (PDF), Americans for Democratic Action. URL consultato il 20 settembre 2008 (archiviato il 9 settembre 2008). Rosalind Rossi, The Woman Behind Obama, in Chicago Sun-Times, 21 gennaio 2007. URL consultato il 18 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2008). ^ Obama (1995), p. 440. ^ Obama Comes Home for Church, in CBS (Chicago), 28 gennaio 2007. URL consultato il 18 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2007). Vedi anche: Obama (1995), pp. 292–295. ^ Obama (2006), pp. 207–208. Tratto da: Barack Obama, My Spiritual Journey, in TIME, 23 ottobre 2006. URL consultato il 18 febbraio 2007 (archiviato il 30 aprile 2008). Vedi anche: Barb Powell, Obama: America Needs to Hear More-Moderate, More-Inclusive Religious Voices, in United Church News, agosto-settembre 2006. URL consultato il 18 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2007).; and J. Bennett Guess, Barack Obama, Candidate for President, is 'UCC', in United Church News, 9 febbraio 2007. URL consultato il 18 febbraio 2007 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2007). ^ David Sirota, Mr. Obama Goes to Washington, The Nation, 26 giugno 2006 ^ Youtube.com Archiviato il 15 novembre 2008 in Internet Archive. ^ Webster Tarpley, Obama - The Postmodern Coup, Oak Tree: Progressive Press, 2008; Webster Tarpley, Barack H. Obama: The Unauthorized Biography, Oak Tree, Progressive Press, 2008. ^ Sull'aborto ha fatto la scelta peggiore. ^ Il pacifista Obama aumenta le spese di guerra, su ariannaeditrice.it (archiviato il 5 novembre 2011). ^ Zaki Laïdi, Limited Achievements: Obama’s Foreign Policy, 978-1-349-43757-3, 978-1-137-02087-1	Palgrave Macmillan US	2012. ^ Obama è nato il 4 agosto 1961. All'epoca il Kenya era colonia del Regno Unito e, se Obama fosse nato là, sarebbe cittadino britannico, dunque non candidabile perché non nato in un territorio sottoposto alla giurisdizione statunitense e non in possesso della cittadinanza statunitense dalla nascita, requisito fondamentale per concorrere alla carica di Presidente o Vicepresidente degli Stati Uniti d'America. La giurisprudenza che regola i requisiti di eleggibilità è rappresentata dall'Articolo II della Costituzione degli Stati Uniti d'America. ^ (EN) President Obama's Long Form Birth Certificate, su whitehouse.gov, 27 aprile 2011. URL consultato il 7 novembre 2020. ^ Donald Trump ammette: "Obama è nato negli Stati Uniti", su rainews. URL consultato il 7 novembre 2020. ^ Brooks Boliek, Sen. Obama finally gets his Grammy Archiviato il 30 maggio 2007 in Internet Archive., Reuters/Hollywood Reporter, 6 settembre 2006 ^ (EN) U.S. Senator Obama gets $1.9 million book deal, in CTV.ca, 18 dicembre 2004 (archiviato il 4 marzo 2008). ^ In Italia L'audacia della speranza è stato pubblicato nel 2007 con prefazione di Walter Veltroni. ^ Lynn Sweet, Dems 'confused,' Obama writes in latest book Archiviato il 30 settembre 2007 in Internet Archive., Chicago Sun-Times 15 settembre 2006 (EN) CNN Election Center 2012 Archiviato il 31 dicembre 2016 in Internet Archive. (EN) CNN Election Center 2008 Archiviato il 9 novembre 2008 in Internet Archive. Genealogist claims Obama related to Founding Fathers Archiviato il 22 febbraio 2015 in Internet Archive. Obama's presidential lineage Archiviato il 22 febbraio 2015 in Internet Archive. Sorprese genealogiche: Obama cugino di Brad Pitt, Hillary di Angelina Jolie e Camilla Parker-Bowles Archiviato il 22 febbraio 2015 in Internet Archive. ^ Repubblica 8 settembre 2008 ^ Cheney, Obama 'distant cousins'BBC, 17 ottobre 2007 ^ Articolo del Chicago Sun-Times del 9 settembre 2007 Archiviato il 13 novembre 2008 in Internet Archive. ^ Articolo del New york Post del 17 ottobre 2007) Bibliografia (EN) Barack Obama, Dreams from My Father: A Story of Race and Inheritance, Three Rivers Press, 1995, ISBN 0-307-38341-5. (EN) Barack Obama, The Audacity of Hope: Thoughts on Reclaiming the American Dream, Crown Publishing Group / Three Rivers Press, 2006, ISBN 0-307-23769-9. (EN) Barack Obama, Barack Obama in His Own Words, PublicAffairs, 2007, ISBN 0-7867-2057-3. (EN) National Urban League, The State of Black America 2007: Portrait of the Black Male, Foreword by Barack Obama, Beckham Publications Group, 2007, ISBN 0-931761-85-9. (EN) Barack Obama, Renewing American Leadership, in Foreign Affairs, vol. 86, n. 4, luglio-agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2009). (EN) Barack Obama, U.S. Senate, Barack Obama: What He Believes In – From His Own Works, Arc Manor, 2008, ISBN 1-60450-117-0. (EN) Barack Obama, John McCain, Barack Obama vs. John McCain – Side by Side Senate Voting Record for Easy Comparison, Arc Manor, 2008, ISBN 1-60450-249-5. (EN) Barack Obama, Change We Can Believe In: Barack Obama's Plan to Renew America's Promise, Foreword by Barack Obama, Three Rivers Press, 2008, ISBN 0-307-46045-2. Voci correlate 109º Congresso degli Stati Uniti d'America Insediamento presidenziale di Barack Obama Premio Nobel per la pace Presidente degli Stati Uniti d'America Presidenza di Barack Obama Joe Biden Jumpstart Our Business Startups Act Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Barack Obama Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Barack Obama Collabora a Wikinotizie Wikinotizie contiene notizie di attualità su Barack Obama Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Barack Obama Collegamenti esterni (EN) Sito ufficiale di Barack Obama quale Presidente eletto, su change.gov. URL consultato il 6 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2008). (EN) Sito ufficiale, su barackobama.com. Modifica su Wikidata BarackObamadotcom (canale), su YouTube. Modifica su Wikidata Barack Obama, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata Barack Obama, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su nobelprize.org, Nobel Media AB. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su Models.com, Models.com, Inc. Modifica su Wikidata Opere di Barack Obama / Barack Obama (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Barack Obama, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Barack Obama, su Progetto Gutenberg. Modifica su Wikidata (EN) Audiolibri di Barack Obama, su LibriVox. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama (autore), su Goodreads. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama (personaggio), su Goodreads. Modifica su Wikidata Registrazioni di Barack Obama, su RadioRadicale.it, Radio Radicale. Modifica su Wikidata (NL) Barack Obama, su parlement.com, Parlement & Politiek. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata Barack Obama, su CineDataBase, Rivista del cinematografo. Modifica su Wikidata Barack Obama, su MYmovies.it, Mo-Net Srl. Modifica su Wikidata Barack Obama, su Movieplayer.it. Modifica su Wikidata Barack Obama, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su Internet Movie Database, IMDb.com. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su AllMovie, All Media Network. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su Metacritic, CBS Interactive Inc. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su TV.com, CBS Interactive Inc. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su BFI Film & TV Database, British Film Institute. Modifica su Wikidata (EN) Barack Obama, su Behind The Voice Actors, Inyxception Enterprises. Modifica su Wikidata (EN) U.S. Senate office, su obama.senate.gov. URL consultato il 7 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2008). Trascrizioni (in italiano) dei dibattiti presidenziali USA, su documentazione.altervista.org. I file della Casa Bianca per l'uso gratuito sotto una licenza Creative Commons, su wiki.creativecommons.org. Predecessore	Presidente degli Stati Uniti d'America	Successore	Seal of the President of the United States.svg George W. Bush	20 gennaio 2009 - 20 gennaio 2017	Donald Trump V · D · M Presidenti degli Stati Uniti (elenco) V · D · M Presidenza di Barack Obama V · D · M Candidati alla presidenza degli Stati Uniti d'America per il Partito Democratico V · D · M Nobel prize medal.svg Vincitori del premio Nobel per la pace Controllo di autorità	VIAF (EN) 52010985 · ISNI (EN) 0000 0001 2133 1026 · SBN IT\ICCU\UMCV\307371 · LCCN (EN) n94112934 · GND (DE) 132522136 · BNF (FR) cb15591663c (data) · BNE (ES) XX4663545 (data) · ULAN (EN) 500404040 · NLA (EN) 44067442 · NDL (EN, JA) 01112565 · WorldCat Identities (EN) lccn-n94112934 Biografie Portale Biografie Diritto Portale Diritto Politica Portale Politica Premi Nobel Portale Premi Nobel Michelle Obama Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigationJump to search Michelle Obama Michelle Obama 2013 official portrait.jpg 44ª First lady degli Stati Uniti Durata mandato	20 gennaio 2009 – 20 gennaio 2017 Presidente	Barack Obama Predecessore	Laura Bush Successore	Melania Trump Dati generali Partito politico	Democratico Titolo di studio	Laurea in giurisprudenza Università	Princeton University Harvard Law School Firma	Firma di Michelle Obama Michelle LaVaughn Robinson, coniugata Obama (Chicago, 17 gennaio 1964), è un avvocato ed ex first lady statunitense, moglie di Barack Obama, 44º Presidente degli Stati Uniti d'America[1], nonché prima donna afroamericana a ricoprire il ruolo di First Lady. È stata la prima first lady ad apparire in una sitcom. Indice 1	Biografia 2	Carriera 3	Elezioni presidenziali del 2008 3.1	La campagna per l'elezione di Barack Obama 3.2	Critiche per la frase "For the first time in my life" 3.3	Discorso al convegno dei democratici nel 2008 4	Apparizioni in TV 5	Note 6	Pubblicazioni 7	Altri progetti 8	Collegamenti esterni Biografia Barack e Michelle Obama Michelle LaVaughn Robinson nasce a Chicago (Illinois) il 17 gennaio 1964 dall’unione tra Fraser Robinson (1935 – 1991), impiegato comunale ed iscritto al Partito Democratico, e Marian Shields Robinson (1937), segretaria presso lo Spiegel Catalog Store. La famiglia è inoltre formata dal fratello Craig Robinson, allenatore di pallacanestro della Oregon State University. Diplomatasi nel 1981, lascia Chicago per intraprendere gli studi che la porteranno a laurearsi presso la Princeton University e la prestigiosa Harvard Law School. Tornata a Chicago, lavora come avvocato associato nella società di rappresentanze legali Sidley Austin. In seguito viene nominata membro dello staff del primo cittadino della sua città natale, Richard M. Daley, partecipando al tempo stesso nello staff del Medical Center dell'Università di Chicago. Il suo incontro con Barack Obama è avvenuto quando lei lavorava come stagionale presso la società Sidley Austin. La loro relazione iniziò con un pranzo di lavoro e poi con un incontro per l'organizzazione di comunità in cui lui per la prima volta fece colpo su di lei.[2] Il primo appuntamento della coppia fu per vedere il film di Spike Lee Fa' la cosa giusta (Do the Right Thing).[3] Si sono sposati nell'ottobre 1992,[2] ed hanno avuto due figlie, Malia Ann (nata il 4 luglio 1998) e Natasha, soprannominata Sasha, (nata il 10 giugno 2001).[4] Dopo l'elezione di Barack al Senato degli Stati Uniti, la famiglia Obama ha scelto di non trasferirsi a Washington, sede degli uffici del marito, bensì di continuare a vivere nel South Side di Chicago, per restare fedeli alle proprie origini. Durante la campagna elettorale per l'elezione di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti d'America si era impegnata a fare campagna elettorale solo per due giorni alla settimana, a stare fuori la notte solo una volta alla settimana, e a essere a casa dalle sue due figlie entro la fine del secondo giorno.[5] Carriera Michelle Obama a Tallahassee, Florida Mentre stava ancora frequentando la scuola di legge, viene nominata consigliere associato presso l'ufficio di Chicago del gruppo di legali, lavoro nel quale lei per la prima volta incontrò suo marito. Si occupò di questioni relative al marketing e alla proprietà intellettuale. In seguito ricoprì posizioni pubbliche nell'amministrazione comunale di Chicago come assistente del sindaco, e come assistente e commissario per lo sviluppo e la formazione. Nel 1993 divenne direttore esecutivo presso l'ufficio di Chicago di Public Allies, una organizzazione non-profit che incoraggiava i giovani a lavorare in gruppi non-profit e in agenzie governative che si occupavano di questioni sociali. Lavorò in questo ruolo per circa quattro anni e creò un gruppo per la raccolta fondi, tuttora operante nonostante i dodici anni d'assenza della sua fondatrice. Nel 1996 operò come Associate Dean of Student Services alla University of Chicago, per la quale contribuì a sviluppare il Centro Servizi Comunitari. Nel 2002 iniziò a lavorare per la University of Chicago Hospitals, dapprima come executive director per gli affari comunitari e, a cominciare da maggio 2005, come Vice Presidente della Community and External Affairs. Con l'ascesa di suo marito a politico di rilevanza nazionale, entra ufficialmente a far parte della cultura popolare. Nel maggio 2006, la rivista Essence la colloca tra le "25 donne più ispiratrici del mondo". Nel settembre 2007, la rivista 02138 la pone al 58º posto nella "The Harvard 100," una lista dei più influenti ex allievi di Harvard; suo marito risulta al quarto posto nella medesima classifica. Nel luglio del 2008 comparve sulla copertina di Vanity Fair (edizione internazionale) nella lista delle persone meglio vestite al mondo; il suo nome appare anche nella lista della rivista People delle persone meglio vestite del 2008 ed è stata segnalata per il suo look "classico e sicuro". Gli attributi di eleganza di Michelle vengono indicati come vanto per il ruolo di First Lady da diversi giornali e riviste mondiali del settore. Michelle Obama alla Convention Democratica di Denver Michelle Obama all'Università del Nuovo Messico Elezioni presidenziali del 2008 La campagna per l'elezione di Barack Obama Sebbene Michelle abbia fatto campagna per aiutare suo marito fin dall'inizio della sua attività politica stringendo le mani a molte persone e facendo delle raccolte di fondi, non ha mai considerato questa attività come preponderante nella sua vita. Mentre faceva la campagna per l'elezione del marito presso la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti i dirigenti dell'Università di Chicago le avevano chiesto se c'era una cosa in particolare che le piaceva nel fare campagna elettorale. Dopo averci pensato sopra un poco, rispose che visitare così tanti salotti le aveva fornito nuove idee sull'arredamento degli interni. Nel maggio del 2007, tre mesi dopo che il marito presentò la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, ella ridusse drasticamente le proprie responsabilità professionali per sostenere Barack durante la campagna presidenziale.[6]. Michelle Obama parla ad un evento della campagna elettorale a Plymouth, New Hamsphire Nel 2007, Michelle ha fatto comizi elettorali per la campagna presidenziale del marito in varie località degli Stati Uniti. Jennifer Hunter del Chicago Sun-Times scrisse di uno dei suoi discorsi in Iowa: "Michelle era una palla di cannone, esprimeva una passione determinata per la campagna del consorte, parlando dritto al cuore con eloquenza ed intelligenza."[7] Impiegò uno staff tutto femminile di assistenti per il suo ruolo politico.[8] Confidò che aveva fatto un accordo per cui suo marito avrebbe smesso di fumare in cambio del suo supporto per la campagna elettorale.[9] Sul suo ruolo nella campagna elettorale del marito lei ha detto: "Non sono un consigliere particolare."[10][11][12]. I coniugi Obama con Joe Biden e la moglie Jill Biden a Springfield, Illinois Critiche per la frase "For the first time in my life" Il 18 febbraio 2008, Michelle affermò a Milwaukee, Wisconsin: "For the first time in my adult life, I am proud of my country because it feels like hope is finally making a comeback." ("Per la prima volta nella mia vita adulta, io sono fiera del mio paese perché sento che la speranza sta finalmente ritornando".) Più tardi quella sera stessa lei ripeté il discorso a Madison (Wisconsin), dicendo "For the first time in my adult lifetime, I'm really proud of my country, and not just because Barack has done well, but because I think people are hungry for change." ("Per la prima volta nella mia vita adulta, io sono veramente fiera del mio paese, e non perché Barack abbia lavorato bene, ma perché penso che la gente sia affamata di cambiamento".)[13] Diversi commentatori criticarono i suoi discorsi,[14] sostenendo che "chiunque avesse ascoltato le sue parole ... avrebbe capito che si riferiva alla nostra politica."[15] Nel giugno del 2008, Laura Bush affermò che le parole di Michelle Obama fossero state travisate dai media "Io penso che lei probabilmente intendesse dire che "era più fiera", e che ogni cosa che si dice in campagna elettorale, viene vagliata dai media e in molti casi liberamente interpretata."[16] Durante la campagna elettorale, i media hanno etichettato Michelle come una "donna nera arrabbiata,"[17][18][19] ed alcuni siti web hanno cercato di propagandare questa percezione,[20] costringendola a rispondere: "Barack e io siamo stati di pubblico dominio per molti anni e ci siamo fatti la pelle dura durante il percorso. Quando si è fuori a fare campagna, ci saranno sempre delle critiche. Io prendo tutto così come viene e alla fine della giornata so che arriverò alla fine."[21] Ai tempi della Convention democratica del 2008 in agosto, i media osservarono che la presenza di Michelle era cresciuta lentamente, focalizzandosi sulle preoccupazioni della gente piuttosto che gettarsi nelle sfide, e preferendo rilasciare interviste a shows come The View e pubblicazioni come Ladies' Home Journal piuttosto che apparire in programmi di news. Il cambiamento si applicò anche al suo abbigliamento, privilegiando sempre di più vestiti 'normali' al posto dei suoi iniziali completi firmati. Il cambio del look fu deciso per alleggerire la percezione che si aveva di lei, e a questo fu dato ampio rilievo nella stampa.[22] Discorso al convegno dei democratici nel 2008 Michelle fu vista come un'oratrice carismatica fin dall'inizio della Corsa alla Casa Bianca.[23] Pronunciò il discorso inaugurale durante la prima serata della convention il 25 agosto, durante il quale cercò di descrivere se stessa e la sua famiglia come la materializzazione del Sogno americano.[24]. Descrisse il marito come un uomo di famiglia e sé stessa come non diversa da molte altre donne; raccontò anche dei contesti sociali da cui lei e suo marito provenivano. Michelle sostenne che entrambi credevano "che si lavora duramente per ciò che si vuole raggiungere nella vita, poiché la vostra parola è il vostro legame, e voi fate ciò che dite di voler fare, trattate le persone con dignità e rispetto, anche se non li conoscete di persona, e anche se non siete d'accordo con loro."[25] Sottolineò anche il proprio amore per il paese, in risposta alle critiche a sue precedenti affermazioni sul fatto di sentirsi orgogliosa del proprio paese per la prima volta.[26] Il discorso fu in generale ben accolto ed ebbe ripercussioni positive.[27] L'opinionista politico Andrew Sullivan, lo descrisse come "uno dei migliori, più commoventi, intimi, impressionanti, umili, e bei discorsi che io abbia sentito sul palco di una convention."[28] Secondo il giornalista Ezra Klein di The American Prospect, il discorso era "costruito intelligentemente e ben esposto"[29] e Michelle appariva "genuina e, francamente, familiare."[29]. Apparizioni in TV iCarly - serie TV, episodio 5x10 (2012) The Special Guest Show - programma televisivo, episodio 2x16 (2015) Note ^ Frederick, Don, Barack Obama, 44th president of the United States, in Los Angeles Times, 4 novembre 2008. URL consultato il 4 novembre 2008. Scott Fornek, Michelle Obama: 'He Swept Me Off My Feet', in Chicago Sun-Times, 3 ottobre 2007. URL consultato il 2 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2010). ^ Biography for Michelle Obama, IMDb.com, Inc.. URL consultato il 15 febbraio 2008. ^ Ground Support, Newsweek, 29 gennaio 2007. ^ Mother, wife, superstar, Pasadena Weekly, 5 giugno 2008. ^ Bennetts, Lisa, First Lady in Waiting, su Vanity Fair, CondéNet, 27 dicembre 2007. URL consultato il 12 febbraio 2008. ^ Jennifer Hunter, Michelle gets stronger all the time, in Chicago Sun-Times, 21 agosto 2007. URL consultato il 14 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2008). ^ Langley, Monica, Michelle Obama Solidifies Her Role, su Wall Street Journal, Dow Jones & Company, Inc., 11 febbraio 2008. URL consultato il 12 febbraio 2008. ^ Michelle Obama on Campaign, Family, su Wall Street Journal, Dow Jones & Company, Inc., 11 febbraio 2008. URL consultato il 12 febbraio 2008. ^ Robin Roberts, Michelle Obama: 'I've Got a Loud Mouth', ABCNews Internet Ventures, 22 maggio 2007. URL consultato il 12 febbraio 2008. ^ Carly Zakin, Michelle Obama plays unique role in campaign, MSNBC, 30 luglio 2007. URL consultato il 12 febbraio 2008. ^ Michelle Obama: I'm his wife, not adviser (TXT), Sioux City Journal, 22 maggio 2007. URL consultato il 3 aprile 2008. ^ Jake Tapper, Jake, Michelle Obama: "For the First Time in My Adult Lifetime, I'm Really Proud of My Country", in Political Punch, 18 febbraio 2008. URL consultato il 18 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2008). ^ Associated Press, Michelle Obama Explains Pride Remark, in Chicago Sun Times, 20 febbraio 2008. URL consultato il 20 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2008). ^ Halperin, Mark, "Obama's Chief Strategist David Axelrod on Michelle Obama's Remarks", in TIME, 20 febbraio 2008. URL consultato il 20 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2009). ^ "Laura Bush Defends Michelle Obama Against Patriotism Attack", su The Huffington Post, 9 giugno 2008. URL consultato il 9 giugno 2008. ^ Powell, Michael and Jodi Kantor, After Attacks, Michelle Obama Looks for a New Introduction, su The New York Times, The New York Times Company, 18 giugno 2008. URL consultato il 13 ottobre 2008. ^ " A First Lady of a different kind," cnn.com May 23, 2008. ^ "'FOX News Watch,' June 14, 2008," Fox News Archiviato il novembre 1, 2008 Data nell'URL non combaciante: 1º novembre 2008 in Internet Archive. June 14, 2008. ^ Dowd, Maureen, Mincing Up Michelle, su The New York Times, The New York Times Company, 11 giugno 2008. URL consultato il 13 ottobre 2008. ^ "20 Questions with Michelle Obama," momlogic.com July 31, 2008. ^ Stanley, Alessandra, Michelle Obama Shows Her Warmer Side on ‘The View’, su The New York Times, The New York Times Company, 19 giugno 2008. URL consultato il 13 ottobre 2008. ^ Parsons, Christi, Bruce Japsen and Bob Secter, Barack's rock - Sen. Obama 's blunt, tough partner, Michelle , helps shape her husband's politics and life and is integral to his White House run, su Chicago Tribune, Newsbank, 22 aprile 2007. URL consultato il 13 ottobre 2008. ^ Adam Nagourney, Appeals evoking American Dream rally Democrats, The New York Times, 26 agosto 2008. URL consultato il 27 agosto 2008. ^ Brian Naylor, Interpreting Michelle Obama's speech, National Public Radio, 26 agosto 2008. URL consultato il 27 agosto 2008. ^ Abdon M. Pallasch, Michelle Obama celebrates Chicago roots, Chicago Sun-Times, 26 agosto 2008. URL consultato il 26 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2008). ^ Suellentrop, Chris. "Michelle Obama's high note." The New York Times, August 25, 2008. Retrieved on 2008-08-27. ^ Sullivan, Andrew. "The Daily Dish." The Atlantic Monthly, August 25, 2008. Retrieved on 2008-08-27. Klein, Ezra. "Michelle Obama." The American Prospect, August 25, 2008. Retrieved on 2008-08-27. Pubblicazioni Contributrice di: Health Care di David M. Haugen; Detroit: Greenhaven Press/Gale, 2008. ISBN 978-0-7377-4006-6 ISBN 0-7377-4006-X ISBN 978-0-7377-4007-3 ISBN 0-7377-4007-8 Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Michelle Obama Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Michelle Obama Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Michelle Obama Collegamenti esterni (EN) Sito ufficiale, su obama.org. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su TED, TED Conferences LLC. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su Models.com, Models.com, Inc. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Michelle Obama, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama (autore), su Goodreads. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama (personaggio), su Goodreads. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su WhoSampled. Modifica su Wikidata Michelle Obama, su MYmovies.it, Mo-Net Srl. Modifica su Wikidata Michelle Obama, su Movieplayer.it. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su Internet Movie Database, IMDb.com. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su AllMovie, All Media Network. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su Metacritic, CBS Interactive Inc. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su TV.com, CBS Interactive Inc. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute. Modifica su Wikidata (EN) Michelle Obama, su BFI Film & TV Database, British Film Institute. Modifica su Wikidata

Commenti

Maurizio cadelano ha detto…
Tutte notizie allegre che fanno bene allo spirito.. Compli-menti.
Anonimo ha detto…
#Gazprom #gas #vonderLeyen Trends for you Sports · Trending #BolognaInter 13.6K Tweets Trending in Italy #ElonMusk 142K Tweets Trending in Italy #Amicispoiler 8,299 Tweets Trending in Italy #terzaguerramondiale 1,856 Tweets Trending in Italy Albe 3,508 Tweets Trending in Italy Nunzio 4,994 Tweets Trending in Italy ALEX HA 5,201 Tweets Only on Twitter · Trending #chilhavisto 4,419 Tweets Sports · Trending Buffon 1,927 Tweets Trending in Italy #cognome 3,928 Tweets Sports · Trending #BolognaInter 14.2K Tweets Trending in Italy #Amicispoiler 8,329 Tweets Trending in Italy #ElonMusk 142K Tweets Trending in Italy Nunzio 5,010 Tweets Trending in Italy #terzaguerramondiale 1,860 Tweets Trending in Italy Albe 3,523 Tweets Trending in Italy ALEX HA 5,208 Tweets Only on Twitter · Trending #chilhavisto 4,578 Tweets Trending in Italy #cognome 3,938 Tweets Music · Trending Brenda Asnicar Trending in Italy Todaro Trending in Italy #NameThatTune 4,960 Tweets Sports · Trending #AtalantaTorino 1,790 Tweets Trending in Italy Craxi 1,578 Tweets Politics · Trending #ottoemezzo 1,723 Tweets Trending in Italy #isolitiignoti Sports · Trending Bastoni 1,499 Tweets Trending in Italy #upas Trending in Italy #SpaceX 5,932 Tweets Sports · Trending Arnautovic 2,396 Tweets

Anonimo ha detto…
IL RITRATTO INTIMO E MEMORABILE DELLA FIRST LADY DEGLI STATI UNITI CHE HA ISPIRATO IL MONDO Quando era solo una bambina, per Michelle Robinson l’intero mondo era racchiuso nel South Side di Chicago, dove lei e il fratello Craig condividevano una cameretta nel piccolo appartamento di famiglia e giocavano a rincorrersi al parco. È stato qui che i suoi genitori, Fraser e Marian Robinson, le hanno insegnato a parlare con schiettezza e a non avere paura. Ma ben presto la vita l’ha portata molto lontano, dalle aule di Princeton, dove ha imparato per la prima volta cosa si prova a essere l’unica donna nera in una stanza, fino al grattacielo in cui ha lavorato come potente avvocato d’affari e dove, la mattina di un giorno d’estate, uno studente di giurisprudenza di nome Barack Obama è entrato nel suo ufficio sconvolgendole tutti i piani. In questo libro, per la prima volta, Michelle Obama descrive gli inizi del matrimonio, le difficoltà nel trovare un equilibrio tra la carriera, la famiglia e la rapida ascesa politica del marito. Ci confida le loro discussioni sull’opportunità di correre per la presidenza degli Stati Uniti, e racconta della popolarità vissuta – e delle critiche ricevute – durante la campagna elettorale. Con grazia, senso dell’umorismo e una sincerità non comune, Michelle Obama ci offre il vivido dietro le quinte di una famiglia balzata all’improvviso sotto i riflettori di tutto il mondo e degli otto anni decisivi trascorsi alla Casa Bianca, durante i quali lei ha conosciuto meglio il suo Paese, e il suo Paese ha conosciuto meglio lei. Becoming ci conduce in un viaggio dalle modeste cucine dell’Iowa alle sale da ballo di Buckingham Palace, tra momenti di indicibile dolore e prove di tenace resilienza, e ci svela l’animo di una donna unica e rivoluzionaria che lotta per vivere con autenticità, capace di mettere la sua forza e la sua voce al servizio di alti ideali. Nel raccontare con onestà e coraggio la sua storia, Michelle Obama lancia una sfida a tutti noi: chi siamo davvero e chi vogliamo diventare? MICHELLE ROBINSON OBAMA è stata la first lady degli Stati Uniti dal 2009 al 2017. Laureatasi alle università di Princeton e Harvard, inizia la sua carriera da avvocato a Chicago nello studio Sidley & Austin, dove incontra il futuro marito Barack Obama. Sempre a Chicago ha lavorato in seguito per gli uffici del sindaco, l’università e l’ospedale della stessa istituzione. Ha inoltre fondato la sezione locale di Public Allies, un’organizzazione per la formazione dei giovani alla carriera nei settori pubblico e non profit. Michelle e Barack vivono attualmente a Washington e hanno due figlie, Malia e Sasha. L’ex First Lady ha dichiarato: “Sono emozionata nel condividere con tutti voi la copertina di Becoming. Scrivere questo libro è stato estremamente significativo e illuminante. Spero che questo libro diventi l’occasione per ciascuno di voi di pensare alla vostra storia, perché credo fermamente possa aiutarvi a diventare chiunque aspirate a essere. La vostra storia è ciò che avete, ed è ciò che avrete per sempre. È qualcosa da custodire." Nel suo memoir, un’opera di profonda riflessione e di grande forza narrativa, Michelle Obama inviterà i lettori nel suo mondo, raccontando le esperienze che l’hanno formata, dalla sua infanzia nel quartiere di South Side a Chicago agli anni di lavoro in equilibrio tra gli impegni professionali e quelli di madre, fino al periodo trascorso nella Casa Bianca. Con estrema franchezza e verve, descriverà i trionfi e le delusioni, sia pubblici sia privati, raccontando per intero la sua storia così come l’ha vissuta, attraverso le sue parole e dal suo punto di vista. Caldo, saggio e rivelatore, Becoming sarà l’inedito ritratto intimo di una donna che ha costantemente sfidato le aspettative, e la cui storia ci ispira a fare altrettanto.
da ha detto…
Il nome completo di Michelle Obama è Michelle LaVaughn Robinson.

Nasce a Chicago il 17 gennaio del 1964. Da subito si impegna molto negli studi, raggiunge infatti la laurea in legge ad Harvard.

Con questo titolo di studio comincia successivamente a lavorare presso il piccolo studio legale di Sidley Austin.

Qui, nel 1988, Michelle diventa assistente di un uomo che poi, nel 1992, diventerà suo marito, stiamo parlando di Barack Obama.

Dopo la morte del padre la donna si trova a riconsiderare tutta la sua vita: lascia così lo studio legale per dedicarsi al lavoro nel settore pubblico.

Nel maggio del 2007, tre mesi dopo la presentazione del marito come candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Michelle Obama riduce in modo significativo i proprie impegni professionali per sostenere Barack durante la campagna presidenziale.

Nel maggio 2006, la rivista Essence la colloca tra le "25 donne più ispiratrici del mondo".

Nel settembre 2007, la rivista 02138 la pone al 58º posto nella "The Harvard 100," una lista dei più influenti ex allieve di Harvard; nella stessa classifica Barack Obama appare al 4° posto.

Gli attributi di eleganza di Michelle vengono indicati come vanto per il ruolo di First Lady da diversi giornali e riviste mondiali del settore: nel luglio del 2008 Michelle Obama compare sulla copertina di Vanity Fair (nell'edizione internazionale) nella lista delle persone meglio vestite al mondo; il suo nome appare anche nella lista di "People" (altra rivista) segnalata per il suo look come "classico e sicuro".
oba ha detto…
Eleanor Roosevelt interpretata da Gillian Anderson, Betty Ford con il volto di Michelle Pfeiffer e Michelle Obama nella performance di Viola Davis.

Sono i tre ritratti che scandiscono The First Lady, la serie in dieci episodi diretta dalla regista candidata all'Oscar e già vincitrice di un Emmy Susanne Bier e con Cathy Schulman come showrunner, in onda dal 17 aprile sul canale Usa Showtime.

Un racconto su tre figure iconiche, tre donne forti e indipendenti, capaci di affrontare sfide difficili (come nel caso di Betty Ford, che dopo aver sconfitto la dipendenza dall'alcool e i farmaci, ha creato un centro per curare le dipendenze) e di prendere parte alla discussione politica e sociale assumendo un ruolo di riferimento.

"Per me era necessario essere precisa fino ai minimi dettagli nel ritratto di Michelle Obama per rendere al meglio il conflitto che ha affrontato ", spiega Viola Davis nel panel dedicato alla serie negli incontri di Deadline Contenders. Per Betty Ford il conflitto è stato legato alla lotta contro le dipendenze e la malattia; per Eleanor Roosevelt, che in pratica ha guidato il Paese e ha fatto fare degli enormi passi avanti alla lotta per i diritti delle donne, era legato alla propria sessualità.

"Quando l'ho incontrata, Michelle Obama mi ha detto che in realtà lei non è neanche una persona che si arrabbia facilmente... mentre io mi arrabbio eccome", commenta sorridendo l'attrice. Il suo principale obiettivo è stato "interpretarla per come è realmente". Per Cathy Schulman "Viola ha una grande passione per la ricerca della verità. Per lei come per le altre interpreti è stato fondamentale evitare gli stereotipi". La cosa interessante "è che la serie racconta - aggiunge - tre donne che non sarebbero volute essere first lady" . Il racconto "si prende delle licenze narrative", sottolinea Viola Davis commentando una delle scene che appare nel trailer, nella quale Michelle Obama reagisce alla decisione di Barack Obama (che da adulto è interpretato da O. T. Fagbenle, mentre nella versione ventenne da Julian De Niro, figlio di Robert) di candidarsi alla presidenza degli Usa. "Sappiamo che Michelle Obama non ama le trappole della politica - sottolinea l'attrice - e io ho voluto che quella discussione fosse presente nella storia".

Nel cast, fra gli altri, ci sono anche Kiefer Sutherland nei panni di Franklin Delano Roosevelt, Aaron Eckhart nel ruolo di Gerald Ford (interpretato in versione ventenne da Charlie Plummer), Jayme Lawson per la giovane Michelle Obama, Judi Greer e Lily Rabe nei panni di Lorena Hickok, giornalista che ha avuto una lunga storia d'amore con Eleanor Roosevelt. "L'idea di focalizzarci su Michelle Obama è stata immediata - spiega Cathy Schulman - poi è stato naturale pensare a Eleanor Roosevelt, che è stata la prima first lady moderna, e approfondendo il suo lavoro per i diritti delle donne abbiamo pensato a raccontare anche l'opera di Betty Ford, la prima first lady a parlare apertamente di battaglie personali affrontate da tante donne, dal tumore al seno alla lotta con l'alcolismo". Per Susanne Bier è molto interessante vedere come le battaglie di queste donne siano universali: "I muri che vuole abbattere Michelle Obama sono gli stessi che si è trovata di fronte Eleanor Roosevelt. Ci sono molti elementi nei quali ritrovarsi". Come interprete di Michelle Obama "la scelta per me è stata da subito Viola Davis - aggiunge Cathy Schulman - abbiamo lavorato varie volte insieme e so quanto sia coraggiosa, sapevo che sarebbe stata in grado di dare volto a una first lady così amata". La bravura delle attrici ha convinto i critici, che comunque hanno riservato giudizi non entusiastici alla serie, giudicata da alcuni troppo convenzionale ed agiografica.

ELENCO ARTICOLI (clicca qui)

Mostra di più
  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA