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Perché ho scelto di chiamarmi ZeRo?

 


Visto che ormai è da diversi anni che gestisco questi blog, mi sembrava ora di raccontare qualcosa su di me.

Perché ho scelto ZeRo?

Partiamo col fatto che io non ho scelto Zero.

Non ho scelto "razionalmente" di chiamarmi ZeRo.

È stato zero a scegliere me…

Mi ha scelto in due sensi: nel senso che ZeRo corrisponde alle iniziali (nome e cognome) del mio presunto io sociale, e nel senso che ha azzerato quella che credevo essere la mia identità.


Come  Zero ha scelto di azzerare il senso del mio io, così azzererà il vostro io.

Come ha azzerato il mio ego, così azzererà l'ego di chiunque altro.

Non è una scelta personale... Non puoi sapere quand’è il tuo turno. Il tuo io non può sapere quand’è il suo turno. Non puoi sapere quando tocca a te, al tuo io. Puoi saperlo soltanto a posteriori, dopo l'azzeramento. 

E se posso darvi un consiglio, non fatevi trovare impreparati. 

E come faccio a prepararmi, se non ho scelta? [borbotterà il vostro nevrotico intelletto].

Prepararsi, non va qui inteso come un fare qualcosa ma come un disfare, un non fare, uno smettere di fare. Preparatevi a mollare la presa, o almeno ad allentare gradualmente la presa dal volante della vostra vita. Preparatevi a perdere il controllo, o almeno preparatevi a lasciar andare il finto controllo che la mente crede di avere sulla realtà.

Vi dovete preparare al disfacimento del vostro io. Vi dovete preparare al disincanto. Lo schiaffo del disincanto arriverà indipendentemente dalla vostra volontà personale, a dispetto della volontà del vostro ego. Anzi, arriverà proprio per fare un dispetto al vostro io.

Se siete in una condizione di disincanto, lo schiaffo potrà essere percepito come una carezza.

Se invece rimanete bovinamente incantati ai sogni del vostro io e alle apparenze esterne, allora il disincanto sarà come uno schiaffone di Bud Spencer.

Lo schiaffo del Risveglio, lo schiaffo dello Spirito, lo schiaffo della Verità, quando viene ricevuto in stato di presunzione, ignoranza, arroganza, rincoglionimento, farà molto male.

Per fortuna nel mio caso la scelta è stata piuttosto ironica.

Col senno di poi, mi sono reso conto che la mia scelta consisteva solo nell’accettare qualcosa che si stava già dispiegando da sé. Mi sono ritrovato nei panni di un oggetto usa e getta. Ho lasciato che questo corpo e questo intelletto venissero utilizzati (e in fine azzerati) dall’Oltre. L’ho chiamato ZeRo perché l’Oltre mi ha suggerito ZeRo.

Nel firmare le mie trilogie sentii questo suggerimento inconscio, e lo assecondai. senza pensarci, senza ragionare sul significato, senza chiedermi se avesse qualcosa di familiare.

In seguito mi accorsi che corrispondeva alle iniziali del nome e cognome.

E così scoprii che Zero mi aveva scelto come prossimo testimone - o come prossima vittima.

L'azzeramento era già iniziato da molti anni, ma grazie a questa e ad altre coincidenze mi resi conto che anche per me era cominciato il conto alla rovescia.

Anzi mi resi conto che il conto alla rovescia per me era finito.

Era il 2017, avevo circa 34 anni e ovviamente avevo molti sogni nel cassetto, dunque speravo di poter posticipare l'azzeramento di qualche annetto - magari altri 30, ma così non fu.

Non si negozia con zero.

Zero non negozia con i sogni dell'io.

Lo schiaffo che ricevetti  fu terribile e clemente allo stesso tempo. Fu terribile perché scosse il senso di realtà fino a paralizzare la sensazione di me stesso e del mondo. Fu clemente perché ero già disincantato da tanti anni, dunque non mi sconvolse emotivamente.

La lancetta della vita tagliò la testa della mia pseudo identità ed io mi ritrovai sospeso nell'ignoto, a gironzolare come un fantasma.... nel mondo dei sogni. Quello che per voi è il mondo reale, esterno, solido, per la mia pura consapevolezza divenne un conglomerato evanescente.

Sapevo che per me era finita. Qualcosa aveva finito il mio ridicolo personaggio umano, mi era stato dato il colpo di grazia.

Sapevo che per il mio io non c’era più niente da fare, dire, pensare, volere, ottenere. Al contempo, mentre per me (per il mio io) sembrava finita, avevo anche l’assurda certezza che ero libero. Come facevo ad essere libero se per me era finita?

Allora non riuscivo a descriverlo come adesso, non conoscevo ancora le parole più azzeccate, però avevo intuito che per me (per il mio piccolo io) non era rimasto nulla, per me non c’è più nulla da capire, nulla da spiegare, nulla da giustificare al mio intelletto, nulla da raccontare agli altri. Lo sapevo (o meglio lo comprendevo) con certezza matematica, nonostante non avessi le parole per descriverlo. E questo è il bello. Quello schiaffo, o quel colpo di grazia, non ha niente di intellettuale, accademico, razionale, morale, umano, personale. 

Quel colpo di grazia è la cosa più spietata che ci sia per il vostro vanitoso ego.

Squarcia il velo della realtà in cui credete di vivere e vi lascia con l’amara consapevolezza di non trovarvi dove credevate di trovarvi. Nel mio caso è come se fossi stato catapultato fuori dall’Universo e avessi inspiegabilmente visto l’irrealtà di tutto ciò che sembrava circondarmi.

Oppure, per fare un esempio più comprensibile, è come se la mia coscienza fosse entrata dentro il televisore, avesse preso parte alla fiction, e poi fosse uscita dal televisore, lasciandomi con l’assurda perplessità di non sapere se è più irreale la fiction televisiva o quella sociale. 

Provai a raccontare ciò che vedeva la mia consapevolezza, ma stranamente anche quelli del settore spirituale si rivelarono essere coscienze stordite dal sogno planetario.

Non riuscivo a capacitarmi di come nessuno riconoscesse di trovarsi realmente in un sogno. Potevo capire i miei parenti, totalmente immersi e persi nel mondo delle apparenze, ma cazzo, i presunti Maestri, praticanti, ricercatori spirituali mi guardavano più stralunati che mai, di fronte a una realizzazione che tra l’altro gli era stata ripetuta da millenni da chissà quanti esseri autoliberati.

Da quelle reazioni riconobbi la peculiarità di questa realizzazione. Checché se ne dica, lo schiaffo del Risveglio è intollerabile per l’uomo comune, dalla mente piena di sogni e desideri irrealizzabili. 

La mia mente è vuota. Non ha sogni nel cassetto.

Come puoi avere sogni nel cassetto dopo il risveglio?

Ad ogni modo, da quel periodo in poi tentai comunque di comunicare, a modo mio, questa sempiterna Verità. Ma soprattutto l’ho vissuta attenendomi alla pura e vuota consapevolezza. 

Lasciai che l’Oltre mi dettasse il messaggio più opportuno per gli altri, e così utilizzai termini come corpo di impressioni, autodissuadimento, disincanto, trip stopper, spin, coscienza in via di risveglio, incantamento mentale, incatenamento sensoriale, sogno planetario, mondo delle apparenze esterne. 


Questa e altre circostanze mi fecero riconoscere il valore dello zero (Zero inteso come origine, azzeramento, vacuità, inafferrabilità, ineffabilità), il valore della pura e vuota consapevolezza, il valore dell’Oltre, il valore della Visione Suprema.

Adesso la mia esistenza qui, nel sogno planetario, è un mero passatempo. Utilizzerò i crediti a mia disposizione per giocare d'azzardo con la vita, dando zero importanza al risultato finale. L’autoliberazione mi ha consentito di vedere e percepire il pesante corpo fisico come un evanescente corpo di impressioni. E se il tuo corpo non è più un problema, quali altri problemi puoi avere? Visto che tutti i problemi sono legati all’identificazione col corpo, di cosa può preoccuparsi chi non sente l’identità corporea? Di cosa può aver paura una tale consapevolezza?

L’unica cosa che può sentire la pura consapevolezza auto liberata, è la curiosità di intrattenersi di nuovo con le apparenze esterne e la curiosità di esplorare nuovamente il corpo, ma questa volta con la consapevolezza di trovarsi in un sogno estremamente vivido.

Grazie alla spassosa e tragicomica recitazione delle coscienze addormentate, ho sempre qualcosa da guardare, di conseguenza non ho bisogno della televisione o di Youtube. Il mio televisore è il mondo.


Se la realizzazione è autentica, diventa impossibile rimanere incantati dal sogno ad occhi aperti e nutrire affetto per le apparenze esterne.

Al massimo hai delle curiosità passeggere.

Una di queste è rompere incantesimi.

Questa è la mia unica specialità.

So che ci sono molte coscienze incantate e incatenate al mondo delle apparenze, per cui mi diletto a trovare espedienti per facilitare la transizione da coscienze addormentate a coscienze in via di risveglio.

Finché posso, sfrutterò questo portatile per rompere i vostri fottuti incantesimi.

E quando non so cosa fare, passo le giornate ad osservare la fiction umana. Potrei passare ore seduto su una panchina a guardare la trama di quei buffi personaggi.

Mi domando quale azione farà il tal attore sociale. Mi chiedo cosa ha in serbo l’ignoto per quell’individuo. Chissà in che modo la realtà gli stravolgerà i suoi piani. Chissà quante sceneggiate farà. Chissà quale sarà la sua reazione al prossimo colpo di scena. Chissà se riuscirà a tollerare il colpo di grazia. Chissà quanto è incantato.

E tu caro lettore o cara lettrice, quanto sei incantato/a?

Sei pronto o pronta al colpo di grazia?

Siete pronti all’azzeramento?

Siete pronti a ripartire da Zero?


 

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