Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

SOLVE ET COAGULA (Dissoluzione e Composizione. Morte e Rinascita. )

-
“Solve et Coagula”.
Il moto inesorabile della Vita.
Il battito fremente dell’universo.
Il senso misterioso del Tutto, Uno e molteplice.

"Solve et Coagula" Formula alchemica per eccellenza, mezzo che gli alchimisti usavano per evolvere e rigenerare se stessi.
L'operazione che veniva messa in atto per trasmutare i metalli ordinari in oro, anche se sappiamo che questo si riferiva principalmente all'aspetto spirituale e non a quello materiale.
Solve: rottura degli elementi, dissolvenza delle forzature, degli stati negativi del corpo e della mente per giungere mediante la ripetizione dell'operazione alla Pietra Filosofale.
Coagula: coagulazione degli elementi dispersi nel tutto nella fase "solve", la nuova sintesi degli elementi.
Credo si possa esprimere simbolicamente mediante la famosa Fenice che muore e dalla ceneri stesse rinasce.
Dissoluzione e Composizione.
Morte e Rinascita.
L’una discende dall’altra e viceversa.
Tutto in natura attraversa queste due condizioni.
Tutto vive e si trasforma nell’interminabile rincorrersi di questi due termini contraddittori.
Se si osserva bene questa formula viene applicata in diversi aspetti della vita. Non solo, la stessa scienza per mezzo della fisica quantica ha stabilito la veridicità della stessa.

Il principio del "solve et coagula" va applicato ad ogni aspetto dell'esistere, l'esempio dell'evoluzione di pensiero ne è conferma.
Un pensiero nasce, si forma... muore e dallo stesso ne nasce un nuovo che nel suo "dna" conserva le informazioni del precedente ma si assicura una forma dissimile poichè correlata dagli aspetti che ne hanno determinata la fine stessa.
L'alchimia secondo autorevoli fonti e' arrivata dalla Cina (vedere il Segreto del fiore d'oro).
Il pensiero alchemico e' sostanzialmente identico al Tantrismo Buddista, ma anche Shivaita. ‘Sole’ et ‘Luna’ sono gli orecchini che si vedono indosso a certi Yoghin ancora oggi. Qui si sostiene che solo vivendo nelle emozioni e sviluppando contemporaneamente la consapevolezza del vuoto, si puo' ottenere l'illuminazione suprema.
Ogni giorno questo miracolo avviene all’interno del nostro corpo senza che nessuno possa prenderne coscienza. Senza che nessuno possa frenarne il movimento.
“Polvere sei e polvere ritornerai!”.
Cominciamo a morire nello stesso istante che siamo chiamati alla vita, ma è altrettanto vero che ogni nostra cellula che muore ne chiama al suo posto una nuova in vita.


La Vita e la Morte si inseguono senza sosta come in un abbraccio infinito.
Ma è giusto parlare di Vita e di Morte?
La Morte non è parte della Vita?
La Vita non sarà forse qualcos’altro?
Non sarà forse quella stessa Forza che gestisce la dissoluzione e la composizione della materia?
L’uomo profano continua a chiamare vita solamente ciò che vede animato, considerando morte tutto ciò che non lo è.
L’uomo è abituato a separare, a dividere tutto ciò che non comprende.
Eppure, Tutto è Uno.
Nulla si crea e nulla si distrugge. Tutto E’.
“Io Sono Colui che Sono”.
Il mistero profondo della Vita è racchiuso dietro queste due parole sacre:
 

“Solve et Coagula”.
Sono il fondamento e lo spirito dell’alchimia.
Soluzione e Coagulazione.

 
Tali operazioni sono l’effetto diretto dell’impiego di una forza particolare che agisce sulla materia.
La forza trasmutatrice del Fuoco. Il principio solare che tutto trasforma. Il principio di Vita che crea e dissolve.
Ma il Fuoco di cui parlano gli alchimisti non è un fuoco fisico.
Il Fuoco che agisce sulla materia, trasmutandola in continuazione, è esattamente quello stesso Fuoco del roveto ardente di cui parlò Mosè, è quel Fuoco che discese sui cristiani in Pentecoste, è il Fuoco sacro del Tempio che governa ogni cosa ed ogni angolo dell’Universo.
E’ Dio presente in tutte le sue manifestazioni. Creatore, dissolutore e trasmutatore, che Vive manifestandosi nelle sue creature, cambiando continuamente e infinitamente forma e sostanza.


Qual è, quindi l’Opera dell’alchimista?
Ricollegarsi a quel Fuoco.
Riprendendo coscienza di quello Spirito Eterno Creatore, Dissolutore e Trasmutatore che vive in noi e di cui noi siamo parte.
Noi siamo in Dio e Dio è in noi.
Ritrovare in noi il principio Uno di ogni cosa.
E’ per questo che, raggiunto il Fuoco Sacro, anch’esso Uno e Trino, poiché costituito dall’allineamento delle tre fiamme (Philòs, Eros, Agape) in un'unica “fiamma”, si conquista il potere sulla materia e sui metalli, potendo trasformare i vizi plumbei in virtù auree.




Vedi anche le trilogie del risveglio: https://risvegliodalsogno.wixsite.com/risveglio/about



Commenti

Rimani aggiornato sui miei contenuti

  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA