L’ebook a 6,99€ –> QUI
--
Oppure il Cartaceo QUI —> con Codice Sconto del 20% (358314)
![Risveglio dal sogno planetario (Volume Teorico) di [ZeRo]](https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41sfonMuqwL.jpg)

--
Cercate di capire una cosa: la traiettoria della nostra vita
spirituale, qualunque sia il nostro cammino, progressivo o diretto, devozionale
o no, passa per la resa.
Infine questo è il nome di tutto il gioco spirituale: resa.
Qualsiasi cosa facciate spiritualmente ci conduce a uno spontaneo stato di resa, un lasciar andare.
È qui che tutte le strade convergono, non importa quali siano.
Una volta che sapete questo, siete informati che ogni passo lungo la strada è sempre la vostra prossima opportunità di resa.
- Adyashanti, La vita dopo il risveglio
Infine questo è il nome di tutto il gioco spirituale: resa.
Qualsiasi cosa facciate spiritualmente ci conduce a uno spontaneo stato di resa, un lasciar andare.
È qui che tutte le strade convergono, non importa quali siano.
Una volta che sapete questo, siete informati che ogni passo lungo la strada è sempre la vostra prossima opportunità di resa.
- Adyashanti, La vita dopo il risveglio
---
La mente ha paura di lasciar andare le proprie pretese, perché
pensa che se molla la presa non otterrà ciò che vuole […]. Smettila di cercare
d’essere una persona migliore, e sarai una persona migliore. Smettila di
cercare di perdonare, e il perdono accadrà. Fermati e fa silenzio.
(Adyashanti)
(Adyashanti)
-----
Quando
il vuoto danza:
Per esser completa, la
realizzazione deve coinvolgere tre livelli – testa, cuore e pancia – perché
potresti avere una mente molto luminosa e illuminata, e conoscerla in modo
molto approfondito, senza però che il tuo essere danzi. È quando il cuore comincia ad aprirsi, proprio come la mente, che
il tuo essere inizia a danzare. Allora tutto diventa vivo. Poi,
quando anche la tua pancia si apre, appare quella profonda, profondissima e
insondabile stabilità, nella quale l’apertura, che sei tu, muore per diventare
trasparenza. Tu danzi, il vuoto danza.
-----
Onde
della Mente:
Le onde della mente
Pretendono così tanto dal Silenzio.
Ma Lei (1) non replica,
non dà risposte, non fa discorsi.
Lei è l’artefice nascosta di ogni pensiero
Di ogni emozione
In ogni momento.
Pretendono così tanto dal Silenzio.
Ma Lei (1) non replica,
non dà risposte, non fa discorsi.
Lei è l’artefice nascosta di ogni pensiero
Di ogni emozione
In ogni momento.
Silenzio.
Lei pronuncia una sola parola.
E questa parola è questa esistenza.
Nessun nome che puoi darLe
La sfiora
La cattura.
Nessuna comprensione
Può abbracciarLa.
E questa parola è questa esistenza.
Nessun nome che puoi darLe
La sfiora
La cattura.
Nessuna comprensione
Può abbracciarLa.
La mente si getta tra le braccia del
Silenzio
E pretende di essere accolta.
Ma nessuna mente può entrare
Nella Sua radiosa oscurità
Nel Suo puro e sorridente
Nulla.
E pretende di essere accolta.
Ma nessuna mente può entrare
Nella Sua radiosa oscurità
Nel Suo puro e sorridente
Nulla.
La mente si lancia
In sacre interrogazioni.
Ma il Silenzio rimane
Imperturbato dinanzi ai capricci:
Chiede solo il niente.
In sacre interrogazioni.
Ma il Silenzio rimane
Imperturbato dinanzi ai capricci:
Chiede solo il niente.
Niente.
Ma tu non glielo darai
Perché è l’ultimo spicciolo
Che hai in tasca
E preferisci darLe
Le tue pretese
Piuttosto che le tue sacre mani vuote.
Perché è l’ultimo spicciolo
Che hai in tasca
E preferisci darLe
Le tue pretese
Piuttosto che le tue sacre mani vuote.
(1) L’autore ha scelto di rendere il
sostantivo silence, silenzio, al femminile.
Adyashanti
-------------
Che cos’è l’illuminazione?
«L’illuminazione è il risveglio dal sogno di essere un io separato
dalla realtà universale. Non è un’esperienza o una percezione che accade a una
persona per effetto di una pratica spirituale o di una consapevolezza
coltivata. Non va e viene, né devi fare alcunché per mantenerla.
Non riguarda l’essere centrati, estatici,
sereni o qualsiasi altra esperienza. In realtà, l’illuminazione è una
nonesperienza permanente che non accade a nessuno. Il singolo individuo viene
visto attraverso la realtà suprema e universale, e allora comprendi che esiste
solo essa, e che tu sei quella.
La cosa divertente è che sei, e sei sempre
stato, ciò che stai cercando. Tutti sono già la natura suprema, la natura del
Buddha o la consapevolezza di Cristo, ma la maggior parte di noi non lo sa.»
-------------
Quando
sei aperto…
“Non
è tanto il pensiero, ma sono i cinque sensi che ti danno l’accesso più veloce a
quest’apertura verso la tua vera natura. Ad esempio, se ascolti questo istante
per intero, in ogni suo aspetto, e non solo i suoni che giungono alle orecchie,
se senti tutto l’attimo presente, con tutto te stesso, ti apri ben oltre i
confini del tuo piccolo io. Appare una sensazione particolare nel tuo corpo, e
la senti – si estende, si allarga. Senti la quiete assoluta. Senti gli
uccellini. Senti com’è sentire un suono.
I cinque sensi ti danno accesso immediato,
al di là della realtà virtuale mentale, a qualcosa che non è cercato dalla
mente. È sbalorditivo ciò che accade, quando consenti ai tuoi cinque sensi di
spalancarsi. Ti rendi conto che il novantanove per cento del tuo problema è
dovuto al fatto di relegare, concentrare tutto in una sola direzione, mentre quando ti apri alla totalità tutto diventa chiarissimo.
E se ricominci a soffrire, è perché i tuoi cinque sensi hanno rinunciato a
rivolgersi alla totalità per concentrarsi su una cosa sola, che causa
sofferenza.
[…] Hai focalizzato
tutta la tua attenzione su un frammento dell’esperienza e hai così impedito al
Non-nato di prendersi cura di sé. Non appena l’attenzione si
espande, si percepisce chiaramente come il Non-nato si prende cura di sé e ogni
cosa segue il suo giusto corso […]. In seguito, riesci a spingerti
oltre al tuo punto di vista limitato e a vedere che non è esatto affermare che
tu percepisci tutte queste esperienze, ma che invece è la totalità che
percepisce se stessa” .
“Quando sei aperto, fai
la tua esperienza senza filtri […]. Non cerchi di proteggerti […].
Quando doni a te stesso la meravigliosa possibilità di non affannarti a trovar te stesso in qualche concetto o emozione particolare, allora l’apertura si dilata a tal punto che la tua identità si trasforma sempre più in uno spazio aperto, cessando di essere solo un punto di riferimento mentale, sotto forma di convinzione o di sensazione fisica. Il punto principale non è sbarazzarsi dei pensieri o delle emozioni, ma non sentirsi confinati al loro interno. […]
Niente può disturbare l’apertura. Niente può disturbare la nostra vera natura. Restiamo turbati soltanto quando ci chiudiamo, identificandoci con un dato punto di vista, un concetto riguardo a chi siamo o a chi crediamo di essere; allora ci troviamo in conflitto con quello che accade. […]
Basta essere, rimanendo in questo luogo privo di parole“.
Quando doni a te stesso la meravigliosa possibilità di non affannarti a trovar te stesso in qualche concetto o emozione particolare, allora l’apertura si dilata a tal punto che la tua identità si trasforma sempre più in uno spazio aperto, cessando di essere solo un punto di riferimento mentale, sotto forma di convinzione o di sensazione fisica. Il punto principale non è sbarazzarsi dei pensieri o delle emozioni, ma non sentirsi confinati al loro interno. […]
Niente può disturbare l’apertura. Niente può disturbare la nostra vera natura. Restiamo turbati soltanto quando ci chiudiamo, identificandoci con un dato punto di vista, un concetto riguardo a chi siamo o a chi crediamo di essere; allora ci troviamo in conflitto con quello che accade. […]
Basta essere, rimanendo in questo luogo privo di parole“.
----------------------------
Per
la maggior parte l’investigazione di sè si arresta alla realizzazione che “Io
sono la coscienza senza forma”. Ma quando parlo di incarnazione riporto
l’investigazione di sé nel mondo, il mondo che ancora rimane, sia che lo
percepisca come un sogno o no. E’ un indagine di ciò che è il mondo.
La
realizzazione “Io sono la coscienza senza forma” è solo l’opposto di “Io sono
un qualche individuo”. Anche con quella realizzazione rimarrà ancora
l’apparenza di un qualcuno. Così l’incarnazione è semplicemente il riflesso
della realizzazione che ogni cosa manifesta è il corpo unico della coscienza
unica.
Questo
è un ritorno all’interezza, alla completezza che include sia il manifesto che
il non-manifesto. E’ percepire che la coscienza senza forma e il mondo delle forme
sono entrambi solo due aspetti di un intero misterioso, innominabile.
Adyashanti
--------------
La vita si muove, si
propaga per onde, respira dentro e fuori, contraendosi ed espandendosi. La
natura è questo, la natura è quello che è. Qualunque cosa sia, è in movimento.
Nulla rimane mai lo stesso molto a lungo. La mente vuole che tutto si
fermi così da poter trovare il suo appiglio, trovare la sua posizione, così da
poter capire come controllare la vita. Con il perseguimento di cose
materiali, di conoscenze, idee, credenze, opinioni, stati emotivi, stati
spirituali e rapporti, la mente cerca di trovare una posizione sicura da cui
operare.
La mente cerca di
imbalsamare la vita e farla smettere di muoversi e cambiare. Quando questo non
funziona la mente cerca il senza cambiamento, l’eterno, qualcosa che non si
muova. Ma la mente del pensiero è essa stessa un’espressione del movimento
della vita e quindi è in sé sempre in movimento. Quando c’è un pensiero quel
pensiero sta sempre muovendosi e cambiando. In realtà non c’è una cosa come
il pensiero. C’è solo il pensare, così il pensiero che si muove sempre (come
pensare) non può comprendere l’immutabile.
Quando il pensiero entra
nell’immutabile diventa silenzioso. Quando il pensiero diventa silenzioso il
pensatore, il “me” psicologico, il sé immagine, scompare. Improvvisamente se
n’è andato. Tu, come idea, sei scomparso. Rimane la coscienza, da sola. Non c’è
nessuno che sia cosciente. La coscienza stessa è se
stessa. Non sei più il pensiero, né il pensatore, né qualcuno che è
consapevole. Rimane solo la coscienza in sé. Allora, dentro la
coscienza si muove il pensiero. Dentro all’immutabile avviene il cambiamento.
Ora la coscienza esprime
se stessa. La coscienza si sta sempre esprimendo: come vita, come cambiamento,
come pensiero, sentimenti, corpi, umani, piante, alberi, macchine, etc… La coscienza cede a se stessa, alla sua inerente creatività, alla
sua espressione nella forma, per fare esperienza di sé. L’immutabile
sta cambiando. L’eterno sta vivendo e morendo. Il senza forma è forma. La forma
è senza forma. Questo non è quello che la mente avrebbe mai immaginato.
Adyashanti
-------
Nessuno
da proteggere:
“Mente aperta, cuore aperto. Renditi conto del fatto che non vi è
nessuno da proteggere. Non c’è alcun bisogno di
barriere emotive, né del senso di separazione e isolamento che deriva da queste
barriere. L’unico
motivo che ti ha spinto a credere di aver bisogno di protezione è frutto di un
innocente malinteso. È accaduto perché insieme al concetto di un te separato,
da bambino, hai anche ricevuto una scatola degli attrezzi per costruire le mura
a protezione di questo concetto. In seguito, hai imparato ad ampliare il
contenuto della scatola, all’occorrenza. Quando ti è sembrato utile aggiungere
una bella dose di rabbia, l’hai messa dentro; forse hai anche aggiunto
risentimento, vergogna, riprovazione o vittimismo. Poco importa che l’immagine
alla quale ti aggrappi sia quella della persona brava o inadeguata, la scatola
degli attrezzi dell’identità serve a proteggerla.
È del tutto innocente. Accade a tua
insaputa. Continua ad accadere finché non ti rendi conto che il tuo aggrapparti
a un «io», a un’immagine di te stesso nella mente e nel corpo, è inseparabile
dalla tua convinzione di aver bisogno di protezione. L’uno non può essere senza
l’altra. […]
Quando si rinuncia alla protezione, la
verità affiora ed elimina l’immagine di sé. L’immagine di sé è fornita con un muro di
difesa; senza il muro, il ricordo della tua vera natura può emergere
velocemente e rimuovere l’immagine, buona o cattiva che sia. Non esiste nessuna
immagine di sé senza muro, nessuna immagine di sé che non comporti sofferenza.
Inoltre, non hai soltanto le tue mura, ma anche quelle che proietti sugli
altri, le immagini che hai degli altri e che ti impediscono di vedere la loro
vera natura. […]
Più capisci di essere l’apertura, più il
tuo corpo fisico […] diventa un’estensione dell’apertura stessa. Il movimento della tua
mano, o del tuo piede, diventa un’espressione dell’apertura; hai la sensazione
che il contatto con gli oggetti sia un prolungamento dell’apertura. […]
Un altro aspetto
dell’apertura è l’intimità. L’accesso più rapido alla Verità, e anche alla
bellezza, avviene quando provi un senso di profonda intimità con l’esperienza
nella sua interezza, interiormente ed esteriormente […], la consapevolezza non
è relegata tra i confini del tuo corpo emotivo o fisico, non si limita a ciò
che accade a livello percettivo o intellettivo. C’è soltanto un unico essere
indiviso che percepisce, sente o pensa se stesso […]. Quando la
totalità percepisce se stessa, è un’esperienza molto diversa da quella vissuta
dall’io”.
-------
Il tuo vero corpo – Solo nell’adesso
L’incarnazione della verità comincia con la realizzazione che ogni
cosa e non-cosa manifesta costituisce il tuo vero corpo. La tua umanità è semplicemente un riflesso della profondità della
tua realizzazione. Così non è che devi fare qualcosa al corpo umano per
renderlo un contenitore più grande, più vasto o più largo affinché la verità
dell’essere possa manifestarsi.
Quello che più è importante è percepire il
tuo intero corpo, che è ogni cosa.
Allora la tua umanità rifletterà la profondità di quella realizzazione. L’incarnazione non è qualcosa che tu fai; è il risultato di quanto lontano porti l’illuminazione e quanto di te le dai. L’intero cosmo è il tuo corpo. Lascia che la tua umanità rifletti e manifesti il tutto.
Allora la tua umanità rifletterà la profondità di quella realizzazione. L’incarnazione non è qualcosa che tu fai; è il risultato di quanto lontano porti l’illuminazione e quanto di te le dai. L’intero cosmo è il tuo corpo. Lascia che la tua umanità rifletti e manifesti il tutto.
Prima ti risvegli dalla vita, poi ti
risvegli come Vita stessa. Dopo il Risveglio improvviso al Sé, comincia un
processo di graduale incarnazione del trascendente nella personalità umana. Per
graduale intendo l’approfondimento della realizzazione dopo l’esperienza
dell’illuminazione.
Più il Sé trascendente diventa incarnato
nel nostro essere umani, più vasta diventa la nostra visione, e più esprimiamo
e manifestiamo la realizzazione trascendente nel modo in cui viviamo la vita.
Tutta la ricerca è
intesa a uno solo scopo: portarti esperienzialmente nell’Ignoto nel modo più
efficiente possibile. Una volta che sei là rimani immobile perché hai raggiunto
la tua destinazione. Il resto dipende solo dalla Grazia. Non attaccarti a nessuna conoscenza che tu possa incontrare sul
cammino. Non devi aggrapparti neanche alle più grandi rivelazioni o
finirai con una testa piena di memorie e un cuore vuoto di sostanza.
Adyashanti
-------
Nessun
copione:
“Hai già vissuto dei momenti nella tua vita, che tu ne sia
consapevole o meno, in cui hai momentaneamente dimenticato l’«io» col quale ti
identifichi abitualmente. Può accadere in modo del tutto spontaneo davanti a un
bel panorama, o in un attimo di dimenticanza di sé, di superamento del proprio
ego. […] Dopo aver vissuto un «bel momento» come questo ricostruisci subito il
tuo solito senso d’identità. In realtà, queste opportunità sono come dei
piccoli spioncini attraverso i quali puoi sperimentare la realtà. […]
Improvvisamente, la mente smette di pensare alla propria storia. Potresti
accorgerti che la tua identità separata o il tuo senso dell’io si è preso una
pausa, senza che scompaia ciò che sei veramente. […]
Quindi si può aprire un varco silenzioso tra
un pensiero e l’altro: se sei molto presente in quello spiraglio, smetti di
agire partendo dalla tua solita identità. […] Vivi questo varco, fai esperienza
di quest’apertura, lasciala sbocciare dentro di te. […]
È l’unica cosa che la tua mente non crea. […]
C’è solo una cosa che può passare attraverso la cruna dell’ago più sottile: lo spazio. […]
Il paradiso è sperimentare, entrare a far parte della nostra nullità. […]
È l’unica cosa che la tua mente non crea. […]
C’è solo una cosa che può passare attraverso la cruna dell’ago più sottile: lo spazio. […]
Il paradiso è sperimentare, entrare a far parte della nostra nullità. […]
Andare in cerca del sé illuminato è un
altro ruolo, un altro copione. Fa parte del copione del ricercatore spirituale.
Se rinunci anche a questa sceneggiatura – cosa sei adesso? […]
Ecco perché è già stato affermato tante volte che soltanto chi non sa chi è, è risvegliato. Tutti gli altri sanno chi sono. Sono ognuno il proprio copione […]. Essere risvegliati significa non aver nessun copione, sapere che un copione è in definitiva solo un copione, che una storia è soltanto una storia. […]
Ecco perché è già stato affermato tante volte che soltanto chi non sa chi è, è risvegliato. Tutti gli altri sanno chi sono. Sono ognuno il proprio copione […]. Essere risvegliati significa non aver nessun copione, sapere che un copione è in definitiva solo un copione, che una storia è soltanto una storia. […]
Se vuoi vedere la Verità, non mettere
niente sul tuo altare. Il migliore altare di tutti è quello senza nulla. […]
Maggiore è la sincerità con cui ti addentri nell’ignoto, tramite l’esperienza, maggiore sarà il disarmo. Ti sei accorto che la mente non sa cosa fare? Dà il benvenuto a questa sensazione di non sapere, e non farti turbare dal fatto di essere indifeso. Nota che proprio nel cuore di questa sensazione si schiude un’intensa e radiosa consapevolezza. Misteriosamente, se consenti a questa consapevolezza di entrare, se ne riconosci la presenza, ti puoi risvegliare […]
Maggiore è la sincerità con cui ti addentri nell’ignoto, tramite l’esperienza, maggiore sarà il disarmo. Ti sei accorto che la mente non sa cosa fare? Dà il benvenuto a questa sensazione di non sapere, e non farti turbare dal fatto di essere indifeso. Nota che proprio nel cuore di questa sensazione si schiude un’intensa e radiosa consapevolezza. Misteriosamente, se consenti a questa consapevolezza di entrare, se ne riconosci la presenza, ti puoi risvegliare […]
La mente potrebbe preoccuparsi all’idea di
rimanere indifesa e dover rinunciare a tutti i propri concetti e copioni.
Potrebbe dire: «Può darsi che non otterrò quello che voglio». […]
Lascia perdere! Non è che non ottieni quello che desideri, ma non t’importa più nulla di ottenerlo”.
Lascia perdere! Non è che non ottieni quello che desideri, ma non t’importa più nulla di ottenerlo”.
-------
La vita, il vero Maestro
“Mi piacerebbe raccontare che il dissolversi del senso del sé è
stato definitivo ed era tutto quello di cui avevo bisogno, ma (…) mi rendevo
conto che stavo esercitandomi per rimettere insieme la mia personalità egoica.
Ne ero molto consapevole. Ma, in qualche modo, non ero ancora pronto per
lasciarla andare.
[ … ] E dopo un anno mi ritrovai ad
ammalarmi di nuovo con un’altra malattia di sei mesi. E di nuovo il senso di
essere fisicamente dominante, forte, venne spremuto fuori dal sistema, e dopo
sei mesi ero debole come un bambino e sentivo un gran sollievo di non dover
essere qualcuno. E questa secondo volta non sentii più il desiderio di
resuscitare la vecchia persona. Conservavo la gioia e il piacere di usare il
corpo,andare per una bella pedalata, ma quella seconda malattia eliminò proprio
dal sistema il desiderio egoico di trovare un’identità centrata nel corpo.
Fu un gran sollievo e una gran gioia
sentire questo. Sarebbe bello dire che raggiunsi quel risultato per mezzo di
una pratica spirituale o l’investigazione del sé, ma come accade per molti fu
invece la natura stessa dell’esistenza, della vita a portarmi attraverso
questo.
Questo è un fatto che
viene spesso ignorato negli insegnamenti spirituali, anzi molti di noi usano la pratica spirituale come un mezzo per evitare
la vita. Come un mezzo per evitare di vedere cose che dobbiamo
veramente vedere e di venire messi a confronto con certi aspetti della vita e
di certi modi in cui ci comportiamo, il modo in cui ci relazioniamo alla vita
stessa, che spesso sono basati su certe incomprensioni e illusioni.
E’ importante sapere che la vita stessa è,
in molti modi, il più grande Maestro.
La vita stessa è piena di Grazia. Qualche
volta bellissima, dolce, momenti di beatitudine, e talvolta è feroce: una
malattia, la perdita di un lavoro, la perdita di qualcuno che amiamo,
un’assuefazione a qualche sostanza… La vita stessa ha una capacità incredibile
di mostrarci la Verità, di risvegliarci, ed è buffo come molti di noi cerchino
di evitare la vita, come lottiamo intensamente contro le forze della vita che
cercano di risvegliarci .
Il Divino stesso è la vita in movimento e
usa la vita per arrivare a un completo risveglio di sé, usa le situazioni
delle nostre vite e molte volte le situazioni più difficili. E’ ironico che la
maggior parte degli essere umani evitino le situazioni dolorose, non che
abbiano successo, ma ci provano.
Abbiamo questa credenza
di riuscire a crescere spiritualmente di più attraverso i momenti belli ma in realtà la maggior parte delle persone fanno il salto più grande
attraverso i momenti più difficili.
E questo è qualcosa che
la maggior degli esseri umani non vuole riconoscere. Invece i momenti di grande
sofferenza e difficoltà sono una forma feroce (fierce) di Grazia e sono una
componente essenziale del nostro risveglio. Se siamo pronti per questo, se siamo pronti a volgerci verso questo ‘invito’ e vedere i doni
che ci reca, anche se il dono talvolta ci viene imposto forzatamente, possiamo
facilitare il nostro risveglio.“
Adyashanti
--------------
----------------
Innocenza:
“L’amore per l’esistenza, semplicemente […], l’amore per ciò che è
– per tutto l’esistente. Il semplice fatto che qualcosa possa esistere sembra miracoloso,
perché quando la coscienza risvegliata va in profondità, si rende conto di
quanto l’esistenza sia fragile. […] Stiamo assistendo a un incredibile
miracolo: potrebbe anche non esistere proprio niente, senza alcuna difficoltà.
[…] Che qualcosa possa esistere è percepito come un miracolo assoluto, e da
questa percezione nasce un immenso amore, semplicemente, per tutto l’esistente.
[…] L’amore di cui sto parlando nasce semplicemente perché abbiamo i lacci alle
scarpe o perché esistono le dita dei piedi. […]
Quando vediamo con chiarezza la nostra
vera natura, sorge un paradosso: più realizziamo che non esiste un io, più
siamo intimamente presenti. […]
Quando stabiliamo dei rapporti partendo dallo stato di coscienza egoico, ci muoviamo essenzialmente da un’idea, da un punto di vista, vale a dire da un conglomerato di convinzioni o ricordi. Quando invece ci muoviamo dall’innocenza, non partiamo da un’idea, un punto di vista o una convinzione. Procediamo partendo dall’innocenza stessa, che non è un concetto specifico. Non possiede un’ideologia, né una teologia, né una serie di credenze o idee. È l’unica cosa al mondo a esser sicura di non sapere cosa stia accadendo. Voglio dire che non si pone in relazione con l’esperienza attraverso il pensiero. Scavalca del tutto quest’ultimo, per rapportarsi direttamente all’esperienza, senza nessun filtro. Ed è per questo che è innocente. […]
Quando stabiliamo dei rapporti partendo dallo stato di coscienza egoico, ci muoviamo essenzialmente da un’idea, da un punto di vista, vale a dire da un conglomerato di convinzioni o ricordi. Quando invece ci muoviamo dall’innocenza, non partiamo da un’idea, un punto di vista o una convinzione. Procediamo partendo dall’innocenza stessa, che non è un concetto specifico. Non possiede un’ideologia, né una teologia, né una serie di credenze o idee. È l’unica cosa al mondo a esser sicura di non sapere cosa stia accadendo. Voglio dire che non si pone in relazione con l’esperienza attraverso il pensiero. Scavalca del tutto quest’ultimo, per rapportarsi direttamente all’esperienza, senza nessun filtro. Ed è per questo che è innocente. […]
L’innocenza […] si
accosta alla percezione, guardandola molto da vicino. E scopre cos’è attraverso
l’esperienza, non attraverso l’idea. È molto diverso vivere una
sensazione di paura direttamente attraverso l’esperienza, invece che attraverso
l’idea di paura. «Paura» è una parola che è stata tramandata per
generazioni – c’è stata una trasmissione mentale da una generazione all’altra;
di conseguenza, non appena sorge nella tua testa il pensiero «paura», non ha
soltanto a che fare con il momento presente, ma con innumerevoli discendenze di
paura.
L’innocenza non guarda attraverso il
pensiero, e di conseguenza scavalca la storia. […] Non è una scelta della mente
egoica. […]
È ovvio che possediamo sempre un cervello
e che continuiamo a pensare, e, di conseguenza, a imparare e accumulare nuove
esperienze. […] L’unica differenza è che non percepiamo attraverso questo
accumulo, anche se possiamo attingervi, all’occorrenza. […]
Affinché il corpo si arrenda pienamente
alla propria vera natura, dovrebbe vedere di essere il mistero in modo così
profondo e totale, da spazzar via ogni immagine di sé. Se rimanesse anche
soltanto un briciolo d’immagine di sé, si irrigidirebbe all’istante. Pertanto,
affinché il corpo viva pienamente e consapevolmente il mistero, i suoi
programmi personali devono esser cancellati. […]
La tendenza naturale di
ogni cosa è giungere all’autoliberazione. […] Ma basta aggrapparsi a qualcosa,
per impedire alla presa di coscienza di attuarsi. Quindi, se ti sembra di non liberarti, è perché ti stai aggrappando a
qualcosa di statico, a concetti o ricordi. […] Se trattieni
un’identità, un’idea, un’opinione, un giudizio, qualche riprovazione,
autocommiserazione, senso di colpa, ecc., ti sarà d’intralcio”.
--------
Vera
Meditazione:
Lascia che ogni cosa sia ciò che è. Ogni metodo di meditazione
affronta necessariamente il rapporto tra l’ego e l’universo. Dal confronto tra
noi stessi e gli oggetti e le persone che ci circondano nascono tutte le
domande che muovono la nostra personale ricerca della consapevolezza.
Se ci fermiamo ad osservare il mondo senza
farci domande su chi siamo noi osservatori, possiamo senz’altro approfondire la
conoscenza di moltissimi aspetti che riguardano le realtà a noi esterne. Ma
questo non significa ancora meditare veramente.
Cos’è quindi la Vera Meditazione? Per
Adyashanti semplicemente non esiste. Esiste l’esperienza personale attraverso
la quale ciascuno di noi può abbandonare il povero punto di vista dell’ego e
prendere il largo, come una goccia d’acqua, nel mare dell’esistente.
Quel mare è la consapevolezza universale,
altrimenti detta amore, spirito, intelligenza; un tutto che si riversa nel
nostro ego e nel quale, al tempo stesso, siamo immersi.
Se avete intuito che vivere e meditare
sono la stessa cosa, la Vera Meditazione è un raggio di luce che permetterà
alla vostra serenità di sbocciare pienamente. Adyashanti, con la sobrietà e
solarità che lo contraddistinguono, vi aiuterà a rimuovere i sassi che
ostacolano il vostro cammino e a trovare la vostra piena, personale libertà.
Scopri la libertà della perfetta
consapevolezza. Adyashanti, letteralmente” Pace Perfetta”, è un maestro
spirituale atipico. La vera meditazione, uno dei suoi best seller, non impone
un metodo per raggiungere la consapevolezza, e non propone uno sforzo per
raggiungere l’equilibrio desiderato.
Il semplice e potentissimo stimolo che
deriva da queste pagine è quello di abbandonare le manipolazioni e prendere il
largo nel mare dell’esistente per come ci si presenta. Un tuffo nella nostra
interiorità che ci rende capaci di una serena e gratificante introspezione.
La vera meditazione propone una via del
tutto personale al raggiungimento della consapevolezza, e media tra la rigidità
della riflessione e l’eccessiva leggerezza di pensiero che a volte sfuma nelle
nebbie del sogno.
La proposta di Adyashanti è di non
estraniarci da quel che viviamo, perché la sicurezza, il silenzio e la
consapevolezza non sono stati dell’essere, e non riguardano la percezione. La
vera meditazione e la condizione di libertà che ne derivano è una conseguenza
del saper vivere come pensiamo, e di pensare nello stesso modo in cui viviamo
perché, come ci rivela Adyashanti, vivere e meditare sono la stessa cosa.
Una splendida introduzione alla
meditazione per coloro che pensano di non averne il tempo o le capacità, un
illuminante approccio personale alla meditazione per coloro che non hanno
trovato nei vari metodi una risposta valida alle proprie domande.
Adyashanti ha scelto di diventare
maestro Zen nel 1996, dopo quattordici anni di studi approfonditi . Da allora
ha aiutato tantissime persone nel loro cammino spirituale. Per il suo stile non
formale e per la capacità di instaurare rapporti di crescita non duali, è stato
paragonato ai primi maestri Zen e ai maestri di scuola Advaita Vedanta.
Adyashanti (il cui nome significa “pace
primordiale”), ebbe la sua prima realizzazione all’età di venticinque anni, a
cui seguirono altre profonde comprensioni e realizzazioni. Nel 1996 ha iniziato
ad insegnare su richiesta della sua insegnante Zen con la quale ha studiato per
quattordici anni.
I suoi insegnamenti sono condivisioni
spontanee, paragonabili agli insegnamenti dei primi maestri Zen e a quelli
dell’Advaita Vedanta. È originario della California del Nord, dove vive con la
moglie Annie. Tiene seminari, satsangs, e ritiri silenti. Autore di molti libri
di successo.
----------------
--------
RI-CONOSCERSI
Risvegliarsi alla realtà è una
realizzazione profonda [ … ] Non è venire fuori con il nome giusto, quindi per
ora non nominarlo. Semplicemente notalo, sperimentalo. Sentilo. Percepiscilo.
Accoglilo.
Il risveglio spirituale è realizzare ciò
che occupa lo spazio chiamato “me”. Quando ascolti con innocenza vedrai che
in realtà c’è qualcosa di più di un me. Il tuo me sta sempre sperimentando
questo momento in relazione a qualche altro momento. Questo momento è buono
come quello di due settimane fa? Oggi sarà lo stesso di ieri?
Quando sei aperto e rilassato, ad un
tratto puoi essere consapevole che c’è qualcos’altro che occupa il tuo
corpo-mente. Qualcos’altro sta guardando dai tuoi occhi, ascoltando dalle tue orecchie,
provando i tuoi sentimenti.
Quel qualcosa non ha
nessuna qualità. Realizzare la tua natura vera è realizzare
quello che è presente senza qualità. Possiamo chiamarlo la vacuità della
coscienza, il Sé, o il Non-Sé. Fare esperienza diretta di questa
vacuità, della sua vitalità vibrante, è il risveglio spirituale. E’ realizzare
te stesso come un bellissimo nulla, o più accuratamente, una non-cosa.
Quando la tua immagine
del me fa una pausa scopri che tutto quello che stai facendo in questo momento
è essere semplicemente aperto. Ti senti del tutto sollevato di non stare
cercando un altro momento o un’esperienza migliore. Ti senti molto rilassato e
a tuo agio, in pace. Non hai guadagnato nulla, non sei più intelligente, non
sai necessariamente più di chiunque altro e non sei improvvisamente diventato
santo. Se stai dimorando nella tua vera natura senti che non c’è dove
altro andare.
In quel momento senti
che il tuo cammino è terminato. Può essere dura terminarlo quando ci hai
investito così tanto, ma se vuoi veramente essere libero
devi volere la verità più di qualunque altra cosa. E quando lo fai
trovi che la verità è così dannatamente vuota. C’è così tanto… nulla in essa.
C’è così tanto nessuno in essa, solo una presenza risvegliata molto vivida.
Quando sta operando il tuo me è come un
toro. Tende a fare un sacco di rumore perché è sempre un po’ in relazione
avversa con questo momento. Produce pensieri, sentimenti, credenze, o opinioni
rumorose. Gli piace anche cercare, muovere in giro la testa, cercando
l’emozione giusta nel corpo, il concetto giusto nella mente. E’ sempre in
movimento come un radar, cercando la cosa giusta che deve accadere.
Non appena muovi via
l’attenzione dal radar cominci a notare qualcos’altro. Dentro c’è qualcosa che non crea così tanto rumore come
il me. Puoi sentirlo adesso. Che cosa si prova ad essere semplicemente
risvegliato? Come si percepisce questa apertura? Portando lì la tua attenzione,
semplicemente notando senza sforzo, questo senso di essere senza forma o vuoto
si accentua come per dire: “qualcuno finalmente sta prestando attenzione”.
Quando è presente questa
apertura puoi riconoscere come fa esperienza del tuo corpo. Questa apertura
come sente un sentimento, un’emozione o un pensiero? Che esperienza fa del
movimento chiamato “me”? Lasciati sentire un vero assaggio di questo. Questa apertura sta in una relazione completamente diversa con
tutto quello che esiste, a cominciare da te. E’ in un rapporto
diverso con il momento; non va da nessuna parte. Non sta cercando di acquisire
qualcos’altro. Non ti ha innalzato o diminuito. Comincia a sentire il profondo
senso di innocenza di questa apertura. Non percepisce partendo dal passato, né
dall’ultimo momento, ancora meno dall’accumulazione di un’intera vita.
Percepisce solo in questo momento.
L’apertura non ha
accumulato nulla, così è libera. Ha un rapporto profondamente innocente ma
saggio con ogni cosa. E’ un qualcosa di primario, sveglio e vivo. Puoi sentire
come sia incredibilmente preziosa. Permettiti di sperimentare
questa apertura, questo nulla. Permettiti di vedere come fa
esperienza del tuo corpo e della tua mente proprio adesso, in questo momento.
E’ così diverso dall’esperienza del me. Questo nulla è la pace che supera ogni
comprensione, ed è proprio qui sulla punta delle tue dita.
Essere risvegliato è
inerente a ogni cosa e ogni essere dappertutto e in tutti i tempi. Solo in
questo stato ti rendi conto di non aver mai veramente voluto quello che pensavi
di volere. Realizzi che dietro a tutti i tuoi desideri c’è solo un singolo
desiderio: sperimentare ogni momento dalla tua natura vera. Trovi che il solo
camminare fuori e vedere una foglia nella brezza o vedere un mendicante
all’angolo è un’esperienza squisita. Non hai bisogno di niente di
grande; ogni momento ha una sua bellezza. Anche i momenti brutti
hanno una bellezza quando vengono vissuti da questa innocenza, questo
bellissimo e disarmante stato di risvegliatezza.
In qualunque momento puoi chiederti:
“Com’è per questa vacuità vivere questo momento? Com’è per questa
risvegliatezza?” Ascolta veramente, perché l’apertura è quieta e dolce. Non
puoi insisterci su. Non puoi afferrarla. Semplicemente apriti. Cerca
l’apertura, senti dall’apertura, relazionati dall’apertura. Può sconvolgerti se
non sei abituato. Se ti trovi in un posto che non ti piace chiediti come
l’apertura sta vivendo questo momento. Avviene uno spostamento (di prospettiva
) e ti ritrovi a dire: “Accidenti!, in realtà se la sta godendo!”
Questo relazionarti dal tuo cuore, dalla
verità del tuo essere, dall’apertura, è qualcosa che non può venire insegnato. Ricordo com’era quando
sono andato a prendere dei precetti buddisti. Li leggi, li studi e li prendi
dentro. Fai con loro tutto quello che fa il piccolo me, tipo decidere di fare
veramente un buon lavoro fino a che scopri diversamente. Pensi di sapere che
cosa sono i precetti, poi ti risvegli veramente alla tua natura vera e realizzi
che questo è come la tua vera natura vede naturalmente le cose. E’ molto
semplice. E’ tutto. Ora non hai bisogno di nessun precetto perché la tua vera
natura vede in quel modo tutto il tempo.
Così se vuoi trovare come l’apertura si relaziona ad ogni momento vai
semplicemente dentro. Sii quell’apertura. Sii quella vacuità. Tutto quello che
devi fare è interrogarti, investigare per conto tuo. Come si
relaziona a questo pensiero nella mia mente? A questa persona? A questo
momento? Lo puoi vedere. Vai direttamente alla sorgente, alla sola autorità che
è definitivamente liberatoria: la tua risvegliatezza, il tuo vuoto che
percepisce in questo momento. Ti insegnerà come vivere.
(Adyashanti, Berkeley, California, March
17, 2002)
---
---
non-dualità, Raphael Advaita Vedanta, Andreas
Muller, shakti caterina maggi, Tony Parsons Lisa Cairns, Naho Owada, Ella May,
Richard Sylvester, Jim Newman, bodhi Avasa, Karl Renz, Adyashanti, Brendan Paul
Smith, David Carse, Sailor Bob Adamson, Jeff Foster, Rupert Spira, Bernadette
Roberts, Alan Watts, D.T. Suzuki, Jean Klein, Nathan Gill, H.W.L. Poonja papaji
Satya sai baba, , Ramesh Balsekar, Sri Nisargadatta Maharaj Ranjit, U.G.
Krishnamurti, Robert Adams, Ramana Maharshi, shankara, upanishad, Wei Wu Wei,
zen, Eric Baret, shivaismo, Abhinavagupta Padmasambhava, Nagarjuna, tilopa,
naropa, milarepa, Gaudapada, Adi Da Samraj, Patanjali, Atman Brahman,
liberazione, illuminazione, nirvana, samsara, Bhagavad Gita, Maya, Aurobindo
Madre Mère, Siddhi, dzogchen (grande perfezione), Chogyal Namkhai Norbu. Conversazioni con Dio Neale Donald
Walsch, Kahlil Gibran, Tagore, Osho Rajneesh, Ram Dass, Adyashanti, Eckhart
Meister Tolle, lao tzu tze, confucio, seneca, cicerone, Buddha, buddhismo,
dharma, tao te ching taoismo, magia, alchimia, tantra, Mahayana, Jed McKenna,
vajrayana, cristo, Gesù, vangeli apocrifi, cinque tibetani, George Gurdjieff,
Salvatore Brizzi, italo Pentimalli, J.L. Marshall, Andrea Magrin Zurlini
Panatta. Sogni lucidi,
viaggi proiezioni astrali, un corso in miracoli, ucim, spirito santo,
anima, coscienza, fisica quantistica, sciamanesimo, spirituale, Yogananda,
chakra, vangeli esseni apocrifi, karma, kundalini, Il potere di adesso,
Meditazione Trascendentale, dualismo, dualistica, sutra del cuore, Rumi, bruce
lee, carlos castaneda, don juan, Bhakti, corpo causale, turiya, sat-cit-ananda,
Gianfranco Bertagni, isabella soragna, sufismo, shambala.Conte di Saint
Germain, Patrizia Terreno, Isabelle von Fallois, Thomas Torelli, Igor Sibaldi,
Claudia Rainville, Claudio Trupiano, Maria Gabriella Bardelli, Giorgio
Mambretti, Andrea Zurlini, Kryon, Angelo Picco Barilari, Vadim Zeland,
Davide Francesco Sada, Enrico Garzotto, Salvatore Brizzi, italo Pentimalli,
J.L. Marshall, Ventuno Giorni per Rinascere -Il percorso che ringiovanisce
corpo e mente, Il Potere del Cervello Quantico, Come far esplodere il
potenziale nascosto del tuo cervello, Metamedicina 2.0, Smettila di incasinarti
la vita, Roberto Re, tony robbins, Smettila di Reprimere tuo Figli, Roberta
Cavallo. Gratitudine, transurfing, ego, illusione, esercizi, pratica,
percezione.
Commenti