Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

Se vi arrendete (o abbandonate il vostro io) vi potete salvare da un mondo di problemi e dispiaceri inutili... Se non vi arrendete (se non cedete l'io) la tribolazione continuerà.


Arrendetevi. 

In che senso? 

In che modo? 

Arrendete il vostro io, cedetelo, cedete la volontà personale, cedete ciò che credete di essere, abbandonate una volta per tutte l'idea che avete di voi stessi, abbandonatela, non vi serve, è solo d'intralcio, è la causa principale di tutte le vostre disgrazie, dei vostri problemi, delle vostre afflizioni, dei vostri fallimenti, dei vostri casini.

Attenzione a questo dettaglio:

Cedere l'io non significa cedere ciò che siete davvero.

Il cedimento sembra impossibile soltanto quando si è identificati con qualcosa, con la cosa che si può cedere, in questo caso l'io, l'ego, la vostra persona, l'autoimmagine, l'idea che avete di voi, il vostro personaggio sociale. Quella pseudo-identità è ciò che potete cedere perché non corrisponde a ciò che siete davvero.

Il 99% dell'umanità è ipnotizzata da una falsa identità, dunque non comprende questo messaggio. Non riesce a distaccarsi dall'identità abituale, non vuole cedere il proprio io, continua a lottare per difendere il suo io (la propria idea di sé o la propria coscienza di sé) ma non si accorge che difendendo l'io (l'ego, l'autoimmagine, e persino la coscienza di sé) sta difendendo un virus mentale, un parassita, una credenza limitante, una distorsione percettiva, una contrazione energetica.

Se potete cedere qualcosa vuol dire che non siete quella cosa che state cedendo. E l'io, l'ego, la volontà, il pensiero di voi stessi, il vostro personaggio sociale, la vostra immagine, e neppure la coscienza di sé (per quanto sembri assurdo), si possono cedere proprio perché non è ciò che siete.

Fatelo, cioè abbandonate ciò che credete erroneamente di essere, prima di finire in altri casini inutili, circoli viziosi, disgrazie, malanni, attacchi virulenti, vicoli ciechi, trappole.

(ZeRo)

P.S.

Qualcuno può pensare: ma tu non dicevi che il mondo è un sogno planetario?

Sì, lo considero un sogno al 100%.

E allora perché dovremmo cedere l'illusione dell'io? Cosa succede se non lo cedo?

Andrai a rivivere un incubo dopo l'altro. La realtà - come viene intesa dall'uomo comune - non c'è, al massimo c'è un infinito campo energetico che senza lucidità e disincanto tende a trasformarsi in un incubo, e poi un altro incubo, poi un altro, etc...

Io vi sto soltanto dando dei suggerimenti per vivere dei sogni di chiara luce e risvegliarvi alla vera natura di questo mondo. Ma non è un comandamento divino. Non sto dicendo che tutti sono obbligati a fare così, dico solo che l'incubo che viene percepito da molti di voi può terminare o può continuare, il che - nel grande schema, per l'Assoluto - non è un grosso problema, però non sarebbe meglio imparare a fare dei sogni di chiara luce invece di una serie interminabile di sogni oscuri?

Tutto qui.

Potete prolungare gli incubi diurni, oppure potete fare in modo che nella vostra vita gli incubi (conflitti, dispiaceri, afflizioni) possano svanire.

Cedere la vostra pseudo-identità (inclusa la coscienza di sé) è la soluzione che involontariamente avete sempre cercato (e che continuate a cercare nel modo sbagliato, nel posto sbagliato).

Per sapere se sbaglio vi basta testare il valore di questo messaggio.

Se ho ragione allora i problemi, afflizioni, delusioni, dubbi, inizieranno a cadere uno dopo l'altro. E se quelle problematiche finiscono cedendo la pseudo identità vuol dire che quei problemi dipendevano proprio da quella falsa identità.

Se sbaglio potete continuare come prima, credendo alla vostra pseudo-identità quotidiana, al vostro ego, alla vostra egocentrica vocina interiore che vi spiega come produrre (senza risolvere) un problema dopo l'altro e vi spiega per filo e per segno tutto ciò che "non siete".




Commenti

ARCHIVIO

Mostra di più
  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA