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"NIENTE DA FARE..."






"Niente da fare"




Quello che stiamo cercando di fare qui è di grattare via gli strati di cose a cui ci aggrappiamo invece di sperimentare la nostra intrinseca, inerente illuminazione.
 Quello di cui andiamo in cerca è già qui quando smettiamo di fare qualsiasi altra cosa.

E' semplicemente questione di accorgersi di quel che "c'è" già.


Non è necessario FARE qualcosa.


Noi non dobbiamo cambiare.

Noi non dobbiamo sistemare noi stessi.

Noi non dobbiamo migliorarci.

Noi non dobbiamo far tutto per bene.


Non ha niente a che vedere con tutto ciò.


E' su questo che ci concentriamo anziché semplicemente essere qui. Ecco perché le bastonate a se stessi sono tanto importanti per noi. Probabilmente sono il metodo più efficace per evitare il risveglio.

Ecco perché abbiamo così tanta resistenza verso l'accettazione, perché nell'accettazione non c'è niente da fare.



Non abbiamo bisogno di FARE niente.

Tutto quel che è necessario
è sedere tranquilli
con compassionevole accettazione.

C'è un bimbo dentro di noi a cui hanno insegnato a credere che le brutte cose accadono o accadranno perché è cattivo o cattiva.
 Da adulti, quando diventiamo consapevoli di questo bambino, ci rattristiamo e sentiamo la sua tristezza.

Siamo condizionati a cercare di FERMARE la tristezza, a distoglierci dall'esperienza.
Il bambino non ha bisogno di questo.
Ha bisogno di sapere, nel profondo, che va benissimo avere quell'esperienza.
Il bambino ha bisogno di completa accettazione per com'è in ogni istante. E anche da adulti ne abbiamo bisogno. E' questo che non abbiamo avuto da piccoli, questa accettazione per come siamo in qualsiasi momento.

 L'unica possibile risposta è la compassione.

Cercare di FERMARE, di SISTEMARE o di CAMBIARE fa parte del processo dell'odio di sé.
Semplicemente stai con l'esperienza e 

COMPRENDI VERAMENTE

che è triste,
non è sbagliato,
è solo difficile,

è difficile essere un "essere".

Come non provare compassione?

 Certamente, l'ego salterà su a dire: "Basta con questa tristezza. Fai qualcosa".


Questa tendenza a "fare" ti ricaccerà in fondo alla pentola.

Immagina un grande tegame di odio di sé, e tu stai strisciando verso l'orlo, quando ti imbatti in qualcosa che ti ricaccia sul fondo.

 Di solito, questo "qualcosa" è : cercare di modificare quel che stai sperimentando.


Critica te stesso,
giudica qualcun altro,
pensa di dover cambiare qualcosa,
sistemare qualcosa, 
FARE qualcosa
e ti ritroverai in fondo alla 
pentola dell'odio di sé

di nuovo....

(dal libro In Te non c'è Nulla di Sbagliato di Cheri Huber)

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