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Evadere dalla prigione - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (2° parte)

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(G) -
«L'essenziale è che un gruppo è il principio di tutto. Un uomo solo non può fare niente, non può raggiungere niente, un gruppo veramente guidato può fare molto. Perlomeno ha una possibilità di arrivare a risultati che un uomo solo non sarebbe mai in grado di ottenere. \"Voi non vi rendete conto della vostra situazione. Voi siete in prigione e tutto ciò che potete desiderare, se avete del buon senso, è di evadere. Ma come evadere? Occorre perforare un muro, scavare una galleria. Un uomo solo non può fare niente, ma supponete che siano dieci o venti e che lavorino a turno; assistendosi l’un l'altro, possono finire la galleria ed evadere. \"Inoltre, nessuno può fuggire dalla prigione senza l'aiuto di coloro che sono già fuggiti. Solo essi possono dire in qual modo l’evasione è possibile e far giungere ai prigionieri gli utensili e tutto ciò che può essere necessario. Ma un prigioniero isolato non può trovare questi uomini liberi o venire in contatto con loro. È necessaria una organizzazione. Nulla può essere portato a compimento senza una organizzazione. »

[A Gurdjieff piaceva sottolineare che ogni prigioniero può trovare un giorno la sua possibilità di evasione, a condizione, beninteso, che egli sappia rendersi conto di essere in prigione. Ma fintanto che non riesce a rendersene conto, fino a quando si crede libero, quale possibilità potrà avere? Non si può cooperare con la forza alla liberazione di un uomo che non vuole essere libero, che anzi desidera assolutamente il contrario. La liberazione è possibile, ma esclusivamente come risultato di fatiche prolungate, di grandi sforzi e, soprattutto, di sforzi coscienti verso uno scopo definito.]

«Molte cose sono possibili, disse GURDJIEFF, ma occorre comprendere che l'essere dell'uomo, sia nella vita che dopo la morte, ammesso che esista dopo la morte, può essere di qualità molto differente. L'uomo macchina, per il quale tutto dipende dalle influenze esteriori, per cui tutto accade, che ora è un certo uomo, il momento dopo un altro e più tardi ancora un terzo, non ha avvenire di sorta: viene sepolto e basta. È polvere e ritorna polvere. Questo è detto per lui. Perché si possa parlare di vita futura, di qualsiasi genere, ci deve essere una certa cristallizzazione, una certa fusione delle qualità interiori dell'uomo: una certa indipendenza dalle influenze esteriori.  
Se in un uomo vi è qualcosa capace di resistere alle influenze esteriori, allora proprio questo qualcosa potrà resistere anche alla morte del corpo fisico. 
Ora pensate: che cosa potrà resistere alla morte del corpo fisico in un uomo che sviene o dimentica tutto quando si taglia il dito mignolo? Se in un uomo vi è qualche cosa, questo qualcosa può sopravvivere; ma se non vi è niente, allora niente può sopravvivere. Ma anche se questo qualcosa' sopravvive, il suo avvenire può essere molto vario. In certi casi di completa cristallizzazione, dopo la morte si può produrre ciò che la gente chiama reincarnazione'; in altri casi, ciò che chiamano una esistenza nell'aldilà'. Nei due casi, la vita continua nel corpo astrale' o con l'aiuto del corpo astrale': sapete ciò che significa questa espressione.»



  

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