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PERLE DI SAGGEZZA TAOISTA ( CHUANG TZU e LIEH TZU)

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Tu sei il tesoriere celeste della luce nascosta. Inonda di luce l'apertura della tua stanza vuota.

Non affaticare la forma, non agitare l'essenza; bada a ciò che è interiore sbarra l'accesso a ciò che ti è esteriore.

Il saggio usa il Cuore a mo' di specchio:
non favorisce e non avversa,
Riflette e non trattiene,
Eccelle senza recar danno

Dimora costantemente nell'Uno e occasionalmente nell'inevitabile molteplicità fenomenica.

Coloro che si affannano senza sosta e anelano la fama, il rango, i beni materiali, che vivano o che muoiono, pongono la determinazione del loro destino al di fuori di sé. 

Al contrario, colui che non gli importa di essere apprezzato e non è avido di ricchezze, sa che la determinazione del destino è dentro di lui.

Custodisci in te l'Unità e non ti smarrirai

Non è sommamente triste che la forma si alteri e il cuore si alteri con essa? Sei capace di custodire in te l'unità e non smarrirti? Sei capace di capire la fortuna e la sfortuna senza bisogno di divinazione? Sei capace di lasciare fare gli altri e di ricercare in te stesso? 

Sei capace di essere pargolo? 
Il pargolo tutto il giorno vagisce eppure la sua gola non diviene fioca; è la perfezione dell'armonia; tutto il giorno stringe i pugni senza che la sua mano nulla tenga; tutto il giorno guarda senza che suoi occhi si offuschino. Cammina senza sapere dove va, s'arresta senza sapere ciò che fa (si piega alle creature e si accomuna alle loro ondate).


Quelli che sono uniti dall'interesse si abbandonano l'un l'altro sotto la pressione delle strettezze (sventure, sofferenze); quelli che sono congiunti dal Cielo si stringono l'un l'altro sotto la pressione delle strettezze... quelli che si uniscono senza motivo (intrinseco), senza motivo si separano.

La mente si concentra quando non pensi: 

Dimentica gli anni, dimentica le nozioni, abbandonati all' illimitato, così dimorerai nell'illimitato 

A chi non la trattiene in sé, la ragione delle cose appare chiara: egli si muove come l'acqua, sta' quieto come uno specchio, risponde come un'eco... E' inappropriato volersi conformare al Tao e cercarlo per mezzo della vista, dell'udito, della forma e della dialettica. Quando lo si contempla davanti, ecco che subito è dietro... Ad esso vi si perviene solo nel silenzio di chi lo coltiva nella propria natura. Sapere e obliare le passioni, essere capace e non agire, è la vera sapienza. 


L'uomo sommo passa là dove non v'è apertura, cammina nel fuoco senza bruciarsi, si muove al di sopra delle 10.000 creature senza tremare. Conserva il suo Ch'i inadulterato.  

Tutto ciò che è apparenza, sembianza, suono e colore è creatura. Le creature sorgono nell'informe e si arrestano nell'intrasformabile. Uno che ha afferrato questo concetto e lo porta alle estreme conseguenze, come potrebbero fermarlo le creature?
Egli si trova in una dimensione incommensurabile, si aggira laddove le creature hanno principio e fine... unifica la sua natura, nutre il suo Ch'i (non quello altrui), concentra la sua virtù. Il Cielo che è in lui si conserva integro, il suo spirito non ha crepe; le creature da dove entrerebbero in lui? Come potrebbero nuocere ?

Chi comprende le circostanze della vita non dedica i suoi sforzi a ciò di cui la vita non sa che farsene.

Ciò che possiedi (beni materiali) stia all'esterno. Ciò che non possiedi (Bene immateriale) stia dentro, sicché tu sia il suo possedimento.

Lo stolto appare spavaldo mentre dentro è spaventato e smarrito come uno che abbia perduto il padre e la madre e li ricerca in mare sondando con una canna da pesca.

Non essere un assegnatore di nomi, un ricettacolo di proponimenti, un propugnatore di sapienza, un assuntore di imprese.

ESSERE = ombra, ecco della non-essere


[essendo tu un'ombra del Tao, non sai per quale motivo fai una cosa anziché un'altra...]

Che l'informe divenga forma (es. scultura) e che la forma divenga informe è cosa comunemente saputa dagli uomini e non ne costituisce oggetto di attenzione dialettica per il sapiente. La folla invece ne discute comunemente , ma chi è sapiente non ne discute: se ne discute non è sapiente. 


Il Tao non può essere comunicato a parole: è meglio otturarsi le orecchie che sentirne parlare; è meglio tacere che argomentarne.

Il dogmatismo rituale, falso fiore all'occhiello del Tao, è foriere di disordine.

L'erudizione collega e forma teorie: ciò che non sa è guardare con la coda dell'occhio. Guardare con la coda dell'occhio significa vedere senza guardare, così la sapienza dovrebbe sapere senza dedicarsi al sapere (erudito)

Chi rinuncia alle dignità fa come se rinunciasse al fango, sapendo che la sua persona è più nobile delle dignità. 

La nobiltà è in noi e non si perde nei cambiamenti, non ha culmine nemmeno in 1000 trasformazioni.

Non si guida chi non dà accesso: se sei ben accetto fa sentire il tuo richiamo altrimenti desisti.

La buona fortuna si ferma laddove è quiete: se non si ferma significa che col corpo stai seduto ma col cuore corri come un dissoluto.

Non permanere in nulla e non assoggettarti a niente e comincerai a trovare riposo nel Tao.
Non seguire nulla, non percorrere alcuna via e comincerai a giungere al Tao.
Non pensare nulla, non meditare su nulla e comincerai a conoscere il Tao.
Il Tao non può essere trasmesso o acquistato: chi pratica il cavo ogni di toglie, toglie e ancor più toglie, fino ad arrivare al non agire; quando non agisce non v'è nulla che non sia affatto.

Hai guardato l'acqua torbida e ti sei fuorviato dal limpido abisso -> se t'addentri nei loro (torbidi) costumi, segui i loro (torbidi) costumi

Nell'uomo sommo vita e morte non producono alcuna alterazione in lui, quanto più i pretesti dei vantaggi e dei danni (socio-consumistici).

La grande sapienza tutto abbraccia; la piccola sapienza tutto distingue.
Le grandi parole compongono i contrari (armonizzano affermazioni e negazioni); le piccole parole discutono di futilità.
Nel sonno lo spirito mescola (unisce); nella veglia la forma separa.

Nell'armoniosa indifferenziazione del Cielo non penetrano nei nomi nei vantaggi.

L'invariabilità (identità essenziale, indistinto, corrispondenza) è utilità, l'utilità è comprensione, la comprensione e ottenimento. Giunto all'ottenimento hai finito e di conseguenza che puoi arrestare (senza dover sapere perché è così)

Il vuoto non ha designazioni. Nella quiete del vuoto trovi la tua dimora; nel prendere e nel dare perdi il tuo posto.

Il Tao che luccica non è il Tao, la parola che classifica non raggiunge lo scopo...
Chi ben si conforma al Tao non si serve né di orecchie , né di occhi, né di forza, né di mente.

Il sommo modo di parlare è evitare di parlare (ciò che sa un buon dotto è superficialità).
Il sommo modo di agire è non agire.

AGIRE NEL NON AGIRE.
Io non ho alcuna Via; ho cominciato con lo stato nativo (cioè sono nato sulla Terra e qui mi trovo bene), ho progredito con le qualità naturali (cioè ho progredito fluidamente e mi trovo bene nell'acqua),  e mi sono perfezionato col decreto celeste (cioè agisco in un certo modo senza sapere il perché)... Proprio come l'acqua entro insieme al flusso ed esco insieme al riflusso.

Incalcolabile è il numero degli anni trascorsi dalla remota antichità ai giorni nostri; e in questo lasso di tempo non v'è saggezza o stoltezza, leggiadria o sporcizia, vittoria o sconfitta, affermazione o negazione, che non siano state cancellate e distinte in un periodo più o meno breve. Far gran caso delle adulazioni e delle denigrazioni d'un momento è per esse tormentare lo spirito e far soffrire la forma, pretendendo che dopo la morte la fama si sopravviva per qualche centinaio di anni, forse basterà a rendere umide le nostre ossa inaridite?

La vita con difficoltà è resa felice e la morte con facilità arriva.

La vita è un concentrarsi di Ch'i:
Quando questo si concentra allora nasce la vita.
Quando questo si disperde allora viene la morte.
Se vita e morte sono seguaci del Ch'i di che mi devo affliggere?
... Tutto il mondo è un solo Ch'i, per questo il saggio tiene in pregio l'Unità


Le 10.000 creature sono una cosa sola, ma ciò che trovano bello è la loro vitalità e la loro individualità

A guardarlo non ha forma ad ascoltarlo non ha suono.
Se vedi il Tao, non è lui.
Chi ne parla agli altri lo definisce oscuro.
Ciò che si dice del Tao non è il Tao.
Il Tao non ammette enunciati.

Se pesti il piede ad un estraneo ti scusi dicendo che è stata una disattenzione, se lo presti al fratello maggiore che richiami alla sua benevolenza, se lo pesti alla Padre non dici nulla: essendo dei tre quello cui devi maggior rispetto è anche il più amoroso e clemente; egli perdona senza bisogno di scuse.

Coloro  che si gloriano non hanno meriti; coloro che eccellono merito precipitano; coloro che eccellono per fama si perdono.

Il saggio è capace di ripudiare il merito e la fama e di ritornare in mezzo alla folla, di guidare le correnti senza risplendere, costui riservatamente trae soddisfazione da una tale condotta e non si ferma per la fama. Semplice, comune sembra quasi insensato, cancella le sue tracce e umilia alla sua autorità, non cura la fama perciò è biasimato dagli altri e non trova di che biasimare gli altri.

Essere padrone degli altri è un impaccio, essere padroneggiato dagli altri è un'affezione.

Quando hai il pensiero non hai la mente; quando indichi non raggiungi !

Che cosa somma viaggiare! Chi viaggia in modo sommo non sa dove va, chi contempla in modo sommo non sa che cosa guarda. Viaggiare tra tutte le cose, contemplare tutte le cose... le cose non sono mai le stesse ma nemmeno noi siamo sempre gli stessi. Chi compie viaggi esteriori cerca la completezza nelle cose, chi si dà alla contemplazione interiore trova sufficienza in se stesso. Trovare sufficiente se stesso è il sommo modo di viaggiare.

Ciò che accade allo spirito è sogno, ciò che è inerente alla forma è fatto. In colui che ha lo spirito concentrato, pensieri e sogni si dissolvono spontaneamente... gli antichi sommi da vegli dimenticavano se stessi e dormendo non sognavano.

Quando capirai che l'illusione e la magia non possono rendere diverse a vita e la morte, allora comincerai a poter studiare e comprendere le illusioni. Chi è abile nell'operare magie usa la sua via occultamente e nell'opera è simile agli altri uomini.

Puniti al di là del giorno e della notte, stringe il pugno lo spazio e il tempo.

Chi avverte gli impercettibili spostamenti del Cielo e della Terra del loro incessante roteare?
Chi è mancante di una cosa, viene arricchito da un'altra; completezza ed mancanza or sono la vita o la morte.
Chi percepisce l'inavvertibile passaggio delle susseguirsi di passato e futuro?
... le differenze che intervengono sono conosciute sempre in seguito...

La vita e la morte sono un andare e un tornare.
Un uomo che muore è un uomo che ritorna (all'origine)... chi vive è in cammino. Chi è in cammino senza sapere che ritorna sbaglia dimora.

I viventi non conoscono la morte e i morti non conoscono la vita; e venire non conosce l'andare e l'andare non conosce venire. Perché preoccuparsi se il Cielo e la Terra si sfasciano? Se si sfasciano periscono che gli uomini, altrimenti si mantengono integri insieme agli uomini. Perché, nel frattempo, gioirne o rattristarsene?

Un moto della forma non crea una forma ma un'ombra. Un moto del suono non crea un suono ma un'eco. Un moto del non-essere crea un essere. La forma torna all'informe come ciò che ha avuto vita torna alla non vita.

Lo scheletro ed io non siamo mai visti e non siamo mai morti. (la vita è veramente gioia? La morte è veramente dolore?)

La vita del mortale è stata data da due mortali, ma colui che dà Vita alla vita non ha mai fine (immortale).
La forma a cui è stata data forma è sostanziale, ma quello che dà  Forma alla forma non è tangibile (non ha mai avuto forma)
Il suono a cui è stato dato un suono è udibile,  ma quello che dà Suono al suono non s'è mai udito.
Il colore a cui è stato dato un colore è appariscente,  ma quello che dà colore al colore non s'è mai visto (reso evidente);
Il sapore a cui è stato dato sapore è saporito,  ma quello che dà sapore al sapore non s'è mai gustato.

Il grande indistinto si ebbe quando non era ancora apparso il Ch'i [forma, ch'i, qualità naturali erano commiste, non erano ancora separate]
Il grande inizio fu il cominciamento del Ch'i.
La grande semplicità fu il cominciamento delle qualità naturali.

L'uomo volgare sacrifica se stesso ai vizi,
il mercenario  sacrifica se stesso al guadagno,
 il dignitario  sacrifica se stesso alla casta,
 il letterato  sacrifica se stesso alla rinomanza,
 il Saggio  sacrifica se stesso a se stesso...

... Mentre quelli che si sacrificano al mondo sono diversi nell'occupazione ma identici nel nuocere la loro natura,
 il Saggio si sacrifica al Tao ed è simile nelle faccende formali ma dissimile nel preservare lo Spirito della propria natura.

L'anello dei sofisti è formato da affermazioni e negazioni che si rincorrono all'infinito... Coloro che eccedono nelle sottiglizze ammucchiano discorsi oziosi, come un mattone sull'altro e un nodo dietro l'altro,  e trastullano la mente con frasi ambigue sul Bianco e Nero, Bene e Male, Simile e Dissimile, facendosi vanto - con sforzi immani - di parole inutili

Chi nel suo interno ha le cose facili non le trova difficili all'esterno e poiché non le trova difficile all'esterno la sua fama non esce dalla sua casa, non trasgredisce all'insegnamento e non rende palese le sue doti.

Del Tao, ove se ne domandi, non se ne ha una risposta. Interrogare su ciò che non si può domandare significa interrogare su nulla.
Dar risposta a ciò che non ha una risposta (o cui non si può rispondere) significa non rispondere.

Il Tao: conoscerlo è superficialità, esteriorità...  non conoscerlo è profondità, interiorità  --> però chi conosce la sapienza dell'insipienza sa che il conoscere è non conoscere, e che il non conoscere è conoscere.

Splendore di luce domandò a Inesistente: - O maestro, esisti o non esisti?
Non avendo ottenuto risposta, Splendore di luce guardò attentamente il suo aspetto; era cavo e vuoto. Per tutto il giorno lo guardò ma non lo vide, lo ascoltò ma non l'udì, L'afferrò ma non lo prese. Allora esclamò: chi può arrivare a tanto?
Concepisco il non essere esistente (nascosto), ma non il non essere inesistente (insondabile)


Coloro che vedono altre cose e non vedono se stessi non acquistano se stessi ma altre cose; acquistano cioè ciò che appartiene ad altri ma non quello che appartiene a loro stessi, trovano gradevole quel che è gradevole agli altri e non trovano gradevole quel che è gradevole a sé stessi , il che è un rovesciamento (di valori), una violenza a se stessi, una perversione.

La tua vita non appartiene a te:  è l'armonia che t'è  stata affidata dal Cielo e della Terra. Il tuo mandato alla vita non appartiene a te: è la Sotto-Missione  che t'è  stata affidata dal Cielo e della Terra.

Non turbar il tuo Cuore e Guarda senza i tuoi occhi s'offuschino

I discorsi elevati non si fermano nel cuore delle folle ma, se i sommi discorsi non sono fatti, quelli volgari prendono il sopravvento. [ Quando si volge l'attenzione in due direzioni si sbaglia e non si raggiunge la meta]


Il saggio agisce in modo compassato, composto, ponderato;  se ne sta inerte e tutto scorre liscio e facile; le afflizioni (influenze malefiche, sventure) non trovano accesso in lui e non possono colpirlo. Ha la quiete dello Yin e il vigore dello Yang. Non si fa precursori di felicità né sobillatore.
Se è sollecitato poi risponde , se gli è fatto pressione poi si muove, se non può farne a meno poi si leva.
Rigetta l'intellettualismo e il culto di antiche superstizioni, si adegua alla ragione celeste: perciò è esente dalle calamità del Cielo, dai legami nel mondo fenomenico, dalla disapprovazione umana, dal biasimo degli spiriti.
La sua vita è come un fluttuare, la sua morte come un riposare. Non ha pensieri ansiosi, non ha afflizioni emotive, non predispone piani: è luminoso ma non abbagliante, l'anima sua non s'estenua, non si logora,  in nulla si ostina. Tiene in grande pregio l'elemento costitutivo dell'essere.

Dell'intreccio tra le creature, qualcuno ne è il regolatore ma nessuno ne conosce la forma, nessuno ne scorge l'opera.

I legami esteriori come l'occhio e l'orecchio, introducono all'interno colori e suoni. Il legame interiore sono gli artifizi del cuore e della mente, che portano all'esterno desideri e forme (pensiero)

Quando il mondo rovina il Tao, il Tao rovina il mondo.
Coloro che perdono se stessi nelle cose e smarriscono la loro natura nelle volgarità, capovolgono i valori i principi fondamentali

Chiesero a Chuang tzu: Quel che viene detto Tao dove sta?
Rispose: non v'è nulla in cui non stia; sta in una formica, nella pianta, nel cozzo, negli escrementi... E' inutile che indaghi, nulla le sfugge; nella sua omnicomprensiva totalità nomi diversi stanno a una stessa realtà, indicano una stessa cosa.
A che pro vagare insieme nel palazzo dell'inesistente e discutere di comune accordo dell'estremo limite che non ha fine?
Se ci svuotiamo delle nostre passioni, non avremo meta e non sapremo dove giungeremo,  non sapremo dove finiremo. Come è incerto il grande vuoto!
Il gran sapiente vi penetra ma non sa dove abbia limite. Colui che modella le creature non ha i limiti delle creature, eppure modella ciò che ha limite. E' detto modellatore dei limiti.
Esso è il limite dell'illimitatezza e l'illimitatezza del limite.
Esso governa pienezza e vacuità, ma non è né l'una né l'altra.
Esso governa decadenza e morte , ma non è né l'una né l'altra.
Esso governa il principale e l'accessorio , ma non è né l'una né l'altra.
Esso governa il riunirsi e il disperdersi , ma non è né l'una né l'altra.


Il sommo se ne sta inerte in una casetta appartata in modo che la turbolenza del popolo non sappia dove rivolgersi e non lo prenda come bersaglio.

Quel che governa la vita non vive (è immobile, solitario).
Quel che governa le trasformazioni non si trasforma (è inesauribile, interminabile).
Lo spirito della valle non muore, è la misteriosa femmina: la porta della misteriosa femmina è La scaturigine del Cielo e della Terra.
Perennemente ininterrotto come se esistesse, viene usato ma non si stanca mai. In tal senso, ciò che fa vivere le creature non vive (come le creature), quel che le fa trasformare non si trasforma (come le creature).
Vita e trasformazioni, sapienza e forza, colore e suono, flusso e riflusso sono spontanei i frutti del Tao. Ma chiamare quello come vita e trasformazioni, sapienza e forza, colore e suono è errato.


Indistinto si evolse e divenne l'Uno, l'uno divenne sette, il sette divenne nove, il nove evolvendosi ancora diviene  l'uno.

 
Fine


P. S.

CHUANG  TZU Chuang Tzu visse all'epoca del principe Houei di Leang, che regnò dal 370 al 318 a C. e del principe Siuan di T'si (319-301 a.C.). Il suo vero nome era Chuang Chou, originario della città di Mong, nel piccolo stato feudale di Sung, dove la dinastia imperiale dei Chou aveva confinato i discendenti della precedente dinastia Shang, affinché potessero continuare i loro riti ancestrali. Nella letteratura cinese precedente all'era volgare, gli abitanti di Sung sono spesso ridicolizzati e presi in giro, quasi fossero autentici cretini. Tipico l'aneddoto del contadino di Sung che, per far crescere alcune piante più in fretta, ne sollevava da terra i germogli con le mani. Questo atteggiamento della cultura dominante in Cina non è che il riflesso della condanna di una cultura diversa da quella confuciana, una cultura sicuramente più antica, di probabile origine sciamanica, non accettata dal razionalismo confuciano. Chuang Tzu nacque quindi in un ambiente culturale particolare, che fece germogliare l'essenza della sua vita e della sua opera. Ma non bastò a non farlo apparire un folle agli occhi e al giudizio dei confuciani. Era sposato e molto povero, "vestito con un abito di ruvida tela tutto rappezzato e con scarpe di stracci", porta il testo storico. In gioventù era stato funzionario in una manifattura di gomma... come che sia, vi rinunciò assai presto per scrivere e vivere in armonia con il Tao. Occupare un posto da funzionario era contrario al suo pensiero e alla naturale libertà che amava. "Povertà non vuol dire infelicità. Quando l'uomo di lettere non può mettere in pratica la propria dottrina, questa è infelicità. Con un abito rappezzato e le scarpe bucate egli è povero, non infelice. Significa soltanto che non ha incontrato un'epoca felice." Ecco come racconta lui stesso un episodio che rivela l'intima natura del grande maestro spirituale: "Mentre Chuang Tzu pescava con la lenza sulla riva del P'ou, il re di Chou gli inviò due alti funzionari per fargli delle offerte. 'Il nostro principe', gli dissero 'desidererebbe affidarvi la responsabilità del suo territorio'. Senza sollevare la lenza, senza neanche volgere la testa, Chuang Tzu disse loro: 'Ho sentito dire che c'è a Chou una tartaruga morta da più di tremila anni. Il vostro re ne conserva il carapace in un paniere avvolto in un panno nella parte alta del tempio dei suoi avi. Ditemi se quella tartaruga non avrebbe preferito vivere trascinandosi la coda nel fango'. 'Avrebbe preferito vivere trascinandosi la coda nel fango', dissero i funzionari. 'Andatevene dunque', disse Chuang Tzu, 'anch'io preferisco trascinare la coda nel fango'. Il Tao Te Ching - che Lao Tzu avrebbe scritto sollecitato da un discepolo, poco prima di ritirarsi sulle montagne a morire espone i principi della via e della virtù, ma le parole di Chuang Tzu li spiegano, li riprendono, con uno spirito mistico particolare, denso di aneddoti, dialoghi, allusioni mitiche. E' lui che dà al taoismo il profondo senso mistico del Tao, della via; con Chuang Tzu si penetra nell'infinito del Tao: "... i saggi non discutono di ciò che oltrepassa la sfera terrestre, neppure per negarne l'esistenza. Parlano invece delle cose di questo mondo, ma senza giudicarle". Per Chuang Tzu il saggio è un uomo libero dal pensiero, libero da qualsiasi filosofia - Confucio e il pragmatico confucianesimo sono il suo bersaglio. Nel vero saggio il Tao agisce spontaneamente e senza ostacoli. La naturalezza del wu wei, del lasciar correre, del lasciar scorrere, distingue Chuang Tzu da altri grandi spiriti. Per lui, la naturalezza, la semplicità danno quella serenità che apre all'immensità del Tao. La semplicità sarà difesa come il bene supremo da Chuang Tzu, per tutta la vita: ad essa sono legati la felicità spirituale ed il raggiungimento del distacco dall'illusione dei sensi e dall'identità mondana. L'idea che nel mondo tutto è relativo, che nessuno è completamente bianco né completamente nero, che il bene non è tutto bene né il male veramente male non vuol dire per il saggio taoista seguire "la giusta misura", avere un comportamento ragionevole come indica Confucio. All'uomo della giusta misura il saggio taoista contrappone l'uomo naturale. Quello che conta è il movimento, la trasformazione infinita della vita. Il bene e il male, la fortuna e la sfortuna, la sorte e la malasorte non sono definitivi ma parte del movimento della vita. Ecco la ragione del wu wei, del lasciar scorrere gli eventi così come vengono, senza interferire mai. Chuang Tzu dice: "Colui che professa il vero senza vedere il falso, l'ordine senza vedere il disordine, non comprende nulla dell'universo e della natura reale degli esseri. Egli è simile a colui che professa il Cielo senza vedere la Terra, l'oscurità senza vedere la luce. La sua azione è necessariamente votata alla sconfitta".


Chuang-tzu e' un personaggio realmente esistito, anche se l'agiografia ha aggiunto elementi alla sua biografia. Il suo vero nome era Chuang Chou. Visse nel IV secolo avanti la nostra era. Szu-ma Ch'ien (145-86 a.C.), il primo grande storico cinese, ne scrisse una breve biografia nel suo Shih Chi, riportando alcuni aneddoti, come quello del rifiuto a diventare ministro del principe Wei dello stato di Ch'u. Ma, paradossalmente, il più bell'elogio fatto dal confuciano Szu-ma Ch'ien così recita: "I suoi insegnamenti straboccavano come un'inondazione e si diffondevano liberamente; pertanto nessun sovrano o ministro poteva applicarli per un uso definito". Dall'antintellettualismo di Chuang-Tzu nasce, paradossalmente, quello che può considerarsi il libro non solo più profondo di tutta la produzione filosofica cinese classica, ma anche un vero capolavoro per ricchezza lessicale e frequenza stilistica; una autentica opera di cultura. Una delle prime esortazioni del maestro è quella del distacco dal mondo in cui viviamo. Chi siamo veramente noi? Se ci distacchiamo completamente dal mondo fenomenico e dubitiamo della sua realtà, possiamo affermare di esistere realmente? Libro I cap. II (18) Una volta Chuang-Tzu sognò d'essere una farfalla: era una farfalla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio capriccio. Non sapeva d'essere Tzu. Improvvisamente si destò e allora fu Tzu, gravato dalla forma. Non sapeva se era Tzu che aveva sognato d'essere una farfalla o una farfalla che sognava d'essere Tzu. Eppure tra Tzu e una farfalla c'è necessariamente una distinzione: così è la trasformazione degli esseri. Libro II cap. III (20) Il cuoco Ting squartava un bue per il principe Wen-hui. Cio' che la sua mano tagliava, la sua spalla premeva, il suo piede calcava e il suo ginocchio spingeva, mandava un fruscio, cui faceva eco il mobile coltello con un suono soffocato, in pieno tono con la danza del "bosco dei gelsi" e a tempo col "Ching-shou" [1]. "Oh, è meraviglioso!" esclamò il principe Wen-Hui "L'abilita' giunge dunque a tanto?" "Cio' che il suddito ama è la Via" replicò il cuoco Ting posando il coltello. "La preferisce all'abilità. Quando il suddito cominciò a squartare buoi non vedeva altro che il bue, dopo tre anni già non vedeva più il bue intero, oggi lo considera con lo spirito, non lo guarda con gli occhi. Mi astraggo dalla conoscenza dei sensi e procedo secondo la volontà dello spirito, attenendomi ai principi naturali: attacco i grandi interstizi e m'apro una via nelle grandi cavità, seguendone il corso naturale. La mia abilità si esercita a non tentare le grandi articolazioni e a maggior ragione le grandi ossa. Un buon cuoco cambia coltello ogni anno perché egli taglia, un cuoco comune cambia coltello ogni mese perché egli rompe. Il coltello del suddito e' in funzione da diciannove anni ed ha squartato parecchie migliaia di buoi, ma la sua lama sembra passata alla cote poco fa. Tra le giunture vi sono degli interstizi e la lama del coltello non ha spessore: come e' facile far sì che una cosa senza spessore penetri in una cosa che ha interstizi! Sicuramente c'e' spazio in avanzo per farvi passare la lama. Per questo dopo diciannove anni la lama del mio coltello sembra passata alla cote poco fa. Però, ogni volta che arrivo alle giunture ne vedo la difficoltà. Timorosamente mi faccio cauto, il mio sguardo si fissa, le mie azioni si fanno lente, i movimenti del mio coltello divengono impercettibili, ed ecco che ad un tratto il pezzo è tagliato e cade a terra come una zolla. Sto lì con il coltello in mano a guardarmi intorno, faccio una pausa tutto soddisfatto, poi pulisco il coltello e lo ripongo". "Eccellente!" esclamò il principe Wen-hui. "Ora che ho udito le parole del cuoco Ting so come nutrire la vita !". Libro IV cap. XI (69) Da diciannove anni Huang-Ti era figlio del Cielo e i suoi ordini erano eseguiti nel mondo, quando udì parlare di Kuang Ch'eng-Tzu, che stava sul monte K'ung-t'ung. Andò a fargli visita e disse: "Ho inteso dire che tu, o mio signore, sei versato nel sommo Tao. Oso interrogare sull'essenza del sommo Tao. Vorrei cogliere l'essenza del Cielo e della Terra per secondare i cinque cereali, con i quali nutrire il popolo. Vorrei anche amministrare lo yin e lo yang per far progredire tutti gli esseri viventi. Che fare per riuscirvi?" "Cio' che vorresti conoscere è il principio costitutivo degli esseri" rispose Kuang Ch'eng-tzu "Cio' che vorresti amministrare è la distruzione degli esseri. Dal modo con cui governi il mondo, le nubi e i vapori lascerebbero cadere la pioggia prima ancora di raccogliersi, le erbe e le piante lascerebbero cadere le foglie prima ancora di ingiallirsi, la luce del sole e della luna aumenterebbe fino ad estinguersi. La tua mente di ciarlatano è limitata e superficiale, come ti basterebbe per discorrere del sommo Tao?" Huang-Ti si ritirò. Si sottrasse al mondo, si fece costruire una casa per lui solo, vi stese una stuoia di paglia e rimase inoperoso. Dopo tre mesi andò di nuovo a cercare Kuang Ch'eng-tzu. Costui giaceva con il capo rivolto a meridione. Huang-Ti, al modo di un inferiore, avanzò sulle ginocchia, si prostrò due volte con la fronte a terra e interrogò dicendo: "Ho udito che tu, o signore, sei versato nel sommo Tao. Oso interrogare sul governare la persona. Che fare perché duri a lungo ?"

Kuang Ch'eng tzu si sollevò di scatto e disse: "Ottima domanda invero! Vieni, ti parlerò del sommo Tao. L'essenza del sommo Tao è profonda e oscura, la vetta del sommo Tao è buia e silenziosa. Non guardare, non ascoltare, avviluppa il tuo spirito nella quiete, e la tua forma si correggerà da sé. Sii quieto, sii puro, non affaticare la tua forma, non agitare la tua essenza, e potrai vivere a lungo. Se gli occhi non vedono nulla, le orecchie non odono nulla e il cuore non sa nulla, il tuo spirito preserverà la forma e questa vivrà a lungo. Bada a ciò che ti è interiore e sbarra l'accesso a ciò che ti è esteriore, la troppa sapienza è esiziale. Ti aiuterò a progredire verso la vetta della grande luce e da lì a raggiungere la sorgente dello yang, ti aiuterò a penetrare nelle porte profonde e oscure e da lì a raggiungere la sorgente dello yin. Il Cielo e la terra hanno un reggitore, lo yin e lo yang hanno un ricettacolo. Bada a preservare la tua persona e le creature si rinvigoriranno da sé. Io ho preservato in me l'unità, con la quale sono rimasto nell'armonia: per questo ho coltivato la mia persona per milleduecento anni e la mia forma non è mai decaduta". Huang-Ti si prostrò due volte con la fronte a terra ed esclamò : "Kuang Ch'eng-tzu mi fa conoscere il Cielo!" "Vieni, ti spiegherò" Soggiunse Kuang Ch'eng-tzu "Le creature sono inesauribili mentre gli uomini credono che abbiano una fine, le creature sono incommensurabili mentre gli uomini credono che abbiano un limite. Quelli che pervengono al mio Tao in alto sono degli augusti, in basso sono dei sovrani. Quelli che non pervengono al mio Tao in alto vedono la luce, in basso sono terra. Le cento specie di esseri nascono dalla terra e alla terra ritornano. Io mi separerò da te, entrerò nelle porte dell'inesauribile e vagherò nelle lande dell'infinito, mescolerò la mia luce con quella del sole e della luna e durerò quanto il Cielo e la Terra. Siamo inconsci oggi o eravamo inconsci nel passato? Gli uomini muoiono tutti e io solo sopravvivo?" Libro VI cap. XVII (112) Chuang-Tzu stava pescando nel fiume P'u, quando il re di Ch'u incaricò due dignitari di portargli un messaggio che diceva: "Vorrei che ti assumessi il fastidio di ciò che sta all'interno del mio territorio". Chuang-Tzu resse la canna senza volgere lo sguardo. "Ho inteso" disse "che a Ch'u c'è una tartaruga sovrannaturale morta tremila anni fa, che il re conserva nella sala del tempio ancestrale avvolta in un drappo dentro un forziere. Quella avrebbe preferito morire e lasciare le sue ossa affinché fossero tenute in pregio o avrebbe preferito vivere e trascinare la coda nel fango?" "Avrebbe preferito vivere e trascinare la coda nel fango" risposero i due dignitari. "Andatevene" replicò Chuang-Tzu. "Anch'io voglio trascinare la coda nel fango". Libro VI cap. XVIII (118) Mentre Chuang-Tzu si recava a Ch'u vide un teschio vuoto che, pur scarnito, conservava la forma. Dandogli un colpetto con lo scudiscio, lo interrogò dicendo: "Sei così perché sei venuto meno ai retti principi per ingordigia di vita? Oppure perché sei stato punito con la scure essendo al servizio di un regno perito? Oppure perché hai gettato l'onta sul padre e la madre, la moglie e i figli, con la tua cattiva condotta? Oppure perché hai sofferto il freddo e la fame? O sei giunto a questo al termine delle tue primavere ed autunni?" Alla fine del discorso raccolse il teschio e si mise a dormire facendosene cuscino. Nel mezzo della notte, il teschio gli apparve in sogno e disse: "Le tue chiacchiere sembrano quelle che fanno a te i dialettici. Si riferiscono ai viventi, nella morte queste cose non ci sono più. Vuoi sentir parlare della morte?" "Si" rispose Chuang-Tzu. "Nella morte non vi sono principi in alto né sudditi in basso" disse il teschio. "Non vi sono occupazioni delle quattro stagioni, lentamente fanno da primavera e autunno il Cielo e la Terra. Anche la felicità di un re con la faccia rivolta a meridione non può essere superiore". Chuang-Tzu non gli credette. "Se io facessi sì che colui che presiede ai destini umani" disse "desse nuova vita alla tua forma, facendoti ossa, carne, muscoli e pelle, restituendoti i genitori, la moglie, i figli e i conoscenti del tuo paese, lo vorresti?" Il teschio gli lanciò uno sguardo sdegnato e aggrottando le sopracciglia disse: "Come potresti gettar via la felicità di un re con la faccia rivolta a meridione per tornare a penare in mezzo agli uomini?" Libro IX cap.XXXII (246) Chuang-Tzu stava per morire. I suoi discepoli volevano fargli un funerale sontuoso, ma Chuang-Tzu disse: "Ho il Cielo e la terra come bara e sarcofago, il sole e la luna come pi congiunti[2], le stelle e gli astri come perle, le diecimila creature come dolenti. Come non sarebbe perfetto il mio funerale? Che ci volete aggiungere?" "Temiamo che i corvi e gli avvoltoi ti divorino, o maestro" dissero i discepoli. "Sopra sono divorato dai corvi e dagli avvoltoi e sotto dalle grillotalpe e dalle formiche" obbiettò Chuang-Tzu. "Togliere agli uni e dare alle altre: perché questa parzialità? Considerare equo ciò che è equo per noi, impiegando ciò che non è equo per le creature, non e' equità; considerare rispondente ciò che è rispondente per noi, impiegando ciò che non è rispondente per le creature non è rispondenza. La vita è soltanto serva, lo spirito corrisponde. Di gran lunga la vista è inferiore allo spirito, eppure lo stolto s'affida a ciò che vede per accordarsi con gli altri: il suo sforzo si ferma all'esteriore. Non è da commiserare?"

Taoismo e Tao Secondo il pensiero taoista (che in questo non si discosta da quello confuciano) esiste un'armonia universale che lega tutti i livelli del cosmo: terra, uomo e cielo. Il principio su cui si fonda il Taoismo è il tao, termine di difficile interpretazione, tanto che un verso del Taodeing recita: "Il tao che può essere definito col nome non è il tao costante". Il tao, che è presente in ogni cosa e la condiziona, è un flusso vitale che ha dato origine a tutto, e che scorre incessantemente, mutando sempre e rimanendo sempre lo stesso. Associata al tao è la concezione dello yiny-ang. Yin e yang Yin e yang sono opposti e complementari tra di loro, relativi (si può essere yin sotto un certo aspetto e yang sotto un altro) e non antitetici, tanto che nella pienezza dell'uno è implicita l'origine dell'altro. Il loro alternarsi determina tutte le cose. Yin e yang sono i due princìpi che mantengono l'ordine naturale del tao: yin è il principio femminile, passivo ed oscuro, identificato con la luna; yang il principio maschile, attivo e luminoso, identificato con il sole. Il simbolo del Tao Il simbolo del Tao è formato da due spirali: una che si avvolge e l'altra che si svolge a partire da un unico Centro.tao Le due spirali rappresentano la discesa ed ascesa degli aspetti opposti di ogni energia del cosmo. Il Simbolo pertanto è una simmetria rotazionale ciclica: la spirale bianca ha l'inizio dove finisca la spirale nera; essa si avvolge ed aumenta fino ad un massimo, ma poi manifesta in se stessa la sua tendenza opposta (puntino nero) che appunto a partire da questo momento si svolge. Anche questo aspetto raggiunge un massimo finché si manifesta la tendenza opposta (puntino bianco), che si avvolge e così via, ciclicamente. Questo ciclo unifica nella monade Universo tutte le energie del cosmo nei loro aspetti opposti rendendoli così complementari. In modo analogo il taoismo concepì l'antico genio dal corpo di serpe in forma duale e ne precisò dualità di forme, caratteri, nomi. Nella mitologia cosmogonica taoista due leggendari Augusti, Fuxi e Nugua avevano corpi di spire, sovente intrecciati l'un l'altro. Essi furono gli ordinatori del mondo. Più volte introdotti come fratello e sorella, come sposi o come amanti, Fuxi e Nugua valgono nel mito la coppia primigenia da cui l'umanità discende. Erano certo tempi diversi in cui uomini e animali vivevano in totale unione. Aspetto religioso Come religione popolare, il Taoismo mise in atto diverse pratiche per potenziare e per rendere immortale il corpo: diete alimentari di vario tipo (inclusa l'ingestione di prodotti ottenuti tramite ricerche alchemiche), tecniche respiratorie (come lo yoga cinese), ginniche, sessuali e contemplative. Nelle numerose leggende taoiste, un posto di rilievo è assegnato ai cosiddetti "Otto Immortali" (Baxian), un gruppo di personaggi (uomini e donne) che, avendo ottenuto in vita poteri soprannaturali, sono stati santificati dopo morti. Oltre agli Immortali, e accanto a Laozi - identificato spesso con Huanlao (Il Vecchio Giallo), uno dei cinque creatori del cosmo -, c'è un numero elevatissimo di divinità eterogenee, organizzate gerarchicamente, come i protettori di mestieri e dei fenomeni atmosferici; gli spiriti degli elementi della natura; le anime di diverse località (cimiteri, luoghi, guadi, strade); i demoni; le anime degli impiccati, degli annegati e degli antenati; i santi taoisti, confuciani e buddhisti. Aspetto filosofico L'obiettivo del Taoismo filosofico è quello di raggiungere la santità, lo stato di perfetta armonia con il mondo naturale, uno stato che si acquista uniformandosi ad esso tramite meditazione ed estasi, che permettono l'identificazione con il tao. La natura non deve essere alterata dall'azione umana, e per questo il taoista pratica e predica il "non agire" (wu wei) in tutti i campi (anche in quello politico), non lasciandosi turbare né dai mutamenti, né dalla morte. Nel Zhuangzi è messa in risalto anche la necessità di non fare distinzioni, di raggiungere lo stadio di una "non conoscenza", la quale si ottiene solo dopo aver conosciuto. Fonte: http://open-site.org/International/Italiano/


Zhuang zi (Chuang-tzu, ma le forme varianti sono numerose) fu un filosofo e letterato cinese che visse nella seconda metà del IV secolo a.C. (date tradizionalmente accreditate sono 369-286). Probabilmente originario di Mêng, nel ducato di Sung, che faceva parte del regno di Wei (situato nell’odierno Honan). Le notizie relative alla sua vita sono poche e incerte. Da giovane ricoprì forse una carica pubblica che abbandonò comunque presto e successivamente rifiutò sempre qualunque incarico politico che potesse intaccare la sua libertà. Nella biografia dedicatagli da Ssu-ma Ch’ien nel suo Shih-chi si racconta che al messaggero inviato da re Wen di Ch’u per convincerlo ad accettare, largamente compensato, la carica di ministro, rispose: “preferisco sguazzare nella mota che sottomettermi all’etichetta e agli obblighi di corte”. Anche i suoi tre matrimoni sono probabilmente leggendari. Con la terza moglie si narra che si ritirò presso la montagna di Nan-hua dove terminò la sua esistenza. In ogni caso è quasi unanimemente considerato insieme a Lao-tzu e a Lieh-tzu il capostipite delle teorie taoiste. La sua opera porta, in cinese, il nome di Nan-hua-chên ching ma è poi conosciuta col nome del suo autore come Chuang-tzu, poiché è fatto frequente chiamare col nome del maestro le raccolte dei suoi insegnamenti ai quali vengono spesso accorpati quelli dei discepoli. Oggi conta 33 capitoli, ma sotto gli Han erano 52. Fin dall’antichità viene convenzionalmente diviso in tre sezioni: sezione “interna” (i primi sette capitoli); sezione “esterna” (capitoli dall’ottavo al 22°) e gli ultimi 11 capitoli vengono invece detti “sezione variata”. Secondo vari commentatori questa suddivisione, che non appare chiarissima, starebbe a significare che la sezione interna sia l’opera originale del filosofo, mentre gli altri capitoli siano elaborazioni ad opera soprattutto dei discepoli. Chuang-tzu è considerato il più importante filosofo e prosatore dell’antichità cinese, portatore di un vocabolario ricco e di uno stile originale, fondato su aneddoti, dialoghi e analogie. Spessissimo citato Hui Tzu, che era un celebre sofista e suo amico. In polemica invece con i confuciani e i seguaci di Mo-ti. Evidente il contrasto tra le teorie mistiche dei taoisti e quelle umanistiche dei confuciani. Secondo Chuang-tzu l’uomo perfetto non fa nulla e il saggio non produce nulla: essi si limitano a contemplare l’universo e ad estraniarsi dalla società umana. L’approccio ai problemi morali è senza dubbio relativistico: bene e male, verità e menzogna, giustizia e ingiustizia sono concetti circoscritti a questa vita, poiché nel tao queste dicotomie non hanno senso. Fonti: A. Sonnino Irman: Chuang-tzu– GDE Torino 1986, pp. 882-883.










Ciò che si vede e può vedere è solo forma e colore, e ciò che si ode e può udire è nome e suono. Ma che il mondo abbia a pensare che forma e colore nome e suono bastino a conoscere l'oggetto (l'altro, la cosa in sè, il Tao)! Così «chi conosce non parla; chi parla non conosce».[1] Di colui che sa che l'essere, il nulla, la morte e la vita hanno la stessa origine, io sono amico.[2] In realtà, non esiste né la verità né l'errore, né il sì né il no, né una qualsivoglia distinzione, dal momento che tutto – anche due cose fra loro opposte – è Uno.[3] La Grande Sapienza tutto abbraccia, la piccola sapienza distingue; le grandi parole compongono i contrari, le piccole parole discutono di futilità.[4] Ruba un pezzo di legno e ti chiamano ladro; ruba un regno e ti chiamano duca.[5] Tenete caro quello che è dentro di voi, | e chiudete fuori quello che si trova all'esterno; | perché molto sapere è una calamità.[6] Tra le molte virtù di Chuang-Tzu c'era l'abilità del disegno. Il re gli chiese il disegno d'un granchio. Chuang-Tzu disse che aveva bisogno di cinque anni e d'una villa con dodici servitori. Dopo cinque anni il disegno non era ancora cominciato. 'Ho bisogno di altri cinque anni' disse Chuang-Tzu. Il re glieli accordò. Allo scadere dei dieci anni, Chuang-Tzu prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.[7] Incipit di Chuang Tzu Nell'oceano settentrionale vive un pesce di nome Kun grande non so quante migliaia di li, che trasformandosi diviene un uccello di nome Peng, il cui dorso è lungo migliaia di li. Allorché impetuoso s'invola, le sue ali sono come nubi sospese nel cielo. Quando il mare è agitato, questo uccello s'accinge a partire verso l'oceano meridionale, che è il lago del Cielo. Ch'i Hsieh ricorda: "…egli batte l'acqua per tremila li, si alza volteggiando nell'uragano fino a novantamila li, e si riposa al termine di sei mesi." Da lassù i vapori vaganti e i nugoli di polvere sembrano creature viventi che soffiano l'una contro l'altra nel respirare. Da quaggiù l'azzurro è il vero colore del cielo? È esso un culmine lontano e irraggiungibile? Così è per l'uccello quando guarda in basso. Se uno strato d'acqua non è profondo, non ha la forza di sostenere un grosso battello. Rovescia una tazza d'acqua in una buca e un fuscello vi farà da naviglio, mettici la tazza e questa si arenerà, poiché l'acqua è poco profonda e il naviglio è grosso. Se uno strato d'aria non è spesso, non ha la forza di sostenere grandi ali. A novantamila li l'aria che ha sotto di sé l'azzurro cielo e nulla l'ostacola, allora prende a muoversi verso meridione. Una locusta e una tortora ne risero: "Quando noi ci decidiamo ad alzarci e voliamo da un albero all'altro, a volte nemmeno ci arriviamo che già ci posiamo al suolo. A che scopo andare fino a novantamila li e muovere verso meridione?" Chi fa una passeggiata nei dintorni, e ritorna per cena, avrà la pancia piena come quando era partito. Chi va per cento li dovrà pestare il suo grano per sfamarsi quando si ferma per la notte. Chi si allontana di mille li dovrà portare con sé provviste per tre mesi. Che cosa sanno quelle due piccole creature? Chi ha una ristretta conoscenza non sta alla pari di chi ha una vasta conoscenza, chi ha pochi anni di vita non sta alla pari di chi ha molti anni di vita. Come sappiamo che è cosi? Un fungo che dura un mattino non conosce il primo e l'ultimo giorno della lunazione, una cicala non conosce la primavera e l'autunno. Questa è la brevità della vita. Nel meridione del regno di Ch'u cresce l'albero ming-ling, per il quale la primavera e l'autunno durano cinquecento anni ciascuno; nella remota antichità esisteva l'albero ta-ch'ung, per il quale la primavera e l'autunno duravano ottomila anni ciascuno. Eppure l'avo P'eng fino ad oggi è noto per la sua longevità! Non è miserevole che tutti vogliono eguagliarlo? Citazioni su Chuang Tzu "Il Tao è quello da cui non si può deviare; quello da cui si può deviare non è il Tao". Questa frase, tratta dal Chung Yung, o "Dottrina del Mezzo", fa pensare che non vi è analogia tra il Tao e le idee occidentali di Dio e della legge divina o naturale, alla quale si può obbedire o disobbedire. È questo un detto difficile perché tanto Lao-tzu che Chuang-tzu parlano di azioni forzate le quali sono in disaccordo con il Tao. (Alan Watts) Perciò il Tao è il corso, la corrente, il lasciarsi andare, o il processo della natura, ed io lo chiamo la Via dell'acqua che scorre perché sia Lao-tzu che Chuang-tzu usano come metafora principale di questo lo scorrere dell'acqua. L'essenza della loro filosofia risiede nel fatto che il Tao non può essere definito a parole e non è né un'idea né un concetto. Tuttavia, come dice Chuang-tzu, "Può essere raggiunto ma non può essere visto", o, in altre parole, sentito ma non concepito, intuito ma non categorizzato, divinato ma non spiegato. In modo simile, l'aria e l'acqua non possono essere tagliate o afferrate, ed il loro scorrere cessa quando vengono rinchiuse. (Alan Watts)






Zhuang Zhou (/dʒuˈɑːŋ ˈdʒoʊ/),[1] commonly known as Zhuangzi (/ˈʒwæŋˈziː/;[2] Chinese: 莊子; literally "Master Zhuang"; also rendered as Chuang Tzu),[a] was an influential Chinese philosopher who lived around the 4th century BC during the Warring States period, a period corresponding to the summit of Chinese philosophy, the Hundred Schools of Thought. He is credited with writing—in part or in whole—a work known by his name, the Zhuangzi, which is one of the foundational texts of Taoism. Contents 1 Life 2 Writings 3 Influence 4 Biological evolution 5 See also 6 Notes 7 Citations 8 References 9 External links Life See also: Zhuangzi (book) § History The only account of the life of Zhuangzi is a brief sketch in chapter 63 of Sima Qian's Records of the Grand Historian,[4] and most of the information it contains seems to have simply been drawn from anecdotes in the Zhuangzi itself.[5] In Sima's biography, he is described as a minor official from the town of Meng (in modern Anhui) in the state of Song, living in the time of King Hui of Liang and King Xuan of Qi (late 4th century BC).[6] Sima Qian writes: Chuang-Tze had made himself well acquainted with all the literature of his time, but preferred the views of Lao-Tze; and ranked himself among his followers, so that of the more than ten myriads of characters contained in his published writings the greater part are occupied with metaphorical illustrations of Lao's doctrines. He made "The Old Fisherman," "The Robber Chih," and "The Cutting open Satchels," to satirize and expose the disciples of Confucius, and clearly exhibit the sentiments of Lao. Such names and characters as "Wei-lei Hsu" and "Khang-sang Tze" are fictitious, and the pieces where they occur are not to be understood as narratives of real events. But Chuang was an admirable writer and skillful composer, and by his instances and truthful descriptions hit and exposed the Mohists and Literati. The ablest scholars of his day could not escape his satire nor reply to it, while he allowed and enjoyed himself with his sparkling, dashing style; and thus it was that the greatest men, even kings and princes, could not use him for their purposes. King Wei of Chu, having heard of the ability of Chuang Chau, sent messengers with large gifts to bring him to his court, and promising also that he would make him his chief minister. Chuang-Tze, however, only laughed and said to them, "A thousand ounces of silver are a great gain to me; and to be a high noble and minister is a most honorable position. But have you not seen the victim-ox for the border sacrifice? It is carefully fed for several years, and robed with rich embroidery that it may be fit to enter the Grand Temple. When the time comes for it to do so, it would prefer to be a little pig, but it can not get to be so. Go away quickly, and do not soil me with your presence. I had rather amuse and enjoy myself in the midst of a filthy ditch than be subject to the rules and restrictions in the court of a sovereign. I have determined never to take office, but prefer the enjoyment of my own free will."[7] [excessive quote] The validity of his existence has been questioned by Russell Kirkland, who writes: According to modern understandings of Chinese tradition, the text known as the Chuang-tzu was the production of a 'Taoist' thinker of ancient China named Chuang Chou/Zhuang Zhou. In reality, it was nothing of the sort. The Chuang-tzu known to us today was the production of a thinker of the third century CE named Kuo Hsiang. Though Kuo was long called merely a 'commentator,' he was in reality much more: he arranged the texts and compiled the present 33-chapter edition. Regarding the identity of the original person named Chuang Chou/Zhuangzi, there is no reliable historical data at all.[8] [excessive quote] However, Sima Qian's biography of Zhuangzi pre-dates Guo Xiang (Kuo Hsiang) by centuries. Furthermore, the Han Shu "Yiwenzhi" (Monograph on literature) lists a text Zhuangzi, showing that a text with this title existed no later than the early 1st century AD, again pre-dating Guo Xiang by centuries. Writings Main article: Zhuangzi (book) Zhuangzi is traditionally credited as the author of at least part of the work bearing his name, the Zhuangzi. This work, in its current shape consisting of 33 chapters, is traditionally divided into three parts: the first, known as the "Inner Chapters", consists of the first seven chapters; the second, known as the "Outer Chapters", consist of the next 15 chapters; the last, known as the "Mixed Chapters", consist of the remaining 11 chapters. The meaning of these three names is disputed: according to Guo Xiang, the "Inner Chapters" were written by Zhuangzi, the "Outer Chapters" written by his disciples, and the "Mixed Chapters" by other hands; the other interpretation is that the names refer to the origin of the titles of the chapters—the "Inner Chapters" take their titles from phrases inside the chapter, the "Outer Chapters" from the opening words of the chapters, and the "Mixed Chapters" from a mixture of these two sources.[9] Further study of the text does not provide a clear choice between these alternatives. On the one side, as Martin Palmer points out in the introduction to his translation, two of the three chapters Sima Qian cited in his biography of Zhuangzi, come from the "Outer Chapters" and the third from the "Mixed Chapters". "Neither of these are allowed as authentic Chuang Tzu chapters by certain purists, yet they breathe the very spirit of Chuang Tzu just as much as, for example, the famous 'butterfly passage' of chapter 2."[10] On the other hand, chapter 33 has been often considered as intrusive, being a survey of the major movements during the "Hundred Schools of Thought" with an emphasis on the philosophy of Hui Shi. Further, A.C. Graham and other critics have subjected the text to a stylistic analysis and identified four strains of thought in the book: a) the ideas of Zhuangzi or his disciples; b) a "primitivist" strain of thinking similar to Laozi in chapters 8-10 and the first half of chapter 11; c) a strain very strongly represented in chapters 28-31 which is attributed to the philosophy of Yang Chu; and d) a fourth strain which may be related to the philosophical school of Huang-Lao.[11] In this spirit, Martin Palmer wrote that "trying to read Chuang Tzu sequentially is a mistake. The text is a collection, not a developing argument."[12] Zhuangzi was renowned for his brilliant wordplay and use of parables to convey messages. His critiques of Confucian society and historical figures are humorous and at times ironic. Influence Zhuangzi has influenced thinking far beyond East Asia. The German philosopher Martin Buber translated his texts in 1910. In 1930, Martin Heidegger asked for Buber's translation of Zhuangzi after his Bremen speech "On the Essence of Truth".[13] In order to explain his own philosophy, Heidegger read from chapter 17, where Zhuangzi says to the thinker Hui Shih: "Do you see how the fish are coming to the surface and swimming around as they please? That's what fish really enjoy." "You're not a fish," replied Hui Tzu, "so how can you say you know what fish really enjoy?" Zhuangzi said: "You are not me, so how can you know I don't know what fish enjoy." The historian of ideas Dag Herbjørnsrud concludes: "It may therefore be difficult to say where the philosophies of Lao Tzu and Zhuangzi end and where the most influential German thinking of the twentieth century starts [...]"[14] Biological evolution In a passage in his writings, Zhuangzi described the transmutation of species.[15] In The Complete Works Of Chuang Tzu, translated by Burton Watson it is stated that[excessive quote] The seeds of things have mysterious workings. In the water they become Break Vine, on the edges of the water they become Frog's Robe. If they sprout on the slopes they become Hill Slippers. If Hill Slippers get rich soil, they turn into Crow's Feet. The roots of Crow's Feet turn into maggots and their leaves turn into butterflies. Before long the butterflies are transformed and turn into insects that live under the stove; they look like snakes and their name is Ch'u-t'o. After a thousand days, the Ch'u-t'o insects become birds called Dried Leftover Bones. The saliva of the Dried Leftover Bones becomes Ssu-mi bugs and the Ssu-mi bugs become Vinegar Eaters. I-lo bugs are born from the Vinegar Eaters, and Huang-shuang bugs from Chiu-yu bugs. Chiu-yu bugs are born from Mou-jui bugs and Mou-jui bugs are born from Rot Grubs and Rot Grubs are born from Sheep's Groom. Sheep's Groom couples with bamboo that has not sprouted for a long while and produces Green Peace plants. Green Peace plants produce leopards and leopards produce horses and horses produce men. Men in time return again to the mysterious workings. So all creatures come out of the mysterious workings and go back into them again.[16] The 20th century Chinese philosopher and essayist Hu Shih considered Zhuangzi a Chinese forerunner of evolution.[15] See also Dream argument Goblet word Liezi Tao Te Ching Notes Other romanizations include Zhuang Tze, Chuang Tsu, Chuang-tzu (/ˈdʒwɑːŋˈdzʌ/),[3] Chouang-Dsi, Chuang Tse, and Chuangtze. Citations "Zhou". 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Frasi di Chuang Tzu Immagine di Chuang TzuIDENTIKIT E DATI ANAGRAFICI Nome Chuang Cognome Tzu Nato 369 a.C. a Meng Cheng Morto 286 a.C. Sesso maschile Nazionalità cinese Professione filosofo Frasi, citazioni e aforismi di Chuang Tzu 21 IN ITALIANO “Tutte le cose esistenti sono in realtà una sola. Consideriamo preziose quelle che sono belle e rare, e orribili e sgradevoli quelle che sono brutte. Le orribili e sgradevoli possono essere trasformate in cose rare e preziose, e le rare e preziose in cose orribili e sgradevoli. Quindi si dice che un'energia vitale pervade il mondo. Di conseguenza, il saggio apprezza l'unità.” CHUANG TZU CondividiTweet Filtra per argomento saggezza (3)conoscenza (2)felicità (2)libertà (2)natura umana (2)adattamento (1)bellezza (1)calma (1)cercare (1)cielo (1)concentrazione (1)crisi (1)dipendenza (1)educazione (1)energia (1)farfalle (1)furto (1)insegnamento (1)intelligenza (1)interpretazione (1)inutilità (1)istruzione (1)libri (1)mondo (1)musica (1)obiettivi (1)parole (1)pensare (1)personalità (1)politica (1) Mostra altri tag TUTTE LE FRASI DI CHUANG TZU Ordina per ... La trovi in CRIMINALIDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Ruba un chiodo, e sarai impiccato come malfattore; ruba un regno, e diventerai duca.” CHUANG TZU [Tag:furto, politica] La trovi in LIBERTÀ E SCHIAVITÙDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Figlioli, questa notte ho sognato che ero una farfalla: ora io non so se ero allora un uomo che sognava d'essere farfalla, o se io sono ora una farfalla, che sogna di essereuomo. So che l'una o l'altra risposta sono parimenti logiche. Vi prego di meditare molto prima di scandalizzarvi.” CHUANG TZU [Tag:farfalle, libertà, natura umana, sogni] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Se dai a un uomo un pesce, egli si nutrirà una volta. Se gli insegni a pescare, si nutrirà per tutta la vita.” CHUANG TZU [Tag:insegnamento] La trovi in SUPERBIA E UMILTÀDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “La grande intelligenza abbraccia. La piccola discrimina.” CHUANG TZU [Tag:intelligenza, superbia] La trovi in FELICITÀDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “La felicità sta nell'assenza della lotta per la felicità.” CHUANG TZU [Tag:felicità] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Tutte le cose esistenti sono in realtà una sola. Consideriamo preziose quelle che sono belle e rare, e orribili e sgradevoli quelle che sono brutte. Le orribili e sgradevoli possono essere trasformate in cose rare e preziose, e le rare e preziose in coseorribili e sgradevoli. Quindi si dice che un'energia vitale pervade il mondo. Di conseguenza...” (CONTINUA A LEGGERE) CHUANG TZU [Tag:energia, mondo, saggezza] La trovi in FELICITÀDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Il mio parere è che non troverai mai la felicità fino a quando non smetterai di cercarla.” CHUANG TZU [Tag:cercare, felicità] La trovi in VANITÀDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Gli uomini non possono vedere il loro riflesso nell'acqua corrente, ma solo nell'acqua stagnante.” CHUANG TZU [Tag:umanità, vanità] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Può darsi che abbiate udito la musica dell'uomo, ma non la musica della terra. Può darsi che abbiate udito la musica della terra, ma non la musica del cielo.” CHUANG TZU [Tag:cielo, musica, natura umana, terra] La trovi in PSICOLOGIA E PSICOLOGIDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “La persona superiore usa la sua mente come uno specchio: essa accetta tutto, riflette tutto. Riceve, ma non trattiene.” CHUANG TZU [Tag:adattamento, personalità] La trovi in FAMIGLIADI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Le ricompense e le punizioni sono la forma più bassa di educazione.” CHUANG TZU [Tag:educazione, punizioni, ricompensa] La trovi in MEDITAZIONEDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “I santi mettono in crisi la quiete degli uomini.” CHUANG TZU [Tag:calma, crisi, santi] La trovi in RAGIONE E SENTIMENTODI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Gli uomini onorano ciò che giace nella sfera della loro conoscenza, ma non si rendono conto di quanto dipendano da ciò che giace oltre.” CHUANG TZU [Tag:conoscenza, dipendenza, sentimenti] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “La grande saggezza è generosa; la piccola saggezza è litigiosa.” CHUANG TZU [Tag:saggezza] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Ciò che si vede e si può vedere è solo forma e colore, ciò che si ode e si può udire è solo nome e suono. Ma come può l'uomopensare che forma e colore, nome e suono bastino per conoscere l'oggetto! Così: chi conosce non parla, chi parla non conosce.” CHUANG TZU [Tag:conoscenza, pensare, sensi] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Non è bello ciò che è bello, ma solo ciò che è utile.” CHUANG TZU [Tag:bellezza, inutilità] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “La Grande Sapienza tutto abbraccia, la piccola sapienza distingue; le grandiparole compongono i contrari, le piccole parole discutono di futilità.” CHUANG TZU [Tag:parole, sapienza] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Lo scopo del calappio è il coniglio, ottenuto il coniglio, riponi il calappio. Scopo della nassa è il pesce, ottenuto il pesce, riponi la nassa. Scopo delle parole è l’idea, ottenuta l’idea, riponi le parole. Dove posso io trovare qualcuno che abbia dimenticato le parole in modo da potergli parlare?” CHUANG TZU [Tag:obiettivi, risorse] La trovi in MEDITAZIONEDI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Abbandonati a qualsiasi cosa accada e libera la tua mente. Rimani concentrato accettando qualsiasi cosa tu faccia. Questo è il fondamento.” CHUANG TZU [Tag:concentrazione, libertà] La trovi in SCRITTORI E SCRITTURADI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “I libri che hai studiato sono soltanto le impronte cancellate dei passi dei Saggi del passato. Queste impronte sono lasciate da delle scarpe, ma non sono quelle scarpe.” CHUANG TZU [Tag:interpretazione, libri, saggezza] DI PIÙ SU QUESTA FRASE ›› “Se fai progetti per un anno, semina del grano. Se i tuoi progetti si estendono a dieci anni, pianta un albero. Se essi abbracciano cento anni, istruisci il popolo. Seminando grano una volta, ti assicuri un raccolto. Se pianti un albero, tu farai dieci raccolti. Istruendo il popolo, tu raccoglierai cento volte.”























«Il re Wēi (魏) di Chǔ (楚) avendo sentito di lui, inviò dei messaggeri con doni invitandolo a Chǔ affinché ricoprisse l'incarico di Primo ministro. Zhuāngzǐ rise e rispose loro: "... Andatevene non mi corrompete... Preferisco la gioia della mia libera volontà"» (Shǐjì (史記, Documenti storici), LXIII) Zhuāngzǐ (莊子T, 庄子S, ZhuāngzǐP, Chuang-tzuW; in lingua giapponese Sōshi; in lingua coreana 장자, in McCune-Reischauer: Changja, nella R.R.: Jangja; in lingua vietnamita Trang tử; 369 a.C. circa – 286 a.C. circa) è stato un filosofo e mistico cinese. Successivamente considerato tra i fondatori del Daoismo, per metonimia si indica con il suo nome anche il testo filosofico a lui attribuito. I brevi cenni storici a nostra disposizione su Zhuāngzǐ derivano dal sessantatreesimo capitolo dello Shǐjì (史記, Documenti storici) opera dello storico Sīmǎ Qiān (司馬遷, 145-90 a.C.). Il suo nome era Zhuāng Zhōu (莊周), il termine collegato alla prima parte del suo nome, zǐ (子), significa "maestro". Quindi il nome con cui è conosciuto: Zhuāngzǐ, maestro Zhuāng. Secondo Mǎ Xùlún (馬敘倫, 1884-1970)[1] Zhuāngzí nacque nel 369 a.C. e morì nel 286 a.C., ma Guān Fēng (関锋) [2] sostiene che: «Date così precise non si possono provare. Permettono comunque di ritenere che Zhuāngzí sia vissuto approssimativamente in quel periodo.» Così lo Shǐjì: «Maestro Zhuāng (莊子) era originario della città (城, chéng) di Méng (蒙) nello stato (國 guó) di Sòng (宋). Il suo nome personale era Zhōu (周). Nella sua città natale era stato funzionario (吏, lì) di una manifattura di lacca (漆园, qīyuán). Il re Huì di Liáng (梁惠)[3] e il re Xuān di Qí (魏惠) [4] erano suoi contemporanei [...]» (Sīmǎ Qiān (司馬遷). Shǐjì (史記, Documenti storici), LXIII) Zhuāngzǐ visse dunque durante il "Periodo dei regni combattenti", corrispondente alle "Cento scuole di pensiero" cinesi, e fu originario della città di Méng (蒙, forse si riferisce all'attuale Shāngqiū, 商邱, nello Henan) allora situata nello Stato di Sòng (宋國), si trasferì quindi a Qīyuán (漆園) dove ricoprì una carica statale, oppure fu un funzionario di una manifattura della lacca sempre della città di Méng [5]. Sīmǎ Qiān nella sua opera aggiunse che Zhuāngzǐ fu un maestro dalle vastissime conoscenza e un dotto letterato con doti non comuni, critico della scuola confuciana e di quella fondata da Mòzǐ (墨子, 470-390 a.C.) non fu apprezzato dai suoi contemporanei, si negò qualsiasi carriera mondana e visse nell'oscurità seguendo solo la sua mente-cuore. Opera Il carattere cinese dào con il suo ordine di scrittura. Il carattere 道 significa "via", ma anche "percorso". A partire dalla Dinastia Zhou orientale (770-256 a.C.) ha iniziato a significare la "via corretta" o la "via naturale". Ma anche "mostrare la via" quindi "insegnare", "metodo da seguire" e infine "dottrina". Nei Lúnyǔ (論語) di Confucio si dice che uno Stato "ha il 道 se è ben governato" o anche che il "re dedica sé stesso al 道". Da notare che il carattere 道 si compone di 首 ( qiú "testa" quindi "principale") + una variante del carattere 止 ( zhǐ nel significato arcaico di "piede") combinata con 行 ( xíng, "percorrere"): quindi "incedere sul percorso principale". Il testo daoista Zhuāngzǐ (莊子) prende il nome dal suo autore. Dal 742 d.C., quando l'imperatore daoista Xuánzōng (玄宗, conosciuto anche come Lǐ Lóngjī, 李隆基, regno: 712-56, appartenente alla Dinastia Tang) attribuì titoli onorifici ai maggiori testi daoisti, è conosciuto anche come Nán huā zhēn jīng (南華真經, Il Vero Classico della Fioritura Culturale del Sud) con allusione alla tradizione secondo cui Zhuāngzǐ fosse originario del Sud della Cina. L'opera è composta da trentatré capitoli: i primi sette capitoli sono detti 內篇 (nèipiān, "capitoli interni"), i successivi quindici capitoli sono detti 外篇 (wàipiān, "capitoli esterni") mentre gli undici ultimi capitoli sono denominati come 杂篇 (zápiān, "capitoli misti"). La provenienza di questi capitoli non sembra essere unica e la loro allocazione in un unico testo è generalmente attribuita a una delle guide del movimento neodaoista[6] Guō Xiàng (郭象, ?-312 d.C.). L'analisi critica del testo ritiene generalmente [7] che i primi testi siano più 'brillanti' ed esaurienti le dottrine riportate nell'opera, risultando inoltre i più antichi anche se, in quest'ultimo caso, non vi sono prove al riguardo. I restanti capitoli, anche se contengono dei brani altrettanto brillanti, risultano più 'verbosi' e, a volte, sembrano piuttosto essere dei 'commentari' dei capitoli nèipiān. Altri ancora, come il trentatreesimo, sono certamente opera di uno o più autori non antecedenti al periodo in cui visse Guō Xiàng. Insegnamenti Per trasmettere i suoi concetti, Zhuāngzǐ, utilizzava spesso degli aneddoti simili a storielle, affinché il messaggio fosse recepito meglio dall'ascoltatore. Zhuāngzǐ pensava infatti che se avesse parlato direttamente delle sue intenzioni, gli studenti non le avrebbero mai accettate perché generalmente nessuno vuole sentirsi dare dei consigli su come vivere la propria vita. In generale, la filosofia di Zhuangzi è basata sul concetto della limitatezza della vita in confronto all'infinitezza della conoscenza. Usare il limitato per raggiungere l'illimitato, egli affermava, era impossibile. Il nostro linguaggio, cognizione, percezione, sono una prospettiva personale delle cose, per questo bisogna esitare prima di definire qualche conclusione come universalmente vera e valida. Il pensiero di Zhuangzi può essere considerato anche precursore del prospettivismo. Il suo pluralismo lo ha portato anche a dubitare delle basi degli argomenti pragmatici sino a mettere in discussione i presupposti che la vita sia positiva e la morte negativa. Un altro esempio è quello dell'inesistenza di uno standard universale di bellezza. «Mao Qiang e Li Ji - due belle cortigiane - sono ciò che la gente considera bello, ma se le vedessero dei pesci nuoterebbero in profondità, se le vedessero degli uccelli volerebbero via, se le vedessero dei cervi, galopperebbero lontano. Tra questi quattro gruppi, chi è che conosce l'ideale universale di bellezza?» La filosofia di Zhuangzi fu molto influente nel Buddhismo cinese, specialmente Chán, che assimilò in particolare i suoi precetti sulla limitatezza del linguaggio umano e sull'importanza della spontaneità. Quello che piace ai pesci Questo ideale del soggettivismo e della relatività è trattato anche nell'episodio chiamato Quello che piace ai pesci (魚之樂, yúzhīlè): «Zhuangzi e Huizi stavano passeggiando nei pressi della cascata di Hao quando Zhuangzi disse: "Osserva come i pesci saltellano sull'acqua e poi si rituffano. Questo è ciò che ai pesci piace realmente!" Huizi disse, "Tu non sei un pesce — come puoi sapere quello che piace ai pesci?" Zhuangzi replicò, "Tu non sei me, quindi, come puoi sapere che io non so cosa piace ai pesci?" Huizi, "Non sono te, e per questo non so di certo cosa tu sai. D'altro canto, tu di certo non sei un pesce — quindi, questo prova che tu non sai cosa piace ai pesci!" Zhuangzi disse, "Torniamo alla domanda originale, per favore. Tu mi hai chiesto come so cosa piace ai pesci — quindi, tu già sapevi che lo sapevo quando mi hai posto quella domanda. Io lo sapevo semplicemente stando qui vicino all'Hao".» Sull'equivalenza di tutte le cose Alcuni degli insegnamenti più celebri del Daoismo contenuti nello Zhuangzi si trovano in questo capitolo. All'origine dei mali dell'uomo risiederebbe il fatto che ciascuno scelga una posizione e rifiuti di vedere il contrario, essendo invece la realtà solo un'alternanza di contrari. Superare ogni personalismo ed utilizzare l'empatia per mettersi nei panni degli altri sarebbe dunque la sola salvezza dell'uomo illuminato.[8] «Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione tra il vero e il falso? Come ha potuto la parola offuscarsi al punto che vi debba essere distinzione tra l'affermazione e la negazione? Dove, dunque, il Tao non è? E quando, dunque, la parola non è plausibile? Il Tao è offuscato dalla parzialità. La parola è offuscata dall'eloquenza. (...) Si sostiene la teoria della vita, ma in realtà la vita è anche la morte e la morte è anche la vita. Il possibile è anche impossibile, e l'impossibile è anche possibile. (...) C'è davvero una distinzione tra l'altro e se stesso, o non c'è affatto? Che l'altro e se stesso cessino di opporsi, questo è il perno del Tao[9]» Il sogno di Zhuangzi Un altro racconto molto significativo si trova nel capitolo Sull'Organizzazione delle Cose. Questa sezione, comunemente chiamata Zhuangzi sognò di essere una farfalla (莊周夢蝶 Zhuang Zhou meng die), racconta che una notte, Zhuangzi sognò di essere una farfalla che volava leggera e spensierata. Dopo essersi svegliato era confuso, si domandò come potesse determinare se era veramente Zhuangzi quando aveva appena finito di sognare di essere una farfalla o una farfalla che aveva appena iniziato a sognare di essere Zhuangzi. Ciò suggerisce molte domande sulla filosofia della mente, del linguaggio e sulla gnoseologia. Zhuangzi, mentre sognava, per la proprietà della condensazione, si vedeva farfalla, ma allo stesso tempo era anche essere umano. L'episodio ci fa pensare che esiste una dimensione dove gli opposti sembrano non esserci, dove i contorni non sono nitidi e un'altra dove bisogna dare i nomi alle cose affinché non ci si senta perduti. Il primo piano è quello del sogno e il secondo è quello della veglia. Il fatto che esista un piano di non distinzione, riesce a risolvere problemi come quello della paura della morte. La morte della moglie di Zhuangzi Un amico vuole andare a visitare Zhuangzi e porgergli il cordoglio per la morte di sua moglie. Quando arriva dentro la casa di Zhuangzi, lo trova sul pavimento intento a suonare un tamburo e cantare. L'amico, fervente confuciano, rimane scandalizzato perché non rispetta il rito del lutto e chiede a Zhuangzi perché si stia comportando così. Risponde che anche lui aveva avuto un periodo di lutto in cui era stato distrutto dal pianto, ma poi aveva compreso una cosa: c'era stato un periodo in cui la moglie non era nata ed era sotto forma di Qi (soffio vitale in circolo nell'universo), poi ha preso forma, ha vissuto la sua vita come moglie di Zhuangzi, è morta ed è ridiventata qi. Zhuangzi quindi ha smesso di piangere, ha capito che non è una perdita definitiva, non perché abbia fatto un ragionamento logico o razionale, ma perché non ha sublimato le sue emozioni, è arrivato al culmine dell'angoscia ed esso ha generato il suo contrario: la calma, l'accettazione. L'intagliatore Qing Un sovrano aveva commissionato all'intagliatore Qing un piano in legno per campane entro quindici giorni. I primi giorni Qing sembra essersi dimenticato del tutto del compito, si dedica ad altre cose, digiuna, non si preoccupa del tempo che passa. Durante una passeggiata però ecco l'illuminazione: alla vista di un albero particolare Qing esclama di aver trovato il legno esatto e, tornato nel suo studio, conclude il suo compito in poco tempo. Il sovrano rimane esterrefatto dalla bellezza del supporto. Questa storia esemplifica due concetti: wang (oblio) e shen (spirito). Qing è riuscito nel suo lavoro perché la sua mente ha dimenticato il lavoro stesso. L'oblio permette di imparare, perché se uno pensa troppo alle regole o al risultato finale, non riesce nel suo intento. Le regole comunque non si dimenticano, sono in un "serbatoio" a cui possiamo sempre attingere, uno spirito che si risveglia nel momento propizio. Esso è lo shen che è un inconscio collettivo che memorizza tutto anche se non ce ne accorgiamo. Un esempio pratico è quello del musicista: quando improvvisa non pensa a che scala sta suonando, a come si fa un certo accordo, ma esegue e basta attingendo dal bagaglio di conoscenze che aveva formato all'inizio della sua carriera. Traduzioni Lo Zhuangzi è considerato portatore di una raffinata poetica, e in esso viene fatto sfoggio del linguaggio cinese in molte delle sue sfaccettature e in differenti modi. Questo ne fa un'opera estremamente difficile da tradurre. Vi sono molte traduzioni in inglese di tutti i trentatré capitoli dell'opera, e alcune traduzioni parziali dei soli primi sette capitoli (considerati di grande importanza dai sinologi per il loro contenuto filosofico e speculativo, e perché parrebbero costituire il nucleo originale dell'opera[10]): tra di esse quelle che hanno avuto maggiore risonanza in ambito accademico e divulgativo[senza fonte] sono state quella pionieristica di James Legge, quella dallo stile altamente poetico di Burton Watson, e la traduzione filologicamente autorevole a opera di A.C. Graham. Traduzioni italiane Vi sono poche traduzioni dirette del Zhuangzi dal cinese all'italiano, a fianco di molti lavori basati sull'opera di traduttori stranieri. Traduzioni dirette (dal cinese all'italiano): Chuang-Tzu a cura di Fausto Tomassini. Introduzione di Lionello Lanciotti, Milano, TEA, 1989. Zhuangzi traduzione e cura di Leonardo Vittorio Arena, Milano, Rizzoli, 2009. Chuang-tzu : (Zhuang-zi) traduzione e cura di Augusto Shantena Sabbadini, Milano, Urra, 2012. ISBN 978-88-503-3172-7. Traduzioni indirette (traduzioni italiane che si basano non sull'originale cinese ma su traduzioni in altre lingue): Zhuang-zi : (Chuang-tzu) traduzione di Carlo Laurenti e Christine Leverd, a cura di Liou Kia-hway, Milano, Adelphi, 1982. ISBN 88-459-0950-6. Edizioni in inglese Balfour, Frederic Henry. (1881). The Divin Classic of Nan-Hua; Being the Works of Chuang Tsze, Taoist Philosopher. Bruya, Brian. (1992). Zhuangzi Speaks: The Music of Nature. Princeton: Princeton University Press. ISBN 0-691-00882-5. Feng, Gia-Fu, Jane. (1974). Chuang Tsu: Inner Chapters. New York: Vintage Books. ISBN 0-394-71990-5. Fung, Yu-lan. (1933). Chuang-tzǔ: a new selected translation with an exposition of the philosophy of Kuo Hsiang. ISBN 7-119-00104-3. Giles, Herbert Allen. (1926). Chuang Tzǔ: Mystic, Moralist, and Social Reformer. ISBN 0-404-56915-3. Graham, A. C.. (1981). 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Voci correlate Laozi Liezi Tao Te Ching Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Zhuāngzǐ Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Zhuāngzǐ Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Zhuāngzǐ Collegamenti esterni (EN) Chad Hansen, Zhuangzi, in Edward N. Zalta (a cura di), Stanford Encyclopedia of Philosophy. (EN) Steve Coutinho, Zhuangzi (Chuang-Tzu, 369—298 B.C.E.), in Internet Encyclopedia of Philosophy. (EN) I Chuang-tzu o Zhuang-zi - Libreria virtuale (EN) Chuang Tzu - Super Wisdom (EN) Chuang Tzu (Zhuangzi): Un'analisi filosofica - Chad Hansen (EN) Opera completa di Chuang Tzu - Traduzione di Burton Watson (EN) Le scritture di Chuang Tzu - Traduzione di James Legge (EN) Il Chuang-tzu - Traduzione di Lin Yutang (EN) Selezioni dal Zhuangzi Tradotto da Patricia Ebrey (ZH) Chuang Tzu - Testo completo in cinese




Taoism (/ˈtaʊɪzəm/, /ˈdaʊɪzəm/) or Daoism (/ˈdaʊɪzəm/) refers to either a school of philosophical thought (道家; daojia) or to a religion (道教; daojiao); both share ideas and concepts of Chinese origin and emphasize living in harmony with the Tao (Chinese: 道; pinyin: Dào; lit. 'Way', 'Thoroughfare' or Dao). The Tao Te Ching, a book containing teachings attributed to Lao Tzu (老子), together with the later writings of Zhuangzi, are both widely considered the keystone works of Taoism. In Taoism, the Tao is the source of everything and the ultimate principle underlying reality.[2][3] Taoism teaches about the various disciplines for achieving perfection through self-cultivation. This can be done through the use of Taoist techniques and by becoming one with the unplanned rhythms of the all, called "the way" or "Tao".[2][4] Taoist ethics vary depending on the particular school, but in general tend to emphasize wu wei (action without intention), naturalness, simplicity, spontaneity and the Three Treasures: 慈, compassion, 儉, frugality and 不敢爲天下先, humility. The roots of Taoism go back at least to the 4th century BCE. Early Taoism drew its cosmological notions from the School of Yinyang (Naturalists) and was deeply influenced by one of the oldest texts of Chinese culture, the I Ching, which expounds a philosophical system about how to keep human behavior in accordance with the alternating cycles of nature. The Legalist Shen Buhai (c. 400 – c. 337 BCE) may also have been a major influence, expounding a realpolitik of wu wei, or qualified inaction.[5] Taoism has had a profound influence on Chinese culture in the course of the centuries and Taoists (道士; dàoshi, "masters of the Tao"), a title traditionally attributed only to the clergy and not to their lay followers, usually take care to note the distinction between their ritual tradition and the practices of Chinese folk religion and non-Taoist vernacular ritual orders, which are often mistakenly identified as pertaining to Taoism. Chinese alchemy (especially neidan), Chinese astrology, Chan (Zen) Buddhism, several martial arts including kung fu, traditional Chinese medicine, feng shui and many styles of qigong have been intertwined with Taoism throughout history. Today, the Taoist religion is one of the five religious doctrines officially recognized by the People's Republic of China (PRC), including in its special administrative regions (SARs) of Hong Kong and Macau.[6] It is also a major religion in Taiwan[7] and has a significant number of adherents in a number of other societies throughout East and Southeast Asia, particularly in Malaysia, Singapore and Vietnam. Contents 1 Definition 1.1 Spelling and pronunciation 1.2 Categorization 1.3 The terms "Taoist" and "Taoism" as a liturgical framework 2 History 3 Doctrines 3.1 Ethics 3.1.1 Tao and Te 3.1.2 Wu-wei 3.1.3 Ziran 3.1.4 Three Treasures 3.2 Cosmology 3.3 Theology 4 Texts 4.1 Tao Te Ching 4.2 Zhuangzi 4.3 I Ching 4.4 The Taoist Canon 4.5 Other texts 5 Symbols and images 6 Practices 6.1 Rituals 6.2 Physical cultivation 7 Society 7.1 Adherents 7.2 Art and poetry 7.3 Political aspects 7.4 Relations with other religions and philosophies 8 See also 9 References 9.1 Citations 9.2 General sources 10 Further reading 11 External links Definition Birth places of notable Chinese philosophers from Hundred Schools of Thought in Zhou Dynasty. Philosophers of Taoism are marked by triangles in dark green. Spelling and pronunciation Main article: Daoism–Taoism romanization issue Since the introduction of the Pinyin system for romanizing Mandarin Chinese, there have been those who have felt that "Taoism" would be more appropriately spelled as "Daoism". The Mandarin Chinese pronunciation for the word 道 (way, path) is spelled as tao4 in the older Wade–Giles romanization system (from which the spelling 'Taoism' is derived), while it is spelled as dào in the newer Pinyin romanization system (from which the spelling "Daoism" is derived). Both the Wade–Giles tao4 and the Pinyin dào are intended to be pronounced identically in Mandarin Chinese (like the unaspirated 't' in 'stop'), but despite this fact, "Taoism" and "Daoism" can be pronounced differently in English vernacular.[8] Categorization The word Taoism is used to translate different Chinese terms which refer to two semantically distinct fields:[9] Taoist religion (道敎; Dàojiào; lit. "teachings of the Tao"), or the "liturgical" aspect[10] – A family of organized religious movements sharing concepts or terminology from "Taoist philosophy";[11] the first of these is recognized as the Celestial Masters school. Taoist philosophy (道家; Dàojiā; lit. "school or family of the Tao") or "Taology" (道學; dàoxué; lit. "learning of the Tao"), or the mystical aspect[10] – The philosophical doctrines based on the texts of the Yi Jing, the Tao Te Ching (道德經; dàodéjīng) and the Zhuangzi (莊子; zhuāngzi). The earliest recorded uses of the term Tao to refer to a philosophy or a school of thought are found in the works of classical historians during Han Dynasty.[12][13] These works include The Commentary of Zhuo (左传; zuǒ zhuàn) by Zuo QiuMing (左丘明) and in the Records of the Grand Historian (史記; Shǐjì) by Sima Tan. This usage of the term to narrowly denote a school of thought precedes the emergence of the Celestial Masters and associated later religions. It is unlikely that Zhuangzi was familiar with the text of the Tao Te Ching,[14][15] and Zhuangzi himself may have died before the term was in use.[15] In ancient China, the use of the term Taoist to narrowly describe a school of thought, rather than a set of religious teachings, has been recorded as early as 100 BCE [16][17] and such usage precedes the emergence of the earliest Taoist religious sects such as the Celestial Masters by at least 300 years. The distinction between Taoist philosophy (道家) and religion (道教) has been maintained by modern pioneers of Chinese philosophy Feng Youlan (馮友蘭; 1895-1990) and Wing-tsit Chan (陳榮捷; 1901–1994). The distinction as advocated by outstanding philosophers such as Feng and Chan, however, is rejected by the majority of Western and Japanese scholars.[18] It is contested by hermeneutic (interpretive) difficulties in the categorization of the different Taoist schools, sects and movements.[19] Taoism does not fall under an umbrella or a definition of a single organized religion like the Abrahamic traditions; nor can it be studied as a mere variant of Chinese folk religion, as although the two share some similar concepts, much of Chinese folk religion is separate from the tenets and core teachings of Taoism.[20] The sinologists Isabelle Robinet and Livia Kohn agree that "Taoism has never been a unified religion, and has constantly consisted of a combination of teachings based on a variety of original revelations."[21] The philosopher Chung-ying Cheng views Taoism as a religion that has been embedded into Chinese history and tradition. "Whether Confucianism, Taoism, or later Chinese Buddhism, they all fall into this pattern of thinking and organizing and in this sense remain religious, even though individually and intellectually they also assume forms of philosophy and practical wisdom."[22] Chung-ying Cheng also noted that the Taoist view of heaven flows mainly from "observation and meditation, [though] the teaching of the way (Tao) can also include the way of heaven independently of human nature".[22] In Chinese history, the three religions of Buddhism, Taoism and Confucianism stand on their own independent views, and yet are "involved in a process of attempting to find harmonization and convergence among themselves, so that we can speak of a 'unity of three religious teachings' (三敎合一; Sānjiào Héyī).[22] The terms "Taoist" and "Taoism" as a liturgical framework Traditionally, the Chinese language does not have terms defining lay people adhering to the doctrines or the practices of Taoism, who fall instead within the field of folk religion. Taoist, in Western sinology, is traditionally used to translate daoshi (道士, "master of the Tao"), thus strictly defining the priests of Taoism, ordained clergymen of a Taoist institution who "represent Taoist culture on a professional basis", are experts of Taoist liturgy, and therefore can employ this knowledge and ritual skills for the benefit of a community.[23] This role of Taoist priests reflects the definition of Taoism as a "liturgical framework for the development of local cults", in other words a scheme or structure for Chinese religion, proposed first by the scholar and Taoist initiate Kristofer Schipper in The Taoist Body (1986).[24] Daoshi are comparable to the non-Taoist fashi (法師, "ritual masters") of vernacular traditions (the so-called "Faism") within Chinese religion.[24] The term dàojiàotú (道敎徒; 'follower of Taoism'), with the meaning of "Taoist" as "lay member or believer of Taoism", is a modern invention that goes back to the introduction of the Western category of "organized religion" in China in the 20th century, but it has no significance for most of Chinese society in which Taoism continues to be an "order" of the larger body of Chinese religion. History Main article: History of Taoism Lao Tzu Riding an Ox (1368–1644) by Zhang Lu Lao Tzu is traditionally regarded as one of the founders of Taoism and is closely associated in this context with original or primordial Taoism.[25] Whether he actually existed is disputed;[26][27] however, the work attributed to him—the Tao Te Ching—is dated to the late 4th century BCE.[28] Taoism draws its cosmological foundations from the School of Naturalists (in the form of its main elements—yin and yang and the Five Phases), which developed during the Warring States period (4th to 3rd centuries BCE).[29] Robinet identifies four components in the emergence of Taoism: Philosophical Taoism, i.e. the Tao Te Ching and Zhuangzi techniques for achieving ecstasy practices for achieving longevity or immortality exorcism[26] Some elements of Taoism may be traced to prehistoric folk religions in China that later coalesced into a Taoist tradition.[30] In particular, many Taoist practices drew from the Warring-States-era phenomena of the wu (connected to the shamanic culture of northern China) and the fangshi (which probably derived from the "archivist-soothsayers of antiquity, one of whom supposedly was Lao Tzu himself"), even though later Taoists insisted that this was not the case.[31] Both terms were used to designate individuals dedicated to "... magic, medicine, divination,... methods of longevity and to ecstatic wanderings" as well as exorcism; in the case of the wu, shamans or sorcerers is often used as a translation.[31] The fangshi were philosophically close to the School of Naturalists, and relied much on astrological and calendrical speculations in their divinatory activities.[32] Wudangshan, one of the Taoist sacred places. A part of a Taoist manuscript, ink on silk, 2nd century BCE, Han Dynasty, unearthed from Mawangdui tomb 3rd. The first organized form of religious Taoism, the Way of the Celestial Masters's school (later known as Zhengyi school), developed from the Five Pecks of Rice movement at the end of the 2nd century CE; the latter had been founded by Zhang Taoling, who said that Lao Tzu appeared to him in the year 142.[33] The Way of the Celestial Masters school was officially recognized by ruler Cao Cao in 215, legitimizing Cao Cao's rise to power in return.[34] Lao Tzu received imperial recognition as a divinity in the mid-2nd century BCE.[35] By the Han dynasty (206 BCE–220 CE), the various sources of Taoism had coalesced into a coherent tradition of religious organizations and orders of ritualists in the state of Shu (modern Sichuan). In earlier ancient China, Taoists were thought of as hermits or recluses who did not participate in political life. Zhuangzi was the best known of these, and it is significant that he lived in the south, where he was part of local Chinese shamanic traditions.[36] Female shamans played an important role in this tradition, which was particularly strong in the southern state of Chu. Early Taoist movements developed their own institution in contrast to shamanism but absorbed basic shamanic elements. Shamans revealed basic texts of Taoism from early times down to at least the 20th century.[37] Institutional orders of Taoism evolved in various strains that in more recent times are conventionally grouped into two main branches: Quanzhen Taoism and Zhengyi Taoism.[38] After Lao Tzu and Zhuangzi, the literature of Taoism grew steadily and was compiled in form of a canon—the Tao Tsang—which was published at the behest of the emperor. Throughout Chinese history, Taoism was nominated several times as a state religion. After the 17th century, it fell from favor. Taoism, in form of the Shangqing school, gained official status in China again during the Tang dynasty (618–907), whose emperors claimed Lao Tzu as their relative.[39] The Shangqing movement had developed much earlier, in the 4th century, on the basis of a series of revelations by gods and spirits to a certain Yang Xi in the years between 364 and 370.[40] Between 397 and 402, Ge Chaofu compiled a series of scriptures which later served as the foundation of the Lingbao school,[41] which unfolded its greatest influence during the Song dynasty (960–1279).[42] Several Song emperors, most notably Huizong, were active in promoting Taoism, collecting Taoist texts and publishing editions of the Taotsang.[43] Qiu Chuji (1503) by Guo Xu In the 12th century, the Quanzhen School was founded in Shandong. It flourished during the 13th and 14th centuries and during the Yuan dynasty became the largest and most important Taoist school in Northern China. The school's most revered master, Qiu Chuji, met with Genghis Khan in 1222 and was successful in influencing the Khan towards exerting more restraint during his brutal conquests. By the Khan's decree, the school also was exempt from taxation.[44] Aspects of Confucianism, Taoism, and Buddhism were consciously synthesized in the Neo-Confucian school, which eventually became Imperial orthodoxy for state bureaucratic purposes under the Ming (1368–1644).[45] During the Qing dynasty (1644–1912), however, due to discouragements of the government, many people favored Confucian and Buddhist classics over Taoist works. During the 18th century, the imperial library was constituted, but excluded virtually all Taoist books.[46] By the beginning of the 20th century, Taoism went through many catastrophic events. (As a result, only one complete copy of the Tao Tsang still remained, at the White Cloud Monastery in Beijing).[47] Today, Taoism is one of five official recognized religions in the People's Republic of China. The government regulates its activities through the Chinese Taoist Association.[48] However, Taoism is practiced without government involvement in Taiwan, where it claims millions of adherents. World Heritage Sites Mount Qingcheng and Mount Longhu are thought to be among the birthplaces of Taoism. Doctrines Main articles: Taoist philosophy and Five precepts (Taoism) Ethics Taoism tends to emphasize various themes of the Tao Te Ching and Zhuangzi, such as naturalness, spontaneity, simplicity, detachment from desires, and most important of all, wu wei.[49] The concepts of those keystone texts cannot be equated with Taoism as a whole.[50] Tao and Te Main articles: Tao and De (Chinese) Xianguting Temple, a Taoguan in Weihai, Shandong, China Tao (道; dào) literally means "way", but can also be interpreted as road, channel, path, doctrine, or line.[51] In Taoism, it is "the One, which is natural, spontaneous, eternal, nameless, and indescribable. It is at once the beginning of all things and the way in which all things pursue their course."[52] It has variously been denoted as the "flow of the universe",[53] a "conceptually necessary ontological ground",[54] or a demonstration of nature.[55] The Tao also is something that individuals can find immanent in themselves.[56] The active expression of Tao is called Te (德; dé; also spelled—and pronounced—Teh, or even De; often translated with Virtue or Power),[57] in a sense that Te results from an individual living and cultivating the Tao.[58] Wu-wei Main article: Wu wei The polysemous term wu-wei or wuwei (無爲; wúwéi) constitutes the leading ethical concept in Taoism.[59] Wei refers to any intentional or deliberated action, while wu carries the meaning of "there is no ..." or "lacking, without". Common translations are nonaction, effortless action, or action without intent.[59] The meaning is sometimes emphasized by using the paradoxical expression "wei wu wei": action without action.[60] In ancient Taoist texts, wu-wei is associated with water through its yielding nature.[61] Taoist philosophy, in accordance with the I Ching, proposes that the universe works harmoniously according to its own ways. When someone exerts their will against the world in a manner that is out of rhythm with the cycles of change, they may disrupt that harmony and unintended consequences may more likely result rather than the willed outcome. Taoism does not identify one's will as the root problem. Rather, it asserts that one must place their will in harmony with the natural universe.[62] Thus, a potentially harmful interference may be avoided, and in this way, goals can be achieved effortlessly.[63][64] "By wu-wei, the sage seeks to come into harmony with the great Tao, which itself accomplishes by nonaction."[59] Ziran Main article: Ziran Ziran (自然; zìrán; tzu-jan; lit. "self-so", "self-organization"[65]) is regarded as a central value in Taoism.[66] It describes the "primordial state" of all things[67] as well as a basic character of the Tao,[68] and is usually associated with spontaneity and creativity.[69] To attain naturalness, one has to identify with the Tao;[68] this involves freeing oneself from selfishness and desire, and appreciating simplicity.[66] An often cited metaphor for naturalness is pu (樸; pǔ, pú; p'u; lit. "uncut wood"), the "uncarved block", which represents the "original nature... prior to the imprint of culture" of an individual.[70] It is usually referred to as a state one returns to.[71] Three Treasures Main article: Three Treasures (Taoism) See also: Three Treasures (traditional Chinese medicine) The Taoist Three Treasures or Three Jewels (三寶; sānbǎo) comprise the basic virtues of ci (慈; cí, usually translated as compassion), jian (儉; jiǎn, usually translated as moderation), and bugan wei tianxia xian (不敢爲天下先; bùgǎn wéi tiānxià xiān, literally "not daring to act as first under the heavens", but usually translated as humility). As the practical, political side of Taoist philosophy, Arthur Waley translated them as "abstention from aggressive war and capital punishment", "absolute simplicity of living", and "refusal to assert active authority".[72] The Three Treasures can also refer to jing, qi and shen (精氣神; jīng-qì-shén; jing is usually translated as essence, qi as life force, and shen as spirit). These terms are elements of the traditional Chinese concept of the human body, which shares its cosmological foundation—Yinyangism or the Naturalists—with Taoism. Within this framework, they play an important role in neidan ("Taoist Inner Alchemy").[73] Cosmology Further information: School of Naturalists, Qi, and Taoism and death Taoist cosmology is cyclic—the universe is seen as being in a constant process of re-creating itself.[74] Evolution and 'extremes meet' are main characters.[65] Taoist cosmology shares similar views with the School of Naturalists (Yinyang)[29] which was headed by Zou Yan (305–240 BCE). The school's tenets harmonized the concepts of the Wu Xing (Five Elements) and yin and yang. In this spirit, the universe is seen as being in a constant process of re-creating itself, as everything that exists is a mere aspect of qi, which "condensed, becomes life; diluted, it is indefinite potential".[74] Qi is in a perpetual transformation between its condensed and diluted state.[75] These two different states of qi, on the other hand, are embodiments of the abstract entities of yin and yang,[75] two complementary extremes that constantly play against and with each other and one cannot exist without the other.[76] Human beings are seen as a microcosm of the universe,[20] and for example comprise the Wu Xing in form of the zang-fu organs.[77] As a consequence, it is believed that a deeper understanding of the universe can be achieved by understanding oneself.[78] Theology Main article: Taoist theology See also: Xian (Taoism) and Li Hong (Taoist eschatology) Taoist theology can be defined as apophatic, given its philosophical emphasis on the formlessness and unknowable nature of the Tao, and the primacy of the "Way" rather than anthropomorphic concepts of God. This is one of the core beliefs that nearly all the sects share.[34] Taoist orders usually present the Three Pure Ones at the top of the pantheon of deities, visualizing the hierarchy emanating from the Tao. Lao Tzu is considered the incarnation of one of the Three Purities and worshiped as the ancestor of the philosophical doctrine.[25][79] Different branches of Taoism often have differing pantheons of lesser deities, where these deities reflect different notions of cosmology.[80] Lesser deities also may be promoted or demoted for their activity.[81] Some varieties of popular Chinese religion incorporate the Jade Emperor, derived from the main of the Three Purities, as a representation of the most high God. Persons from the history of Taoism, and people who are considered to have become immortals (xian), are venerated as well by both clergy and laypeople. Despite these hierarchies of deities, traditional conceptions of Tao should not be confused with the Western theism. Being one with the Tao does not necessarily indicate a union with an eternal spirit in, for example, the Hindu sense.[55][62] Texts Tao Te Ching Main article: Tao Te Ching 1770 Wang Bi edition of the Tao Te Ching The Tao Te Ching or Daodejing is widely considered the most influential Taoist text.[82] According to legend, it was written by Lao Tzu,[83] and often the book is simply referred to as the Lao Tzu. Authorship, precise date of origin, and even unity of the text are still subject of debate,[84] and will probably never be known with certainty.[85] The earliest texts of the Tao Te Ching that have been excavated (written on bamboo tablets) date back to the late 4th century BCE.[86] Throughout the history of religious Taoism, the Tao Te Ching has been used as a ritual text.[87] The famous opening lines of the Tao Te Ching are: 道可道非常道 (pinyin: dào kĕ dào fēi cháng dào) The Tao that can be told is not the eternal Tao 名可名非常名 (pinyin: míng kĕ míng fēi cháng míng) The name that can be named is not the eternal name.[88] There is significant, at times acrimonious, debate regarding which English translation of the Tao Te Ching is preferable, and which particular translation methodology is best.[89] The Tao Te Ching is not thematically ordered. The main themes of the text are repeatedly expressed using variant formulations, often with only a slight difference.[90] The leading themes revolve around the nature of Tao and how to attain it. Tao is said to be ineffable and accomplishes great things through small means.[91] Ancient commentaries on the Tao Te Ching are important texts in their own right. Perhaps the oldest one, the Heshang Gong commentary, was most likely written in the 2nd century CE.[92] Other important commentaries include the one from Wang Bi and the Xiang'er.[93] Zhuangzi Main article: Zhuangzi (book) The Zhuangzi or Chuang Tzu (莊子), named after its traditional author Zhuangzi, is a composite of writings from various sources, and is generally considered the most important of all Taoist writings.[94] The commentator Guo Xiang (c. CE 300) helped establish the text as an important source for Taoist thought. The traditional view is that Zhuangzi himself wrote the first seven chapters (the "inner chapters") and his students and related thinkers were responsible for the other parts (the outer and miscellaneous chapters). The work uses anecdotes, parables and dialogues to express one of its main themes, that is aligning oneself to the laws of the natural world and "the way" of the elements.[95][96] I Ching Main article: I Ching The eight trigrams of the I Ching, known as bagua The I Ching or Yijing was originally a divination system that had its origins around 1150 BCE.[97] Although it predates the first mentions of Tao as an organized system of philosophy and religious practice, this text later became of philosophical importance to Taoism and Confucianism. The I Ching itself, shorn of its commentaries, consists of 64 combinations of 8 trigrams (called "hexagrams"), traditionally chosen by throwing coins or yarrow sticks, to give the diviner some idea of the situation at hand and, through reading of the "changing lines", some idea of what is developing.[98] The 64 original notations of the hexagrams in the I Ching can also be read as a meditation on how change occurs, so it assists Taoists with managing yin and yang cycles as Laozi advocated in the Tao Te Ching (the oldest known version of this text was dated to 400 BCE). More recently as recorded in the 18th century, the Taoist master Liu Yiming continued to advocate this usage.[99] The Taoist Canon Main article: Daozang The Taoist Canon (道藏, Treasury of Tao) is also referred to as the Taotsang. It was originally compiled during the Jin, Tang, and Song dynasties. The extant version was published during the Ming Dynasty.[100] The Ming Taotsang includes almost 1500 texts.[101] Following the example of the Buddhist Tripiṭaka, it is divided into three dong (洞, "caves", "grottoes"). They are arranged from "highest" to "lowest":[102] The Zhen ("real" or "truth" 眞) grotto. Includes the Shangqing texts. The Xuan ("mystery" 玄) grotto. Includes the Lingbao scriptures. The Shen ("divine" 神) grotto. Includes texts predating the Maoshan (茅山) revelations. Taoist generally do not consult published versions of the Taotsang, but individually choose, or inherit, texts included in the Taotsang. These texts have been passed down for generations from teacher to student.[103] The Shangqing School has a tradition of approaching Taoism through scriptural study. It is believed that by reciting certain texts often enough one will be rewarded with immortality.[104] Other texts While the Tao Te Ching is most famous, there are many other important texts in traditional Taoism. Taishang Ganying Pian ("Treatise of the Exalted One on Response and Retribution") discusses sin and ethics, and has become a popular morality tract in the last few centuries.[105] It asserts that those in harmony with Tao will live long and fruitful lives. The wicked, and their descendants, will suffer and have shortened lives.[91] Symbols and images Basic depiction of the taijitu symbol without trigrams A spider web ceiling depicting a taijitu surrounded by the Bagua. The taijitu (太極圖; tàijítú; commonly known as the "yin and yang symbol" or simply the "yin yang") and the Ba-gua 八卦 ("Eight Trigrams") have importance in Taoist symbolism.[106] In this cosmology, the universe creates itself out of a primary chaos of material energy, organized into the cycles of Yin and Yang and formed into objects and lives. Yin is the receptive and Yang is the active principle, seen in all forms of change and difference such as the annual season cycles, the natural landscape, the formation of both men and women as characters, and sociopolitical history.[107] While almost all Taoist organizations make use of it, its principles have influenced Confucian, Neo-Confucian or pan-Chinese theory. One can see this symbol as a decorative element on Taoist organization flags and logos, temple floors, or stitched into clerical robes. According to Song dynasty sources, it originated around the 10th century CE.[108] Previously, a tiger and a dragon had symbolized yin and yang.[108] Taoist temples may fly square or triangular flags. They typically feature mystical writing or diagrams and are intended to fulfill various functions including providing guidance for the spirits of the dead, bringing good fortune, increasing life span, etc.[109] Other flags and banners may be those of the gods or immortals themselves.[110] A zigzag with seven stars is sometimes displayed, representing the Big Dipper (or the Bushel, the Chinese equivalent). In the Shang Dynasty of the 2nd millennium BCE, Chinese thought regarded the Big Dipper as a deity, while during the Han Dynasty, it was considered a qi path of the circumpolar god, Taiyi.[111] Taoist temples in southern China and Taiwan may often be identified by their roofs, which feature dragons and phoenixes made from multicolored ceramic tiles. They also stand for the harmony of yin and yang (with the phoenix representing yin). A related symbol is the flaming pearl, which may be seen on such roofs between two dragons, as well as on the hairpin of a Celestial Master.[112] In general though, Chinese Taoist architecture lacks universal features that distinguish it from other structures.[113] Practices Rituals A hall of worship of the Erwang Temple, a Taoist temple in Dujiangyan, Sichuan. There are elements of the jingxiang religious practice (incense and candle offerings). In ancient times, before the Taoism religion was founded, food would sometimes be set out as a sacrifice to the spirits of the deceased or the gods. This could include slaughtered animals, such as pigs and ducks, or fruit. The Taoist Celestial Master Zhang Daoling rejected food and animal sacrifices to the Gods. He tore apart temples, which demanded animal sacrifice and drove away its priests. This rejection of sacrifices has continued into the modern day, as Taoism Temples are not allowed to use animal sacrifices (with the exception of folk temples or local tradition.)[114] Another form of sacrifice involves the burning of joss paper, or hell money, on the assumption that images thus consumed by the fire will reappear—not as a mere image, but as the actual item—in the spirit world, making them available for revered ancestors and departed loved ones. The joss paper is mostly used when memorializing ancestors, such as done during the Qingming festival. Also on particular holidays, street parades take place. These are lively affairs that involve firecrackers and flower-covered floats broadcasting traditional music. They also variously include lion dances and dragon dances; human-occupied puppets (often of the "Seventh Lord" and "Eighth Lord"), Kungfu-practicing and palanquins carrying god-images. The various participants are not considered performers, but rather possessed by the gods and spirits in question.[115] Fortune-telling—including astrology, I Ching, and other forms of divination—has long been considered a traditional Taoist pursuit. Mediumship is also widely encountered in some sects. There is an academic and social distinction between martial forms of mediumship (such as tongji) and the spirit-writing that is typically practiced through planchette writing.[116] Physical cultivation Main article: Neidan See also: Taoist alchemy and Neijia Chinese woodblock illustration of a waidan alchemical refining furnace, 1856 Illustrated Manual of External Medicine (外科圖說) A recurrent and important element of Taoism are rituals, exercises and substances aiming at aligning oneself spiritually with cosmic forces, at undertaking ecstatic spiritual journeys, or at improving physical health and thereby extending one's life, ideally to the point of immortality.[117] Enlightened and immortal beings are referred to as xian. A characteristic method aiming for longevity is Taoist alchemy. Already in very early Taoist scriptures—like the Taiping Jing and the Baopuzi—alchemical formulas for achieving immortality were outlined.[118] A number of martial arts traditions, particularly the ones falling under the category of Neijia (like T'ai Chi Ch'uan, Pa Kwa Chang and Xing Yi Quan) embody Taoist principles to a significant extent, and some practitioners consider their art a means of practicing Taoism.[119] Society Adherents The White Cloud Temple in Beijing The number of Taoists is difficult to estimate, due to a variety of factors including defining Taoism. According to a survey of religion in China in the year 2010, the number of people practicing some form of Chinese folk religion is near to 950 million (70% of the Chinese).[120] Among these, 173 million (13%) claim an affiliation with Taoist practices.[120] Furthermore, 12 million people claim to be "Taoists", a term traditionally used exclusively for initiates, priests and experts of Taoist rituals and methods.[120] Most Chinese people and many others have been influenced in some way by Taoist traditions. Since the creation of the People's Republic of China, the government has encouraged a revival of Taoist traditions in codified settings. In 1956, the Chinese Taoist Association was formed to administer the activities of all registered Taoist orders, and received official approval in 1957. It was disbanded during the Cultural Revolution under Mao Zedong, but was reestablished in 1980. The headquarters of the association are at the Baiyunguan, or White Cloud Temple of Beijing, belonging to the Longmen branch of Quanzhen Taoism.[121] Since 1980, many Taoist monasteries and temples have been reopened or rebuilt, both belonging to the Zhengyi or Quanzhen schools, and clergy ordination has been resumed. Taoist literature and art has influenced the cultures of Korea, Japan, and Vietnam. Organized Taoism seems not to have attracted a large non-Chinese following until modern times. In Taiwan, 7.5 million people (33% of the population) identify themselves as Taoists.[122] Data collected in 2010 for religious demographics of Hong Kong[123] and Singapore[124] show that, respectively, 14% and 11% of the people of these cities identify as Taoists. Followers of Taoism are also present in Chinese émigré communities outside Asia. In addition, it has attracted followers with no Chinese heritage. For example, in Brazil there are Taoist temples in São Paulo and Rio de Janeiro which are affiliated with the Taoist Society of China. Membership of these temples is entirely of non-Chinese ancestry.[125] Art and poetry Further information: Taoist art Six Persimmons, a Taoist-influenced 13th-century Chinese painting by the monk, Mu Qi. Throughout Chinese history, there have been many examples of art being influenced by Taoist thought. Notable painters influenced by Taoism include Wu Wei, Huang Gongwang, Mi Fu, Muqi Fachang, Shitao, Ni Zan, Tang Mi, and Wang Zengzu.[126] Taoist arts represents the diverse regions, dialects, and time spans that are commonly associated with Taoism. Ancient Taoist art was commissioned by the aristocracy; however, scholars masters and adepts also directly engaged in the art themselves.[127] Political aspects Taoism never had a unified political theory. While Huang-Lao's positions justified a strong emperor as the legitimate ruler,[128] the "primitivists" (like in the chapters 8-11 of the Zhuangzi) argued strongly for a radical anarchism. A more moderate position is presented in the Inner Chapters of the Zhuangzi in which the political life is presented with disdain and some kind of pluralism or perspectivism is preferred.[129] The syncretist position in texts like the Huainanzi and some Outer Chapters of the Zhuangzi blended some Taoist positions with Confucian ones.[130] Relations with other religions and philosophies See also: Three teachings Many scholars believe Taoism arose as a countermovement to Confucianism.[131] The philosophical terms Tao and De are indeed shared by both Taoism and Confucianism.[132] Zhuangzi explicitly criticized Confucian and Mohist tenets in his work. In general, Taoism rejects the Confucian emphasis on rituals, hierarchical social order, and conventional morality, and favors "naturalness", spontaneity, and individualism instead.[133] The entry of Buddhism into China was marked by significant interaction and syncretism with Taoism.[134] Originally seen as a kind of "foreign Taoism", Buddhism's scriptures were translated into Chinese using the Taoist vocabulary.[135] Representatives of early Chinese Buddhism, like Sengzhao and Tao Sheng, knew and were deeply influenced by the Taoist keystone texts.[136] Taoism especially shaped the development of Chan (Zen) Buddhism,[137] introducing elements like the concept of naturalness, distrust of scripture and text, and emphasis on embracing "this life" and living in the "every-moment".[138] On the other hand, Taoism also incorporated Buddhist elements during the Tang dynasty. Examples of such influence include monasteries, vegetarianism, prohibition of alcohol, the doctrine of emptiness, and collecting scripture in tripartite organization in certain sects. Ideological and political rivals for centuries, Taoism, Confucianism, and Buddhism deeply influenced one another.[139] For example, Wang Bi, one of the most influential philosophical commentators on Lao Tzu (and the I Ching), was a Confucian.[140] The three rivals also share some similar values, with all three embracing a humanist philosophy emphasizing moral behavior and human perfection. In time, most Chinese people identified to some extent with all three traditions simultaneously.[141] This became institutionalized when aspects of the three schools were synthesized in the Neo-Confucian school.[142] Some authors have undertaken comparative studies of Taoism and Christianity. This has been of interest for students of the history of religion such as J. J. M. de Groot,[143] among others. A comparison of the teachings of Lao Tzu and Jesus of Nazareth has been made by several authors, such as Martin Aronson,[144] and Toropov & Hansen (2002), who believe that there are parallels that should not be ignored.[145] In the opinion of J. Isamu Yamamoto, the main difference is that Christianity preaches a personal God while Taoism does not.[146] Yet, a number of authors, including Lin Yutang,[147] have argued that some moral and ethical tenets of the religions are similar.[148][149] In neighboring Vietnam, Taoist values have been shown to adapt to social norms and formed emerging sociocultural beliefs together with Confucianism.[150] Confucianism, Taoism, and Buddhism Are One, a painting in the litang style portraying three men laughing by a river stream, 12th century, Song dynasty. The Hanging Monastery, a monastery with the combination of three philosophies: Taoism, Buddhism, and Confucianism. See also Bagua Baopuzi Chinese culture Chinese ritual mastery traditions Dragon Gate Taoism Five precepts (Taoism) Hong Kong Taoist Association Lingbao School Neidan Pu (Taoism) Qingjing Jing Quanzhen Taoism Shangqing School Taiji Tao Te Ching Taoism in Hong Kong Taoism in Malaysia Taoism in Singapore Taoism in Vietnam Taoist Church of Italy Taoist coin charm Taoist diet Taoist music Taoist schools Taoist Tai Chi Ten precepts (Taoism) Way of the Celestial Masters Way of the Five Pecks of Rice Yao Taoism Zhengyi Taoism Zhizha References Citations Yin, Binyong. "Proper Nouns in Hanyu Pinyin" (PDF). Chinese Romanization: Pronunciation and Orthography. Translated by Felley, Mary. p. 176. Elizabeth Pollard; Clifford Rosenberg; Robert Tignor (16 December 2014). Worlds Together, Worlds Apart: A History of the World - From the Beginnings of Humankind to the Present. W.W. Norton. p. 164. ISBN 978-0-393-91847-2. Creel (1982), p. 2. 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Chuang Tzu visse all'epoca del principe Houei di Leang, che regnò dal 370 al 318 a C. e del principe Siuan di T'si (319-301 a.C.). Il suo vero nome era Chuang Chou, originario della città di Mong, nel piccolo stato feudale di Sung, dove la dinastia imperiale dei Chou aveva confinato i discendenti della precedente dinastia Shang, affinché potessero continuare i loro riti ancestrali. Nella letteratura cinese precedente all'era volgare, gli abitanti di Sung sono spesso ridicolizzati e presi in giro, quasi fossero autentici cretini. Tipico l'aneddoto del contadino di Sung che, per far crescere alcune piante più in fretta, ne sollevava da terra i germogli con le mani. Questo atteggiamento della cultura dominante in Cina non è che il riflesso della condanna di una cultura diversa da quella confuciana, una cultura sicuramente più antica, di probabile origine sciamanica, non accettata dal razionalismo confuciano. Chuang Tzu nacque quindi in un ambiente culturale particolare, che fece germogliare l'essenza della sua vita e della sua opera. Ma non bastò a non farlo apparire un folle agli occhi e al giudizio dei confuciani. Era sposato e molto povero, "vestito con un abito di ruvida tela tutto rappezzato e con scarpe di stracci", porta il testo storico. In gioventù era stato funzionario in una manifattura di gomma... come che sia, vi rinunciò assai presto per scrivere e vivere in armonia con il Tao. Occupare un posto da funzionario era contrario al suo pensiero e alla naturale libertà che amava. "Povertà non vuol dire infelicità. Quando l'uomo di lettere non può mettere in pratica la propria dottrina, questa è infelicità. Con un abito rappezzato e le scarpe bucate egli è povero, non infelice. Significa soltanto che non ha incontrato un'epoca felice." Totale articoli: 3 Ordina per: Ultimi Arrivi I Padri del Taoismo  — Libro I Padri del Taoismo — Libro 3 Volumi Autore: Lao Tzu (Tse) (Zi), Chuang-Tzu, Lieh-tzu Editore: Luni Editrice Libro - Pag 604 – 3 volumi - Novembre 2013 Solo 1 disponibile: affrettati! € 53,20 € 56,00 Risparmi € 2,80 (5 %) Disponibilità: Immediata Mercoledì 27 Aprile Il Tao della Vera Felicità  — Libro Il Tao della Vera Felicità — Libro Un grande classico cinese per tutte le persone alla ricerca della gioia e dell'equilibrio Autore: Chuang-Tzu Editore: Armenia Libro - Pag 219 - Gennaio 2012 € 14,73 € 15,50 Risparmi € 0,77 (5 %) Non disponibile La Calma — Libro La Calma — Libro "La quiete del saggio non è semplice inerzia: egli è quieto perché accoglie tutti." Autore: Chuang-Tzu Editore: Oscar Mondadori Libro - Pag 130 - Febbraio 2007

Chuang Tzu visse all'epoca del principe Houei di Leang, che regnò dal 370 al 318 a C. e del principe Siuan di T'si (319-301 a.C.). Il suo vero nome era Chuang Chou, originario della città di Mong, nel piccolo stato feudale di Sung, dove la dinastia imperiale dei Chou aveva confinato i discendenti della precedente dinastia Shang, affinché potessero continuare i loro riti ancestrali. Nella letteratura cinese precedente all'era volgare, gli abitanti di Sung sono spesso ridicolizzati e presi in giro, quasi fossero autentici cretini. Tipico l'aneddoto del contadino di Sung che, per far crescere alcune piante più in fretta, ne sollevava da terra i germogli con le mani. Questo atteggiamento della cultura dominante in Cina non è che il riflesso della condanna di una cultura diversa da quella confuciana, una cultura sicuramente più antica, di probabile origine sciamanica, non accettata dal razionalismo confuciano. Chuang Tzu nacque quindi in un ambiente culturale particolare, che fece germogliare l'essenza della sua vita e della sua opera. Ma non bastò a non farlo apparire un folle agli occhi e al giudizio dei confuciani. Era sposato e molto povero, "vestito con un abito di ruvida tela tutto rappezzato e con scarpe di stracci", porta il testo storico. In gioventù era stato funzionario in una manifattura di gomma... come che sia, vi rinunciò assai presto per scrivere e vivere in armonia con il Tao. Occupare un posto da funzionario era contrario al suo pensiero e alla naturale libertà che amava. "Povertà non vuol dire infelicità. Quando l'uomo di lettere non può mettere in pratica la propria dottrina, questa è infelicità. Con un abito rappezzato e le scarpe bucate egli è povero, non infelice. Significa soltanto che non ha incontrato un'epoca felice." Ecco come racconta lui stesso un episodio che rivela l'intima natura del grande maestro spirituale: "Mentre Chuang Tzu pescava con la lenza sulla riva del P'ou, il re di Chou gli inviò due alti funzionari per fargli delle offerte. 'Il nostro principe', gli dissero 'desidererebbe affidarvi la responsabilità del suo territorio'. Senza sollevare la lenza, senza neanche volgere la testa, Chuang Tzu disse loro: 'Ho sentito dire che c'è a Chou una tartaruga morta da più di tremila anni. Il vostro re ne conserva il carapace in un paniere avvolto in un panno nella parte alta del tempio dei suoi avi. Ditemi se quella tartaruga non avrebbe preferito vivere trascinandosi la coda nel fango'. 'Avrebbe preferito vivere trascinandosi la coda nel fango', dissero i funzionari. 'Andatevene dunque', disse Chuang Tzu, 'anch'io preferisco trascinare la coda nel fango'. Il Tao Te Ching - che Lao Tzu avrebbe scritto sollecitato da un discepolo, poco prima di ritirarsi sulle montagne a morire espone i principi della via e della virtù, ma le parole di Chuang Tzu li spiegano, li riprendono, con uno spirito mistico particolare, denso di aneddoti, dialoghi, allusioni mitiche. E' lui che dà al taoismo il profondo senso mistico del Tao, della via; con Chuang Tzu si penetra nell'infinito del Tao: "... i saggi non discutono di ciò che oltrepassa la sfera terrestre, neppure per negarne l'esistenza. Parlano invece delle cose di questo mondo, ma senza giudicarle". Per Chuang Tzu il saggio è un uomo libero dal pensiero, libero da qualsiasi filosofia - Confucio e il pragmatico confucianesimo sono il suo bersaglio. Nel vero saggio il Tao agisce spontaneamente e senza ostacoli. La naturalezza del wu wei, del lasciar correre, del lasciar scorrere, distingue Chuang Tzu da altri grandi spiriti. Per lui, la naturalezza, la semplicità danno quella serenità che apre all'immensità del Tao. La semplicità sarà difesa come il bene supremo da Chuang Tzu, per tutta la vita: ad essa sono legati la felicità spirituale ed il raggiungimento del distacco dall'illusione dei sensi e dall'identità mondana. L'idea che nel mondo tutto è relativo, che nessuno è completamente bianco né completamente nero, che il bene non è tutto bene né il male veramente male non vuol dire per il saggio taoista seguire "la giusta misura", avere un comportamento ragionevole come indica Confucio. All'uomo della giusta misura il saggio taoista contrappone l'uomo naturale. Quello che conta è il movimento, la trasformazione infinita della vita. Il bene e il male, la fortuna e la sfortuna, la sorte e la malasorte non sono definitivi ma parte del movimento della vita. Ecco la ragione del wu wei, del lasciar scorrere gli eventi così come vengono, senza interferire mai. Chuang Tzu dice: "Colui che professa il vero senza vedere il falso, l'ordine senza vedere il disordine, non comprende nulla dell'universo e della natura reale degli esseri. Egli è simile a colui che professa il Cielo senza vedere la Terra, l'oscurità senza vedere la luce. La sua azione è necessariamente votata alla sconfitta". Frasi Celebri di Chuang Tzu ( Chuang Chou) Credere: Abbandonati a qualsiasi cosa accada e libera la tua mente. Rimani concentrato accentando qualsiasi cosa tu faccia. Questo è il fondamento. Cristianesimo: Isanti mettono in crisi la quiete degli uomini. Verità/Menzogne: Non si avvicinerà mai alla verità chi sa parlarne.

Il Chuang Tzu (o Zhuangzi) e il Tao Te Ching, testi fondamentali del taoismo, hanno avuto un’influenza profonda su tutta la cultura cinese. Ma hanno anche conquistato il cuore di generazioni di lettori in Occidente. Alla poetica densità del Tao Te Ching, si contrappone l’esuberante gusto di narrare del Chuang Tzu, i cui strumenti prediletti sono lo humor, l’ironia, il paradosso, la provocazione. I suoi aneddoti mettono in scena personaggi storici e immaginari, animali e creature fantastiche, re, filosofi e criminali. Il pensiero illuminante emerge là dove meno ce lo aspetteremmo: un bandito tiene una lezione di filosofia a Confucio, una testuggine insegna la cosmologia a una rana. Il linguaggio del Chuang Tzu è spesso enigmatico e aperto a molteplici interpretazioni. Questa traduzione, la prima integrale e diretta dal cinese all’italiano, intende far accedere alla ricchezza di sfumature e di risonanze dell’originale cinese. Nei passaggi più complessi l’apparato delle note a piè di pagina consente di confrontare l’interpretazione del testo qui proposta con una o più letture alternative, attingendo a quattro traduzioni classiche del Chuang Tzu, tre inglesi e una francese, facendo emergere così un’idea assai più piena del testo. Il libro contiene inoltre una dettagliata introduzione e appendici storico-geografiche che collocano nel tempo e nello spazio gli innumerevoli personaggi e luoghi menzionati nel testo.

Se l’umanità fosse ridotta ad avere pochissimi libri (forse dieci, forse cinque), dovrebbe includervi il Zhuang-zi. È un’opera inesauribile, perennemente viva, agile, fluida, di una gravità così leggera, di una leggerezza così giusta, priva di ogni pomposità e autorevole come l’origine stessa. Scritto nel secolo IV a.C. e da sempre considerato uno dei tre grandi classici del taoismo, questo libro si presenta come una sequenza di «storielle simboliche, apologhi, discussioni», ma nasconde fra le sue mobili pieghe innumerevoli altre forme: raccolta di miti e di aforismi, teoria del governo e della natura, silloge di aneddoti memorabili, prontuario sciamanico, fiaba, elenco di ultime verità. Eppure, nel momento stesso in cui le accenna, il Zhuang-zi vanifica queste forme. La sua parola, alla maniera del vero taoista, «vive come se galleggiasse» – e, ogni volta, è un passo più in là di ciò che dice e di ciò che il lettore capisce. Qui i più sottili argomenti metafisici e logici vengono mirabilmente presentati e subito dopo accantonati con incuranza, come altrettanti giocattoli del Figlio del Cielo – quasi a dimostrarci l’angustia di quel che consideriamo essere il pensiero. Indenni da ogni morbo morale, queste pagine sottintendono che «la bontà e la giustizia sono soltanto locande di passaggio degli antichi sovrani» e che «il rito non è altro che un fiore superficiale del Tao, l’inizio del disordine». Il loro modello è una ininterrotta metamorfosi, simile a quella del cielo e delle acque: la morte vi è assorbita con una disinvoltura quale mai più fu raggiunta. Se la maggior parte dei libri è dedicata a illustrare ciò che tutti conoscono: «l’utilità dell’utile», il Zhuang-zi illumina ciò che nessuno sa: «l’utilità dell’inutile». Dell’autore che diede il suo nome al Zhuang-zi sappiamo che visse nel Nord della Cina e «fu un perfetto taoista, se non altro perché unica traccia della sua vita è un libro scintillante di genio e di fantasia», scriveva Marcel Granet. E sempre Granet precisava che «questo libro, tradotto e ritradotto, è propriamente intraducibile». La versione di Liou Kia-hway, recentemente accolta nella Bibliothèque de la Pléiade, si distingue fra le molte che sono state tentate per la sua qualità stilistica e per l’accorto equilibrio dell’interpretazione..





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Commenti

Anonimo ha detto…
ciao Zewale,

ancora un'ottimo post per chi sa intendere!
Un bel libro di taoismo operativo è "il tao del sesso della salute e della longevità" di Daniel Reid oppure "il segreto del fiore d'oro" di Lu Tung Pin.

un abbraccio

Alex

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