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L'uomo - o meglio il cervello umano - è un'instancabile generatore di credenze, un'indomabile frullatore di suggestioni, razionalizzazioni, giustificazioni, idealizzazioni, edulcorazioni, elucubrazioni e chi più ne ha più ne metta. Essere conscio di tali caratteristiche non è prerogativa del credino, che per assioma rappresenta l'anti-cognizione. Dal rappresentante della faciloneria per antonomasia non ci si può aspettare altro che un'incessante bava di lumaca di fronte ad ogni traslucente fascinazione mistica, tale bava può però tramutarsi in schiuma rabbiosa allorquando venga messa in discussione la sua ("sua" si fa per dire) straordinaria visione di verità universale.
Nello stato d'animo del credino vige il principio del piacere, un sistema totalitario sorretto da due dettami:
- evitare esperienze spiacevoli, dolorose - ergo fuggire tutto ciò che contraddice il mainstream eGoterico
- ricercare esclusivamente esperienze piacevoli, selezionare informazioni (insegnamenti, scuole, maestri, libri) coerenti al suo "credo", cioè che convalidano esclusivamente le sue supposte teorizzazioni.

Se provate a porlo di fronte a una qualsiasi illusione ottica, egli sarà in grado di addurre spiegazioni stratosferiche, assicurandovi che la sua dottrina è da millenni che parla di Maya-late. Inutile il vostro tentativo di farlo ravvedere e fargli comprendere che zia Maya non c'entra un'H, vani saranno i vostri sforzi di illustrargli principi organizzatori della forma (Gestalt) con cui il loro cervellone configura i dati esterni (realtà) e li rielabora facendoci vedere solo il prodotto finale di tale lavorio inconscio, ovvero ci fa vedere quel che vuole lui - influenzato anche dalle info a nostre disposizioni, elementi mediante il quali alteriamo la rappresentazione del mondo. No, per carità, tutte le vostre spiegazioni sanno di muffa scientista, non possono aver presa sulle ventose astrali del credino. PEr lui il moto apparente di Wertheimer o il triangolo di Kanizsa è tutta opera di Shiva, Shakti e Maya... Guai a dire il contrario, dimostrando per l'appunto il modo in cui la mente si prende beffa dell'uomo, producendo psichedelici palazzi multi-dimensionali... No, no, quelli sono i palazzi dei Deva, la sede degli Elohim, il portale verso Mondi Superiori.
Non è concesso accedere al Palazzo dei Senza Senno, senza la Presenza del by-pass.
Ahrh, sonnambuli infedeli che non siamo altro!

Qualcuno potrebbe obiettare che tutto sommato siamo tutti un po' credini, chi con la maiuscolo chi con la minuscola... Questo è senz'altro vero, tuttavia le differenze che fanno la differenza non sono da sottovalutare.
A titolo d'es. prendiamo questo passo di E. Galeano:
"Lei è all'orizzonte. [...] Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare."

Un Credino con la maiuscola -super fanatico - alla fine dell'orizzonte o tunnel di luce utopico ci vedrebbe (proietterebbe) immediatamente paradisi, oasi, harem pieni di avvenenti dakini in attesa del suo arrivo... pertanto, forte della sua escatologia, si getterebbe alla prima occasione spiritualeggiante (leggasi bufala spiritosa)... Niente e nessuno potrebbe distoglierlo dal suo oblativo obiettivo, dal suo intento inflessibile,  - la flessibilità del suo pensiero è pari a quella del pene di Rocco Siffredi in piena erezione.

Un credino in minuscolo - meno fanatico - prima di gettarsi a capofitto tasterebbe il terreno con un briciolo di spirito critico, diffidenza, si domanderebbe dove quel cammino lo stia davvero portando, ipotizzerebbe l'esistenza di un abisso celato dietro veli lussureggianti e di conseguenza utilizzerebbe nella migliore delle ipotesi un diverso schema comportamentale (decisione proibitiva per il Credino maiuscolo, in cui il sistema cognitivo è cristallizzato, congelato, pietrificato).

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