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IL SEPHER JETSIRAH
(lo scritto della formazione)
CAPITOLO I
L'INIZIO
v.1- Nel Principio Elohim, Egli - 
gli - Dei, l'Essere degli esseri, aveva creato in principio ciò che 
costituisce l'esistenza dei Cieli e della Terra.
v.2 - Ma la Terra non era che una 
potenza contingente d'essere in una potenza d'essere; l'Oscurità, forza 
astringente e compressiva, ravvolgeva l'Abisso, sorgente infinita 
dell'esistenza potenziale; e lo Spirito divino, soffio espansivo e 
vivificante, esercitava ancora la sua azione generatrice sopra le Acque,
  immagine della passività universale delle cose.
v.3 - Ora, aveva detto Egli - gli -Dei: La Luce sarà e la Luce era stata.
v.4 - E, considerando questa essenza luminosa come buona, Egli aveva determinato un mezzo di separazione fra la Luce e l'Oscurità.
v.5 - Designando Egli - 
gli - Dei questa Luce, elementizzazione intelligibile, con il nome di 
Giorno, manifestazione fenomenica universale, e questa Oscurità, 
esistenza sensibile e materiale con il nome di Notte, manifestazione 
negativa e mutazione delle cose: e così era stato l'Occidente, e così 
era stato l'Oriente, il bene e il mezzo, il punto di arrivo e il punto 
di partenza della prima manifestazione fenomenica.
v.6 - Dichiarando poi la sua 
volontà, Egli - gli - Dei aveva detto: vi sarà un'espansione eterea al 
centro delle acque; e vi sarà una forza rarefacente che operi la 
divisione delle loro opposte facoltà.
v.7 - Ed Egli, l'Essere degli 
esseri, aveva fatto questa espansione eterea, aveva fatto sorgere questo
 movimento di separazione fra le facoltà inferiori e le superiori delle 
acque: ed era avvenuto così.
v.8 - Designando Egli - gli - Dei 
questa espansione eterea con il nome di Cieli, le acque esaltate: e così
 era stato l'occidente e così era stato l'oriente, il fine ed il mezzo, 
il punto di arrivo ed il punto di partenza della seconda manifestazione 
fenomenica.
v.9 - Ed aveva detto ancora Egli -
 gli - Dei: le acque inferiori e gravitanti dei cieli tenderanno 
irresistibilmente insieme verso un luogo determinato, unico ed apparirà 
l'Aridità: ed era avvenuto così.
v.10 - Ed aveva designato 
l'aridità con il nome di Terra, elemento terminale e finale, ed il luogo
 al quale dovevano tendere le acque lo aveva chiamato Mari, immensità 
acquosa: e considerando queste cose Egli l'Essere degli esseri, aveva 
visto che sarebbero state buone.
v.11 - Continuando a dichiarare la
 sua volontà, aveva detto Egli - gli - Dei: la Terra farà vegetare 
un'erba vegetante e germogliante da un germe innato, secondo la sua 
specie, una sostanza fruttifera possedente in sè la sua potenza seminale
 secondo la propria: ed Egli l'Essere degli esseri, considerando queste 
cose aveva visto che sarebbero state buone.
v.12 - E così era stato 
l'occidente e così era stato l'oriente, il fine ed il mezzo, il punto di
 arrivo ed il punto di partenza della terza manifestazione fenomenica.
v.13 - Dichiarando ancora la sua 
volontà aveva detto Egli - gli - Dei: vi saranno nell'espansione eterea 
dei cieli i centri di luce, destinati ad operare il movimento di 
separazione fra il giorno e la notte e a servire per l'avvenire di 
segnali per le divisioni temporali, per le manifestazioni fenomeniche 
universali e per i cambiamenti ontologici degli esseri.
v.14 - E questi Centri di luce 
saranno come focolari sensibili incaricati di far nascere la Luce 
intelligibile sulla terra: ed era avvenuto così.
v.15 - Ed aveva determinato Egli, 
l'Essere degli esseri, l'esistenza potenziale di questa triade di grandi
 focolari luminosi; destinando il più grande a rappresentare il giorno e
 il più piccolo a rappresentare la notte; ed aveva determinato così 
l'esistenza delle facoltà virtuali dell'Universo, le stelle.
v.16 - Ponendo nell'espansione eterea dei cieli questi focolari sensibili per far nascere la Luce intelligibile sulla terra.
v.17 - Per rappresentare il giorno e la 
notte e per operare il movimento di separazione fra la luce e 
l'oscurità: e considerando queste cose, Egli, l'Essere degli esseri, 
aveva visto che sarebbero state buone.
v.18 - E così era stato 
l'occidente e così era stato l'oriente, il fine ed il mezzo, il punto di
 arrivo ed il punto di partenza della quarta manifestazione fenomenica.
v.19 - Di poi aveva detto Egli - 
gli - Dei: le acque farano pullulare i principi vermiformi e volatili di
 un'anima di Vita, muoventesi sulla terra e volteggiante nell'espansione
 eterea dei cieli.
v.20 - Ed Egli, l'Essere degli esseri aveva
 creato l'esistenza potenziale di quelle immensità corporee, legioni di 
mostri marini, e quella di ogni anima di Vita animata di un movimento 
serpentino, di cui le acque facevano pullulare principi secondo la loro 
specie; e quella di ogni volatile dall'ala forte e rapida, secondo la 
loro specie: e considerando queste cose Egli - gli - Dei aveva visto che
 sarebbero state buone.
v.21 - Egli aveva benedetto questi esseri 
ed aveva lor dichiarato la sua volontà dicendo: propagatevi e 
moltiplicate e riempite le acque dei mari, affinchè la specie dei 
volatili si moltiplichi sulla terra.
v.22 - E così era stato l'occidente e così 
era stato l'oriente,  il fine ed il mezzo, il punto d'arrivo ed il punto
 di partenza della quinta manifestazione fenomenica.
v.23 - Ed Egli - gli - Dei aveva detto 
ancora: la terra emetterà dal suo seno un soffio di vita secondo la sua 
specie, animato da un movimento progressivo, quadrupede e rettile 
"Animalità terestre, secondo a sua specie: e così fu fatto.
v.24 - Aveva dunque determinato Egli, 
l'Essere degli esseri, l'esistenza potenziale di questa animalità 
terrestre secondo la sua specie, e quella del genere quadrupede, secondo
 la sua specie, e considerando queste cose aveva giudicato che sarebbero
 state buone.
v.25 - Continuando poi a dichiarare la sua 
volontà, aveva detto Egli - gli - Dei: noi faremo Adamo, l'Uomo 
universale nella nostra ombra riflessa, secondo le leggi della nostra 
azione assimilatrice; affinché, potenza collettiva, egli abbia l'impero 
universale e domini sui pesci dei mari, sugli uccelli dei cieli, sui 
quadrupedi e su tutta l'animalità e su tutta la vita rettiliforme 
muoventesi sulla terra.
v.26 - Ed Egli, l'Essere degli esseri, 
aveva creato l'esistenza potenziale di Adamo, l'Uomo universale, nella 
sua ombra riflessa; l'aveva creato nella sua ombra divina; e, potenza 
collettiva, l'aveva insieme identificato maschio e femmina.
v.27 - Egli aveva benedetto la sua 
esistenza collettiva e collettivamente gli aveva dichiarato la sua 
volontà dicendo: propagatevi e moltiplicatevi, riempite la Terra e 
soggiogatela; tenete - l'Impero universale e dominate sui pesci dei mari
 e sugli uccelli dei cieli e sopra ogni cosa dotata di movimento vitale 
sulla terra.
v.28 - E gli aveva anche dichiarato Egli - 
gli -Dei: Ecco, io vi ho dato senza eccezioni ogni erba germogliante da 
un germe innato sulla faccia di tutta la terra, come pure ogni sostanza 
che porta il proprio frutto e possiede in sé la sua potenza seminale, 
per servirvi di alimento.
v.29 - E ad ogni animalità terrestre, ad 
ogni specie volatile o rettiliforme muoventesi sulla terra e possedente 
in sé il principio innato di un soffio animato di vita, io ho totalmente
 dato l'erba verdeggiante per alimento. E ciò era stato così.
v.30 - Allora, considerando tutte le cose 
che egli aveva fatto in potenza come presenti davanti a lui, aveva 
visto, Egli - gli - Dei che sarebbero state buone, secondo la loro 
misura. E così era stato l'occidente e così era stato l'oriente, il fine
 ed il mezzo, il punto di arrivo e il punto di partenza della sesta 
manifestazione fenomenica.
CAPITOLO II
LA DISTINZIONE
v.1 - Così, dovendo compirsi in atto, si 
compirono in potenza i Cieli e la Terra e la Legge regolatrice che 
doveva presiedere al loro sviluppo.
v.2 - E l'Essere degli esseri avendo posto 
termine alla settima manifestazione fenomenica, l'atto sovrano che aveva
 concepito, ritornò al suo stato primitivo in questo settimo periodo, 
dopo l'intero compimento dell'opera divina che aveva effettuato.
v.3 - Perciò benedisse Egli - gli - Dei 
questa settima manifestazione fenomenica e ne santificò per sempre 
l'esistenza simbolica come epoca del suo ritorno al suo stato primitivo,
 dopo l'intero compimento dell'atto sovrano, di cui aveva creato il 
disegno. secondo la sua potenza efficiente.
v.4 - Questo è il tipo delle generazioni 
dei Cieli e della Terra, secondo il modo della loro creazione, quando 
IHOAH, Egli - gli - Dei, spiegando la sua potenza creatrice, fece in 
principio i Cieli e la Terra.
v. 5 - E la intera creazione della Natura, 
prima che la natura esistesse sulla Terra, e la sua forza vegetativa, 
prima che avesse vegetato: giacchè IHOAH, l'Essere degli esseri, non 
faceva piovere sulla Terra, e l'Adamo universale non esisteva ancora 
sostanzialmente per elaborare e servire l'elemento adamico.
v. 6 - Ma una emanazione virtuale, 
elevantesi con energia dal seno della Terra, abbeverava tutta la distesa
 di questo stesso elemento.
v. 7 - Ora IHOAH. l'Essere degli esseri, 
avendo formato la sostanza di Adamo dalla sublimazione delle parti più 
sottili dell'elemento adamico, ispirò nel suo intelletto una essenza 
esalata dalle Vite e da allora Adamo, l'Uomo universale, divenne 
qualcosa di simile all'anima vivente, universale.
v. 8 - Tracciò poi IHOAH, Egli - gli - Dei,
 un recinto organico nella sfera della sensibilità temporale, estratta 
dall'Anteriorità universale dei tempi; e vi pose questo stesso Adamo che
 aveva formato per l'eternità.
v. 9 - Ordinando all'elemento adamico di 
far crescere ogni specie di sostanza vegetativa, tanto bella alla vista,
 secondo la sua natura, che buona al gusto; e volendo al tempo stesso 
che il principio sostanziale delle vite si sviluppasse al centro del 
recinto organico con la sostanza propria del bene e del male.
v.10 - E una emanazione luminosa, simile ad
 un vasto fiume emanava dalla sfera sensibile per vivificare il  recinto
 organico; vi si divideva ed appariva al di fuori, secondo la potenza 
moltiplicatrice del quaternario, in quattro principi.
v. 11 - Il nome del primo di questi 
principi emanati era Phishon, ossia la realtà fisica l'essere apparente:
 egli circondava tutta la terra di Huwila, l'energia virtuale, luogo 
natale dell'oro.
v. 12 - E l'oro in quella terra, emblema 
della riflessione luminosa, era buono. Ed era anche il luogo natale di 
Pedolla, divisione misteriosa, e della pietra Shoam, subblimazione 
universale.
v. 13 - Il nome del secondo di questi 
principi emanati era Gihon, il movimento formativo: esso circondava 
tutta la terra di Choush, il principio innato.
v. 14 - Il nome del terzo di questi 
principi emanati era Hiddekel, il rapido propagatore, veicolo del 
principio della felicità. Il quarto, infine, aveva nome Phrath per la 
fecondità di cui era la sorgente.
v. 15 - Così dunque IHOAH, l'Essere degli 
esseri, preso Adamo, l'uomo universale, lo pose nel recinto organico 
della sensibilità temporale perchè lo elaborasse e lo custodisse con 
cura.
v. 16 - E gli raccomandò grandemente, 
IHOAH, Egli  - gli - Dei,  dichiarandogli così la sua volontà: Di tutta 
la sostanza vegetativa del recinto organico puoi nutrirti senza paura.
v. 17 - Ma della sostanza propria della 
coscienza del bene e del male guardati bene dal fare alcun uso, perchè 
il giorno stesso in cui te ne nutrirai tu diverrai mutevole e morirai.
v. 18 - E disse poi IHOAH, l'Essere degli 
esseri: Non è buono che adamo sia solo con sè stesso: io gli farò una 
compagna, una aiutante elementare, emanata da lui stesso e formata nel 
riflesso della sua luce.
v. 19 - Ora Egli aveva formato fuori 
dell'elemento adamico ogni animalità della natura terrestre ed ogni 
specie di volatili dei cieli; e li fece venire verso Adamo per vedere 
quale nome relativo a se stesso quest'Uomo universale assegnerebbe ad 
ogni specie; e tutti i nomi che egli assegnò a tali specie nei loro 
rapporti con lui furono l'espressione dei loro rapporti con l'Anima 
vivente universale.
v. 20 - Così dunque Adamo assegnò i nomi a 
tutta la razza dei quadrupedi, a quella degli uccelli, e generalemnte ad
 ogni animalità della natura, ma non potè trovarvi quella compagna, 
quella aiutante elementare che, emanata da lui stesso e formata nel 
riflesso della sua luce, doveva presentargli la sua immagine riflessa.
v.21 - Allora IHOAH, l'Essere degli esseri,
 fece venire un sonno profondo e simpatico su quest'Uomo uiniversale che
 si addormentò subito; e, rompendo l'unità dei suoi involucri esterni, 
ne prese uno e rivestì di forma e di bellezza corporea la sua debolezza 
originale.
v.22 - Di poi ristabilì questo rivestimento
 che aveva estratto dalla sostanza stessa di Adamo, per farlo servire di
 base a quella di Aisha, la sua compagna intellettuale; e la condusse 
verso di lui.
v.23 - E Adamo, dichiarando il proprio 
pensiero, disse: Costei è veramente sostanza della mia sostanza e forma 
della mia forma; e la chiamò Aisha, facoltà volitiva efficiente, per 
causa del principio volitivo Aisha da cui era stata ricavata in 
sostanza.
v. 24 - Ecco perchè l'uomo intellettuale 
Aish deve abbandonare suo padre e sua madre e riunirsi alla sua compagna
 intellettuale Aisha, la sua facoltà volitiva, per dare con essa un solo
 essere sotto una stessa forma.
v. 25 - Ora l'universale Adamo e la sua 
facoltà volitiva Aisha erano ambedue del tutto nudi, senza alcun velo 
corporeo che nascondesse le loro concezioni mentali, ma non erano 
affatto causa di vergogna l'uno per l'altro.
CAPITOLO III
L'ESTRAZIONE
v- 2 - E la facoltà volitiva rispose a questo bramoso ardore: noi possiamo alimentarci senza paura del frutto sostanziale del recinto organico.
v. 3 - Ma quanto al frutto della sostanza stessa che è al centro di questo recinto Egli - gli - Dei ci ha detto: Voi non ve ne servirete per alimento. voi non lo desidererete nel vostro animo, perchè non vi diate senza fallo la morte da voi stessi.
v. 4 - Allora Nahash, l'attrazione originale, riprese: No, voi non vi uccidereste con la morte.
v. 5 - Poichè Egli - gli - Dei, sapendo bene che, il giorno stesso in cui vi alimentereste di questa sostanza, i vostri occhi sarebbero aperti alla luce, teme che voi non diveniate suoi pari, conoscendo il bene ed il male.
v. 6 - Aisha, la facoltà volitiva, avendo considerato che effettivamente questa sostanza, la quale ugualmente attraeva il senso del gusto e quello della vista, sembrava buona e la lusingava gradevolmente con la speranza di universalizzare la sua intelligenza, ne staccò il frutto e se ne cibò; facendone pure parte intenzionalmente al suo principio intellettuale Aish, a cui era strettamente unita; ed anche egli se ne cibò.
v. 7 - E all'improvviso i loro occhi si aprirono simultaneamente ed essi conobbero che erano spogli di virtù, di luce propria, sterili, rivelati nel loro oscuro principio. Essi fecero allora nascere sopra di sè una elevazione ombrosa, velo di mutua tristezza e di dolore; e si fecero vesti caduche.
v. 8 - In questa udirono la voce stessa di IHOAH, l'Essere degli esseri, trascorrente per ogni senso nel recinto organico, secondo il soffio spirituale della luce del giorno. L'universale Adamo si nasconde alla vista di IHOAH con la sua facoltà volitiva, al centro della sostanza stessa del recinto organico.
v. 9 - Ma IHOAH, l'Essere degli esseri, si fece sentire ad Adamo, egli disse: Dove ti ha portato la tua volontà?
v. 10 - E Adamo rispose: Io ho udito la tua voce in questo recinto e, vedendo che ero spoglio di virtù, sterile, rivelato nel mio oscuro principio, mi sono nascosto.
v. 11 - E l'Essere degli esseri riprese: Chi ti ha allora insegnato che tu eri così spoglio se non l'uso proprio di quella sostanza che ti avevo esplicitamente raccomandato di non usare per alimento?
v. 12 - E Adamo rispose ancora: Aisha, la facoltà volitiva che tu mi hai dato per compagna mi ha offerto lei questa sostanza, e io me ne sono cibato.
v. 13 - Allora IHOAH, l'Essere degli esseri, disse alla facoltà volitiva: Perchè hai fatto ciò? Ed Aisha rispose; Nahash, questa insidiosa passione, è stata la causa del mio delirio, ed io me ne sono cibata.
v. 14 - E IHOAH, l'Essere degli esseri, disse a Nahash, l'attrazione originale: Giacchè tu hai causato questa rovina, tu sarai una passione maledetta in mezzo alla specie animale e in mezzo a tutto ciò che vive nella Natura; secondo la tua tortuosa inclinazione tu agirai bassamente ed alimenterai tutti i momenti della tua esistenza di esalazioni elementari.
v. 15 - Io metterò una antipatia profonda fra te, Passione cupida e Aisha, la facoltà volitiva; fra le tue produzioni e le sue produzioni: le sue comprimeranno in te il principio del male e le tue conculcheranno in lei le conseguenze della sua colpa.
v. 16 - Rivolgendosi quindi ad Aisha, la facoltà volitiva, disse : Io moltiplicherò il numero degli ostacoli fisici di ogni specie frapposti all'esecuzione dei tuoi desideri, aumentando al tempo stesso il numero delle tue concezioni mentali e delle tue filiazioni. con fatica e dolore tu darai l'esistenza alle tue produzioni, e, attirata dalle tue inclinazioni verso il tuo principio intellettuale, tu ne subirai il dominio, ed esso si esprimerà in te.
v. 17 - E all'Uomo universale Adamo, disse poi: Siccome tu hai dato ascolto alla voce della tua facoltà volitiva e ti sei nutrito della sostanza di cui ti avevo esplicitamente raccomandato di non alimentarti, sia maledetto per causa tua l'elemento adamico, omogeneo e similare a te; tu sarai costretto ad alimentartene con angoscia tutti i momenti della tua vita.
v.18 - E germoglieranno in abbondanza per te le produzioni taglienti e le produzioni incolte e disordinate, e ti nutrirai dei frutti acerbi ed aridi della Natura elementare.
v. 19 - Tu te ne nutrirai nell'agitazione continua del tuo spirito e fino al momento della tua reintegrazione nell'elemento adamico, omogeneo e similare a te: poiché, come sei stato tratto da questo elemento e non ne sei che una emanazione spiritale, così a questa emanazione spiritale devi essere reintegrato.
v. 20 - Allora l'universale Adamo dette alla sua facoltà volitiva Aisha il nome di Heva, esistenza elementare, poichè essa diveniva l'origine di tutto ciò che costituisce questa esistenza.
v. 21 - Di poi IHOAH, l'Essere degli esseri, fece per Adamo e per la sua compagna intellettuale una specie di corpo di difesa di cui li rivestì con cura.
v. 22 - Dicendo IHOAH, Egli - gli - Dei: Ecco Adamo, l'Uomo universale divenuto simile ad uno di noi in quanto ha conoscenza del bene e del male. Ma allora, temendo che non stendesse la mano e si impadronisse anche del principio sostanziale delle Vite e che se ne cibasse, vivendo così nello stato cui era durante l'immensità dei tempi.
v. 23 - IHOAH, l'Essere degli esseri, lo isolò dalla sfera organica della sensibilità temporale, affinchè elaborasse e servisse con cura quell'elemento Adamico da cui era stato tratto.
v. 24 - Così allontanò dal suo posto quest'Uomo universale e stabilì, dal principio dall'anteriorità dei tempi alla sfera sensibile, un essere collettivo chiamato Cherubim, simile alla potenza moltiplicatrice univesale, armato della fiammma incandescente dello sterminio, turbinante senza riposo su se stessa, per guardare la via della sostanza elementare delle vite.
CAPITOLO IV
LA MOLTIPLICAZIONE DIVISIONALE
v. 1 - Adamo, l'Uomo universale, conobbe Heva, l'esistenza elementare, in quanto sua facoltà volitiva efficiente; ed essa concepì e generò Kaìn, il forte e potente trasformatore, colui che centralizza, si impadronisce ed assimila a sè; ed essa disse: Io ho formato, secondo la mia natura, un principio intellettuale dell'esistenza stessa e simile a IHOAH.
v.2 - Ed essa aggiunse a questo parto quello del fratello di lui Habel, il dolce e pacifico liberatore, colui che scioglie e distende, che evapora, che fugge dal centro. Ora Habel era destinato a dirigere il divenire del Mondo corporeo; e Kaìn ad elaborare e a servire l'elemento adamico.
v. 3 - Ora, dalla cima dei mari Kaìn fece salire verso IHOAH una oblazione dei frutti di questo stesso elemento.
v. 4 - Mentre Habel offriva un'altra oblazione delle primizie del mondo che dirigeva e delle virtù più eminenti delle sue produzioni: ma IHOAH, essendosi mostrato salvatore riguardo ad Habel e alle sue offerte.
v. 5 - Non fece niente pari accoglienza a Kaìn e alle sue offerte; e ciò fu la causa di un subitaneo ardore in questo trasformatore potente, ne alterò la fisonomia e l'abbatt'è del tutto.
v. 6 - Allora IHOAH disse a Kaìn: Perchè tale ardore da parte tua? e donde viene che la tua fisonomia è così sconvolta ed abbattuta?
v. 7 - Se tu fai il bene, non ne porti tu l'impronta? e se al contrario fai il male, il vizio non appare sulla tua fronte? trascinandoti alle sue inclinazioni che divengon le tue, rappresentandoti tu simpaticamente in lui?
v. 8 - Di poi Kaìn, dichiarando il suo pensiero ad Habel, suo fratello, gli manifestò la propria volontà. Or mentre erano insieme nella natura produttrice, Kaìn, il violento accentratore, insorse violentemente contro Habel suo fratello, il dolce e pacifico liberatore, lo sopraffece con le sue forze e lo sacrificò.
v. 9 - E IHOAH disse a Kaìn: Dov'è tuo fratello Habel? E Kaìn rispose: Io non lo sò. Sono forse suo guardiano?
v. 10 - E IHOAH disse ancora: Che hai fatto? Il lamento delle generazioni che dovevano procedere da tuo fratello, essere omogeneo, sale fino a me dall'elemento adamico.
v. 11 - Ora sii tu maledetto per quello stesso elemento la cui avidità ha potuto assorbire di mano tua quelle generazioni omogenee che dovevano procedere da tuo fratello.
v. 12 - Quando tu lavorerai, esso non unirà affatto la sua forza virtuale ai tuoi sforzi. Tu vagherai per la Terra, sconvolto da un movimento di inquietudine e di terrore.
v. 13 - Allora Kaìn disse a IHOAH: Come la mia colpa deve essere grande, dato il castigo!
v. 14 - Ecco, tu mi cacci oggi dall'elemento Adamico; io devo nascondermi con ogni cura dalla tua presenza; devo vagare per la Terra sconvolto da un movimento d'inquietudine e di terrore: così qualunque essere che mi incontrerà potrà sopraffarmi.
v. 15 - Ma IHOAH dichiarò il suo volere e disse: Ogni essere che crederà di sopraffare Kaìn, il forte e potente trasformatore, sarà al contrario colui che lo esalterà sette volte di più. E dopo ciò, IHOAH pose sopra Kaìn un segno affinchè nessun essere che lo incontrasse potesse fargli del male.
v. 16 - E Kaìn si ritirò dalla presenza di IHOAH e andò ad abitare nella terra dell'esilio, della discordia e del terrore, il principio anteriore alla sensibilità temporale.
v. 17 - E Kaìn conobbe la sua facoltà volitiva efficiente ed essa concepì e partorì Henoch, la forza centrale e fondatrice; di poi si pose ad edificare un circuito sferico, un recinto fortificato, al quale impose il nome di suo figlio Henoch.
v. 18 - E fu accordato a questo stesso Henoch di produrre l'esistenza Whirad, il movimento eccitatore, la cuasa motrice; e Whirad produsse quella di Mehoujael, la manifestazione fisica, la realtà oggettiva; e Mehoujael produsse quella di Methoushael, il baratro insaziabile della morte; e Methoushael produsse quella di Lamech, il nodo che arresta la dissoluzione, il flessibile legame delle cose.
v.19 - Ora Lamech prese come spose corporali due facoltà fisiche: il nome della prima era Whada, l'evidente; quello della seconda Tzilla, la profonda, l'oscura, la velata.
v. 20 - Whada dette la nascita a Jabal, principio acqueo, quello da cui derivano l'abbondanza e la fertilità fisiche, padre di quelli che abitano in dimore fisse ed elevate e che amettono la proprietà.
v.21 - Jabal ebbe per fratello Jubal, fluido universale, principio aereo da cui derivano la gioia e la prosperità morali, padre di coloro che si abbandonano alle concezioni luminose e degne di essere amate, le scienze e le arti.
v. 22 - E Tzilla dette la nascita a Thubal-Kain, la diffusione centrale, principio mercuriale e minerale, maestro di coloro che si dedicano ai lavori meccanici, che frugano le miniere e lavorano il ferro. E la discendenza di Thubal-Kain fu Nawhoma, il principio dell'aggregazione e dell'associazione dei popoli.
v. 23 - Allora Lamech, il nodo che arresta la dissoluzione, disse alle sue due facoltà fisiche, Whadad e Tzilla: Ascoltate la mia parola, spose di Lamech, porgete l'orecchio al mio dire; poiché, come io ho distrutto l'intelletto individualizzato alla sua facoltà volitiva per dilatarmi e distendermi; come ho distrutto lo spirito di famiglia per costituirmi in corpo di popolo.
v. 24 - Così, parimenti a quello che è stato detto che colui il quale volesse sopraffare Kaìn il potente trasformatore né moltiplicherebbe per sette le forze costitutive centralizzanti; colui che vorrà schiacciare Lamech, il flessibile legame delle cose, ne aumenterà settantasette colte il potere legante.
v. 25 - Nel frattempo Adamo, l'Uomo Universale, aveva ancora conosciuto la sua facoltà volitiva efficiente ed essa gli aveva partorito un figlio a cui aveva imposto il nome di Sheth, la base, il fondo delle cose, poichè aveva detto: Egli - gli - Dei ha posto in me la base di un'altra generazione, emanata dalla caduta di Habel quando fu immolato da Kaìn.
v. 26 - Ed anche a Sheth fu dato di generare un figlio a cui dette nome Enosh ossia l'essere mutevole, l'uomo corporale; e da allora fu permesso sperare ed attendere un sollievo ai mali nell'invocazione del nome di IHOAH.
CAPITOLO V
LA COMPRENSIONE FACOLTATIVA
v, 1 - Questo è il libro delle generazioni 
caratteristiche di Adamo, l'Uomo universale, dal giorno in cui Egli - 
gli - Dei, creandolo secondo le leggi della sua azione assimilatrice, ne
 determinà l'esistenza potenziale.
v. 2 - Creandolo collettivamente maschio e 
femmina, causa e mezzo, benedicendolo sotto questo rapporto collettivo e
 dandogli il nome universale di Adamo, il giorno stesso in cui l'aveva 
creato universalemente.
v. 3  - Ora Adamo esisteva da tre decine e 
un centinaio di mutazioni ontologiche temporali, quando gli fu dato di 
generare, per mezzo della sua facoltà assimilatrice, nella sua ombra 
riflessa, un essere emanato, al quale dette nome Sheth, come destinato 
ad essere la base ed il fondo stesso delle cose.
v. 4 - E i periodi luminosi di Adamo, dopo 
che gli fu dato di produrre l'esistenza di Sheth, furono otto centinaia 
di mutazioni; ed egli produsse altri esseri emanati.
v. 5 - Così il numero totale dei periodi 
luminosi di Adamo durante il tempo di sua vita, fu di nove centinaia 
intere e di tre decine di mutazioni ontologiche temporali, ed egli 
cessò.
v. 6 - Frattanto Sheth, la base delle cose,
 esisteva da cinque mutazioni temporali e un centinaio di mutazioni 
quando generò Enosh, l'essere mutevole, l'uomo corporale.
v. 7 - Sheth continuò ad esistere ancora 
dopo questa generazione per sette mutazioni temporali ed otto centinaia 
intere di mutazioni; e produsse altri esseri emanati.
v. 8 - Così i periodi luminosi durante i 
quali Sheth continuò ad esistere furono in tutto due mutazioni 
temporali, una decina e nove centinaia intere di mutazioni: ed egli 
cessò.
v. 9 - Frattanto Enosh, l'uomo corporale, 
esisteva da nove decine di mutazioni temporali quando produsse 
l'esistenza di Kainan, colui che si impadronisce, invade ed avvolge la 
generalità delle cose.
v. 10 - Ed Enosh continuò ad esistere 
ancora dopo questa generazione per cinque mutazioni temporali, una 
decina e otto centinaia intere di mutazioni e produsse altri esseri 
emanati.
v. 11 - Così il numero totale dei periodi 
luminsi di Enosh arrivò fino a cinque mutazioni temporali e nove 
centinaia intere di mutazioni; ed egli cessò.
v. 12 - Frattanto Kainan, l'invaghimento 
generale esisteva da sette decine di mutazioni temporali quando produsse
 l'esistenza di Mahollael, l'esaltazione potente, lo splendore.
v. 13 - E Kainan continuò ad esistere dopo 
questa generazione per quattro decine di mutazioni temporali ed otto 
centinaia intere di mutazioni e produsse altri esseri emanati.
v. 14 - Così i periodì luminosi di Kinan 
furono in tutto dieci mutazioni temporali e nove centinaia intere di 
mutazioni; ed egli cessò.
v. 15 - Frattanto Mahollael, l'esaltazione 
potente, lo splendore, esisteva da otto mutazioni e sei decine di 
mutazioni temporali quanto generò Ired, il movimento perseverante in 
esaltazione o in degenerescenza.
v. 16 - E Mahollael, continò ad esistere 
dopo questa generazione per tre decine di mutazioni temporali ed otto 
centinaia intere di mutazioni, e produsse altri esseri emanati.
v. 17 - Così il numero totale dei periodi 
luminosi di Mahollael, l'esaltazione glorificata, fu di cinque mutazioni
 temporali, di nove decine e di otto centinaia intere di mutazioni; ed 
egli cessò.
v. 18 - Frattanto Ired il movimento 
perseverante, esisteva da due mutazioni temporali, sei decine e un 
centinaio intero di mutazioni quando produsse l'esistenza di Henoch, il 
movimento di accentramento e di costrizione che stabilizza e consolida 
il bene o il male.
v. 19 - Ed Ired continuò ad esistere dopo 
questa generazione per otto centinaia intere di mutazioni temporali; e 
produsse altri esseri emanati.
v. 20 - Così i periodi luminosi di Ired, il
 movimento perseverante in esaltazione e in degenerescenza, furono in 
tutto due mutazioni temporali, sei decine ed otto centinaia intere di 
mutazioni;  ed egli cessò.
v. 21 - Frattanto Henoch, il movimento 
accentratore, era già esistito per cinque mutazioni temporali e sei 
decine quando produsse l'esistenza di Methoushalè, l'emissione della 
morte.
v. 22 - Ed Henoch, movimento di costrizione
 e sentimento di penitenza, si mantenne sempre sulla via di Elohim, Egli
 - gli - Dei, dopo questa generazione e produsse altri esseri emanati.
v. 23 - Così il numero dei suoi periodi luminosi fu di cinque mutazioni temporali, sei decine e tre centinaia di mutazioni.
v. 24 - E continuando egli sempre a seguire
 la via di Helohim, Egli - gli - Dei, cessò di vivere senza cessare di 
essere, poichè l'Essere degli esseri lo richiamò a sè.
v. 25 - Frattanto 
 Methoushalè, l'emissione della morte, esisteva da sette mutazioni 
temporali, otto decine e un centinaio intero di mutazioni quando 
produsse l'esistenza di Lamech, il nodo che lega la dissoluzione e 
l'arresta.
v. 26 - E 
 Methoushalè continuò ad esistere dopo questa generazione per due 
mutazioni temporali, otto decine e sette centinaia intere di mutazioni e
 produsse altri esseri emanati.
v. 27 - Così i periodi luminosi di 
 Methoushalè, l'emissione della morte, raggiunsero il numero di nove 
mutazioni temporali, sei decine e nove centinaia di mutazioni; ed egli 
cessò.
v.
 28 - Frattanto Lamech il flessibile legame delle cose, eisiteva già da 
due mutazioni temporali, otto decine e un centinaio intero di mutazioni 
quando generò un figlio. 
v.
 29 - Al quale dette il nome di Noè, il riposo della natura elementare, 
dicendo: Costui darà riposo alla nostra esistenza, ed alleggerirà gli 
affanni il cui peso insopportabile grava sulle nostre facoltà a causa 
dell'elemento adamico di cui , IHOAH ha con tanta forza maledetto il 
principio.
v.
 30 - E Lamech continuò ad esistere, dopo aver dato la nascita a questo 
figlio, per cinque mutazioni temporali, nove decine e cinque centinaia 
intere di mutazioni e generò altri esseri emanati.
v.
 31 - Così il numero totale dei periodi luminosi di Lamech, il 
flessibile legame delle cose, fu di sette mutazioni temporali, sette 
decine e sette centinaia intere di mutazioni; ed egli cessò.
v,
 32 - E Noè, il riposo dell'esistenza elementare, era il figlio di 
cinque centinaia di mutazioni temporali ontologiche quando prudusse 
l'esistenza di Sem, ciò che è elevato e risplendente, di Cham, ciè che è
 ricurvo e caldo, e di Japheth, ciò che è esteso.
CAPITOLO VI
LA MISURA PROPORZIONALE
v.1 - Ma, conseguenza necessaria della 
caduta di Adamo e della dissoluzione di quest'Uomo universale, nacquero 
dalle sue divisioni sulla faccia della Terra forme sensibili e corporali
 che furono prodotte in abbondanza.
v.2 - Ora gli esseri emanati da Elohim, 
Egli - gli - Dei, efflussi spirituali, avendo considerato queste forme 
sensibili, le trovarono graziose e si unirono, come a poteri generatori,
 a tutte quelle che loro maggiormente piacquero.
v.3 - E IHOAH aveva detto: il mio soffio 
vivificante non si prodigherà ormai più nell'immensità dei tempi per 
l'Adamo universale, la cui decadenza è tanto rapida quanto generale; e 
poiché egli è divenuto corporale, i suoi periodi luminosi non andranno 
oltre un centinaio e due decine di mutazioni temporali.
v.4 - In quel tempo i Nefilei, gli eletti 
tra gli uomini, i nobili, esistevano sulla Terra; essi erano derivati 
dall'unione degli efflussi spirituali alle forme sensibili, dopo che gli
 esseri emanati da Egli - gli - Dei ebbero fecondato le produzioni 
corporali dell'Adamo universale: erano quegli illustri Ghiborrei, quegli
 eroi, quei famosi Iperoberei, i cui nomi sono stati così noti nella 
profondità dei tempi.
v.5 - Allora IHOAH, vedendo che la 
perversità di Adamo cresceva sempre più sulla terra, e che questo essere
 universale non aveva più che pensieri cattivi, corrispondenti alla 
corruzione del suo cuore, e diffondenti il contagio del vizio per tutto 
quel periodo luminoso.
v. 6 - Tralasciò interamente le cure che 
dava alla conservazione dell'esistenza di questo stesso Adamo sulla 
Terra, e, reprimendo se stesso nel cuor suo, fece che questo gli 
divenisse severo.
v. 7 - Dicendo: Io cancellerò l'esistenza 
di quest'Uomo universale, che ho creato, dalla faccia dell'elemento 
adamico: io lo cancellerò dal regno degli uomini fino a quello dei 
quadrupedi, da quello dei rettili fino a quello degli uccelli dei cieli;
 poichè io ho abbandonato del tutto le cure conservatrici per le quali 
avevo fatto tutto ciò.
v.8 - Noè solo, il riposo della Natura elementare, trovò grazia agli occhi di IHOAH.
v.9 - Or queste erano state le generazioni 
di Noè: di Noè, principio intellettuale, manifestante la giustizia delle
 virtù universali nei periodi della sua vita, di Noè, sempre occupato a 
camminar nella via di Helohim, Egli - gli - Dei.
v.10 - Noè il riposo dell'esistenza aveva 
generato una triade di esseri emanati: Shem, lelevazione brillante; 
Cham, l'inclinazione oscura; Japheth, l'estensione assoluta.
v.11 - Così dunque la Terra avvilita, 
decaduta, si degradava agli occhi dell'Essere degli esseri, riempiendosi
 sempre più d'un ardore tenebroso e divorante.
v. 12 - Ed Egli - gli - Dei, considerando 
la Terra, vide che la sua decadenza era causata dall'abbassamento di 
ogni corporeità vivente, in cui la propria legge era affievolita.
v. 13 - Allora,  manifestando la sua parola
 disse a Noè: Il fine di ogni corporeità vivente si avvicina agli occhi 
miei; la Terra è ricolma di un ardore tenebroso e divorante che la 
degrada e l'abbassa da un estremità ad un'altra. ora ecco, Io lascerò 
nascere da questa stessa degradazione l'avvilimento da lei trascinato e 
la distruzione.
v. 14 - Fatti una Thebah, un recinto 
simpatico; falla di una sostanza elementare conservatrice; dividila in 
stanze e in corridoi di comunicazione; e fasciane la superficie tanto 
esterna come interna di una materia corporizzante e bituminosa.
v.15 - E tu farai così questa dimora 
misteriosa, questa Thebah: tu le darai tre centinaia di misura-madre in 
lunghezza, cinque decine in larghezza e tre decine in altezza.
v.16 - Secondo la stessa misura regolatrice
 tu farai l'estensione ricurva di questo recinto simpatico nella sua 
parte superiore accessibile alla luce e capace di dirigerla; la 
allargherai dalla parte opposta; e farai le parti basse doppie e triple.
v.17 - Poichè io stesso apporterò sulla 
Terra la grande intumescenza delle acque, per distruggere in essa e 
consumare interamente ogni sostanza corporale che possieda in sè il 
soffio delle Vite: e tutto ciò che è sulla Terra, al di sotto dei cieli,
 morirà.
v.18 - Ma io lascierò sussistere la mia forza creatrice presso di te: ed entrerai nella Thebah
 tu ed i tuoi figli, gli esseri emanati da te, e la tua facoltà volitiva
 efficiente, e le facoltà corporali degli esseri emanati da te, insieme a
 te.
v. 19 - E tu farai entrare nella Thebah,
 in questa dimora misteriosa, coppia per coppia, gli esseri di ogni modo
 di esistenza, di ogni forma, a ciò che in te continuino ad esistere: 
tutti questi esseri saranno maschio e femmina.
v.20
 - Del genere volatile e del quadrupede secondo la loro specie, e di 
ogni rettile derivato dall'elemento adamico, le coppie di tutte le 
specie verranno presso di te per conservarvi la loro esistenza.
v.21 - E prendi di ogni alimento capace di alimentare: raccoglilo in te acciochè serva di nutrimento per te e per tutti essi.
v.22
 - E Noè, facendo queste cose, si conformò in tutto a quello che 
saggiamente gli era stato prescritto da Elohim, Egli - gli - Dei.
CAPITOLO VII
LA CONSUMAZIONE DELLE COSE
v.1 - Dipoi disse IHOAH: vieni tu e tutto 
ciò che ti è interno dentro la Thebah, l'asilo scambievole; poichè la 
tua natura si è mostrata giusta agli occhi miei in questi tempi di 
perversità.
v.2 - Prendi del genere dei quadrupedi 
sette coppie di ogni specie pura, ogni coppia composta del principio e 
della sua facoltà volitiva efficiente, e due coppie di ogni specie non 
pura, ogni coppia composta egualmente del principio e della sua facoltà 
efficiente.
v.3 - Prendi anche dei volatili del cielo 
sette coppie di tutte le specie, maschio e femmina, per conservarne 
l'esistenza seminale sulla Terra.
v. 4 - Poichè nel settimo periodo, che è 
l'attuale, delle manifestazioni fenomeniche, io stesso farò venire 
l'elemento acqueo sulla Terra per quattro decine di giorni e quattro 
decine di notti, onde cancellare del tutto dall'elemento adamico questa 
natura sostanziale e plastica che io vi ho composta.
v. 5 - E Noè si conformò con esattezza a tutto ciò che gli aveva saggiamente raccomandato IHOAH.
v. 6 - Ora 
Noè era figlio di sei intere centinaia di mutazioni temporali 
ontologiche, ossia né emanava come riposo della natura elementare, 
quando la grande itumescenza delle acque cominciò a distendersi sulla 
terra.
v. 7 - E 
Noè, accompagnato dagli esseri emanati da lui, dalla sua facoltà 
volitiva efficiente e dalle facoltà fisiche dipendenti dalle sue 
produzioni, si recò alla Thebah, la dimora misteriosa, per sfuggire alle
 acque della grande intumescenza.
v.8 - Del 
genere quadrupede puro e del genere quadrupede non puro, del genere 
volatile e di tutto ciò che è animato di movimento rettiliforme 
sull'elemento adamico.
v.9 - Si 
recarono da Noè le coppie di ogni specie, (da Noè) il riposo 
dell'esistenza, nell'asilo reciproco della Thebah, maschi e femmina, 
come saggiamente aveva raccomandato l'Essere degli esseri.
v.10 - Così, nella settima manifestazione fenomenica, le acque della grande intumescenza furono sulla Terra. 
v.11 - 
Nella mutazione ontologica di sei centinaia di mutazioni delle vite di 
Noè, nella seconda Meomenia, nel diciasettesimo periodo luminoso di 
questa Meomenia, in quel giorno, furono aperte tutte le fonti 
dell'abisso potenziale e furono disciolte nei Cieli le forze 
moltiplicatrici delle acque abbandonate al loro movimento di 
dilatazione. 
v. 12- E la caduta dell'atmosfera acquosa, 
precipitante in massa e senza discontinuità sulla Terra, fu di quattro 
decine di giorni e di quattro decine di notti.
v.13 - Nel principio stesso di questa 
settima manifestazione fenomenica, Noè, il riposo dell'esistenza 
elementare, si era rifugiato con Shem, l'elevazione brillante, Cham, 
l'obbliquità tenebrosa, e Japheth, lo spazio esteso, produzioni emanate 
da lui, la sua facoltà volitiva efficiente e le tre facoltà fisiche 
delle sue produzioni, verso la Thebah, il recinto reciproco, il luogo di
 rifugio.
v.14 - E con loro l'intera vita della 
Natura animale, secondo le varie specie: ogni quadrupede, ogni rettile 
strisciante sul suolo, ogni volatile, ciascuno secondo la propria 
specie; ogni essere che corre, ogni essere che vola.
v.15 - Tutti a copie si erano recati presso Noè nella Thebah, qualunque forma avessero e possedendo in sè il soffio delle Vite;
v,16 - Procedendo insieme, maschio e 
femmina, di qualsiasi aspetto esteriore, seguendo docilmente il 
movimento comunicato dall'Essere degli esseri, marcia di cui IHOAH segnò
 la fine con il proprio allontanarsi.
v.17 - Continuando frattanto la grande 
intumescenza a venir sulla Terra per quattro decine di giorni, le acque 
ingrossaron sempre più, portando nel loro seno la Thebah, inalzandola 
sopra la Terra.
v.18 - Esse invasero, dominarono la Terra 
intera, accrescendosi da ogni lato, mentre la Thebah galleggiava sulla 
superficie dei flutti, seguendone ogni movimento.
v.19 - E le acque finalmente prevalsero in 
tutta la portata delle loro forze, a punto tale che le montagne più 
elevate che vi siano sotto i cieli ne furono ricoperte.
v.20 - Esse superarono le lor cime di sei decine di misure-madri, coprendo interamente le montagne.
v.21 - Così si dileguò e svanì ogni forma 
corporale che si muoveva sulla Terra, degli uccelli e dei quadrupedi, 
dell'esistenza animale, e della Vita originale e vermiforme uscita dalla
 Terra, e di tutto l'Uomo universale, di tutto l'Adamo!
v.22 - Tutto ciò che era dotato di 
un'essenza emanata dallo spirito delle Vite nella sua comprensione 
spirituale, raggiunte dal flagello sterminatore, cessò.
v.23 - Perfino la traccia della natura 
sostanziale e plastica fu cancellata dall'elemento adamico, dal regno 
umano fino al regno quadrupede, dal rettiliforme fino a quello degli 
uccelli dei cieli: e tutti questi esseri, ugualmente cancellati, 
disparvero dalla Terra. Restarono soltanto Noè, il riposo elementare, e 
ciò che era con lui nelle Thebah, il recinto sacro.
v.24 - E le Acque prevalsero sulla Terra e vi dominarono per cinque decine ed un centinaio di periodi luminosi.
CAPITOLO VIII
L'AMMASSAMENTO DELLA SPECIE
v. 1 - Ma Egli - gli - Dei si ricordò della
 sopravvivenza di Noè e della vita animale e di tutto il genere dei 
quadrupedi chiusi insieme nella Thebah, quel recinto sacro; e fece 
trascorrere da Oriente ad Occidente un soffio sulla Terra che trattenne 
il dilagare delle acque.
v.2 - Le fonti dell'abisso potenziale 
indefinito furono chiuse, le forze moltiplicatrici delle acque 
s'arrestaron nei cieli, e l'atmosfera acquosa che cadeva in massa si 
esaurì.
v.3 - Agitate da un periodico movimento di 
flusso e riflusso, le acque ondeggianti sulla Terra tornarono in fine al
 loro primitivo stato; e si ritirarono in sè stesse al termine di cinque
 decine ed un intero centinaio di periodi luminosi.
v.4 - E nella settima luna nuova, nel 
diciassettesimo giorno di questa lunazione, la Thebah si fermò sulle 
cime dell'Ararat, ossia ai primi albori del cammino riflesso della luce.
v.5 - Ma le acque, sempre agitate da un 
continuo flusso e riflusso, rimasero abbandonate a questo doppio 
movimento di avanzare e di ritirarsi in se stesso fino alla decima 
lunazione. E non fu che in principio a questa decima Meomenia che 
apparvero i primi indizi degli elementi, dei principi delle produzioni 
della natura, le cime delle montagne.
v.6 - Là si compierono le quattro decine di giorni; e Noè, liberando la luce di cui aveva dotato la Thebh,
v.7 - Lasciò sfuggire l'Erebo, l'oscurità 
occidentale, che, prendendo un movimento alterno di andata e ritorno, 
mantenne e manterrà questo movimento periodico, fino al completo 
prosciugamento delle acque dalla superficie terrestre.
v.8 - Fece poi andar via con lui l'Iona, la
 forza plastica della Natura, per esplorare se le acque diminuissero 
dalla superficie dell'elemento adamico.
v.9 - Ma Iona, non trovando dove posarsi 
per comunicare la sua azione generatrice intorno a lui, alla Thebah, 
poichè le acque occupavano ancora tutta la superficie terrestre; egli 
spiegò allora la sua potenza e, avendola ritirata, la fece venire a sè 
nella Thebah.
v.10 - E quando ebbe aspettato un'altro settenario di periodi luminosi, egli fece di nuovo uscire l'Iona dalla Thebah.
v.11 - Ma questa facoltà plastica della 
natura ritornò a lui solo al tempo stesso dell'Erebo, come una colomba 
che fugga il nero corvo: una sublimazione della essenza ignea era stata 
afferrata dalla sua facoltà di concepire; così che a questo segno Noè 
riconobbe che le acque erano diminuite sulla Terra.
v.12 - Tuttavia egli attese ancora una 
settimana, dopo la quale mandò fuori di nuovo l'Iona; ma una volta 
uscita, questa facoltà generatrice non tornò più a lui.
v.13 - Fu dunque nell'unità e in sei 
centinaia di mutazioni temporali, nell'inizio del principio, al 
cominciar della lunazione, che le acque si separarono e indebolirono 
sulla Terra: allora Noè togliendo la copertura della Thebah, guardò e 
vide che effettivamente le acque si erano separate e indebolite sulla 
superficie dell'elemento Adamico.
v.14 - Essendosi così la Terra asciugata nella seconda lunazione, il ventisettesimo giorno di questa lunazione,
v.15 - Egli - gli - Dei parlò a Noè dicendo:
v.16 - Esci dalla Thebah tu, la tua facoltà
 volitiva efficiente, le tue produzioni emanate e le facoltà fisiche 
delle tue produzioni.
v.17 - E fà sortire insieme a te ogni vita 
animale di ogni forma corporale, sia uccello,  sia quadrupede, sia 
qualsiasi specie di rettile strisciante sulla terra: che vi pullulino, 
vi prosperino, vi si moltiplichino in abbondanza.
v.18 - E Noè uscì dalla Thebah, egli e 
tutte le produzioni emanate da lui, la sua facoltà volitiva e le facoltà
 fisiche delle sue produzioni; e  insieme a lui
v.19 - Ogni specie di animale, di rettile o
 di volatile e tutto ciò  che si muove sulla Terra per contrazioni; 
questi diversi esseri usciron fuori dalla Thebah, secondo i loro diversi
 generi.
v.20 - Allora Noè inalzò una altare ad 
IHOAH, e, prelevando da ogni specie pura di quadrupede e da ogni specie 
pura di uccello, da questo luogo di sacrifizi fece salire al cielo un 
odore soave.
v.21 - E IHOAH, respirando il soave odore 
di questa offerta, disse nel cuor suo: Io non maledirò più l'elemento 
adamico per causa soltanto di Adamo; giacchè il cuore di quest'essere 
universale ha concepito il male dai suoi primi battiti. Né colpirò più 
l'esistenza elementare con tanta violenza come ora ho fatto.
v.22 - Finchè i periodi luminosisi 
succederanno sulla Terra, la semina e la raccolta, il freddo e il caldo,
 l'estate e l'inverno, il giorno e la notte continueranno a susseguirsi 
sempre.
CAPITOLO IX
LA RESTAURAZIONE CONSOLIDATA
v.1 - Di poi Egli - gli - Dei benedisse 
l'esistenza di Noè e quella degli esseri emanati da lui e disse loro: 
portate frutto, moltiplicatevi e riempite interamente l'estensione della
 terra.
v.2 - Che lo splendore acciecante, che la 
luce terrorizzante che vi circonderà, riempiano di rispetto tutta 
l'animalità, dall'uccello delle regioni più alte al rettile che riceve 
il movimento originale dall'elemento Adamico e fino al pesce dei mari: 
essi sono tutti sottoposti ugualmente alla vostra potenza.
v.3  - Usate come cibo di tutto ciò che 
posiede in sè il principio del movimento e della vita: io ve lo ho 
abbandonato senza eccezioni, come l'erba verdeggiante.
v.4 - Ma quanto alla sostanza corporale che
 possiede nell'anima sua il principio omogeneo della sua assimilazione 
sanguinea, vuoi non ve ne ciberete.
v.5 - Poichè io ridomanderei vendetta di 
questa assimilazione sanguinea, il cui principio sta nelle anime vostre,
 alla mano di ogni essere vivente; ne ridomanderei vendetta alla mano 
dell'Uomo universale e alla mano di suo fratello l'Uomo individualizzato
 dal suo principio volitivo; io ridomanderei vendetta all'uno ed 
all'altro di quest'anima adamica.
v.6 - Colui che verserà l'assimilazione 
sanguinea di Adamo l'Uomo universale, vedrà il suo sangue versato per 
mezzo dello stesso Adamo: giacchè Egli - gli - Dei ha fatto l'esistenza 
di Adamo l'Uomo universale nella propria ombra universalmente riflessa.
v.7 - E voi, esistenza universale, portate frutto, moltiplicatevi, propagatevi sulla Terra e diffondetevi in lei.
v.8 - Di poi l'Essere degli esseri, dichiarando la sua volontà a Noè e gli esseri emanati da lui, disse loro:
v.9 - Secondo la mia promessa io stabilirò 
sostanzialmente la mia forza creatrice in voi e nella discendenza che da
 voi nascerà dopo di voi.
v.10 - Io la stabilirò del pari in ogni 
anima di vita che si trova con voi, sia volatile che quadrupede; in ogni
 animalità terrestre, in tutti gli esseri infine usciti dalla Thebah, 
secondo la loro natura animale e terrestre.
v.11 - Io la farò esistere in voi questa 
legge creatrice nell'ordine corporale; di guisa che l'acqua della grande
 intumescenza non potrà più, come prima, spezzare la forma corporale e 
distruggerla, né originare un'altro diluvio che opprima la Terra e la 
degradi completamente.
v.12 - Ed Egli - gli - Dei aggiunse: Ecco 
il segno caratteristico di questa legge creatrice che stabilisco fra me e
 voi ed ogni anima vivente: legge che in perpetuo sarà inerente a voi, 
per le età dell'Immensità del tempo.
v.12 - Quest'arco che ho posto nello spazio
 nebuloso sarà il segno caratteristico di questa forza creatrice 
esistente fra me e la Terra.
v.14 - Quando io farò oscurare la Terra e la coprirò di nuvole, quest'arco apparirà nello spazio nebuloso.
v.15 - Ed io mi ricorderò della legge 
creatrice stabilita fra me e voi e fra ogni anima vivente in ogni forma 
corporale: e non vi sarà più un nuovo sconvolgimento delle acque della 
grande intumescenza per distruggere interamente la sostanza corporale.
v. 16 - Quando quest'arco apparirà nello 
spazio nebuloso, io lo riguarderò come memoria della legge creatrice 
fissata per l'immensità dei tempi fra l'Essere degli esseri ed ogni 
anima vivente in ogni forma corporale esistente sulla Terra.
v.17 - E disse di nuovo Egli - gli - Dei: 
Questo è il segno della forza creatrice che ho fatto esistere 
sostanzialmente fra me ed ogni forma corporale esistente sulla terra.
v.18 - Or questi erano stati i figliuoli di
 Noè, riposo della natura elementare, quando uscì dalla Thebah, il 
recinto sacro: Shem, ciò che è elevato e brillante; Cham, ciò che è 
ricurvo, obbliquo, oscuro e caldo; Japheth, ciò che è esteso; e Cham fu 
il padre di Chanahan, l'esistenza fisica e materiale.
v.19 - Così gli esseri emanati da Noè, che si divisero la Terra, furono dunque tre.
v.20 - E Noè, liberando con sforzo il 
principio volitivo intellettuale dall'elemento adamico, gli rese la 
libertà e coltivò le produzioni elevate della spiritualità.
v.21 - Ma, essendosi troppo imbevuto dello 
spirito di questa produzione, egli inebriò il proprio pensiero e, nella 
sua esaltazione si rivelò proprio nel centro e nel luogo più segreto del
 suo tabernacolo.
v.22 - E Cham, padre dell'esistenza fisica e
 materiale, avendo riguardati i secreti misteri di suo padre li svelò ai
 suoi due fratelli, e li profanò al di fuori.
v.23 - Allora Shem prese con Japheth il 
vestimento di sinistra, ed essi, postolo sopra di sè andarono, 
comminando a ritroso, a riscoprirne i misteri secreti del padre: in modo
 che, avendo il viso volto all'indietro, non videro quei misteri che 
dovevan loro rimanere nascosti.
v.24 - E Noè, ridestatosi dalla sua ebbrezza di spirto conobbe quello che aveva fatto il minore dei suoi figli,
v.25 - E disse: Maledetto sia Chanahan, l'esistenza fisica e materiale; egli sarà il servo dei servi dei suoi fratelli;
v.26 - E benedetto sia IHOAH, Egli - gli - Dei, di Shem; e che Chanahan sia il servo del suo popolo.
v.27 - Che Egli - gli - Dei allarghi 
l'estensione di Japheth e lo faccia abitare nelle tende e Shem, 
l'elevazione brillante; e che Chanahan, l'esistenza fisica e materiale, 
serva lui ed il suo popolo.
v.28 - E Noè dopo la grande intumescenza 
delle acque continuò ad esistere per tre centinaia intere di mutazioni 
temporali ontologiche e otto decine di mutazioni.
v.29 - I periodi luminosi di Noè, il riposo
 della Natura elementare, furono così nove centinaia di mutazioni 
temporali e otto decine di mutazioni; ed egli cessò.
CAPITOLO X
LA POTENZA AGGREGATRICE E FORMATRICE
v.1 - Queste furono le generazioni 
caratteristiche dei figli di Noè, il riposo della Natura elementare: 
Shem, Cham e Japheth e le produzioni emanate da loro dopo la grande 
intumescenza delle acque.
v.2 - Le produzioni emanate da Japheth, 
l'Estensione assoluta, furono: l'Accumulazione elementare, o forza di 
aggregazione, l'Elasticità, la Divisibità, la Duttilità generativa, la 
Diffusibilità, la Percettibilità e la Modalità o facoltà di prendere una
 forma determinata.
v.3 - E le produzioni emanate 
dall'Accumulazione elementare furono: Il Fuoco latente o calorico, la 
Rarefazione, ossia la causa dell'espansione, e la Densità, ossia la 
causa della materializzazione universale.
v.4 - E le produzioni emanate dalla 
Duttilità generativa furono: La Forza dissolvente e pietrificante e il 
Principio simpatico delle repulsioni e delle affinità naturali.
v.5 - Per mezzo di queste due ultime 
facoltà, una repulsiva e l'altra attrattiva, i centri di volontà furono 
differenziati sulla Terra nei corpi organizzati, così generali come 
particolari, intelligibili o naturali.
v.6 - E le produzioni emanate da Cham, 
l'obbliquità tenebrosa e calda, furono: la Forza ignea o combustione, le
 Facoltà soggioganti e dominanti, l'Emanazione mefitica o azoto, e 
l'esistenza fisica e materiale.
v.7 - E le produzioni emanate dalla 
Forza ignea furono: l'Umido radicale, causa di tutti i sapori, l'Energia
 Naturale, il Movimento determinante ossia la causa, il Fulmine,  e il 
Movimento determinato o effetto. Il fulmine generò a sua volta la 
Reintegrazione dei principi e l'affinità elettiva o Elettricità.
v.8 - E la forza Ignea dette la nascita 
anche al principio della Volontà disordinata, principio di ribellione, 
d'anarchia, di despotismo, di onnipotenza tanto particolare che 
generale, non obbediente che al proprio impulso: egli che fece violenti 
forze per dominare la terra;
v.9 - Egli che, superbo avversario al 
cospetto di IHO AH, fece sorgere il detto: simile al Principio della 
volontà anarchica, superbo avversario al cospetto di IHOAH
v.10 - L'origine del suo iimpero fu nel 
cuore delle Rivoluzioni civili, la Vanità, la Mollezza, ossia il 
rilassamento dei costumi,  l'Isolamento, ossia l'egoismo, e l'Ambizione 
ossia il desiderio di possedere ogni cosa.
v.11 - Ma in mezzo a queste stesse 
Rivoluzioni civili sorse il Principio armonico, il Principio Illuminato 
di governo, l'ordine, la prosperità derivante da questo principio; il 
quale stabilì ciò che concerne l'ingrandimento esterno, la 
colonizzazione, l'educazione della gioventù; e quello che concerne le 
Istituzioni interne della vita cittadina; e ciò che concerne il 
perfezionamento delle leggi, la riunione degli anziani, il Senato;
v.12 - E ciò che concerne il Potere 
legislativo, ossia le Redini del governo, situato fra la forza esterna e
 l'interna, l'azione e la deliberazione, la gioventù e il senato: 
Potenza grandissina, baluardo della società.
v.13 - E le Facoltà soggioganti e 
dominanti, nate dalla forza ignea, produssero l'esistenza delle 
Propagazioni fisiche, quella delle Pesantezze materiali, quella delle 
Esalazioni infiammate e quella delle Cavernosità.
v.14 - Esse produssero anche il 
principio delle Fratture infinite e quello delle Prove espiatorie, da 
cui vennero i Rigettati e i Convertiti.
v. 15 - E l'esistenza fisica e materiale
 produsse l'Insidioso avversario, ossia la Frode, suo primogenito, e 
l'Abbattimento morale o avvilimento.
v.16 - Produsse anche le Compressioni interne, i Contenimenti esteriori e i Rimangiamenti ripetuti;
v.17 - Fu l'origine delle Vite animali, delle Passioni brutali, delle Passioni odiose;
v.18 - Generò infine le Brame di bottino, la Sete del potere e l'Avarizia insazziabile; poi le sue tribù furono disperse.
v.19 - Ed ecco i limiti generali a cui 
arrivarono le Emanazioni dell'Esistenza fisica e materiale, dopo la 
nascita dell'insidioso avversario: a forza di convulsioni intestine 
arrivarono a consolidare il loro dominio; a forza di oscure giravolte, 
d'intrighi, di mene losche, di tiranneggiamenti, di insensibilità e di 
guerre divennero il vortice delle ricchezze.
v.20 - Fin quì i figliuoli di Cham, ciò 
che è obbliquo, piegato, tenebroso e caldo, secondo le loro tribù, 
lingue, regioni ed organizzazioni diverse.
v.21 - Ed ecco quali furono i figliuoli di Shem, l'elevazione brillante, fratello minore di Japheth, l'Estensione assoluta, (di Shem) a cui fu dato di essere il padre di tutte le produzioni ultraterrene.
v.22 - Le produzioni emanate da Shem 
furono: la Durata infinita o Eternità, il Principio del potere legale e 
l'ordine immutabile, l'armonia, la felicità che ne risultano; il 
Principio mediatore della Provvidenza, la Propagazione intellettuale e 
l'Elementizzazione Universale.
v.23 - E le produzioni emanate 
dall'Elementizzazione Universale furono: la Substanziazione, il Lavoro 
virtuale, la Pressione abbondante e la raccolta dei frutti spirituali.
v.24 - E il principio mediatore della 
Provvidenza dette la vita all'Emissione attiva, e l'Emissione attiva, 
ossia la Grazia divina, produsse ciò che è ultraterreno, cioè ciò che 
avviene fuori di questo mondo,
v. 25 - Or fu accordato a ciò che è 
Ultraterreno di generare due figli. Il primo ebbe nome Phaleg, ossia la 
scelta, la classificazione, siccome la Terra fu divisa in differenti 
classi al tempo della sua comparsa; e il secondo fu detto Jaktan, ossia 
l'Attenuazione o Riduzione in atomi spirituali.
v. 26 - E la Riduzione in atomi 
spirituali dette la vita alla Misura probatoria e divina, all'Emissione 
Riflessa, alla Scissione operata dalla morte, alla Manifestazione 
radiosa e fraterna, ossia alla Luna.
v. 27 - L'Attenuazione spirituale produsse lo Splendore universale, il Fuoco epurato e divino, la Rarefazione eterea e sonora;
v.28 - Produsse l'Orbe infinito, il Padre della Plenitudine e la Reintegrazione o Redenzione;
v.29 - E infine fu l'origine della Fine Elementare, della Virtù provata e del Giubilo celeste.
v.30 - Questo fu il cammino e la sede 
della reintegrazione dei suoi prodotti, dall'epoca della Raccolta dei 
frutti spirituali fino al principio generatore dell'Autorità dei Tempi, a
 forza di lavoro di spirito.
v.31 - Questi sono tutti i figli di 
Shem, ciò che è diritto, elevato, subblime e brillante, secondo le loro 
tribù, lingue, regioni, ed organizzazioni diverse.
v.32 - Ecco le tribù intere dei Figli di
 Noè,  riposo dell'esistenza elementare, secondo le loro generazioni 
caratteristiche e le loro organizzazioni costituzionali; ed è per loro 
mezzo che le organizzazioni particolari e generali sono state 
diversificate sulla Terra, dopo la grande intumescenza delle acque.
 
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