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SINTROPIA, IL PRINCIPIO DI FINALITA' CHE MUOVE LA VITA

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 Sintropia (syn=convergente, tropos=tendenza) è un termine coniato dal matematico Fantappiè, ed è l'opposto di entropia (caos, disordine, chiusura... ).
Sintropia sta per: armonia, ordine, apertura, coerenza, finalità, significato.

Possiamo paragonare la sintropia a una forma di "Energia Intelligente" diretta verso un fine preciso e avente uno scopo.

Un rapporto sintropico ha molti effetti positivi: aumenta la libertà interiore, soddisfa i bisogni più autentici e aiuta a trascendere quelli fittizzi,  accresce il senso di responsabilità, risveglia l'attenzione, dà energia, rafforza la percezione del proprio valore, stimola le potenzialità positive, apre e alleggerisce, eleva il livello di coscienza.
La sintropia è l'effetto del vero servizio: è irradiazione spontanea che si sprigiona tramite la creatività, l'amore, la bellezza, l'entusiasmo. Le forze sintropiche (a differenza di quelle entropiche) non rimangono in un circuito chiuso per essere godute privatamente: piuttosto si comunicano si comunicano in infinite maniere alle altre persone.
I fenomeni sintropici, così come li concepisce Fantappié risultano essere caratterizzati, al contrario di quelli entropici, da differenziazione e complessificazione, dalla tendenza a una rapidissima sparizione, dalla non suscettibilità a essere provocati e influenzati, dalla difficile osservabilità (e non riproducibilità sperimentale) e dall'essere governati secondo il principio di finalità.
Ciò che a questo punto mi preme sottolineare è l'apparente paradosso che sembra caratterizzare la sintropia: vale a dire l'inversione del senso del tempo, inversione in virtù della quale non è più il passato a influenzare il futuro, ma il futuro a influenzare il passato.  
Nei fenomeni biologici, ad esempio, sembra all'opera una sorta di progetto, un preciso finalismo, una specifica, complessa tendenza. La cellula, è stato detto, si comporta come se conoscesse il futuro, ovvero come se il futuro la conoscesse
Non sembrano dunque comprensibili tali fenomeni a partire da cause pregresse, ma tenendo conto delle finalità che li sostengono, per così dire, dal futuro. 
 Se i fenomeni entropici rientrano in un orizzonte deterministico, tale che conosciute le cause si possono prevedere gli esiti, i fenomeni sintropici risultano essere imprevedibili, improbabili, incerti.
Ora, a me sembra che la vita stessa sia di per sé un costante, irriverente, dissacrante e, dunque, religioso elogio dell'incertezza. 
Che ne è allora dell'ateo in quest'ottica lentamente guadagnata dall'uomo occidentale? 
In altri termini: con quale Dio è senza il senza-Dio?

... Fantappié, non meno di Jung, ritiene che la nostra personalità sia mossa dai fini e non dalle cause e considera, di conseguenza, sintropici i fenomeni psichici. 
Il principio di finalità, anzi, è tale da precedere l'uomo. Il fenomeno sintropico, potremmo dire, è attratto dal suo fine
Tale attrazione al fine, poi, tale “trascinamento finalistico” riceve, nella concezione di Fantappié, il nome di “amore”

In sintesi, la sintropia non è altro che l’energia, la forza, che muove la vita.

In quest'ottica ciò che costituisce le fondamenta dell'ordine universale, le fondamenta di quello che i greci antichi chiamavano “cosmo” e che i romani, orientati eticamente e giuridicamente, chiamarono “mondo”, non sono le leggi deterministiche ma le leggi probabilistiche. È l'incertezza, insomma, che sostiene il mondo, per quanto ciò possa suonare paradossale. L'evoluzione del cosmo non appare dunque funzionale al suo stato iniziale, come pretendeva il determinismo di Laplace, ma al suo stato finale. Lo stato del futuro del sistema, in altri termini, è la causa finale che esercita la sua influenza sul sistema allo stato presente.

Buckminster Fuller :
“La mia filosofia della continuità parte dal principio che, per bilanciare l’ universo che si espande con disordinata casualità entropicamente crescente, deve esserci un modello universale di ordine sintropico, convergente, progressivo, e che l’ uomo è quella funzione riordinatrice antientropica”

Se l'Universo non va incontro a progressiva degradazione, ciò può essere attribuito a quella che Aristotele avrebbe chiamato “causa finale”, intesa come irradiatrice, dall'eternità, delle informazioni necessarie alla vita. A ridosso dell'eternità, dunque, è il cosiddetto futuro che regola il nostro cosiddetto presente. 
[ Fonte --> http://www.sdir.it/direnzoantonelli2.htm ]

Commenti

Piero Boerio ha detto…
Bellissimo ! Il fatto che sia il fine , il "target" dell'evoluzione umana ad ATTRARCI , e a farci arrivare in porto a dispetto dell'entropia .
Questo porto , (sono d'accordo con Fantappiè) si chiama Amore.

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