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ASSICURAZIONE CONTRO LA MORTE


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Mi riallaccio all'elogio dell'insicurezza (che significa "tranquillità interiore").

Le assicurazioni su cosa fanno leva?
Sulla tua mancanza di sicurezza interiore.
Come mai le assicurazioni sono così prolifiche?
Oltre all'ovvio motivo finanziario vi è l'aspetto psicologico: garantire al cittadino qualcosa che da solo non potrebbe mai avere, una copertura in caso di malasorte, una protezione dalle incertezze della vita. Una protezione ovviamente esterna e quindi di superficie, ma contro le vere incertezze non c'è assicurazione che tenga. Il cittadino medio si sente sicuro perché ha questo tipo di protezione superficiale, ma interiormente è estremamente fragile.

Allora vorrei invitarti a individuare un'assicurazione tutta tua, che non sia di questo mondo. Un'assicurazione che ti garantisca una profonda tranquillità interiore.
Fa in modo che sia personale (non legata a nessun gruppo o individuo "speciale") e poi stipula un contratto immaginario con essa: un contratto cardiaco (basato sulla fiducia, sulla purezza del sentimento e sull'esperienza della tua anima). Non importa il nome di questa assicurazione interiore, assicurati solamente che ti dia pace e calma interiore nei momenti più burrascosi, quiete durante le peggiori crisi o tempeste emotive.
Mettila alla prova di continuo e se riesce ad assolvere questo scopo vuol dire che è l'assicurazione giusta.

Deve essere qualcosa di molto particolare che ti faccia sentire a tuo agio, appagato, completo e rilassato anche in mezzo alle mille delusioni della società, alle incertezze della vita, alle trappole della mente o dell'ego, ma soprattutto di fronte alla paura della morte.

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