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La tua mente può tutto, Italo Pentimalli - Sintesi libro, punti essenziali

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Cosa accadrebbe se riuscissi a entrare nel codice sorgente della tua mente e prendessi il controllo di quello spazio in cui si compiono tutte le decisioni, le scelte, e si forma il tuo destino?

 Che si tratti di trasformare un’idea in un progetto di vita, di raggiungere un importante risultato imprenditoriale o di ottenere la serenità che da sempre rincorri, poco importa: senza conoscere quel codice tutto viene lasciato al caso. Tutto dipende dalla tua mente, e quindi prima di ogni altra cosa devi capire come funziona. 

Sì, perché l’evoluzione ti ha dotato di un cervello in grado di elaborare programmi che ti guidano a tua insaputa, veri e propri “condizionamenti inconsapevoli” che agiscono su tre livelli: mentale, emozionale ed energetico.



***


Cosa sta per accadere? 

Nessuno può dirlo. 

Ogni istante abbiamo davanti a noi infiniti possibili futuri, tutti in qualche modo potenzialmente disponibili. Anche in questo momento, prova a pensarci. Quante possibilità. Eppure, ogni volta in cui scegliamo di fare o non fare qualcosa, di pensare una cosa piuttosto che un’altra, selezioniamo uno di quei futuri escludendo tutti gli altri e restringendo il campo originario di infinite possibilità. Da quel momento in poi scegliamo e sviluppiamo solo uno dei possibili futuri fra gli infiniti che erano disponibili.


Quali fra gli infiniti possibili futuri stai selezionando proprio in questo momento? 

Prova a pensarci…


**


Adesso chiediti: cosa accadrebbe se riuscissi a entrare nel codice sorgente della tua mente, e prendessi il controllo di quel luogo e tempo sfuggente in cui si compiono tutte le decisioni, le scelte, e si forma il tuo destino?

Per farlo devi ripercorrere tutti i livelli della mente, capire che il cervello si è evoluto con meccanismi cognitivi molto efficaci ma che ci possono ingannare; sapere che alla parte razionale si intrecciano una parte emotiva e una energetica che ci ricollegano alle coscienze di altri, anche al passato; e sapere che in queste tre dimensioni si annidano istruzioni e tare inconsce che decidono per noi.


...


In ogni istante che vivi, anche se non sempre ne sei cosciente, compi delle scelte.

 ✓ Quando devi decidere elabori, come un computer, una quantità infinita di informazioni presenti e passate depositate nel tuo cervello e stabilisci una strategia che ti porta a decidere (i meccanismi decisionali). 

✓ Anche le più piccole scelte che così spesso definiamo nostre, così come la valutazione che diamo di noi stessi o riguardo alla fattibilità di un progetto, sono in realtà condizionate da influenze invisibili, forze nascoste che plasmano il nostro comportamento. 

✓ Non vedi mai tutte le possibilità, ma solo quelle che ti fanno sentire nel giusto rispetto ai tuoi riferimenti nascosti. 

✓ Non esistono scelte giuste o sbagliate, esistono scelte giuste o sbagliate a seconda dei tuoi riferimenti.

 ✓ Se il tuo “programma mentale” (alla base dei tuoi meccanismi decisionali) non ti fa valutare tutta una serie di variabili che ti aprirebbero gli occhi su futuri per te impensabili, il risultato è che vivi in un campo ristretto di opportunità. E questo debilita il tuo sviluppo personale, relazionale, lavorativo ed emotivo


...


Il cervello riceve segnali (tutto ciò che vedi o percepisci, le situazioni che ti ritrovi a valutare o la percezione del tuo valore, le scelte che devi affrontare), li elabora in un modello (organizzandoli per mezzo di regole di cui non sei cosciente) e li proietta nella realtà (sotto forma di esperienze e campi di possibilità). 

✓ Non vedi direttamente e in modo imparziale il segnale (ciò che accade) ma il risultato di un’elaborazione.

 ✓ Il segnale è sempre neutro, il modello agisce a tua insaputa, l’esperienza modifica la realtà. 

✓ Le conseguenze di ogni elaborazione inconscia non sono innocue: innescano catene di eventi. 

✓ Le esperienze che vivi tenderanno sempre a confermare ciò che pensi, in un ciclo senza fine che tu, senza saperlo, continui ad alimentare con i tuoi pensieri


...


Qualsiasi cosa in cui credi profondamente tenderà a essere sempre confermata nella tua realtà.


....


ogni volta in cui decidiamo qualcosa non lo decidiamo mai in base a una valutazione oggettiva di cosa sia giusto o sbagliato, possibile o impossibile, ma solo in base a cosa è giusto/sbagliato, possibile/impossibile in riferimento ai nostri modelli mentali


...


ogni volta che elaboriamo un pensiero, il cervello manda anche istruzioni precise alle altre parti del corpo. I pensieri, dunque, sono una vera e propria fabbrica elettrica e biochimica, così potente da avvolgere il nostro organismo in un bozzolo di realtà virtuale che è la nostra unica realtà.


...


La percezione è un fenomeno attivo: è come un filtro poiché, una volta ricevuti i segnali ed elaborati a seconda dei tuoi modelli, la tua mente ha il compito di dimostrarti che hai sempre ragione. 

✓ Il primo modo in cui lo fa è il seguente: la percezione di un evento provoca una risposta nella direzione di quella percezione. Così come senti di essere agisci, provocando non solo un movimento in quella direzione ma anche una risposta in quella direzione. 

✓ Il secondo modo è attraverso 5 fenomeni che provocano un autoinganno: attraverso questi 5 fenomeni l’esperienza che vivi tenderà sempre a confermare ciò che pensi, plasmando e modellando ciò che vivi intorno alle tue convinzioni profonde, facendoti entrare in veri e propri tunnel di realtà. 

✓ I 5 fenomeni dell’autoinganno sono: • Attenzione selettiva: tendi a vedere solo ciò su cui sei concentrato, ciò che vivi come esperienza dunque tenderà a combaciare con ciò che pensi. • Memoria selettiva: tendi a riportare alla mente solo ciò su cui sei concentrato, ricordi che dunque confermeranno il tuo modello di pensiero. • Falsi ricordi: per dare una validità ai tuoi pensieri il cervello ha questa misteriosa capacità di generare falsi ricordi, recuperando frammenti di memorie e ricompattandoli in modo errato. • Correttore automatico: anche se ricevi un’informazione incompleta, la fai combaciare con il tuo modello di pensiero; basterà un piccolo dettaglio di esperienza per farti credere che ciò che pensi sia vero. • Autogiustificazioni: per non provocare dissonanza cognitiva a causa della non coerenza fra le tue idee e i tuoi comportamenti (che porterebbe a uno stato mentale ed emozionale negativo), senza esserne pienamente cosciente inventi storie molto credibili per il tuo cervello. 

✓ Tutti questi fenomeni ti fanno entrare in veri e propri tunnel di realtà che niente hanno a che vedere con ciò che è reale, ma solo con ciò che è reale in base ai tuoi pensieri


...


Affronteresti una battaglia 5 contro 95? 

Ti sembra una strana domanda?

 E poi perché 5 contro 95? 

Sarebbe un massacro. 

Cosa c’è sotto?, penserai.

 In effetti, questa differenza percentuale ha un senso, e la dice lunga su come lavora il nostro cervello. È scientificamente accertato, dalle neuroscienze e dalla biologia evoluzionistica, che solo il 5% delle attività svolte dal cervello giunge al livello della nostra consapevolezza ed è controllato a livello conscio. Il restante 95% è occupato da attività di default per gestire processi involontari come la respirazione, il battito cardiaco, le risposte a stimoli elementari di attenzione e fuga, ma anche gesti che abbiamo introiettato e facciamo con il “pilota automatico” (come camminare, suonare, guidare, leggere ecc.).

 Ogni giorno è un campo di battaglia per tutte le piccole e grandi sfide e scelte che dobbiamo compiere. Ma se dovessimo farlo affidandoci alla parte cosciente della nostra mente, se dovessimo “comandare” con la volontà ogni singolo gesto, questo avrebbe un costo mostruoso in termini di energia per il nostro cervello. Per fortuna, l’evoluzione ci ha dotati di questo meccanismo per cui il 95% del lavoro del cervello viene fatto in background – come molte attività dei sistemi operativi che usiamo con i nostri computer, del resto. 

Affidarsi alla forza di volontà, ovvero alla nostra parte cosciente, è dunque come scendere in battaglia in 5… contro 95.


Molte persone scendono in questa battaglia ogni giorno, senza sapere bene di quali armi dispongono, e affrontano una guerra di logoramento contro se stessi, convinti che se resistono alle avversità prima o poi ce la faranno.


Il vero problema è che lotti contro decisioni che, ad altri livelli, sono già state prese.


Cosa accadrebbe invece se ti alleassi a quei 95? Quello che sto cercando di farti capire è che la forza di volontà è un grande equivoco. Quando tu sei in prima linea ad affrontare problemi e stress, in realtà gli ordini che esegui (e che consideri la tua “volontà”) sono già stati presi prima, in quei 7 secondi in cui succede tutto. In quella specie di camera oscura agiscono i tuoi modelli, in cui sono scritte le regole che tu, senza esserne cosciente, esegui.


...


Pensi che le tue decisioni siano decisioni “tue”. Che le tue valutazioni siano valutazioni “tue”. 

Ma non c’è niente di più falso. Le tue paure non sono paure tue. I tuoi presunti limiti non sono limiti tuoi. Sono paure e limiti contenuti in quei pacchetti di informazioni che costituiscono i tuoi modelli. Così come li hai acquisiti puoi liberartene e riscrivere nuove informazioni, usando gli stessi meccanismi con i quali sono state immesse. Questa volta, però, a tuo vantaggio


...


 I tuoi pensieri e le tue idee sono solo il risultato di programmi che esegui inconsciamente. Scambi le tue decisioni con decisioni tue. Le tue valutazioni con valutazioni tue. Ma non c’è niente di più falso. Ogni pensiero che generi e ogni scelta che compi non è tua (almeno per come la intendi tu). 

✓ Le tue paure non sono paure tue. I tuoi presunti limiti non sono limiti tuoi. I tuoi presunti blocchi non sono blocchi tuoi. Sono paure, limiti e blocchi contenuti in quei pacchetti di informazioni che costituiscono i tuoi modelli. (Il cervello riceve segnali, li organizza in un modello e li proietta nella realtà.)

 ✓ Ogni pensiero e ogni decisione che hai l’illusione di avere generato è in realtà solo il risultato finale di un’elaborazione avvenuta nei 7 secondi precedenti: l’esperienza di volontà cosciente che precede l’azione, dunque, è in realtà un falso generato dal cervello. 

✓ L’elaborazione che precede ogni pensiero e ogni scelta che compiamo avviene a livello inconscio (ovvero, non sei consapevole di questa elaborazione, vedi solo il risultato finale).

 ✓ L’inconscio gestisce il 95% delle attività, il conscio solo il 5%: affidarsi dunque alla forza di volontà, ovvero alla nostra parte cosciente, è come scendere in battaglia in 5 contro 95. Il vero problema è che lotti contro decisioni che, ad altri livelli, sono già state prese. 

✓ Se riesci a prendere il controllo di ciò che accade in quei 7 secondi può succedere ogni cosa. Potrai controllare il flusso dei tuoi pensieri, allargando il campo delle tue possibilità. Potrai diventare causa e non effetto di ciò che ti succede. 

✓ Puoi arrivare al codice sorgente della tua mente e riscrivere le informazioni scritte in quei 7 secondi che rappresentano metaforicamente la pellicola nella tua mente che proietterà il suo film nella realtà. 

✓ Nella pellicola risiede il codice segreto della tua mente, che può essere immaginato e compreso in tre strati progressivi. • Nel primo strato, quello più in superficie, c’è lo spazio mentale. • Nel secondo strato, quello di mezzo, c’è lo spazio emozionale. • Nel terzo strato, quello più profondo, c’è lo spazio energetico. 

✓ Accedere al codice e riscriverlo apre il campo delle possibilità


...


 Lo spazio mentale, usando la metafora della pellicola del film, è il primo strato che contiene il codice segreto della mente. 

✓ Sei nello spazio mentale ogni volta in cui, consciamente o inconsciamente: dialoghi con te stesso (noti o percepisci il chiacchiericcio della mente, il self talk, il dialogo interiore), sei focalizzato sul passato o sul futuro, razionalizzi tutto continuando a rimuginare su ciò che accade o è accaduto, prendi decisioni in base alle esperienze pregresse. Sei nello spazio mentale ogni volta in cui il tuo sforzo principale è capire. 

✓ Lo spazio mentale viene programmato in modo diretto e indiretto. 

✓ La programmazione diretta avviene durante tutta la nostra vita: accumuliamo da svariate fonti (nucleo familiare, scuola, letture ed esperienze, persone che hanno assunto per noi un ruolo di riferimento) “istruzioni su come fare le cose”. Molto presto iniziamo a eseguire quelle informazioni in modo automatico (incompetenza inconscia, incompetenza conscia, competenza conscia, competenza inconscia), senza più metterle in discussione. Questo meccanismo ci permette di evolvere ma contiene un’insidia molto pericolosa: crescendo hai acquisito idee, punti di vista, atteggiamenti che non sono proprio “tuoi” ma che, in qualche modo, ti sono stati prestati. Rischi di vivere pensieri e scelte che qualcuno ha pensato o ha scelto al posto tuo. 

✓ La programmazione indiretta è il secondo modo in cui il codice sorgente della mente viene programmato. La scoperta dei neuroni specchio ha permesso di provare in modo empirico che per il cervello fare una cosa o osservare qualcuno che la fa sono la stessa identica cosa. Il codice della tua mente è stato dunque programmato anche attraverso ciò che hai visto pensare, gli atteggiamenti che hai visto attuare e le scelte che hai visto compiere. 

✓ Ciò che pensi, qualsiasi sia il campo di applicazione, non lo pensi veramente: pensi a seconda di ciò che sai, parli e agisci a seconda di ciò che pensi. Ma è tutto falso, frutto di una programmazione.

 ✓ Questi condizionamenti sono così potenti da dare vita anche a micro condizionamenti, come per esempio la minaccia dello stereotipo che riguarda la categoria di persone in cui, per varie ragioni, sei incluso. 

✓ I condizionamenti mentali rappresentano la tua gabbia, che non ti permette di vedere oltre


...


Ogni volta in cui senti che le cose non vanno in modo fluido, in cui vedi che fra quello che vorresti e quello che senti c’è un conflitto, probabilmente è in atto dentro di te un cortocircuito emozionale.


...


Quando viviamo una situazione qualsiasi vengono immagazzinate nella nostra memoria sia le informazioni mentali su ciò che stiamo vivendo sia il modo in cui le stiamo vivendo. 

✓ L’evoluzione ha dotato i nostri antenati di due reazioni primordiali: lotta o fuggi (fight or flight): sono memorie incredibili a livello funzionale, che ci permettono di allontanarci in modo istintivo da ciò che ci provocherebbe dolore e di avvicinarci, in modo altrettanto istintivo, a ciò che ci provocherà piacere. 

✓ Lo stesso tipo di reazioni vengono tracciate anche per tutte le esperienze che viviamo e vanno a finire nella memoria a lungo termine: vai che ti fa bene… scappa che ti fa male. 

✓ Quando riprendi dal cassetto della memoria le informazioni relative a un tipo di situazione che stai vivendo, recuperi senza saperlo anche le memorie emozionali con cui hai tracciato quel tipo di situazione. 

✓ Le emozioni intense, come la gioia, provocano un picco hertziale di altissima intensità ma di breve durata. Quelle che invece provocano un certo grado di angoscia, ansia, una qualche forma di paura generano un’onda di bassa intensità ma di lunga durata, che resta sotto il livello di coscienza perché in caso contrario provocherebbe un continuo dolore. Ecco perché non siamo coscienti di quella reazione.

 ✓ La possibilità di “cortocircuiti emozionali” è insita nello stesso meccanismo, perché se crescendo, un fatto, un fenomeno, una persona, si “fissa” nella nostra memoria a un’emozione negativa, questa finirà per “bloccarci”, facendo nascere in noi ansie, sospetti, sentimenti ostili di cui noi non comprendiamo l’origine ma che ci guidano e di fatto ci mandano in conflitto con noi stessi. Questi conflitti emozionali sono di due tipi: • Il conflitto di svalutazione è quello che ci fa percepire, anche se sottotraccia, non degni, non meritevoli, non all’altezza di una situazione. • Il conflitto di associazione piacere-dolore emerge invece quando abbiamo radicata in noi un’associazione non corretta di ciò che può provocarci piacere e di ciò che può provocarci dolore. 

✓ I cortocircuiti emozionali e i conflitti che causano viaggiano sotto il livello di coscienza e si attivano a livello simbolico, non è dunque così naturale scovarli. Ma due importanti campanelli d’allarme che segnalano la presenza di un cortocircuito emozionale sono le reazioni emotive e il senso di incoerenza, quella specie di sensazione che provi quando pensi a un tuo obiettivo e, anche se mentalmente sei allineato a quell’obiettivo, senti una specie di freno, qualcosa di non bene identificabile che ti blocca. 

✓ Ogni situazione che fa emergere una difficoltà, ogni esperienza verso la quale sentiamo un blocco, ci mette davanti ai nostri nodi emozionali irrisolti. A quel punto ci sono solo due soluzioni: o non li affronti e fuggi (ma la vita continuerà a ripresentarti condizioni simili) o decidi di fermarti, andar loro incontro, affrontarli e smontare il loro meccanismo.

 ✓ In queste situazioni scambiamo ciò che vediamo come qualcosa di reale, invece è solo un copione, una storia emozionale che stiamo interpretando entrando in un personaggio.

 ✓ Il livello emozionale è il vero decisore, ma non puoi smontare la sua programmazione con la mente, devi scendere al suo livello e imparare a sentire. Restare in ascolto del tuo senso di incoerenza ti permette di rivelare l’anima del conflitto che ti blocca


...


Ci sono momenti in cui può capitare di accorgersi di vivere situazioni di comodo, perché si accettano compromessi, perché si accetta di essere meno di ciò che potremmo essere, perché si accetta di non esprimere il proprio potenziale interiore. 

✓ Succede perché preferiamo essere nel giusto piuttosto che essere felici: nel giusto rispetto a ciò che la società, i programmi culturali, quello che viene comunemente definito buonsenso si aspetterebbero da noi. 

✓ Non c’è nulla di male ad accontentarsi, in fondo significa rendersi contenti, ma questa condizione diventa limitante nel momento in cui senti che qualcosa stride dentro di te, e questo vale per qualsiasi tipo di situazione. 

✓ Il programma più potente in assoluto dice, su tutti i livelli: solo se ti rende felice, solo se ti rende e ti fa sentire completamente, profondamente, realizzato. 

✓ Ci sono solo due modi in cui possiamo vivere: uno è basato sulla paura e uno sull’amore. Puoi fallire anche in ciò che non ti piace, quindi puoi darti anche una possibilità di fare ciò che ami. 

✓ Se si sente un certo grado di insoddisfazione rispetto a una qualsiasi area della propria vita, per passare al livello superiore bisogna essere disposti ad ascoltare il disagio ed essere pronti a mettersi in discussione


...


 ✓ Il terzo livello della pellicola del film che, metaforicamente, proiettiamo è rappresentato dallo spazio energetico. 

✓ Lo spazio energetico è formato essenzialmente da 3 sottolivelli che comportano tre forme di connessione. • Legame perinatale: ancora prima di poter fare proprie esperienze i bambini possono acquisire esperienze delle madri ricavandole dalle espressioni materne di paura. Tutto ciò significa che durante la fase che va dal concepimento al parto, tua madre può averti passato le sue esperienze e paure, le sue “reazioni di evitamento” verso tali paure, e tutta questa programmazione è andata a finire nella tua memoria a lungo termine fino all’età adulta. • Legame con le vite passate: secondo alcune affascinanti ricerche affetti, paure, dipendenze, simpatie e antipatie, persino l’identificazione con un particolare paese o sesso possono passare da una vita a quella successiva. Se la reincarnazione esiste, allora, oltre ai ricordi sopravvivono anche le emozioni. • Legame generazionale: sembra che traumi, paure, caratteristiche e abitudini vengano trasmesse di generazione in generazione, come fossero “storie di famiglia” in cui le dinamiche continuano a ripetersi. 

✓ Se per lo spazio mentale la parola d’ordine è capire, per quello emozionale è sentire, lo spazio energetico è il livello del significato. 

✓ Se focalizziamo l’attenzione sullo spazio energetico, smettendo di identificarci con il corpo fisico, dovremmo percepire che dentro di noi c’è qualcosa che non ha nome. Quel qualcosa è ciò che siamo veramente. Quando smettiamo di pensare di essere ciò che siamo, possiamo diventare ciò che potremmo essere



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