Passa ai contenuti principali

Rimani aggiornato

ALTRI ARTICOLI (clicca qui per aprire o richiudere il menù a discesa)

Mostra di più

Le parole da scegliere per una vita felice - Consigli di Paolo Borzacchiello

 -


Alcune dritte di Paolo Borzacchiello sul corretto uso delle parole, dal  libro Basta dirlo (Le parole da scegliere e le parole da evitare per una vita felice).



Come si fa la felicità?

Un pezzo alla volta, parola dopo parola, azione dopo azione.

Certo – chiariamolo subito –, non ci si riesce in pochi giorni come alcuni fantomatici esperti di “apprendimento” vaneggiano: in 5 minuti, 1 giorno o 3 settimane, se ti va bene, puoi sviluppare l’abitudine di grattarti un orecchio o di fare la “o” con il bicchiere. Per trasformare il tuo cervello, per plasmarlo affinché si abitui a essere reattivo alle condizioni che potrebbero allietarlo, ci vuole un po’.


...

La felicità come concetto astratto, quindi, è più che altro una chimera o la promessa di un certo marketing che vende miracoli sapendo perfettamente che non si avvereranno mai. Per prima cosa, la felicità è una condizione chimica di breve durata che esiste in quanto parte di un sistema di emozioni che ne comprende anche altre. Pretendere di non essere arrabbiati, tristi, malinconici o chissà cos’altro è innanzitutto scientificamente inappropriato, poi folle e infine dannoso, perché rischia di generare l’idea errata che essere anche poco meno che felici sia un problema. E non lo è. Anzi, da quest’ultimo punto di vista in particolare andrebbero sanzionati, e con una certa asprezza, tutti i guru e le guru (si può dire le guru?) del pensiero positivo a oltranza, del sempre e comunque “andrà tutto bene”, del “pensa positivo” e del “visualizzati felice”. I fautori di tali approcci, infatti, producono più danni che benefici. È risaputo, o meglio è risaputo da chi legge libri di scienza, che l’eccessivo utilizzo del pensiero positivo conduce inevitabilmente all’infelicità, poiché non tiene conto di quello che succede quotidianamente nella vita di ogni persona. Le ricerche, per esempio, dimostrano che chi indugia eccessivamente nelle visualizzazioni abbassa in modo considerevole la propria performance, che chi si sforza costantemente di essere felice finisce per essere più triste degli altri e che continuare a forzare la mano, su di sé e sugli altri, con esortazioni costanti in stile “andrà tutto bene” risulta fastidioso per il cervello, proprio e degli altri, e, di nuovo, peggiora le cose invece di migliorarle.

I motivi sono molteplici. In maniera molto sintetica, ne prendo in esame tre (visto che il tre è il mio numero preferito). Prima di tutto, un uso eccessivo delle visualizzazioni non prepara il cervello agli scenari che deve affrontare. Immagina di dover sostenere un colloquio di lavoro e di dedicarti a ore di visualizzazioni in cui ti vedi felice, vedi il tuo intervistatore felice, vedi che ogni cosa andrà bene. Poi, immagina di recarti a sostenere questo colloquio e di incontrare una persona molto scontrosa e nervosa perché quella mattina, per esempio, ha ricevuto una brutta notizia (che tu, nelle tue visualizzazioni, non avevi ovviamente previsto): il tuo cervello, così “immerso” in quello scenario, si troverebbe quindi di fronte a uno scenario totalmente differente, entrerebbe in dissonanza cognitiva (fenomeno per cui andiamo in stress quando dobbiamo gestire situazioni inattese o che non fanno parte dei nostri schemi), e tu resteresti con le mani in mano, a domandarti per quale motivo le visualizzazioni non abbiano funzionato. Il secondo motivo riguarda la chimica: pensare troppo positivo e visualizzarti troppo felice favorisce la produzione di un mix biochimico a base di dopamina e altre sostanze eccitanti, che portano le persone a sottostimare l’importanza del pericolo imminente e la portata dell’impegno richiesto per raggiungere i risultati desiderati. Se siamo qui, oggi, io a scrivere e tu a leggere, è perché il nostro cervello ha bisogno di cortisolo per stare all’erta rispetto a pericoli che potrebbero mettere a repentaglio la nostra evoluzione come specie. Chi esagera con il pensiero positivo è come chi, di notte, sfreccia con il semaforo rosso correndo a duecento chilometri orari sperando che tutto andrà bene e convinto di essere baciato dalla sorte. A volte, non capita nulla. A volte, capita invece qualcosa di brutto. Il pensiero positivo, da questo punto di vista, può persino essere considerato anti-evolutivo. Infine, il terzo motivo è che spesso il pensiero positivo a ogni costo contraddice pesantemente il modo in cui il cervello funziona. Ti è mai capitato di essere molto arrabbiato per qualcosa e di avere accanto qualcuno che inizia a dirti: “Sst… calma… tranquillo…”? Come reagisci? Come ti senti? Il cervello vive di realtà che sono sempre e assolutamente autentiche, anche se non sono vere: se sei arrabbiato o sconfortato o triste, l’ultima cosa che vorresti sentirti dire è che tutto andrà bene. Il pensiero positivo va bene ed è utile, ci mancherebbe, ma di certo non come spesso ce lo vende una certa letteratura o una certa categoria di personaggi che ti riempiono la testa di assurdità per spillarti soldi o convincerti a iscriverti al loro prossimo corso. La felicità ventiquattro ore al giorno è solo per persone insipide o per chi non vive sulla Terra.


...


ogni parola che pensi o pronunci attiva nel tuo cervello una ricerca semantica, che a sua volta evoca una serie di idee che sono collegate a questa parola e che ne sono, per così dire, comprese.

È un processo velocissimo e inconscio.


...


L’unica cosa che puoi fare è prestare estrema attenzione alle parole di cui ti circondi (e che non sono solo le parole che dici, ma anche e soprattutto le parole che ascolti rivolte a te o agli altri, e che leggi). Se poi una certa parola viene ripetuta spesso, allora diventa sempre più presente nel tuo cervello e gli effetti saranno maggiormente eclatanti.


...


Quando nel tuo corpo aumenta leggermente il battito cardiaco per uno stimolo qualsiasi, il cervello ne ricerca la causa all’esterno. Potrebbe essere paura, potrebbe essere eccitazione. Potrebbe essere rabbia, o determinazione. Dipende tutto e solo dalla parola che scegli per definire quel battito in più. Tu hai il potere di nominare quel battito, e di creare una realtà diversa a seconda delle parole che usi. 


...


Parole come “sbagliato”, “problema”, “difficile”, “bloccato”, “paura”, “grave”, “male”, “schiacciato”, “disturbo”, “rubare” sono all’ordine del giorno. Le troviamo ovunque, nelle frasi che diciamo a nostro figlio, nei messaggi che scriviamo via Telegram, nei post che leggiamo su Facebook, nelle telefonate che riceviamo e che facciamo.

Un’infinità di parole, insomma.

Prova a contare le parole biochimicamente pericolose che pronunci, pensi, scrivi, leggi, ascolti ogni giorno.

Migliaia.

Migliaia di reazioni chimiche.


...


quando ricordi qualcosa di spiacevole, il tuo umore peggiora. Quando ricordi qualcosa di piacevole, il tuo umore migliora.


...



IO SONO: coinvolge il senso di identità, quindi va a posizionare il “seme” a un livello molto profondo.

INCREDIBILMENTE: avverbio che potenzia l’aggettivo che lo segue.

BRAVO: aggettivo che è direttamente collegato con il senso di identità.

E OTTENGO RISULTATI: questo pezzo di frase va a incidere positivamente sia su capacità sia su comportamenti.

PERCHÉ RIESCO SEMPRE A TROVARE UNA SOLUZIONE: convinzione di grandissimo livello, molto utile a chi vuole raggiungere il successo.


Frasi potenzianti:


SONO

+

INCREDIBILMENTE

+

FORTUNATO

+

E SO TRASFORMARE OGNI SFIDA IN UNA VITTORIA

+

PERCHÉ LA VITA MI OFFRE SEMRE GRANDI OPPORTUNITÀ

Un altro:

SONO

+

MAGNIFICAMENTE

+

FELICE

+

E MI GODO LA VITA IN TUTTO IL SUO SPLENDORE

+

PERCHÉ HO TUTTO QUEL CHE MI SERVE

Un altro:

SONO

+

ASSOLUTAMENTE

+

SOCIEVOLE

+

E MI RELAZIONO FACILMENTE CON TUTTI

+

PERCHÉ LE PERSONE MI ACCETTANO E MI VOGLIONO BENE


...


Io sono semplicemente fantastico e mi relaziono immediatamente con tutti perché ho carisma e fascino da vendere


...


Parole da evitare.


SCUSA

PROBLEMA

CASINO, INCASINATO

DIFFICILE, DIFFICOLTÀ

GUAIO

NOIA

ROTTO

STRES

STANCO

STUFO

PESANTE

SCOPPIARE

COMPLICATO

CRISI

...

SONO TEMPI DIFFICILI

LÀ FUORI È DURA

LE PERSONE NON SI MUOVONO

C’È LA CRISI

LE COSE NON CAMBIANO

LE PERSONE NON CAMBIANO

LA VITA È SEMPRE QUELLA

SONO SEMPRE GLI STESSI QUELLI CHE VANNO AVANTI

SEMPRE LA STESSA STORIA

ALLA FINE TUTTO RESTA UGUALE






Commenti

Rimani aggiornato sui miei contenuti

  • I MIEI LIBRI

Lettori fissi

ECOVILLAGGIO MANTOVA