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Il desiderio è frutto della mente? In che rapporto si pone con la mente il desiderio sessuale?




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Domanda posta da  pleiadiana

Quale è il seme del "desiderio" se Dio creò l'Universo spinto dal desiderio di espandersi e moltilicarsi...ed il Buddha si illuminò nel momento in cui non aveva più alcun desiderio?

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Risposta di MadMacX


Aloha a tutti splendidi Esseri!

Prima di tutto consideriamo l'affermazione che "Dio creò l'Universo spinto dal desiderio di espandersi e moltiplicarsi"


Cos'è il desiderio? E' un'emozione.

Cos'è un'emozione? Una sensazione vibratoria e una percezione psico-fisica sperimentata dall'essere umano dovuta a della chimica (neuropeptidi) che circolano nel corpo prodotti dal cervello, ma non solo.

Il cervello produce un tipo di biochimica in base al sistema di credenza personale (pensieri associativi basati in particolare su condizionamenti ed esperienze passate)

Quindi, niente cervello, niente neuropeptidi, niente emozioni, compreso il desiderio.

Di conseguenza sia che alcuni persone (pochissime rispetto all'umanità intera) siano convinte che "dio" si un'entità maschio alto qualche chilometro che manda fulmini o doni o che la vostra maturità dell'anima vi permetta di percepire "dio" come una Forza immanente e trascendente che vive in ogni cosa ..ed allo stesso tempo ogni cosa vive in questa forza .. beh in ogni caso non ha un cervello umano.


L'errore mentale degli umani è quello di attribuire connotati e caratteristiche umane alla Forza chiamata "dio".

Nonostante sia impossibile descrivere dal punto di vista del limitato linguaggio umano qualcosa che va molto al di là, il desiderio di "dio" a creare (= manifestare dal potenziale interiore allo sperimentato esteriore/fisico) e moltiplicarsi (= espandersi ed evolversi) va considerato come una "spinta" evolutiva (di cui non sappiamo la motivazione e se esiste)
..la cosa più vicina a questa spinta in termini umani è la parola intento (cosa differente dall'intenzione) o se vi piace di più ispirazione.

Senza questa "spinta evolutiva" la Forza chiamata "dio" sarebbe rimasta nel suo prefetto equilibrio.. senza movimento ..quindi senza creazione (manifestazione ed evoluzione) ..in termini più "spirituali" sarebbe rimasta immanifesta.


Questa spinta evolutiva venne chiamata desiderio, perché la coscienza non ancora matura conosce al massimo il desiderio, oltre la pulsione animale, per "muoversi" nella vita.


Iil desiderio è uno dei 4 livelli che l'essere umano usa per sperimentare l'essere co-creatore della forza co-creativa (cioè di "dio"), in altre parole l'essere una "cellula" dell'organismo universale chiamato Vita come parte del processo evolutivo che si "muove" in piccolo nello stesso modo che avviene nel macro-cosmo dal momento che ebbe iniziato quella che le religioni chiamano creazione e gli scienziati big-bang


I 4 livelli fondamentali per essere parte di questo processo sono:


Il più basso (come vibrazione, non in termini negativi visto che il dualismo è un'invenzione della mente umana terrestre) è la pulsione fisica.
Il secondo un po' più energico è il desiderio emotivo.
Poi il c'è la volontà che nasce dalla mente.
Infine il più potente modo per manifestare e agire sul piano umano è l'intento (che nasce dall'ispirazione spirituale che origina della coscienza del Sé)

In ogni caso il desidero non è in problema di per se, come neppure la pulsione sessuale ..sono semplicemente spinte energetiche più o meno alte che spingono l'essere umano a muoversi nella vita e sperimentare l'essere co-creatore.

Ottimale è muoversi secondo l'intento piuttosto che il desiderio (che non significa migliore.. ma più armonioso ..cioè facendo minimo sforzo umano con il massimo risultato evolutivo/spirituale)
.. il vero problema (che non significa negativo .. ma che è il modo meno armonioso ..cioè facendo massimo sforzo umano con il minimo risultato evolutivo/spirituale), anche se ci si muove sull'intento, è in realtà l'attaccamento al risultato, cioè l'aspettarsi che ci siano certi effetti e che se non avvengono forzarli non rispettando lo spazio sacro delle persone e l'evoluzione naturale delle cose.
Ad esempio il "problema" non è se una persona sente il desiderio di mangiare un gelato, di per se questo desidero lo porterà ad essere consapevole di quale bisogno fisico o psicologico ha in quel momento (la consapevolezza fa sempre evolvere la coscienza)
..il "problema" nasce quando, attaccato al risultato, questa persona farà di tutto per soddisfare questo desiderio anche costo di farsi o far del male o violare i diritti delle persone.

Da questo arriviamo alla seconda parte della domanda.

In realtà buddha non diceva che non aver desideri ma che la sofferenza nasce dall'essere separati da ciò che si desidera o nel non non ottenere ciò che si desidera.
Soffrire perché ci si sente separati da ciò che si desidera significa non accettare di non poter vivere gli effetti del proprio desiderio, cioè esserne attaccati mentalmente.
Soffrire perché non si ottiene ciò che si desidera è chiaramente l'attaccamento del volere a tutti i costi vivere gli effetti del proprio desiderio, aspettativa che è dovuta alla mente che proietta l'attaccamento agli effetti.

Fonti:

In ambedue i casi questa sofferenza nasce dalla fantasia mentale che non riesce a vivere nel presente. Se lo si facesse semplicemente si sentirebbe un desiderio e, senza tentare di soddisfarlo, ci si muoverebbe nella vita seguendolo come se fosse un ago di una bussola. Certo ripeto ottimale è seguire l'intento ma il desiderio di per se è solo un'indicazione.

Capisco che la differenza è sottile ma fondamentale per comprendere che il problema non è l'impulso sessuale o il desiderio, ma la necessità di soddisfarlo a tutti i costi (cosa che dovuta all'arroganza della mente).. cosa che la coscienza umana può evitare, a differenza degli animali che soddisfano in automatico desideri e pulsioni, attraverso un atto d'Amore e soprattutto di Coscienza nello scegliere chi intendiamo Essere e divenire in un determinato momento della vita.


Grazie per la vostra ricerca nel ri-scoprire la reale nature dell'Essere Umano e della Vita.


In Lak'Ech Hala ken

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