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IL MEGLIO DI MARZO 2010


Prima di introdurre i migliori post di Marzo vi passo il link per scaricare un ebook in cui ho raccolto i miglior post dei primi 6 mesi di animalibera.net
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Ed ora il the best of... Marzo:


Foo Fighters - Foo Fighters - Times Like These

Il pro della loa new age "di massa" è che tutti gli individui possono prendere coscienza dell'enorme potere concesso all'uomo in quanto artefice della propria Realtà, il contro è che nei libri o nei seminari viene celato il meccanismo sottostante tale trasformazione dal piano mentale a quello fisico: il tassello mancante è il piano astrale, che rappresenta simbolicamente lo strato di creta con cui possiamo modellare il piano fisico.
Chi volesse apportare dei cambiamenti nella propria vita deve infatti sapere che vi sono diversi stadi che precedono tali cambiamenti e una delle fasi peculiari - che viene tralasciata o forse sottintesa nella loa - consiste nell'interdipendenza tra il piano mentale, astrale e fisico. Ecco come avviene tale processo: la Volontà (piano mentale) agisce sul piano astrale (la famosa dimensione dove si possono incontrare le entità extracorporee) che a sua volta tras-forma (in-forma, de-forma, ri-forma, etc.) la realtà materiale (piano fisico).

In altre parole il piano fisico è generato da quello astrale che a sua volta prende vita da quello mentale.

Nonostante questa lacuna concettuale le visualizzazioni suggerite nella loa new age servono effettivamente per smuovere l'energia immaginativa in nostro possesso. Tali visualizzazioni sono degli ottimi strumenti per operare dal piano mentale a quello astrale e poi fisico; però queste tecniche di immaginazione guidata funzionano solo se l'intento dell'Anima che esprime tale volontà è abbastanza intenso da potersi cristallizzare in pura convinzione, certezza interiore che si potrà manifestare nella Realtà.
Già qui bisognerebbe fare una pausa e soffermarsi un attimino su cosa si intende per piano astrale, Anima, Volontà e così via...
Ad esempio quella che noi chiamiamo Anima secondo la filosofia occulta è quel "quid" che ci consente di esprimere la nostra volontà imprimendola sulla realtà circostante; mentre il piano astrale sarebbe semplicemente un piano inferiore (rispetto a quello fisico e mentale...)
"Avere l'anima significa proprio avere il livello di programmazione della matrice astrale i cui effetti si condensano nel mondo fisico. Chi sa usare la sua anima non subisce il karma (l'insieme delle cause ed effetto) e vive sopra al dharma (le leggi universali). Anzi l'anima è quella cosa che sconvolge le leggi del karma essendo la sua azione non limitata al presente ma estesa al passato-presente-futuro come se fosse un tutt'uno. Se un 'illuminato' decide di mandare le cose in un certo verso, secondo una volontà cosciente o inconscia, l'insieme del passato-presente-futuro ovvvero l'insieme del karma verrà ristrutturato di conseguenza senza limitazioni".
Sempre in quella guida si riporta che:
"La psiche è collegata all'inconscio (il ripostiglio dei nostri ricordi, sentimenti, paure, passioni, desideri, etc...) che a sua volta è legato al mondo astrale, ovvero al mondo degli effetti, mentre le cause sono determinate nel mondo mentale. Accedere all'inconscio significa quindi poter interagire con i mattoncini di base che compongo il nostro piano fisico (elementi). Viaggiare inconsapevolmente nell'astrale (l'inferno di Dante per intenderci...) non significa far evolvere l'anima quanto piuttosto vuol dire degenerare le nostre capacità mentali sino a porci nello stato delle entità inferiori detti elementari o spiriti che abitano quella sottodimensione inconscia".
Per interagire costruttivamente nell'astrale è necessario essere consapevoli del nostro vero potere energetico. Lo scopo dell'Anima non è quello di farsi sottomettere da entità inferiori e scendere a patti con infime presenze astrali, bensì è quello di ricongiungersi agli autentici principi della sua Volontà superiore, creando lei stessa la Realtà che è in grado di generare mediante il piano mentale (o superiore) e servendosi quindi di quello astrale (o inferiore)...
... Ma per comodità non dilunghiamoci troppo e diamo per scontato che ognuno abbia almeno un'idea (seppur vaga) del significato di questi concetti e continuiamo il discorso su come è possibile creare la propria Realtà...
Gli alchimisti utilizzavano (e utilizzano tutt'ora) figure, immagini, simboli, disegni, geometrie sacre, suoni vibrazionali (mantra) e altre pratiche esoteriche per concretizzare il loro intento sul piano della Realtà fisica. Quelli che non possiedono questi strumenti possono servirsi di tecniche immaginative e meditazioni più semplici atte alla sperimenazione delle proprie facoltà.
Premesso che l'atto di volontà non è una semplice decisione presa su due piedi, ma esige un livello basilare di consapevolezza individuale oltre ad un'alchimia di altre doti che andrebbero opportunamente sviluppate, vediamo come Xavier Francis, a pg. 130 del suo Trattato teorico sull'Alchimia e la Scienza Dei Magi, ci spiega i livelli di consapevolezza necessari per creare la propria Realtà:
« L'espressione della propria volontà avviene con livelli graduali di consapevolezza che si sostanziano in un attenzione sempre più radicata verso un certo desiderio. Tale attenzione, se portata ad un livello quali compulsivo, può innescare potenti energie che risalgono verso il piano mentale, vengono fatte proprie dall'anima che diventa causa degli effetti desiderati.
Per spiegare che cosa è il THELEMA (Atto di Volontà), prendiamo come metafora il bambino che impara a camminare. Il bambino desidera raggiungere un giocattolo o la propria mamma ma non ha coscienza di come si possa camminare. Incomincia ad appoggiarsi ai mobili o alle pareti per raggiungere una posizione eretta. A quel punto sà che ce la può fare e che deve raggiungere assolutamente la sua meta. Questo nuovo stato di consapevolezza lo porta a muovere i primi passi sino a credere in se stesso e la capacità di camminare in piedi.
Tutto ciò si può riassumere come segue:
Volere: è il primo stadio di consapevolezza. Si desidera un qualche effetto e si incominciano a valutare le ricadute sulla propria vita e quella degli altri. Spesso la maggior parte dei pensieri non supera questa soglia.
Potere: si prende confidenza con il fatto che quanto voluto può essere realizzato ma manca ancora la spinta decisiva a renderlo reale.
Dovere: si prende coscienza che quanto voluto può essere realizzabile e lo si rende prioritario per la propria esistenza.
Credere: è il livello di consapevolezza finale. Quanto voluto è possibile, è prioritario ed è realizzato perchè ci si crede. A questo punto di saturazione, l'anima avvia un impulso che si percuote immediatamente sul mondo astrale che è base del piano fisico. L'elementale (cioè l'espressione/manifestazione astrale della volontà generatrice di un certo pensiero) creato dall'impulso animico trasferisce il messaggio al resto del mondo astrale che si riconfigura di conseguenza modificando la matrice del piano reale.
Se si mantiene uno stato permanente di THELEMA, si è costantemente connessi con l'anima e modificare il mondo che ci circonda sarà facile quanto espletare qualsiasi altro gesto quotidiano.
Per rendere reale qualsiasi cosa che vogliamo realizzare è assolutamente necessaria la costruzione mentale di un archetipo multisensoriale, ovvero composto dalla somma di più esperienze sensoriali, al fine di avere a disposizione un'astrazione da elevare verso l'anima, sospinta dall'energia sprigionata dal THELEMA (Volontà) ».
In sintesi - gli antichi ci insegnano che l'uomo può modificare la propria Realtà soltanto se riesce ad imporre la proria Volontà (l'intento dell'Anima) sulla matrice Astrale...


Nel dizionario esoterico di Riccardo Chisotti, l'Eggregoro ("Egregore" o anche "Egregor") è un termine che deriva dal greco egregorien (vegliare, vigilare) e fu impiegato per la prima volta nell'apocrifo Libro di Enoch, dove designa certe entità sovrumane dal carattere piuttosto enigmatico. In tale accezione starebbe a significare colui che veglia. Altre implicazioni si hanno nel suo impiego moderno, introdotto da Eliphas Levi, che diede alla parola la dubbia origine latina di grex, gregge, per cui l'E. starebbe ad indicare un qualsivoglia psichismo collettivo. Tale sembra essere anche il parere del Boucher, che in un'annotazione del suo libro (Simbologia Massonica) designa nel libro di Enoch gli angeli che avevano giurato di vegliare sul monte Hermon, e li tradusse come i veglianti. Definisce E. un'entità, un essere collettivo evocato e sorto nell’ambito di una assemblea. Ogni Loggia ha il suo E., una sorta di invisibile protezione superiore evocata nel corso d'ogni Tornata rituale

ell'antichità quindi l'Eggregoro era un termine che denotava un rituale collettivo di magia con il quale un gruppo di persone poteva accumulare energia per incrementare il proprio potere.

Omraam Mikhael Aivanhov, nel libro La morte e la vita nell'aldilà, scrisse: "Un egregore è un'entità collettiva creata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti a un raggruppamento, a un popolo, oppure a una religione; per esempio... i loro pensieri, i loro desideri che vanno tutti nella medesima direzione formano un egregore impregnato, nutrito, modellato da quella collettività.  Anche noi, come Fratellanza Bianca Universale, abbiamo un egregore. Tutte le religioni, tutti i movimenti spiritualisti hanno la loro. Lo stesso accade per i movimenti politici. A volte, in alto, quegli egregori combattono fra di loro a chi sarà il più forte.  Ogni egregore aiuta la comunità che lo ha formato: esso è uno straordinario serbatoio di energie. Inoltre possiede una forma simbolica, spesso quella di un animale: orso, tigre, gallo, aquila, colomba, ecc.  Ma l'essenziale consiste nel comprendere come si può formare un egregore potente che lavori nel mondo, che aiuti e illumini le creature. Solamente, attenzione: si può anche essere puniti e fulminati da un egregore se si ha tradito l'ideale che rappresenta. Sì, gli egregori si vendicano contro i membri che li hanno traditi". 

Vadim Zeland definisce e distingue i due concetti di "Egregor" e "Pendolo":
« L'Egregor e il Pendolo sono due entità materiali sottili, esistenti sul piano sottile e sovrastanti gli oggetti materiali come sovrastrutture energetiche. Ma l'egregor è qualcosa di stazionario, globale, fissatosi nel tempo, legato a un oggetto inanimato, per esempio l'egregor di una città, di uno stato. Il pendolo è legato alle persone vive, alle comunità da loro formate, alle loro interrelazioni e idee. Un pendolo può collegarsi alla coscienza delle persone e influenzarla direttamente. L'egregor non esercita una influenza diretta sulla coscienza delle persone, esiste per conto proprio. L'egregor e il pendolo sono in sostanza la stessa cosa. Si può dire che il pendolo è un caso particolare del concetto generale di "egregor". Ma ai fini del Transurfing ha più importanza l'entità in grado di influenzare le nostre coscienze, per questa ragione Zeland prende in considerazione quelle strutture energetiche da lui definite "Pendoli"...» Secondo l'autore russo, il concetto di "Egregor" non riflette l'intero spettro delle sfumature delle relazioni che intercorrono tra l'uomo e dette entità energetiche d'informazione (pendoli).
Gli occultisti hanno utilizzato il termine "Egregor" per riferirsi ad un'entità astrale evocata dall'energia di gruppo. Col passare degli anni ha assunto un singificato affine a quello di Forma Pensiero, anche se quest'ultimo ha più a che fare con degli effetti specifici che i pensieri possono avere sulla psiche degli individui. In particolare le forme pensiero si riferiscono al contenuto della mente di un individuo o al flusso di pensieri che lo attorniano. Nel libro "Matrix - una parabola moderna" le forme pensiero sono definite come pensieri che hanno una certa densità energetica, prodotti dalle persone in stato di inconscienza. Quando la nostra mente si fissa su determinati pensieri - ovvero cristallizza certe forme pensiero - emette delle vibrazioni che si riperquotono sul piano mentale. Tanto per fare un esempio, immaginatevi di trovarvi all'interno di un quartiere frequentato solo da pericolosi malviventi: in questo contesto gli individui producono chiaramente delle forme pensiero negative, cioè pensieri malvagi che contaminano tutto l'ambiente circostante (influenzando direttamente o indirettamente chiunque capiti da quelle parti). E' evidente che se invece ci spostiamo in un altro quartiere, caratterizzato da forme pensiero positive, potremo facilmente percepire delle emanazioni differenti, tipiche di un contesto piacevole e accogliente.
Secondo Lobsang Rampa, le forme pensiero sono semplicemente proiezioni dello spirito
conscio o inconscio dell'uomo e hanno solo una pseudo-vita propria. Sempre secondo Rampa, le forme pensiero sono state create dagli antichi preti egiziani, perché i corpi mummificati dei grandi faraoni e delle regine fossero protetti contro i profanatori delle loro tombe. In quel tempo le forme pensiero furono costruite con l'intenzione di respingere gli invasori, di colpire il cosciente dei profanatori, causando loro un tale terrore da costringerli alla fuga.
In sintesi, la cristallizzazione dei nostri pensieri porterebbe alla formazione di aggregati energetici in continua evoluzione. Un concetto altrettanto interessante è quello di meme (termine coniato da Richard Dawkins per riferirsi ad un'"unità di trasmissione culturale"), ma a questo punto credo sia meglio affrontare questo argomento in un prossimo articolo...


il maestro è il puro testimone
fluttua libero dalla forma osservando ogni nostro singolo passo

un profano può cominciare in un modo molto semplice:
osservare i pensieri che scorrono come le nuvole;
osservare i pensieri che passano davanti e rimanere un testimone distaccato
osserva i pensieri che passano senza giudicarli

non sono né buoni né cattivi…

non permettere alla mente di intromettersi
altrimenti l’osservazione si trasformerà in giudizio

rimani un testimone distaccato
e gli intervalli cominceranno ad essere sempre più grandi

così la tua abilità migliorerà 

osservare con distacco
è un’arte

poi passa ad osservare le emozioni
sempre con uguale distacco

è più difficile rimanere distaccato con le emozioni perché sono più sottili

rimani un testimone delle tue emozioni
come se tu fossi un’aquila
che guarda da una grande distanza

esercita semplicemente quest’arte
e riuscirai sempre più a rimanere un testimone distaccato delle tue emozioni

poi osserva l’intero corpo ed ogni suo singolo movimento
questo porterà ad un rallentamento dei movimenti
e il testimone si rafforzerà

questa semplice arte
serve a creare il puro testimone
che è separato e distaccato da corpo mente ed emozioni

ora la tua energia non è diretta al corpo alla mente o alle emozioni
ma si sta muovendo verso il testimone e lo sta facendo crescere

osservare è un’arte
il testimone è la chiave

la mente è solo l’identificazione col corpo

andare oltre la mente è andare oltre il corpo
come è possibile andare oltre il corpo…? 
Esso ha una propria realtà
solo la morte può dissolvere il corpo e la mente
quindi finché sei vivo non puoi dissolvere la mente… ma puoi creare un testimone
col testimone ti accorgi di non essere i pensieri
col testimone ti accorgi di non essere le emozioni
col testimone ti accorgi di non essere il corpo
e più il testimone si rafforza
più l’identificazione con i pensieri le emozioni e il corpo va lentamente scomparendo
l’osservazione distaccata è la chiave d’oro

(Osho, dal libro "Le Lacrime della Rosa Mistica")


Definizioni

Cominciamo con il chiarire una cosa: farsi le seghe mentali è una cosa del tutto naturale. Non sei un/a mostro/a o un/a deficiente, se te le fai. Se le fanno tutti.

Dicesi «sega mentale» il pensare a cose che non hanno attinenza con la realtà.

La sega mentale benefica

Non tutte le seghe mentali sono malefiche: vi sono anche seghe mentali benefiche.
La sega mentale che da piacere è benefica.
Un tipo particolare di sega mentale benefica è il pensiero creativo.
L'arte, la scienza, la filosofia sono tutte seghe mentali benefiche.

Il mondo reale non ti piace?
Te ne inventi uno nel quale ci stai da papa.
Certo, inutile negarcelo, sono tutte fughe dalla realtà.
Ma sono bellissime.
Ci fanno godere, ci fanno stare bene, ci danno sollievo.
E quindi sono, per noi, benefiche.
 
Attenzione, però. Le seghe mentali sono come i funghi: quelli velenosi uccidono; quelli non velenosi se ingeriti in grande quantità fanno venire mal di pancia.




La sega mentale malefica

Banalmente, possiamo definire la sega mentale malefica in contrapposizione alla sega mentale benefica.
La sega mentale che da sofferenza è malefica.
Ma quale è, in dettaglio, il processo che costituisce la sega mentale malefica?
Quando l'essere umano si è civilizzato, ha eliminato i pericoli fisici dell'ambiente ma ha creato dei nemici ben più pericolosi dentro il suo cervello.
Il suo Io si è esteso dal suo corpo (sua unica realtà) a una serie enorme di ruoli e immagini, cioè di simboli, non reali.
Noi entriamo in allarme quando ci vengono minacciate le seguenti cose: la moglie, i figli, la casa, il conto in banca, l'automobile, il televisore, l'impiego, gli amici, il riposino del pomeriggio, il cane, i genitori, la reputazione, la salute, l'onore, il programma televisivo preferito, la prestanza (specialmente sessuale: per i maschietti), la morigeranza (specialmente sessuale: per le femminucce), l'onestà, l'intelligenza, l'importanza' sociale ecc. ecc.
Il nostro Io è diventato ipertrofico, enorme, come un rampicante che ha invaso tutto il mondo a noi circostante.

Più uno possiede cose e relazioni, più uno è ricco e potente, più il suo Io simbolico è esteso.

È evidente che più è esteso il nostro Io, più esso è vulnerabile: è più facile colpire un soldato quando ne abbiamo davanti un reggimento che quando ne abbiamo davanti uno solo.

Il risultato è che noi ci sentiamo continuamente aggrediti in qualche parte simbolica del nostro Io.
Le aggressioni reali, quelle fisiche, sono ormai relativamente rare.
Ma il nostro sistema d'allarme non distingue fra aggressioni fisiche reali e aggressioni simboliche pensate.
Perché l'impulso alla sua attivazione proviene dal cervello, non dal mondo esterno.
E il nostro cervello decide invariabilmente che le aggressioni simboliche sono aggressioni, a tutti gli effetti.
Per cui noi entriamo continuamente in tensione.
E la tensione è vissuta da noi come sofferenza.
Di conseguenza noi soffriamo continuamente e siamo infelici.
La sofferenza, disse il Buddha, sottende la nostra vita al punto da costituire la « condizione umana »: la sua causa è appunto la nostra identificazione con i simboli dell'Io.

Questo, è il meccanismo della sega mentale.
O più esattamente, della sega mentale malefica.
Che a questo punto siamo in grado di vedere dall'interno nella sua struttura e quindi di definire più compiutamente.
La sega mentale malefica consiste nell'identificazione dell'Io con un suo simbolo e nella creazione di sofferenza in seguito alla supposizione di minaccia a tale simbolo estesa all'intero Io.


Il vincente guarda a ciò che ha realizzato, il perdente si lamenta di cosa non è riuscito a fare!
(T. Harv Eker)

Nella vita di tutti i giorni è facile incontrare una figura professionale che va sempre più per la maggiore: “Il professionista della lamentela”.

Suppongo che sappiate a chi (e a cosa) mi sto riferendo, perciò andrò direttamente al punto elencandovi subito le perdite, i danni e gli svantaggi provocati da quel diffusissimo virus che io chiamo: “Il virus della lamentela”.

Questo virus:

È molto contagioso e può influenzare chiunque gli capiti sotto tiro.

È eccessivamente snervante.

Incide negativamente sul nostro umore.

Riduce la nostra energia, indebolendoci drasticamente.

Incrementa a dismisura lo stress, intaccando il sistema immunitario.

Manda in fumi le nostre iniziative e i nostri progetti più ambiziosi.

Può incrinare i nostri rapporti socio-lavorativi.

Può tormentarci per giorni, mesi o addirittura anni.

Blocca la creatività e l’intuizione all’interno di un pericoloso circolo vizioso che alimenta vecchi problemi anziché creare nuove soluzioni.

ecc…

Potrei andare avanti all’infinito, ma credo che questi esempi siano sufficienti per farvi capire una cosa importantissima: Se volete veramente migliorare la vostra vita dovete necessariamente trasformarvi da professionisti della lamentela in Professionisti della “Non Lamentela”.

Buon Lavoro!

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CIAK...     AZIONE!

Lamentarsi è inutile, poiché incoraggia l’autocommiserazione, paralizza i tentativi di dare e ricevere affetto, impedisce di vivere a tutti gli effetti la propria vita e riduce le occasioni di migliorare i rapporti sociali. In pratica, la lamentela può servire solo per attirare l’attenzione su di sé.

Osservate come spesso la maggior parte della conversazione se ne vada in proteste dirette a se stessi, agli altri, a certi fatti, ai prezzi, alle condizioni del tempo, al lavoro, allo stress, alla politica, e così via. Non vi siete mai chiesti:
«Queste lamentele hanno mai concluso qualcosa?»

Ora prendete le misure necessarie per correggere le vostre lagnanze e la prima volta che vi sentite sul punto di lamentarvi tenete presente l’inutilità di quest’azione.

Abituatevi ad accettare le cose per quello che sono, senza ostinarvi con le solite lamentele!

Se proprio non vi vanno a genio certe situazioni, affrontatele una volta per tutte, cambiatele o toglietevele di mezzo.

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Se non ti piace qualcosa cambiala. Se non puoi cambiarla, cambia il tuo atteggiamento. Non lamentarti!
(Maya Angelon)

L'amore è stato totalmente ignorato dagli scienziati... È una constatazione sconvolgente, perché si tratta di qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno e alla quale aneliamo senza posa. E tuttavia non è fatta materia di insegnamento: si dà per accettato che l'amore ci venga fornito tramite e per effetto di una misteriosa forza vitale.
[...]
«La mente razionale rifiuta categoricamente di credere nel potere dell'amore» - osserva Sorokin...
«A noi sembra un'entità illusoria. Lo consideriamo alla stregua di un autoinganno, lo giudichiamo l'oppio dei popoli, uno sciocchezzaio antiscientifico.»...
«Noi siamo prevenuti», osserva ancora Sorokin, «contro ogni teoria che si sforzi di provare il potere esplicato dall'amore nel determinare il comportamento umano e la personalità, nell'influenzare il corso dell'evoluzione biologica, sociale, mentale e morale, nell'agire sul corso degli eventi storici e nel plasmare la cultura e le istituzioni sociali. Negli ambienti dominati dalla ragione, siffatte teorie non convincono, e vengono reputate del tutto prive di basi scientifiche, frutto di pregiudizio e di superstizione.» Ecco, secondo me il punto è proprio questo: l'amore è considerato una vana parola, paccottiglia antiscientifica e superstiziosa.
[...]
Vorrei disquisire con voi in merito ad alcuni degli strumenti grazie ai quali possiamo essere splendide, tenere, indistruttibili creature umane, capaci di ricevere e prodigare amore. Per prima cosa, l'uomo capace di amare deve aver cura di se stesso. Non alludo a una forma di ingannevole egoismo. Mi riferisco all'uomo che bada realmente alla sostanza della propria personalità, a colui che dice: «Ogni cosa viene filtrata attraverso me; di conseguenza quanto migliore sono, tanto maggiore è ciò che ho da dare. Quanto più vaste sono le mie conoscenze, tanto più ampio sarà il bagaglio di nozioni che potrò offrire agli altri. Quanto più alto sarà il mio grado di perspicacia e comprensione, tanto maggiore sarà la mia capacità di insegnare agli altri e di fare della mia persona il più bello, il più straordinario, il più fantastico, il più tenero e affettuoso essere umano del mondo».
[...]
In California, psicologi umanisti di primissimo ordine come Rogers, Maslow, Herbert Otto hanno avuto intuizioni di eccezionale valore. Costoro - ma non sono i soli - sostengono che in noi si manifesta solamente una minima porzione di ciò che realmente siamo. Tale è l'immensità del potenziale insito nell'uomo, che l'ipotesi di riuscire a volare, se mai lo si volesse, non appare esagerata o stravagante. Potremmo disporre in tal misura del senso del tatto, da riuscire a toccare i colori! Potremmo avere occhi più acuti di quelli dell'aquila, l'olfatto più sensibile di quello di un cane da tartufi, e un cervello dotato di poteri così straordinari da esser sempre pervaso da sogni e progetti elettrizzanti.
Nondimeno, ci sentiamo perfettamente paghi di essere quel che siamo.
 [...]
Se l'intera esistenza è impegnata nel processo di diventare, crescere, vedere, toccare, percepire,
odorare, non è possibile vivere un solo istante di tedio. «Pensate a ciò che siete, al fantastico potenziale racchiuso in voi.»
Non mi stanco di ripeterlo ai miei studenti.
 [...] 
Non rinunciare mai all'albero della vita, abbarbicati ai suoi rami. Tu sei il solo, l'unico te stesso; l'unica, portentosa combinazione di forze che sia sempre esistita, e sempre esisterà, in grado di dar vita a quell'albero. Tu sei il miglior te stesso, ma a voler essere un altro, sarai sempre e semplicemente il miglior numero due.


 "Essere testimone" della vita significa essenzialmente essere consapevolmente "presenti" al cospetto del continuo divenire della Realtà... il che vuol dire essere attenti osservatori di ciò che accade dentro e fuori di noi.

Questa presenza consapevole è tutt'altro che una posizione passiva, ma è un particolare tipo di attenzione che scaturisce da una profonda contemplazione della vita - in ogni sua forma ed espressione... 


Il testimone vigile (l'osservatore distaccato degli orientali) è quello che non si identifica con le sue emozioni/pensieri... Questo testimone è la nostra "guida interiore" o quello che Osho chiama il "buddha intrinseco", che può essere risvegliato con l'auto-osservazione.

Ognuno di noi è il testimone degli episodi che scandiscono la vita quotidiana... 

Alcuni magari possono dire di essere i testimoni degli avvenimenti più importanti che avvengono a livello planetario; ad ogni modo ogni testimone apporta piccoli o grandi esperienze utili all'interpretazione della nostra realtà... senza queste testimonianze non potremmo conoscere nulla di ciò che ci circonda - si veda mito della caverna di Platone...



Noi siamo i perenni testimoni della nostra esistenza!

... 

Tuttavia - prima di diventare i "veri" e "autentici" testimoni di noi stessi - occorre percepire o vedere in profondità tutto quello che abbiamo deciso di fare, di avere e di essere...

Poi si possono aprire mille porte su come il tempo, lo spazio, le credenze etc.. modificano la percezione dell'essere testimone... ma questa è un'altra faccenda...

PS:
Alla fine siamo tutti testimoni del tribunale di Dio ^_^

Ogni minuto che vola via
è una nuova opportunità per mutarlo del tutto;
ogni istante è un'occasione per cambiare in meglio.
Dunque, vita, io ti prometto questo:
sarò sempre fedele al mio cuore.
Sarò il custode dei miei sogni.
Io solcherò tutti gli oceani guardando con occhi miei
il magnifico mondo in cui vivo.
Avrò caro ogni secondo
del tempo che mi è dato come un tesoro immeritato.
Ecco, faccio un profondo respiro,
per riempirmi d'aria i polmoni,
e per colmarmi del mistero
e della magia
che mi circondano.

Me ne andrò per la mia strada,
non importa che cosa gli altri ne penseranno.
Padrone del mio destino,
non tradirò giammai il mio cuore.
La mia stessa felicità.
Vita, anche questo io ti prometto:
quando verrà il momento di andarmene
di cavalcare l'ultima onda,
di dare corpo al mio ultimo sogno:
avrò un sorriso per te,
vita di grazia e meraviglia.
Per ringraziarti di tutti i momenti che mi hai donato senza nulla chiedere.
Questa è la mia promessa a te:
preziosa, unica, magnifica
VITA!

(Sergio Bambaren)   

9) Esiste il Libero Arbitrio?

I (Interrogante): Non esiste il libero arbitrio? Non sono libero di desiderare?
M (Maharaj): Oh no, sei costretto a desiderare. In India l'idea stessa di libero arbitrio appare così ridicola che non c'è una parola per definirlo. La volontà è prigione, fissazione, schiavitù.
I (Interrogante): Sono libero di scegliere i miei limiti. 
M (Maharaj): Prima devi esser libero. E per essere libero nel mondo devi essere libero dal mondo. Altrimenti il tuo passato decide per te, e per il tuo futuro. Sei imprigionato tra ciò che è avvenuto e ciò che deve avvenire. Chiamalo destino o karma; ma mai: libertà. Torna prima al tuo vero essere, e poi agisci dal centro dell'amore..

[...]
... non so fino a che punto l'uomo è "solo testimone" di ciò che "accade"... O meglio, sono d'accordo sul fatto che esistano innumerevoli fenomeni che influenzano direttamente o indirettamente le scelte di ogni sigolo individuo (e di conseguenza il percorso evolutivo dell'intera umanità), però non escluderei completamente l'effetto (seppur minimamente significante) che le nostre decisioni e azioni possono avere sulla Realtà circostante...

In altre parole credo che nel nostro piccolo abbiamo la possibilità di scegliere come contribuire ad un'esistenza collettiva dignitosa piuttosto che alla dannazione perpetua su questo Pianeta... il nostro "ipotetico" libero arbitrio si ferma qui, il resto lo decide "Dio", il "Fato", "l'Universo"... o chi ne fa le veci Sad

In sintesi credo che l'Assoluto libero arbitrio sia frutto di un'Unica grande volontà (o forza) superiore che fa muovere le pedine dell'Universo; invece da un punto di vista relativistico direi che anche l'uomo ha il "suo" libero arbitrio, potendo decidere come vivere la propria vita sulla Terra...

è tutta questione di linguaggio e punti di vista... mi auguro di non aver creato troppa confusioneTongue

PS
Prendendo spunto da una citazione del grande Giordano Bruno (Un'unica forza, l'Amore unisce infiniti mondi li rende vivi) e tentando di dare un'etichetta al concetto di libero arbitrio, denominerei quest'ultimo con la parola Amore... 

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