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Sull'immortlità - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (6° parte)





QUESTE SONO LE ALTRE PARTI ---> 
  1. Evadere dalla prigione - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (2° parte)
  2. Il corpo Astrale - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (3° parte)
  3. La conoscenza è accessibile a pochi... - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (4° parte)
  4. I quattro corpi... - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (5° parte)
  5. Sull'immortlità - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (6° parte)
  6. La quarta via - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (7° parte)
  7. L'impermanenza dell'IO - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (8° parte) 
  8. Comprendere l'evoluzione... - Frammenti di un insegnamento sconosciuto (9° parte)
  9. L'Io individuale- Frammenti di un insegnamento sconosciuto (10° parte)
  10. I Mondi...- Frammenti di un insegnamento sconosciuto (11° parte)
  11. I CONCETTI PRINCIPALI DI GURDJIEFF (1° PARTE




(O.)
"Si può dire che l'uomo possiede l'immortalità?"

(G.)
"L'immortalità, disse GURDJIEFF, è una di quelle qualità che l'uomo si attribuisce senza avere una sufficiente comprensione del loro significato. Altre qualità di questo genere sono l'individualità, nel senso di unità interiore, l'Io permanente ed immutabile', la coscienza' e la volontà...
Tutte le vie che conducono all'immortalità, quelle che sono generalmente conosciute e le altre, possono essere ripartite in tre categorie:

La via del fachiro
La via del fachiro è quella della lotta con il corpo fisico, è la via del lavoro sulla prima stanza ed è lunga, difficile e incerta. Il fachiro si sforza di sviluppare la volontà fisica, il potere sul corpo. Egli vi riesce attraverso terribili sofferenze, torturando il corpo. Tutta la via del fachiro è fatta di esercizi fisici incredibilmente penosi. Egli sta in piedi, nella medesima posizione, senza un movimento, per ore, giorni, mesi o anni; oppure siede con le braccia tese, su un nudo sasso, al sole, alla pioggia, alla neve; oppure si infligge il supplizio del fuoco o quello del formicaio in cui egli tiene le gambe nude, e così via. Se non cade ammalato o non muore, si sviluppa in lui ciò che può essere chiamato volontà fisica ed egli raggiunge allora la quarta camera, vale a dire la possibilità di formare il quarto corpo. Ma le altre sue funzioni, emozionali e intellettuali, rimangono non sviluppate. Egli ha conquistato la volontà, ma non possiede niente cui applicarla, non può farne uso per acquistare la conoscenza o perfezionare se stesso. In generale, è troppo vecchio per cominciare un lavoro nuovo.

La via del monaco
È la via della fede, del sentimento religioso e del sacrificio. Un uomo che non abbia fortissime emozioni religiose e una immaginazione religiosa molto intensa non può diventare un monaco nel vero senso della parola. Pure la via del monaco è molto dura e molto lunga. Il monaco passa degli anni, decine di anni, a lottare contro se stesso, ma tutto il suo lavoro è concentrato sulla seconda stanza', sul secondo corpo, ossia sui sentimenti. Sottomettendo tutte le altre emozioni a una sola emozione, la fede, egli sviluppa in se stesso l’unità, la volontà sulle emozioni, e per questa via egli raggiunge la quarta stanza. Ma il suo corpo fisico e le sue capacità intellettuali possono restare non sviluppate. Per essere in grado di servirsi di ciò che egli avrà raggiunto, dovrà coltivarsi fisicamente e intellettualmente. Questo non potrà essere condotto a buon fine se non mediante nuovi sacrifici, nuove austerità, nuove rinunce. Un monaco deve ancora diventare uno yogi e un fachiro. Rarissimi sono coloro che arrivano così lontano; più rari sono ancora coloro che superano tutte le difficoltà. La maggior parte muoiono prima o non diventano monaci che in apparenza.

La via dello yogi
È la via della conoscenza, la via dell'intelletto. Lo yogi lavora sulla terza stanza' per arrivare a penetrare nella quarta con i suoi sforzi intellettuali. Lo yogi riesce a raggiungere la quarta stanza sviluppando il suo intelletto, ma il suo corpo e le sue emozioni restano da sviluppare e, come il fachiro ed il monaco, egli è incapace di trarre profitto da ciò che ha realizzato. Egli sa tutto, ma non può fare nulla.
 Però in questo caso ha il vantaggio di comprendere la sua posizione, di conoscere ciò che gli manca, ciò che deve fare e la direzione da seguire. Ma, come sulla via del fachiro e del monaco, rarissimi sono coloro che acquistano una tale conoscenza sulla via dello yogi, ossia raggiungono il livello in cui un uomo può sapere dove va. La maggior parte si arrestano ad un certo grado e non vanno oltre.

 tutte le vie, la via del fachiro come le vie del monaco e dello yogi, hanno un punto comune: tutte incominciano da ciò che vi è di più difficile, un cambiamento di vita totale, una rinuncia a tutto ciò che è di questo mondo. Un uomo che ha una casa, una famiglia, deve abbandonarle, deve rinunciare a tutti i piaceri; attaccamenti e doveri della vita, e partire per il deserto, entrare in un monastero o in una scuola di yogi.
 Ciò mostra d'altronde come un tale sviluppo sia raro e difficile. Lo sviluppo di queste possibilità non è una legge. La legge per l'uomo è una esistenza nel cerchio delle influenze meccaniche, è lo stato di uomo macchina. La via dello sviluppo delle possibilità nascoste è una via contro la natura, contro Dio. Ciò spiega le difficoltà e il carattere esclusivo delle vie. Esse sono ardue e strette. Ma al tempo stesso nulla potrebbe esser raggiunto senza di esse. Nell'oceano della vita ordinaria, e specialmente della vita moderna, le vie sono un fenomeno piccolo, appena percettibile, che, dal punto di vista della vita stessa, non ha la minima ragione d'essere. Ma questo piccolo fenomeno contiene in se stesso tutto ciò di cui l'uomo può disporre per lo sviluppo delle sue possibilità nascoste. Le vie si oppongono alla vita di tutti i giorni, basata su altri principi e assoggettata ad altre leggi. In ciò consiste il loro potere e il loro significato... La vita mondana, anche la più riuscita, conduce alla morte e non potrebbe condurre a nient'altro... 
... Come regola generale, è duro per un uomo rassegnarsi a quest'idea; essa gli pare esagerata, ingiusta e assurda. Egli ha una povera comprensione del senso della parola possibilità. Si immagina che, se vi sono delle possibilità in lui, debbano svilupparsi e che debbano pur esserci dei mezzi di sviluppo alla sua portata. Da un totale rifiuto di riconoscere in se stesso qualsiasi genere di possibilità, l'uomo, in generale, passa immediatamente a un'esigenza imperiosa del loro sviluppo inevitabile. È difficile per lui abituarsi all'idea che non soltanto le sue possibilità possono restare al loro stadio attuale di sottosviluppo, ma che esse possono atrofizzarsi definitivamente e che d'altra parte il loro sviluppo esige da lui sforzi prodigiosi e perseveranti...



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