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INNI E INVOCAZIONI DELL'ANTICO EGITTO

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tratti da   http://magia.esoterya.com


 Inni a Horus

Attraverso il tuo nome Ra, tu, falco del Sole / Te invoco. Tu, tra i gloriosi il più glorioso. Attraverso il tuo nome Harmachis, Gioventu dell’Alba, / A te chiedo di apparire ed innalzarti! Attraverso il tuo nome Mau, Tu leone del potere, / Te invoco nella calda ora di mezzogiorno! Attraverso il tuo nome Tum, Tu falco di Tutti, / Te invoco nel tramonto Cremisi! Attraverso il tuo nome Kheph-Ra, Tu, scarabeo della notte, / Te invoco, O sole di Mezzanotte! Attraverso gHeru-Pa-Kraat, Tu, signore della Difesa, / Te invoco dal grande silenzio! Attraverso il tuo nome HOORI, Tuo sacro nome segreto, / Te io invoco, e Te io acclamo, O Signore Guerriero dalla fiamma rosso rubino! Colpisci colpisci magnifica frusta / Sguainati sguainati spada fiammeggiante! Figlio incoronato e Signore conquistatore Horus Vendicatore
Mia è la testa dell’Uomo in questo rito / Tanto aguzzo ed elusivo come di Falco è la mia vista/ Attraverso la mia testa ti invoco, O Signore della luce/ Sono Io, il figlio unico, / del Sole e della Luna, di entrambi Giorno e Notte! / Attraverso il mio corpo io ti invoco, e prego Te! Per me sarà un segno dato a nessun altro / salvalo come parte di te, O figlio dalla testa di falco/ Attraverso il simbolo io ti invoco, O Potente! / E mio è il trionfante simbolo di Apophis, / Il Distruttore e potente Signore dell’Oscurità! / Sono io a possedere la parola del Doppio Potere ed è l’antico Canto che sto cantando in questa ora! E nella mia mano è la tua Sacra Spada che avrà la Rivincita
Mia è la testa del Falco di Fiamma: / Figlio di Iside ed Osiride è il mio nome! Sono io che ho protetto mio padre, / Ed io ho reso fertile mia madre con l’Amore Io sono il vendicatore del innominabile terrore, / Del Grande Typhon, Io sono il cacciatore potente / E sono io, colui che ha innalzato la sua Sacra testa/ Ed il coccodrillo del Nilo è stato sconfitto! Sono io che nascondo il blu del cielo notturno / Con la mia grande Nemyss Io mi innalzo e volo! Sono io che dimoro al timone Della barca di Ra, nel reame infinito Io che porto la magica doppia bacchetta del potere E la croce dell’Oro e il Fiore di Rubino Perché sono Horus, colui che è invocato in questa ora ! Colpisci colpisci magnifica frusta / Sguainati Sguainati spada fiammeggiante! Figlio incoronato e Signore conquistatore

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Inno al Dio 

AtonTu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton! Tu da cui nacque ogni vita. Quando brillavi dall’orizzonte a est riempivi ogni terra della tua bellezza sei bello, grande, scintillante, Viaggi al di sopra delle terre che hai creato, abbracciandole nei tuoi raggi, tenendole strette per il tuo amato figlio. Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra; Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono. Quando sprofondi oltre il confine occidentale dei cieli la terra è oscurata come se fosse arrivata la morte; allora gli uomini dormono nelle loro stanze, il capo coperto, incapaci di vedersi tra loro; vengono loro sottratti i tesori da sotto la testa e non lo sanno. Ogni leone esce dalla sua tana, tutti i serpenti emergono e mordono. Il buio è totale e la terra silente: Colui che li ha creati riposa nell’orizzonte. La terra si illumina quando sorgi con il tuo disco scintillante di giorno. Davanti ai tuoi raggi l’oscurità viene messa in fuga, il popolo delle Due Terre celebra il giorno, tu lo svegli e lo metti in piedi, loro si lavano e si vestono, sollevano le braccia lodando il tuo apparire, poi su tutta la terra cominciano il loro lavoro.  Le bestie brucano tranquille, gli alberi e le piante verdeggiano, gli uccelli lasciano i loro nidi e sollevano le ali lodandoti: Tutti gli animali saltellano sulle zampe tutti gli esseri alati volano e si posano di nuovo tornano alla vita quando tu sorgi. Le navi salpano su e giù per il fiume. Alla tua venuta si aprono tutte le strade. Di fronte al tuo volto i pesci saltano nel fiume. I tuoi raggi raggiungono l’oceano verde.  Tu sei colui che mette il seme maschile nella donna, tu sei colui che crea il seme nell’uomo, tu sei colui che risveglia il figlio nel ventre ella madre, accarezzandolo perché non pianga. Anche nell’utero sei la sua balia. Tu dai respiro a tutta la tua creazione, aprendo la bocca del neonato, e dandogli nutrimento. Quando il pulcino cinguetta nell’uovo gli dai il respiro perché possa vivere. Tu porti il suo corpo a maturazione in modo che possa rompere il guscio. E così quando lo rompe corre sulle sue zampette, annunciando la sua creazione.   ---   Quante sono le tue opere! Esse sono misteriose agli occhi degli uomini. Oh unico, incomparabile Dio onnipotente, tu hai creato la terra in solitudine come desidera il tuo cuore, gli uomini tu hai creato, e le bestie grandi e piccole, tutto ciò che è sulla terra, e tutto ciò che cammina, tutto ciò che fende l’aria suprema, tu hai creato strani paesi, Khor e Kush e anche la terra d’Egitto, tu metti ogni uomo al posto giusto con cibo e possedimenti e giorni che sono contati.  Gli uomini parlano molte lingue, sono diversi nel corpo e nella pelle, perché tu hai distinto popolo da popolo.  Nell’Altro Mondo tu fai sì che il Nilo straripi, conducendolo a tuo piacimento a portare vita agli egizi. Anche se tu sei signore di tutti loro, signore delle loro terre, ti affatichi per loro, brilli per loro, di giorno sei il disco solare, grande nella tua maestà, anche alle terre lontane hai portato la vita, stabilendo per loro un’inondazione del Nilo nei cieli, che cade come le onde del mare bagnando i campi su cui abitano. Quanto eccelse sono le tue vie, oh Signore dell’eternità! Hai stabilito un Nilo nei cieli per i forestieri. Per il bestiame che cammina ogni terra, ma per l’Egitto il Nilo sgorga dall’aldilà. I tuoi raggi nutrono campi e giardini.  È per te che vivono Tu fai le stagioni per il bene delle tue creature, l’inverno per rinfrescarle, l’estate perché possano gustare il tuo calore. Hai creati cieli lontani in cui tu possa risplendere. Il tuo disco, nella tua solitudine, veglia su tutto ciò che hai fatto apparendo nella sua gloria e brillando vicino e lontano. Dalla tua unicità dai corpo a milioni di forme, città e villaggi, campi, strade e il fiume. Tutti gli occhi ti osservano, lucente disco del sole.  Non c’è nessuno che ti conosca, tranne Akhenaton, tuo figlio. Gli hai dato comprensione dei tuoi intenti. Lui capisce il tuo potere: Tutte le creature del mondo sono nelle tue mani, proprio come tu le hai fatte. Con il tuo sorgere, esse vivono. Con il tuo tramontare, esse muoiono. Tu stesso sei la durata della vita. Gli uomini vivono attraverso di te I loro occhi ricolmi di bellezza fino all’ora del tuo tramonto. Ogni fatica viene messa da parte quando tu sprofondi a ovest. Tu hai stabilito il mondo per tuo figlio, lui che è nato dal tuo corpo, Re dell’Alto Egitto e del Basso Egitto, che vive nella verità, Signore delle Due Terre, Neferkhepure, Wanre il Figlio di Re, che vive nella verità, Signore dei Diademi, Akhenaton grande nella lunghezza dei suoi giorni. E per la Nobile Moglie del Re colei che ama, per la Signora delle Due Terre, Nefernefruate-Nefertiti, possa lei vivere e fiorire per l’eternità.


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Inno a Osiride

Omaggio a te, Osiride, Signore dell’eternità, Re degli Dei, che hai molteplici nomi, che hai forme sacre, tu essere di forma occulta nei templi, tu che hai il Ka sacro. Tu sei il governatore di Tattu (Busiris) e anche potente in Sekhem (Letopolis). Tu sei il Signore verso il quale le preghiere sono dirette nel nome di Ati, tu sei il Principe del cibo divino in Anu. Tu sei il Signore che è commemorato in Maati, l’Anima Occulta, il Signore di Qerrt (Elephantine), il supremo Sovrano nel Muro Bianco (Menfi).
Tu sei l’Anima di Ra, il suo proprio corpo, e possiedi il suo luogo di riposo in Henensu (Herakleopolis). Tu sei colui che è caritatevole e sei pregato in Nart. Tu fai si che la tua anima venga elevata. Tu sei il Signore della Grande Casa in Khemenu (Hermopolis). Tu sei il potente di vittorie in Shas-hetep, il Signore dell’eternità, il Governatore di Abydos. Il cammino del suo trono è in Ta-tcheser (una parte di Abydos). Il tuo nome è consolidato nelle bocche degli uomini. Tu sei l’essenza delle Due Terre (Egitto). Tu sei Tem, colui che nutre Kau (Doubles), il Governatore delle Compagnie degli Dei. Tu sei lo Spirito caritatevole tra gli spiriti. Il dio dell’Oceano Celeste (Nu) attirava da te le sue acque. Tu emani il vento del nord al vespro e il respiro dalle tue narici alla soddisfazione del tuo cuore. Il tuo cuore rinnova la sua giovinezza, tu produci…. Le stalle nelle quote celestiali sono obbedienti verso di te e le grandi porte del cielo si aprono innanzi a te. Tu sei colui verso il quale le preghiere sono dirette nel cielo del sud e grazie sono offerte da te nel cielo del nord. Le imperiture stelle sono sotto la tua sorveglianza e le stelle che non tramontano mai sono i tuoi troni. Offerte appaiono innanzi a te secondo il decreto di Keb. Le Compagnie degli Dei pregano te e gli dei del Tuat (Altro Mondo) annusano la terra per renderti omaggio. Le somme parti della terra si inchinano innanzi a te e il limiti dei cieli ti implorano con suppliche quando ti vedono. Coloro che sono sacri sono sconfitti innanzi a te e tutto l’Egitto ti ringrazia quando incontra la Tua Maestà. Tu sei lo Spirito-Corpo che sorge, il governatore degli Spiriti-Corpi; il tuo rango è permanente, radicato è il tuo dominio. Tu sei il Sekhem (Potere) della Compagnia degli Dei, grazioso è il tuo volto e amato da chi lo vede. La paura di te prevale in tutte le terre a causa del tuo perfetto amore, ed essi gridano il tuo nome rendendolo il primo dei nomi, e tutta la gente ti fa delle offerte. Tu sei il signore che è commemorato nei cieli e sulla terra. Tante sono le grida fatte a te alla commemorazione del Uak e con un solo cuore e voce l’Egitto innalza grida di gioia a te.      “Tu sei il Grande Capo, il primo tra i tuoi fratelli, il Principe della Compagnia degli Dei, l’instauratore del Giusto e della Verità dovunque nel mondo, il Figlio che è stato posto nel grande trono di suo padre Keb. Tu sei il diletto di tua madre Nut, il potente di valore, che abbatté il maligno Sebau. Tu resistetti e scoffissi il tuo nemico, e portasti la paura nel tuo avversario. Tu porti i limiti delle montagne. Il tuo cuore è fisso, le tue gambe sono ferme. Tu sei l’erede di Keb e della sovranità delle Due Terre (Egitto). Egli (Keb) ha visto i suoi splendori, egli ha decretato per lui la guida del mondo tramite la sua mano fino alla fine dei tempi. Tu hai creato questa terra con la tua mano, e le acque, e i venti, e la vegetazione, e tutto il bestiame, e tutti gli uccelli piumati, e tutti i pesci, e tutte le cose striscianti e di conseguenza tutti gli animali selvatici. Il deserto è legittimo possedimento del figlio di Nut. Le Due Terre (Egitto) sono soddisfatte di incoronare te sul trono di tuo padre, al pari di Ra.      “Tu ruoti nell’orizzonte, tu hai illuminato le tenebre, tu emetti aria dalle tue piume, e tu inondi le Due Terre come il Disco all’alba. La tua corona permea la sommità del cielo, tu sei il compagno delle stelle e la guida di ogni dio. Tu sei caritatevolenel decretare e parlare, il favorito della Grande Compagnia degli Dei, e il prediletto della Piccola Compagnia degli Dei.      Sua sorella (Iside) l’ha protetto, e ha respinto lo spirito maligno e ha sviato le piaghe (del diavolo). Ella proferisce la formula magica col magico potere della sua bocca. La sua lingua era perfetta e non ha mai fermato una parola. Caritatevole nel dominio e nella parola era Iside, la donna dalle parole magiche, la sostenitrice di suo fratello. Ella lo cerca continuamente, ella vaga tutt’attorno a questa terra di dolore e non si posa senza averlo trovato. Ella creò la luce con le sue piume, ella creò l’aria con le sue ali ed emise il lamento di morte per suo fratello. Ella sollevò i membri inattivi il cuori dei quali erano inerti, ella estrasse da lui la sua essenza, ella fece un erede, ella tirò su il bambino in solitudine, e il luogo dove non fu conosciuto, e crebbe in forza e statura e la sua mano era potente nella Casa di Keb. La Compagnia degli Dei gioì, gioì, all’avvento di Horus, il figlio di Osiride, il cuore del quale era risoluto, il trionfante, il figlio di Iside, l’erede di Osiride.

Commenti

Anonimo ha detto…
Lo scettro heqa, che in geroglifico significa “principe” e che ha la forma di un pastorale, e il flagello nekhekh, che ricorda uno scacciamosche, sono simboli della regalità. Come tali, sono tenuti in mano dai faraoni ma anche da Osiride, in quanto sovrano degli inferi. I sacerdoti ricoprivano la seconda posizione nella piramide sociale nel regno egizio ed essi erano i conoscitori delle pratiche magiche, dei riti religiosi e del sapere scientifico, che trasmettevano attraverso l'insegnamento nelle scuole che sorgevano nelle vicinanze dei templi. Lo shen (altresì conosciuto come sheneu o shenu) è uno degli amuleti egizi più antichi, conosciuto anche nella Mesopotamia dove era considerato un simbolo magico associato alle divinità. È rappresentato come una corda annodata e intrecciata in forma circolare, con una barretta tangente il bordo inferiore del cerchio.

I suoi significati sono estremamente complessi ma forse il più comune è quello che lo rappresenta come "anello di potere" perché gli Egizi vi identificarono il cerchio che circonda e definisce tutto ciò che esiste, ossia l'universo regolato da Maat. Di conseguenza, l'amuleto proteggeva da Caos e dalle forze dissocianti negative le persone vive e nel loro periglioso viaggio nel Duat, verso la rinascita e la vita eterna, i defunti.

Questo cerchio, senza principio e senza fine, rappresentava l'eternità intesa come incessante flusso del tempo e continua a vivere tutt'oggi nella nostra cultura occidentale come anello matrimoniale.

Come tutti gli amuleti doveva essere "caricato" di energia specifica per sortire l'effetto a cui era destinato e nella tomba di Tutankhamon è rappresentata la dea Nefti mentre "magnetizza" lo shen.

Altre rappresentazioni le troviamo in monili, soprattutto pettorali, nelle zampe del dio falco Horus e alla base della palma del dio dell'eternità Huh.

Una variante, tra le dottrine della cosmogonia egizia, indicava nella forma circolare dello shen, il sole sopra l'uovo cosmico e la barretta tangente era il luogo ove esso era posato, cioè la terra emergente dalle acque primordiali del Nun.

Lori ha detto…
«...Tu ti levi all'alba, dall'orizzonte irradi, Disco solare, nel giorno, Tu dissipi le tenebre, Tu espandi i tuoi raggi. Le due Terre sono in festa, gli uomini si svegliano, si tengono in piedi sulle loro gambe. Sei tu che fai sì che possano levarsi. I loro corpi divenuti puri, si vestono, le loro braccia compiono gesti di adorazione al tuo levare. L'universo intero si mette all'opera, ogni gregge è soddisfatta del proprio pascolo, alberi e erbe verdeggianti, gli uccelli spiegano le ali dai loro nidi e adorano la tua potenza vitale. Tutti gli animali saltano sulle loro zampe, tutti quelli che volano, tutti quelli che si posano, vivono al tuo levare. Le navi fanno vela, salendo e scendendo la corrente, perché ogni via è aperta quando tu sei sorto. Sul fiume i pesci guizzano davanti a te, i tuoi raggi penetrano nel cuore degli Oceani...»

(Estratto del Grande Inno ad Aton, Akhenaton)
Anonimo ha detto…
Akhenaton.
Amenofi IV, Amenhotep IV, Naphu(`)rureya, Ikhnaton.
In carica ca. 1351 a.C.–1334/1333 a.C.[2] oppure 1353 a.C.– 1336 a.C.[3]
Predecessore Amenofi III
Successore Neferneferuaton
Nome completo Fino al 5º anno di regno[4]: Neferkheperura-Uaenra Amenofi-Netjerhekauaset
Dal 5º anno di regno: Neferkheperura-Uaenra Akhenaton

Nascita Tebe, ca. 1375 a.C.
Morte Akhetaton, ca. 1334/3 a.C.[2]
Luogo di sepoltura originariamente: Tomba reale di Akhenaton ad Akhetaton
successivamente: KV55, Valle dei Re (dibattuto[5])
Dinastia XVIII dinastia egizia
Padre Amenofi III
Madre Tiy
Consorti Nefertiti
Kiya
Merytaton?
Ankhesenpaaton?
una sorella non identificata[6]
principesse straniere[7] (fra cui Tadukhipa[8])
Figli Merytaton, Maketaton, Ankhesenpaaton, Neferneferuaton Tasherit, Neferneferura, Setepenra, Tutankhamon[6]
Incerti: Smenkhara, Merytaton Tasherit, Ankhesenpaaton Tasherit[9]

Religione Religione egizia
Atonismo
Akhenaton, talvolta anche Ekhnaton, Ikhnaton[1], Khuenaton o Khuniatonu[10][N 1], ma per i primi 5 anni di regno[4] Amenofi IV o Amenhotep IV (Tebe, 1375 a.C. circa – Akhetaton, 1334/1333 a.C. circa), è stato un faraone egizio della XVIII dinastia. Regnò per 17 anni[11], morendo probabilmente intorno al 1334 a.C.

È celebre per aver abbandonato il tradizionale politeismo egizio a favore di una nuova religione di stampo enoteistico, monolatrico[12] (che mantenne, cioè, la credenza in più divinità pur adorandone una sola[13]) o pseudo-monoteistico[N 2], introdotta da lui stesso e basata sul culto del solo dio Aton, il disco solare[14]. La sua rivoluzione religiosa, duramente contrastata[15], si rivelò effimera. Pochi anni dopo la sua morte, i suoi monumenti furono occultati o abbattuti, le sue statue spezzate o riciclate e il suo nome cancellato dalle liste reali[16][17]. Le pratiche religiose tradizionali furono gradualmente restaurate e i sovrani che pochi decenni dopo fondarono una nuova dinastia, senza legami con la XVIII dinastia, screditarono Akhenaton e i suoi immediati successori (Neferneferuaton, Smenkhara, Tutankhamon e Ay), appellando lo stesso Akhenaton "il nemico di Akhetaton"[18] o "quel criminale"[19]. A causa di questa damnatio memoriae, Akhenaton fu completamente dimenticato fino alla scoperta, nel XIX secolo, del sito archeologico di Akhetaton (Orizzonte di Aton[20]), la nuova capitale che egli fondò e dedicò al culto di Aton, presso l'attuale Amarna. Gli scavi iniziati dall'archeologo inglese Flinders Petrie nel 1891, e terminati nel 1937, fecero nascere un grande interesse nei confronti di questo enigmatico faraone. Una mummia scoperta nel 1907 da Edward Ayrton nella tomba KV55 della Valle dei Re potrebbe essere la sua[21]; recenti analisi del DNA hanno accertato che l'uomo scoperto nella KV55 era padre di re Tutankhamon[22], ma l'identificazione di tali resti con Akhenaton è assai dibattuta[5][23][24][25].

L'interesse moderno nei confronti di Akhenaton e della sua grande sposa reale Nefertiti deriva in parte dalla sua connessione con Tutankhamon (anche se la madre del giovane faraone non fu Nefertiti, ma una donna sconosciuta che gli egittologi hanno soprannominato The Younger Lady[6]), così come dalla corrente artistica che incentivò e dalle sue idee religiose rivoluzionarie.
Goi ha detto…
inno al sole
I
Tu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton!
Tu da cui nacque ogni vita.
Quando brillavi dall'orizzonte a est
riempivi ogni terra della tua bellezza
sei bello, grande, scintillante,
Viaggi al di sopra delle terre che hai creato,
abbracciandole nei tuoi raggi,
tenendole strette per il tuo amato figlio (Akhenaton).
Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra;
Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono.


II
Quando sprofondi oltre il confine occidentale dei cieli
la terra è oscurata come se fosse arrivata la morte;
allora gli uomini dormono nelle loro stanze,
il capo coperto, incapaci di vedersi tra loro;
vengono loro sottratti i tesori da sotto la testa
e non lo sanno.
Ogni leone esce dalla sua tana,
tutti i serpenti emergono e mordono.
Il buio è totale e la terra silente:
Colui che li ha creati riposa nell'orizzonte.

III
La terra si illumina quando sorgi
Con il tuo disco scintillante di giorno.
Davanti ai tuoi raggi l'oscurità viene messa in fuga
il popolo delle Due Terre celebra il giorno,
tu lo svegli e lo metti in piedi,
loro si lavano e si vestono,
Sollevano le braccia lodando il tuo apparire,
poi su tutta la terra cominciano il loro lavoro.

IV
Le bestie brucano tranquille,
gli alberi e le piante verdeggiano,
gli uccelli lasciano i loro nidi
e sollevano le ali lodandoti:
Tutti gli animali saltellano sulle zampe
tutti gli essere alati volano e si posano di nuovo
tornano alla vita quando tu sorgi.

V
Le navi salpano su e giù per il fiume.
Alla tua venuta si aprono tutte le strade.
Di fronte al tuo volto i pesci saltano nel fiume.
I tuoi raggi raggiungono l'oceano verde.
Tu sei colui che mette il seme maschile nella donna,
tu sei colui che crea il seme nell'uomo,
tu sei colui che risveglia il figlio nel ventre della madre,
accarezzandolo perché non pianga.
Anche nell'utero sei la sua balia.
Tu dai respiro a tutta la tua creazione,
aprendo la bocca del neonato,
e dandogli nutrimento.

VI
Quando il pulcino cinguetta nell'uovo
gli dai il respiro perché possa vivere.
Tu porti il suo corpo a maturazione
in modo che possa rompere il guscio.
E così quando lo rompe corre sulle sue zampette,
annunciando la sua creazione.

VII
Quante sono le tue opere!
Esse sono misteriose agli occhi degli uomini.
O unico, incomparabile dio onnipotente,
tu hai creato la terra in solitudine come desidera il tuo cuore,
gli uomini tu hai creato, e le bestie grandi e piccole,
tutto ciò che è sulla terra,
e tutto ciò che cammina,
tutto ciò che fende l'aria suprema,
tu hai creato strani paesi, Khor e Kush
e anche la terra d'Egitto,
tu metti ogni uomo al posto giusto
con cibo e possedimenti
e giorni che sono contati.
Gli uomini parlano molte lingue,
sono diversi nel corpo e nella pelle,
perché tu hai distinto popolo da popolo.

VIII
Negli Inferi tu sai sì che il Nilo straripi,
conducendolo a tuo piacimento a portare vita agli egizi.
Anche se tu sei signore di tutti loro, signore delle loro terre,
ti affatichi per loro, brilli per loro,
di giorno sei il disco solare, grande nella tua maestà,
anche alle terre lontane hai portato la vita,
stabilendo per loro un'inondazione del Nilo nei cieli,
che cade come le onde del mare
bagnando i campi su cui abitano.
Quanto eccelse sono le tue vie, o Signore dell'eternità!
Hai stabilito un Nilo nei cieli per i forestieri.
Per il bestiame che cammina ogni terra,
ma per l'Egitto il Nilo sgorga dall'aldilà.
I tuoi raggi nutrono campi e giardini.
È per te che vivono
Anonimo ha detto…







IX
Tu fai le stagioni per il bene delle tue creature,
l'inverno per rinfrescarle, l'estate perché
possano gustare il tuo calore.
Hai creati cieli lontani in cui tu possa risplendere.
Il tuo disco nella tua solitudine veglia su tutto ciò che tu hai fatto
apparendo nella sua gloria e brillando vicino e lontano.
Dalla tua unicità dai corpo a milioni di forme
città e villaggi, campi, strade e il fiume.
Tutti gli occhi ti osservano, lucente disco del sole.

X
Non c'è nessuno altro che ti conosca tranne Akhenaton,
tuo figlio.
Gli hai dato comprensione dei tuoi intenti.
Lui capisce il tuo potere:
Tutte le creature del mondo sono nelle tue mani,
proprio come tu le hai fatte.
Con il tuo sorgere, esse vivono.
Con il tuo tramontare, esse muoiono.
Tu stesso sei la durata della vita. Gli uomini vivono attraverso di te
I loro occhi ricolmi di bellezza fino all'ora del tuo tramonto.
Ogni fatica viene messa da parte quando tu sprofondi a ovest.

XI
Tu hai stabilito il mondo per tuo figlio,
lui che è nato dal tuo corpo,
Re dell'Alto Egitto e del Basso Egitto,
che vive nella verità, Signore delle Due Terre,
Neferkhepure, Wanre
il Figlio di Re,
che vive nella verità, Signore dei Diademi,
Akhenaton grande nella lunghezza dei suoi giorni.
E per la Nobile Moglie del Re
lei che lui ama,
per la Signora delle Due Terre, Nefertiti,
possa lei vivere e fiorire per l'eternità.
Anonimo ha detto…
L’ “INNO AL SOLE DI AKHENATON“ è la più lunga poesia, giunta fino a noi, scritta alla divinità del disco solare Aton. Si presume che sia stato composto verso la metà del XIV secolo a.C.. Il testo è attribuito al faraone Akhenaton della XVIII dinastia o ai suoi cortigiani.


Miriam Lichtheim descrive l'inno come "una bella dichiarazione della dottrina del Dio unico" Nel suo libro “Reflections on the Psalms“ del 1958 , CS Lewis ha paragonato l'Inno ai Salmi del canone giudaico-cristiano, così come Breasted (che li ha suddivisi in strofe per assomigliare a poesie occidentali). Miriam Lichtheim ha commentato una presunta somiglianza con il Salmo 104 dicendo che "Le somiglianze sono, tuttavia, più probabilmente il risultato della somiglianza generica tra inni egizi e salmi biblici. Una specifica interdipendenza letteraria non è probabile". Lo studioso biblico Mark S. Smith ha commentato che "Nonostante il costante sostegno per il confronto dei due testi, l'entusiasmo per l'influenza anche indiretta è stato temperato negli ultimi decenni. In alcuni ambienti, l'argomento per qualsiasi forma di influenza viene semplicemente respinto. Tuttavia alcuni egittologi, come Jan Assmann e Donald Redford, sostengono l'influenza egiziana sia sulla corrispondenza di Amarna (specialmente in EA 147) che sul Salmo 104 ". L' egittologo Dominic Montserrat discute la terminologia usata per descrivere questi testi, descrivendoli come poesie formali o elogi reali. Egli vede la parola "inno" come un suggerimento di "sfoghi di emozione" mentre li vede come "elogi, dichiarazioni di lode formali e retoriche" in onore di Aton e della coppia
Tutto ha detto…
INNO AL SOLE DI AKHENATON
Magnifico risplendi tu. Sull’orizzonte del cielo, Tu sole vivente. Che determini la vita! Tu sorgi dall’orizzonte d’oriente. E colmi ogni terra della tua bellezza. Magnifico, grande e raggiante, alto sopra tutti i paesi della terra.

I tuoi raggi abbracciano le nazioni. Fino al termine di tutto quello che hai creato. Tu sei Ra quando raggiungi i loro confini. E li inclini per il tuo figlio amato. Sei lontano, ma i tuoi raggi sono sulla terra; sei nel suo volto, ma la tua via è inesplorabile.

Quando riposi oltre l’orizzonte occidentale, il mondo è immerso nelle tenebre, a somiglianza della morte. I dormienti sono nelle stanze. Con il capo velato e nessun occhio scorge l’altro.

Tutti gli averi che tengono sotto la testa vengono loro rubati. Non se ne accorgono. Ogni animale da preda è uscito dal proprio covile E tutti i serpenti mordono. L’oscurità è una tomba, la terra giace attonita, poiché il suo creatore è tramontato all’orizzonte.

Al mattino però eccoti di nuovo al di sopra dell’oriente E brilli come sole nel dì; scacci le tenebre e scocchi i tuoi raggi. Le Due Terre sono ogni giorno in festa, gli uomini sono desti e si levano in piedi, poiché tu li hai fatti alzare. Il loro corpo è pulito e hanno indossato abiti, le loro braccia si levano in preghiera al tuo sorgere la terra intera compie la sua opera.

Tutto il bestiame si pasce del proprio foraggio, alberi ed erbe verdeggiano. Gli uccelli hanno lasciato i nidi, i loro voli lodano il tuo Ka. Tutti gli animali selvatici stanno all’erta, tutto ciò che si agita e ondeggia nell’aria vive, poiché sei sorto per loro. Le grandi barche risalgono la corrente E poi la ridiscendono, ogni viaggio è aperto dal tuo sorgere. I pesci nell’acqua saltano dinnanzi al tuo apparire, i tuoi raggi penetrano nel fondo del mare.

Tu che fai germinare il seme nelle donne, Tu che procuri “il liquido” agli uomini. Tu che mantieni in vita il figlio nel corpo di sua madre. E lo acquieti così che le sue lacrime si asciughino - Tu, balia nel corpo della madre! - Tu che doni il respiro. Perché tutte le creature possano vivere. Quando il bimbo esce dal corpo della madre. E respira nel giorno della nascita, gli apri la bocca completamente e ti preoccupi di quel che a lui serve.

Al pulcino nell’uovo, Che già si fa sentire nel guscio - Tu concedi l’aria e lo fai vivere. Hai stabilito per lui il momento. Quando è tempo di rompere il guscio; ed esce allora dall’uovo per rispondere al termine fissato, cammina già sui suoi piedi, quando esce dall’uovo.



Quanto sono numerose le tue opere Che si nascondono allo sguardo, tu unico dio, del quale non esistono eguali! Hai creato la terra secondo il tuo desiderio, da solo, con uomini bestiame e ogni animale, con tutto quello che sta sulla terra, con tutto quello che si muove sui piedi con tutto quello che sta in alto e si muove con le ali.

I paesi stranieri di Siria e Nubia, e con essi la terra d’Egitto, hai collocato al posto dove si trovano e ti preoccupi dei loro bisogni, tutti hanno nutrimento e il termine della loro esistenza è stabilito. Le lingue sono diverse nei discorsi. E così pure i lineamenti; il colore della pelle è differente, poiché tu distingui i popoli.

Nel mondo sotterraneo crei il Nilo, e lo porti poi in superficie a tuo piacimento, per mantenere in vita gli uomini che tu hai creato. Sei il signore di tutti che per tutti si affatica, tu padrone di ogni terra che per te si schiude, tu sole del giorno, potente nell’alto! Tu mantieni in vita anche le terre più lontane, hai posto un Nilo anche nel cielo, perché possa giungere a loro, e infrangere onde sui monti, come il mare, e rendere umidi i loro campi con ciò di cui hanno bisogno.

Quando sorgi essi si risvegliano e rivivono per te. Crei le stagioni perché le tue creature si possano sviluppare. L’inverno, per dar loro frescura, il caldo dell’estate perché godano della tua presenza. Hai posto lontano il cielo per salire fino a lui. E osservare tutto quello che hai creato.
Bruna ha detto…
Salmo 104 (Nuova Diodati)

1 Benedici, anima mia, l'Eterno! O Eterno, mio DIO, tu sei sommamente grande; sei vestito di splendore e di maestà. 2 Egli ti avvolge di luce come di un manto e distende i cieli come una tenda; 3 egli costruisce sulle acque le sue alte stanze, fa delle nubi il suo carro e cammina sulle ali del vento. 4 Fa dei venti i suoi messaggeri e una fiamma di fuoco i suoi ministri. 5 Egli ha fondato la terra sulle sue basi; essa non sarà mai smossa in eterno, 6 Tu l'avevi coperta dell'abisso come di una veste; le acque si erano fermate sui monti. 7 Al tuo rimprovero esse fuggirono, alla voce del tuo tuono si allontanarono in fretta. 8 I monti sorsero e le valli si abbassarono nel luogo che tu avevi fissato per loro. 9 Tu hai posto alle acque un limite da non oltrepassare; esse non torneranno a coprire la terra. 10 Egli fa scaturire sorgenti nelle valli; esse scorrono fra le montagne, 11 e danno da bere a tutte le bestie della campagna; gli onagri vi estinguono la loro sete. 12 Accanto ad esse fanno dimora gli uccelli del cielo; fra le fronde elevano il loro canto. 13 Dalle sue stanze superiori egli dà acqua ai monti; la terra è saziata col frutto delle tue opere. 14 Egli fa crescere l'erba per il bestiame e la vegetazione per il servizio dell'uomo, facendo uscire dalla terra il suo nutrimento, 15 e il vino che rallegra il cuore dell'uomo, l'olio che fa brillare il suo volto e il pane che dà forza al cuore dell'uomo. 16 Vengono così saziati gli alberi dell'Eterno e i cedri del Libano che egli ha piantato; 17 là fanno il loro nido gli uccelli, mentre la cicogna fa dei cipressi la sua dimora. 18 Gli alti monti sono per i camosci; le rocce sono rifugio dei conigli. 19 Egli ha fatto la luna per le stagioni; il sole conosce l'ora del suo tramonto. 20 Tu mandi le tenebre e si fa notte; in essa vanno attorno tutte le bestie della foresta. 21 I leoncelli ruggiscono in cerca di preda e chiedono a Dio il loro pasto. 22 Ma, quando sorge il sole, essi si ritirano e rimangono nelle loro tane. 23 Allora l'uomo esce alla sua opera e al suo lavoro fino alla sera. 24 Quanto numerose sono le tue opere, o Eterno! Tu le hai fatte tutte con sapienza; la terra è piena delle tue ricchezze. 25 Ecco il mare, grande e spazioso, che brulica di innumerevoli creature; 26 lo percorrono le navi e il Leviathan che tu hai formato per scherzare in esso. 27 Tutti si aspettano da te che tu dia loro il cibo a suo tempo. 28 Tu lo provvedi loro ed essi lo raccolgono; tu apri la mano e sono saziati di beni. 29 Tu nascondi la tua faccia, ed essi sono smarriti; tu ritiri il loro spirito, ed essi muoiono ritornando nella loro polvere. 30 Tu mandi il tuo spirito, ed essi sono creati, e tu rinnovi la faccia della terra. 31 La gloria dell'Eterno duri per sempre; si allieti l'Eterno nelle sue opere; 32 egli guarda alla terra ed essa trema; egli tocca i monti ed essi fumano. 33 Io canterò all'Eterno finché avrò vita; canterò le lodi al mio DIO finché esisterò. 34 Possa la mia meditazione essergli gradita; io mi rallegrerò nell'Eterno. 35 Scompaiano i peccatori dalla terra e gli empi non siano più. Anima mia, benedici l'Eterno! Alleluia.

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