La Ashtavakra Gita, o Ashtavakra
Samhita come è talvolta chiamata, è un testo sanscrito molto antico. Nulla
sembra essere noto sull'autore, anche se la tradizione lo attribuisce al saggio
Ashtavakra; da qui il nome.
Non c'è dubbio che sia molto
antica, probabilmente risalente ai giorni del periodo classico Vedanta. Lo stile
del sanscrito e la dottrina espressa sembra giustificare questa valutazione.
Il lavoro è stato conosciuto,
apprezzato e citato da Ramakrishna e dal suo discepolo Vivekananda, come pure da
Ramana Maharshi, mentre Radhakrishnan fa sempre riferimento ad essa con grande
rispetto. Oltre a questo il lavoro parla da sé.
Esso presenta gli insegnamenti
tradizionali dell’Advaita Vedanta con una chiarezza e una potenza raramente
viste.
Qui la traduzione inglese è di John
Richards e viene presentata al pubblico dominio con il suo affetto. Il lavoro è
stato una costante ispirazione nella sua vita per molti anni. Che possa esserlo
anche per molti altri.
John
Richards
Stackpole Elidor, UK
Stackpole Elidor, UK
La Ashtavakra Gita riporta il
dialogo fra il giovane maestro Ashtavakra e Raja Janaka, il re di Mithila.
È una raccolta di brevi versi,
esposta con una semplicità disarmante, senza compromessi. Essa rivela la verità
più alta e descrive la vita in completa libertà, esprime gli insegnamenti più
alti delle Upaniṣad, è l'essenza del Vedanta.
Non dà un'esposizione della verità
con un ragionamento logico, ma è una descrizione della beatitudine sperimentata
da un santo illuminato, un divino pazzo.
Il riadattamento in italiano è a
cura di Govinda Das Aghori.
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