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I Dieci mondi o Dieci regni dell'esistenza è una dottrina buddhista mahāyāna di origine cinese (scuola Tiāntái). Essi corrispondono a dieci stati di coscienza o condizioni vitali che si manifestano in tutti gli aspetti dell’esistenza. Ogni persona li possiede potenzialmente tutti e dieci, e in ogni momento passiamo dall’uno all’altro. In ogni momento uno dei dieci mondi viene manifestato, mentre gli altri nove rimangono latenti. La dottrina dei "Dieci mondi", elaborata inizialmente in Cina, si diffuse presso tutti quei paesi buddhisti che furono influenzati dal Canone buddhista cinese: Giappone, Corea e Vietnam.
I sei mondi inferiori
I primi sei stati, che vanno dall’inferno alla felicità parziale, sono definiti i sei sentieri o i sei mondi inferiori. Tutti hanno in comune il fatto che qualunque felicità o soddisfazione ottenuta in questi stati dipende totalmente dalle circostanze esterne ed è quindi effimera e soggetta al mutamento.
Inferno:
sofferenza, disperazione, non libertà, dove la tendenza è quella di far
del male sia a sé stessi che agli altri. La distruttività domina la
nostra vita.
Avidità:
condizione di brama e insaziabile desiderio di amore, affetto,
riconoscimento, denaro, potere, posizione sociale o di qualunque altra
cosa.
Animalità:
governati dall’istinto, si agisce secondo la legge della giungla, senza
esitare ad approfittare di quelli più deboli di noi e ad adulare quelli
più forti. E’ il regno della predazione, della rapina, dove normalmente
abitano gli uomini che ci governano e le istituzioni da loro formate.
Collera:
c’è consapevolezza dell’io, ma è un io egoista e avido, spinto a
sopraffare gli altri, a sfruttarli ai propri fini, o a considerarli come
una potenziale minaccia. Un io che, sentendosi superiore, tende a
svalutare e disprezzare gli altri, non tollerando o ammettendo la loro
superiorità in nessun caso. Non mostrando apprezzamento e gratitudine
per ciò che ricevono, ma solo disprezzo, lamentele, pretese, accuse.
Umanità:
c’è la calma che deriva dalla pace della mente non più in preda delle
emozioni dei quattro mondi precedenti. C’è la tendenza a comportarsi in
modo più umano. Ma è ancora uno stadio in cui si rimane molto
vulnerabili alle influenze esterne. La danza del potere dominio è sempre
pronta ad attivarsi, nella posizione di arroganza o di sottomissione.
E’ ancora molto facile regredire nei quattro mondi più bassi.
I quattro stati successivi, dal mondo dello studio alla buddhità vengono definiti i quattro mondi nobili.
A differenza dei sei sentieri, che sono reazioni passive all’ambiente, questi quattro stati più elevati vengono ottenuti attraverso uno sforzo intenzionale. I primi due, studio e illuminazione parziale, emergono quando ci rendiamo conto che tutto ciò che sperimentiamo nei sei sentieri è fugace, e iniziamo a cercare una verità duratura. Studio e illuminazione parziale sono chiamati i due veicoli.
Avendo compreso la fugacità delle cose, le persone in questi stati hanno conquistato un livello di indipendenza e non sono più prigionieri delle proprie reazioni, come invece nei sei sentieri. Spesso, però, tendono a sentirsi superiori alle persone legate ai sei sentieri che non hanno ancora raggiunto questo livello di comprensione. In più, la loro ricerca della verità è principalmente orientata verso se stessi, quindi c’è un grande potenziale di egoismo
in questi due stati, e le persone possono raggiungere una soddisfazione
con i loro progressi senza scoprire il potenziale più alto della vita
umana nel nono e decimo mondo.
Studio:
in questo stato, cerchiamo la verità attraverso gli insegnamenti o le
esperienze degli altri. Abbiamo bisogno di leggere, studiare,
riflettere, meditare, frequentare gli insegnamenti dei maestri.
Dedicarci molto tempo. Ne abbiamo veramente bisogno per cominciare a
scrostare i muri dell’ignoranza, fatta di credenze culturalmente
condivise, che ci tengono prigionieri. Occorre disciplina e dedizione,
retto sforzo. La pigrizia è il principale ostacolo.
Bodhisattva:
i Bodhisattva sono coloro che aspirano a ottenere l’illuminazione e
nello stesso tempo sono altrettanto determinate a mettere tutti gli
altri esseri in grado di fare la stessa cosa. Consapevoli dei legami che
ci uniscono a tutti gli altri, in questo stato ci rendiamo conto che qualunque felicità proviamo da soli è incompleta, e ci dedichiamo ad alleviare le sofferenze degli altri. Chi si trova in questo stato trova la maggiore soddisfazione in un comportamento altruistico.
Gli stati dall’Inferno al Bodhisattva sono complessivamente chiamati “i nove mondi”. Questa espressione viene spesso usata in contrapposizione al decimo mondo, lo stato illuminato di Buddità.
Gli stati dall’Inferno al Bodhisattva sono complessivamente chiamati “i nove mondi”. Questa espressione viene spesso usata in contrapposizione al decimo mondo, lo stato illuminato di Buddità.
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