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VASI SEFIROTICI





Tappe della discesa della forza divina:


Proprio come un liquido si raccoglie in un recipiente, la luce dell'emanazione diede luogo a vasi, corrispondenti alle diverse sefirot. Mentre i vasi superni furono in grado di sopportare l'energia che li pervadeva, quelli inferiori si ruppero, facendo sì che le particelle luminose si perdessero nell'oscurità sottostante. 

La luce ritornò subito verso l'alto, ma i frammenti rimasero sparsi in disordine e l'energia in essi imprigionata restò separata dal fluire vitale; dall'alto, per una seconda volta, la luce si riversò verso il basso, più attenuata, tanto che i vasi inferiori la sopportano e il moto di discesa poté essere terminato. I frammenti dei vasi dispersi nella prima rottura continuarono tuttavia a tenere prigioniere alcune particole di luce che, come acque morte, costituirono un residuo dannoso per il cosmo: esse sono all'origine delle qelippot ("scorze"), le oscure forze del male...

L'incapacità dei vasi sefirotici di contenere la luce divina si ripercosse nell'intero ordine del creato, imponendo la necessità di una restaurazione , la quale non può essere compiuta senza l'aiuto dell'uomo, poiché questi, con le proprie azioni, può contribuire a liberare le scintille di luce prigioniere nelle qelippot...
La partecipazione umana entra dunque a far parte di una ricomposizione già avviata dalle forze divine, e l'azione spirituale individuale completa il ristabilimento dell'ordine sconvolto dalla rottura dei vasi.


Isaac Luria di Safed

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