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AFORISMI DI SENECA

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Chi ha imparato a morire, ha disimparato a servire.


Mentre si attende di vivere [come si vorrebbe], la vita ci passa davanti [indisturbata alle nostre pretese]


 L'anima raggiunge la pienezza della felicità quando, dopo aver calpestato tutto ciò che è vile, raggiunge l'eccelsa altezza e penetra fin nelle pieghe più riposte della natura. E' allora, quando vaga tra gli astri, che si compiace di ridere delle pavimentazioni dei ricchi... Ma tutto questo lusso dei ricchi, l'anima non può disprezzarlo prima di aver fatto il giro del mondo, di aver gettato dall'alto del cielo uno sguardo sdegnoso sulla stretta terra ed essersi detto: "E' dunque quello il punto che tanti popoli si dividono col ferro e fuoco? Quanto sono ridicole le frontiere che gli uomini stabiliscono tra di essi"



     Volgi la mente da questa bassa aiuola a così eccelse meditazioni! Fallo adesso, finché il tuo sangue è caldo e sei ancora pieno di vigore, questo è il momento per guardare più in alto!



Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente.

http://it-it.abctribe.com/Disegni/Guide/Generiche/Seneca333(3).jpg
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
(Se un uomo non sa verso quale porto è diretto, nessun vento gli è favorevole.)

Chi segua la sua strada ha sempre una meta da raggiungere, ma chi ha smarrito la retta via, va errando all'infinito.


Tutti sono d'accordo nel ritenere che, vivendo in società, è difficile essere immuni dai vizi, e allora, se non abbiamo altro mezzo per salvarci da essi, isoliamoci: già questo solo fatto ci renderà migliori. D'altronde chi c'impedisce, pur vivendo appartati, di avvicinare uomini virtuosi e ricavarne un esempio su cui modellare la nostra esistenza? E ciò non è possibile se non in una vita tranquilla, lontana dalle pubbliche faccende: solo così potremo mantenere fermi i nostri propositi, non avendo accanto nessuno che, sollecitato dalla grande massa che gli sta intorno, possa distoglierci dalla nostra decisione, ancora instabile, all'inizio, e perciò facile a sgretolarsi. Allora sì la nostra vita potrà procedere uniforme e costante, perché non turbata dalle idee più diverse e contrastanti. Pergiunta, come se già non bastassero i numerosi mali che ci affliggono, passiamo da un vizio all'altro, e questo è il guaio peggiore: restassimo almeno attaccati a un vizio solo, quello che ci è più familiare e che abbiamo ormai sperimentato! Così a questo inconveniente si aggiunge pure il tormento che ci rode nel constatare come le nostre scelte, oltre che cattive, siano anche incostanti.
Siamo sballottati di qua e di là come dai flutti o dal vento, ed ora ci attacchiamo ad una cosa, ora ad un'altra, lasciamo ciò che avevamo cercato e ricerchiamo ciò che avevamo lasciato, in un altalenante avvicendarsi di desideri e pentimenti. Questo perché dipendiamo sempre dalle opinioni degli altri, ci sembra migliore ciò che ha un gran numero di aspiranti e di elogiatori e non ciò che va lodato e ricercato per il suo intrinseco valore, così come una strada la giudichiamo buona o cattiva non di per se stessa ma dalla quantità delle impronte e dal fatto che fra di queste non ce ne sia nessuna che torni indietro.

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Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto.
Chi è troppo indaffarato non può svolgere bene nessuna attività, perché una mente impegnata in mille cose non può concepire nobili pensieri.

Ci vuole tutta la vita per imparare a vivere e, quel che forse sembrerà più strano, ci vuole tutta la vita per imparare a morire.

Non finirò mai di stupirmi per tale offuscamento degli intelletti umani:
Sono tirchi nell'amministrare il patrimonio, ma prodighi nel gettar via il proprio tempo, la sola cosa per cui l'essere avari farebbe onore.

Mi piacerebbe chiedere a una persona anziana scelta a caso tra la folla:


«Tu sei ormai vicino al termine della vita e hai cento anni sulle spalle, se non di più: prova a fare un po' di conti sul tuo passato. Calcola quanto del tuo tempo ti hanno sottratto creditori, amanti, superiori e collaboratori, quanto le liti in famiglia e le punizioni dei servi, quanto gli impegni mondani andando in giro per la città. Aggiungi le malattie che ti sei procurato da solo e il tempo rimasto inutilizzato, e ti accorgerai di avere molti meno anni di quanti ne conti di solito. Cerca di ricordare quando sei stato fermo nei tuoi propositi; quante giornate sono trascorse proprio come avevi stabilito; quando sei stato padrone di te stesso, e il tuo volto è rimasto impassibile e il tuo animo intrepido; cosa hai realizzato in una vita così lunga e quanto della tua vita ti è stato sottratto dagli altri senza che te ne rendessi conto di quel che perdevi, e il tempo che ti hanno portato via l'inutile dolore, la sciocca allegria, un'avidità insaziabile, il frivolo conversare... Vedrai quanto poco, in definitiva, ti sia rimasto del tuo; allora capirai che muori prematuramente.»
Quale ne è dunque la causa? È che vivete come se doveste vivere per sempre, non vi ricordate della vostra precarietà; non osservate quanto tempo è già trascorso, lo sciupate come se ne aveste in abbondanza, mentre invece proprio quella giornata che state dedicando a qualcuno o a un affare qualsiasi, potrebbe essere l'ultima. Temete tutto come mortali, ma desiderate tutto come immortali.

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Smetterai di temere se avrai smesso di sperare.


Quando insegnano, gli uomini imparano.


Ognuno brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro, per il disgusto del presente. Ma chi sfrutta per sé ogni ora, chi gestisce tutti i giorni come una vita, non desidera il domani né lo teme. Non c'è ora che possa apportare una nuova specie di piacere. Tutto è già noto, tutto goduto a sazietà. Del resto la sorte disponga come vorrà: la vita è già al sicuro

La lunghezza della vita non si misura dai capelli bianchi o dalle rughe: non è un vivere questo, è solo un esistere a lungo.

Nessuno ti renderà gli anni, nessuno ti restituirà a te stesso; andrà il tempo della vita per la via intrapresa e non tornerà indietro né arresterà il suo corso; non farà rumore, non darà segno della sua velocità: scorrerà in silenzio, non si allungherà per editto di Re o favore di popolo; correrà come è partito dal primo giorno, non farà mai fermate, mai soste. Che avverrà? tu sei affaccendato, la vita si affretta: e intanto sarà lì la morte, per la quale, tu voglia o no, devi aver tempo.


Moriamo ogni giorno: ogni giorno ci viene tolta una parte della vita e anche quando ancora cresciamo, la vita decresce. Abbiamo perduto l'infanzia, poi la fanciullezza, poi la giovinezza. Tutto il tempo trascorso fino a ieri è ormai perduto; anche questo giorno che stiamo vivendo lo dividiamo con la morte.

Ci chiediamo: «Fino a quando sempre le stesse cose? Svegliarsi e andare a dormire, mangiare ed aver fame, aver freddo e soffrire il caldo? Nessuna cosa finisce, ma tutte sono collegate in uno stesso giro: si fuggono e si inseguono. Il giorno è cacciato dalla notte, la notte dal giorno; l'estate ha fine con l'autunno, questo è incalzato dall'inverno, che a sua volta è chiuso dalla primavera: così tutto passa per tornare. Non faccio né vedo mai niente di nuovo. Ad un certo punto, di tutto questo si prova la nausea». Per molti la vita non è una cosa penosa, ma inutile. 
Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte. La morte pareggia tutto. La morte è il non-essere. Dopo di me accadrà ciò che è stato prima di me. Se prima non abbiamo sofferto, vuol dire che non soffriremo dopo. Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.
Chi non vuole morire si rifiuta di vivere, perché la vita ci è stata data a patto di morire. La morte è il termine certo a cui siamo diretti e temerla è da insensato, poiché si aspetta ciò che è certo e solo l'incerto può essere oggetto di timore. La morte è una necessità invincibile e uguale per tutti: chi può lamentarsi di trovarsi in una condizione a cui nessuno può sottrarsi?
Nasciamo diversi, moriamo uguali.

Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire.

È grande chi sa essere povero nella ricchezza...
Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero.

Ti indicherò un filtro amoroso senza veleni, senza erbe, senza formule magiche: se vuoi essere amato, ama!

Tutta l'arte è imitazione della natura.


Molte cose, non perché sono difficili non osiamo [farle], ma perché non osiamo [farle] sono difficili.

Usa le orecchie piuttosto che la lingua.


"Sono schiavi." No, sono uomini. "Sono schiavi". No, vivono nella tua stessa casa. "Sono schiavi". No, umili amici. "Sono schiavi." No, compagni di schiavitù, se pensi che la sorte ha uguale potere su noi e su loro.
Vivere vuol dir combattere

Il destino guida chi lo segue di sua volontà, chi si ribella, lo trascina.

Siamo tutti schiavi del destino: qualcuno é legato con una lunga catena d'oro, altri con una catena corta e di vile metallo. Ma che importanza ha? La medesima prigione rinchiude tutti e sono incatenati anche coloro che tengono incatenati gli altri... Tutta la vita é una schiavitù. Bisogna quindi abituarsi alla propria condizione, lamentandosi il meno possibile e cogliendo tutti i vantaggi che essa può offrire.

Le idee migliori sono proprietà comune.... Non è mai esistito ingegno senza un poco di pazzia.

Attraverso le asperità (si arriva) alle stelle.

Che cosa misera è l'umanità se non si sa elevare oltre l'umano!

Il fuoco prova l'oro; le sventure, gli uomini forti.

Il più potente è colui che ha se stesso in proprio potere.

La verità non muore mai.

Sei stato gettato in questo punto, ammesso che tu possa ampliarlo, sino a dove lo amplierai?

La vita, senza una meta, è vagabondaggio.... La vita è lunga se è piena.... La vita è come una commedia: non importa quanto è lunga, ma come è recitata.

"Dato con lo spirito giusto, un dono è di per sé una ricompensa, ricevuto con lo spirito giusto è già ricambiato."

Al saggio non può capitare nulla di male: non si mescolano i contrari. Come tutti i fiumi, tutte le piogge e le sorgenti curative non alterano il sapore del mare, né l'attenuano, così l'impeto delle avversità non fiacca l'animo dell'uomo forte: resta sul posto e qualsiasi cosa avvenga la piega a sé; è infatti più potente di tutto ciò che lo circonda.

I mali incerti sono quelli che ci tormentano di più.


Ricordare è custodire ciò che è stato affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le nozioni apprese e non star sempre attaccato al modello, con lo sguardo sempre rivolto al maestro.
Fino a quando penserai ad imparare? È tempo anche di insegnare.

La verità è accessibile a tutti, non è dominio riservato di nessuno, e il campo che essa lascia ai posteri è ancora vasto.

I vizi: è più facile sradicarli che tenerli a freno.

Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos'è che rende felice la vita, ecco che ti vanno a tentoni. […]
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando a ciò verso cui il nostro naturale istinto ci spinge. Finché vaghiamo a caso, senza seguire una guida ma solo lo strepito e il clamore discorde di chi ci chiama da tutte le parti, la nostra vita si consumerà in un continuo andirivieni e sarà breve anche se noi ci daremo giorno e notte da fare con le migliori intenzioni...

Si stabilisca dunque dove vogliamo arrivare e per quale strada, non senza una guida cui sia noto il cammino che abbiamo intrapreso, perché qui non si tratta delle solite circostanze cui si va incontro in tutti gli altri viaggi; in quelli, per non sbagliare, basta seguire la strada o chiedere alla gente del luogo, qui, invece, sono proprio le strade più frequentate e più conosciute a trarre maggiormente in inganno. Da nulla, quindi, bisogna guardarsi meglio che dal seguire, come fanno le pecore, il gregge che ci cammina davanti, dirigendoci non dove si deve andare, ma dove tutti vanno. E niente ci tira addosso i mali peggiori come l'andar dietro alle chiacchiere della gente, convinti che le cose accettate per generale consenso siano le migliori e che, dal momento che gli esempi che abbiamo sono molti, sia meglio vivere non secondo ragione, ma per imitazione.


     Cerchiamo un bene che non sia appariscente, ma solido e duraturo, e che abbia una sua bellezza tutta intima: tiriamolo fuori. Non è lontano; si troverà, bisogna soltanto che tu sappia dove allungare la mano; ora, invece, come se fossimo al buio, passiamo davanti alle cose che ci sono vicine, inciampando magari proprio in quelle che desideriamo. (III)

Se vuoi credere a coloro che penetrano più profondamente la verità, tutta la vita è un supplizio. Gettàti in questo mare profondo e tempestoso, agitato da alterne maree, e che ora ci solleva con improvvise impennate, ora ci precipita giù con danni maggiori dei presenti vantaggi e senza sosta ci sballotta, non stiamo mai fermi in un luogo stabile, siamo sospesi e fluttuiamo e urtiamo l'uno contro l'altro, e talvolta facciamo naufragio, sempre lo temiamo; per chi naviga in questo mare così tempestoso ed esposto a tutti i fortunali, non vi è altro porto che la morte.

Chi domanda timorosamente, insegna a rifiutare.

Da un uomo grande c'è qualcosa da imparare anche quando tace.

È l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi

Se guardiamo un pezzo di legno perfettamente diritto, immerso nell'acqua, ci sembra curvo e spezzato. Non ha importanza che cosa guardi, ma come guardi: la nostra mente si ottenebra nello scrutare la verità.

Esistono diritti non scritti, ma più sicuri che tutti gli scritti.


Se voglio trastullarmi con qualche buffone, non devo cercarlo lontano: rido di me.

 

È meglio imparare delle cose inutili che non imparare niente.

Gran parte della libertà consiste nel saper dominare l'appetito e affrancarsi dalle passioni... Come è dolce aver estenuato e abbandonato le passioni!

La lealtà comprata col denaro, dal denaro può essere distrutta.

Ogni criminale è il boia di se stesso... Ogni crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza.

Come mai ad alcuno qualche cosa può parer sicura, se il mondo stesso è continuamente scosso, e se anche le sue parti più solide traballano?

Di tanto in tanto è bello anche far pazzie.

L'applauso della folla è la prova dell'empietà di una causa.

Le difficoltà rafforzano la mente, come la fatica rafforza il corpo.


Comportati con il tuo inferiore come vorresti che il tuo superiore si comportasse con te.


Chi è temuto teme: non può starsene tranquillo chi è oggetto della paura altrui.

La felicità è sempre instabile e incerta... Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.
Se la felicità consistesse nella sensualità, le bestie sarebbero più felici dell'uomo; l'umana felicità invece ha sede nell'anima, non nel corpo.

Niente è così stupido ed infelice quanto attendersi una disgrazia. Che follia, anticiparsi il male prima che questo capiti!

Non chi ha poco è povero, ma chi desidera più di quello che ha... Non è mai poco quello che è abbastanza.

Il misero è cosa sacra.

La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo.

Che giovano a quell'uomo ottant'anni passati senza far niente? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita; né è morto tardi, ma ha impiegato molto tempo per morire.

Per fare ciò che si vuole bisogna nascere re o stupidi.

Una mente notevole possiede un regno.

L'uomo è un animale sociale, le persone non sono fatte per stare da sole.

Molti imparano non per la vita ma per la scuola.

Una mano lava l'altra

Il sole splende anche sui malvagi.

Una bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti.

Ogni male ha la sua compensazione. Meno è il denaro, meno i problemi; meno i favori, minore è l'invidia. Perfino in quei casi che ci fanno uscir di senno, non è la perdita in se stessa che ci angustia, bensì la nostra valutazione della perdita.

Ogni volta che sono stato tra gli uomini sono tornato meno uomo.

Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui ammiriamo i muscoli e le spalle.

Commenti

Unknown ha detto…
mi ha fatto piacere leggere questo tuo articolo. Leggere Seneca mi ricorda che noi oggi non inventiamo nulla di nuovo, che la saggezza è sempre stata maestra di vita . Grazie!
Anonimo ha detto…
"Comportati con il tuo inferiore come vorresti che il tuo superiore si comportasse con te."

Se fosse seguita un pò di più questa massima, quanti meno problemi con i nostri simili ...

ciao Zewale, come sempre un gran bel blog

Saluti

Alex
Anonimo ha detto…
Seneca è il " mio mito". Grande Scuola

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