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LASCIATE IL MONDO ALLE VOSTRE SPALLE , IGNORATEVI, POSPONETEVI, DIMENTICATEVI DI VOI : SPERSONALIZZATE LA VOSTRA MEMORIA AFFETTIVA


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Beati gli smemorati, perché avranno la meglio anche sui loro errori. ( Friedrich Nietzsche).

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La stanchezza mentale (non fisica) si combatte sempre con lo sforzo, mai con il riposo. Quando lo spirito è stanco, depresso, desideroso di vagabondare, fantasticare, non lasciatevi intimidire, non cedete. Tornate a uno sforzo più aspro, a una concentrazione più assidua. 
Nessuna evanescenza spirituale resiste a un'ora di concentrazione. Vi scoprirete allora più lucidi, più calmi, più perspicaci.

Ogni volta che siete abbattuti dal triste pensiero della condizione umana cercate di dimenticarvi di voi, di considerare la vita come se voi non esistesse. Non alimentate altri punti di vista personali, fonti di tristezza e rammarico.

Cercate di spersonalizzarvi nell'immaginazione, del vostro tempo interiore, mentale. Esercizio difficile, perché occorre evitare contemporaneamente una sintesi astratta e la riedizione di un punto di vista personale.

Per riuscire ad ignorare noi stessi, abbiamo bisogno di una fervida immaginazione, che permetta di afferrare la vita direttamente, prescindendo dai suoi limiti, dalle sue personalizzazioni.
Le persone che ne sono prive sono le più infelici e le più tristi: non possono dimenticare se stesse, non possono sfuggire al fardello della loro individualità.

Potete usare la facoltà di immaginazione spersonalizzata anche per chiamare in soccorso le forze benefiche della luce e della gioia.

Cercate di non pensare a voi.

Cercate di trasformarvi in un calice in cui si raccoglie un'altra vita, più piena e sublime.

Quando avete qualcosa da fare, pensate a ciò che bisogna fare e non a chi lo fa. 

Ignorate il frutto dei vostri atti. 
Non devi importarvi se una cosa è apprezzata, ricompensata, riconosciuta. Una volta fatta, ignoratela.

Non rinunciate mai a voi stessi per un uomo, per grande, sublime, straordinario che sia. Rinunciate sempre per un fatto, un'idea, qualcosa di concreto e importante.

Create una memoria impersonale capace di afferrare la vita nella sua totalità.  

Una memoria che conservi non i sentimenti inerenti a un fatto, ma il fatto stesso; che conservi non gli uomini, ma il segno sotto il quale si muovono.

Non c'è niente che generi peggior tristezza del sentimento filtrato dal tessuto temporale.

 L'esistenza si appare disperata soprattutto quando la vediamo come una corsa verso la morte, quando comprendiamo che ogni ora è un ulteriore morso nell'isola incerta  della nostra vita; quando sentiamo passare il tempo, e notiamo che anche le gioie più  estatiche sono presenze effimere, transitorie.
Imparate a ignorare il tempo, a non temere le sue implicazioni.

Viviamo in un panico perpetuo: e se mi inganno? E se ho dimenticato una verità? E se mi sbaglio?

Panico inutile perché, in realtà, nessuno sbaglia e tutti, dal loro punto di vista, hanno ragione. 


 Trovare una verità non significa niente: poterne disporre può significare qualcosa. 

La verità e l'errore sono, checché se ne dica, oggetti esteriori sinché ci limitiamo a pensarli senza comprenderli.
(Spero che anche tu non confonda il pensiero con la comprensione: si può pensare per tutta la vita un'intera serie di verità, senza tuttavia capirne la più insignificante di esse)

Una vita che sia reale e preziosa non si giudica dalla quantità di verità che ha accumulato, ma dal suo stile interiore, del ritmo che l'anima.



M. Eliade
 

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