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GLI ORACOLI CALDAICI (TESTO INTEGRALE E COMMENTO)


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1) c'è un intuibile che devi cogliere con il fiore dell'intuire, perché se inclini verso di esso il tuo intuire, e lo concepisci come se intuissi qualcosa di determinato, non lo coglierai. E' il potere di una forza irradiante, che abbaglia per fendenti intuitivi. Non si deve coglierlo con veemenza, quell'intuibile,, ma con la fiamma sottile di un sottile intuire che tutto sottopone a misura, fuorché quell'intuibile; e non devi intuirlo con intensità, ma - recando il puro sguardo della tua anima distolto - tendere verso l'intuibile, per intenderlo, un vuoto intuire, ché al di fuori dell'intuire esso dimora.
Consideriamo il termine "intuire". Cosa significa?
L'intuizione viene descritta come un conoscere immediatamente una cosa. Un conoscere che non è ottenuto mediante una dimostrazione, un ragionamento o una descrizione,, ma è ottenuto mediante trasposizione emotiva dell'individuo che intuisce. Una sorta di comprensione immediata. Una sorta di illuminazione. Qualche cosa che si è accumulato nel tempo e poi si manifesta con chiarezza al nostro sentire e al nostro vedere. Nel manifestarsi rende comprensibile e chiaro quanto fino a prima era nebuloso ed oscuro. Quasi una visione delle cose quando queste, o alcuni loro fenomeni, si presentano alla coscienza. Questo è il significato di intuire e non può essere definito in maniera diversa l'oggetto che si presenta per la prima volta alla ragione e questa, trattenendo il respiro per la novità, si appresta a descriverlo. L'intuizione è un colpo immediato alla ragione. La ragione è costretta a prendere atto dell'esistenza di un oggetto che lei non descriveva e anche se vuole ignorarlo deve diventare consapevole dell'esistenza di uno sconosciuto che la circonda e del quale ella non dispone degli strumenti per penetrarlo. La mancanza di strumenti propri della ragione per descrivere lo sconosciuto che la circonda mette in discussione il suo dominio sull'Essere Umano costruendo una condizione per la quale la ragione descrive lo sconosciuto circostante con mostri orrifici, con voli di fantasia, con chimere al fine di ammaliare l'Essere Umano dicendogli che fuori della descrizione che la ragione propone ci sono solo fantasie, mostri e fobie. Di questo lei è comunque l'artefice in quanto parte della sua descrizione. L'Essere Umano che coltiva l'autodisciplina ferma la ragione! Ferma le sue fantasie e ferma i suoi mostri orrifici. Nel fermare la ragione permette al suo intuire di spaziare nello sconosciuto che lo circonda. L'intuire dell'Essere Umano può muoversi nello sconosciuto e può riconoscere, intuendolo, l'oggetto che incontra., ma l'oggetto che incontra non lo può descrivere. La descrizione appartiene alla ragione; lo può intuire. Può diventare parte dell'oggetto. Può fondersi con l'oggetto, ma non lo può descrivere in quanto l'oggetto che incontra non dispone di elementi all'interno della ragione attraverso i quali formare la descrizione. Se tenti di descrivere, e perciò determinare l'oggetto che intuisci, non lo intuisci, ma descrivi una forma che è necessariamente incompleta come la tua ragione e gli elementi che la compongono. Intuire l'oggetto significa diventare parte dell'oggetto; compenetrare l'oggetto; osservare il mondo con gli occhi dell'oggetto. Descrivere un oggetto significa separare e numerare i fenomeni dall'oggetto proiettando sull'oggetto la nostra soggettività e la nostra descrizione dei fenomeni stessi. Descrivere un oggetto significa non cogliere l'oggetto. Significa proiettare sull'oggetto la quantità e la qualità della nostra descrizione obbligando l'oggetto e la nostra ragione ad adattarsi alla nostra pochezza soggettiva. Anziché espandere noi per compenetrare l'oggetto intuito, restringiamo l'oggetto intuito per farlo aderire alla nostra descrizione. Ecco che la ragione non coglie l'oggetto a differenza dell'intuizione che compenetrando l'oggetto ne diventa parte. L'intuibile è la forza irraggiante dell'infinito che ci circonda. Un infinito che noi possiamo penetrare con la nostra azione, ma non possiamo descrivere con la nostra ragione. Quella forza irraggiante abbaglia la ragione; la smarrisce. I fenomeni che si presentano alla ragione dall'infinito che la circonda la smarriscono. Solo l'intuito libero dai legami della ragione, solo il silenzio interiore ci permette di liberare il nostro intuire affinché spazzi nell'intuibile che ci circonda. Un intuibile sempre presente e che sollecita il nostro intuire. Sollecita il nostro intuire a liberarsi dalla costrizione della ragione e a spaziare indipendentemente da essa. Sollecita il nostro intuire a compenetrare l'intuibile circostante. Questa penetrazione non deve essere fatta con veemenza, impetuosità, violenza, ma con "la fiamma sottile di un sottile intuire che tutto sottopone a misura". L'intuire non è Furia che prorompe, non è avidità della Conoscenza, ma è un trasporto soggettivo verso sponde ignote, verso intuizioni sconosciute. Nell'ignoto l'Essere Umano si muove con prudenza, ma si muove. Considera e soppesa senza descrivere, sospende il giudizio, si sazia dell'intuizione e trasforma sé stesso. Trasforma la propria ragione, trasforma il proprio modo di guardare il mondo, trasforma la forza del proprio intuito con cui penetrare l'intuibile che lo circonda. Ciò che non può misurare è quell'intuibile. L'Essere Umano è un'isola nell'immenso sconosciuto che lo circonda. Non può misurare lo sconosciuto, ma può immergersi dentro, diventarne parte, compenetrarlo e farsi compenetrare mantenendo la consapevolezza di sé stessi, di un'isola nell'immenso che spazia per lidi infiniti mantenendo la propria consapevolezza. L'intuizione dell'infinito deve essere fatta con gli strumenti dell'intuire. Si deve rinunciare alle categorie della ragione, ai suoi aggettivi, ai suoi strumenti. Non si piega l'intuito a sé stessi, ma si costruisce sé stessi al fine di muoversi e crescere in quell'intuibile. L'intuizione non deve essere il fine della propria esistenza. L'intuizione non deve diventare oggetto o strumento di possesso,, ma deve essere un'intuizione gentile attraverso lo sviluppo dello spazio attribuito al nostro intuire chiedendo alla ragione di spostarsi dal dominio dell'Essere Umano. Il vuoto della mente, il vuoto delle parole, il blocco del dialogo interno permette all'intuibile di presentarsi al nostro intuire. Lo sguardo puro è lo sguardo che non descrive, è lo sguardo che intuisce quanto si presenta senza ridurre quanto si presenta a categorie predeterminate. Essere consapevoli che l'intuibile e l'intuire sono cose diverse eppure che l'assonanza dell'uno e dell'altro permette all'Essere Umano di intuire quanto circonda la ragione e di muoversi nell'intuibile senza che la ragione sia in grado di descriverlo.
Il primo oracolo che analizziamo ci pone due condizioni dalle quali non posiamo derogare. La prima è la possibilità per l'Essere Umano di superare la ragione attraverso la sua intuizione e la seconda è l'esistenza di un intuibile fuori della ragione che solo l'intuire può raggiungere. Il paragrafo non ci dice la relazione esistente fra l'intuibile, l'intuire e la ragione, ma ci parla chiaramente della necessità di articolare l'intuire per modificare la ragione stessa. Ci dice inoltre dell'esistenza di categorie diverse dalla ragione attraverso le quali affrontare l'intuibile che ci circonda. Categorie che anche se vengono definite mediante parole appartenenti alla ragione non significano necessariamente quanto significano quelle parole, ma tendono a descrivere un modo di porsi che può diventare chiaro soltanto costringendo la ragione a farsi da parte affinché il nostro intuire raggiunga l'intuibile che si presenta ad esso.
Un'altra osservazione importante è l'assoluta assenza di dipendenza fra l'intuire e l'intuibile. Dove l'intuibile può sollecitare l'intuire del soggetto, ma è il soggetto che intuisce l'intuibile attraverso il suo intuire. Non esiste relazione di dipendenza fra l'intuire del soggetto e il possibile intuibile. Esiste la necessità della relazione esattamente come un fiume scorre sempre dal monte al mare. La necessità di adattamento soggettivo spinge l'intuire del soggetto a superare il determinato descritto dalla ragione per tuffarsi nel mare dell'intuibile, afferrare nuovi fenomeni e portarli alla ragione per modificare il modo soggettivo attraverso il quale guardare il mondo. L'intuibile non è padrone dell'intuire esattamente come il mare non è padrone del fiume. La diga che un soggetto erge fra l'intuibile e la sua capacità di intuirlo è la sua ragione: la necessità di determinare e descrivere l'intuibile stesso. L'intuibile non è dunque il dio padrone tanto caro ai cristiani, ma è il circostante cosciente consapevole di sé stesso che nella misura in cui un Essere Umano è in grado di intuire può chiamarlo a sorreggere la propria intuizione proprio perché la propria intuizione è in grado di alimentare l'intuibile delle Coscienze di Sé che dal circostante affrontano la loro oggettività intuibile di cui l'Essere Umano, nell'intuirle, è parte.
Qualcuno potrebbe mettere in dubbio l'affermazione asserendo: chi mi dimostra l'esistenza di un intuibile che io non sono in grado di intuire? Come posso pensare l'esistenza di un qualche cosa che io non posso raggiungere mentre tu ne affermi l'esistenza? Io costruendo me stesso e dilatando il mio percepire nel mondo che mi circonda alimento ed estendo continuamente il mio sapere e la mia conoscenza. Affrontando le condizioni della vita oggi non sono più ciò che ero un anno fa: ho alimentato il mio esistere espandendo me stesso. Non posso dimostrarti i miei cambiamenti a meno che tu non abbia camminato assieme a me. Insieme possiamo guardare indietro ed osservare come qualcuno esplode in un intuire e alimenta la propria crescita intuendo quanto lo circonda. E' l'Essere Feto che muore e nasce un bambino o una bambina. Questi Esseri nascono in un intuibile e la loro crescita e le loro trasformazioni sono relative alla quantità e qualità di intuibile che intuiscono e fagocitano. Vedendo l'attività da spettatori noi assistiamo all'intuizione del nuovo nato. Osserviamo il nuovo nato mentre intuisce e si espande. Attraverso quale meccanismo logico si può asserire che un Essere Umano adulto non vive in un intuibile? E' piuttosto la sua rinuncia ad intuire che separa il proprio intuire dall'intuibile. L'affermazione, dimostrami che esiste un intuibile da intuire, altro non è che l'accettazione sublimata della sconfitta dell'intuire soggettivo. Se è vero che quanto io non intuisco è come se quell'intuibile non esistesse è altrettanto vero che attraverso l'accettazione della sconfitta, generata dalla sottomissione, si blocca l'intuire affinché si separi dall'intuibile. Dal momento che la sconfitta non può essere riconosciuta dal soggetto (altrimenti modificherebbe il proprio stato) questi giustifica la separazione fra la propria intuizione e l'intuibile affermando che l'intuibile non esiste e pertanto non trova nessuna ragione logica per alimentare il proprio intuire.
Gli Oracoli Caldaici partono da una oggettività immanente rispetto all'Essere Umano, ma trascendente rispetto alla sua ragione e alla sua descrizione. Una realtà che non può essere compresa e descritta mediante la ragione, ma può essere praticata mediante l'intuire soggettivo che liberatosi dai fantasmi della ragione può avventurarsi.
Da qui prende il via la sequenza degli Oracoli Caldaici che abbiamo scelto di descrivere e commentare. La dualità umana viene definita come ciò che determina, la ragione, e ciò che intuisce, l'intuire. Questa dualità ci permette di collocare gli Oracoli Caldaici all'interno della tradizione pagana anche se, come tardo pagana, si riferisce alle religioni misteriche orientali che partendo da tradizioni Fenice, indo-iraniane, babilonesi, Caldee, Hittite altera la percezione per cogliere l'infinito del divenire umano. Dualità sempre presente fra descrizione e percezione dove l'una e l'altra interagiscono per costruire il dio che cresce dentro all'Essere Umano.
Naturalmente potremmo anche dire: "c'è un sentire che devi cogliere con il fiore del tuo sentire, perché se inclini verso di esso il tuo descrivere e lo concepissi come se descrivessi qualche cosa di determinato, non lo sentirai. E' il potere di una forza irradiante, che abbaglia per fendenti sensibili. Non si deve coglierlo con veemenza quel sentire,, ma con la fiamma sottile di un sottile sentire che tutto sottopone a misura, fuorché quel sentire; e non devi sentirlo con intensità, ma - recando il puro sguardo della tua anima distolto - tendere verso quel sentire, per intenderlo, un sentire vuoto, ché al di fuori della descrizione della ragione esso dimora.
2) Completamente rivestito del colmo di una luce risonante, armato anima e mente di una forza come spada tricuspide, getta nel cuore il simbolo della molteplicità come un grido di guerra - non ti aggirare per canali di fuoco disperdendoti,, ma concentrandoti.
L'intuire non è uno strumento che si può prendere ed usare come dato, ma deve emergere facendosi largo dai meandri dell'oscuro in cui la ragione lo ha cacciato. Usare l'intuizione per affrontare il circostante significa aver affrontato un processo mediante il quale la ragione è stata allontanata dal dominio dell'Essere Umano dopo che l'Essere Umano ha sconfitto i fantasmi che la ragione ha messo a guardia dei suoi confini. L'immane lotta che l'Essere Umano ha dovuto affrontare contro il proprio padrone lo ha portato a rivestirsi di una luce risonante. Che cos'è una luce risonante? E' la costruzione del corpo luminoso. E' la possibilità data alla sua Coscienza di Sé di poter agire attraverso l'intuito per poter spaziare nell'intuibile. La lotta che l'Essere Umano ha ingaggiato contro la propria ragione ha armato la sua anima e la sua mente. In altre parole ha costruito il suo corpo luminoso e nello stesso tempo gli ha fornito gli strumenti attraverso i quali muoversi nello sconosciuto che lo circonda. Lo sforzo che ha fatto per spodestare la sua ragione dal dominio di sé stesso lo ha armato di armi formidabili come una spada tricuspide! Ha armato la propria Coscienza di Sé di tutti gli sforzi che ha fatto per rivestirsi di "una luce risonante" e può gettare "nel cuore il simbolo della molteplicità". Questo passo è difficile da interpretare se non per chi ha una visione Pagana dell'Universo. L'Universo, come noi oggi lo conosciamo, è un insieme di Coscienze di Sé che tendono ad espandersi. Nella percezione alterata ottenuta mediante i sensi del corpo luminoso liberati dalla costrizione della descrizione della ragione si percepiscono tutte le Coscienze di Sé del circostante, le loro tensioni, la loro volontà, le loro determinazioni. La diversità e la molteplicità caratterizza quella percezione del mondo dove la ragione tende ad appiattire tutto per poterlo descrivere. Il riconoscimento della molteplicità sia dell'intuibile che ci circonda sia di quanto cresce dentro di noi e ci forma è un grido di guerra che l'individuo rivolge al mondo che lo circonda. E' il grido di guerra che dice: "Io sono!"; "Io esisto!". Mentre questo grido di guerra viene lanciato alla molteplicità del circostante, l'intuibile riconosce la presenza dell'Essere Umano. Lo riconosce come parte del suo intuibile con cui costruire le relazioni per divenire eterno mutamento dopo mutamento. L'intuibile si mette al servizio dell'intuito per alimentare l'intuito stesso che mentre si alimenta, alimenta l'intuibile. Così l'Essere Umano ha trasformato la sua esistenza in una sfida. In una sfida il cui scopo è costruirsi nell'infinito. Il frammento conclude con un avvertimento. Quando questo succede non disperderti nella molteplicità che vedi. Compattati; concentrati! Segui movimento dopo movimento. Non agire come se tu fossi ragione che vuole impossessarsi di tutto, compatta te stesso per muoverti, nuotare, agire nel tutto. Sviluppa il tuo Potere di Essere attraverso la tua concentrazione non tentare di appropriarti di tutto come farebbe la tua ragione. Il mondo nuovo, l'intuibile che percepisci, risponde a leggi diverse da quelle che la ragione ha tentato di importi. Risponde alle leggi del Potere di Essere di cui tu sei parte. Concentrati, compattati, non disperderti! I canali di fuoco sono le Coscienze di Sé che incontri! Sono gli déi che incontri mentre ti sei fatto dio. Non sei padrone degli déi, sei uno di loro e con loro puoi costruire le relazione. Anche se gli déi si mettono al tuo servizio per consentirti di costruirti non sei il loro padrone, ma sei uno di loro e a tua volta devi metterti al loro servizio trasformando te stesso in intuibile.
3) ... il padre sottrasse sé stesso, senza neppure racchiudere nella sua potenza neoetica il fuoco che gli è proprio.
Il problema per tutti coloro che trattano di filosofi e di religione non è ciò che è nel primo istante dell'universo,, ma nel secondo istante dell'universo. Il problema su cui discutere non è la fonte da cui l'universo come noi lo conosciamo procede, ma bensì la consapevolezza dell'universo nel secondo istante di vita. Se il primo pensiero fu la consapevolezza della necessità della trasformazione nella quale intervenne la volontà soggettiva nel secondo momento non c'è più consapevolezza, non c'è più Coscienza di Sé, non c'è più volontà, non ci sono più determinazioni. E' l'esistente che va verso la ricostruzione della Coscienza Universale. E' l'esistente che torna a formare il padre pronto ad un altro ciclo., ma in questo presente non c'è la volontà della trasformazione del primo momento, non c'è la Coscienza di Sé del primo momento, non ci sono le determinazioni e le necessità del primo momento e dunque non esiste una Coscienza da considerare, un padre da considerare, una volontà da considerare, ma c'è solo il presente che marcia nell'infinito dei mutamenti per la ricostruzione della Coscienza Universale. Un presente che assume su sé stesso in quanto composto da un infinito numero di déi la volontà e la responsabilità della costruzione della propria esistenza per diventare eterno. E' dunque rimasto il fuoco capace di costruire la Coscienza e la Consapevolezza nel momento in cui trova condizioni favorevoli, ma è scomparsa la Coscienza generatrice. Perché dunque ricordare Mani? Si ricorda Mani soltanto per distruggere la capacità della coscienza presente di germinare sé stessa diventando eterna cortocircuitando la sua attenzione su Mania costruendo, in questo modo, la sua distruzione.
Cosa significa "il padre sottrasse sé stesso"? Significa che il "padre" ha distrutto, annullato, la propria Coscienza di Sé e la propria consapevolezza. Significa che nell'esiste, in qualunque modo lo percepiamo, non esiste una Coscienza di Sé originaria dell'esistente stesso. Non esiste la coscienza creatrice. Non esiste una Coscienza determinatrice. Gli oracoli dicono che il "padre" sottrasse sé stesso senza neppure racchiudere nella sua potenza noeica il fuoco che gli è proprio. La potenza noetica sta ad indicare un insieme di qualità che vengono definite come mente (nel senso di intelligenza, ragione, senno, perspicaia e spirito come velocità di risposta) inoltre si intende pensiero, intenzione, progetto, scopo, modo di pensare e giudicare, sentimento ecc.. Il tutto come potenza infinita. La progettualità assoluta, il pensiero assoluto, lo scopo assoluto, l'intelligenza assoluta ecc.. Il fuoco che gli è proprio è la sostanza attraverso la quale queste qualità si esprimoro. La sostanza e la potenza noetica negli Oracoli Caldei stanno a indicare il padre., ma il padre ha sottratto sé stesso. Ha disperso il fuoco che gli è proprio dissolvendo in questo modo la sua potenza noetica. L'esistente, generato dal padre, vive e prospera in assenza del padre. Il padre non esiste in quanto ha sottratto sé stesso. Cosa rimane dunque? Il fuoco delle Coscienze nel presente, il nous delle consapevolezza che attraverso la sequenza dei mutamenti, espandendo sé stesse nel circostante iniziano il loro cammino nell'eternità per formare la Coscienza di Sé universo: il padre che compattando il fuoco della consapevolezza universale ricostruisce la sua potenza noetica!
Gli Oracoli Caldaici vanno interpretati partendo da questo. Vi sono frasi mancanti e spezzoni che dovrebbero essere integrati,, ma quello che i mutamenti ci hanno fatto pervenire è quello che noi usiamo per interpretare quanto ci circonda. L'interpretazione serve per mettere in bocca a qualcuno qualche cosa che costui non voleva dire o avrebbe detto in maniera diversa. Plotino è stato sconfitto. I cristiani hanno preso il suo pensiero e lo hanno usato per costruire sottomissione. L'Apprendista Stregone torna alla fonte per abbeverarsi. La fonte è come il crocicchio dal quale si era girato per prendere una strada. La strada ha portato in un baratro. Non tutti sono morti cadendo nel baratro. Qualcuno ha trovato un appiglio. Aggrappandoci a quell'appiglio qualcuno è uscito dal baratro ed è tornato indietro per quella strada. E' tornato al crocicchio. E' tornato alla fonte. Non ha trovato una fonte gorgogliante di forza e di vita ha trovato un piccolo zampillo che ancora gettava l'acqua della Conoscenza e della Consapevolezza. L'Apprendista Stregone allunga la mani e raccoglie l'acqua di quel zampillo. La porta alla bocca e con quel che resta della Conoscenza imbocca una nuova strada. L'acqua che egli ha bevuto lo ha attraversato. Gli racconta storie e leggende nelle quali c'era un tempo in cui molti Esseri Umani assaporavano la Conoscenza senza curarsi di trasmetterla, senza curarsi di come qualcuno l'avrebbe interpretata. Quel tempo non è più! Quei guardiani non conoscevano il tesoro che custodivano. Non conoscevano la sequenza dei mutamenti che la loro negligenza avrebbe favorito. Ora rimane solo uno zampillo dal quale attingere e un duro cammino da percorrere. L'Apprendista Stregone prende quello zampillo, ascolta le voci dei Lari, danza con la Ninfa e cavalcando come un Don Chisciotte percorre, costruendolo, un nuovo sentiero. Sento già le voci: "Quella traduzione era sbagliata!" "Trovato un nuovo frammento che invalida l'interpretazione!" "I vari frammenti sono combinati in maniera sbagliata!" "Il senso dei frammenti è stato travisato!". L'importante è che non venga travisato il senso della vita. Quando ci si immerge nei mutamenti tutto è chiaro; quando si riporta nella ragione tutto diventa complicato e oscuro. La sfida non viene vinta nell'interpretazione, ma nella capacità, attraverso questa, di incidere nella vita!
4) la potenza è con esso, e il nous da esso promana.
Dalla potenza il nous promana. Il nous proviene dalla potenza. La potenza come elemento d'origine del nous. La frase è limitata a questo e il tentativo di completare la frase mettendo come soggetto il padre che come detentore della potenza emana il nous è soggettività del traduttore e dell'interprete a cui il traduttore fa riferimento. L'interpretazione che mette come soggetto il padre è presa dal sistema educazionale cristiano dove un padre creatore sta all'origine delle cose. In questo caso non abbiamo nessun padre creatore e la frase deve essere presa per quello che ci è rimasto. Per l'interpretazione corretta è necessario togliere dunque la Coscienza e la Consapevolezza del padre che come abbiamo visto nel frammento precedente è stata sottratta, distrutta, e considerare la potenza in quanto elemento promanante il nous. Quel "esso" può essere interpretato come soggetto padre, ma anche come caos, cosmo, universo d'insieme nel quale è presente il potere dalla cui spinta il nous proviene. Quel "può essere interpretata" significa che chi è sottoposto a condizionamento educazionale cattolico può interpretarla soltanto come soggetto "padre". Per un cristiano-cattolico l'esistente è privo di divinità in sé. L'esistente non ha nous in sé e per sé, ma solo come riflesso o come emanazione di un creatore. Dal momento che l'esistente che ci circonda ha potenza e nous e che la potenza e il nous sono propri di ogni potenza e nous che ci circondano in quanto costruiti da quella potenza e da quel nous, non è possibile riconoscere potenza e nous di origine diversa dalla coscienza che li rappresenta. Potenza e nous sono dunque sostanza e qualità della coscienza e divergono da coscienza a coscienza in quanto ogni coscienza si è costruita in maniera diversa. Senza la sostanza non esiste il nous. Senza la potenza non esiste rappresentazione del nous; senza la presenza del nous la potenza non è Coscienza!
5) perché non con un diretto agire, bensì per mezzo del nous il fuoco primordiale trascendente include nella materia la sua potenza: è il nous germinante da nous l'artefice del mondo igneo.
Che cos'è il fuoco primordiale? E' la fame e la volontà del conoscere soggettivo che si manifesta nell'oggettività. Sono le direzioni di espansione della Conoscenza e della Consapevolezza. Sono primordiali quando rappresentano l'inizio di una sequenza di sviluppo di Coscienze. Il conoscere soggettivo non alimenta solo il conoscere del soggetto che lo esprime, ma alimenta il conoscere della specie cui appartiene. Il soggetto alimenta il fuoco della conoscenza soggettiva, ma alimenta anche la capacità di alimentare il fuoco della conoscenza e della consapevolezza della sequenza di sviluppo della specie cui appartiene. In questo paragrafo la potenza e il nous non appartengono più allo spazio siderale, al caos della luce, alla percezione del silenzio siderale,, ma assistiamo ad un agire della potenza nella materia. Lo spazio si è formato, l'Energia Vitale si è strutturata in una forma in cui la percepiamo. In questa forma e in questa struttura si immerge la potenza del fuoco primordiale. La materia costruisce una struttura stabile. Un'oggettività nella quale la potenza può trasformarsi in nous: in Coscienza di Sé!, ma non è il nous degli Esseri nello spazio. Non è il nous presente nelle Coscienze delle galassie, è il nous degli Esseri della Natura. E' il nous germinante dal nous l'artefice dell'Essere Natura! Prima che i pianeti possedessero una coperta non si era mai visto il nous germinare da un altro nous. Non si era mai assistito alla formazione di una Coscienza di Sé come separazione da un'altra Coscienza di Sé. Non si era mai visto il fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza germinare dal fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza. Si era sempre assistito al nous che si espandeva prendendo la potenza da quanto lo circondava,, ma mai la nascita di una nuova Coscienza indipendente dalla precedente. La materia che comprende il fuoco primordiale includendone la sua potenza. Così facendo la materia acquista Coscienza di Sé, costruisce la propria volontà e attraverso le proprie determinazioni sviluppa il proprio nous. Quella Coscienza fa ancora qualche cosa di più: germina un'altra Coscienza! Gli Esseri della Natura non soltanto sviluppano sé stessi, ma pongono le basi affinché coloro che generano siano nelle migliori condizioni possibile per sviluppare sé stessi.
Tutto questo non è opera di un dio creatore o di una volontà determinante, ma potenza e nous agiscono in quanto non possono fare diversamente data la loro natura. Agiscono in quel modo perché quella è la loro libertà. La libertà di ogni Essere è la via del proprio sviluppo. La potenza che costruisce la coscienza è nell'esistente. L'esistente determina lo sviluppo di sé stesso. Il presente è un insieme di déi che costruiscono loro stessi nell'infinito dei mutamenti costruendo le condizioni affinché questo possa avvenire al meglio.
Il germinante si riferisce anche al germinare del dio che cresce dentro l'Essere della Natura. Quel crescere è un germinare sia come sviluppo quantitativo (dalla prima cellula all'Essere adulto della Natura) sia in senso qualitativo cioè lo sviluppo della Conoscenza e della Consapevolezza dell'Essere a cui il divino che cresce si riferisce. Il germinare è visione universale del primo respiro della Coscienza di Sé che si differenzia da quanto la circonda al suo sviluppo. E' l'inizio dello sviluppo all'interno del mondo di luce e fuoco. Le Coscienze esprimono le proprie tensioni di sviluppo mandando sensazione di luce e fuoco. Il mondo delle Coscienze e delle Consapevolezza sottratte alla descrizione del mondo della forma appartengono ad un mondo che si percepisce attraverso il fuoco e la luce. Non che sia un mondo di fuoco e luce,, ma fuoco e luce sono le rappresentazioni della Coscienza nella percezione che supera la descrizione della forma forse perché fuoco e luce sono rappresentazioni all'interno della forma che descrivono le sensazioni di quanto la percezione alterata tenta di riportare nella descrizione della ragione.
6) come una membrana noetica che funge da cintura, HEKATE discerne il primo dal secondo fuoco, che anelano a confondersi.
Hekate è la morte del corpo fisico e la nascita del corpo luminoso. La cintura di Hekate è la separazione fra i due momenti nei quali si trasferisce la Coscienza e la Consapevolezza dal corpo fisico al corpo luminoso. HEKATE è la forza costrittiva che doma gli déi nel loro furore espansivo. HEKATE, per gli Esseri della Natura, è la membrana che separa la consapevolezza propria delle trasformazioni del divenuto del corpo fisico dalla consapevolezza propria del corpo luminoso. Nel quotidiano della ragione sparisce la memoria degli infiniti viaggi che la percezione degli Esseri compie. Non si può portare nel mondo della ragione l'immagine dei fuochi della consapevolezza senza essere annientati da chi quei fuochi li ignora e vuole imporre oblio. Non si può trasportare la descrizione del mondo della ragione nei mondi della percezione senza tentare di ridurre questi alla descrizione stessa. HEKATE separa i momenti delle trasformazioni. Il suo fuoco conduce gli Esseri della Natura dall'"abisso" della materia all'espansione nello spazio infinito fra le stelle. L'HEKATE dai tre volti ai crocicchi che manifesta in sé stessa la Coscienza di Sé Giano. Il luogo donde si proviene, il luogo nel quale si sceglie per costruire il proprio futuro (o se volete la strada per percorrerlo). La sua bocca emette il fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza con la quale alimenta il bisogno di espansione di ogni Essere della Natura. HEKATE la portatrice del fuoco noetico che attraverso gli Esseri della Natura diventa consapevolezza e Coscienza di Sé. HEKATE che alimenta la determinazione della Coscienza di Sé ad aprirsi un varco nelle contraddizioni dell'esistenza attraverso le sfide della vita. Per questo HEKATE è l'occhio dell'Essere Toro, la voce degli Esseri Cani da caccia, i polpacci dell'Essere Leone, la caviglia dell'Essere Lupo e l'amore delle "cagne" determinate. HEKATE che congiunge l'Olimpo degli déi all'abisso dell'Essere Natura in cui i mortali tentano di costruire il dio che cresce dentro di loro: HEKATE principio e fine delle loro tensioni! HEKATE il Potere di Essere che separa la vita del corpo fisico dalla vita del corpo luminoso alimentandone, nell'uno e nell'altro, le trasformazioni.
7) a tutte le cose il padre diede compiutezza, e le affidò al nous secondo, che voi tutti chiamate primo, razza umana.
Tutte le trasformazioni si compiono in funzione della nascita e dello sviluppo della Coscienza di Sé. Qual è lo stadio più alto della consapevolezza? Come si può stabilire un primo o un secondo nella sequenza dello sviluppo della consapevolezza della Coscienza di Sé? Solo lo spettatore della consapevolezza altrui può analizzare la sequenza dei mutamenti e asserire che prima c'era questa e poi venne quella. Oppure ancora, prima c'era questo stadio di nous ora c'è quest'altro. All'interno del gioco della vita e dell'esistenza non ci sono spettatori. Ci sono solo attori che giocano la loro partita esercitando la propria volontà ed agendo secondo le proprie determinazioni. Attori che stanchi della recita si siedono in poltrona aspettando la fine della loro recita e, nel frattempo, affermano cose che assolutamente ignorano nei confronti di quegli attori che ancora continuano la loro recita tentando di arrivare là dove chi è in poltrona ha avuto paura o era troppo stanco per provarci. "Io ho raggiunto la meta!" dice l'attore stanco seduto in poltrona mentre guarda con disprezzo coloro che arrancano nella loro recita. "Il nous che raggiunsi è il primo nous!" afferma!, ma il nous è il nous che si adatta in modo diverso alle trasformazioni di ogni consapevolezza. La accompagna lungo il sentiero delle proprie trasformazioni. Non è il nous dell'Essere Cane che mi cammina a fianco, non è il nous dell'Essere Sole che mi abbaglia coni suoi raggi, non è il nous di quando Essere Feto mi dibattevo per trasformarmi nel grembo di mia madre. Il nous è il nous ed io descrivo il mondo in cui vivo nella speranza che i meccanismi aiutino le mie trasformazioni nell'infinito della percezione. "Io ho il primo nous!" dice l'attore stanco attendendo la sua dissoluzione: "Non tu che ancora stai recitando!". Credi di possedere il primo nous dell'origine dell'universo invece hai il secondo nous. Il nous è il nous. Non è né primo né ultimo è quello che la mia determinazione tende ad alimentare fintanto che sono attore della mia esistenza. Fintanto che articolando le mie determinazioni attraverso l'uso della volontà sento il fuoco di HEKATE spingermi nell'infinito dei mutamenti. Voi razza umana! Voi Esseri della Natura! Voi infimi sperduti in un infimo angolo dell'universo! Quale becero Essere sta guardando altri Esseri e li disprezza mentre tentano di dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza? "Io possiedo il primo sapere!" Non esiste il primo sapere! Esiste una via che alimenta il sapere! Esiste una trasformazione generata dal sapere! Il sapere non è possesso! Il sapere non è dono! Il sapere è conquista attraverso le proprie trasformazioni! Il sapere è oggetto della nostra trasformazione soggettiva! Non è posseduto; è il nostro mutamento! Il nous non è né primo né secondo! Il nous è trasformazione delle Coscienze di Sé che giungono a compimento. E' il loro processo di trasformazione! E' qualificazione della loro esistenza! Qual è il nous del mio corpo luminoso? Qual era il nous del mio essere Feto?
8) presso di lui siede la diade, ed essa ha entrambe le funzioni: contenere gli intuibili del nous, introdurre la sensazione nei mondi.
Necessità ed Intento esprimono le funzioni. Sono forze consapevoli che esprimono la necessità soggettiva di ogni intuibile del nous mentre si espande nel suo intuibile e nello stesso l'introduzione della sensazione nei mondi (al di là della rappresentazione soggettiva di mondo) lo trasforma in soggetto che intuisce componendo l'oggettività intuibile. Attraverso le trasformazioni introdotte nel soggetto dall'intuire questo muta l'oggettività dell'intuibile cui è parte. La diade, formata da Necessità ed Intento, permea ogni cosa ed ogni aspetto di ogni cosa spingendo all'infinito adattamento soggettivo di ogni intuire all'interno di ogni possibile intuibile. Necessità ed Intento esprimono la diade alla base del padre. Il padre non esiste ha dissolto la propria Coscienza e la propria consapevolezza nell'esistente. E' rimasta la sostanza dell'esistente che attraverso Necessità ed Intento introducendo la sensazione nel mondo, alimentando la relazione intuito e intuibile del nous riformano la Coscienza e la Consapevolezza di ciò che fu' in una forma che sarà in base alle scelte e agli adattamenti dell'intuito soggettivo negli intuibili oggettivi.
9) ...e di non trattenere nel tuo intuire
In questo frammento continua il discorso del frammento precedente. L'intuire del soggetto trasforma il soggetto stesso. Articola la sua Coscienza e la sua Consapevolezza. Sviluppa il suo Potere di Essere. Trattenersi nell'intuire significa trattenere il proprio cammino di sviluppo. Significa limitare sé stessi. La costruzione della Coscienza Universale, il padre figlio dell'esistente, si completa proprio perché gli intuibili alimentano sé stessi di intuizione. L'intuito attraverso l'intuire è a sua volta intuire dell'intuito in un vortice creativo della Coscienza e della Consapevolezza che alimentando il soggetto alimenta la Coscienza e la Consapevolezza dell'oggettività in cui l'intuire si manifesta. Trattenere l'intuire significa franare la qualità e la quantità di sviluppo attraverso il quale la Coscienza di Sé che intuisce partecipa alla costruzione della Coscienza di Sé Universo. Nessuno si trattenga dunque dall'intuire, ma espanda la propria intuizione in tutti gli anfratti del circostante arricchendo la propria consapevolezza rendendola pertanto attraente all'intuire del circostante stesso.
10) ... tutte le cose sono scaturite da un sol fuoco.
Tutto l'esistente trae origine da un solo fuoco. La luce primordiale che sfascia le tenebre dell'abisso primordiale. L'uovo ingravidato da Eros da cui promanano le cose dell'esistente. La distruzione di una Coscienza di Sé, di una Consapevolezza è all'origine del tempo. Un grande bagliore è l'origine del mutamento. Proprio attraverso il fuoco e la luce avviene la trasformazione soggettiva. Conoscere la qualità percepita dell'inizio ci permette di costruire l'immagine astratta all'interno della quale si muovano le nostre trasformazioni. La materia della nostra forma decade con un ciclo di mutamenti più o meno lungo,, ma il fuoco che Necessità e Intento alimentano il fuoco che cresce nella forma che deperisce. Tutto l'esistente è figlio di quel fuoco. Tutto l'esistente germina la propria Conoscenza e la propria Consapevolezza alimentando quella parte di fuoco attraverso lo sviluppo del proprio intuire. Ciò che resta, alla fine dei mutamenti e delle trasformazioni della forma che noi descriviamo è il fuoco della consapevolezza che la forma ha contribuito ad alimentare attraverso il processo di sfida e adattamento del proprio nous all'interno di tutti i nous con i quali è venuta in contatto. Tutto scaturisce da un solo fuoco; tutto l'agire alimenta lo stesso fuoco!

11) intuendo l'eccellente in sé stesso, dove la monade paterna dimora.
Ed è appunto perché ogni cosa è scaturita dallo stesso fuoco che la Coscienza di Sé della Natura riconosce l'eccellente entro sé stessa. Quell'eccellente nel quale accumula ed accresce la propria Conoscenza e la propria Consapevolezza. Quell'eccellente che solo in modo accidentale appartiene a quella forma, ma che dal momento che quella forma lo contiene può crescere e svilupparsi soltanto se quella forma riconosce l'eccellente in sé stessa. L'eccellente non è oggetto sconosciuto, ma è l'elemento centrale della costruzione dell'Essere cui appartiene. Quell'eccellente è la monade del padre. Quell'eccellente è quella parte del fuoco da cui ogni cosa ha origine, ma che di quel fuoco mantiene la consapevolezza relativa all'oggetto a cui essa appartiene. Quella monade è Energia Vitale essenza della Coscienza di Sé e pronta ad alimentare ogni processo di trasformazione per crescere e diventare autosufficiente non appena il corpo fisico non sarà più in grado di incubarla e alimentarla. Monade è la qualità intima dell'oggetto che costruisce la propria Coscienza e la propria Consapevolezza. Sebbene l'oggetto sia relativo al proprio divenuto e adatta sé stesso attraverso Necessità all'oggettività che incontra e che è in grado di percepire e descrivere intuisce che una qualità eccellente cresce in lui. Una qualità che si alimenta attraverso il suo fare e che fonda il proprio futuro oltre l'abisso della fine che la fisicità gli indica. Quell'eccellente che HEKATE separa fra il fuoco delle tensioni che divora l'Essere nel momento presente dal fuoco della costruzione che prepara lo sviluppo della Coscienza futura. La monade sta ad indicare il fuoco dell'Energia Vitale che diventa consapevole e spinge verso la crescita. Questo sia che la monade sia l'essenza del fuoco consapevole delle galassie sia che appartenga al più infimo essere dell'Essere Natura.
12) ... è monade sottile, e genera due.
La monade è l'essenza sottile che permea l'intero universo. La monade è l'Energia Vitale che attraversa ogni anfratto dello spazio spinta da Necessità che è forza come qualità della monade stessa. E la monade genera due. La monade, l'Energia Vitale, deve comporre due forze nel momento in cui da monade inconscia diventa monade consapevole. Alla Necessità che la spinge somma la propria volontà. Per Necessità che spinge introduce la sensazione nei mondi. Introduce il sentire e il sentire genera il libero arbitrio soggettivo in quanto adattamento alle variabili oggettive incontrate. Necessità la qualità della monade si somma a volontà, la qualità della Coscienza. Volontà è la qualità attraverso la quale si genera la trasformazione della Coscienza, ma la sua costruzione avviene per sviluppo della monade che rappresenta l'essenza della Coscienza di Sé. Così nell'Essere Umano la monade è il suo corpo luminoso che cresce e si dilata nel circostante. La dilatazione nel circostante avviene attraverso volontà che si manifesta nelle scelte soggettive del singolo Essere Umano. Ciò che è uno diventa due. Lo diventano nell'Essere della Natura come materia e corpo energetico, ma la struttura materiale che partecipa alla natura altro non è che corpo energetico percepito dal soggetto in modo diverso ed è quanto il soggetto è in grado di rinunciare una volta sviluppato il proprio corpo luminoso. Il corpo di Energia che l'Essere Umano incuba è la struttura del suo divenire, la Coscienza che costruisce attraverso il suo agire come materia è la formazione della sua Coscienza e il suo adattamento soggettivo alle variabili oggettive altro non è che il rispetto all'impulso di Necessità a cui ha sommato la propria volontà! Uno inconscio ha generato due consapevoli. Due consapevoli che concorrono a formare uno all'interno del gioco universale di dilatazione del consapevole nell'inconsapevole che lo circonda e che anche attraverso esso diventa consapevolezza!
13) perché dal principio paterno nulla d'incompiuto procede.
CONTROLLARE LA TRADUZIONE DI INCOMPIUTO!
Ciò che procede dall'inizio del tempo è caratterizzato da Necessità e Intento. L'Intento è il fine di Necessità che ne caratterizza il moto e ne determina la compiutezza. Nulla procede in opposizione a Necessità nulla risponde a Necessità senza Intento! Il principio è come la fonte. Dalla fonte sgorga l'acqua e l'acqua procede attratta da Necessità e risponde alle sollecitazioni di Necessità attraverso lo sviluppo del proprio Intento. L'intento dell'acqua è giungere al mare. Rispondendo alle sollecitazioni di Necessità la fonte raggiunge l'Intento attraverso l'articolazione delle proprie intenzioni: aggirare gli ostacoli che le impediscono di fondersi con Intento. Nulla è incompiuto in quanto tutto contiene Necessità e tutto si muove attraverso l'Intento. Necessità è la qualità di ogni forma rappresentata che ci circonda e Intento è il fine del loro movimento. Nel giungere ad Intento la forma spinta da Necessità si trasforma., ma la sua compiutezza sta nella spinta intima che manifesta nell'esistente non nella forma e negli adattamenti che mette in essere per affrontare il proprio esistente. La compiutezza di quanto esiste sta nell'Intento. L'intento è il procedere all'interno delle trasformazioni e quanto procede all'interno delle trasformazioni è compiuto. La compiutezza di quanto procede dal principio paterno non è la finitezza di quanto procede, ma nel suo procedere. Fintanto che quanto esiste procede alimentandosi e alimentando l'esistente è un elemento compito perché il suo procedere è alimentato dall'Intento che cresce dentro di lui e che si amalgama dialetizzandosi con l'intento delle consapevolezze che ci circondano. E' il cammino di sviluppo che determina la compitezza di quanto procede non la finitezza dell'oggetto che ne determina semmai la sua rinuncia allo sviluppo di Intento!
14) Il padre non suscita paura, infonde persuasione.
Rispondere alle sollecitazioni di Necessità non suscita paura! L'immenso di Intento che ci circonda non suscita paura! Solo gli impavidi, coloro che hanno rinunciato a costruire il dio che cresce entro di loro, sono terrorizzati dalla spinta di Necessità e temono di trovarsi smarriti nell'infinito di Intento.
Il padre non suscita paura, ma infonde persuasione. Il padre non può suscitare paura in quanto la Coscienza di Sé padre non esiste, ma esiste la sostanza del padre che manca della Coscienza di Sé stessa. La paura può essere infusa soltanto da una Coscienza di Sé che opera fuori dal nostro conosciuto, con fini e scopi a noi estrani., ma la Coscienza di Sé padre non esiste. Dal padre procede la sostanza e le tensioni della germinazione non il proprio essere Fato. Dal padre procede la formazione dell'esistente e la spinta affinché l'esistente costruisca la propria Coscienza di Sé. Dal padre procede dunque la persuasione, ma non la paura. La paura è del pavido che rinuncia a costruire la propria Coscienza e che giustifica la propria rinuncia confidando in una fantasticheria che lo accompagna alla dissoluzione., ma il padre infonde persuasione per continuare a percorrere il proprio camino di eternità. La persuasione è effetto di Necessità e Intento a cui si somma la volontà soggettiva dell'individuo che si fa Fato per proiettare la propria Coscienza di Sé nell'infinito dei mutamenti.
La persuasione non è convincimento, ma è il seguire delle tensioni che tendono a spingere la Coscienza di Sé nell'infinito dei mutamenti. Non è convincimento del nous,, ma è adattamento del nous alle forze che dall'interno dell'individuo tendono a crescere. E' l'adesione del fare del soggetto alle tensioni che generate dal padre tendono a costruirlo come padre dell'esistente stesso. Coscienza di Sé che figlia del padre è padre del padre che germinando sta venendo a nuova luce; a nuova Coscienza di Sé!
15) voi, che non sapete che ogni dio partecipa all'eccellenza, ah infelici, digiunate..
Che cos'è l'eccellenza? E' la Coscienza di Sé dell'Universo nel suo insieme. L'eccellenza non è in questo momento. Allora che cosa significa partecipare all'eccellenza se l'Eccellente in questo momento non esiste? Significa essere partecipi del moto dell'universo che va verso l'Eccellente. Significa essere parte della costruzione dell'Eccellente. Essere parte della costruzione della Coscienza Universale. In questo senso essere dio significa essere nel moto che porta all'Eccellenza. Significa essere partecipi dell'eccellenza. Significa essere legati a tutti gli Déi che partecipano allo stesso moto.
Gli infelici sono coloro che non partecipano al moto avendo preso direzioni autodistruttive. Essi non sono Déi, ma attendono la loro dissoluzione partecipando al danneggiamento di quanti seguono quel moto facendosi Déi. Voi siete partecipi della distruzione degli Déi in quanto avete distrutto la vostra possibilità di farvi dio! Questa è l'essenza della vostra infelicità. Potete fare ancora una cosa per salvare la vostra esistenza: digiunate!
Cosa significa digiunare? Significa compattare sé stessi. Significa togliere la fissità che si ha sulle cose quotidiane e spaziare con lo sguardo nell'astratto per riuscire a percepire le forze della costruzione (Necessità e Intento) che spingono dentro di noi per persuaderci a seguire l'infinito dei mutamenti: a costruire noi stessi! Digiunare significa staccarsi dalla materialità descrittiva del mondo per seguire gli impulsi che dentro di noi spingono nell'infinito.
Infelici quegli Esseri che hanno rinunciato ad essere Déi e attendono soltanto la loro fine distruggendo l'esistente. Non partecipano alla costruzione dell'Eccellente, ma rosi dalla disperazione distruggono quanti agiscono e operano per diventarvi parte. A costoro, se non è troppo tardi, non resta che il digiuno dal mondo e ascoltare quanto di vivo hanno ancora dentro di loro.
16) ...silenzio dei padri, di cui si nutre il dio...
Non c'è un padre che dice al dio quale direzione deve prendere per svilupparsi. Del padre sono rimaste le forze e la sostanza, ma non la Coscienza di Sé. E' dal silenzio che il dio prende nutrimento in quanto è attraverso il silenzio che le forze che lo hanno generato prendono forza ed espressione. Il nous è un'isola nel silenzio che guida il dio verso lo sviluppo. Il nous è la prepotente descrizione della ragione., ma il nutrimento del dio è fuori della ragione. E' nello sconosciuto che lo circonda e solo attingendo dallo sconosciuto può nutrire il proprio cammino di eternità. Per nutrirsi dallo sconosciuto deve essere un dio. Deve continuare il suo cammino di sviluppo. Se non si nutre dal silenzio egli altro non fa che cortocircuitare la ragione su sé stessa. E' il silenzioso sconosciuto che nutre la ragione., ma per attingere dallo sconosciuto è necessario essere un dio! E' necessario costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti!
Il silenzio dei padri è il non-essere di ogni volta che la sostanza che forma l'esistente fu nous universale. Cosciente e consapevole per dissolversi nell'esistente che prosegue il proprio cammino per diventare a sua volta Coscienza Universale. Il silenzio è l'esistente in cui il pensiero dell'universo si è dissolto per intraprendere il cammino attraverso il quale riformarsi. Quel silenzio nutre il dio che partecipa all'eccellenza delle trasformazioni!
17) per ciò che intuisce, nutrimento è l'oggetto dell'intuire.
Il silenzio ci avvolge e ci costruisce. Il silenzio è nutrimento e spazio nel quale si cresce., ma il silenzio è tale soltanto per la definizione della ragione non come gli enti che lo compongono e che definiscono sé stessi.
Il nutrimento di ogni Essere è dato dall'oggetto del suo intuire che viene da questo intuito. Proprio perché viene intuito diventa parte dell'oggetto stesso. Intuire, in tutti gli Oracoli Caldaici sta per far proprio. io intuisco il mio circostante. Proprio perché intuisco il mio circostante mi approprio del mio circostante; cresco nel mio circostante; mi dilato nel mio circostante. Il mio circostante mi nutre e nutrendomi alimenta il proprio nutrimento in quanto io divento oggetto dell'intuire del circostante stesso.
Questo vale per il concetto di sentire. Il mio sentire esce dall'ambito della ragione. Raggiunge oggetti che la ragione non descrive e quegli oggetti raggiunti alimentano la mia ragione e la dilatano. Per alimentare la mia ragione è necessario che io esca dalla ragione, raggiunga gli oggetti attraverso il sentire e quegli oggetti devo imporli alla ragione variandone la descrizione.
Il mio intuire si alimenta da quanto intuisco. Una volta che intuisco un solo oggetto fuori della ragione metto in moto un meccanismo soggettivo attraverso il quale posso, in ogni istante, uscire dalla ragione per cogliere nuovi oggetti. Ogni volta che il mio intuire si nutre dal silenzio che circonda la ragione diventa più forte del controllo che la ragione esercita sull'Essere Umano. La ragione da padrona dell'Essere Umano diventa uno strumento attraverso il quale l'Essere Umano costruisce sé stesso.
18) voi che intuendo sapete il paterno sovracosmico abisso
L'abisso che ci circonda è lo spazio all'interno del quale gli oggetti diventano coscienti di Sé. L'abisso è lo spazio in cui l'Energia Vitale si muove. Questo è sovracosmico perché il cosmo che noi percepiamo pregno dell'Energia Vitale espande sé stesso in continuazione. Si espande riempiendo l'abisso che lo circonda esattamente come la Coscienza di Sé si espande rendendo conscia l'Energia Vitale che lo circonda. Tutto ciò che genera è paterno. Tutto ciò che permette di generare è paterno. Così nella filosofia orfica il sovracosmico abisso è indicato come il "nero Erebo" e "l'ampio Tartaro" che il "Caos" in espansione riempie., ma il "Caos" è la fonte delle Coscienze di Sé che organizzano s'è stesse e procedono espandendosi in esse.
Intuire questo per l'Essere significa guardare la vita come un tempo in cui le Coscienze di Sé nascono e dilatano se stesse. Quante vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza prenderanno forma nel sovracosmico abisso che sovrasta il cosmo di cui noi siamo parte? Quante vie e quante determinazioni diverse dalle nostre? Quante relazioni saremmo in grado di costruire con queste?
Intuire l'infinito dello spazio che ci circonda significa intuire i mutamenti che stiamo per per percorrere verso l'eternità. Significa collocare esattamente il nostro percorso di conoscenza e di consapevolezza nello spazio che stiamo occupando e nel tempo in cui ci stiamo trasformando.
Da questo abbiamo una frase monca che dobbiamo completare: "voi che intuendo sapete il paterno sovracosmico abisso potete affrontare l'infinito dei mutamenti in quanto conoscete ciò che siete all'interno del cosmo che vi contiene e attraverso questa conoscenza potete costruire il vostro infinito nei mutamenti!"
19) questo dio intuisce ogni intuire
Chi intuisce è un dio!
Nel Paganesimo Politeista si definisce dio chiunque, Essere di qualunque specie, intuendo quanto lo circonda espande sé stesse nello sconosciuto che lo circonda. Oppure, se vogliamo, percependo il circostante attraverso l'azione nel presente di questo circostante ci nutriamo espandendoci.
L'intuire è un atto di nutrimento dell'intuizione dell'individuo e atto di espansione della sua coscienza e della sua consapevolezza., ma per far in modo che sia attività dell'intuire l'azione reale del soggetto è necessario che il soggetto sia un dio. Se il soggetto non è un dio la sua attività di interazione col mondo circostante è mediato dalle fantasie e dai fantasmi della sua ragione. Se non è un dio non intuisce, ma costruisce attraverso le sue fantasticherie. Cosa significa "essere un dio?" Significa esercitare la propria volontà e le proprie determinazioni per costruire sé stesso. Nel processo di costruzione si esercita il proprio intuire mentre intuisce quanto lo circonda riportando nella ragione quanto la ragione riesce a descrivere anche se modificandosi un po' dilatandosi.
Chi non è un dio è colui che non dilata sé stesso. Non esercita la propria volontà e le proprie determinazioni per dilatare sé stesso ma, al massimo, esercita il proprio volere e la propria violenza per appropriarsi del circostante. Costui non è un dio,, ma un distruttore della vita. Il distruttore della vita non è in grado di intuire l'intuire che lo circonda in quanto non ha un fine nelle sue azioni, un intento del suo fare, pertanto non può intuire l'intuibile in quanto l'intuizione dell'intuibile è finalizzata alle necessità del soggetto che esercitando il proprio intuire costruisce sé stesso trovando l'intuibile in funzione del proprio intento e del fine cui conducono le sue azioni e il suo fare.
Per interpretare questa affermazione è necessario precisare che cos'è un dio dal punto di vista del Paganesimo Politeista dopo di che dobbiamo costruire la relazione fra l'intuire soggettiva e l'intuibile relativo al dio che l'intuibile circonda. Senza l'esercizio della propria volontà e delle proprie determinazioni non si è un dio. Si è un dio quando a Necessità che ha formato la nostra Coscienza (Necessità nella nostra specie è l'amplesso dei genitori) sommiamo la nostra volontà soggettiva che sceglie fra le opzioni che si presentano per costruire la nostra esistenza. Questo scegliere alimenta la capacità soggettiva dell'intuire l'intuibile che ci circonda., ma se non sommiamo a Necessità la nostra volontà delegando il nostro Essere a determinazioni e volontà diverse dalle nostre, allora siamo dei distruttori. Dapprima distruggiamo il dio che dentro di noi chiede di crescere e poi neghiamo la possibilità di sviluppo del nostro intuire. Il nostro intuire, distrutto dalla nostra rinuncia, viene sostituito dall'illusione della percezione. L'illusione posta dalla ragione affoga l'intuire dell'individuo mentre affronta l'intuibile che lo circonda.
Ed ecco pronto, chi ha rinunciato a sviluppare il proprio intuire, ad affermare: "Ma chi te lo fa fare di costruire te stesso? Io intuisco la verità senza sforzo perché qualcuno mi ha donato la capacità di intuire! Rinuncia a costruirti e assoggettati alle mie intuizioni!", ma non sono intuizioni, sono illusioni che costruiscono la distruzione dell'individuo che rinuncia a costruire sé stesso nell'infinito. Costui non è un dio che intuisce. Costui è un distruttore che distrugge il dio che cresce e che intuisce.
20) senza intuibile non esiste intuizione, e senza intuizione non esiste intuibile...
Perché la Coscienza di Sé si può espandersi nell'infinito? Perché esiste un infinito in cui espandersi. Perché l'Essere si può espandere? Perché esiste la volontà di espansione del soggetto.
L'intuizione è elemento della volontà di espansione del soggetto che si può esprimere proprio perché esiste un intuibile del quale il soggetto si può nutrire per espandersi.
L'individuo non è creato a immagine e somiglianza di un dio pazzo, ma è divenuto scelta dopo scelta rispondendo alle sollecitazioni del dio che cresce dentro di lui.
Esiste una relazione dialettica che determina il divenire dell'individuo soggettività-oggettività. La relazione che è ente divino di trasformazioni di due entità divine date dal soggetto che si espande nell'oggettività.
E' importante stabilire questa relazione perché questa è l'antagonismo a chi nega l'intuibile in quanto questo è dono del padrone., ma se l'intuibile costruisce l'individuo in quanto intuito dal soggetto ne alimenta le trasformazioni allora viene negata la donazione del dio padrone che dovrebbe, secondo i cristiani, donare l'intuizione a chi supplica di soddisfare il bisogno del suo intuibile.
20/2) ... intuibile che in sé stesso l'intuente contiene
E' importante questa affermazione perché un individuo è parte del mondo che lo circonda. Essere parte del mondo che ci circonda ci permette di nuotare nel mondo e non diventare padrone del mondo come i cristiani avrebbero voluto indicare l'Essere Umano affinché distruggendo il suo sentire distrugga la sua possibilità di intuire quanto lo circonda e quanto circondandolo tenta di intuirlo.
Il termine "nuotare nell'intuizione del mondo" oppure "nuotare nel sentire del mondo" è un concetto assolutamente estraneo alla cultura cristiana e cattolica in particolare. Il mondo, per il cristianesimo. è prodotto del dio padrone e l'Essere Umano è delegato a governarlo. Nel Paganesimo il mondo è ente cosciente e consapevole che costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti e le Coscienze di Sé che sono presenti nel mondo sono presenti anche nell'intuibile del mondo stesso. A loro volta esse, contenute nel mondo, intuiscono il mondo. Ne sono parte. Proprio perché ne sono parte intuiscono il mondo mentre il mondo le intuisce.
Nello stesso modo possiamo dire che ogni Essere, ogni consapevolezza si nutre attingendo dal mondo in cui vive e il mondo la contiene arricchendosi della sua intuizione.
Alla base di questo c'è l'intera filosofia della relazione dialettica fra gli enti che componendosi compongono il mondo pur essendo gli enti parte diversa del mondo e formando il divenire del mondo stesso attraverso le proprie modificazioni.
Con questo sistema di pensiero dobbiamo affrontare ogni insieme di cui siamo parte o di cui intendiamo intuire quanto in esso contiene, trasferirlo nella nostra coscienza e nella nostra consapevolezza e riportarlo, dopo averlo trasformato, nell'insieme dal quale abbiamo attinto. Con questo sistema dobbiamo tenere presente che la nostra conoscenza si sviluppa in un insieme che la contiene e di cui è parte interagente e separata dal tutto.
Da qui il concetto di dio Pagano: il dio, nel Paganesimo, è colui che intuisce quanto lo circonda!
Il dio nel Paganesimo è colui che nutrendosi da quanto lo circonda, proprio attraverso il suo nutrirsi, nutre quanto lo circonda arricchendolo. Questo processo di interazione è uguale in ogni manifestazione della vita. Sia all'interno dell'Essere Natura e dei suoi processi biologici sia nell'infinito dello sviluppo del fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza.
21) ... è tutte le cose,, ma noeticamente.
Cosa significa "noeticamente"? Significa che la qualità che rappresenta tutte le cose in modo noetico è: "Pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare e giudicare, sentimento!" Tutte le qualità che possedute dagli oggetti le qualificano come déi nella misura in cui queste vengono ricercate attraverso la volotà e le determinazioni specifiche del soggetto.
Il dio che cresce dentro ogni Essere lo può fare nella misura in cui l'Essere che alimenta il dio che cresce dentro di lui esercita la propria volontà e le proprie determinazioni. Esprime cioè il suo stato noetico. O, se preferiamo alimenta il proprio pensiero; esercita la propria intenzione; alimenta i propri scopi e i propri progetti (il proprio Intento); sviluppa l'articolazione del suo pensiero e la sua capacità di giudizio; alimenta il proprio sentire.
Le cose diventano altrettanti déi purché esercitino il proprio esistere in maniera noetica. Proprio perché esercitano il proprio vivere in maniera noetica lo sviluppo nell'infinito dei mutamenti le attraversa. Esse alimentano le trasformazioni fino a costruire la Coscienza universale.
Si può anche dire che il padre (Necessità e Intento) attraversa tutte le cose noeticamente. Cioè riversa nelle cose la propria volontà e le proprie determinazioni di cui le cose si appropriano per sviluppare i loro percorsi. Un padre e una madre versano nel figlio la loro scintilla divina., ma quella scintilla divina pur essendo ceduta dal padre e dalla madre non è più né del padre né della madre, ma appartiene al figlio. Così l'Energia Vitale che si muove immota nell'universo nel momento stesso in cui una sua parte diventa cosciente di sé cessa di essere parte di un tutto inconsapevole per cominciare a percorrere un sentiero di formazione della propria consapevolezza. Quella scintilla che apparteneva allo spazio silente ora diventa vortice tumultuoso e rumoroso nella formazione della coscienza.
La qualità noetica è la qualità intrinseca dell'Energia Vitale che occupa lo spazio. La qualità dell'Energia Vitale la costringe a delle trasformazioni il cui fine è il passaggio dall'inconsapevole al consapevole. Il consapevole esercita la propria volontà e attraverso questo somma la propria qualità intrinseca alla qualità dell'Energia Vitale inconsapevole. Lo sviluppo noetico del soggetto avviene quando l'uso della volontà e la pratica delle determinazioni accumulate portano l'individuo ad ampliare e sviluppare quanto la qualità base dell'Energia Vitale spingeva. Quando cioè alla forza del padre (Necessità e Intento) viene a sommarsi la determinazione del soggetto di farsi dio esercitando la propria volontà.
22) il nous del padre disse che in tre tutte le cose fossero divise, reggendo tutte le cose con il nous del primissimo eterno padre; accennò il suo volere, già tutte erano divise.
La qualità dell'esistente! L'esistente fondamentale è l'Energia Vitale. L'Energia Vitale ha qualità intrinseche che determinano le sue trasformazioni. Come l'ovulo fecondato dallo spermatozoo si sviluppa in quella e solo in quella direzione, così l'Energia Vitale può muoversi in quella e solo in quella direzione. Data la sua qualità specifica lo sviluppo è solo quello., ma lo sviluppo è dato soltanto dal movimento e il movimento non produce le cose, ma sposta, riempiendolo, nello spazio la staticità consapevole di cui è espressione. La staticità consapevole non è cosa. Non è oggetto. E' parte indistinguibile del tutto., ma il tutto non ha consapevolezza. La cosa è parte del tutto. La cosa acquista consapevolezza, la cosa determina la direzione del proprio sviluppo. La cosa unisce sé stessa alla qualità che l'ha prodotta e ne somma la propria volontà.
La cosa è dunque il dio che si separa dal tutto. La sostanza che la regge; la necessità che la conduce e la volontà soggettiva che sceglie tempi e modi per le proprie trasformazioni.
L'Energia Vitale fonte della vita. Elemento base di ogni coscienza. Necessità come presenza del padre primigenio che spingendo l'Energia Vitale la induce a trasformarsi in Coscienza di Sé modificando la propria vibrazione interna. Volontà come capacità del soggetto di determinare la direzione delle proprie trasformazioni. Volontà soggettiva che si sovrappone al padre, Necessità, per determinare le scelte che portano nell'infinito dei mutamenti.
La cosa riconosce sé stessa e determinando le proprie trasformazioni davanti all'infinito afferma: "Io esisto!" "Io sono un dio!" "Io rivendico il mio diritto all'infinito!"
Il diritto all'infinito è l'Intento. E' l'intento dell'Essere che riconoscendolo lo pratica dilatando sé stesso. E' l'Intento dell'Energia Vitale che espandendosi, attraverso Necessità si trasforma in Coscienza proprio per raggiungere e rivendicare il diritto all'infinito.
L'intento, espressione e qualità del padre, si somma, amplia e modifica, attraverso l'intento percepito e trasformato dal soggetto che lo pratica attraverso la propria Volontà.
Come nello spermatozoo e nell'ovulo il padre cessa per trasformarsi nel figlio pur tuttavia essenza base dalla quale il figlio costruisce sé stesso, così Necessità e Intento sono l'essenza base dalla quale nasce il dio nella misura in cui esercitando la propria volontà e le proprie determinazioni tende ad espandersi.
Tutte le cose sono rette dal "Nous del primissimo eterno padre" che significa che tutte le cose sono rette da Necessità e Intento. Il volere di Necessità e Intento è il loro permanere in esistenza. Tutte le cose sono rette da questa diade. Diade statica e inconsapevole che si muove in modo "caotico" nel cosmo fintanto che le condizioni del suo movimento non formano la Coscienza. La Coscienza è un frammento di riconoscimento soggettivo che si separa dall'oggettività che la contiene e alla diade che l'ha generata somma la propria volontà.
Tutte le cose sono divise in tre nella misura in cui l'intento della divisione è il passaggio dall'inconsapevole alla formazione della Coscienza e il percorso nell'infinito dei mutamenti.
23) affinché una triade contenga tutte le cose, tutte commisurando.
La triade contiene tutte le cose. Le contiene non perché tutte le cose sono nella triade, ma perché la triade può formare tutte le cose che sono formate. Le cose che non sono formate, in qualche caso, avrebbero potuto essere, ma sono state scelte dalla triade stessa. La triade sceglie! Sceglie seguendo la propria volontà e le proprie determinazioni in base al proprio divenuto. Nello scegliere la triade produce delle cose. Produce un presente che è frutto anche delle proprie scelte. La triade contiene l'esistente in quanto la triade costruisce l'esistente in relazione a tutte le triadi che con lei costruiscono sé stesse. Costruendo sé stesse si adeguano alle cose producendo cose nuove e nuove situazioni che al veggente possono apparire come contenute nella triade quando invece sono un prodotto della scelta della triade. La scelta della triade produce condizioni e situazioni nuove modificando sé stessa e le triadi che le stanno attorno. Modificando la situazione in cui le triadi commisurando si adattano trasformandosi.
Ed ecco che la triade diventa un soggetto cosciente e consapevole che definiamo dio in quanto la Necessità che l'ha generata si è trasformata in volontà e l'Intento universale si è trasformato in Intento soggettivo. Ed ecco che la triade separa sé stessa consapevole dall'inconsapevole circostante. Nel separare sé stessa dall'inconsapevole circostante la triade soggetto, definita nello spazio, forma una triade del tempo: la triade del mutamento. Il processo di trasformazione della triade dio determina le relazioni attraverso le quali espandere sé stessa. Riconosce sé stessa come soggetto diverso dall'oggettività che la circonda ed agendo sull'oggettività trasforma sé stessa. Essere-nonEssere-Divenire.
Quando la triade riconosce altre triadi la qualità delle relazioni cambia in quanto si possono sommare volontà ed intenti diversi e specifici come rappresentazione dell'Intento assoluto, la costruzione della Coscienza Universale,, ma la relazione è sempre definibile come Essere-Non Essere-Divenire.
Questa triade temporale si fonde con la triade spaziale dove un soggetto riconoscendo sé stesso necessità, per continuare le proprie trasformazioni, la fusione con soggetti diversi-uguali-complementari.
Un po' come avvenne quando un Essere Unicellulare si fuse con altre cellule per diventare un Essere Pluricellulare e migliorare i processi costruttivi della propria Coscienza sia per sé che per migliorare le possibilità dell'oggettività in cui viveva.
La fusione della triade spaziale con la triade temporale porta alla nascita di una triade che definiamo soggetto-soggetto-divenire dove la somma dei soggetti determina una Coscienza che comprende le coscienze che la compongono e, attraverso questo, una sua Coscienza con la quale continua la relazione sia spaziale che temporale.
Tutto è triade e la triade contiene tutte le cose in quanto tutte le cose sono emanazione della triade stessa.
24) in principio fine e mezzo, secondo l'ordine di necessità.
In questo frammento si ordinano gli elementi della triade. Necessità è la base dalla quale la triade è generata. Il fine è il movimento di Necessità, il suo Intento. Il messo è l'elemento soggettivo per raggiungere l'Intento scelto dalla triade specifica.
La triade generante ha sostanza, l'Energia Vitale base di tutte le cose, ma Necessità e Intento sono fuse in un solo elemento in quanto manca la coscienza soggettiva. Quando nell'Essere interviene la Coscienza soggettiva Necessità di espansione e il fine dell'espansione vengono determinati dalla qualità del soggetto, ma soprattutto dalla sua volontà. La volontà è il mezzo per giungere all'Intento in cui Necessità spinge.
Necessità spinge l'Energia Vitale a costruire la Coscienza Universale. Necessità spinge l'inconsapevole a diventare consapevole; Necessità spinge l'inconsapevole a trovare la volontà della consapevolezza per raggiungere l'Intento.
25) Queste cose il padre intuì, ed ecco che un mortale gli fu animato.
Cosa intuisce Necessità e Intento? La Coscienza intuisce; l'inconsapevole procede!
Cosa percepisce il veggente? Il movimento uguale al suo! Il Veggente, consapevole di sé stesso, intuisce l'Intento. Dunque, il Veggente ritiene che l'inconsapevole di cui egli non percepisce la consapevolezza possa percepire e intuire le strategie attraverso le quali fondare la propria esistenza. Questa è una lettura soggettiva del veggente il quale attribuisce consapevolezza alla sostanza e alle tensioni che sono alla base del proprio esistere.
Cosa dunque intuì il padre? Necessità e Intento intuirono i processi di trasformazione di cui essi erano potatori e attraverso i quali costruire la Coscienza universale., ma non era Necessità e Intento che intuiva questo, ma il mortale che a loro attribuiva come intuizione i processi di trasformazione di cui era portatore.
Cosa fu animato? Un mortale! Una concentrazione cosciente che doveva distruggere sé stessa per continuare a sviluppare la propria coscienza. Fu animato da Intento e Necessità quanto sviluppava la propria volontà, ma una volta sviluppato sé stesso nella struttura in cui esisteva doveva cambiare per continuare a svilupparsi.
Lo sviluppo della Coscienza è un processo di sviluppo lineare. Eppure la Coscienza che si sviluppa deve continuamente rinascere rinnovando il proprio esistere. Soltanto che quando rinasce non è più ciò che era e non sarà ciò che avrebbe desiderato essere. Quella coscienza è mortale perché ad ogni ciclo si dissolve e ricomincia attraverso la forza che ha costruito, se l'ha costruita, nel nuovo ciclo.
Il mortale appartiene all'Essere della Natura., ma lo stesso Essere Natura è mortale in quanto subisce trasformazioni continue attraverso le quali forgiare la propria Coscienza di Sé e la propria consapevolezza.
26) vedendo te, monade triadica, il cosmo ti venerò.
Il più piccolo elemento della triadicità consapevole è venerato dal cosmo in quanto parte fondamentale della costruzione della consapevolezza del cosmo stesso. Dove il termine "venerare" va inteso in modo letterale: "farsi Venere". Il "farsi Venere" del cosmo nei confronti della più piccola entità triadica che attraverso le sue trasformazioni partecipa alla formazione della Coscienza universale. L'universo stesso è nulla se quell'unità non concorre alla sua formazione. L'universo si fa Venere nei confronti della più piccola unità triadica che attraverso le sue trasformazioni concorre a formare la Coscienza e la consapevolezza dell'universo stesso.
La volontà della più piccola unità triadica, la monade, è parte della più grande volontà che attraverso un processo di trasformazione e interazione diventa la volontà dell'intero universo.
L'universo concorre a sorreggere la più piccola Coscienza di Sé che tenta di espandersi. Il gioco dell'equilibrio è il gioco dell'universo, il suo farsi Venere,, ma è il gioco dell'esistenza e della formazione della Coscienza Universale.
L'Universo si fa Venere nei confronti della monade triadica esattamente come la monade, nel momento stesso in cui esercita la propria volontà per espandersi, si fa Venere nei confronti dell'universo.
Ogni entità triadica che fonda il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti è parte fondamentale della futura Coscienza Universale.
27) in tutto il cosmo rifulge una triade, che una monade domina.
E diventa anche il discorso della reciprocità dialettica dove nel cosmo quando una triade tenta di dilatarsi e di costruirsi domina la monade di cui è espressione. La monade deve rispondere alle forze della vita che l'hanno generata e proprio per rispondere alle forze della vita di cui è espressione ella rifulge della consapevolezza che sarà dell'intero universo.
La monade è l'attimo in cui l'Energia Vitale da inconscia diventa consapevole e alla Necessità di cui è emanazione aggiunge la propria volontà per rispondere alle spinte dei suoi bisogni. Bisogni che sono espressione di Intento dentro di lei.
Tutte le Coscienze di Sé del cosmo sono formate da una triade e possono essere Coscienze di Sé che tentano di diventare eterne proprio perché rispondono al sistema triadico.
Cosa domina la monade? La monade domina sé stessa! La monade somma la propria volontà a Necessità di cui è espressione. La monade domina il movimento di Necessità attraverso la propria volontà imponendone la direzione in cui praticare il proprio sviluppo.
Il meccanismo di sviluppo triadico della monade, che noi chiamiamo Coscienza di Sé, come relazione fra sé e la sua oggettività è dominato dalla volontà della monade stessa che si impone allo sviluppo caotico di Necessità per rispondere nel modo migliore ad Intento che attraverso i suoi bisogni spinge per svilupparsi.
Questo meccanismo è quanto rifulge agli occhi del veggente. La monade, o la Coscienza di Sé, è tanto più grandiosa quanto maggiormente fa splendere la propria soggettività in relazione all'oggettività che la circonda. Sia che questa oggettività sia formata da Energia Vitale inconscia sia che sia formata da altre Coscienze di Sé che determinando sé stesse entrano in relazione.
Per le leggi della formazione del Potere di Essere la Coscienza di Sé maggiore alimenta la Coscienza di Sé minore con cui entra in relazione perché questo alimenta lo sviluppo della propria coscienza di Sé. Ciò che maggiormente rifulge è ciò che tutto sorregge per alimentare il proprio sviluppo.
28) dall'intimo di questa triade è stata seminata ogni cosa.
Il concetto di seminare deve essere letto come: nell'intimo di questa triade è presente potenzialmente ogni cosa. Che significa che le scelte fatte da questa triade possono portare in molte direzione e produrre molte cose e molte relazioni. La triade stessa essendo il sistema base di ogni Coscienza di Sé è in grado di sviluppare ogni percorso fino alla costruzione della Coscienza Universale.
Il fatto che ogni cosa sia seminata nella triade no significa che ogni cosa germogli!
La triade stessa in quanto espressione di una Coscienza di Sé obbedisce alla legge di adattamento soggettivo alle variabili oggettive. Pertanto la qualità di espressione della singola triade alimenta la nascita di alcune cose e ne cancella altre che però possono essere presenti in altre triadi e svilupparsi. Quando le Coscienze di Sé si fonderanno per costruire un unico percorso quanto è stato prodotto dalle singole triadi si riverserà nelle varie Coscienze.
La triade deve essere letta come un meccanismo di formazione della Coscienza di Sé. Come il motore di un'automobile. Egli fa funzionare l'automobile, ma non ne indica la direzione in cui muoversi. Così la triade è il meccanismo di formazione della Coscienza, ma non è la Coscienza.
La Monade obbedisce a questo meccanismo solo nella misura in cui sovrappone in modo definitivo la propria volontà alla Necessità che l'ha formata. Se la Monade non sovrappone la propria volontà a Necessità non rifulge né i semi di cui è portatrice possono germogliare. La Monade, in quel caso, attende la sua dissoluzione che può avvenire in modi e cause diverse a seconda di come quella Coscienza si esprime (gli Esseri della Natura in un modo, gli Esseri Galassia in un altro modo, gli Esseri di sola Energia Vitale in un altro modo ancora ecc.).
29) perché da questa triade il padre mescolò ogni soffio vitale.
Che cos'è il "soffio vitale"? E' un'espressione del veggente. Il veggente vede l'Energia Vitale muoversi nello spazio per effetto di Necessità poi ne vede alcune parti accelerare in modo vorticoso il proprio corso. Una parte dell'Energia Vitale si muove in modo differente da come si muove l'Energia Vitale attorno. La velocità diversa è una velocità maggiore. Il veggente percepisce questo come un soffio. Un soffio che trasforma l'inconsapevole in consapevole.
Il soffio vitale è in realtà il soffio della Consapevolezza. E' il fluire di quanto si tramuta da inconsapevole a consapevole. E' il passaggio demiurgico della nascita della Coscienza di Sé che si riconosce diversa dal circostante.
Perché mescolare ogni soffio vitale? Perché Necessità e Intento costituiscono le tensioni del movimento. Un movimento lineare e apparentemente senza meta (o in direzione di una Coscienza di Sé quando queste agiscono) rappresenta il movimento dell'Energia Vitale inconscia. Un vortice all'interno di quel movimento indica come quell'Energia Vitale si stia separando dall'oggettività circostante e riconosca sé stessa come Coscienza, parte diversa del circostante e sviluppi la tensione di espansione espressa attraverso i suoi bisogni soddisfatta mediante l'uso della propria volontà come espressione soggettiva in sé di Necessità. Intento nel padre è la trasformazione da inconscio a cosciente; Intento della Coscienza è la sua espansione.
Necessità e Intento mescolano il proprio soffio vitale esattamente come lo Stregone mescola il proprio Crogiolo nel tentativo di proiettare sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
30) fonte delle fonti, matrice che ogni cosa contiene.
La fonte delle fonti è la sostanza attraverso le cui qualità la Coscienza di Sé si esprime. Non importa in che modo la Coscienza di Sé si esprime. Che sia la Coscienza di Sé delle Galassie, di Esseri di Sola Energia Vitale, dell'Essere Terra, dell'Essere Luna, degli Esseri della Natura, delle tensioni Coscienti di Sé; ogni Consapevolezza può esistere solo in presenza dell'Energia Vitale mattone primo dell'universo.
Energia Vitale unico ARKE' del pensiero Pagano Politeista.
l'Energia Vitale è sostanza generante qualsiasi Coscienza di Sé. Il padre come Necessità e Intento è un elemento della qualità dell'Energia Vitale.
Ogni cosa contenuta sta ad indicare ogni possibile Coscienza di Sé che si esprime attraverso l'Energia Vitale è potenzialmente già presente nella sostanza che sarà alla base della Coscienza stessa, ma nello stesso tempo molte Coscienze che potenzialmente avrebbero potuto esprimersi non si esprimeranno in quanto le qualità di Necessità e Intento hanno costruito quelle e solo quelle condizioni. Molte Coscienze di Sé potenzialmente possibili come risultato dello sviluppo dell'Energia Vitale non si esprimeranno in quanto l'uso della volontà e delle determinazioni delle Coscienze di Sé espresse costruiranno condizioni favorevoli per lo sviluppo di altre Coscienze di Sé.
La fonte delle fonti della Coscienza di Sé è l'Energia Vitale senza la quale la Coscienza di Sé non è in grado di esprimersi e le matrici sono le infinite possibilità attraverso le quali l'Energia Vitale passa dallo stato di inconsapevolezza alla strutturazione di un Coscienza di Sé.
31) Da entrambi fluisce il legame della triade prima che non è prima,, ma è lì che gli intuibili vengono sottoposti a misura.
Il frammento si riferisce alla formazione della Coscienza di Sé all'interno dell'Essere Natura. O almeno per gli Esseri bisessuati. Entrambe le Coscienze, di diverso sesso, fanno fluire verso un unico Intento il loro legame con la triade. Ognuno di loro sono Necessità, Intento e Volontà. La triade ha sovrapposto la propria soggettività all'oggettività di Necessità e Intento che ne è all'origine. Nello stesso tempo ogni triade è portatrice della rappresentazione della prima triade che ha trasformato l'inconsapevole in consapevole, ma non è la prima triade. Sono triadi determinatesi attraverso le trasformazioni dei singoli Esseri che compongono l'Essere Natura.
Quel fluire di legami dalla diade di triadi all'interno dell'Essere Natura pone le basi per la nascita di una nuova triade: una nuova Coscienza di Sé.
Ed è in quella nuova triade che gli intuibili, ancora una volta, sono sottoposti a misura. Quella triade che scaturisce dall'unione di due triadi a sua volta si espanderà nell'intuibile che la circonda. Essa userà il proprio intuire misurando l'intuibile del circostante e imparando a nuotare in quell'intuibile.
Il frammento indica un modo, all'interno dell'Essere Natura, attraverso il quale viene a costruirsi una Coscienza di Sé trasformando l'Energia Vitale inconscia ad una concentrazione di Energia Vitale consapevole di Sé stessa. Il frammento è importante in quanto definisce la formazione della Coscienza di Sé propria dell'Essere Umano e la formazione della sua Coscienza di Sé che si espande nell'Essere Natura.
32) Operante, elargisce il fuoco che dona vita e colma il grembo fecondo di HEKATE... sui vincoli riversa forza di fuoco vivificante, potentissimo.
Non conosco la relazione esistente fra il frammento 31 e 32, ma il punto centrale del frammento è HEKATE. E' la forza di questo Essere come guardiano della nascita e delle trasformazioni della Coscienza di Sé.
HEKATE è il potere della nascita. Non è il potere della nascita dell'Essere della Natura. Quello è Giunone o Era. HEKATE è il potere della nascita di quanto l'Essere della Natura partorisce all'atto della morte del corpo fisico. Era e Giunone sono legate agli Esseri della Natura. L'imperativo di Giunone Lucina di sciogliere tutti i nodi della partoriente e di chi assisteva al parto era funzionale a concentrare l'attenzione di chi assisteva il parto affinché la morte dell'Essere Feto si trasformasse nella nascita di un Essere della Natura. Giunone Lucina operava affinché il parto andasse a buon fine. Operava affinché un nuovo Essere cominciasse ad articolare il proprio intuire per muoversi nell'intuibile della vita. Se l'opera di Giunone Lucina è visibile nelle azioni della partoriente e di chi l'assiste mentre partorisce l'opera di HEKATE è visibile soltanto al veggente nel momento del trasferimento della propria Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo luminoso.
Il fuoco che dona la vita è sempre l'Energia Vitale di cui una Coscienza di Sé si può alimentare mettendo in essere delle strategie attraverso le quali aumentare il proprio potere di determinazione nella sua oggettività. Il potere di determinazione è il Potere di Essere di quella Coscienza di Sé che mentre viene alimentato costringe l'Energia Vitale inconscia a partecipare alla costruzione di quella Coscienza di Sé.
Chi opera è dunque il Potere di Essere della singola Coscienza di Sé che ricolma il grembo di HEKATE partorendo il corpo luminoso all'atto della morte del corpo fisico. I vincoli sono quelli della morte del corpo fisico a cui l'Essere della Natura è sempre legato e sempre sottomesso.
La morte del corpo fisico giunge sempre ed è inevitabile. HEKATE al momento della morte del corpo fisico versa la sua forza per alimentare la trasformazione dell'Essere della Natura. Sempre!
Sta all'Essere della Natura aver accumulato sufficiente Potere di Essere per poter afferrare la mano che il Potere di Essere di HEKATE gli allunga. Per gli Esseri umani, sottoposti alla sottomissione del macellaio di Sodoma e Gomorra non esiste il potere sufficiente per afferrare quanto HEKATE tende. Così la presa sfugge e quanto è rimasto del loro Potere Personale (che non si sia mangiato il macellaio di Sodoma e Gomorra) viene dissolto col loro corpo fisico: HEKATE ha abortito!
HEKATE non costruisce l'eternità delle Coscienze di Sé: le partorisce! Le partorisce soltanto se le Coscienze di Sé si sono costruite sommando alla Necessità della propria nascita la volontà della propria espansione nell'intuibile che le circonda. HEKATE alimenta il Potere di Essere della Coscienza di Sé all'atto della morte del corpo fisico, ma nello stesso tempo Ella può alimentare soltanto quanto ha forza e Potere per esistere: non può resuscitare i morti.
Sul Potere di Essere al momento del passaggio dal corpo fisico al corpo luminoso HEKATE versa "forza di fuoco vivificante, potentissimo". Lo versa sulle determinazioni dell'esistenza non sul nulla o sulla disperazione di chi ha distrutto sé stesso.
33) ... artefice esperto, edificatore del mondo igneo...
Letteralmente: l'edificatore esperto che costruisce il mondo infiammato.
Cosa può infiammare il mondo se non la nascita della Coscienza di Sé, la Consapevolezza dell'esistenza e il bisogno dell'espansione espresso attraverso volontà?
Il mondo igneo è il mondo della Conoscenza. Il mondo si infiamma quando passa dalla non Conoscenza alla Conoscenza individuando sé stesso diverso dall'inconsapevole. Il mondo percorso da Coscienze di Sé che si dilatano e che costruiscono delle relazioni. Il mondo igneo è il brodo primordiale. Ogni brodo da cui scaturisce Coscienza Consapevolezza, necessità di sapere, Potere di Essere e dilatazione per costruire Coscienza nell'infinito dei mutamenti.
L'artefice è il costruttore. Quante volte una frazione di Energia Vitale è diventata Cosciente di Sé riconoscendo sé stessa diversa dall'oggettività in cui è sorta e non ha saputo costruirsi nei mutamenti finendo per ritornare al proprio stato di inconsapevolezza e disperdendosi nel tutto? Quante volte un'opportunità di eternità è andata perduta?, ma non tutto è fallito. Per molti fallimenti qualcuno è riuscito. Quel qualcuno è l'artefice. Colui che ha avuto sufficiente Potere o velocità per sovrapporre a Necessità che lo ha generato la propria volontà. Colui che colta l'occasione della propria Consapevolezza ha sviluppato la propria necessità d'esistenza da mettere in atto delle strategie per assicurarsi di poter continuare a sviluppare sé stesso anche quando le condizioni casuali che lo hanno generato sarebbero cessate.
Costoro, negli infiniti brodi primordiali che le situazioni generano all'infinito, sono gli artefici. Sono coloro che costruiscono dei cammini di eternità. Sono coloro che popolano il mondo fiammeggiante della Conoscenza e della Consapevolezza. Sono coloro che lo arricchiscono e che lo alimentano. Alimentando il mondo fiammeggiante della Conoscenza e della Consapevolezza si nutrono da quel mondo alimentando il proprio cammino di eternità.
Ci sono e ci saranno sempre Coscienze che per un motivo o per un altro si rifiutano di alimentarsi dalle fiamme della Conoscenza e della Consapevolezza. Avranno sempre paura di essere bruciate. Sarà proprio la paura di essere bruciate che finirà per consumarle annientando la loro Coscienza di Sé.
34) Di là scaturisce la materia cangiante; di là precipitando, il fulmine esautora il fiore del suo fuoco, gettandosi nella cavità dei mondi; perché è là che tutte le cose cominciano ad inclinare i raggi verso il basso, stupendi.
Dalla capacità della Coscienza di Sé di sovrapporre alla Necessità che l'ha generata la propria volontà per perpetuare sé stessa dilatandosi scaturisce la materia cangiante. La materia che cambia colore. L'essenza dell'Energia Vitale che dal colore dell'inconsapevolezza passa al colore fiammeggiante della Coscienza di Sé.
Il fulmine è la rappresentazione della volontà soggettiva ed il fiore la forma che la Coscienza di Sé ha assunto., ma la Coscienza di Sé non permane in quella forma. La Coscienza di Sé deve modificarsi continuamente per perpetuare la propria Coscienza alterando continuamente la propria forma. Questo avviene grazie alla volontà soggettiva che si relaziona col mondo che circonda la Coscienza di Sé.
Questo gettarsi nella cavità dei mondi o, se si preferisce, nelle contraddizioni dell'esistenza affrontandole e risolvendole al fine di costruire sviluppando la propria Coscienza di Sé è uno spettacolo stupendo. E' lo spettacolo della vita! E' lo spettacolo tappa-preludio per la costruzione della Coscienza Universale.
Queste azioni sono dei cominciamenti. Sono azioni che determinano la qualità della Coscienza Universale alla fine dei mutamenti. La soluzione di una contraddizione che porta a sviluppare la Coscienza che l'ha risolta è un passo per la costruzione della Coscienza Universale.
Così le Coscienze di Sé che riconoscono sé stesse diverse dall'inconscio che le circonda non si ergono a padrone e dominatrici dell'esistente. Non affermano: "L'esistente mi appartiene! Io sono padrona dell'esistente!", ma inclinano i raggi della loro azione verso il basso. Inclinano la loro azione nei confronti dell'Energia Vitale inconscia affinché sempre più Energia Vitale passi dalla forma inconscia alla forma conscia favorendo questa trasformazione. La trasformazione dell'inconscio al conscio; la trasformazione da quanto è appena consapevole alla consapevolezza universale è lo spettacolo stupendo a cui il veggente assiste con trasporto emotivo che solo lo spettacolo della vita e della sua espansione può dare.
STUPENDO!
35) è da lui che scaturiscono le folgori implacabili e il grembo della luce rifulgente di HEKATE, sorta dal padre, che accoglie la folgore, e il fiore del fuoco che forma una cintura, e al di là dei poli ignei il soffio possente.
Dalla Coscienza di Sé scaturiscono le folgori della volontà di trasformazione. La trasformazione non si manifesta attraverso un lento divenire. Una lenta trasformazione. Non è il fiore della forma della Coscienza di Sé che si trasforma. IL fiore si trasforma un po', ma poi muore. Muore e si dissolve colpito sistematicamente dai fulmini della volontà che dalla Coscienza di Sé si scaricano nel circostante, affrontando le contraddizioni e modificando la struttura del fiore stesso.
Volontà trasforma la forma.
HEKATE accoglie la folgore e il fiore forma la sua cintura.
Formare la cintura di HEKATE. HEKATE è il fulgore della morte. E' la morte, come fine di uno stato di Consapevolezza, trasformato in nascita di uno stato di consapevolezza capace di percorrere nuovi sentieri. Dove il secondo è stato forgiato nel primo. HEKATE è il potere di questo passaggio. Ogni stato di Consapevolezza che si costruisce articolando la Coscienza di Sé è un fiore che fatto appassire dalle folgori della volontà soggettiva emette il seme (come Potere di Essere) per la formazione dello stato successivo della Coscienza di Sé che procede nel suo processo di costruzione formando un nuovo fiore che a sua volta appassirà sotto le folgori della volontà soggettiva per emettere il seme per la formazione dello stato successivo.
Fiore dopo fiore forma la cintura di HEKATE.
Quali sono i poli di fuoco? I poli entro i quali avviene la trasformazione della Coscienza di Sé Universo? Sono la nascita della Coscienza di Sé e la fine di quello stadio di sviluppo della Coscienza di Sé. Questi poli sono i limiti di ogni "soffio" di consapevolezza. Sono piccoli poli per piccole Coscienze di Sé o, meglio, per piccoli stadi di sviluppo della Coscienza di Sé oppure sono i grandi poli della formazione della Coscienza di Sé Universo. La possenza si articola sempre! Nella piccola Coscienza di Sé come nell'Universo; la grandiosità e la magnificenza è uguale!
La cintura di HEKATE grande o piccola che sia. E' la cintura composta dai fiori delle singole Coscienze di Sé che dopo averne esaurito uno continuano formandone altri oppure è la grande cintura di tutti i fiori delle Coscienze che attraverso le loro trasformazioni costruiscono la Coscienza Universale.
Quando il feto, degli Esseri della Natura, muore è il fiore della Conoscenza abbattuto dalle folgori di volontà. Il seme che quel fiore ha generato è l'Essere della Natura. Un nuovo fiore che tenta di espandersi nel circostante in cui diviene. La morte dell'Essere Feto e la nascita dell'Essere della Natura è un fiore alla cintura di HEKATE. Così fra gli Esseri Umani quando muore il fanciullo o la fanciulla nasce l'Essere Umano adulto. Il fiore che è appassito sotto i colpi della volontà è un fiore alla cintura di HEKATE. Così ancora, fra gli Esseri Umani adulti quando la morte del corpo fisico si trasforma in nascita di un corpo luminoso è un altro fiore alla cintura di HEKATE. Quando la morte del corpo fisico non partorisce il corpo luminoso quel fiore si spegne: non era un artefice esperto; non era un edificatore del mondo igneo. Qualcosa è intervenuto. Il fiore era sterile. Avrebbe potuto essere parte della cintura di HEKATE e invece è appassito, dissolvendosi consumato dal non aver articolato la propria volontà.
Così per ogni Coscienza di Sé dell'universo, qualunque sia la qualità delle sue trasformazioni. Qualunque sia i suoi percorsi per accumulare Sapere Conoscenza e l'esercizio delle sue determinazioni. Il fiore della Coscienza di Sé è il fiore della cintura di HEKATE.
HEKATE sorta da Necessità e Intento fa di Necessità e Intento le tensioni dalle quali scaturiscono le Coscienze di Sé del cui fiore ella si adorna.
36) il nous del padre, condotto su guide inamovibili, inflessibilmente irradianti per solchi di fuoco implacabile.
Necessità e Intento muovono il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, l'intendimento, il modo di pensare, il modo di giudicare e il sentire (tutto questo è il nous) viene condotto su guide inamovibili. Quali sono queste guide? Sono le guide di Intento. Sono le trasformazioni dell'inconscio in Coscienza., ma sono inamovibili perché nel momento stesso in cui una Coscienza di Sé non sviluppa la propria Conoscenza, il proprio sapere (il nous) sovrapponendo a Necessità che ne è madre la propria volontà di trasformazione cessa di svilupparsi. Cessa di esistere. C'è una sola scelta: il proprio sviluppo. L'unica alternativa allo sviluppo è la propria distruzione.
Le tensioni dell'esistenza si irradiano attraversando ogni Coscienza di Sé qualunque sia la sua natura e la veggente appaiono come linee luminose o come linee di fuoco che consapevoli di sé stesse si irraggiano per alimentare il proprio simile mentre cresce e si sviluppa all'interno di una Coscienza di Sé. Diventate consapevoli, generate dalle Coscienze di Sé come una rete avvolgono l'esistente spingendolo nella direzione che le tensioni dei loro bisogni indicano.
Queste Coscienze di Sé che tentano di svilupparsi diventando eterne infondono una direzione di sviluppo alle stesse Coscienze di Sé che le hanno generate al fine di preservare sé stesse e svilupparsi nell'infinito dei mutamenti.
Tutto questo brulicare di Coscienza appare al veggente come un reticolato di solchi consapevoli che avvolgono ogni Coscienza di Sé e che sono molto attivi fra gli Esseri della Natura.
Esiste una sola direzione nella quale il nous conduce: la costruzione della Coscienza Universale. Può essere che qualcuno ingannato dal proprio condizionamento educazionale legga percorsi o stadi in modo differente,, ma è solo inganno costruito attraverso il blocco delle proprie trasformazioni.
Le guide sulle quali si muove lo sviluppo della Coscienza di Sé e i fini del loro sviluppo è inamovibile e condotta in modo inflessibile. In gioco c'è la costruzione delle Coscienza di Sé Universo anche se la qualità è determinata dai singoli cammini delle singole Coscienze di Sé e dalle loro interazioni con la loro oggettività.
37) Il nous del padre ronzò con volere vigoroso, intuendo idee di ogni forma, e tutte si slanciarono da una sola fonte: perché dal padre venivano proposito e fine., ma distribuite dal fuoco noetico si divisero in altre idee intuibili: il signore predispose per il cosmo multiforme un modello noetico inestinguibile, e il cosmo nel suo disordine ne seguì la traccia per poi ostendere sé con la sua forma, cesellato da idee di ogni specie. Una la loro fonte, da essa altre idee scaturirono, ronzanti, disgiunte, inaccostabili, che si frangono intorno ai corpi del cosmo; intorno a un grembo terribile si aggirano a sciami, rifulgendo da ogni fianco, da vicino, in ogni modo, implosioni noetiche, dalla fonte del padre cogliendo in abbondanza il fiore del fuoco al culmine del tempo senza quiete. Idee primordiali, che la fonte del padre primigenia, in sé stessa compiuta, fece scaturire.
Il pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, capacità di giudizio, il sentire, di Necessità e Intento vibrò con volontà decisa: quando Necessità e Intento vibrarono, la sostanza di cui erano qualità, questa divenne Coscienza di Sé ed espresse Volontà rappresentata da pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, capacità di giudizio e sentire.
Questa è la visione da cui parte questo frammento. Il problema che sorge nell'interpretazione è dove collocare questa visione. La collocazione nello spazio e nel tempo di quella visione mi permette una corretta interpretazione. La collocazione della visione ci consegna l'immagine di un luogo o di una ambientazione in cui qualche cosa si mescola fintanto che qualche cosa non le spinge lanciandosi da una sola fonte. Dunque, una fonte dalla quale procede un slanciarsi nell'infinito.
Va letto: le Coscienze di Sé intuendo idee di ogni forma si slanciarono da una sola fonte!
Le idee sono un qualche cosa di diverso dal volere vigoroso e sono un qualche cosa di diverso dal nous. Cosa sono dunque le idee? Quali sono le idee o, se vogliamo, le intuizioni che queste Coscienze di Sé hanno avuto per slanciarsi dalla fonte in cui erano contenute? Erano la costruzione delle determinazioni!
Non si sta parlando di Coscienze di Sé che si formano nell'Energia Vitale che si muove libera nello spazio. Questo è già avvenuto!
Non si sta parlando di Coscienze di Sé che appartengono a pianeti, stelle o galassie; questo appartiene ad altre visioni.
Qui si sta parlando della vita della Natura. Si stanno indicando le Coscienze di Sé dell'Essere Natura. Le prime Coscienze di Sé che producono altre Coscienze di Sé uguali a sé stesse.
La fonte in cui queste Coscienze di Sé intuiscono idee di ogni forma e dalla quale si slanciano è quello che in gergo scientifico di oggi si chiama BRODO PRIMORDIALE anche se questa visione è primordiale soltanto per la centralità che gli Esseri Umani concedono a loro stessi in quanto in ogni istante ogni Coscienza di Sé è in un brodo primordiale dal quale tenta di staccarsi e di uscire., ma accettiamo questo come visione.
Il BRODO PRIMORDIALE è la fonte dalla quale le Coscienze di Sé si lanciano proprio perché hanno intuito idee. L'intuizione le ha portate a guardare il futuro mentre viene loro incontro e hanno trasformato le loro scelte attraverso il "volere vigoroso" in determinazioni specifiche della propria specie. Le Coscienze di Sé sono all'origine, capostipiti, nodi di trasformazione importanti, momenti di distacco ecc. attraverso i quali originare nuove specie all'interno dell'Essere Natura.
Queste Coscienze di Sé trasformarono Necessità e Intento in propositi attraverso i quali raggiungere il proprio fine. Alla Necessità che le spingeva, all'Intento che aveva trasformato l'Energia Vitale inconsapevole in Coscienza di Sé sommarono la propria volontà trasformando Necessità del padre in Necessità soggettiva di trasformazione e dilatazione e l'intento della propria trasformazione in Intento dell'uso della propria volontà per perseverare nel proprio stato dilatarsi intuendo l'intuibile che le circondava. Attraverso l'intuire dell'intuibile esse intuirono anche il tempo che veniva loro incontro e per modificare sé stesse nel tentativo di costruire il loro futuro costruirono le loro determinazioni.
Che cosa sono le determinazioni? Sono le idee intuite dalle Coscienze di sé mentre guardano il tempo che viene incontro: progettano il futuro. Progettano sé stesse non solo in quanto individui, ma in quanto specie. Le Coscienze di Sé progettando il loro futuro si divisero. Uscirono uguali dalla fonte, ma la loro volontà manipolava in modo soggettivo la loro necessità e questa manipolazione costruì adattamenti soggettivi diversi alle variabili oggettive che incontravano o, se si preferisce, che intuivano. Queste Coscienze di Sé spinte dal fuoco del pensiero, dell'intenzione, del progetto, dello scopo, degli intendimenti, del modo di pensare e del sentire si divisero. Ognuno seguendo la propria sequenza di mutamenti; ognuna germinando la propria specie. Ognuna di queste Coscienze di Sé divennero oggettività per le altre Coscienze di Sé. Ogni Coscienza di Sé divenne idea intuibile dall'intuizione di ogni altra Coscienza di Sé.
In questo momento troviamo un termine particolare: il signore. Un soggetto che predispone un "modello noetico inestinguibile". Quale signore predispone che un fiume segua il suo corso dal monte al mare? Oggi diciamo la forza di gravità! Che cos'è dunque il signore che predispone? sono le condizioni oggettive che permettono alle Coscienze di Sé di slanciarsi dalla fonte.
In questa oggettività è possibile la vita a base di carbonio non è possibile lo sviluppo della vita a base di silicio. Oggi, 1999, lo posso affermare. Il veggente degli Oracoli Caldaici vedeva le condizioni alle quali le Coscienze di Sé operavano adattamento soggettivo come il potere attraverso il quale veniva costruendosi il "modello noetico inestinguibile". Nell'oggettività in cui le Coscienze di Sé si espandevano viene seguita la traccia del loro sviluppo.
Una sola era la loro fonte., ma una volta che hanno seguito la traccia del loro sviluppo da quella traccia altre Coscienze di Sé scaturiscono prendendo altre vie. Così dall'Essere Ameba nasce l'Essere rettile, dall'Essere rettile nasce l'Essere Mammifero, ecc. ecc. fino alle Coscienze di Sé come oggi noi le conosciamo e nella forma che le conosciamo. Il tutto viene presentato come l'immagine del vortice dove tutto nasce e si trasforma per nascere e trasformarsi. Quell'immagine del vortice è l'immagine della nascita e della trasformazione della Coscienza di Sé dell'Essere Natura che si nutre della consapevolezza i ogni Coscienza di Sé che costruendosi si alimenta alimentando i propri processi di sviluppo.
Il grembo terribile attorno al quale si aggirano sciami è quello di REA. E' il grembo dell'Essere Natura da cui tutte le Coscienze di Sé originano e sono il fondamento stesso della sua esistenza. Le Coscienze di Sé si aggirano a sciami. La visione a sciami è esatta. Sia quando si tratta delle Coscienze di Sé della specie cui apparteniamo sia per quanto riguarda ogni specie sia per l'insieme. L'Essere Natura è spesso visibile come un grande sciame composto da ogni consapevolezza di cui è fonte, madre e figlia allo stesso tempo.
Ciò che implode è ciò che si trasforma dentro. Quando si trasforma dentro trasferisce il proprio Potere di Essere all'esterno. L'implosione è essenza delle trasformazioni nei mutamenti. Quanto implode si trasforma alimentando la propria Coscienza di Sé e variandone le determinazioni per lo sviluppo della propria specie. Cosa diversa è l'implosione della distruzione di sé stessi quando si rinuncia ad alimentare la propria crescita e si attende la propria distruzione.
Che cos'è il "culmine del tempo senza quiete"? E' questo tempo! E' il momento in cui lo sviluppo della Coscienza di Sé avviene attraverso la soluzione delle contraddizioni. Questo è il tempo senza quiete. Questo è il tempo della crescita. La crescita non è tempo di quiete, la crescita è tempo di sviluppo delle contraddizioni all'interno delle quali costruire la Coscienza di Sé nell'infinito dei mutamenti.
Che cos'è quel "cogliendo in abbondanza il fiore del fuoco"? Chi lo coglie? HEKATE, l'essenza delle trasformazione e dello splendore dello sviluppo della Coscienza di Sé. Lo sviluppo della Coscienza di Sé; l'esercizio della propria volontà; la costruzioni delle determinazioni attraverso le quali favorire lo sviluppo della propria specie in armonia con tutte le specie dell'Essere Natura; formano la cintura dei fiori di HEKATE., ma e lo sviluppo della Coscienza di Sé arricchisce la cintura di HEKATE la fine della Coscienza di Sé e la sua rinascita pone le basi per la rinascita della Coscienza di Sé Universo.
La fonte primigenia del padre fece scaturire quanto esiste della Coscienza di Sé dell'Essere Natura. Non poteva essere altrimenti. Queste sono le condizioni e questo è il risultato di Necessità e Intento su questo pianeta. Sotto altri soli, sopra e sotto altri pianeti altri brulicare di fonti, altri brulicare di vite e Coscienze di Sé agiscono per arricchire di fiori della Coscienza la cintura di HEKATE.
In questo frammento la nostra attenzione va concentrata sulla formazione della Coscienza di Sé dell'Essere Natura e delle condizioni che su questo pianeta hanno consentito di costruire la nostra specie. Nella storia del Paganesimo Politeista ci sono varie immagini sulla creazione a seconda di dove i veggenti concentrano la loro attenzione. Ogni trasformazione diventa atto di creazione in quanto non esiste una creazione dal nulla, ma un divenuto che è momento di partenza o di formazione di un nuovo divenire. Un divenuto che si trasforma per costruire il nuovo.
Per il Paganesimo Politeista ogni momento è un momento di trasformazione e dunque l'Attenzione del veggente può considerare quel momento importante come il momento importante della propria esistenza., ma l'esistenza del veggente è oggetto in sé stesso. E' il momento in cui il veggente dice: "Da questo momento io mi sono trasformato!" Il veggente può ignorare tutto il precedente,, ma il precedente lo ha formato. Egli è figlio del precedente e padre del futuro che costruirà anche per aver concentrato la propria attenzione su quel momento e non su altri.
CONCLUDENDO il frammento
Attenzione al concetto di idea. Il concetto demiurigo che porta l'idea all'interno del mondo sensibile è atto della volontà soltanto per quanto riguarda i percorsi di sviluppo delle Coscienze di Sé all'interno dell'Essere Natura e ha come risultante non solo lo sviluppo di Coscienze di Sé libere, ma come sviluppo della Coscienza di Sé dell'Essere Natura stessa.
L'idea è quanto la volontà della Coscienza di Sé trasferisce come patrimonio della specie. L'idea è l'oggetto che la Volontà del singolo Essere trasferisce nella propria specie come determinazione.
Ogni Essere, di ogni specie, è un punto d'arrivo della specie stessa. Ogni Essere, di ogni specie è un punto di partenza per la formazione di specie future.
Il singolo Essere della Natura attraverso l'uso della propria volontà e procedendo per adattamento soggettivo alle variabili oggettive sceglie delle modificazioni, più o meno evidenti, più o meno sviluppabili, che si perpetuano nella specie favorendone o complicandone i processi di sviluppo.
Le modificazioni sono le determinazioni specifiche della singola specie che attraverso le modificazioni soggettive, favorite dalle condizioni nella natura, diventano patrimonio dell'intera specie.
L'attività demiurgica è la capacità del singolo Essere di trasformare la propria volontà in situazioni stabili che favoriscono lo sviluppo della specie e dell'intera natura nel suo insieme.
38) intime intuizioni del padre sono queste, e verso di esse si volge il mio fuoco.
Qual è il mio fuoco che si volge verso le intime intuizioni del padre? Qual è il mio fuoco che si volge verso le intime intuizioni di Necessità e Intento? La mia necessità e il mio Intento trasformati dal mio volere: la mia volontà!
Chi si rivolge a Necessità e Intento è la mia Coscienza di Sé che volgendosi all'intuire che la circonda lo riconosce come intuibile ed agisce per il proprio sviluppo.
Quali sono le intime intuizioni di Necessità e di Intento a cui mi rivolgo? Delle altre Coscienze di Sé la cui caratteristica non è quella di essere Coscienze di Sé dell'Essere Natura, ma di essere tensioni che attraversano l'Essere Natura e dalle quali posso attingere. I Guardiani del Divenire Umano.
Perché sono un Essere Umano e la mia specie non ha riprodotto soltanto fisicamente sé stessa, ma ha costruito le tensioni all'interno dell'Essere Natura attraverso le quali garantire il divenire dell'Essere Umano. I Guardiani dell'Essere Umano sono tutte quelle forze che concorrono a garantirne le trasformazioni. Sono quelle forze che solo garantendo le trasformazioni agli Esseri Umani garantiscono le proprie trasformazioni e il proprio divenire nell'eternità. I Guardiani del divenire Umano sono dei guardiani del divenire dell'Essere della Natura.
Gli Esseri della Natura non sono soltanto Esseri fisici, ma sono tensioni di Energia Vitale, delle forze che percorrono il pianeta e queste forze sono attraversate da tensioni che non hanno rappresentazioni fisiche, ma solo tensioni di Energia Vitale. Il fatto di non aver rappresentazioni nel piano fisico non per questo non interagiscono con questo e non garantiscono lo sviluppo di cui abbiamo percezione nel piano fisico perché questo garantisce il proprio esistere.
Sono intime intuizioni perché i Guardiani agiscono sull'intimo degli Esseri Umani. Non si manifestano come rappresentazioni enfatiche, ma attraverso un sottile intuire che manipola il sentire e l'intuire dell'Essere Umano.
Verso di loro si volge il mio fuoco perché da loro il mio fuoco trae nutrimento. Traendo nutrimento dai Guardiani del Divenire Umano io fondo il mio infinito alimentando Necessità e Intento che crescono dentro di me: volontà nella direzione del mio mutamento. Nello stesso tempo il mio intuire alimenta i Guardiani. Li rende forti e attenti nel cogliere le loro opportunità attraverso le quali fondare il loro cammino nell'eternità dei mutamenti.
39) Il nous paterno nato da sé stesso intuì azioni, e in tutte le cose inseminò il vincolo dell'amore gravido di fuoco, perché infinitamente amando permanessero tutte, e ciò che fu ordito dalla luce noetica del padre non crollasse. In virtù di questo amore, gli elementi del cosmo permangono, scorrendo via.
Il termine fondamentale di questo frammento è amore. Che significa "amando permanessero tutte"? Che significa "in virtù di questo amore, gli elementi del cosmo permangono"?
Che cosa significa amore all'interno degli Oracoli Caldaici?
Il termine amore sta ad indicare la soluzione delle relazioni attraverso il Potere di Essere.
Il termine "amore" sta ad indicare la relazione dialettica fra le Coscienze di Sé. Al veggente la relazione dialettica appare come opera di Eros. Quando due oggetti si relazionano non avviene danneggiamento di una delle due Coscienze di Sé,, ma un reciproco arricchimento. E' vero che ogni Coscienza di Sé, in particolare all'interno dell'Essere della Natura, paga dei tributi all'oggettività. Le uova di Storione non si aprono tutte. Molte Coscienze di Sé si cibano di Esseri Storione in potenza,, ma nonostante questa visione soggettiva dell'Essere Umano, l'Essere della Natura nel suo insieme tende a costruire delle relazioni e degli equilibri tali per cui ogni specie al suo interno conserva delle possibilità di sviluppo. Per conservare queste possibilità di sviluppo una specie non si può appropriare dell'intero Essere della Natura, ma deve mantenere il proprio ruolo tentando sì di svilupparsi, ma nello stesso tempo mantenendo e alimentando quelle regole del gioco che di fatto ne limitano gli eccessi di sviluppo.
Questa relazione dialettica che può esprimersi soltanto attraverso delle relazioni nate dallo sviluppo del Potere di Essere della Coscienza viene definita "amore".
Perché "amore"? In contrapposizione all'appropriazione che distingue il fare degli Esseri sottoposti all'autoidentificazione col dio padrone.
Perché "amore"? Perché la relazione anziché danneggiare costruisce, arricchisce le Coscienze di Sé che partecipano alla relazione stessa.
Il nous paterno non è creato,, ma nasce da sé. Si sviluppa come qualità della trasformazione dell'Energia Vitale cui è espressione e intuisce l'azione che lo porta a svilupparsi.
Il nous è in definitiva l'insieme degli attributi che porta una Coscienza di Sé a crescere e dilatarsi. Il nous indica il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, l'intendimento, il sentire, la capacità di giudizio di ogni singola Coscienza di Sé. Le cose erano caratterizzate da Coscienza di Sé. La Coscienza di Sé è il fuoco che costituisce rappresentazione della stessa ed è piena di amore gravido quando la tensione di sviluppo del suo fuoco è la sua espansione nell'infinito dei mutamenti attraverso le relazioni dialettiche con ogni altra Coscienza di Sé.
Permanere nell'infinito dei mutamenti e gravido di fuoco sta ad indicare le trasformazioni della Coscienza di Sé che permette la sua permanenza nello sviluppo fino a diventare parte della Coscienza di Sé Universale.
Le relazioni dialettiche formano quell'intreccio di relazioni fra le Coscienze di Sé il cui scopo è la loro trasformazione e la formazione della Coscienza universale., ma il nous universale è anch'esso in formazione ed è questa la direzione di sviluppo del nous. Dall'inconsapevole si è generato un nous e questo nous che pervade le Coscienze di Sé dell'universo deve tendere a svilupparsi nella direzione in cui quel nous è nato.
Si sarebbe potuto formare nell'Universo un altro pensiero, altre intenzioni, altri progetti, altri scopi, altri intendimenti, altri modi di pensare e sentire e invece nell'universo si è formato una specie di stampo di nous che nato con le prime Coscienze di Sé si è adattato ai singoli bisogni generati da Necessità nelle singole Coscienze di Sé nelle diverse situazioni in cui sono divenute.
E' la relazione dialettica come incontro del Potere di Essere di ogni Coscienza di Sé che permette a queste la permanenza degli elementi del cosmo che seguono la loro infinita corsa nell'infinito dei mutamenti.
40) princìpi che intuiscono le azioni noetiche del padre e le involsero in azioni sensibili, e in corpi.
L'Energia Vitale, date le condizioni specifiche nelle quali si trova a dover operare intuisce che per obbedire ad Intento deve adattarsi soggettivamente ad ogni oggettività che incontra. I princìpi sono queste forme di adattamento specifico della soggettività all'oggettività che l'Energia Vitale incontra e nelle quali agire per costruire nuove Coscienze di Sé.
Nell'Essere Natura le Coscienze di Sé possono trasformare l'Energia Vitale inconsapevole in consapevolezza soltanto trasformando il processo intuitivo all'interno dei corpi sensibili.
Sensibili come noi Esseri Umani all'interno della ragione li consideriamo.
Questo processo di trasformazione dell'Energia Vitale da inconsapevole a consapevole trae origine nel momento stesso in cui si forma l'Essere Natura di cui ogni Essere vivente in essa ne è parte.
Al veggente questa situazione appare come del tutto eccezionale e dal momento che il veggente è parte di questo processo di costruzione tutto quanto percepisce dentro e fuori questo processo di costruzione viene descritto sempre mediante gli elementi che contribuiscono a costruire quanto del processo di costruzione egli è parte.
Il noetico che di Necessità e Intento di cui il veggente è figlio attraverso delle intuizioni trasferisce la possibilità della formazione della Coscienza di Sé in un nuovo modo: il corpo sensibile.
Ricordiamo sempre che il veggnte percepisce cose diverse da quelle che sono il corpo sensibile perché alterando la percezione è andato oltre la descrizione del quotidiano. Andando oltre la percezione del quotidiano ha assistito alla formazione di Coscienze di Sé gigantesche. Solo in un secondo tempo egli si accorge di essere parte di un processo specifico di formazione della Coscienza di Sé che è quello degli Esseri della Natura di cui egli è parte.
In quel momento percepisce i passaggi che sono venuti formandosi e che hanno generato l'Essere Natura di cui egli è parte. Lo sforzo di concentrazioni di Coscienza di Sé di continuare a svilupparsi egli li legge come il trasferimento dell'intuito nei corpi sensibili. E non può essere diversamente fintanto che non vedrà quei corpi sensibili partorire il dio.
La volontà dell'Essere della Natura che si sovrappone alla Necesità che lo ha generato è diversa dalla volontà che si sovrappone a Necessità relativa ad un Essere di sola Energia Vitale. Le azioni sono diverse e spesso anche l'Intento che viene espresso è diverso. Non solo gli Esseri della Natura espandono sé stessi nell'oggettività che li circonda, ma a loro volta sono fonte di germinazione di altre Coscienze di Sé.
Questo non avviene fra gli Esseri di sola Energia Vitale. Questi si espandono soltanto.
41) ...intuendo le cose sensibili in quanto tangibili.
Sono sensibili in quanto tangibili. Evidenti in quanto appartenenti anche al descritto della ragione e perciò non necessitano di nessun sforzo di alterazione della percezione per riconoscerli.
Per individuare Esseri di sola Energia Vitale è necessario alterare la percezione. E' necessario un grande sforzo da parte del veggente mentre per constatare la presenza di corpi sensibili, al di là della loro descrizione e della loro realtà in sé, non è necessario nessun sforzo: le cose si manifestano nella ragione.
Anche la ragione deve essere sottomessa all'intuire e deve agire intuendo in quanto anche fra le cose tangibili esiste uno sconosciuto nel quale la ragione si trova a dover agire. Una ragione agisce intuendo nel proprio sconosciuto quando continua ad allargarsi intuendo e comprendendo gli oggetti che con essa interagiscono.
42) per vincolo in Amore stupendo, che scaturì per primo dal nous, vestendo di fuoco il fuoco suo unificante, per mescolare i caratteri sorgivi, effondendovi il fiore del suo fuoco.
"vestire di fuoco il fuoco"; "mescolare i caratteri sorgivi"; "effondervi il fiore del suo fuoco" queste sono azioni attraverso le quali l'Essere della Natura genera un altro sé stesso diverso da sé stesso.
Nell'universo prima che nascessero le Nature sui vari pianeti questo non era mai avvenuto. Le specificità della formazione della Coscienza di Sé come formazione attrverso le trasformazioni dell'Esser Natura appaiono in tutta la loro grandezza e la loro sacralità al veggente.
Appaiono diverse e slegate dalla formazione della Coscienza di Sé di altre specie. Quasi fossero una cosa diversa. Una diversa sacralità. Una sacralità che riguarda il veggente stesso.
Quella sacralità, quel fare viene rivestito di "Amore" perché è l'emozione che davanti a questo afferra il veggente.
Gli Esseri della Natura sono legati da "Amore". Sono legati da relazioni relative al Potere di Essere. Quel Potere di Essere che le porta a legarsi reciprocamente per costruire un pi grande e potente Essere Natura., ma diventa un più grande e potente Essere Natura soltanto nel momento in cui il veggente alimenta il proprio percorso di dilatazione soggettiva nell'universo. Soltanto nel momento in cui ogni Essere dell'Essere Natura alimenta i propri percorsi di dilatazione soggettiva.
Necessità ed Intento trasferiti nel mondo sensibile danno vita a Coscienze di Sé che germinano altre Coscienze di Sé oltre che tentare di dilatare e costruire sé stesse attraverso un numero infinito di fasi e di trasformazioni.
L'Essere della Natura che si dilata nel suo circostante e nello stesso tempo è fonte generatrice di altre Coscienze di Sé che alimentano e arricchiscono l'Essere Natura.
43) ... d'abissale amore...
La relazione fra Poteri di Essere non è soltanto "abissale" intesa come immensa, ma intesa come relazioni fra gli Esseri all'interno dell'Essere Natura.
L'Essere Natura lega gli Esseri fra loro attraverso delle relazioni sia all'interno della propria specie sia nelle relazioni con tutte le specie degli Esseri della Natura. L'Essere Natura lega gli Esseri di ogni specie in tutta una sequenza dei mutamenti dal brodo primordiale dal quale l'Essere Natura iniziò a costruire la propria Coscienza all'infinito dei mutamenti attraverso i quali giungere alla Coscienza di Sé Universale.
L'Essere Natura lega gli Esseri sia sul piano spaziale che su quello temporale. L'una e l'altra sono in relazione dialettica fra tutti gli Esseri della Natura. Questo è "l'abissale amore" altro non è che la relazione fra i Poteri di Essere che regola e costruisce le relazioni: il farsi Venere di ogni Essere nelle relazioni!
44) ... mescolando scintilla d'anima alle due concordi essenze, il nous e il cenno divino, per terzo aggiunse ad esse Eros nella sua purezza, vincolo venerando di tutte le cose, che tutte le doma.
Nella generazione degli Esseri della Natura l'amplesso altro non fa che mescolare la "scintilla d'anima" del futuro Essere. Il suo campo vitale. Il suo centro attraverso il quale costruire il suo divenire.
Chi le mescola? Le due concordi essenze! Fra gli Esseri della Natura esistono due sessi attraverso i quali costruire le variabili del divenire futuro della specie.
Le due concordi essenze altro non fanno che porre le basi per lo sviluppo del nous nella forma e nella specie di cui sono parte. Le due concordi essenze altro non fanno che porre le basi affinché si generi una nuova concentrazione di pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, sentire e giudicare finalizzate all'arricchimento della propria specie. Questo nous spinto da Necessità, il cenno divino, costruisce la base per la nascita del dio. Questo nous spinto da Necessità, il cenno divino, costruisce la base dell'Essere della Natura.
Come essere dio costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti, come Essere della Natura si mescola ad Eros, diventa Eros, che attraverso la relazione emozionale con gli enti che lo circondano agisce all'unisono per costruire l'infinito dei mutamenti di quanto lo circonda.
Ed è il suo farsi Venere che permette alla sua esistenza di domare tutte le cose che nel tentativo di espandersi lo distruggerebbero. E' il suo farsi Venere che ferma quanto lo travolgerebbe nel grande vortice qual è l'Essere Natura. E' il suo Potere di Essere che si impone all'oggettività in cui vive arricchendola.
Facendosi Eros quell'Essere Venera quanto lo circonda favorendone lo sviluppo. Facendosi Eros quell'Essere Venera la sua specie alimentando il suo Potere di Essere nell'oggettività in cui si espande.
Facendosi Venere l'Essere doma le forze che dal circostante si rivolgono verso di lui. L'Essere può essere preda o predatore; l'Essere può sviluppare un Potere di Essere che si manifesta e amplia senza predare, ma facendosi Venere e aiutando il mondo che lo circonda a svilupparsi. L'Essere può essere un dio! Lo è quando nelle relazioni col mondo manifesta il suo farsi Venere!
L'amore non è l'amplesso. L'amore è un moto emozionale di cui l'amplesso è una delle espressioni. L'amore è un fiume emozionale che attraversa l'individuo travolgendolo in un vortice di sensazioni. Quel vortice di sensazioni è il suo "sentire il respiro del mondo" di cui è diventato parte. Può essere che tutto il mondo sia la propria specie. Può essere che tutto il suo mondo siano gli Esseri Animali della Natura. Può essere che tutto il mondo sia l'intero Essere della Natura. Può essere che tutto il mondo siano gli Esseri di sola Energia Vitale. Può essere che il mondo che si fa attraversare dal suo sentire sia l'intero universo con quanto contiene. Il fiume emozionale che viene definito come capacità di amare è grande come l'universo, ma è percepito dall'Essere in relazione alla sua capacità di abbracciare, col proprio sentire, quella e solo quella porzione di universo. Egli ama quella porzione di circostante dalla quale si fa emozionalmente coinvolgere.
Questa è la purezza di Eros!
45) ... soffocamento del vero amore
Cosa soffoca il "vero amore"? L'appropriazione; il sottomettere; la sottomissione!
Amore è un flusso emozionale che partendo dall'individuo si trasmette al mondo.
Amore è un flusso emozionale che partendo dal mondo viene percepito dall'individuo.
L'amore è il percepire. Amore è l'intuire.
L'appropriazione è assenza del percepire. La sottomissione è assenza di intuire.
L'appropriazione è atto di forza attraverso il quale si impedisce lo sviluppo di un divenire. Esistono all'interno dell'Essere Natura degli equilibri che si costruiscono annientando dei divenire, ma quelli sono funzionali al divenire del tutto. E' il saccheggio quello che distrugge chi lo compie, chi lo subisce e l'oggettività in cui avviene.
Questo è il soffocamento del vero amore. Il vero amore che si sostituisce con l'appropriazione: con lo stupro.
Lo stupro diventa elemento col quale si costruiscono le relazioni all'interno della nostra specie quando ci si deve appropriare di qualcuno anziché fondere il nostro sentire con quello di coloro col quale fondiamo un reciproco futuro.
Quando si soffoca lo sviluppo emozionale degli Esseri questi tentano di reagire aggirando l'oscurantismo del loro percepire. Non c'è più amore nelle loro azioni. Queste sono vuote. Queste sono tese ad arraffare quanto può dar loro un attimo di tregua dal vuoto che le sta soffocando. Questi Esseri si appropriano. Questi Esseri sottraggono ad altri Esseri soltanto per il gusto di sottrarre. Stuprano per il gusto di stuprare rendendo altri Esseri uguali a loro: vuoti e bisognosi di svuotare chiunque capiti loro a tiro.
Venere ed Eros sono l'opposto della sottomissione.
Venere ed Eros sono l'opposto del Macellaio di Sodoma e Gomorra e del pazzo di Nazareth!
46) ... persuasione disvelamento amore
Si legge: "Ciò che svela l'amore è la persuasione!"
Sarebbe più esatto dire è l'ammaliare, ma anche persuasione rende bene. Persuadere significa convincere dell'opportunità di...
Significa convincere dell'opportunità di agire all'unisono per migliorare le relazioni fra l'Essere Umano e la vita che lo circonda. Persuasione è quanto arriva all'Essere Umano dalle Coscienze di Sé che lo circondano.
Disvelamento (in greco Aleteia) viene tradotto quasi sempre come verità. In realtà significa ciò che era nascosto ed ora è manifesto., ma se ciò che era nascosto alla mia percezione e poi io ho sviluppato la percezione che mi ha permesso di incontrarlo allora Aleteia sta ad indicare non verità come comunemente intesa, ma il risultato del mio percorso di Libertà.
In questo caso si ha la persuasione che indica un'attività del soggetto nell'oggettività attraverso la quale il soggetto modifica sé stesso giungendo a svelare l'amore come relazione e come interesse di sviluppo soggettivo.
In questo caso la persuasione diventa l'attività del soggetto che giunge a svelare l'amore nascosto.
47) speranza ti nutra colma di fuoco...
Che cos'è speranza nel Paganesimo Politeista? Speranza è un'entità divina. Una Coscienza di Sé e in Sé che ogni Essere alimenta dentro di sé ogni qual volta progetta il futuro.
Ogni volta che un Essere di qualunque specie (dell'Essere della Natura nel nostro caso) mette in essere una strategia, un progetto o delle attività per ottenere un determinato effetto in realtà alimenta Speranza dentro di sè.
Non è il vuoto sperare dell'Essere che distrutto nella sua capacità di determinare il futuro spera nell'inervento di un qualche onnipotente che ponga rimedio alla sua rinuncia a progettare.
Speranza è una divinità che nutre il fare di ogni Essere che tenta di espandersi nell'infinito.
Speranza è il Potere di Essere di una Coscienza di Sé che trae nutrimento dall'Energia Vitale espressa da ogni Essere mentre concentra tutto sé stesso per costruire una qualche forma di futuro. Nell'alimentarsi da ogni Essere che progetta il futuro Speranza alimenta chi progetta il futuro per mantenere vivo l'Intento che le permette di svilupparsi nell'infinito dei mutamenti.
Cosa porta la visione del fare di Speranza?
Che cosa porta la visione degli Esseri Umani mentre si fanno Speranza alimentandola attraverso il loro fare?
Il ribollire del fuoco della vita!
Il fuoco della vita ribolle nell'Essere che progetta il proprio sviluppo attraverso l'intento di sviluppare sé stesso.
Speranza accorre in aiuto. Speranza ne alimenta gli atti del progetto. Speranza assume su di sé l'articolazione del progetto. Speranza chiama a raccolta gli déi perché favoriscano e alimentano quei progetti.
Dunque: "Speranza nutra il tuo fare ricolmandolo del fuoco della vita! Del fuoco della Determinazione!"
48) in questi tre fondamenti, tutte le cose trovano orientamento e sono.
Il concetto dei tre fondamenti nei quali tutte le cose trovano orientamento e determinano il percorso del loro esistere.
Nei paragrafi precedenti che parlavano della triade fondamentale ne abbiamo trattate due triadi a fondamento dello sviluppo di ogni Coscienza di Sé.
La prima triade alla base di ogni Coscienza di Sé è Necessità, Intento e Volontà.
Si è parlato di una seconda triade relativa allo sviluppo delle Coscienze di Sé divine Soggetto, Oggetto e Relazione. Questa triade è il fondamento della trasformazione non delle cose né del loro orientamento.
Anche la Relazione risponde ad una triade attraverso il quale viene determinato lo sviluppo Tensione, Accumulo e Scarica., ma questa relazione fra gli Esseri della Natura risponde ad una triade fondamentale nel Paganesimo Politeista ed è Liber, Libera e Cerere.
Anche in questo caso la triade ha valore e importanza in quanto una Coscienza di Sé esiste e determina sé stessa. E' una triade fondamentale per la costruzione dell'Essere della Natura, ma questo presuppone che l'Essere della Natura sia divenuto attraverso la triade fondamentale.
Ci sono delle triadi che rispondono alla triade fondamentale dalla quale tutte le Coscienze di Sé esistono e traggono orientamento. Le Coscienze di Sé esistono per Necessità e Intento e si orientano attraverso l'uso della propria Volontà. In questo modo si fanno dio che termina lo sviluppo della propria Coscienza di Sé nell'infinito dei mutamenti costruendo altre triadi.
Solo questi tre divini sono i fondamenti di ogni Coscienza di Sé e di ogni cosa percepita nel mondo che ci circonda.
In questi tre, Necessità-Intento-Volontà, "tutte le cose trovano orientamento e sono".
49) luce generata dal padre: poiché solo Aion, attingendo in abbondanza al fiore dell'intuire, può cogliere nous paterno dalla forza del padre, e donare nous a tutte le scaturigini, e ai principi, e con turbine continuo farli vorticare e permanere in eterno.
traduzione Manuela Simeoni: luce generata dal padre, infatti questa sola, raccogliendo in abbondanza il fiore del nous, dalla forza del padre ha [capacità di] pensare il nous paterno e infonderlo a tutte le sue idee e principi e vorticare per sempre e rimanere, in un vortice attivo.
L'interpretazione di questo passo degli Oracoli Caldaici è fondamentale., ma è stato fondamentale anche modificarne la traduzione per definirla meglio.
Una volta precisata la traduzione l'immagine appare chiara. La luce altro non è che l'Energia Vitale che si espande nell'universo. Questa sola (non esiste altro nell'universo se non quella) raccogliendo in abbondanza l'essenza del pensiero, intenzione, progetto, scopo modo di pensare e sentire attraverso la forza del padre (Necessità) che sola può imprimerle il movimento per giungere a ciò, ne infonde le idee e i principi che vorticando attraverso la propria volontà soggettiva sono mantenuti in un vortice attivo. Un vortice attivo che altro non è che la Coscienza di Sé che esercitando la propria volontà sovrapposta a Necessità che l'ha generata tenta di espandersi nell'oggettività che la circonda.
Con questa visione si ha la nascita del dio. Una Coscienza di Sé che si espande nell'infinito dei mutamenti.
Le componenti di questa visione sono la luce che altro non è che l'Energia Vitale. L'Intento che è rappresentato dall'insieme degli elementi attraverso i quali definiamo il nous. Necessità che è la frza della formazione del vortice attivo. E Volontà rappresentata dal permanere in attività del vortice e della sua espansione nell'oggettività.
Con questa visione si può rappresentate tutta la cosmologia Pagana Politeista. Tutti gli elementi sono elementi interni all'oggettività e si esprimono in maniera diversa a seconda di come è venuta trasformandosi l'oggettività stessa.
Tutta questa cosmologia demolisce ogni concetto di causa determinatrice o creatrice in quanto individua le forze della trasformazione come qualità ed elementi dell'oggettività che ci circonda.
A differenza degli scolastici si può affermare che la causa dell'esistente sono le qualità dell'esistente stesso. L'intento dell'esistente, inteso in questo caso come il fine, è relativo alle tensioni che attraversano l'esistente. Nulla vi è fuori dell'esistente in quanto l'intero esistente partecipa alle trasformazioni per adattamento dell'esistente stesso.
Necessità, Intento e Volontà qualificano il movimento di ogni Coscienza di Sé che non può essere separata dai suoi processi di trasformazione.
50) al centro dei padri il centro di HEKATE è condotto.
E' interessante il passaggio continuo fra il concetto di padre cosmologico e padri all'interno dell'Essere Natura. La visione del veggente viene continuamente messa alla prova su piani della percezione differenti quando il suo sentire avverte la presenza delle stesse componenti all'interno della natura e nella formazione delle Coscienze di Sé cosmologiche. La sensazione che ne ricava il veggente è la stessa in quanto è in presenza delle stesse tensioni, ma l'Intento che percepisce è diverso. La grande HEKATE, momento di trasformazione di ogni stadio di Coscienza di Sé a livello cosmologico, negli Esseri della Natura assume un significato diretto nella crescita e nella formazione della loro Coscienza di Sé.
Quando dal cosmo la visione viene condotta all'interno degli Esseri della Natura col termine padre può essere indicato colui che genera., ma colui che genera altri Esseri della Natura deve avere come momento centrale del proprio sviluppo e del proprio generare l'essenza di HEKATE. Senza l'essenza di HEKATE come momento centrale delle trasformazioni dei padri non vi è fuoco vivo fra gli Esseri della Natura.
HEKATE è per gli Esseri della Natura uguale a RHEA. HEKATE è RHEA quando il corpo fisico muore e la coscienza dell'Essere passa al corpo luminoso che ha costruito attraverso tutta la propria esistenza. RHEA è la nascita del corpo fisico e dunque l'opportunità dell'Essere di attraversare HEKATE per costruire la propria eternità.
Se l'Essere della Natura non costruisce il proprio corpo luminoso e non orienta le proprie tensioni dell'esistenza verso HEKATE costruisce un'Essere Natura debole. Deboli saranno i suoi figli; debole sarà la sua volontà; debole sarà il suo Intento; deboli saranno le sue determinazioni.
Ecco il senso per cui "al centro dei padri il centro di HEKATE è condotto".

51) Dal fianco destro, dove le cartilagini si infossano sotto lo sterno, gorgogliando zampilla abbondante il fiotto dell'anima primordiale, intimamente animando luce fuoco etere mondi.
In questo frammento si parla soltanto dell'Essere Umano e del suo centro del sentire che viene indicato col plesso solare. Il plesso solare è un centro di Energia Vitale che nelle pratiche orientali vengono chiamati Chakra nel quale ha sede la percezione che dal divino che ci circonda giunge all'Essere Umano.
In questa sede c'è il sentire che si attiva quando l'Essere Umano percorre un sentiero virtuoso attraverso il quale costruisce il suo corpo luminoso o se si preferisce il Daimon dei greci o Genio dei romani.
Cosa significa l'anima primordiale? L'anima primordiale altro non è che l'Energia Vitale che sorregge il corpo fisico. Il corpo luminoso non è ancora formato. L'Essere Umano solo in quel momento comincia ad esercitare la propria volontà. Fino ad allora è divenuto come trasformazione della sua specie. E' cresciuto per volontà della specie nella pancia della madre e poi da bambino è cresciuto sia continuando a percorrere il sentiero di crescita tracciato dalla sua specie sia iniziando ad esercitare la propria volontà nel mondo circostante.
Da quando comincia ad esercitare la propria volontà alimentando le determinazioni proprie della sua specie l'Essere Umano fa zampillare il fiotto dell'"anima primordiale". Facendo zampillare (muovere, articolare esercitare) la sua "anima primordiale" alimenta la propria capacità intima di percepire quanto si alimenta nel mondo circostante. Egli ravviva il fuoco della crescita dell'Essere Luminoso, il dio, che cresce dentro di lui percependo mondi che sono estranei al mondo della ragione, ma che possono comunicare attraverso il suo sentire.
Attraverso quell'attività egli alimenta la crescita del suo corpo luminoso sviluppandone il sentire.
In quel momento non solo egli esercita la sua volontà sovrapponendola alla Necessità che lo portò a nascere, ma alimenta il divino che emerge dentro di lui e che di volontà è artefice e alimento. Il divino è artefice di volontà perché se l'Intento del corpo fisico è quello di migliorare la propria situazione più egli migliora la sua situazione all'interno delle contraddizioni dell'esistenza e più il corpo luminoso cresce., ma il corpo luminoso è collegato direttamente a volontà non è mediato dalla ragione come il corpo fisico. Così il corpo luminoso alimenta volontà che soccorre e supporta le determinazioni del corpo fisico.
Il sentire dell'Essere Umano proietta il dio che cresce nell'Essere Umano fra gli dei del mondo circostante. Questo frammento è relativo soltanto all'Essere Umano.
Quando il corpo luminoso cresce si esprime attraverso il corpo fisico. Non solo sul plesso solare, ma anche attraverso altri punti il corpo luminoso si affaccia alla vita quotidiana. Non sono solo punti dai quali l'Energia viva (cioè la virtù) fuoriesce, ma la formazione del corpo luminoso predispone il corpo fisico ad adattarsi sia alla sua presenza che alle sue esigenze La quantità di Energia Vitale nell'individuo aumenta e aumenta sia la sua capacità di comprensione del mondo che la sua capacità di alterare la percezione costringendo il suo cervello a emettere sostanze o a creare nuove connessioni. Aumentando la sua Energia Vitale aumenta anche la sua capacità di scegliere bisogni diversi, visioni diverse, concetti diversi.
"Gorgogliando zampilla abbondante il fiotto dell'anima primordiale"
52) Nel fianco sinistro di HEKATE dimora la fonte della virtù che permane tutta quanta raccolta all'interno, non perde la sua verginità.
HEKATE è rappresentata in una statua triplice. A destra è raffigurata una testa di vacca e a sinistra una testa di cagna e al centro la testa di una giovane donna. Anche in un'altra incisione la dea è rappresentata con al centro la testa di una giovane donna, a destra la testa di una capra e a sinistra la testa di una cagna. Nelle sei mani brandisce delle torce di fuoco: il fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza.
Perché questa rappresentazione triplice? Perché HEKATE rappresenta le trasformazioni cui perviene un Essere della Natura per costruire il suo corpo luminoso.
A destra era la nascita come fertilità che favorisce lo sviluppo dell'Essere Natura. Poteva essere una vacca o una capra. Al centro era il divenuto: l'Essere Umano rappresentato da una fanciulla! A sinistra c'era il cane che rappresentava lo spirito. Il Demone. Daimon: il dio che cresce dentro l'Essere della Natura.
Nel fianco sinistro di HEKATE è rappresentato il suo divenire: il dio!
HEKATE nelle raffigurazioni classiche rappresenta le trasformazioni dell'Essere della Natura. Il corpo luminoso non perde mai la sua verginità. Non tanto perché ci sia qualcosa da stuprare, ma perché la virtù è il fare dell'Essere Umano attraverso la sua volontà: il suo farsi dio! Nessuno può togliere al dio il suo sviluppo nell'eternità dei mutamenti.
La rappresentazione di HEKATE è una delle più grandi rappresentazioni prima dell'avvento dell'uomo dio padrone di altri uomini. E' l'ultima simbologia del percorso per la costruzione del divino a cui l'Essere della Natura concorre.
L'Essere della Natura è REHA, GIUNONE: la nascita. Quell'atto di magia coinvolge l'intera sua esistenza. Non è pensabile nessun atto di magia e di trasformazione fra gli Esseri della Natura se si esclude l'atto di magia per eccellenza: la nascita. Nello stesso tempo non si può non considerare il secondo atto di magia conseguenziale al primo: la morte del corpo fisico! Nella rappresentazione di HEKATE non solo questo è rappresentato, ma viene definito proprio in funzione dell'ultima grande operazione di magia: la morte del corpo fisico.
Ebbene HEKATE è rappresentata, dal punto di vista esoterico proprio dalla fine del corpo fisico e dalla conseguenziale nascita del corpo luminoso dell'Essere Umano che conscio della magia che lo ha portato a nascere ha percorso l'intera esistenza costruendo sé stesso.
La costruzione di sé stessi è il non perdere la verginità!
Nelle tradizioni Pagane HEKATE era seguita da una muta di "demoni" sotto forma di cani. L'ssere Cane simboleggia la fedeltà. Quando l'Essere Umano costruì la barriera fra la sua ragione e il mondo del sentire e dell'intuire l'Essere Lupo lo affiancò assieme al suo cugino Essere Cane. Il Daimon è fedele al singolo Essere Umano in quanto questi è il suo generatore., ma è il Daimon esperto nell'arte del sentire e dell'intuire. E' il Daimon dell'Essere Umano che è in grado di esplorare lo sconosciuto che ci circonda. Non è come affermano alcuni studiosi che l'Essere Cane accompagna l'Essere Umano oltre la vita., ma è esattamente il compagno dell'Essere Umano fisico che si slancia nella notte della vita fisica che per lui è lo splendore dell'infinito dei mutamenti. Non è l'Essere Cane che conosce l'aldilà, ma è il corpo luminoso che è in grado di muoversi nello sconosciuto circostante percependolo e intuendolo.
La triplicità di HEKATE nel lato sinistro è rappresentata dall'Essere Luminoso, Daimon o Genio come il volto della fanciulla rappresenta ciò che dalla generatrice dell'Essere Natura si costruisce in essa.
53) ... con i pensieri del padre io trovo luogo, anima che tutto anima col suo calore.
Quali sono i pensieri del padre? Se non esiste Coscienza di Sé non esiste nemmeno volontà e determinazione e per conseguenza non esiste una ragione né una progettualità che costruisca l'esistenza.
Il pensiero del padre è l'Intento!
Ricordiamo come del padre sia rimasta Necessità e Intento. Se Necessità è il movimento Intento è il fine del movimento il pensiero non pensato dell'Energia Vitale che si muove attraverso le proprie qualità.
Anima che tutto anima. Si anima tutto e tutto contiene una concentrazione di Energia Vitale che si trasforma in Coscienza di Sé e sviluppa la propria consapevolezza.
I pensieri del padre sono dunque l'Intento.
Ma l'Intento universale viene variato dal soggetto che attraverso la propria volontà si fa un dio. Così l'Essere Umano articolando la propria intenzione alimenta il proprio Intento che articolandosi con l'Intento di quanto lo circonda modifica il proprio Intento che a sua volta modificherà la sua intenzione.
I pensieri del padre sono dunque la direzione nella quale sviluppare la propria volontà. Non per appropriarsi di quanto ci circonda, ma per svilupparci in quanto ci circonda articolando il nostro sviluppo con tutti gli sviluppi presenti nel circostante.
54) Sulle spalle della dea, una natura incolmabile si libra.
E ancora in questo frammento HEKATE viene assimilata a RHEA, ma non la RHEA genitrice, è l'essenza della libertà degli Esseri della Natura che attraverso l'uso della loro determinazione costruiscono loro stessi nell'infinito dei mutamenti.
Quando gli Esseri della Natura costruiscono loro stessi nell'infinito dei mutamenti non alimentano l'Essere Natura come Coscienza di Sé complessiva. L'Essere divino che identifichiamo col nome di Essere Natura si costruisce per sedimentazione di quelle Coscienze di Sé che all'atto della morte del corpo fisico hanno si compattato un corpo luminoso, ma questo non è sufficientemente compatto e consapevole per essere Libero da vincoli per continuare a costruirsi. Così questi Esseri si compattano nell'Essere Natura la cui Coscienza di Sé è costituita in massima parte dallo sviluppo dei mutamenti che hanno continuato Esseri della Natura che fisicamente erano microscopici.
Gli Esseri della Natura che costruiscono un percorso virtuoso, di qualunque specie siano, hanno la possibilità di costruire la propria Libertà dai vincoli anche dell'Essere Natura.
Per questo motivo l'Essere Natura cresce sulle spalle di RHEA, ma appare incolmabile in quanto il suo percorso di Libertà non può precludere la Libertà di quegli Esseri che nati dal suo grembo costruiscono per sé stessi sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Quali sono gli elementi importanti di questa visione?
Le spalle di RHEA sulle quali ci sta l'Essere Natura e dalle quali l'Essere Natura trae sviluppo!
L'Essere Natura che per sua natura deve percorrere il suo sentiero di Libertà!
Gli Esseri della Natura che costruendo la loro Libertà divengono sé stessi nell'infinito dei mutamenti staccandosi dall'Essere Natura che intanto continua a percorrere i suoi mutamenti!
Su quale parte della visione poggio lo sguardo?
Qualunque parte sia io divento la visione. Quella visione mi chiede di appartenergli diventando il tutto per il veggente, ma il veggente fugge da ogni assoluto in quanto l'unico assoluto che è in grado di percepire è la Libertà nelle proprie trasformazioni!
Ogni angolo della visione è un frammento dell'infinita Libertà che ci circonda e ci chiama.
55) I capelli balenano allo sguardo in un brivido di luce.
Mi trovai immerso in un reticolato di fuoco brillante alla vista. Guardavo lo spettacolo e le trasformazioni fintanto che non percepii me stesso come filamento di quel reticolato!
Possono apparire come capelli che balenano. Capelli biondi le cui vibrazioni si concentrano e si disperdono in un vortice di relazioni.
Ma ognuno di quei capelli è una Coscienza di Sé che percorre sentieri propri e dimensioni percettive proprie. Le relazioni avvengono per similitudine. Si attraggono, si respingono, si cercano e si modificano continuamente.
Balenare è il termine preciso per trasmettere nel mondo della ragione quanto intuito fuori della ragione. Fuori dallo spazio e dal tempo di cui la ragione è descrizione e padrona.
Qualcuno disse: "Siamo solo frammenti di Sole imprigionati in una ragione che del Sole e dell'universo pretenderebbe di essere padrona!" In realtà fuori della ragione siamo diversi, ma cosa siamo non si può dire perché sorge in noi il sospetto: quanto vediamo è il reale o solo un'altra descrizione a cui abbiamo adattato la nostra percezione? Questo non è dato saperlo almeno fintanto che non attraversiamo quello sconosciuto trasformandoci, ma una cosa la sappiamo anche ora. Il mondo della ragione è solo un'isola nello sconosciuto e anche se "il balenare di capelli" delle Coscienze di Sé che ci circondano fosse soltanto un'ulteriore descrizione noi sappiamo che siamo immersi in un mondo magico del quale siamo parte.
Noi siamo linee di tensione che sprigionano tutta la loro forza nell'Essere Natura e che praticando l'Essere Natura dal quale proveniamo possiamo liberarci dalle costrizioni e muoverci nell'infinito.
Questo è quanto ci dice il mondo che ci circonda. Ognuno di quei capelli luminosi è una Coscienza di Sé, una Tensione Cosciente di Sé, un Frammento di Energia Vitale Cosciente di Sé.
Alcuni di quei capelli ci attraversano e alimentano le nostre azioni. Altri partono da noi e si legano agli elementi simili del mondo circostante. Altri ancora ci cercano. Altri ancora cercano le nostre tensioni per alimentarle. Altri ancora alimentano il nostro fare e i nostri bisogni. Alcuni di questi capelli uscendo da noi interagiscono col mondo circostante. Alcuni chiamano i loro simili per sostenerli. Altri modificano quanto incontrano interagendo con loro.
Che cos'è dunque il nostro divenire eterno?
Lisciare rendendo forti e vivi i filamenti di Energia Vitale che da noi si proiettano nel mondo circostante.
Che cos'è dunque l'arte della Stregoneria?
L'arte di potenziare il Potere di Essere del soggetto per meglio e più efficacemente interagire col mondo circostante per costruire condizioni migliori nelle quali potenziare il proprio Potere di Essere.
Lo Stregone impara a scuotere i filamenti. Lo Stregone impara a chiamare i filamenti. Lo Stregone impara a dirigere i filamenti attraverso le sue predilezioni e il suo Intento. Così facendo lo Stregone trasferisce il suo Intuire nella quotidianità. Questo trasferire non avviene come i cristiani dipingono l'arte dell'intervento del loro dio: a colpi di bacchetta magica. Avviene attraverso un sottile intuire che tutto avvolge e nulla costringe. Un sottile intuire che tutto ammalia, ma nulla obbliga. Un sottile intuire che intuito dal soggetto questi lo fa un proprio intuire che trasferisce nella vita quotidiana.
Si può ripetere quella visione come scritta negli Oracoli Caldaici: "I capelli balenano allo sguardo in un brivido di luce!"
56) In verità è RHEA la fonte e il flusso dei beati noetici: è lei la prima in potenza, che nel suo grembo ineffabile ha accolto la scaturigine di tutte le cose, e circolando l'effonde su tutto.
Ineffabile: che non si può esprimere con parole
Scaturigine: sorgente, fonte.
RHEA la costruttrice della vita degli Esseri della Natura. Tanto determinata da nascondere ZEUS a CRONO per impedirgli di soffocare quanto stava nascendo. RHEA, ai mutamenti, da' un sasso: "Mangiati questo!" e intanto incuba nel proprio seno l'oggettività nella quale può svilupparsi l'Essere Natura.
Chi può essere definito beato? Colui che sviluppando la propria Coscienza di Sé sviluppa sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Chi non sviluppa sé stesso non è definibile beato all'interno della visione del Paganesimo. Soltanto chi è in grado di prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza sommando volontà a Necessità che ha determinato la sua Coscienza di Sé può dirsi beato.
Ma per dirsi beato è necessario che sia cosciente della possibilità che questa concentrazione di Energia Vitale cosciente di sé ha avuto e per far questo deve sommare la propria Volontà a Necessità trasformando questa in elemento espressivo del proprio esistere. Nel momento stesso in cui questa Coscienza di Sé piega la propria Necessità mettendola al servizio del proprio sviluppo attraverso la sua Volontà sviluppa la propria struttura noetica: il proprio pensiero, la propria intenzione, il proprio progetto, il proprio sentire, la determinazione di sé stesso ecc.. Se la Coscienza di Sé non sviluppa questo, non sviluppa nemmeno la conoscenza attraverso la quale fondare il proprio futuro. Non sviluppa nemmeno il proprio Potere di Essere attraverso il quale sviluppare sé stessa.
La fonte di tutti gli Esseri che compongono l'Essere Natura è RHEA: la genitrice. RHEA il potere di generare. Un potere di trasformare l'inconscio in cosciente proprio degli Esseri della Natura, figli di Giunone-Iside-Rhea o quanti altri nomi si vogliono dare a questa grande madre che in realtà è l'Essere Natura stessa. O meglio, quando si guarda l'Essere Natura nella sua qualità di generatrice di Esseri si assiste alla Coscienza di Sé e alle determinazioni di sviluppo di RHEA.
E' RHEA, per quanto riguarda gli Esseri della Natura, la prima in potenza perché da essa scaturiscono tutti gli Esseri e a lei tutti gli Esseri pagano il proprio tributo come elemento per costruire la loro Libertà.
Il grembo di RHEA è una sorgente. Da quella sorgente sgorgano le Coscienze di Sé che fin dall'alba del Brodo Primordiale costruì l'Essere Natura. Il suo grembo è inesauribile fintanto che le condizioni che determinano il suo esistere continueranno a svilupparsi.
Ma il suo grembo non produce logos. Non è fonte della parola né della ragione. Il suo grembo è volontà. E' il Potere di Essere di Volontà che si genera dal suo grembo. Volontà non appartiene al parlato della ragione, ma all'azione degli Esseri che affrontando l'oggettività in cui vengono generati tentano di svilupparsi in un vortice eterno.
Volontà è l'ineffabile. Volontà è quanto trasforma Necessità oggettiva come qualità dell'Energia Vitale in Necessità soggettiva della Coscienza che si forma. Questa trasformazione, il cui preludio e formazione avviene nel grembo di RHEA, è l'espressione del suo Potere di Essere e determinazione della sua esistenza. Fintanto che c'è la determinazione di essere di RHEA continua ad esistere l'Essere Natura e a fornire fonte di costruzione e di divenire degli Esseri della Natura stessa. Continua ad essere fonte di fondazione e di costruzione dell'Essere Libertà cui tutti gli Esseri della Natura tendono sia come singoli, sia come specie che come Esseri Sociali quando, come nel nostro caso, sono Esseri Umani.
57) il padre soffiò i sette firmamenti dei mondi.
Per gli Oracoli Caldaici i Pianeti del Sistema Solare sono sette. Sette sono le Nature che da questi si possono sviluppare. Sette sono i Giove per ogni pianeta. Sette sono le possibilità della vita nel Sistema Solare. Sette sono le RHEA tutte legate dalla stessa tensione sia che RHEA splenda nel rigoglio dell'Essere Terra sia che sia pronta, come un Essere Giaguaro in agguato sul suo pianeta pronta a cogliere la sua opportunità nel momento stesso in cui si presenta. Le possibilità della vita sono opportunità che Necessità e Intento costruiscono per trasformare l'inconsapevolezza dell'Energia Vitale in Coscienza di Sé.
Per gli Oracoli Caldaici ci sono sette possibilità di sviluppo dell'Essere della Natura nel nostro Sistema Solare. Sono mondi ed opportunità sulle quali i veggenti Caldaici concentrarono la loro attenzione nel momento stesso che osservando i moti dei pianeti, notte dopo notte, su questi concentrarono il loro sentire. E quel sentire percepì la stessa forza, le stesse tensioni, le stesse determinazioni che dall'Essere Terra si dirigeva nei loro confronti.
I sette pianeti degli Oracoli Caldaici erano l'Essere Terra, l'Essere Luna, l'Essere Mercurio, L'Essere Venere, l'Essere Marte, l'Essere Giove e l'Essere Saturno.
Oggi sappiamo che ci sono altre possibilità, ma quelle possibilità erano fuori della loro ragione, del loro sguardo e su quelle possibilità non concentrarono la loro attenzione. Nemmeno noi possiamo porvi il sottile sguardo dell'intuire, possiamo soltanto osservarli mediante degli strumenti. Verrà un giorno che da pianeti più vicini a quelli potremmo concentrare lo sguardo del sottile intuire su di loro e percepirne le tensioni, i bisogni e le determinazioni. D'altronde gli stessi Caldaici non potevano distinguere la separazione, ad esempio, della Coscienza di Sé delle grandi Esseri Lune di Giove dalla Coscienza di Sé di Giove stesso come al contrario fecero nella distinzione fra la Coscienza di Sé dell'Essere Luna con quella dell'Essere Terra che più vicina sollecitava i loro sensi.
C'è un universo di Coscienze che ci circondano e che marciano nell'infinito dei mutamenti. Per una Coscienza di Sé sulla quale noi puntiamo la nostra attenzione "diecimila" altre ci sfuggono o non entreranno mai nella nostra attenzione.
58) (il fuoco del Sole) ... fissò nella sede del cuore...
Cosa vede il veggente quando alterando la percezione osserva gli Esseri Umani superando la forma e la descrizione? Vede frammenti di Essere Sole che dai loro cuori s'irraggiano nel circostante. Ogni Coscienza di Sé è visibile come un frammento di luce solare. Un frammento che si muove in modi diversi e con sfumature di luce diverse.
Vedere questo non modifica la visione che gli Esseri Umani hanno nella loro organizzazione descrittiva della ragione, ma li pone a considerare che quanto li circonda è uguale a sé stessi, attraversato dalle stesse tensioni, ed è la stessa luce propria dell'Essere Sole che brilla in ogni Essere della Natura.
Il cuore come centro del sentire. Il cuore come centro della tensione espansiva dell'individuo. Il cuore come sede del sottile intuire che relaziona l'Essere Umano con l'infinito intuibile che lo circonda.
Le Linee luminose che attraversano il mondo e che dal mondo sollecitano l'intuire soggettivo affinché ad esse si apra. Gli déi del mondo che ci circonda sollecitano l'Essere Umano ad usare l'intuibile per costruire le relazioni con essi. Gli déi del mondo circostante che tentano di comunicare con l'Essere Umano affinché svegli il dio che dorme dentro il suo cuore e affronti l'esistenza come un dio anziché come un miserabile che attende la fine della sua esistenza.
59) ... cosmo solare... luce totale...
La Coscienza è fuoco ed è luce. Una luce che si muove in modo vorticoso che sembra quasi fiammeggiare tanto è l'ardore dell'espansione che trasmette al veggente.
E l'Intento del cosmo è TERMINIUS.
Come se l'opacità brillante dell'Energia Vitale fosse avvolta da fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza. L'incendio della Conoscenza e della Consapevolezza che si espande nell'universo.
Questa è la visione dei veggenti!
60) fuoco emanazione di fuoco... e ministro del fuoco...
In questo frammento continua quanto è detto nel frammento precedente.
Non solo il cosmo prende fuoco travolgendo l'inconsapevolezza della Conoscenza e dalla Consapevolezza soggettiva, ma il fuoco della Coscienza di Sé, che poi è il fuoco della vita, si propaga quasi fosse un contagio.
Lo sviluppo della Coscienza di Sé deve essere un atto di volontà. Un atto di sviluppo dove il gioco degli equilibri all'interno di tutte le specie deve garantire lo sviluppo delle specie che altre specie contengono.
Così gli Esseri Umani nel corso del loro sviluppo non possono devastare l'intera oggettività nella quale vivono in quanto comprometterebbero lo sviluppo e la direzione in cui avviene lo sviluppo dell'Essere Natura. Inoltre il fuoco deve essere attizzato. La consapevolezza non si deve affievolire. La strada che conduce a Libertà deve essere sempre sgombra di ostacoli. Le pietre devono essere accudite.
Questi sono i ministri del fuoco. Coloro che tengono libere le strade da intoppi, frane o devastazioni varie. Costoro sono i ministri del fuoco che agevolano il viaggio ai viaggiatori lungo la strada della Conoscenza e della Consapevolezza. Costoro, assieme ai costruttori di ponti, sono gli Psichisti. Quegli Esseri Umani che alimentando il fuoco che cresce dentro di loro alimentano il fuoco fra gli Esseri del Sistema Sociale in cui vivono.
I Psichisti sono i guardiani contro le devastazioni, sono i guardiani contro i tentativi della sottomissione che costruisce le devastazioni nel cuore degli Esseri Umani e nei Sistemi Sociali in cui questi vivono.
I Psichisti sono i costruttori del Paganesimo Politeista in quanto aprendo il cuore degli uomini attizzano il loro intuire affinché colga il fiore dell'intuibile che dal mondo circostante giunge loro.
61) a) corso etereo e slancio immenso della luna, aeree correnti...
b) oh! etere sole respiro della luna, guide dell'aria.
c) di cerchi eliaci e di fanfare lunari, gonfi d'aria....
e) porzione di etere sole luna e di tutto ciò che fluttua con
l'aria..
f) ...e ampia distesa dell'aria e corso della luna e quello
sempre mobile del sole.
L'oggettività in cui si muovono le Coscienze di Sé dei pianeti e degli astri appaiono al veggente come immersi in aria e venti. Non è il vuoto siderale che i Caldei probabilmente nemmeno consideravano in quanto loro ignoto, ma è il mare dell'Energia Vitale che tutto avvolge e che può essere rappresentata nel mondo della ragione come un'atmosfera siderale nella quale le Coscienze di Sé dei pianeti si muovono. Gli egiziani la descrivevano come acqua.
In percezione alterata quanto si scorge viene descritto nella ragione attraverso gli elementi propri della ragione. Quando c'è una ragione ricca e piena di elementi gli oggetti usati per la descrizione tendono a dare un'idea più precisa del percepito. Quando una ragione è povera allora anche il percepito viene descritto attraverso elementi poveri.
Le aeree correnti dell'Essere Luna sono le forze all'interno delle quali ella costruisce i propri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive incontrate. E' l'esercizio delle sue determinazioni nelle quali si lancia per costruire l'infinito delle sue determinazioni. Quali queste siano appartiene soltanto all'Essere Luna quella conoscenza. Al suo divenuto. Noi possiamo soltanto considerare la sua presenza come parte dell'oggettività nella quale viviamo e ci adattiamo.
C'è un elemento comune ed è il respiro. Il respiro degli Esseri della Natura è uguale a quello dell'Essere Luna. Non tanto per l'atmosfera inalata, ma per l'Energia Vitale che dall'Essere Sole si irraggia nello spazio e che tutti gli Esseri assorbono emettendone a loro volta per alimentare le loro trasformazioni. Nello stesso tempo dalle emanazioni dell'Essere Sole, come del resto dalle emanazioni di qualsiasi altro Essere, sono guidati gli Esseri nelle loro infinite trasformazioni. Sia che questi respirino direttamente l'Energia Vitale sia che la respirino in maniera indiretta attraverso l'assorbimento di altri Esseri.
Il respiro non è solo l'atto attraverso il quale l'Essere della Natura assorbe ossigeno dall'atmosfera terrestre, ma è anche l'atto attraverso il quale gli Esseri, qualunque sia la loro specie, assorbono Energia Vitale dal circostante e ne immettono a loro volta.
I cerchi eliaci altro non sono che le rotte degli Esseri Pianeti attorno all'Essere Sole. Questa fanfara di astri altro non è che un canto di divenire e di trasformazione sia degli Esseri Pianeti che dell'Essere Sole stesso. Ogni Coscienza di Sé costruisce i propri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive incontrate e il Sistema Solare in cui viviamo ha costruito i propri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive che ha incontrato per predisporsi al meglio e continuare il proprio sviluppo nell'infinito dei mutamenti.
Questa parata di Esseri Pianeti attorno all'Essere Sole permette loro di respirare l'Energia Vitale che l'Essere Sole emette nell'atmosfera e a loro volta possono inviare all'Essere Sole le trasformazioni che essi hanno indotto nell'Energia Vitale che da loro viene emessa nello spazio.
La visione del moto degli Esseri Pianeti e degli astri si fa sempre più articolata. Non sono solo gli Esseri Pianeti a muoversi, ma è l'Essere Sole che si muove nel vasto oceano dell'Energia Vitale come se si muovesse nell'aria.
Il veggente incontra questa visione perché egli ha sviluppato il dio che cresce dentro di lui. Egli scorge le tensioni che crescono dentro di lui nel mondo circostante del quale è diventato parte. Egli ha aperto il suo cuore consentendo all'intuibile di intuire quanto lo circonda. Egli ha svegliato il dormiente dentro di lui e questi può intuire ogni intuibile e trasmetterlo alla ragione prendendo da questa gli elementi attraverso i quali descrivere quanto viene intuito.
62) ...eteri degli elementi...
La parte eterea dell'elemento è quanto noi percepiamo oltre il fenomeno dell'elemento stesso.
La parte eterea di un Essere della Natura è il suo corpo di Energia Vitale, la parte che continua dopo la sequenza dei mutamenti.
Gli elementi di quanto ci circonda è descrizione della forma e descrizione dei fenomeni percepiti, ma questi sono il prodotto di monadi che producono quei fenomeni.
Quando la nostra ragione è bloccata nella forma e nella descrizione l'elemento è solo quanto descritto nella forma che blocca la descrizione. Quando noi alteriamo la percezione riceviamo sempre fenomeni da quella monade, quegli stessi fenomeni, che però inseriti in un diverso contesto percettivo costruiscono una diversa descrizione.
Quando noi sentiamo col nostro corpo luminoso noi percepiamo il corpo luminoso di quanto ci circonda estraniandolo o comunque variandolo rispetto alla forma descritta dalla ragione ordinaria.
Questo è quanto viene definito come etereo appartenente all'elemento.
63) tratta in forma convessa...
Tutto quanto si percepisce alterando la percezione impone la trasformazione del soggetto. Lo sviluppo del soggetto è lo sviluppo del suo campo luminoso dal quale si dipartono le Linee di Tensione soggettiva che si legano al mondo. C'è un momento in cui il Potere di Essere aumenta il corpo luminoso come se fosse una bolla e poi, aumentando il Potere di Essere, si dipartono da lui tutta una serie di Linee di Tensione che collegano il soggetto al mondo circostante legandolo attraverso le predilezioni soggettive all'oggettività che lo circonda.
La crescita del Potere di Essere appare come una bolla e le Linee di Tensione a volte possono apparire come dei petali.
E' di forma conca il corpo luminoso dell'Essere Umano malato di Energia Vitale stagnata e da quella forma non si dipartono Linee di Tensione ed egli vive la solitudine dell'Essere slegato dal mondo circostante. Egli vive la solitudine e la paura. Quanto lo circonda non gli da' piacere ed egli vive nei ricordi di un passato dove le cose potevano essere e non furono. Un passato che gli ha lasciato dei ricordi su cui pensare, ma il vuoto nel presente.
64) corso lunare e processione astrale
In questo frammento ci sono due tipi di procedere. Il procedere lunare e le processioni astrali. Le trasformazioni della Coscienza di Sé dell'Essere Luna e le trasformazioni delle Coscienze di Sé degli astri. Le loro trasformazioni. Il loro procedere! Il loro procedere, in quanto déi nell'infinito!
65) e in mezzo, come quinto, un altro canale conduttore di fuoco onde il fuoco che reca vita discende fino ai canali materiali.
Quando l'Energia Vitale ristagna reca soltanto morte. L'Energia Vitale quando ristagna deve essere riaccelerata. La forza che la riaccelera è quella degli Esseri Coscienti di Sé che attraverso l'uso della propria volontà accelerano l'Energia Vitale stagnata che mangiano o incontrano. Non sono solo le condizioni oggettive che consentono all'Energia Vitale di trasformarsi in Coscienza di Sé, ma anche la sua forza interna, la sua accelerazione, il suo movimento. Tanto è maggiore il movimento tanto maggiori sono le possibilità di quell'Energia Vitale di sfruttare le opportunità incontrate e trasformarsi in Coscienza di Sé o alimentare lo sviluppo di una nuova Coscienza di Sé.
L'Essere Terra, intesa come madre, è un grande acceleratore di Energia Vitale stagnata al punto tale che sulla superficie di questo pianeta è venuta costruendosi una coperta vivente e cosciente chiamata Essere Natura. Gli Esseri Umani sono acceleratori di Energia Vitale esattamente come ogni altro Essere della Natura. mangiando il cibo accelerano Energia Vitale e ne emettono sia di riaccelerata che di stagnata nell'ambiente. Gli Esseri Umani in ginocchio trattengono per sé l'Energia Vitale stagnata. In compenso gli Esseri Umani sono dei saccheggiatori di "materie prime" sul pianeta e questo loro saccheggiare consente all'Essere Terra di accelerare quell'Energia Vitale stagnata che si è formata in una forma che lei nn è in grado di riaccelerare.
I canali conduttrici del fuoco altro non sono che i canali attraverso i quali si accelerano i flussi dell'Energia Vitale per consentirgli di trasformarsi da inconscia a cosciente afferrando le occasioni che si presentano.
Qualunque Essere, nella misura in cui costruisce sé stesso come un dio, è un acceleratore di Energia Vitale dal quale ogni Essere, sia della propria specie che di altre specie possono attingere. Il più grande Essere in questa parte dello spazio è l'Essere Sole. L'Essere Sole è il nocciolo della formazione della Coscienza di Sé in questa parte dello spazio. Dall'Essere Sole si irraggia una grandissima quantità di Energia Vitale che non solo costruisce la vita, ma alimenta e trasforma anche la percezione della vita in corso.
Ricordiamo l'allineamento planetario del 1982 che concentrando in un quadrante limitato dello spazio quasi tutti i pianeti del Sistema Solare ne allineava i campi gravitazionali concentrando in quello spazio una massa enorme di Energia Vitale che dall'Essere Sole era abbandonata nello spazio.
Il fuoco che costruisce la vita non scende fino ai canali materiali se non per quanto riguarda gli Esseri della Natura. Il fuoco non crea la vita, ma crea la Coscienza di Sé. E' la Coscienza di Sé che deve essere considerata quando si parla del fuoco dell'Energia Vitale come di un travaso di Potere da un Essere ad altri Esseri.
66) quando i canali si mescolano, portando a compimento azioni del fuoco imperituro
Quali sono le azioni del fuoco? La costruzione della Coscienza di Sé. La trasformazione dell'Energia Vitale da inconsapevole a consapevole. I canali si mescolano. Fra gli Esseri della Natura bisessuati sono i genitori che mescolano i canali portando a compimento azioni del fuoco imperituro.
Ma il compimento del fuoco imperituro è portato anche da tutti quegli elementi che favoriscono lo sviluppo e la dilatazione delle Coscienze di Sé.
L'Essere Sole non partorisce un altro Essere Sole, ma egli dilata la sua Coscienza e la sua Consapevolezza col contributo dei canali che dai pianeti del Sistema Solare, dalla Galassia e dal profondo siderio conducono a lui. A sua volta l'Essere Sole è portatore e alimentatore di canali del fuoco imperituro che da lui partono per alimentare ogni Coscienza di Sé e ogni oggettività in cui le Coscienze di Sé dilatano s stesse.
I canali si mescolano costruendo delle relazioni. Le relazioni che costruiscono permettono alle Coscienze di Sé di costruire il loro divenire nell'infinito dei mutamenti.
I canali sono le Linee di Tensione degli Esseri che si mescolano, si alimentano, si dilatano nell'infinito dei mutamenti. Le Linee di Tensione costruiscono loro stesse e riportano alla loro origine le modificazioni che hanno subito.
Così procede la Grande Opera del Fuoco Universale: la costruzione della Coscienza di Sé Universo!
La visione è grandiosa. E' la visione del fuoco vivo dai milioni di riflessi che abbagliano e fendono gli occhi e l'intuire del veggente. Non c'è staticità nei canali della vita. Non c'è staticità nella formazione della Coscienza di Sé. Tutto è movimento, veloce, convulso, mutevole: una crescita continua e infinita per quanto il veggente può cogliere.
QUESTA E' L'OPERA DEL FUOCO.
67) di fuoco d'acqua e terra e di ètere che tutto nutre
Il fuoco appartiene alla capacità del veggente di percepirlo. Anche se il veggente descrive quanto vede nella forma del fuoco è perché nella sua ragione quanto brucia e trasforma dando luce, brillantezza e sensazioni simili a quelli dell'Energia Vitale è il fuoco.
Ma il fuoco circonda il veggente. L'opera del fuoco è l'opera dell'acqua (Vulcano e Volturno sono Coscienze di Sé molto simili). L'opera del fuoco è l'opera della terra (intesa come terra madre: Maja). L'opera del fuoco è l'opera dell'etere inteso come atmosfera (Giove) o come profondo siderale.
L'opera del fuoco avvolge e coinvolge tutti gli oggetti di cui è parte. Se la percezione della ragione descrive soltanto una piccola isola nella quale inserisce gli oggetti che conosce la percezione alterata dell'individuo esce da quell'isola e reclama la visione delle trasformazioni dell'universo di cui è parte trasformando sé stesso.
Il fuoco della vita tutto nutre. Il fuoco della vita tutto trasforma. il fuoco della vita tutto costruisce e gli déi sono gli artefici di questa costruzione cui gli Esseri Umani prendono parte nella misura in cui imparano ad alimentare il fuoco all'interno del loro cuore diventando essi stessi degli déi.
68) e tutta l'altra massa di fuoco ogni cosa lavora con le proprie mani, perché fosse pienamente compiuto il corpo del cosmo, perché il cosmo fosse visibile, non sembrasse membranoso.
Chi lavora con le proprie mani il fuoco? Le Coscienze di Sé lavorano con il proprio esistere e con le proprie determinazioni la struttura dell'Energia Vitale che inconsapevole si muove nell'universo sotto la spinta di Necessità e in direzione del proprio Intento.
Le mani sono le Coscienze di Sé che plasmano quanto non è plasmato rendendo consapevole quanto è inconsapevole. E' la risposta all'Intento che le spinge alla loro dilatazione. E' risposta alla Necessità che le ha formate. E' articolazione del loro bisogno che si esprime nell'oggettività attraverso la loro Volontà: il loro farsi dio!
Gli déi lavorano la massa informe dell'Energia Vitale, ma prima che gli déi lavorassero la massa informe dell'Energia Vitale da quella massa scaturivano, per diverse condizioni, gli déi stessi, ma il padre e la madre fra gli Esseri della Natura partoriscono il figlio. Loro hanno versato una frazione della loro Coscienza e della loro consapevolezza nel seme che formerà il figlio. Questo seme germoglierà. Questo seme prenderà l'Energia Vitale inconsapevole dal mondo circostante e crescerà. Si dilaterà, diventerà un Essere Umano adulto, un Essere della Natura adulto, si espanderà e tenterà di proseguire le sue trasformazioni nell'infinito dei mutamenti. Le mani del padre e della madre hanno plasmato una nuova concentrazione di Energia Vitale che è diventata consapevole di sé, ma la consapevolezza si costruisce e si alimenta anche attraverso le Linee di Tensione che dal mondo circostante collegano ogni Essere e ogni situazione diversa.
Al veggente appaiono come mani che plasmano l'Energia Vitale per dargli una forma e una consistenza da poter contenere la Coscienza dell'Essere che l'ha plasmata.
Gli déi per costruire sé stessi manipolano l'Energia Vitale. Dilatano sé stessi nell'infinito e rendono consapevole l'inconsapevole.
"Perché il cosmo fosse visibile..", ma non è il cosmo che diventa visibile, ma la sua Coscienza di Sé la sua capacità di determinare sé stesso. Una Coscienza di Sé che non esiste, ma è in costruzione: è l'opera degli déi. Un'opera alla quale gli Esseri Umani possono partecipare nella misura in cui si sottraggano dalla posizione in ginocchio in cui si trovano e dando l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza con le loro mani manipolano la massa di fuoco.
Perché il cosmo sembra membranoso? Perché uno dei modi che ha il veggente di percepire l'Energia Vitale nel cosmo è quello di veli che si spostano. La Coscienza di Sé viene quasi sempre percepita come una palla o un vortice. Un grande vortice Cosciente e consapevole anziché membrane che mute si spostano nello spazio
Il dio nasce come prodotto di Necessità, ma sommando la propria volontà a Necessità aumenta la quantità di Energia Vitale che diventa consapevole di sé. Le mani della Coscienza di Sé lavorano il fuoco dell'Energia Vitale affinché venga costruita la Coscienza di Sé Universo e l'universo cessi di essere visto come membrane inconsapevoli e si trasformino in un vortice consapevole!
Questa è l'opera degli déi a cui anche l'Essere Umano è chiamato a partecipare.
69) è mimèsi del nous,, ma ciò che ne scaturisce qualcosa di corporeo contiene.
Mimesi: significa imitazione nel linguaggio Platonico.
Se equivale al frammento 68 il nous universale viene costruito dal nous formato dalle singole Coscienze di Sé. Le Coscienze di Sé costruiscono sé stesse, costruiscono il loro nous. Quel nous non è il nous universale, ma concorre al gioco per la costruzione del nous universale. Mimèsi del nous universale, ma è base e costruzione del nous universale. Il nous delle singole Coscienze di Sé è il nous in espansione. Ogni Coscienza di Sé costruisce la sua specificità del nous, del suo pensiero, della sua intenzione, del suo progetto, del suo scopo e del suo intendimento, del suo modo di pensare, del suo modo di giudicare e del suo sentire, del suo intuire e quel nous partecipa, nella sua specificità e nelle determinazioni della specie cui appartiene concorre a formare la Coscienza universale. Ogni nous di ogni Coscienza di Sé è mimèsi della Coscienza di Sé Universo fine e Terminius dell'esistente.
Mimèsi è anche ciò che viene generato all'interno dell'Essere Natura. Ciò che viene generato è imitazione del nous che lo ha generato. E' lo stesso stampo della specie cui appartiene, ma non è il nous dell'Essere che lo ha generato, ma ha lo stesso stampo, tutti gli elementi, attraverso il quale costruire il proprio nous. Lo stampo è della specie; è mimèsi del nous che lo ha generato, ma la Coscienza di Sé che è stata generata accumula Potere di Essere, accumula e accresce il proprio nous, sfrutta la possibilità della propria esistenza per conquistare la propria eternità. E' mimèsi del nous, ma è elemento generativo del nous.
Questo è il significato per cui dall'apparenza di nous scaturisce qualche cosa di corporeo: emanazione di un altro nous che diverrà nous universale esso stesso. Qualcosa non diventerà nous universale e sono le centinaia di uova di Esseri Storione che non potranno, per qualunque motivo, cogliere la loro opportunità. Essi rimarranno esperimento di nous, tentativo di nous. I tentativi hanno sempre la loro riuscita anche se l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza a volte può essere frustrante.
70) Una natura inesausta governa i mondi e le azioni, affinché il cielo traendo ogni cosa corra il suo corso perpetuo e il sole rapido vada intorno al centro, come suole.
E ricollegandoci al frammento precedente è una natura inesauribile che continua a produrre Coscienze di Sé. E' l'Essere Natura che governa i mondi di cui è parte alimentando la formazione della Coscienza di Sé sulla superficie del pianeta.
Cosa trae il cielo dal lavoro di un Essere Natura? L'arricchimento dal contributo della crescita delle Coscienze di Sé dell'Essere della Natura. L'Essere Cielo, Giove, la coperta dell'Essere Terra traggono beneficio dall'esistenza di Coscienze di Sé e di consapevolezze che sulla superficie dell'Essere Terra si generano, si arricchiscono e si trasformano.
E' perpetua l'esistenza, il moto e le trasformazioni dell'Essere Cielo come è perpetuo, per quanto riguarda gli Esseri Umani il moto dell'Essere Sole.
"e il sole rapido vada intorno al centro, come suole." Come normalmente fa'. L'Essere Sole alimenta sé steso attraverso le proprie determinazioni e seguendo le condizioni che ne imprimono il moto. Egli agisce all'interno di quel moto esercitando le proprie determinazioni col risultato che esercitando le proprie determinazioni alimenta un'Essere natura che inesausta alimenta l'Essere Cielo e l'Essere Sole nelle sue trasformazioni nell'eternità dei mutamenti.
L'Essere Natura governa i mondi di ogni presente in quanto è generatrice di ogni presente. Le azioni degli Esseri dell'Essere Natura costruiscono e determinano i presenti futuri. Quelle azioni, quelle trasformazioni arricchiscono sia l'Essere cielo che l'Essere Sole.
Questa è la relazione dialettica di ogni trasformazione intesa dal punto di vista del Paganesimo Politeista. Gli déi costruiscono le relazioni che porta la costruzione della Coscienza di Sé nell'eternità dei mutamenti. Questo è possibile solo nella misura in cui si riconosce che ogni ente che contribuisce a costruire il presente proiettandolo nell'eternità dei mutamenti è esso stesso un dio.
71) vantandosi d'armonia di luce...
Chi è in grado di vantarsi di una luce armonica? Chi è in grado di vantare l'armonia delle infinite note nell'eternità dello spazio? E' solo il dio! E' solo il costruttore di sé stesso che ha superato le contraddizioni attimo dopo attimo. Solo costui può vantare sé stesso. E per vantare sé stesso non si intende millantare. Vantare significa sfidare la morte del corpo fisico. Significa essere in grado di danzare la danza dell'eternità. Ecco, il dio ha finito le trasformazioni sul piano fisico. Ecco la morte è giunta a cogliere la sua vita, le sue trasformazioni. Ecco la morte brandisce la sua falce,, ma il dio non porge la testa. Il dio brandisce la sua spada tricuspide ed affronta la falce della morte. Ecco il dio danza la sua battaglia. Danza le figure della sua esistenza. Il dio affronta la morte con tutte le contraddizioni superate nelle sua esistenza e attraverso le quali ha costruito sé steso. Ed ecco la spada tricuspide del dio abbattersi sulla morte. Ecco la spada tricuspide del dio spezzare la falce della morte. Ecco la morte piegare la sua testa sotto i colpi delle folgori del dio. Ecco a morte che si accontenta dei resti del corpo fisico e ripiega su sé stessa. E' giunta la sconfitta della morte. Il dio, "vantandosi d'armonia di luce.." prosegue nell'eternità dei mutamenti.
72) Io, la divina, sono giunta, armata da capo a piedi di tutte le armi.
Io HEKATE l'essenza divina della vita sono giunta, armata da capo a piedi di tutte le armi che ho costruito nelle contraddizioni per affrontare l'ignoto infinito che mi sta di fronte. Dell'ignoto infinito che mi circonda non ho paura. Non sono avvolta da timore reverenziale perché nella vita che ho conosciuto ho forgiato le armi per poterlo affrontare.
Sono giunta armata perché la vita mi ha armata.
Sono giunta forgiata perché la vita mi ha forgiato
Non sono scappata quando le contraddizioni della vita mi hanno avvolto. Dal momento che sono uscita dal grembo di RHEA e l'aria bruciante invase i miei polmoni non ho subito senza ribellione. Io ho serrato i pugni e lanciato il mio flebile grido di guerra al mondo. Mia madre mi ha guardato compassionevole, cieca e muta, rassicurandomi col battito del suo cuore., ma io non stavo piangendo di afflizione emettevo l'unico grido che ero in grado di emettere e stringevo i pugni della mia impotenza per lanciare gli strali della mia volontà al mondo. Da allora ho arrancato giorno dopo giorno dopo giorno ed ora sono la divina HEKATE che dal giorno della nascita ha forgiato battendolo attimo dopo attimo la propria volontà per armare da capo a piedi la propria anima. Sono giunta, sono la divina, sono HEKATE pronta ad entrare nell'Olimpo o nel Walalla per continuare le trasformazioni nell'infinito.
O déi, aprite le porte delle stanze dell'eternità altrimenti ne abbatterò le porte: "Io, la divina, sono giunta, armata da capo a piedi di tutte le armi!".
E' un po' come Atena ce nasce da Zeus armata e minaccia lo stesso Zeus. Lei è divenuta in Zeus, in Zeus si è armata e non accetta il dominio in quanto DEA.
73) In questi è il primo corso sacro, in mezzo quello dell'aria, per terzo viene quello che riscalda la terra nel fuoco. A questi tre principi possenti è sottomessa ogni cosa.
Tre elementi sono la base dell'esistenza dell'Essere Natura. L'Energia Vitale che dall'Essere Sole giunge sull'Essere Terra. La coperta dell'Essere Terra, Giove, e l'Essere Terra stessa.
Da questi tre elementi dipende la vita di tutti gli Esseri della Natura.
Perché il primo è sacro? Peché l'Essere Sole è l'Entità! L'Essere sole è la più grande Coscienza di Sé in questa parte dello spazio e nell'Essere Sole si concentrano andando a confluire tute le Coscienze di Sé e le Consapevolezze che si formano nel nostro Sistema Solare.
Riscaldare la terra nel fuoco. Il fuoco della vita, della Coscienza di Sé e della Consapevolezza che pervade l'Essere Terra e l'Essere Cielo che funge da scambio dell'Energia Vitale quella che arriva dall'Essere Sole all'Essere Terra e quella che dall'Essere Terra si disperde nello spazio.
Prima della nascita dell'Essere Natura che altro non fa che sfruttare l'Energia Vitale che dallo spazio giunge all'EWssere terra e che dall'Essere Terra si disperde nello spazio questa funzione era svolta dall'Essere cielo: Giove!
Poi nacque l'Essere Natura. Per il suo sviluppo trasformò l'Essere cielo. Per il suo sviluppo trasformò l'Essere Terra. Per il suo sviluppo chiamò l'Essere Sole a camminare al suo fianco. E' l'Essere Sole il primo corso sacro in quanto è l'Energia Vitale manipolata attraverso la sua Coscienza di Sé e la sua consapevolezza che fornisce la base per la vita dell'Essere della Natura.
Lo stesso discorso deve essere fatto anche per l'Essere Terra in quanto madre e genitrice dei viventi e lo stesso discorso deve esser fatto per l'Essere Cielo senza il quale la vita, come noi la conosciamo, non potrebbe esistere.
Partendo dal punto di vista dell'Essere Natura e degli Esseri che ne sono parte possiamo dire: "A questi tre principi possenti è sottomessa ogni cosa!".
Per sottomissione non si intende la sottomissione gerarchica, ma la conseguenza alla condizione senza la quale quella cosa non esisterebbe o almeno non potrebbe esistere nella forma che noi conosciamo. Non una gerarchia sociale o socialmente riproponibile, ma una conseguenzialità di adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate.
74) ... principio sorgivo
Il concetto di principio sorgivo è un concetto religioso proprio del Paganesimo Politeista. Sorgere o sgorgare da qualche cosa è la formazione o la trasformazione di un oggetto Cosciente di Sé col contributo di chi manipola quell'oggetto.
Per questo la nascita è un movimento sorgivo. Dove l'Essere Madre che genera è una fonte che pone le basi per la costruzione di una nuova Coscienza di Sé.
Così la fonte costruisce una Coscienza di Sé divina. Ella è un principio sorgivo di Coscienze di Sé di cui la Ninfa di quella fonte è la rappresentazione figurata della formazione della Coscienza di Sé che attorno a quella fonte si forma.
Il concetto del sorgere è un concetto in contrapposizione al concetto del creare. Nel sorgere c'è una trasformazione che genera. Nel creare dal nulla non esiste un principio sorgivo, ma una dipendenza del creato dalla volontà del creatore. Una dipendenza che tende a proiettarsi nei mutamenti fino all'annientamento della vita stessa. Il principio sorgivo è il principio generante tramite fusione e soprattutto determinazione soggettiva.
L'Araba Fenice, con la quale gli déi mi hanno salutato, non sorge dalle ceneri per una volontà esterna, ma per la volontà di trasformazioni che ella stessa impone attraverso le essenze cenere di ricompattarsi e di continuare un nuovo cammino: un nuovo volo nell'infinito dopo una sconfitta che ha arrestato una sequenza dei mutamenti.
"... principio sorgivo", comunque usato è un principio proprio del Paganesimo Politeista!
75) ... sotto di esse il canale sovrano s'inchina
Ci fu un momento, della nostra epoca in cui un "canale sovrano" si è inchinato in modo deciso. Nel 1982 si produsse un allineamento planetario in cui quasi tutti i pianeti del nostro Sistema Solare erano racchiusi in un angolo relativamente stretto. Il risultato di questo allineamento fu un grande flusso di Energia Vitale che dall'Essere Sole investì tutti i pianeti. In particolare gli Esseri della Natura della terra alimentarono il loro corpo luminoso e la loro capacità di articolare la loro Energia Vitale da modificare la relazione fra sé e il mondo che li circondava.
La relazione, elemento magico in sé, si modificava attraverso l'alterazione dei soggetti che costruivano la relazione stessa. La modificazione non produsse un cambiamento repentino, ma una progressione di cambiamento attraverso l'accentuazione di caratteri comunque presenti nei soggetti e nella relazione. Fu come se la lucidità con la quale i soggetti erano consapevoli all'interno della relazione venisse ampliata rendendo più chiara la compartecipazione dei fenomeni alla modificazione dei soggetti.
Sotto la forza dei campi dei singoli pianeti allineati un canale di Energia Vitale si era piegato per alimentarli.
I "canali sovrani" possono essere piegati anche dalle volontà degli Esseri. Gli Esseri della Natura quando partoriscono nuove possibilità di Coscienze di Sé e nuove consapevolezze altro non fanno che piegare i canali della vita per alimentare il loro intento.
I "canali sovrani" sono i canali in grado di portare il fuoco della vita, della conoscenza e della consapevolezza. Piegare un canale significa mettere quanto porta al servizio del proprio Intento. Per piegare un canale possono intervenire delle cause di adattamento oppure un soggetto può intervenire attraverso l'uso della propria volontà.
Usare la propria volontà per alimentare il proprio Intento è l'arte della Stregoneria. Allineare il proprio Intento con l'Intento di quanto ci circonda per unire le forze è l'arte della Stregoneria. Riconoscere il proprio Intento nei soggetti che ci circonda è il fare del Paganesimo Politeista.
76) In gran numero queste sovrastano i mondi risplendenti, slanciandosi su di essi; tre costituiscono i vertici: quella ignea, quella etèrea, quella materiale.
Le Linee di Tensione sovrastano e attraversano ogni esistente. Le Linee di Tensione sono espressione di ogni Coscienza di Sé e sono Coscienze di Sé in Sé e per Sé!
Come l'Essere della Natura attraverso la sua attività alimenta Esseri di Energia Vitale o favorisce le condizioni per la nascita e lo sviluppo di Esseri di Energia Vitale così le Linee di Tensione favoriscono e alimentano le condizioni per le quali continuare ad esistere ed espandersi. Come l'Essere della Natura favorisce lo sviluppo delle condizioni che gli permettono di espandersi al meglio così le Linee di Tensione alimentano gli Esseri della Natura al fine di favorire il proprio sviluppo.
Che cosa dunque ha Coscienza di Sé al punto tale da sovrastare i mondi risplendenti e gettarsi su di essi? Chi ha determinazioni e bisogni per farlo?
Le Linee di Tensione: gli déi senza i limiti della forma e della materia. Sono déi presenti nella Natura, ma sono déi presenti nell'intero universo, lo permeano e lo attraversano, ne manipolano le tensioni e gli Intenti attraverso l'esercizio della loro volontà e dell'allineamento col loro Intento. Questi déi sono quelli che ci chiamano a fondere la nostra via con la loro, il nostro Intento col loro.
Essi si slanciano per alimentare ogni situazione che possa diventare fonte generatrice di Coscienza di Sé.
Essi concentrano la loro attenzione e il lori Intento al fine di alimentare le loro trasformazioni, alimentare la loro Consapevolezza e le loro trasformazione nell'infinito dei mutamenti.
Che la Coscienza di Sé che alimentano sia quella di un Essere Sole o quella di Esseri di sola Energia Vitale o Esseri di una qualche Natura è indifferente. L'impegno è lo stesso. L'intento è lo stesso. La volontà con cui agiscono è la stessa.
Quando l'Energia Vitale mossa da Necessità incontra una possibilità per esercitare il proprio Intento tutte le Linee di Tensione legate a quella qualità di trasformazione si gettano per favorirla.
Ogni volta che nasce un dio è un trionfo nell'universo. Ogni volta che un dio esercita la propria volontà praticando le determinazioni per diventare eterno è un canto glorioso nell'intero universo. Lo stesso canto glorioso di ogni Essere Umano che trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso si presenta davanti a tutte le tensioni della vita, davanti a tutti gli déi e dice: "Ecco, sono arrivato! Io esisto!".
77) intuite dal padre intuiscono anch'esse, dal suo volere indicibile mosse a intuire.
Il volere del padre: Necessità!
Necessità alla quale hanno sommato la loro volontà. Agli adattamenti dell'Energia Vitale che come un cieco agisce nelle condizioni incontrate per rispondere al richiamo di Intento si somma la volontà soggettiva che sceglie dove concentrare la propria forza e il proprio volere per ottenere il miglior risultato con il minor dispendio di mutamenti.
Così le Linee di Tensione generate dall'esistente e per le condizioni che l'esistente ha prodotto intuiscono esse stesse e alimentano il loro intuire.
Che ne è di Necessità e Intento quando le Linee di Tensione si espandono per l'intero universo? Quando si espandono in ogni mondo? Quando pervadono tutte le Nature? Necessità è diventata volontà di ogni Essere. E' espressione di volontà di ogni dio. Non è più l'Intento del padre che trasforma l'inconsapevole in consapevole, ma è l'Intento degli déi che espandono la loro Coscienza di Sé nell'infinito dei mutamenti.
Attorno a noi c'è sempre Necessità e Intento del padre che trasforma l'inconsapevole in consapevole, ma c'è il volere degli déi, il volere soggettivo che si è sommato a Necessità del padre. E' la volontà del dio con cui costruiamo le relazioni che predomina sulla Necessità e l'Intento che fu padre dell'esistente.
Noi fagocitiamo l'Energia Vitale inconscia e questa diventa parte della struttura del nostro corpo di Energia,, ma se questa trasformazione avviene è solo perché noi esercitiamo la nostra volontà nel mondo riconoscendo noi stessi déi in un universo di déi.
Le Linee di Tensione, intuite da Necessità e Intento, intuiscono loro stesse per ricostruire la Coscienza di Sé dell'universo. La Coscienza universale; l'Essere assolutamente necessario verso la cui formazione tutto il cosmo tende e concorre a formare.
Dunque: "Intuite dal padre intuiscono anch'esse, dal suo volere indicibile mosse a intuire."
78) ... ergendosi come coloro che trasmettono messaggi...
Le Linee di Tensione trasmettono messaggi, informazioni. Le Linee di Tensione presentano opportunità. Le Linee di Tensione sono gli dèi che ci circondano e cercano la loro tensione divina dentro di noi.
Quando il veggente alza lo sguardo dal mondo che ci circonda e supera la forma la prima condizione che incontra delle Linee di Tensione è come queste fuoriescano dai viventi della Natura e li collegano in un fitto intrecciarsi. Il veggente fonde sé stesso con tutto il mondo che lo circonda attraverso le Linee di Tensione. Solo in un momento successivo individua la volontà propria delle Linee di Tensione. Solo quando le riconosce uguali a lui individua il divino che lo circonda, che lo chiama, dal quale può attingere.
La prima cosa che si comprende è come le Linee di Tensione altro non siano che i Lari del mondo circostante. Attingendo dalle voci dei Lari noi costruiamo i nostri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive che incontriamo. Le voci degli déi guidano chi sa ascoltarle. Le voci degli déi dominano chi ha rinunciato ad usare la propria volontà e le proprie determinazioni. Le voci degli déi sono le voci che dal cuore degli Esseri della Natura lanciano il loro grido di compattazione nell'infinito.
79) Ogni cosmo ha sostegni noetici inflessibili.
Quanti sono i cosmi? Infiniti come i mondi e le galassie. Infiniti nello spazio e infiniti in ogni presente dei mutamenti. Ogni cosmo obbedisce alle proprie leggi, alle proprie determinazioni. Ogni presente obbedisce ad ogni nous di cui è espressione.
Quelle sono le leggi fisiche quali risultato degli adattamenti soggettivi alle variabili oggettive che quel cosmo, nel formarsi, ha affrontato. Quello è il pensiero, l'intenzione, lo scopo, il progetto, l'intendimento, la qualità del sentire, gli adattamenti e il sentimento che in quel cosmo è nato per adattamento e nei quali gli Esseri divengono assieme a quel cosmo stesso. Quei sostegni sono sostegni inflessibili di quel e solo quel cosmo. Non sono riproducibili in altri cosmi. Sono propri di quel cosmo e ne guidano le trasformazioni nell'infinito dei mutamenti. L'Entità che per prima scelse il meglio nel proprio mutamento ha scelto la sequenza delle trasformazioni da imporre a quel cosmo. Gli Esseri e le Entità che seguirono si adattarono all'oggettività incontrata imposta dalla prima Entità anche se contribuirono a cambiarla e a modificare la situazione dell'oggettività in cui si trasformavano.
Ogni cosmo è retto dunque da una propria oggettività nella quale si adattano le soggettività che di volta in volta nascono e si trasformano per costruirsi nell'infinito dei mutamenti. Ogni soggettività modifica l'oggettività del cosmo!
Non variamo l'oggettività per adattarla a noi stessi,, ma adattiamo noi stessi all'oggettività che incontriamo. E' questo nostro adattamento che produce le variazioni nelle quali altri noi stessi si adatteranno per costruire loro stessi nell'infinito dei mutamenti.
80), ma anche quando soggiace ai vincoli materiali
Cosa significa: soggiacere ai vincoli materiali? Significa che la Coscienza di Sé si trasferisce su un corpo luminoso soltanto attraversando un processo di compattazione all'interno dell'Essere Natura. Quando si dice che gli Esseri della Natura sono usciti dal brodo primordiale per costruire delle condizioni migliori all'interno delle quali costruirsi, lo si dice perché girandosi indietro si può avere l'idea delle trasformazioni che si sono costruite. In realtà, se prendiamo il punto di vista di un corpo luminoso che si è compattato attraverso un Essere della Natura, noi siamo sempre in un brodo primordiale nel quale, attraverso l'esercizio della nostra volontà e nella specificità delle nostre determinazioni, costruiamo il nostro divenire nell'eternità dei mutamenti.
La formazione della Coscienza di Sé soggiace ai vincoli materiali quando ci si sta costruendo in quanto Essere della Natura. Quell'Essere può abortire in qualunque momento attraverso la rinuncia a prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza. In ogni altro caso, distruzione ad opera di una contraddizione che non riesce a superare (l'Essere Leone che si mangia l'Essere Gazzella o l'Essere Gallina che si mangia l'Essere Lombrico), può sempre mantenere Potere di Essere in quantità sufficiente per superare la morte del corpo fisico e partorire l'Essere Luminoso
"ma anche quando soggiace ai vincoli materiali" quell'Energia Vitale cosciente di sé obbedisce alla forza e alle tensioni di Intento. Alimenta la consapevolezza soggettiva si da aumentare il Potere di Essere dell'Essere della Natura per portarlo alla morte del corpo fisico nella sua massima magnificenza. E' il potere noetico che si esprime nella coscienza in forma fisica del singolo Essere della Natura.
81) Alle folgorazioni noetiche del fuoco noetico cede ogni cosa, soggiacendo al volere del padre, che persuade.
Le folgorazioni noetiche sono un'altra immagine descrittiva del veggente. La descrizione nasce dalle immagini delle folgori all'interno dei grandi temporali estivi. La folgore quando si abbatte concentra grandi quantità di Energia Vitale imprimendogli delle accelerazioni particolari tanto che spesso quell'Energia Vitale diventa Cosciente di Sé. Una vera e propria folgorazione noetica a quanto può diventare noetico: il fuoco della vita; l'Energia Vitale.
L'immagine è presa da quanto ci circonda e serve a descrivere dei movimenti simili che avvengono sia nella vita fra gli Esseri della Natura che negli infiniti cosmi dell'universo. Sono folgori le illuminazioni dei viventi. Folgori noetiche che colpiscono la consapevolezza dell'Essere della Natura costringendolo a dilatarsi nell'infinito. Costringendolo a scegliere il meglio per sé stesso e, in questa scelta del meglio, espandersi nell'infinito alimentando l'infinito stesso.
A queste folgorazioni soggiace ogni Coscienza di Sé che deve seguire la via indicata da Necessità e Intento: il padre. Non esiste una via diversa da quelle. Quella via è tracciata dalle qualità degli elementi che formano la vita stessa. Necessità della trasformazione nell'Intento del trasformarsi. Questo è il volere del padre; questo è il potere di Necessità e Intento. Ogni Coscienza di Sé alla Necessità che l'ha generata somma la propria volontà per discernere e scegliere le trasformazioni migliori. Lo sforzo che mette nella scelta la trasforma, la modifica. Queste modificazioni comportano altri livelli di scelta; altri livelli di trasformazioni. Questi diversi livelli di scelta e di trasformazione sono ottenuti mediante folgorazioni noetiche che trasformano il soggetto. Sono folgorazioni come effetto dell'azione delle determinazioni dell'oggettività sul soggetto che si trasforma.
Queste sono le persuasioni del padre. I salti qualitativi della consapevolezza comportano sempre una diversa qualità di scelte soggettive. Le diverse scelte soggettive che si operano quando si salta il piano della scelta sono scelte comunque obbligatorie determinate dal diverso piano di consapevolezza che si esprime nell'oggettività in cui si agisce. La persuasine consiste nel ventaglio di scelte nelle quali noi possiamo operare. Il ventaglio di scelte è determinano sia dall'oggettività che ce le presenta sia dalla capacità soggettiva di percepirle e discriminare. La capacità di percepirle e discriminarle è dovuta alla sequenza di folgorazioni soggettive che il nostro percorso di dilatazione nel mondo circostante ha prodotto
Dunque va interpretata in modo letterale: "alle folgorazioni noetiche del fuoco noetico cede ogni cosa, soggiacendo al volere del padre, che persuade."
82) Alle sue folgorazioni noetiche diede in custodia i vertici, mescolando nei vincoli un vigore proprio, una forza.
Qual è il vertice della folgorazione noetica? Qual è il vertice del pensiero, dell'intenzione, del progetto, dello scopo, del modo di pensare, della formazione del giudizio, del sentire, del percepire? E' quanto produce questo: Necessità e Intento; il padre stesso! Necessità e Intento si trasferiscono al vertice che in questo caso non è inteso come un punto di arrivo,, ma come il punto di partenza dal quale la Coscienza di Sé inizia il proprio cammino per espandersi. Il vertice di una piramide è il punto più alto rispetto all'Essere Umano,, ma è il punto più piccolo. E' il punto di partenza della costruzione della Coscienza di Sé. Lo spermatozoo e l'ovulo rappresentano il punto più piccolo di formazione della Coscienza di Sé dell'Essere della Natura: il vertice!
Che cos'è il vincolo? E' la coesione dell'Intento che mantiene compatta la concentrazione di Energia Vitale tasformandola da inconscia a conscia. Nel caso che si è fatto dell'ovulo e dello spermatozoo la forza è l'Intento della fusione dell'uno e l'altro. Nel caso della nascita di un Essere di sola Energia Vitale è l'attimo della compattazione della sua Energia Vitale e l'Intento del vortice che mantenendola stabile favorisce la nascita della Coscienza di Sé.
Qual' è la forza che viene mescolandosi? La volontà soggettiva! La capacità di quella Coscienza di Sé di farsi dio determinando sé stessa nell'oggettività nella quale si è generata. Solo se Volontà guida le trasformazioni la folgorazione noetica ha un fine costruttivo,, ma se volontà non si appropria della direzione delle trasformazioni la Coscienza di Sé, in qualunque momento, cessa di esistere e viene abortita.
Dunque, Necessità e Intento formano il vertice da cui prende avvio la formazione della Coscienza di Sé attraverso la coesione, al di là della sua qualità, di una concentrazione di Energia Vitale che continua a svilupparsi nell'infinito dei mutamenti attraverso l'uso della propria volontà: adattamento soggettivo alle variabili oggettive!
83) ... creatori di unità
Che cos'è l'unità? Esiste una sola unità: la Coscienza di Sé Universo. TERMINIUS! Il fine dei mutamenti. L'ASSOLUTO nel Paganesimo Politeista.
Chi sono i creatori di questo? Le Coscienze di Sé che facendosi déi costruiscono loro stessi nell'infinito dei mutamenti.
I creatori dell'unità, nella nostra specie, sono gli Esseri Umani che prendendosi nelle proprie mani la responsabilità delle proprie scelte affermano, davanti all'universo: "Io esisto!". Nel far questo, questi Esseri Umani, all'interno della propria specie sono i creatori di unità. Sono i costruttori delle condizioni attraverso le quali l'unità si possa costruire attraverso la partecipazione di un numero sempre maggiore di Esseri Umani.
Costruttori di unità e costruttori delle condizioni attraverso le quali l'unità si può costruire.
84) ..., ma esso sta tutto al di fuori
Che cosa significa stare al di fuori? Ci sono due modi per stare al di fuori: lontano nello spazio o lontano nel tempo!
Spazio e tempo determinano delle lontananze che si possono coprire attraverso le trasformazioni. Ogni trasformazione determina una modificazione soggettiva che tende a raggiungere un fine. Ogni fine raggiunto che diventa momento di partenza per il raggiungimento di un nuovo fine è un "al di fuori" raggiunto e compreso dalla Coscienza di Sé. Il fine ultimo al di fuori di ogni Coscienza di Sé è la Coscienza di Sé Universo fine ultimo delle trasformazioni di ogni Coscienza di Sé. Quella Coscienza di Sé è al di fuori delle Coscienze di Sé esistenti in quanto ora non esiste se non in potenza e in costruzione e quando esisterà sarà formata da ogni Coscienza di Sé che nell'intero universo ha contribuito alla sua costruzione. Al di fuori di ogni Coscienza di Sé che comprende e che concorre a formarla!
85) ...ala del fuoco...
Questo frammento è un'immagine del veggente. Il "vento" di Necessità sposta l'Energia Vitale che come "folate" si sposta nello spazio cosmico. E' un'immagine frequente nella grande cosmologia. Ultimamente con i grandi telescopi queste vele di "polvere cosmica" sono state fotografate nel loro processo di accumulo e strutturazione nella formazione di nuovi ammassi stellari o in dissolvimento di ammassi stellari antichi. Quelle immagini sono simili a quelle dei veggenti mentre assistono alla trasformazione del cosmo.
E' un modo soggettivo di interpretazione. Può essere un'ala di fuoco o un'onda marina, dipende dai legami che ha il veggente nella vita quotidiana dalla quale raccoglie le similitudini per descrivere lo spettacolo cui assiste.
86) ...signore d'anime, iniziatore
Signore: colui dal quale non si può prescindere!
Anima: ciò che passa da inconsapevole a consapevole; animare.
Iniziatore: il punto della trasformazione fra inconscio e conscio.
Che cos'è che anima? La tensione prodotta per effetto di Necessità. Chi è dunque il signore che anima? Necessità date le condizioni che Necessità stessa ha costruito. Necessità è l'iniziatore!
Che cos'è che costruisce le condizioni affinché nella specie umana nascano i bambini? Necessità di soddisfare la tensione sessuale! Ciò che resterebbe inanimato si anima date le condizioni costruite da Necessità! Chi è l'iniziatore? In questo caso la prima cellula nata dall'unione dello spermatozoo e dell'ovulo.
L'esempio tolto al giorno d'oggi nella nostra specie rende perfettamente l'idea che può essere estesa all'intero universo e a tutte le situazioni di inizio tenendo presente le proprie specificità di trasformazione.
Questo è il senso di "..signore d'anime, iniziatore".
87), ma nome venerando, che si lancia sui mondi in tùrbine inesausto, al comando del possente padre
Anche questo frammento appartiene alla descrizione del veggente. Il "nome venerando" altro non è che la tensione quale prodotto di Necessità che slanciandosi come un turbine sui mondi trasforma l'inconscio in Coscienza di Sé. Il veggente separa la tensione prodotta da Necessità da Necessità stessa. Egli vede l'Energia Vitale tendersi e iniziare a vorticare. Il movimento lento e lineare che impone il Necessità viene mutato in un movimento più veloce e circolare (descrive una parte separandola dal tutto che la circonda).
Necessità viene scorta dal veggente all'interno dell'Energia Vitale, la tensione alla quale quella porzione di Energia Vitale obbedisce è separata dalla Necessità generale. La volontà soggettiva interviene sul vortice dopo che questo si è formato ed è diventato consapevole.
Si tratta di una trasformazione alla quale il veggente assiste separando le tensioni e gli oggetti che concorrono a formare la Coscienza di Sé. Quella "tensione", che egli individua, la vede espandersi sui mondi. Quando il veggente assiste allo scorrimento dell'Energia Vitale inconscia nel cosmo individuando in quel moto Necessità, scopre che la tensione che trasforma l'inconscio in conscio si espande sui mondi. Tutti i mondi passano dall'inconsapevolezza alla consapevolezza, allo sviluppo della propria volontà, al farsi déi per sviluppare sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
In questa trasformazione egli ammira la possanza del padre, Necessità e Intento, alla quale tutta l'Energia Vitale dell'universo sembra obbedire.
88) (la natura) persuade a credere che i demoni siano puri, e le escrescenze della materia malvagia utili, e preziose.
In questo frammento sta racchiusa l'intera sfida degli Oracoli Caldaici. Lo scontro che viene visualizzato è quello fra gli Esseri di sola Energia Vitale malati di morte (amanti dell'Energia Vitale stagnata) e la costruzione del dio che cresce negli Esseri Umani per divenire nell'eternità dei mutamenti.
Che cosa intende per demoni il veggente? Quelli che volano basso di Castaneda! Gli Esseri di sola Energia Vitale che si cibano di Energia Vitale stagnata.
Non siamo in presenza del Daimon che cresce dentro all'Essere Umano e che il pazzo di Nazareth deve scacciare per sottomettere l'Essere Umano. Siamo in presenza di una forza aliena all'Essere Umano che tenta di impadronirsi dell'Essere Umano.
Come fa questo demone ad impossessarsi dell'Essere Umano? Sottomettendolo. Convincendolo a rinunciare all'uso della propria volontà e alla proprie determinazioni. Costringendo l'Essere Umano alla sottomissione. Come lo costringe? Persuadendolo che costoro sono gli inviati del dio padrone; convincendolo che essi sono il dio padrone attenti ai suoi problemi; convincendolo che loro lo amano; convincendolo della bontà delle loro azioni che sono finalizzate per il benessere dell'Essere Umano e non sono rivolte alla sua distruzione; convincendolo della necessità che l'Essere Umano si sottometta per poter accedere alla loro bontà e al loro amore. Costoro convincono l'Essere Umano a diventare oggetto del loro possesso.
L'Essere Umano che si sottomette alla promessa rinuncia all'uso della propria volontà e le proprie determinazioni in quanto si è fatto convincere che non ne ha necessità. Loro, gli Esseri ammalati di Energia Vitale stagnata penseranno a lui.
Costoro indicheranno l'utilità all'Essere Umano. L'utilità nell'appropriarsi delle cose maledette della materia. Che cosa sono le cose maledette della materia? Quelle che portano l'Essere Umano alla distruzione: il Potere di Avere. Attraverso il possesso di oggetti della materia l'Essere Umano esercita il possesso di altri esseri Umani, ad imitazione degli Esseri ai quali si è sottomesso.
Gli Esseri di sola Energia Vitale stagnata trasferiscono la loro mentalità agli Esseri Umani che si sottomettono loro. Come loro si sottomettono agli Esseri di sola Energia Vitale stagnata così i sottomessi agiscono per sottomettere gli Esseri Umani attraverso il possesso degli oggetti o comunque il dominio. Il possesso di oggetti o di Comando Sociale attraverso il quale riprodurre la sottomissione è quanto è maledetto della materia. E' l'aspetto degenerativo della materia, quello che non si trasforma in divino proseguendo nell'eternità dei mutamenti. C'è nella vita degli Esseri della Natura un tributo che si paga all'Essere Natura stesso e che alimenta il ciclo del divenire divino della Natura. Una cosa sono le regole che hanno costruito il nostro stesso divenire in quanto occasioni per costruire il dio che cresce dentro di noi e il cui rispetto ne favorisce lo sviluppo e un altro è la distruzione della stessa specie cui apparteniamo per sottometterla quale bestiame da allevamento ad una specie aliena distruggendo il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti.
Così il Potere di Avere si impossessa degli Esseri Umani distruggendo la loro trasformazione nell'eternità dei mutamenti.
89) ... bestiale, impudente
Che cos'è l'impudenza? Mentire a chi riconosce la menzogna. Mentire ancora. Continuare a mentire perché la menzogna, per un Essere di sola Energia Vitale malato di morte è l'unica possibilità di sopravvivenza attraverso la costruzione di riserve di cibo: Esseri Umani sottomessi in ginocchio.
Anche quando un Essere Umano li riconosce davanti a loro è disarmato. Ora che li ha riconosciuti che cosa deve fare? Nessun Essere Umano ha mai provato a combatterli. Nessun Essere Umano ha fatto della propria specie la finalità delle proprie azioni. Ogni veggente si separa dagli Esseri Umani millantando un proprio potere di intuire. Quel millantare è la distruzione della propria specie. Non la verità scoperta dal veggente è importante,, ma il suo percorso attraverso il quale ha formato quella verità: la sua libertà! Questo deve trasferire il veggente alla propria specie. Fintanto che il veggente non attua questa operazione gli Esseri di sola Energia Vitale malati di morte potranno essere impudenti millantando il loro potere per mettere in ginocchio gli Esseri Umani.
90) ... e si slanciarono dal grembo della terra, cani della terra; non mostrano mai a mortale segno veritiero
Anche in questo frammento si citano gli Esseri di sola Energia malati di morte e del loro procedere nello sviluppare la propria strategia. Al veggente appaiono come Esseri che escono dalla terra. Larve che si trasformano nel grembo della terra e che affrontano le loro trasformazioni. Il veggente afferra soltanto quelle Larve che si trasformano in Esseri malati di Energia Vitale stagnata. E' su costoro che il veggente punta la sua attenzione.
Il termine "cane" col quale il veggente li definisce è preso dal lato spregevole con cui si definiscono gli atteggiamenti degli Esseri Umani quando sono feroci, decisi fino al martirio per difendere il proprio padrone negando i diritti la propria soggettività. Nello stesso tempo, quegli Esseri Umani, piangono e si disperano nell'impotenza quando il padrone li minaccia o li prende a calci. Gli Esseri malati di Energia Vitale stagnata impongono questo atteggiamento agli Esseri Umani che si sottopongono al loro dominio perché in questo modo riproducono il dominio.
Il veggente afferma che non mostrano mai un segno veritiero. Questo è ovvio in quanto l'inganno deve essere mascherato. L'inganno ha un senso quando quello di cui ci si vuole appropriare ha un valore infinitamente più grande di quanto si millanta di offrire. Gli Esseri di sola Energia Vitale si appropriano della possibilità dell'Essere Umano di costruire il dio che cresce dentro l'Essere Umano distruggendolo. Cosa promettono in cambio? La soddisfazione dell'illusione che si costruisce l'Essere Umano quando rinuncia ad articolare la propria volontà e la propria determinazione per costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Per questo motivo il veggente li definisce come cani che si slanciano dal grembo della terra.

91) che conduce i cani dell'aria, della terra, dell'acqua
La ricerca di Energia Vitale stagnata viene condotta in ogni angolo del pianeta. La ricerca di Energia Vitale stagnata si svolge in ogni cultura umana. In ogni cultura umana (aria, terra, acqua) vengono messo in essere strategie per sottomettere gli Esseri Umani.
Le strategie per appropriarsi di Energia Vitale stagnata sono tante quante sono le strategie di liberazione degli Esseri Umani dalle quali gli Esseri di sola Energia malati di morte si devono difendere.
In ogni cultura umana hanno costruito le loro strategie di sottomissione. Qualche vola quella strategia è assoluta, qualche volta è sottile in attesa di tempi e condizioni migliori
Chi li conduce? Il bisogno di appropriazione di Energia Vitale stagnata! Il bisogno di sottomettere alla distruzione!
92) ... nell'acqua viventi
Questo concetto appartiene soltanto al Paganesimo Politeista. I viventi nell'acqua. Che cosa si considera vivente nel Paganesimo Politeista? Quanto costruisce sé stesso! "lasciate che i morti seppelliscano i loro morti!" afferma Tomaso Didimo. Chi non costruisce sé stesso non è vivo.
Nel Paganesimo Politeista gli Esseri Animali della Natura tentano di costruire sé stessi. Così gli Esseri delle acque. L'acqua, madre di ogni vivente dell'Essere Natura, è ente sacro in sé stesso.
93) ... stirpi che abbondanti fluiscono
Cos'è una stirpe? E' una specie attraverso la quale gli Esseri della Natura iniziano i loro cammini nell'eternità dei mutamenti. Le stirpi dell'Essere Natura sono tutte le specie della Natura. Il loro rapportarsi. Il loro adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate che permettono ai singoli Esseri di tentare il loro cammino nell'eternità dei mutamenti.
Tutte queste specie fluiscono abbondanti costruendo tutte le forme di divinità di cui sono espressione e la cui espressione costruiscono e sviluppano attraverso i loro sforzi per costruire i propri adattamenti soggettivi alle variabili oggettive incontrate. Tutto questo appare al veggente come un fluire di stirpi; un nascere di stirpi; un divaricarsi di stirpi; un incessante fluire della nascita di opportunità per costruire déi.
94) ... il nous nell'anima, e noi nel corpo inerte, pose il padre degli uomini e degli dei.
Che cos'è il nous usato in questo modo? E' sempre il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, l'intendimento, il sentire, l'intuire il giudicare ecc.,, ma viene inteso come la capacità del soggetto attraverso la quale egli si fa dio. Sono le specificità dell'Essere il cui sviluppo qualifica quell'Essere come un dio che si costruisce. Individuare quelle condizioni significa individuare il consapevole diverso dall'inconsapevole.
Perché il padre pone? Perché queste sono le condizioni che vengono costruite da Necessità ed Intento. Nulla può prescindere da questo e lo sviluppo della Coscienza di Sé può proseguire all'infinito soltanto nella misura in cui a questo somma la propria volontà sviluppando, soggettivamente, la propria Coscienza nella direzione imposta da Necessità e Intento.
Perché nell'anima? Perché col termine "anima" gli antichi indicavano ciò che anima: la qualità attraverso la quale si costruisce il dio. Saranno gli adoratori di religioni rivelate a dare a questo un significato diverso. Noi, ancora oggi, distinguiamo fra l'animato e l'inanimato proprio per distinguere delle caratteristiche diversa attraverso le quali dei soggetti si pongono nei confronti del mondo. Ciò che è animato è quanto da' l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza per costruirsi nell'eternità dei mutamenti. Quanto è inanimato è diverso. Non è che non da' l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza,, ma lo fa in modo talmente diverso dalla nostra soggettività che all'interno della ragione noi diciamo che è inerte; subisce le modificazioni; non partecipa alle trasformazioni in maniera attiva.
Perché dividere gli uomini dagli dei? Perché l'Essere Umano è una delle stirpi dell'Essere Natura dalle quali possono prodursi gli déi non è un dio per eccellenza. Non è l'immagine e la somiglianza di un dio pazzo come vorrebbero gli adoratori delle religioni rivelate. L'Essere Umano è un Essere dell'Essere Natura e come tale da quella stirpe possono nascere degli déi,, ma non necessariamente nascono. La sottomissione imposta dalle religioni rivelate ha sempre distrutto la possibilità degli Esseri Umani di determinare sé stessi trasformando la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Il padre degli uomini e degli déi è Necessità e Intento. Necessità e Intento dai quali nessuno né uomini né déi può prescindere!
95) ... ponendo al cuore
Non è interpretabile. L'unica cosa che si può dire è che quando si parla di cuore nel contesto della Stregoneria e del Paganesimo Politeista si intende il sentire dell'individuo: di ogni individuo all'interno dell'Essere della Natura. Quando il cuore è menomato, è menomato anche il sentire del soggetto. Comunque l'interpretazione non è semplice data la brevità del frammento.
96) Perché l'anima, che è per potenza del padre fuoco splendente, immortale perdura, di vita signora, e abbraccia la pienezza di molte intimità del cosmo.
La potenza del padre è il padre che si fa' potente. Come si fa potente il padre? Come si può far potente Necessità e Intento? Trasformando l'inconscio in Coscienza di Sé. Trasformando l'inconsapevole in consapevole. Trasformando l'Energia Vitale inconscia che fluttua nell'universo in un'unità consapevole di sé che, sommando la propria volontà e le proprie determinazioni a Necessità che l'ha generata, fonda il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti costruendosi come dio fra déi.
In quel vortice di germinazione di Coscienza di Sé il fuoco prende forma e si dilata fagocitando l'Energia Vitale che inconsapevole circonda la Coscienza di Sé diventandone parte. La formazione di una Coscienza di Sé è fuoco che divampa!
E ancora il concetto di anima. La Coscienza di Sé che si anima. Che agisce attivando la propria volontà! Che si trascina nell'inconscio circostante. Qualunque inconscio. Qualunque diverso in cui quella Coscienza di Sé è compresa. Il suo animarsi alimentando il suo pensiero, la sua determinazione, il suo scopo, il suo progetto, il suo intuire, il suo sentire, il suo pensare e giudicare. Il tutto si agita, cambia, modifica, si espande e si contrae con moto vorticoso da cui la potenza di Necessità e Intento risplendono nelle trasformazioni fagocitate dalla Coscienza di Sé attraverso la volontà che le è propria.
Come il veggente coglie l'immortalità? Nello sviluppo dell'infinito dei mutamenti. Nel perdurare dello sviluppo. Nell'essere padroni, attraverso la propria volontà, delle proprie trasformazioni. Necessità e Intento sono impulsi,, ma l'eternità della Coscienza di Sé animata è dato dalla sua capacità di adattamento soggettivo all'interno delle variabili oggettive. Il suo sapere, la sua conoscenza, il suo pensiero, il suo intento, il suo progetto, il suo sentire, il suo intuire, il suo giudizio determinano le scelte soggettive della Coscienza di Sé. Tanto maggiori queste qualità sono sviluppate dentro di sé e tanto maggiore è il suo Potere di Essere nelle sue scelte, tanto migliori saranno i passaggi nell'infinito dei mutamenti. Tanto poco sarà il nous sviluppato nella Coscienza di Sé e tanto maggiori saranno le possibilità che quella Coscienza di Sé non sia in grado di proseguire nell'eternità dei mutamenti.
Cosa coglie il veggente? Le trasformazioni delle Coscienze che spingono nell'eternità dei mutamenti. Cosa non coglie il veggente? Quante Coscienze di Sé tentano di imboccare il sentiero dell'eternità e perirono nel non avere sufficiente Potere Personale (pensiero intenzione, scopo, intendimento, intuire, sentire, modo di giudicare ecc.) per determinare sé stesse nell'oggettività che le ha generate.
Cosa abbraccia il veggente? Le trasformazioni che quelle Coscienze di Sé hanno attraversato per giungere alla pienezza cui lui assiste. Forse riesce ad immaginare che esistono altre pienezze che quelle Coscienze di Sé dovranno raggiungere,, ma in questo momento egli le vede come pienezze, nel pieno dello sviluppo, nel pieno dello splendore delle loro determinazioni. Nel vedere questo assiste ai processi di trasformazione che hanno attraversato e le definisce le "molte intimità del cosmo". Perché "molte intimità del cosmo"? Perché non esiste nulla di più intimo delle trasformazioni soggettive che portano l'Essere, qualunque sia la sua specie e il proprio cammino, a trasformare una morte in una nascita per continuare nell'infinito dei mutamenti.
97) Levatasi in volo, l'anima dei mortali in sé stessa serrerà il dio, e senza conservare nulla di mortale dal dio è inebriata tutta quanta. Si gloria di armonia: sotto di essa dimora il corpo mortale.
Chi sono i mortali? Gli Esseri della Natura. Costoro sono caratterizzati da un processo di costruzione del dio che cresce dentro di loro per cui la nascita del dio avviene con il trasferimento della Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo luminoso.
All'atto della morte del corpo fisico l'Essere della Natura che è vissuto costruendo sé stesso prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza trasferisce la propria Coscienza di Sé sul corpo luminoso.
All'atto della morte del corpo fisico l'Essere della Natura quando trasferisce la propria Coscienza di Sé sul corpo luminoso non conserverà nulla di mortale,, ma il suo esistere e il proseguo nell'infinito dei mutamenti sarà funzionale al nuovo stato dimenticando quand'era Essere della Natura e percependo il mondo con sensi diversi. Nulla rimane dell'Essere della Natura e dell'Essere Umano nel nostro caso. Nulla né la nostalgia, né la conoscenza, né il sapere o la memoria,, ma il dio sarà ricco di tutti gli atti di volontà, di tutti i meccanismi e le strategie che avrà messo in atto durante la vita fisica. Di quegli atti di volontà sarà ricco.
Mentre l'Essere Luminoso si leva nella nuova oggettività per continuare a divenire e a trasformarsi gloriandosi di quanto sta avvenendo il corpo mortale inizia la putrefazione.
Che cos'è l'armonia? E' una definizione più o meno appropriata dell'oggettività percepita dal soggetto che espande sé stesso descrivendo l'oggettività circostante tentando di farla comprendere a chi vive ancora prigioniero della ragione. C'è un universo meraviglioso che ci attende, sembra dire chi ha trasferito sé stesso. In realtà non è un universo meraviglioso,, ma sono contraddizioni nuove e diverse nelle quali chi ha sviluppato il corpo luminoso si trova a trasformarsi. Un mondo diverso nel quale operare usando gli strumenti che ci siamo costruiti nella vita fisica come Esseri della Natura!
98) Di un uomo sacro, gli eteri hanno edificato il corpo.
Un uomo sacro è colui che vive sviluppando il dio che cresce dentro di lui! E' colui che affronta le contraddizioni della propria esistenza chiamando le cose col loro vero nome, che affina la sua attenzione, che si chiede il perché delle cose.
Quali sono gli eterei che edificano il suo corpo che in questo caso è il corpo luminoso? Sono gli déi che costui ha attraversato negli sforzi e nell'uso delle determinazioni che ha fatto per costruirsi. Si è fatto Furia, si è fatto Venere, si è fatto Cerere, si è fatto Pan, si è fatto Minerva, si è fatto Giunone, si è fatto Giove, si è fatto Marte ecc.. Si fece Furia quando le contraddizioni sembravano soffocarlo; Si fece Venere per costruire i rapporti con gli altri Esseri Umani e con gli Esseri della Natura; si fece Cerere nella direzione che dette alle sue azioni; si fece Pan nella sua rappresentazione di Essere della Natura, sanguigno e sensuale, nelle cose che potevano costruire il Sistema Sociale in cui viveva; si è fatto Giunone nella costruzione del futuro degli Esseri Umani; si è fatto Giove nelle relazioni con l'universo; si è fatto Minerva nella costruzione del suo sapere; si è fatto Marte ogni qual volta doveva affrontare le contraddizioni dell'esistenza. Nel far questo Furia, Venere, Minerva, Cerere, Pan, Giunone, Giove hanno plasmato il suo corpo luminoso. Lo hanno nutrito e sorretto ogni volta che facendosi quel dio egli stesso era quel dio.
Col veggente degli Oracoli Caldaici possiamo dire che "gli eteri hanno edificato il corpo",, ma possiamo anche dire che il suo fare ha nutrito ed alimentato gli eteri!
99) ... servire,, ma vivere la servitù con capo indomito...
Il frammento indica un fare per tutti i costruttori del proprio corpo luminoso quando sono costretti a servire o che sono comunque sottoposti a condizioni che non permettono loro di essere totalmente padroni di sé stessi.
Circoscrivere la sottomissione!
Servire con capo indomito è l'opposto dell'orrore proposto dalle religioni rivelate che impongono la sottomissione al servo in quanto il suo padrone è tale per volontà del loro dio padrone. Qui si tratta di costruire il proprio corpo luminoso non di attendere che la "dolce morte" consumi l'Essere Umano.
Servire con capo indomito non significa servire con coraggio,, ma servire con rabbia e disprezzo per chi impone la situazione di servaggio. Significa limitare l'interiorizzazione della situazione di sottomissione. Significa limitare la sottomissione affinché non distrugga le possibilità dell'individuo di costruirsi nell'eternità dei mutamenti.
Servire, quando si è costretti o non se ne può fare a meno,, ma mantenere libera la propria anima e il proprio nous. Cosa significa mantenere libera la propria anima e il proprio nous? Significa mantenere libero il proprio pensiero, il proprio progetto, le proprie intenzioni, il proprio scopo, il proprio intendimento, il proprio modo di pensare, il proprio modo di intuire, il proprio sentire affinché la sottomissione non se ne appropri e li pieghi al proprio servizio. Usare comunque il nous per determinare sé stessi anche se le condizioni di determinazione soggettiva sono povere e miserabili.
Questo significa "vivere la servitù con capo indomito"!
100) sterile
Questo frammento è fatto di una sola parola. Quella parola nel Paganesimo Politeista sta a significare l'incapacità dell'Essere della Natura di costruire e partorire il dio che dentro di lui spinge per crescere.
E' "sterile" ogni Essere della Natura che per scelte soggettive o per condizioni oggettive non riesce a partorire il corpo luminoso.
Un conto è la sterilità oggettiva nella quale sono compresi i tributi che ogni specie della Natura paga alla natura stessa e un conto sono le scelte soggettive di autodistruzione come quella operata dagli Esseri Umani attraverso la sottomissione che non solo distruggono la propria capacità di costruirsi nell'infinito dei mutamenti,, ma costringono anche i loro figli a distruggersi.
Sterile è dunque l'incapacità o l'impossibilità di divenire nell'eternità dei mutamenti.
101) ... non evocare l'immagine direttamente visibile della natura.
Questa imposizione è rivolta ai Teurghi. Ciò che si evoca non è quanto si vede come rappresentazione nella Natura, ma quanto dall'Essere Umano emerge per incontrarsi con quanto la rappresentazione suscita.
Quando mi rivolgo agli déi non mi rivolgo in quanto déi pensando che gli déi parlino e rispondano come io parlo e rispondo fra gli Esseri Umani, ma mi rivolgo per evocare il divino attraverso l'azione. Quando il rito non è azione è rappresentazione dell'intento soggettivo attraverso il quale fondare l'azione. La Stregoneria e il Paganesimo Politeista sono manifgestazione dell'azione dell'Essere che evoca. Per azione si intende non solo l'azione finale che appare, ma tutta la strategia del soggetto che compattando sé stesso, ricercando i mezzi, sviluppando la sua conoscenza prepara l'azione. Il rito manifesta l'intento del soggetto. All'Intento del soggetto gli déi rispondono. Non è la forma dell'albero descritta nella ragione che risponde al mio richiamo. Non è il suo ramo che si abbatte sulla testa del mio nemico. E' la Coscienza di Sé Albero con la quale costruisco la relazione che fonde il suo sentire col mio sentire; il suo intuire col mio intuire allo scopo di giungere alla formazione di un unico Intento che porta vantaggi ad entrambe le vie alla conoscenza e alla consapevolezza.
Non è alla forma, alla descrizione o alla rappresentazione che io mi rivolgo quando evoco gli déi del mondo circostante,, ma al Potere di Essere della loro Coscienza di Sé attraverso l'Intento che manifesto nel rito. Per rito intendo ogni azione che compattando un soggetto lo prepari ad affrontare le sfide e le contraddizioni della vita. Per rito intendo ogni azione che compattando un insieme sociale lo prepari ad affrontare le sfide e le contraddizioni della vita. Per rito intendo ogni azione che compattando un insieme umano lo prepari ad affrontare le sfide e le contraddizioni della vita.
Questo frammento è un rammentare a tutti i Teurghi e a tutti gli Stregoni che non la forma è importante, ma il fare, la loro azione che costruendo loro stessi nell'infinito dei mutamenti costruisce l'insieme in cui vivono nell'infinito dei mutamenti.
Solo i cristiani fanno dell'immagine il fine della loro sottomissione!
102) Non guardare alla natura: il suo nome è segnato dalla fatalità.
Cosa significa "guardare alla natura"? Significa considerare le azioni della natura come le azioni di un progetto messo a punto da un architetto nel costruire qualche cosa. Significa guardare alle trasformazioni come a una "creazione". La natura diviene in sé e per sé e le trasformazioni che la costruiscono sono adattamenti soggettivi alle variabili oggettive che i singoli Esseri incontrano nel tentativo di costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Guardare alla natura come un architetto che costruisce una casa significa sottomettere alla volontà del dio padrone distruggendo la possibilità di costruirsi nell'infinito dei mutamenti.
Che cosa sono le fatalità all'interno dell'Essere della Natura? Nessun Essere della Natura comprende l'intera natura, ma è compreso nell'Essere Natura. In quanto compreso nell'Essere Natura esercita la propria volontà e le proprie determinazioni per migliorare il proprio divenire e quello della sua specie. Mentre egli fa questo altri Esseri all'interno dell'Essere Natura progettano loro stessi per svilupparsi al meglio nell'infinito dei mutamenti. Affrontare lo sconosciuto con i mezzi che si hanno e scegliere al meglio attraverso lo sviluppo del proprio Potere Personale si chiama "fatalità".
La variazione della specie si presenta e le condizioni oggettive promuovono quella variazione come un successo o la bocciano come un fallimento. Quanti milioni di tentativi si sono fatti nel corso del divenire dell'Essere Natura come oggi noi lo intendiamo? Un numero infinito! Il vero Potere di Essere dell'Essere Natura è rappresentato dall'incessante provarci di ogni Essere che la compone. Quell'incessante provarci è quanto porta l'Essere Natura a costruire la propria Coscienza di Sé spingendola nell'infinito dei mutamenti.
L'Essere Natura, per la ragione umana è Fors: lo sconosciuto che ci circonda che per affrontare il quale è necessario sviluppare il proprio Potere di Essere per alimentare Fortuna dentro sé stessi.
Tentare di mettere ordine in Fors, descriverlo e piegarlo alle preposizioni della ragione significa ammantare le determinazioni dell'Essere Natura con i fantasmi della ragione umana. Il peggiore di questi fantasmi è un preteso creatore che ad immagine della ragione pretende di essere padrone dell'Essere Natura e delle sue trasformazioni.
Guardare alla Natura, in questa angolazione, significa guardare alla natura come un dio padrone e creatore al quale sottomettere gli Esseri Umani. Fatalità come assenza di progetto e di determinazione soggettiva. Fatalità assenza di scopi specifici in grado di legare gli scopi dei singoli Esseri e delle singole specie. Fatalità come mancanza di intuire nei confronti delle singole specie. Fatalità dove la Coscienza di Sé che si forma dell'Essere Natura è al di fuori delle scelte delle singole specie e dei singoli Esseri che la compongono. La Coscienza di Sé Natura non dirige le trasformazioni degli Esseri e delle Specie al suo interno, si limita a registrarne le trasformazioni attraverso la modificazione della sua Coscienza di Sé salvo intervenire, per quanto può, per salvaguardare le specie quando interventi alieni ne compromettono lo sviluppo come nel caso degli Esseri malati di Energia Vitale Stagnata.
Quando la ragione si trova a dover affrontare le tensioni, le contraddizioni, le sfide e le trasformazioni che vengono messe in atto dagli Esseri della Natura che producono un effetto senza che qualcuno determini quello scopo è sgomenta. La raagione impaurita ricorre alla superstizione. Che cos'è la superstizione? E' il voler attribuire delle trasformazioni alla volontà di un soggetto sconosciuto.
I cristiani, adorando come fanno il loro dio, sono superstiziosi!
103) e non alimentare ciò che è in balia della fatalità...
Con la superstizione si alimenta ciò che è in balia della fatalità. Con la superstizione si impedisce alle Coscienze di Sé di prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza, usare la propria volontà, alimentare le proprie determinazioni per divenire nell'eternità dei mutamenti. La superstizione distrugge la determinazione soggettiva rendendo il soggetto dipendente da chi alimenta la sua superstizione.
Alimentare ciò che è in balia della fatalità significa impedire ad un Essere della propria specie di prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza. Significa costringere un Essere della propria specie a pregare un intervento anziché spingerlo a costruire sé stesso per usare la propria volontà e le proprie determinazioni.
Le onde del mare della fatalità, della fortuna e della sfortuna sbattono il malcapitato contro gli scogli delle avversità della vita: che stronzata! In realtà degli Esseri Umani si sono dati da fare, hanno lavorato, affinché costui non si fornisse di armi adeguate per affrontare le contraddizioni dell'esistenza. Gli hanno impedito di costruire la propria conoscenza, il proprio sapere, di sospendere il giudizio, di chiamare le cose col loro vero nome per costruire un disperato in balia alla fatalità.
Quale infamia nel far questo!
Solo i cristiani e gli schiavi delle religioni rivelate fanno questo per alimentare e giustificare il loro vuoto interiore e la loro disperazione.
Tieniti lontano da chi è in balia della fatalità. Costui non ha il coraggio di affrontare la vita e ti imporrà di dividere con lui la sua disperazione.
Non alimentare la disperazione, indicala,, ma nel farlo proteggiti; chi è disperato vuole distruggere chi ha il coraggio di affrontare la propria vita prendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
104) ... non insudiciare il pneuma, non farne profonda la superficie.
In questo caso, riferito agli Esseri Umani, il termine pneuma sta ad indicare la costruzione del dio che cresce dentro gli Esseri Umani. Più in generale col termine pneuma viene indicata ogni concentrazioner di Energia Vitale Cosciente di Sé. Viene indicato inoltre, riferito agli Esseri della Natura, la parte del corpo luminoso che stanno costruendo. E ancora, col termine pneuma viene indicato quanto anima diversificandolo da quanto è inanimato.
Il termine pneuma indica sempre l'Energia Vitale,, ma non l'Energia Vitale inconscia. Indica soltanto l'Energia Vitale che ha iniziato dei cammini di costruzione e alimentazione di una Coscienza di Sé.
Il termine pneuma, riferito all'Essere Umano, sta ad indicare non ciò che lo anima distinguendolo dall'inanimato che lo circonda,, ma il corpo luminoso che sta costruendo attraverso le sue scelte.
Diventa logico, in quest'ambito, l'uso dell'espressione "non insudiciare il pneuma" che sta ad indicare "non mettere quanto hai costruito al servizio della ragione" o più in generale della fisicità dell'Essere Umano.
Quando l'Essere Umano mette il proprio intuire al servizio della materialità della sua esistenza attraverso l'appropriazione altro non fa che insudiciare il pneuma.
Fare profonda la superficie significa rendere pesante la propria Energia Vitale. Significa bloccarne i flussi. Significa mettere in atto scelte e attività per le quali si distrugge la possibilità di costruire il dio che cresce dentro ogni Essere Umano.
In questa visione la frase è assolutamente logica risultando una supplica e un imperio a tutti i cacciatori di conoscenza e di consapevolezza. Per divenire nell'eternità dei mutamenti, per alimentare il dio che cresce dentro l'Essere Umano è necessario: "non insudiciare il pneuma, non farne profonda la superficie.
105) ... nel tuo animo non spegnere ...
Che cosa si può spegnere nel mio animo riferito a quanto si è detto fino ad ora negli Oracoli Caldaici? La mia volontà; la vitalità con la quale alimentare le mie determinazioni, la mia passione per la vita. Questo si può spegnere nel mio animo. Questo può avvenire soltanto se io rinuncio a prendermi nelle mie mani la responsabilità della mia esistenza accettando la sottomissione nell'attesa della mia distruzione.
Cosa non devo spegnere nel mio animo? La passione per la vita!
Cosa non devo spegnere nel mio animo? La determinazione con la quale costruire il dio che cresce rispondendo al bisogno di divenire nell'eternità dei mutamenti.
106) ... o uomo artificio di una natura audace!
Sono convinto che questo frammento ha fatto uscire pazzi gli interpreti che si sono succeduti nel corso dei secoli. Proclo commentava gli Oracoli Caldaici, non li scrisse. Il suo commento è relativo al Platonismo e alle cognizioni che egli era riuscito a trovare.
Nemmeno i cristiani riuscirono a trovare delle spiegazioni ragionevoli eppure, la soluzione più semplice è sotto i loro occhi.
L'ESSERE UMANO E' PRODOTTO DALL'ESSERE NATURA COME TUTTE LE SUE SPECIE.
L'educazione apriori degli interpreti degli Oracoli non ammettono questa possibilità. Per loro l'Essere Umano è creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e non può essere, in nessun caso, il prodotto della Natura. Gli Stregoni hanno sempre saputo di essere compresi in un insieme di consapevolezze con le quali camminano nell'infinito dei mutamenti. Gli estensori degli Oracoli Caldaici sapevano questo mentre gli interpreti partivano dal presupposto che gli Esseri Umani erano creati da un padre padrone al quale avrebbero finito per tornare. Lo stesso neoplatonismo considerava l'Essere Umano emanazione della volontà e del nous di un ipotetico Uno al quale l'Essere Umano tornava.
L'Essere Umano è una delle molte specie dell'Essere Natura nato e sviluppatosi in situazioni particolari come avviene per ogni specie dell'Essere Natura. Non è la creazione di un qualche dio pazzo al quale qualcuno lo vuole sottomettere.
Perché l'Essere Natura, nel costruire le condizioni attraverso le quali è venuto sviluppandosi l'Essere Umano, fu audace? Perché l'Essere Umano ha le mani per continuare le trasformazioni attraverso le quali contribuire a trasformare l'Essere Natura. L'audacia dell'Essere Natura consiste anche sul fatto che quest'Essere potrebbe distruggere sé stesso assieme con tutta la Natura. Fu un atto di audacia estrema quella messa in campo dall'Essere Natura nel favorire le condizioni che hanno portato allo sviluppo quest'Essere. Furono esigenze dell'Essere Natura e furono esigenze dell'Essere Terra che stipularono un patto per la reciproca trasformazione.
Si! Fu una Natura audace a costruire le condizioni affinché questa specie si sviluppasse; non furono i desideri di un dio pazzo che popola l'immaginario dei disperati che vogliono portare il mondo alla disperazione!
107) Non porre mente ai confini infiniti della terra: non nasce in essa l'albero della verità. E non calcolare la misura del sole a furia di tavole: per eterno volere del padre esso si volge, non per te. Lascia perdere il ronzio della luna: è per opera della necessità che corre sempre. La processione degli astri non è stata generata per te. L'ampia palmatura delle ali degli uccelli nel cielo non è mai veritiera, e non lo sono le sezioni di vittime e intestini. Tutti questi non sono che giochi, e fondamenti di una frode venale. Fuggili, se vuoi dischiuderti le porte del giardino sacro della pietà, dove virtù, sapienza, ordine armonico si adunano.
Questo frammento si ricollega al frammento 103 in cui si afferma: "non alimentare la fatalità". In questo frammento si citano degli esempi attraverso i quali veniva alimentata la sottomissione dell'individuo alla fatalità.
I frammenti citati sono delle condizioni che hanno aperto le porte all'avvento dell'orrore cristiano. Inutilmente gli Oracoli Caldaici misero in guardia contro quelle pratiche. Quando quelle pratiche erano attività di uomini che costruivano il futuro avevano un significato, quando quelle attività caddero nelle mani di chi le usava per costruire sottomissione divennero pratiche abiette.
Pensare ai confini leggendari della terra in cui nasceva l'albero della vita.
Tutti gli Stregoni sapevano che l'albero della vita ci circonda e pianta le radici là dove incontra le condizioni per farlo. Era assurdo inchiodare l'attenzione degli Esseri Umani in terre lontane o in situazioni mitiche quando la meraviglia dell'universo ci sta attorno.
Il non calcolare la misura del sole sta ad indicare di non tentare di prevedere il futuro attraverso i movimenti dell'Essere Sole. Questo si muove per il proprio Intento, esercitando la propria volontà e le proprie determinazioni. L'Essere Sole non si muove per favorire le tue interpretazioni. Gli Esseri Umani vuoti pensano a trovare il modo attraverso il quale interpretare la fatalità che li circonda. La fatalità ci circonda in quanto noi ci siamo immersi nell'inconsapevolezza e viviamo l'esistenza estendendo il rifiuto a chiamare le cose col loro vero nome. Allora la fatalità avvolge la nostra ignoranza e anziché sviluppare la nostra Conoscenza e la nostra consapevolezza cerchiamo la dipendenza da un dio padrone che ci indichi la strada per l'uscita dal buio in cui ci troviamo., ma non c'è nessun dio padrone e si finisce per essere dipendenti da noi stessi, dalle nostre paure e dalle nostre angosce col risultato di diventare preda impotente a disposizione di qualunque cacciatore.
Lasciate perdere il ronzio della Luna. Spesso chi traeva previsioni ascoltava la Luna o il mormorio delle fonti interpretando attraverso le sue impressioni le sensazioni che ne traeva. Non era il piacere per il mondo circostante, l'intuire dell'Essere Umano appassionato, che attraverso la sua percezione fonde la propria Energia Vitale con le Coscienze di Sé che lo circondano, era l'avidità di chi vuole conoscere per impossessarsi. La stessa avidità che produce l'egocentrismo di pensarsi destinatari del messaggio degli astri che ha condotto poi all'egocentrismo degli interessi di un fantasioso dio creatore.
Lo stesso vale per tutte le altre pratiche di indovini. Una cosa sono i messaggi che dal mondo circostante ci arrivano e un'altra cosa è il considerarsi padrone del circostante e destinatari di messaggi privilegiati. Lascia perdere le interpretazioni delle viscere (era praticata dagli Aruspici) o l'interpretazione del futuro dal volo degli uccelli.
Queste pratiche non sono necessariamente false. Per l'Essere Umano che costruisce il dio che cresce dentro possono avere un significato anche nella ragione della relazione che intrattiene col mondo circostante. In ogni caso, anche per lui, sono solo giochi sui quali non costruisce le sue scelte. Quando queste pratiche sono vendute al fine di catturare l'attenzione degli Esseri Umani allora sono solo inganno. Non sono espressione del dio che cresce dentro un Essere Umano sono espressione di costruzione di dipendenza per chi disperato dal mondo cerca la consolazione del proprio fallimento. Sono "fondamenti di una frode venale!".
Se vuoi dischiuderti le porte dell'Olimpo, se vuoi trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso, se non vuoi coltivare la disperazione che genera sottomissione, devi fuggirli. Prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, togliersi dal centro del mondo, usare le proprie determinazioni e la propria volontà, sospendere il giudizio, praticare lo scetticismo, sospendere il dialogo interno, praticare meditazione e contemplazione, ascoltare le correnti vegetative, praticare la follia controllata, ascoltare il mondo attorno a noi, praticare l'Intento, palpare il mondo, praticare l'agguato, chiedersi il perché delle cose, praticare il sognare, chiamare le cose col loro vero nome; questa è la pratica che dischiude al dio che si costruisce le porte del giardino degli déi. Il giardino sacro della capacità dell'Essere Umano di ascoltare le voci degli déi (pietà!) sviluppando virtù, ordine armonico e sapienza.
Questo è da cercare: non alimentare la fatalità con la sottomissione. Quando si sottomette alla fatalità si aprono le porte alla sottomissione al dio padrone che figlio della fatalità divora il divenire e le trasformazioni degli Esseri Umani sottomessi.
108) Il nous paterno inseminò simboli attraverso il cosmo, lui che intuisce gli intuibili, quelli che sono detti bellezze ineffabili.
Il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, il sentire, l'intuire cui Necessità e Intento conducono le trasformazioni del cosmo. Questo si riempie di simboli. Che cosa sono i simboli? Sono le matrici attraverso le quali il veggente scorge l'essenza di una vasta realtà di trasformazione delle Coscienze i Sé. I simboli sono quanto, delle matrici generanti le Coscienze di Sé, viene scorto dal veggente per intuire quanto lo circonda.
Che cos'è una matrice? In questo caso è la relazione soggettività-oggettività incontrata da quella concentrazione di Energia Vitale che da inconscia si trasforma in Coscienza di Sé. Data la sua trasformazione in Coscienza di Sé può proseguire in quella e solo in quella direzione di trasformazioni. Solo in quella direzione può esercitare la propria volontà facendosi dio proiettandosi nell'eternità dei mutamenti. Io sono un Essere Umano. Mio padre e mia madre hanno fornito la matrice e per proiettarmi nell'eternità dei mutamenti posso esercitare le determinazioni proprie del mio divenuto. Nell'esercizio delle mie determinazioni posso esercitare la mia volontà, anche modificando la matrice che lascio in eredità ai miei figli.
Necessità e Intento non intuiscono gli intuibili, ma gli intuibili sono espressione di Necessità ed Intento. Proprio perché gli intuibili sono espressione di Necessità ed Intento il veggente che assiste a quanto vede può affermare che gli intuibili sono intuiti dal padre.
Ed è ciò che intuisce il veggente: "le bellezze ineffabili!". Che cosa sono le bellezze ineffabili? Quando uno Stregone usa l'aggettivo "bello" o "bellissimo" per definire qualche cosa cui assiste? Quando coglie lo sviluppo della vita, le manifestazioni delle Coscienze di Sé mentre determinano sé stesse nell'infinito dei mutamenti. Quando si assiste all'uso delle determinazioni e della volontà degli Esseri di qualunque specie per costruire il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti.
109), ma il nous paterno non accoglie il volere dell'anima finché essa non sia uscita dall'oblio e non abbia pronunciato una parola, ricordando il puro simbolo paterno.
Il volere dell'anima!
Uscire dall'oblio!
Pronunciare una parola!
Ricordare il puro simbolo paterno!
Sono i quattro elementi che caratterizzano questo frammento e che delineano il fare magico dell'individuo.
Che cos'è il volere dell'anima? Quando un Essere Umano costruisce il dio che cresce dentro di lui sorge anche l'intolleranza per le limitazioni. Esiste un momento, e di questo ne ho solo sentito parlare, in cui la soggettivazione dell'oggettività da parte di un individuo avviene a livello tanto profondo che il sentire del corpo luminoso si sente stretto nella gabbia del corpo fisico. Anche se l'individuo ha messo la ragione al proprio servizio e non interferisce più di tanto con gli intenti e l'azione del corpo luminoso questa diventa comunque una zavorra. Questa insoddisfazione così acuta cresce un po' alla volta col crescere del Potere di Essere dell'individuo stesso.
Uscire dall'oblio significa diventare consapevole dell'infinito che sta davanti. Uscire dall'oblio significa sviluppare la consapevolezza dello sviluppo nell'infinito dei mutamenti. Uscire dall'oblio significa essere attrezzati per prendere in mano la responsabilità della propria esistenza una volta che il corpo fisico cessa di esistere. In quel momento viene accolta dal pensiero, intenzione, progetto, scopo, sentire, intuire, modo di giudicare paterno. Non tanto perché c'è un qualche cosa in cui essere accolti, ma perché si è sviluppato Necessità e Intento attraverso l'uso della propria volontà nelle determinazioni dell'esistenza.
Qual è la parola da pronunciare? Veramente nella lingua italiana sono due: "IO ESISTO!". Questa parola viene pronunciata dall'Essere Umano che costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti; dall'Essere Umano che determina sé stesso all'interno del sistema socio-culturale in cui nasce, vive e si costruisce; dall'Essere Umano in corpo luminoso quando assumendo su questo la propria Coscienza di Sé affronta lo sconosciuto!
Qual è il puro simbolo paterno? L'espressione del padre in quanto padre e che può essere definita padre? Necessità e Intento! Come può il corpo luminoso dell'Essere Umano ricordare il puro simbolo paterno di come Necessità ed Intento? Innanzi tutto sviluppando e costruendo il proprio corpo luminoso. Attraverso il sommare della propria volontà a Necessità che l'ha generato e poi trasferendo sul corpo luminoso la volontà nella nuova situazione soggettività-oggettività. Come lo trasferisce? Attraverso le azioni che il corpo fisico compie nell'affrontare la quotidianità. I meccanismi, le strategie messe in essere nella quotidianità formano la struttura determinatrice del puro simbolo paterno: la sostituzione con la volontà soggettiva alla Necessità che ne ha condotto la nascita!
In parole più semplici l'Essere Umano deve costruire il dio che cresce dentro di lui usando volontà e determinazione se vuole che quel dio diventi autonomo e prosegui nell'infinità dei mutamenti.
110) Cerca anche il condotto dell'anima, donde discese in un certo ordine, lavorando a salario per il corpo, e cerca ancora come innalzarla al suo rango nuovamente, alla parola sacra congiungendo l'azione.
Il frammento è di difficile interpretazione. La ricerca del condotto dell'anima sembra quasi che l'anima sia stata data o sia arrivata ad animare il corpo. In realtà non è il condotto dell'anima che giunge al corpo,, ma il processo di formazione della struttura energetica ed "animatrice" di quello che sarà il corpo. Il condotto dell'anima sta ad indicare il processi di trasformazione dell'individuo attraverso il quale costui si trova nella situazione attuale. Nella situazione in cui riconosce l'esistenza di una separazione fra il suo corpo e gli elementi animatori del suo corpo.
Qual è l'ordine che deve cercare? E' l'ordine della formazione di quel principio animatore, del suo sviluppo e della sua trasformazione. Deve riconoscere il momento in cui quel principio animò il processo di sviluppo dell'Essere che poi divenne l'Essere Umano con cui parliamo. Dal momento in cui quel principio animatore alimentò il processo di trasformazioni del soggetto è come se avesse lavorato a salario per il corpo.
L'espressione "lavorare a salario" è dipinta perfettamente e implica i doveri che quel lavoro impone al corpo. Il corpo ha esercitato la propria volontà e le proprie determinazioni perché il principio animatore ha sorretto le sua azioni. Senza il principio animatore sarebbe stato materia senza determinazioni nelle quali usare la propria volontà per espandersi.
Come può pagare il proprio debito il corpo? Come può pagare il proprio debito nei confronti della propria anima l'Essere Umano? Continuando ad essere sé stesso. Non prostituendola sottomettendola a determinazioni estranee dalle sue. Cercando cioè di innalzarla ad elemento principale quale fine delle sue azioni. Elevarla al suo rango!
Il principio animatore ha permesso al corpo di costruirsi, di svilupparsi ora il corpo deve agire affinché il principio animatore si sviluppi attraverso l'esercizio della sua volontà esercitando le proprie determinazioni.
Innalzarla al suo rango significa agire sviluppando Intento lungo la via indicata dai propri bisogni soggettivi. Significa sviluppare le determinazioni della propria specie, significa congiungere "alla parola sacra l'azione". Diventare tutt'uno con l'Intento. Chiamare le cose col loro vero nome esercitando sé stessi per proiettare il proprio corpo luminoso nell'infinito dei mutamenti.
Cercare e imparare i processi di trasformazione del principio animatore per riprodurne i processi di sviluppo e rendere il corpo luminoso indipendente dal corpo fisico: trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Il significato di questo frammento è importante per comprendere la relazione fra il corpo fisico e il corpo luminoso dell'individuo. E' importante anche per comprendere il processo di trasformazioni attraverso il reciproco lavoro che esiste fra il corpo fisico e il corpo luminoso. Il termine anima lascia un po' perplessi al primo apparire in quanto la cultura imposta dal creazionismo ne impone una lettura. Quando distinguiamo il principio animatore e il nutrimento, il salario, che a questo principio animatore paga il corpo fisico attraverso la parola sacra e l'azione, allora tutto è chiaro. Il principio animatore non ha una sua autonomia, ma per diventare autonomo deve necessariamente passare attraverso il corpo. Col corpo costruisce una relazione dialettica nella quale dapprima stimola il suo costruirsi e una volta che il corpo fisico dell'Essere della Natura è formato inizia, attraverso l'uso della propria volontà esercitando le proprie determinazioni a plasmare e modellare il corpo luminoso sul quale si trasferirà la Coscienza di Sé all'atto della morte del corpo fisico. Questo modellare messo in essere dal corpo attraverso l'uso della sua volontà esercitando le proprie determinazioni è il salario che il corpo fisico paga all'anima.
Di contro c'è il corpo fisico che non paga il salario all'anima in quanto si sottomette a determinazioni e volontà che non gli sono proprie. I cristiani impediscono agli Esseri Umani di pagare il loro salario all'anima sottomettendoli al macellaio di Sodoma e Gomorra fin da quando troppo piccoli non sono in grado di discriminare e difendersi. Costoro, non pagando il salario all'anima, vengono impediti di sviluppare sé stessi nell'infinito dei mutamenti. I cristiani sacrificano gli Esseri Umani al loro dio assassino per impedire loro di diventare déi.
111) affrettandoti verso il centro della luce risonante
La luce risonante è la concentrazione di Energia Vitale che per la sua forza di vibrazioni sembra lanciare un canto armonico nell'universo. I suoi mutamenti risuonano come esaltazioni di gioia mista a determinazione nell'intero universo.
In quella direzione è necessario affrettarsi. In quella direzione è necessario dirigere le azioni. E' necessario affrettarsi a concentrare tutto sé stessi perché in qualunque momento ci può cogliere la morte del corpo fisico. In qualunque momento e noi potremmo non aver accumulato sufficiente potere personale per trasformare in morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Affrettati a prendere nelle tue mani la responsabilità della tua esistenza perché solo in questo modo potrai volgerti verso il centro della luce risonante.
112) si dischiuda la profondità immortale dell'anima, e tu leva bene in alto tutti gli occhi.
Se tu levi in alto gli occhi della tua esistenza si schiuderà la profondità immortale delle tue trasformazioni nell'infinito dei mutamenti. Se si schiuderà la profondità immortale delle tue trasformazioni nell'infinito dei mutamenti potrai innalzare gli occhi dalla tua esistenza quotidiana.
L'uno e l'altro sono in relazione dialettica.
Da dove iniziare? Dove poggiare il proprio sguardo? Dal quotidiano! Dal momento attuale! Dalle condizioni soggettive ed oggettive che esistono in questo omento. Quello è il punto di partenza. Ogni sviluppo è soggettivo.
Si dischiuda la profondità immortale dell'anima. Quando? Ora, in questo momento! In questo momento si alimenti il io sottile intuire attraverso il dischiudersi del suo sentire.
Quando levare gli occhi verso l'infinito? Ora! in questo momento e afferro con gli occhi quanto sono in grado di afferrare. Afferrando con gli occhi dischiudo il sottile intuire dell'anima che guarda l'infinita profondità dei mutamenti che mi aspettano.
Quando? ora! Cosa? Qualunque cosa sia in grado di mettere in cammino il mio sentire! Qualunque cosa sia in grado di spingermi nell'eternità dei mutamenti.
113) l'uomo noetico regga le briglie dell'anima, perché non urti la terra sciagurata,, ma trovi la salvezza.
L'Essere Umano che ha il pensiero, esercita l'intenzione nelle sue azioni, agisce in base a scopi e progetti, che sviluppa intendimenti, intuire e sentire regga le briglie dell'anima. Che cosa significa reggere le briglie? Significa dare una direzione alle proprie azioni. Una direzione che non è scopo o progetto, ma che comprende scopo e progetto. la direzione è quella dello sviluppo del proprio Potere di Essere. La direzione è quella dello sviluppo di sé; della sua dilatazione nell'infinito dei mutamenti.
Qual è il pericolo per "l'uomo noetico"? E' quello di urtare la "terra sciagurata"! Che cosa significa? significa risolvere il proprio divenire, la propria sequenza dei mutamenti, nella fase fisica della propria vita. Significa fare della propria vita fisica il fine della propria esistenza. significa fare della materialità l'unica cosa esistente. In questo modo si risolve il proprio divenire nella fase esistente presente. Non si supera la morte del corpo fisico, ma si agisce per appropriazione. Anziché agire per sviluppare il proprio Potere di Essere si agisce per sviluppare il proprio Potere di Avere: il ossesso come fine dell'esistenza. Non il possesso di quanto serve per affrontare la vita, ma il possesso attraverso il quale possedere altri Esseri Umani sottomettendoli.
Per questo l'Essere Umano noetico deve reggere le briglie del suo sentire, dei suoi bisogni, delle sue tensioni (l'anima) perché deve condurre sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
C'è sempre qualcuno che viene a dire: "Chi te lo fa fare?" "In fondo sei intelligente, abile, appropriati degli individui; faranno quello che tu gli dici!". L'Essere Umano noetico deve trarre la certezza da sé. Egli non giudica per parametri, ma secondo la direzione che ha impresso alle sue azioni, ai suoi scopi, al suo sentire e al suo intuire.
114) ... sommersa dai tormenti della terra
Cosa sono i tormenti della terra? Sono le "tentazioni" di abbandonare tutto. Sono tentazioni che assalgono l'Essere Umano all'inizio del suo percorso di conoscenza e di consapevolezza. Poi cessano. Sono le scelte che l'individuo deve compiere. Per ogni scelta ci sono i suoi tormenti. Qualche volta si vorrebbe tornare indietro, ma non c'è ritorno. C'è una sola strada e una sola direzione. Non è voluta dall'Essere Umano è imposta dalla vita. Negli Esseri della Natura si procede sempre dalla nascita del corpo fisico alla morte del corpo fisico. Non esiste una scelta in direzione diversa. La scelta per l'individuo consiste o nel prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza o rinunciare aspettando che la morte del corpo fisico venga a togliergli le angosce dell'esistenza.
Le scelte dell'individuo sono solo nei confronti di sé stesso non nei confronti della direzione da percorrere.
I tormenti della terra sono i conflitti che si frappongono fra le decisioni dell'Essere Umano di trasformare la propria esistenza nella costruzione del dio che cresce dentro di lui e gli ostacoli che vengono posti da chi vorrebbe appropriarsi della sua esistenza sottomettendolo.
115) Affrettati, è necessario, verso la luce e i raggi del padre: di là ti fu inviata l'anima, rivestita d'intenso intuire.
E' necessario affrettarsi! Perché? Ogni istante della vita è prezioso. In ogni istante noi costruiamo noi stessi.
Cosa significa affrettarsi? Significa affrettarsi a prendere la decisione di affrontare ogni istante della nostra esistenza; ogni contraddizione dell'esistenza per costruirci.
Di là viene quanto ti anima che, proprio perché ti anima, è rivestita di intenso intuire.
Il commento può essere giocato a seconda dell'apriori che si vuole considerare.
Chi forma il raggio? Colui che si affretta. Colui che alimenta il proprio divenire nell'eternità delle trasformazioni. Colui che trasforma in luce il proprio intuire.
Il fatto che tu sia animato è dovuto agli effetti di Necessità ed Intento, il padre, che riceve alimento dal tuo affrettarti: la tua volontà espressa nelle azioni volte alla trasformazione.
L'affrettarsi può essere inteso anche come la rapidità della Coscienza di Sé che afferra la propria occasione per trasformarsi; il proprio intuire per alimentarsi dall'intuibile.
Diversa è l'interpretazione di chi usa quest'espressione per imporre un dovere al quale sottomettere chi si ritiene obbligato a rispondere a chi afferma di avergli inviato l'anima. La sottomissione, arte della magia nera, è giocata in questo frammento. Si impone un dovere al soggetto che è obbligato a rispondere e, nel farlo, a costruire la propria distruzione. Interpretare, nel nostro caso, significa costruire i parametri attraverso i quali costruirsi. Se noi non interpretassimo usando il nostro intuire ogni cosa diventa un'arma attraverso la quale sottomettere. Così la visione di potere di un veggente che ha trasformato sé stesso cavalcando i mutamenti diventa un'arma nelle mani dei maghi neri cristiani usata per sottomettere e chiedere adesione alla loro semina di morte.
116) perché le cose divine non sono accessibili ai mortali che intuiscono secondo il corpo,, ma a quanti si affrettano verso l'alto ignudi.
Questo frammento sembra quasi una domanda che richiede una risposta. La risposta è abbastanza semplice. Il divino che ci circonda, le sue tensioni e le Coscienze di Sé che lo compone sono accessibili soltanto in percezione alterata. Per raggiungere la percezione alterata mantenendo una buona disciplina soggettiva è necessario agire costruendo il dio che cresce dentro l'Essere Umano. E' necessario vivere con volontà e determinazione prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza. E' necessario uscire dai confini della ragione nei quali si intuisce secondo il corpo e intuire nell'infinito intuibile che ci circonda. In quest'infinito si intuisce con la disciplina di sé stessi e col potere della costruzione soggettiva. Si intuisce con le trasformazioni che si sono costruite. Si intuisce con lato divino che il corpo ha costruito momento dopo momento.
Quando si afferma che i segreti in Stregoneria non solo tali perché sono nascosti,, ma sono tali perché gli Esseri Umani sottomessi non hanno disciplina per accedervi si afferma che sono a portata della volontà soggettiva di ogni Essere. Sta ad ogni Essere Umano delimitare la capacità di controllo ella propria ragione e permettere alla propria volontà di prendere il sopravvento nell'intuire dell'intuibile.
Cosa significa affrettarsi in alto ignudi? Significa liberarsi del controllo militare della ragione che come un vestito ci avvolge e impedisce di scoprire la nostra ignoranza e la nostra incapacità di affrontare lo sconosciuto che ci circonda. Se io mi scopro incapace di affrontare lo sconosciuto che mi circonda immediatamente metto in atto delle strategie per ovviare a quest'ignoranza. Se io mi spaccio per saputo e sapiente mi illudo di essere in grado di comprendere il mondo invece sono compreso nel mondo. Quando sono nudo delle certezze della ragione allora posso organizzarmi per affrontare lo sconosciuto. Quando sono rifugiato nella descrizione della ragione allora costruisco le illusioni della mia sapienza mentre voglio annullare l'infinito che mi circonda.
Questo significa affrettarsi verso l'alto ignudi!
117) salve per forza propria...
La sottomissione viene imposta agli Esseri come atto di violenza proveniente dall'esterno. La via per la costruzione della libertà soggettiva per sviluppare il dio che cresce dentro ogni Essere e che si proietta nell'infinito dei mutamenti nasce dall'Essere stesso.
La via che ci proietta nell'infinito dei mutamenti la possiamo costruire da noi stessi. La libertà soggettiva non è un dono. Al massimo possiamo imitare qualcuno che per favorire la propria libertà ci espone la soluzione alle proprie tensioni e le risposte ai suoi stessi bisogni. La forza che costruisce la trasformazione della morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso nasce dall'individuo. Le azioni dell'individuo in risposta alle tensioni che da dentro di lui spingono per uscire. Le tensioni che da dentro di lui spingono per uscire guidate dalle briglie dell'anima che l'Essere Umano Noetico regge con ferrea disciplina e intento inflessibile.
Dunque, salvo per forza propria! Gli altri possono sollecitarci a camminare assieme a loro, non possono salvare noi. Chi afferma di salvarci vuole soltanto ridurci in pecore del suo gregge mentre il padrone le porta al macello.
118) ad alcuni concesse di cogliere per apprendimento il segno della luce; altri, anche durante il sonno, fecondò della sua forza.
Si può considerare il mondo che ci circonda con le Coscienze di Sé che in esso si muovono come un insieme potente, consapevole e determinante. Queto Cosciente di Sé, consapevole e determinante agisce, rispetto alla nostra percezione, come un insieme che ci spinge ad intuire e a sentire quanto in esso si muove affinché noi stessi ne diventiamo parte.
Il Potere di Essere di quanto ci circonda per svilupparsi favorisce lo sviluppo del Potere di Essere di ogni Essere Umano nella misura in cui incontra, nelle azioni dell'Essere Umano, elementi propri del suo stesso esistere. Quando, cioè, nell'Essere Umano individua il suo corrispondente divino.
Cosa concede a quest'Essere Umano il mondo che ci circonda? Lo sorregge nelle sue sfide dell'esistenza perché attraverso le sfide dell'esistenza trasforma sé stesso e può "apprendere il segno della luce". Nutrire l'intuire soggettivo dell'intuibile che lo circonda affinché l'intuire di quanto lo circonda si possa nutrire dell'intuibile ricco e potente dell'intuibile soggettivo. Concedere per concedersi!
Non sempre l'individuo spazia col suo canto della vita il mondo che lo circonda. A volte il suo canto spazia nell'Essere luminoso che cresce dentro di lui. Il sognare lo costruisce. Il sognare è intuizione dell'intuibile. Il sognare è attività per la costruzione dell'Essere Luminoso che cresce dentro all'Essere Umano. Il sognare porta l'Essere Umano in una landa di percezione dove si incontrano gli intuibili di Esseri e tensioni diverse. In quella landa l'intuire dell'individuo si costruisce ed articola e riporta alla ragione quanto la ragione avrebbe voluto continuare ad ignorare.
Nel sognare l'Essere Umano può esercitare la propria volontà, esattamente come nella vita quotidiana. Esercitando la propria volontà riporta quanto ha raggiunto nella vita quotidiana. Se non riporta quanto ha acquisito nella vita quotidiana rischierà di perdere quanto ha accumulato,, ma comunque il Potere di Essere di quanto lo circonda non cesserà mai di alimentare la sua forza e il suo apprendimento almeno fintanto che non avrà perso la speranza di costruire un dio che rivendichi in esso i diritti della propria esistenza.
Quanto ci circonda alimenta sempre il nostro esistere. Sia che alimenti di Energia Vitale, intuire e sentire la nostra azione sia che alimenti il nostro percepire all'interno del sognare. Il mondo che ci circonda chiede ad ogni Essere Umano di costruire il dio che cresce dentro di lui togliendosi dalla posizione in ginocchio in cui gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e chi pratica la superstizione vuole tenerlo.
119) ... forza che unisce al dio
La forza che unisce al dio appare come la forza di coesione fra l'Essere Umano e il mondo circostante. In questo caso avrebbe dovuto esserci "forza che unisce agli déi". Allora è la forza che unisce il fare dell'Essere Umano al fare del dio che cresce dentro all'Essere Umano. La forza che porta a questo qualificando l'Essere Umano come dio è VOLONTA'. Volontà non unisce l'Essere Umano al dio,, ma fa' dell'Essere Umano un dio che cammina nell'eternità dei mutamenti.
Volontà unifica le tensioni dell'Essere Umano che tenta dio risolvere sé stesso all'interno della ragione con le tensioni dell'Essere Umano che facendosi dio alimenta l'Essere Luminoso che cresce in lui e che spinge per costruire sé stesso nell'infinità dei mutamenti.
In questo caso possiamo individuare in Volontà la forza di coesione fra l'Essere Umano inteso come ragione e materia all'Essere Umano inteso come percezione e intuire del suo corpo luminoso.
In questo caso possiamo indicare in Volontà, l'essenza dell'esistenza di ogni Coscienza di Sé nell'intero universo come la forza che unisce al dio!
120) ... sottile veicolo dell'anima
In questo caso parliamo degli Esseri della Natura. Il sottile veicolo di quanto anima è il Mani. Il Mani è la fonte delle Coscienze di Sé degli Esseri della Natura. Il Mani è portatore di possibilità di animazione della materia che, una volta animata, ha la possibilità di compattare l'Energia Vitale di cui è portatrice, ampliarla, compattarla per partorire il corpo luminoso.
Sono i genitori o il genitore il sottile veicolo dell'anima. Perché il genitore o i genitori sono i portatori delle possibilità di animazione dei soggetti che da loro tentano di divenire nell'eternità dei mutamenti compattando loro stessi. Prendendosi la responsabilità della propria esistenza. Sovrapponendo alla Necessità che li ha generati la loro volontà per meglio scegliere nell'infinito dei mutamenti.
Questo metodo per trasformare l'inconscio in conscio, farlo vibrare e proiettarlo consapevole di sé nell'eternità dei mutamenti appartiene alle tecniche di sviluppo e adattamento degli Esseri della Natura. Forse ad un numero infinito di nature, ma solo a loro!

121) il mortale che si sia accostato al fuoco avrà luce.
Anche questa è una frase che deve essere interpretata attentamente. Non è detto che il mortale abbia luce. Non è detto che il mortale prosegua nell'eternità dei mutamenti. Non è detto che l'Essere della Natura trasformi la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Il mortale sta vivendo!
Il mortale sta scegliendo!
Il mortale si sta trasformando attraverso l'esercizio della propria volontà e delle proprie determinazioni. Il mortale sceglie! Le sue scelte sono quelle che qualificano il suo vivere.
Le sue scelte lo portano a sviluppare sé stesso abbeverandosi al fuoco della conoscenza o le sue scelte lo portano a fuggire da quel fuoco. Le sue scelte alimentano il coraggio col quale affrontare l'esistenza o lo rendono pauroso costringendolo a scappare. L'una o l'altra scelta lo trasforma. L'una o l'altra scelta sviluppa l'individuo o ne impedisce la dilatazione.
L'una e l'altra scelta non sono uguali. Portano in due direzioni diverse. Comportano scelte diverse con diversi risultati.
Chi si accosta al fuoco alimenterà il fuoco che arde dentro di lui e trasformerà la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Questo è il senso del frammento.
122) accendendo l'anima nel fuoco...
Continua in questo caso il senso del frammento precedente. Non è sufficiente che un Essere della Natura sia pervaso dal principio animatore perché sia in grado di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso,, ma è necessario che sommi la propria volontà a Necessità che ne ha determinato la sua esistenza.
Solo accendendo l'anima nel fuoco della conoscenza e della consapevolezza egli sarà in grado di prendere nelle proprie mani il patrimonio che ha ricevuto dall'Essere Natura e trasformarlo in Libertà attraverso il perdurare della sua Coscienza e della sua consapevolezza proiettandola nell'infinito dell'esistenza.
Quando a Necessità che lo ha generato l'Essere Umano somma la propria volontà prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza allora, e solo allora, egli avrà acceso la sua anima nel fuoco.
Accendere la propria anima nel fuoco significa mettere in essere tutte quelle strategie nella vita di tutti i giorni attraverso le quali si plasma e si compatta il proprio corpo luminoso. Lo si modifica e lo si rende compatto per lanciarlo nell'infinito anche in mancanza del corpo fisico.
Accendere il proprio sentire e il proprio intuire nel fuoco della conoscenza e della consapevolezza per trasformarlo in Potere di Essere.
123) ... alleggerendola col caldo soffio...
Non so se questo frammento si riferisca al frammento precedente,, ma il soffio del fuoco della conoscenza alleggerisce la consapevolezza dell'individuo in quanto lo rende compatto e duttile per affrontare lo sconosciuto che lo circonda.
Non sono più le paure a condizionare le azioni dell'individuo,, ma questi agisce per propria scelta e per proprio ardimento.
Ha alleggerito la sua anima; ha alleggerito la sua ragione; ha alleggerito le sue azioni. Egli si è esposto al soffio della conoscenza. Athena è entrata dentro di lui, ha lisciato la sua percezione, ha fuso il suo intuire con l'intuire dell'individuo rendendolo libero dalle incrostazioni della sottomissione. Ne ha liberato il giudizio rendendo l'Essere Umano padrone dello stesso.
Dunque, possiamo dire che la percezione si è alleggerita col caldo soffio della Conoscenza. Ora l'intuire soggettivo può variare la descrizione della ragione che si è spostata lasciando l'Essere Umano padrone di sé stesso.
124) coloro che spingono fuori l'anima e inspirano, sono prossimi alla liberazione.
Quando l'Essere Umano cerca la conoscenza e la consapevolezza il suo corpo luminoso cerca la sua indipendenza. Cerca delle situazioni nelle quali essere indipendente dal corpo fisico. Cerca di sondare il mondo che lo circonda liberandosi dai legami che la descrizione della ragione gli impone. Questi Esseri Umani hanno costruito consapevolmente il loro corpo luminoso ed ora lo "spingono fuori". Spingerlo fuori è un modo esatto di definire quanto sta facendo quest'Essere Umano. Lo ha costruito e plasmato nell'attività quotidiana,, ma per alimentare il proprio percorso deve spingerlo a cercare la propria autonomia dal corpo fisico. Solo gli Stregoni riescono nell'impresa solidificando il proprio percorso di conoscenza e consapevolezza.
Una volta che hanno costretto il loro corpo luminoso ad affrontare l'oggettività che lo circonda insegnandogli ad essere indipendente dalla descrizione della ragione lo ispirano quando devono affrontare la vita di tutti i giorni. Per fare questo serve una grande determinazione sorretta da un grande potere espresso da una perfetta impeccabilità.
A ragione il veggente degli Oracoli Caldaici afferma che coloro che fanno questo sono prossimi alla liberazione. Sono prossimi a liberare il loro corpo luminoso dalle catene della loro ragione. Sono prossimi a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Quando ci si trasforma in Stregoni si è prossimi a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso anche se il corpo luminoso è già formato e autonomo. Serve una grande energia vitale e un grande Potere di Essere per funzionare con entrambi i corpi e solo i grandi Stregoni che sono vissuti con impeccabilità agendo in ogni istante della loro vita per costruire il loro Potere di Essere in armonia con il Potere di Essere delle Coscienze di Sé del circostante sono in grado di rimandare più a lungo la separazione. In ogni caso la separazione fra corpo fisico e corpo luminoso con la morte del primo è già in atto!
125) ... libere luci
Quando un veggente scorge "libere luci" alterando la percezione in una situazione tale da dare una grande importanza a quanto vede? Quando le "libere luci" altro non sono che gli Esseri della propria specie che hanno trasformato la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso al punto da essere definite, dal veggente "libere luci". Perché il termine "libere luci" come viene indicato in questo caso è fatto proprio da chi sta assistendo ad uno spettacolo che gli rapina il suo sentire alimentando la speranza di diventarne parte.
Definire "libere lci" è in contrapposizione alla luce che comunque emana il veggente che però è ancora legata al corpo fisico e alla sua ragione. Una luce che, per quanto splendente a seconda del Potere di Essere raggiunto dal veggente, non può essere considerata "libera luce" in quanto è ancora legata, per i suoi mutamenti, la sua crescita e le sue trasformazioni, alla materialità della sua fisicità e alla descrizione della sua ragione.
126) accesa la fiaccola...
Nella ricerca dello sviluppo di sé stessi la fiaccola è accesa ogni qualvolta vengono costruite delle strategie soggettive attraverso le quali affrontare la vita quotidiana.
Ogni volta che si alimenta la tensione di espansione soggettiva dell'individuo. In quel momento, in quella situazione, si accende la fiaccola della dilatazione soggettiva. Una volta che la fiaccola è accesa attraverso la determinazione dello sviluppo di sé stessi, sorretta dalla propria volontà, l'Essere Umano è proiettato nell'infinito dei mutamenti. L'Essere Umano percorre un sentiero di eternità!
Questo significa accendere la fiaccola. L'Apprendista Stregone accende la fiaccola dentro di sé quando domina la Furia che cresce alimentando Nerio mentre affronta le contraddizioni dell'esistenza.
127) con anima in ogni parte intatta, distendi le redini del fuoco.
Cosa significa l'"anima in ogni parte intatta"? Significa che tutti gli elementi attraverso i quali si costruisce il sentire delle persone, la percezione, la capacità di giudizio, la loro organizzazione soggettiva nell'oggettività in cui vivono lavora armonicamente per costruirne lo sviluppo. Quando l'Essere Umano non deve rinunciare ad alcuna determinazione nella costruzione di sé stesso. Quando non è sottoposto a limitazioni, restrizioni o sottomissioni. In quel momento quell'Essere Umano ha la sua anima intatta. E' in grado di costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti agendo in tutte le direzioni e in tutte le situazioni che si presentano. Quando l'"anima non è intatta"? Quando la sua costruzione è privata dell'apporto di alcune determinazioni la cui rinuncia è dovuta agli adattamenti soggettivi rispetto a delle variabili oggettive che limitano lo sviluppo dell'individuo. L'individuo costretto a rinunciare a parte degli strumenti attraverso i quali si costruisce per riuscire a salvare il salvabile. In quelle condizioni il corpo luminoso non ha uno sviluppo armonico, ma è menomato da condizioni diverse.
In quelle condizioni, con il corpo luminoso sviluppato armonicamente, si possono distendere le redini dello sviluppo della conoscenza e della consapevolezza. Distendere le redini della conoscenza e della consapevolezza significa spaziare in ogni direzione. Significa costruire le relazioni che trasformano l'individuo nell'infinito dei mutamenti.
128) ... tendendo all'azione di pietà infuocato intuire, salverai anche il corpo che scivola via.
Nel Paganesimo Pietà sta ad indicare un fare divino dell'Essere Umano attraverso il quale questi diventa partecipe delle tensioni, del sentire e dell'intento di quanto lo circonda. Pietas è la fusione dell'Essere Umano, della sua magia, delle sue trasformazioni con quelle della magia e delle trasformazioni di quanto lo circonda. Camminare assieme. Questo camminare assieme a quanto ci circonda armonizzando gli intenti e le tensioni di trasformazione è un potere divino chiamato Pietas. Pietas non ha nulla a che vedere col pietismo dei cristiani che rappresenta piuttosto la riproduzione nell'oggettività della propria sconfitta al fine di saccheggiarne le trasformazioni. Il pietismo è un fare vuoto e compassionevole che svuota l'oggetto della sua attenzione; Pietas è un'azione potente di determinazione soggettiva attraverso la quale l'individuo costruisce sé stesso nell'infinito cercando tutte quelle relazioni che gli permettono di costruirsi.
E' il potere infuocato della conoscenza e della consapevolezza che alimenta le trasformazioni dell'individuo attraverso il suo intuire quanto lo circonda e diventando oggetto intuibile del circostante.
Perché così facendo "salverai anche il corpo che scivola via"? Perché con la tua azione altro non hai fatto che alimentare il corpo luminoso mentre cresceva nell'individuo. Non hai sprecato la tua fase fisica esaltandola e agendo pensandoti eterno e immortale, ma hai agito strategicamente sia nel quotidiano che esercitando l'attenzione, qualunque tipo di attenzione (Pietas), nei confronti del tuo circostante. Sei stato attento alle esigenze del mondo. A volte le hai soggettivate a volte hai imposto al mondo le tue esigenze. Hai vissuto! Hai trasformato la tua vita fisica in un'avventura attraverso la quale hai costruito te stesso.
Per questo motivo stati salvando la fase fisica. Non hai sprecato l'occasione della tua vita. Hai agito per costruirti. Il corpo scivola via al momento della morte del corpo fisico, ma tutta l'azione messa in essere durante la vita fisica ha alimentato la costruzione del corpo luminoso: hai alimentato, salvandola, la possibilità di eternità.
In questo frammento può apparire anche l'idea che comunque ci sia una trasformazione soggettiva oltre la morte del corpo fisico e che, alimentando Pietas di infuocato intuire, l'Essere Umano colga l'occasione per dilatarsi. In realtà gli Oracoli Caldaici parlano all'Essere Umano qualunque e all'Apprendista Stregone, parlano al Pagano Politeista e allo Psichista. Pertanto si rivolgono dando qualche cosa di scontato e qualche cosa che deve essere spiegato. Comunque sia, quanto esposto è il senso!
129) Salvate anche l'involucro mortale dell'amara materia.
Cosa significa salvare l'involucro mortale della materia amara? Significa usare la propria vita fisica per costruirsi. Non sprecare la propria esistenza. Vivere strategicamente. Determinando la propria esistenza sia nell'Essere Natura sia nel Sistema Sociale umano sfruttando ogni occasione e ogni contraddizione attraverso la quale costruirsi. Questo significa salvare l'involucro mortale. Non significa salvare il corpo come i cristiani immaginano la loro resurrezione o una qualche forma di immortalità. Significa sfruttare l'occasione.
Ogni Essere della Natura che riesca a vivere in maniera "normale" la propria esistenza senza compiere grandi imprese, trasforma sempre la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Ci sono sempre trasformazioni che alimentano la costruzione della Coscienza di Sé Universo dalla fonte Natura terrestre. Un Essere della Natura ha questa possibilità. Un Essere Umano la possibilità deve cercarla con accanimento e determinazione. Non perché lui non possa, vivendo in maniera "normale", trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso, ma perché le forze che tendono a sottometterlo impedendogli la trasformazione sono molto grandi e determinate ad usarlo come fonte di cibo distruggendolo.
L'amara materia è per l'Essere Umano lo stato di fallimento della propria esistenza. Nello stato fisico l'Essere Umano può essere sottomesso. Nello stato fisico l'Essere Umano può essere indotto a rinunciare alle proprie trasformazioni nell'infinito dei mutamenti. Nello stato fisico l'Essere Umano può essere indotto a rinunciare alle proprie determinazioni ed essere ridotto ad involucro che disperato attende la morte del corpo fisico affinché lo liberi dagli affanni della sottomissione.
"salvare anche l'involucro mortale dell'amara materia" significa usare l'esistenza per sviluppare le proprie determinazioni, esercitando la propria volontà e prendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
130) Della MOIRA fatale fuggono l'ala impudente, e dimorano nel dio traendo fiaccole al colmo splendenti che discendono dal padre, e da esse, nella discesa, l'anima coglie il fiore nutriente l'anima di frutti infuocati.
Cos'è Moira negli Oracoli Caldaici?
Moira è la divinità nella sua complessività di rappresentazione del pensiero dell'intera storia dell'individuazione di questa entità divina. Moira è la porzione di tempo che un Essere ha per costruire sé stesso. In qualsiasi momento questo tempo può cessare e in qualsiasi momento la sequenza delle trasformazioni soggettive cessa.
Moira è lo spazio che il Potere di Essere del soggetto riesce a prendersi per sviluppare la sua sequenza dei mutamenti. Lo spazio dell'esistenza soggettiva è relazione fra Potere di Essere soggettivo e Potere di Essere complessivo dell'oggettività in cui il soggetto si espande. Dove l'uso delle proprie capacità e delle proprie determinazioni può aumentarlo e articolarlo regalando e trasferendo le sue scelte, economicamente vantaggiose, all'intera specie in cui vive che a sua volta le donerà alla complessività dell'Essere Natura e dei suoi processi di sviluppo.
Nel nostro caso Moira non è la quantità di "destino" che ha l'uomo, ma è la quantità di mutamenti (cioè di tempo) che l'Essere Umano è in grado di assicurarsi per costruirsi al meglio. Moira è la fine del tempo a disposizione. La porzione di esistenza fisica soggettiva del singolo Essere. Nemmeno gli déi, per quanto lunghi e diversi dagli Esseri della Natura erano le loro trasformazioni, potevano sfuggire all'ineluttabilità delle fine delle loro trasformazioni. Lo stesso Giove non può sfuggire alla fine del suo corpo fisico e della sequenza di trasformazioni. Nemmeno l'Essere Sole può sfuggire alla fine delle sue trasformazioni. MOIRA non è un destino ineluttabile voluto da un qualche dio pazzo. MOIRA determina la fine della fase di trasformazione, ma non la sua durata o la sua qualità. MOIRA è la fine della fisicità, ma MOIRA può essere intesa come la conclusione della fase fetale dell'Essere della Natura. Dunque sempre una conclusione. Non quando concludere né la qualità della conclusione. Essere diverso da TERMINIUS che esprime l'Intento soggettivo di trasformazione.
L'Essere Umano che costruisce il suo corpo luminoso cavalcando l'infinito dei mutamenti fugge all'ala impudente della MOIRA. L'ala impudente della MOIRA è l'abbandono soggettivo ad un determinismo esterno all'Essere. E' la certezza, dell'Essere Umano, che qualunque cosa faccia questa non sortisce nessun risultato. Costui pensa di essere impotente davanti alla vita. Questa impotenza nasce quando l'Essere Umano si vuole impadronire dell'esistenza e di quanto l'esistenza gli presenta. Questa impotenza non esiste quando l'Essere Umano si organizza per costruire sé stesso al fine di fornirsi di mezzi e di strumenti con i quali agire nella vita. Quando l'Essere Umano si costruisce degli strumenti per agire nella vita allora non pretende che la vita si trasformi in base ai suoi desideri, ma si trasforma per agire assieme a quanto tenta di agire attorno a lui.
In quel momento l'Essere Umano dimora nel dio che cresce dentro di lui. Dimorando nel dio che cresce dentro di lui, le fiammate della crescita del dio sono fiaccole splendenti e ricolme. Di cosa può essere ricolma una fiaccola? Del fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza. Ogni volta che una fiaccola raggiunge il dio che cresce dentro l'Essere Umano questo compie un salto di qualità. Aumenta la propria forza, aumenta la propria consapevolezza, aumenta il proprio intuire: ciò che aumenta, in ultima istanza, è il Potere di Essere dell'individuo stesso.
Da dove arrivano quelle fiaccole? Dalla relazione che l'Essere Umano costruisce con il mondo circostante. Dunque, da Necessità e Intento trasformate nel dio dalla Volontà soggettiva che i soggetti manifestano nelle relazioni. Ogni relazione dona ai soggetti che vi partecipano una fiamma della Conoscenza e della Consapevolezza.
Tutto viene colto dal sentire e dall'intuire dell'Essere Umano. Quanto lo anima si ravviva e si dilata nutrendosi dei fiori infuocati che ne alimentando le trasformazioni.
L'Essere Umano sfugga l'ala impudente della MOIRA fatale e dimori nel dio che cresce dentro di lui alimentandolo con le fiaccole ricolme del fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza!
131) ... intonare il peana
Il peana era un canto con accompagnamento della lira che veniva intonato in onore di Apollo. Intonare il peana era un fare all'interno dell'arte Teurgica attraverso la quale il Pagano Politeista chiamava il divino cui si riferiva affinché alimentasse le proprie determinazioni e la propria volontà per affrontare quanto lo circonda.
Il peana, in questo caso, è un canto attraverso il quale l'Essere Umano compatta sé stesso per affrontare lo sconosciuto che lo circonda. Questo canto è sicuramente inferiore al sacrificio della determinazione che comporta una Devotio, ma può riprodursi nel tempo e coagulare, attraverso la volontà del Teurgo, la volontà degli astanti.
132) Mantieni il silenzio, iniziato!
Questo frammento si lega al frammento precedente in quanto descrive un momento di trasformazione soggettiva dell'individuo. Mentre il frammento precedente era relativo all'attività Teurgica che comportava una dilatazione dell'individuo nel Sistema Sociale in cui viveva, questo frammento prepara il Teurgo affinando il suo Potere di Essere.
Cosa significa mantenere il silenzio? Significa esattamente quanto abbiamo descritto nel Crogiolo dello Stregone quando si è parlato del Bastone dello Stregone.
Il Bastone dello Stregone è l'arma attraverso la quale l'Essere Umano che da' l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza difende, discrimina, attacca e arranca.
Il Bastone dello Stregone è costituito dalla Sospensione del Giudizio, la Sospensione del dialogo Interno e lo Scetticismo. Queste tre attività forgiano l'individuo mentre da' l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza.
La sospensione del dialogo interno compatta l'individuo rendendolo duttile e agile nel pensiero e nell'azione. Lo sottraggono dal giudizio rigido della ragione permettendogli l'accesso di sempre nuovi fenomeni attraverso i quali ampliare continuamente la sua Conoscenza e la sua Consapevolezza. La Sospensione del Giudizio permette all'individuo di liberare la sua azione dai preconcetti. Gli permette di afferrare il nuovo nell'oggettività nuova in cui si esprime senza pretendere, come impone la ragione, di adattarla a concetti aprioristici che il condizionamento educazionale impone all'individuo. Lo Scetticismo è l'atteggiamento che l'individuo assume all'interno del contesto sociale in cui vive al fine di appoggiare e sviluppare tutte le tensioni di sviluppo dello stesso in funzione della costruzione del tempo che viene incontro.
Questo significa, all'interno degli Oracoli Caldaici, "mantieni il silenzio, iniziato!". Per colui che tenta di commentare questo frammento educato all'interno del Potere di Avere, come i cristiani lo impongono, non cerca la vita e i suoi percorsi di Libertà, ma cerca i segreti che sicuramente i neoplatonici nascondevano. Sicuramente c'era un'iniziazione segreta con cose segrete; vuoi che lui, creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo, sia diverso da loro? Certamente è diverso! E' diverso per la diversa sequenza di scelte sulle quali ha articolato la sua esistenza. Non può più comprendere i percorsi di Libertà del Potere di Essere e preferisce pensare a cose segrete che gli vengono nascoste. Invece l'immenso ci circonda, l'immenso ci chiama, l'immenso sorregge i nostri passi, sta a noi farci FORS e immergerci diventandone parte. Chi viene educato attraverso il Potere di Avere dai cristiani può soltanto cercare di appropriarsi distruggendo i cammini di Libertà degli Esseri Umani. Non ci sono segreti da rivelare ma uno sconosciuto da esplorare armando noi stessi per affrontarlo.
"Mantieni il silenzio, iniziato!"
133) In primo luogo il sacerdote stesso, governando le azioni del fuoco, si asperga con il flutto gelato del mare dal sordo suono.
Questo frammento appartiene soltanto ai Teurghi. La spiegazione di questo frammento implica aver praticato il Crogiolo dello Stregone ad un livello tale per il quale i flussi dell'Energia Vitale tendono a scatenare FURIA dentro all'Essere Umano ogni qual volta incontra contraddizioni il cui superamento implica una compattazione soggettiva. Il Teurgo, in questo caso, ma potremmo parlare dell'Apprendista Stregone o dello psichista, modifica sé stesso aprendo la propria percezione alle tensioni del mondo circostante. Diventa permeabile a quanto dal mondo circostante giunge a lui. Aprendosi deve, contemporaneamente, fornirsi di scudi per proteggersi da quanto è indesiderato o nocivo per lo sviluppo del proprio Intento. C'è un periodo in cui si diventa permeabili e non si sono ancora costruiti gli scudi soggettivi che si possono riassumere in Indifferenza e Spietatezza. Indifferenza e Spietatezza, che non hanno nulla del significato che viene attribuito a questi termini dal Potere di Avere prodotto dall'orrore delle religioni rivelate, sono strumenti che il Teurgo manipola soggettivamente. La manipolazione di questi strumenti porta il Teurgo a scegliere di esporsi per affrontare le contraddizioni, in quel caso alimenta Furia dentro di sé o le strategie di Agguato; può sottrarsi al coinvolgimento che l'oggettività vorrebbe fare nei suoi confronti alzando gli scudi della Indifferenza e della Spietatezza. Sono scudi con i quali il Teurgo protegge lo sviluppo del proprio Intento. Alzando lo scudo dell'Indifferenza il Teurgo afferma: "Questa è una tua battaglia, un tuo problema e io non intendo farlo mio: arrangiati!". Alzando lo scudo della Spietatezza il Teurgo afferma: "Dovevi organizzarti prima per affrontare quella contraddizione. Ora stai crepando e tu non coinvolgerai nella tua distruzione il mio Intento! Io devo continuare ad agire per costruire la vita!"
Così facendo il Teurgo governa le azioni del fuoco dentro sé stesso. Così facendo il Teurgo trasforma sé stesso e affronta l'oggettività in cui vive. Il Teurgo vive per sfida! La sua vita è una manipolazione continua del fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza che arde dentro di lui.
Qualche volta il Teurgo necessita di tacitare il mondo che lo circonda. La pausa del silenzio. Una pausa da cercare con delle azioni. Una di queste è bagnarsi nel flutto gelato del mare. Una reazione fisica abbastanza forte da staccare l'attenzione del soggetto da quanto dal mondo arriva verso di lui per concentrarsi su reazioni fisiologiche provocate. Questo è il significato del suono sordo. Una pausa di silenzio.
Questo frammento fu male interpretato da Proclo che si sommergeva in flutti di mare cercando cose che quei flutti non gli potevano dare. Oggi ci sono altri mezzi per farlo. Ci sono altri mezzi per fermare il fiume di Potere di Essere che dal mondo circostante giunge a noi. Ad esempio una marcia forzata o uno sforzo fisico ai nostri limiti, oppure l'arte delle arti: il sognare.
Questo appartiene ai Teurghi, agli Apprendisti Stregoni, agli Psichisti e a tutti i cacciatori di Libertà sia della propria percezione sia all'interno del Sistema Sociale in cui vivono.
134) Non affrettarti verso il mondo che odia la luce, impeto di materia dove ci sono stragi e sconvolgimenti e scaturigine di soffi infetti e morbi che disseccano e putrefazioni e cose che colano via: chi voglia amare il nous del padre, da questo deve fuggire.
In questo frammento si indicano delle condizioni alle quali l'individuo deve attendere per costruirsi nell'infinito dei mutamenti. Non affrettarsi verso il mondo che odia la luce significa non affrettarti a giocare al gioco del possesso e della sottomissione. Il mondo che odia la luce è il mondo che fa del possesso e della sottomissione gli elementi portanti con i quali relazionarsi nella quotidianità. Non scalare la gerarchia sociale al fine di appropriarti di altri Esseri Umani. Non stuprare la tua Energia Vitale al fine di giocare a sottomettere Esseri Umani. Non accettare sottomissione acritica nella ricerca di vantaggi quotidiani. Tutto questo comporta la distruzione della tua Energia Vitale. Tutto questo comporta la distruzione del dio che cresce dentro l'Essere Umano. La prospettiva di sviluppare questo è offerta dal mondo che odia la luce. Il mondo che odia la luce odia anche gli Esseri Umani che costruiscono il dio che cresce dentro di loro. Il mondo che odia la luce non è in grado di metterlo i ginocchio. Egli si sottrae ad esso rifiutandosi di accettarne le regole. Non si conforma alle regole imposte, ma sviluppa sé stesso alimentando le tensioni che da dentro di sé lo portano ad espandersi nel mondo circostante.
Il Potere di Avere impone la sottomissione dell'individuo affinché dapprima accetti le sue regole interiorizzandole e poi partecipi alimentando il suo sviluppo. Alimentando la spirale del possesso affinché distrugga altri Esseri Umani.
Per alimentare la sottomissione e il possesso vengono indicate le attività estreme di tale attività, i sconvolgimenti della costruzione del futuro dei Sistemi Sociali e le stragi degli Esseri Umani che faticosamente arrancano per costruire il loro Potere di Essere. Quanto rimane di tutto questo è l'aspetto più nauseabondo della sottomissione. L'Energia Vitale stagnata come soffio infetto e il morbo della distruzione umana che alimenta la distruzione umana per poter propagarsi e continuare ad esistere. Sono cose che colano. Non sedimentano se non nel cuore dell'Essere Umano che accettando il mondo che odia la luce distrugge sé stesso.
Per costruire il dio che cresce dentro all'Essere Umano è necessario alimentare il nous: il pensiero, l'intenzione, i propri progetti, i propri scopi, il proprio intendere, il proprio modo di pensare, il proprio sentire, il proprio giudizio; in altre parole il proprio Potere di Essere.
Il possesso di Esseri della propria specie o l'Essere posseduti è quanto deve rifiutare chi intende sviluppare il dio che cresce dentro di sé.
135) Non devi guardarli prima che il tuo corpo sia stato iniziato, perché sono terrestri terribili cani senza pudore, e ammaliano le anime, distogliendole dalle iniziazioni.
A cosa si riferisce questo frammento? Agli Esseri di sola Energia Vitale ammalati di Energia Vitale stagnata che trasformano gli Esseri Umani in bestiame da allevamento. Quello che Castaneda definiva: quelli che volano basso!
Perché non bisogna guardarli prima che l'individuo sia "iniziato"? Cos'è l'"iniziazione"? E' l'inizio del cammino dell'Apprendista Stregone. L'iniziazione è quella fase in cui l'Apprendista Stregone prende nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, si costruisce il Bastone dello Stregone per incominciare a camminare nell'infinito dei mutamenti.
Perché a quel punto può guardarli? Perché costruendosi il Bastone dello Stregone è in grado di Sospendere il Giudizio. E' in grado di superare la forma per vederli per ciò che sono e non per ciò che essi, al fine di sottometterlo, vuole che egli creda che siano.
Cosa significa: "sono terrestri terribili"? La loro azione è volta a legare l'Essere Umano al Potere di Avere. La loro azione è volta a legare l'Essere Umano alle regole della sottomissione rendendolo impotente a sviluppare il dio che cresce dentro di lui. Sono terribili, spietati e sprezzanti nei confronti della Specie Umana che ritengono bestiame di loro proprietà e la legano con i legami del terrore e della paura affinché non esca dalla logica del possesso e non acceda ai mondi dell'infinito dove loro non sono in grado di agire e di intervenire.
Sono pronti a qualsiasi strategia per sottomettere gli Esseri Umani, unica loro fonte di cibo. Ammaliano il sentire delle persone costringendole a sottomettersi per compiacere a una qualche potenza superiore. Li ammaliano per costringerli ad abbandonarsi alla fatalità. Li ammaliano per costringerli a considerarsi loro inviato e agenti artefici della loro volontà che spacciano come giusta, santa e salvifica. Costringono l'Essere Umano a non esercitare la propria volontà. Costringono l'Essere Umano a non esercitare le sue determinazioni così che costui è troppo debole per difendersi dai loro inganni. Volontà nell'esercizio delle proprie determinazioni alimenta il corpo luminoso che cresce dentro l'Essere Umano. Alimenta il dio che cresce. Il dio che cresce dentro un Essere della Natura è infinitamente più forte dei loro sforzi, dei loro progetti, dei loro inganni.
Per questo motivo devono distogliere gli Esseri Umani dalle iniziazioni. Devono distogliere gli Esseri Umani affinché non si costruiscano il Bastone dello Stregone e rinuncino a divenire nell'eternità dei mutamenti.
"terrestri terribili, cani senza pudore" distruggono gli Esseri Umani per trasformarli in bestiame che produce loro cibo. Invitano e ammaliano Esseri Umani affinché costringano bambini in ginocchio che rinunciando a costruire la loro vita accettino di diventare bestiame che fornisce loro cibo. Ammaliano e terrorizzano per i propri fini.
Non guardarli prima che il tuo corpo sia "iniziato". Quando ti sarai costruito il tuo Bastone dello Stregone allora la tua Energia Vitale li allontanerà e ti sottrarrà dai loro inganni.
136) Per nessun'altra ragione il dio distoglie l'uomo, e con la sua vivente potenza lo conduce verso vie nuove.
Il dio che cresce dentro l'Essere Umano distoglie l'Essere Umano dal rinunciare ad affrontare l'Infinito che lo circonda. La via del possesso sembra facile. Il Potere di Essere che cresce dentro di lui lo riempie e davanti alle contraddizioni sociali, quest'Essere Umano, sa cosa fare a differenza dell'impotenza che vede stampata sul volto di chi lo circonda. E' facile diventare il loro capo. E' facile imporre loro quel Potere di Essere così duramente conquistato. E' facile trasformare il Potere di Essere in Potere di Avere quando l'Essere Umano non ha ancora avvertito l'impossibilità di tornare indietro avendo bevuto alla fonte della vita. E' in quel momento che il Potere di Essere esprime il bisogno di crescita del dio dentro all'Essere Umano. E' in quel momento che il dio che cresce somma i propri bisogni con quelli della ragione. E' in quel momento che la sete di Sapere, Conoscenza e Consapevolezza trasformano in insoddisfazione ogni volta che la ragione indica un obiettivo come "il vero obiettivo da raggiungere! Il vero scopo dell'umana esistenza!". Il dio che cresce dentro l'Essere Umano aggiunge la sua insoddisfazione conducendo l'Essere Umano lungo vie che apportino Potere di Essere conducendolo nell'infinito dei mutamenti.
137) ... balena un angelo, vivente in potenza attenzione si tratta non di un angelo bensì di un messaggero: Lari emanazione di Mercurio.
A volte la voglia di riprodurre il cristianesimo è grande. La traduzione del termine greco con angelo è assolutamente arbitraria e volta all'accettazione culturale della traduzione. Il termine va tradotto in termini diversi e nello stesso tempo più preciso: MESSAGGERO!
Per questo motivo la frase farebbe: ... balena un messaggero, vivente in potenza! Il messaggero è quanto si comunica da una Coscienza di Sé per giungere ad un'altra Coscienza di Sé. L'oggetto che si trasferisce è sia vivente in potenza nel senso che potenzialmente è vivente sia una potenza che sta vivendo quale portatrice del messaggio, manipolatrice del messaggio donatrice del messaggio. Il messaggio è essa stessa! Nel portare il messaggio si è trasformata e quando arriva a chi doveva portare il messaggio non è più semplicemente il messaggio inviato, ma al soggetto della comunicazione si presenta come fenomeno oggetto della comunicazione stessa. Il messaggio Coscienza di Sé nell'Essere Messaggio. Messaggio come manifestazione dell'oggetto di cui è fenomeno, oggetto esso stesso che si alimenta attraverso la propria rappresentazione nei confronti del destinatario del messaggio.
Questa descrizione non è sconosciuta nel Paganesimo Politeista. A Roma erano i Lari figli di Mercurio e Lara. I protettori dei crocicchi dove le voci si fondono e dipartono in molte direzioni.
Questa visione non è estranea al veggente. Le Linee di Tensione che attraversano l'universo che lo circonda sono portatrici di messaggi che balenano veloci attorno a lui. Non tutti possono essere afferrati, non tutti trovano la loro simbiosi nel veggente, ma corrono in ogni direzione per nutrirsi di sé stessi mentre crescono nelle Coscienze di Sé.
L'angelo che piace al traduttore al posto del messaggero appartiene ad una eventuale interpretazione di Proclo, non dei veggenti che hanno scritto gli Oracoli Caldaici. L'angelo porta il messaggio del dio padrone ai suoi sottoposti. I suoi sottoposti fanno il bene soltanto nella misura in cui si sottomettono ai messaggio dell'angelo mandato dal dio padrone. I lari sono le voci che si diffondono. Sono messaggi dell'esistente nell'esistente e pertanto si sviluppano indipendentemente che un soggetto li nutra o meno. Esistono indipendentemente che un soggetto li accetti e li consideri. I Lari non sono emanazione di un dio padrone, non sottomettono costringendo gli Esseri Umani a fare quanto dicono perché altrimenti fanno il male danneggiando sé stessi. I Lari balenano, si muovono portando i propri messaggi nell'infinito. Cercano il simile in grado di recepire quei messaggi, ma non assoggettano, non pretendono ascolto, non impongono sottomissione. L'angelo chiede adesione, chiede obbedienza, chiede sottomissione. E' l'angelo che fa l'annunciazione della nascita del figlio del dio padrone e chi riceve l'annuncio non può rifiutarsi, deve sottomettersi ed obbedire: deve accettare di essere indicata come la distruttrice del divenire dell'umanità.
I Lari annunciano, portano i messaggi, poi gli déi che crescono negli Esseri Umani possono usarli per il loro sviluppo o ignorarli. Possono alimentare quei messaggi dando loro ulteriore forza o farli passare affinché giungano ad alimentare tensioni e bisogni diversi.
In questo senso deve essere letto: "balena un messaggero vivente in potenza"!
138) ... nella regione degli angeli
Anche questo frammento deve essere letto sostituendo il termine angelo col termine messaggero. E' necessario, inoltre, determinare qual è la "regione dei messaggeri". La regione dei messaggeri ci circonda. Noi stessi siamo messaggeri anche se siamo tanto ciechi da considerare messaggi soltanto quanto la ragione descrive e non anche quanto l'intuito e il sentire percepiscono. Per percepire la regione dei messaggeri è necessario essere messaggeri noi stessi.
Non esiste nulla di nascosto o di segreto. Tutto ci circonda, sta a noi fornirci delle armi attraverso le quali individuarlo e renderlo utilizzabile. Se noi non siamo in grado di modificarci e dilatarci nel mondo che ci circonda la nostra regione dei messaggeri sarà soltanto l'isola descrittiva della nostra ragione. Un'isola descrittiva che tenderà sempre a restringersi.
Per giungere nel mondo degli déi è necessario costruire il dio che cresce dentro di noi. A mano a mano che il dio cresce dentro di noi cresce e procede il nostro cammino per giungere sulla vetta dell'Olimpo!
Giungere sulla vetta dell'Olimpo significa diventare messaggeri lanciando le nostre tensioni, i nostri bisogni e le nostre determinazioni nell'oggettività in cui viviamo.
La regione dei messaggeri ci circonda e noi stessi siamo messaggeri della vita quando, prendendoci nelle nostre mani la responsabilità della nostra esistenza, pratichiamo le nostre determinazioni attraverso l'esercizio della nostra volontà.
139) ... l'intimo intuire, che il fuoco riscalda...
Il fuoco fisico riscalda il corpo fisico; il fuoco della conoscenza e della consapevolezza riscalda l'intuire. L'intuire alimenta il fuoco della conoscenza e della consapevolezza che riscaldano l'intuire. Il fine del gioco è la trasformazione del soggetto che intuisce. Costui, riscaldato dal fuoco della conoscenza e della consapevolezza si dilata nell'infinito dei mutamenti. Il suo intuire è il suo sviluppo, la sua crescita, la costruzione di sé stesso nell'infinito.
L'intuire non è un elemento che si muove in modo casuale, ma è condotto dall'Intento del soggetto: il padre! Quando l'intuire del soggetto è manifestazione del proprio Intento il fuoco che riscalda è Necessità: il padre! Attraverso l'uso della propria volontà l'individuo si trasforma. Si trasforma in un dio che costruisce sé stesso nell'infinito ringraziando la propria determinazione nel chiamare il fuoco che riscalda il suo intimo intuire!
140) Per il mortale lento, rapidi sopravvengono i beati.
In questo frammento il termine beato è contrapposto al termine mortale.
Chi è il mortale? E' colui in cui la morte del corpo luminoso coincide con la morte del corpo fisico. Colui per il quale oltre la morte del corpo fisico non ci sono più opportunità. Colui che dà il proprio corpo ai vermi della terra e la propria Energia Vitale al vento.
Chi è il beato? Colui in cui la morte del corpo fisico coincide con la nascita del corpo luminoso. Colui che dopo la morte del corpo fisico continua a svilupparsi nell'infinito dei mutamenti. Colui che dà il corpo fisico ai vermi della terra, ma mantiene compatto il proprio corpo luminoso sul quale trasferisce la propria coscienza e la propria consapevolezza.
Questa è la differenza fra il mortale e il beato come inteso negli Oracoli Caldaici.
Perché il mortale è lento mentre il beato è rapido? Il mortale ha rinunciato a costruirsi. L'unica cosa che gli è rimasta è confidare nell'illusione. Per confidare nell'illusione non serve velocità, serve solo attesa della fine. Un'attesa della fine cui il mortale giunge senza Energia della determinazione e senza volontà per affrontarla. Confida nell'illusione!
Perché i beati sono rapidi? Perché hanno attraversato la loro esistenza costruendosi. Per costruirsi hanno dovuto attuare tecniche e strategie per alimentare il proprio intuire, sviluppare la propria conoscenza e il proprio sapere. Ad ogni azione strategica approntata aumentava la capacità dell'intuire soggettivo. Ogni volta che l'intuire soggettivo aumentava, aumentava anche la capacità soggettiva di afferrare il nuovo che circondava il beato. Aumentare la capacità di afferrare il nuovo significa afferrare un numero maggiore di fenomeni e di opportunità attraverso le quali modificarsi.
Come il mortale che è vissuto confidando nell'intervento di una qualche potenza esterna ha annichilito prima e isterilito poi il suo intuire e la sua volontà; così il beato vivendo strategicamente ha alimentato, nutrendolo e dilatandolo, il proprio intuire e l'uso della propria volontà. Così, davanti alla morte del corpo fisico, portano quanto hanno costruito. Il mortale porta l'arte della sua distruzione, il beato l'arte della sua costruzione. Dalla morte del corpo fisico entrambi ricevono quanto hanno costruito nella loro esistenza!
141) Liberazione del dio è un mortale che distrattamente inclini a questi misteri.
Lasciando sempre un po' di dubbi sulla traduzione; la liberazione del dio viene prodotta da un mortale quando per un caso o per condizioni favorevoli volge il proprio intuito su quei misteri. Che cosa sono i misteri? Il mistero dei misteri è la vita come costruzione del dio che cresce dentro l'Essere di ogni Essere di ogni specie dell'Essere Natura. Anche se un individuo non ha costruito consapevolmente o volutamente un sentiero virtuoso per la costruzione del dio che cresce dentro, attraverso l'uso della propria volontà e delle proprie determinazioni, è possibile che la sua vita lo porti a dover affrontare delle sfide davanti alle quali decide di modificarsi per risolverle.
Quella decisione soggettiva lo porta a compattare la propria Energia Vitale. E' quanto afferma il veggente degli Oracoli Caldaici: è il distrattamente inclini verso quei misteri. Quell'individuo non è consapevole del fare, ma il fare lo costringe a modificarsi, ad usare la sua volontà e le sue determinazioni; a partorire il corpo luminoso.
Il mortale, colui che non agisce per compattare il proprio corpo di sola Energia Vitale, attraverso le condizioni della vita riesce comunque a partorire il dio che cresce dentro. Questa "distrattamente inclini" è stata in ultima analisi la salvezza degli Esseri Umani quando l'orrore dei cristiani ne hanno impedito lo sviluppo degli Esseri Umani.
Ricordiamo come nella concezione del Paganesimo Politeista la vita è una sfida, sistematica e quotidiana attraverso la quale costruire sé stessi. Non è necessaria la presenza della consapevolezza dell'uso della sfida finalizzata a costruire sé stessi. E' sufficiente la pratica della sfida! Infatti, ogni Essere della Natura trasforma la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso qualora riesca a seguire un numero sufficiente di trasformazioni che il divenuto della propria specie gli ha messo a disposizione. Quel "distrattamente inclini" è legato all'incoscienza della finalità del vivere per sfida. Un incoscienza che non è importante qualora l'individuo viva una vita senza la presenza dell'orrore del male.
Il male della sottomissione immesso nel Sistema Sociale ad opera delle religioni rivelate distrugge il vivere per sfida trasformandolo in vivere per sottomissione. Il vivere per sottomissione, una volta che viene imposto, è percepito dall'individuo come una cosa naturale, un modo di essere al quale non vede alternative. La ribellione è un "distrattamente inclinare" che porta l'individuo ad obbedire a tensioni che da dentro di lui si riversano nel circostante. Obbedire alle tensioni che da dentro l'individuo si riversano nel circostante è obbedire al dio che tenta di crescere dentro all'Essere Umano. Quel dio che aspira a quella libertà che la sottomissione dell'individuo nel quotidiano della ragione gli nega.
Alcuni Esseri Umani cristiani sono riusciti a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Questi Esseri Umani hanno seguito alcuni impulsi e alcune tensioni che si esprimevano dentro di loro e che il processo di sottomissione, cui sono stati sottoposti, non è riuscito a distruggere.
Questo significa "Liberazione del dio è un mortale che distrattamente inclini a questi misteri".
142) ... alle nostre apparizioni direttamente visibili, per causa vostra sono stati avvinti dei corpi...
In questo frammento si presenta una protesta delle Linee di Tensione Consapevoli (gli déi) nei confronti degli Esseri Umani. Queste porgono una protesta: "Voi ci scambiate per forme umane! Siete voi che volete vedersi in questo modo! Noi non abbiamo forma, ma abbiamo sostanza, direzione e Intento!" In realtà gli Esseri Umani hanno la ragione alla quale hanno legato la loro esistenza e le sfide attraverso le quali sviluppare il loro corpo luminoso. La ragione si è impossessata di loro! La ragione si è erta a padrona del loro pensiero. La ragione è l'unica forma che l'Essere Umano concepisce per sviluppare in maniera logica e costante. Tutto deve rientrare nella ragione.
Così, quando alla ragione umana bussano le Linee di Tensione presentando le loro specificità, la ragione prende i fenomeni che in essa ammette e li riveste di attributi propri della sua descrizione.
Le Linee di Tensione consapevoli di sé vengono descritte come Esseri Umani le cui caratteristiche sono rappresentate dal corrispettivo descritto nella ragione. Sulle Linee di Tensione l'Essere Umano proietta la propria descrizione e la ragione lo convince che quella è la forma degli déi.
In questo frammento il veggente lancia un avvertimento a coloro che descrivono e onorano gli déi in forma umana quando la forma umana non ha nulla a che fare con quegli déi. E' a causa vostra che percepite gli déi in questo modo. E' a causa della ragione che ha il controllo e la gestione della vostra capacità di percepire e descrivere il mondo. E' a causa del come avete organizzato i vostri sensi che percepite il mondo in quella forma e in quel modo. Il mondo non è come voi lo descrivete, ma non necessariamente è diverso il meccanismo deduttivo che fate qualora lo descriveste in maniera sistematica con una diversa organizzazione dei sensi o di diversi sensi.
Il senso del frammento è questo. Quando guardi l'universo non affaticarti a rivestirlo di forma, concentra la tua attenzione sulle correlazioni fra gli oggetti, i meccanismi, il funzionamento.
143) (per la) natura corporea sulla quale siete stati innestati...
Il vostro cammino di trasformazione è stato innestato sulla natura corporea. Il vostro Essere dio passa attraverso quel percorso. Un percorso di compattazione, trasformazione e determinazione. Un percorso di mutamenti e crescite continue.
Il dio che si costruisce attraverso l'Essere Natura deve necessariamente coltivare il proprio Essere all'interno della Natura. Nella natura deve individuare l'oggettività in cui vive. Una oggettività magica e in perenne modificazione nella quale deve imparare a muoversi. Deve modificare sé stesso per poter trasformarsi in quell'oggettività. Deve plasmare e articolare il proprio essere dio attraverso la manipolazione di sé stesso. Manipolando sé stesso interviene ed agisce in quell'oggettività di cui è parte. Deve, altresì, costruire le relazioni fra la propria soggettività e l'oggettività nella quale si trova a muoversi. Questi tre riconoscimenti di stati magici e coscienti devono essere riconosciuti dall'Essere della Natura e, attraverso questi, determinare le sue trasformazioni.
Gli Esseri della Natura sono caratterizzati dal loro percepire la forma del proprio esistere all'interno della quale costruiscono delle relazioni. Quando un Essere della Natura usa proiettare il suo percepire la forma come strumento attraverso il quale definire ogni forza che si muove nell'universo allora piega alla forma ogni fenomeno che incontra. Ogni forza, ogni manifestazione nell'oggettività viene descritta per forma al fine di trasferirla nella sua descrizione. E' una prerogativa dell'organizzazione sensoria degli Esseri della Natura dove la qualità e la capacità soggettiva dell'uso dei sensi determina la qualità e la natura della descrizione.
La ragione si innesta sugli Esseri della Natura in generale e sugli Esseri Umani costruita dall'organizzazione sensoria degli Esseri della Natura stessi. Solo negli Esseri Umani la ragione raggiunge un tale grado di assolutezza da imporsi come padrona e dominatrice dell'individuo. La guerra che l'individuo combatte al fine di togliere la ragione da padrona della propria esistenza e della propria percezione per trasformarla in strumento al proprio servizio è parte della grande battaglia di trasformazione soggettiva che porta l'Essere Umano a costruire il dio che cresce dentro.
Questo è il senso che caratterizza gli Esseri il cui percorso di costruzione di sé stessi come déi passa attraverso le trasformazioni di Esseri della Natura.
144) ... che prenda forma ciò che non ha forma
Come per il contesto precedente anche questo frammento si riferisce agli Esseri della Natura. Nella loro descrizione del mondo che li circonda prende forma anche ciò che non ha forma. Viene descritto anche ciò che non potrebbe essere descritto in quanto non appartenente al mondo del corporeo o della forma.
Così le Linee di Tensione che attraversano gli Esseri della Natura vengono percepite come forze, ma descritte e comunicate come forma. Dove la forma prevale sulla forza e l'Essere della Natura, generazione dopo generazione, si trova ad osservare una forma vuota di significato. Così la percezione del Potere di Essere che circonda l'Essere della Natura deve essere rinnovata. Viene rinnovata trasmettendo, generazione dopo generazione, l'Intento di superare la forma nella percezione del mondo ed esprimere in esso le tensioni che dall'Essere sgorgano per confluire, fondersi e amalgamarsi con le tensioni del circostante.
L'Essere Umano, nel nostro caso, impara che l'azione precede sempre la descrizione e che questa, pur comunicando agli Esseri della propria specie, alcuni elementi che determinano l'azione è, tuttavia, incompleta e incapace di comprendere l'azione stessa. Facendo questa operazione l'Essere Umano sconfigge la ragione padrona e la trasforma in uno strumento attraverso il quale affrontare l'esistenza, si libera dei suoi fantasmi attraverso i quali la ragione protegge il proprio ruolo di padrona, quali la fede, la paura, il terrore, l'incostanza ecc., affina e costruisce un nuovo strumento attraverso il quale agire nel mondo: l'intuire. L'intuire che con l'intero nous, il pensiero, l'intenzione, il progetto, lo scopo, il modo di pensare, il sentire ecc., interviene come strumento di modificazione dell'individuo attraverso il quale agire nell'oggettività in cui viviamo. Vivere in quest'oggettività significa che l'azione precede sempre la descrizione. Questo anche quando l'Essere Umano persa la sua capacità di autodisciplina e di discernimento, perde sé stesso nei meandri dell'incomprensione soggettiva che viene comunemente definita col nome di pazzia.
145) ... intuire la dispiegata forma della luce
Così l'Essere Umano, nel nostro caso, quando ha sottratto sé stesso dal controllo militare della ragione sprigiona tutto il potere del proprio sentire e del proprio intuire nel mondo che lo circonda. In quel momento non percepisce quanto lo circonda nella forma che la sua ragione desidererebbe descrivere per alimentare i suoi fantasmi, ma intuisce il Potere di Essere delle Coscienze di Sé che lo circondano: "la dispiegata forma della luce!". Il dispiegamento del Potere di Essere!
Intuire questo, anziché descriverlo, significa essere organizzati soggettivamente, per sviluppare l'azione nei suoi confronti. Interazione, relazione dialettica, fusione di volontà e determinazione in funzione di Intenti comuni. Questo è possibile non con l'accordo che si ottiene attraverso la ragione, ma è possibile dispiegando il proprio Intento e proiettandolo nel mondo. L'intento non può essere descritto, l'Intento è possibile respirarlo e svilupparlo mediante l'azione come frutto della determinazione soggettiva.
"intuire la dispiegata forma della luce" significa intuire l'Intento del mondo circostante attraverso il quale condurre l'azione soggettiva che lo rende manifesto. Praticare l'Intento non è atto pensato della ragione, ma è un elemento di trasformazione magica dell'individuo: la sua comunanza con l'infinito!
146) ... così invocando, vedrai un fuoco tendere a guizzi verso il vortice dell'aria, simile a un fanciullo; o anche un fuoco senza forma onde scaturisce una voce; o vivida luce ronzando avvolgersi a spirale attorno alla terra;, ma anche un cavallo, della luce più fulgido a vedersi, e un fanciullo montato sul dorso rapido di un cavallo, infuocato o coperto d'oro, o al contrario nudo, e ancora ritto sul dorso, che lancia dardi.
E' forse la descrizione della nascita del corpo luminoso che maggiormente ha attratto la mia attenzione e mi ha trasportato in un numero infinito di mondi.
L'interpretazione è relativa allo sviluppo del corpo luminoso all'interno dell'Essere Umano. L'Essere Umano che invoca. L'Essere Umano che determinando la propria vita chiama con determinazione, volontà e intento quanto gli spetta per il solo fatto di praticare la vita stessa. Invocare deve essere interpretato in modo letterale, storico: in da il valore intensivo all'azione e vocare sta per chiamare. Dunque, chiamare con volontà e determinazione! Quando si chiama con volontà e determinazione, anche un dio del circostante, lo si può fare solo nella misura in cui si è costruito il dio che cresce ed è quel dio che chiama attraverso la propria volontà e la propria determinazione.
In quel momento si è in grado di assistere alla nascita del corpo luminoso che cresce. Un corpo luminoso che appare a quel veggente come un fuoco che tende a guizzi (guizzi di sviluppo!) verso il vortice dell'aria (il corpo fisico, il regno della ragione!), simile ad un fanciullo. Perché simile ad un fanciullo? Perché il corpo luminoso si affaccia con grande determinazione, il guizzare del fuoco, ma all'inizio è solo un piccolo fuoco che tenta di espandersi. Oppure, dice il veggente, potete assistere anche ad un fuoco senza forma. Un fuoco che guizza e si dilata come la consapevolezza dell'individuo mentre si dilata nel mondo che lo circonda. Si dilata tanto da avvolgere l'intero pianeta. E' l'intento soggettivo del corpo luminoso dell'individuo che si fonde con l'intento del mondo circostante. Ne diventa parte. Il mondo circostante fa proprio il suo intento ed egli fagocita, facendolo proprio, l'intento del mondo in cui vive.
Voi potete vedere il mondo circostante nella forma del cavallo. Nell'intento che viene manifestato attraverso la sua azione. La luce fulgida dell'intento che si manifesta come un cavallo lucente lanciato al galoppo della vita. Il corpo luminoso dell'Essere Umano montato su quel cavallo. Luce dell'Intento che si mescola, fondendosi, con la luce dell'Intento che corre nella direzione di sviluppo della vita stessa.
Come rappresentate l'Intento espresso dal corpo luminoso dell'Essere Umano è una vostra scelta. Il fanciullo montato sul dorso altro non rappresenta che il corpo luminoso che fonde il proprio divenire col divenire del mondo circostante. Un fanciullo ammantato di volontà e determinazione nello sviluppo del proprio Intento. Che quel bambino sia infuocato, coperto d'oro o nudo non fa nessuna differenza. Quando lo vedete infuocato è perché ponete l'accento della vostra attenzione sullo sviluppo della sua coscienza e della sua consapevolezza; quando lo vedete coperto d'oro è perché ponete l'accento sul suo corpo luminoso; quando lo vedete nudo è quando abbracciate quella Coscienza di Sé in sé e per sé con le determinazioni e la volontà espresse nell'attimo presente. In ogni caso, la descrizione che fate indica sempre la stessa immagine, la stessa situazione, la stessa noumenia, lo stesso dio che costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Quando lo vedrete ritto sul dorso che lancia dardi allora saprete che quanto state vedendo altro non è che la manifestazione di volontà e Intento di quel corpo luminoso. In realtà quell'Essere Umano si è fatto EROZ, figlio di VENERE e della VITA che lancia i dardi della sua volontà e della sua determinazione per alimentare la vita stessa.
Cosa state guardando? State guardando il figlio dell'uomo che costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Il figlio dell'uomo che ha fuso il proprio Intento con l'Intento del mondo circostante. Il figlio dell'uomo che chiama gli Esseri Umani a dispiegare la loro volontà e le loro determinazioni per costruire loro stesi nell'infinito dei mutamenti.
Avete visto lo STREGONE che lancia i dardi della vita e del risveglio affinché gli Esseri Umani, colpiti da quei dardi, alimentino il dio che cresce dentro di loro e costruiscano il loro cammino di eternità risvegliando il dormiente prima che questi muoia.
Questo è quanto dice questa visione!
147) Se me lo ripeterai più d'una volta, vedrai ogni cosa in forma di leone. Perché allora non è più visibile la massa ricurva del cielo, gli astri non brillano più, la luce della luna è velata, non si regge la terra: tutto si vede per folgori.
Segue la visione del frammento precedente. Ora non è più un fanciullo che cavalca ma è la possanza dell'Essere Leone in relazione alla possanza del cosmo
Nel frammento si dice: "se me lo ripeti più di una volta...". La ripetizione come elemento centrale della modificazione alchemica del soggetto che ripete. Ripetere l'azione, ripetere la determinazione, ripetere il togliersi dal centro del mondo occasione dopo occasione, ripetere il chiamare le cose col loro vero nome, ripetere la meditazione e la contemplazione, ripetere il sognare, ripetere, ripetere porta alla modificazione dell'individuo nella direzione dell'intento messo nella ripetizione.
Il ripetere porta alla modificazione soggettiva del soggetto che guarda il mondo. Un mondo che perde la forma perché il soggetto, attraverso la ripetizione, ha sospeso il giudizio e ha sospeso il dialogo interno. La forma svanisce, ma non il mondo che quella forma tentava di descrivere. Rimane il mondo per quello che viene rappresentato in un'altra situazione. Sparisce la volta del cielo, spariscono le stelle, sparisce la luce e l'Essere che contempla non si regge più sulla terra come su una superficie solida, ma, sospeso, percepisce sé stesso come una folgore che saetta in mezzo a folgori che si muovono veloci.
Tutto è uguale eppure nulla è uguale. Non è cambiato il mondo che ci circonda, ma sono cambiati gli occhi di chi lo guarda.
Ripetilo, ripetilo ancora e alimenta il dio che cresce dentro di te: gli déi ti aspettano!
Vedere il mondo in forma è prerogativa degli Esseri della Natura; vedere il mondo per folgori o negli infiniti modi della percezione è prerogativa del dio che cresce dentro ogni Essere della Natura.
148), ma quando vedrai il fuoco più sacro rifulgere senza forma, guizzando negli abissi di tutto il cosmo, ascolta la voce del fuoco.
In questo frammento lo Stregone avverte il cercatore di conoscenza e di consapevolezza. Quando alteri la percezione e annullando la forma delle cose giungi a percepire il fuoco sacro della determinazione e dell'intento che ti avvolgono, allora ascolta la voce del fuoco.
Ogni volta che un cercatore di Conoscenza e di Consapevolezza altera la percezione attraverso la quale percepisce il mondo circostante, incontra delle voci che lo guidano e gli forniscono informazioni. Ascoltare quelle voci mantenendo per sé il diritto della decisione. Ascolta la voce del fuoco, ma la voce del fuoco parla per sé stessa. Solo quando tu fondi il tuo Intento con l'Intento del fuoco di cui intendi la voce allora, e solo allora, puoi ascoltarla con fiducia. La fiducia c'è solo nel momento in cui l'Intento è fuso fra due o più enti. La fiducia nel mondo circostante è praticata dallo Stregone soltanto quando il suo Intento è fuso con l'Intento del mondo circostante e questo non può prescindere, per seguire il proprio sviluppo, dallo Stregone stesso.
Il mio piede ha fiducia in me, solo perché le trasformazioni sono di reciproco vantaggio fra me e il mio piede. Come potrebbe il mio piede avere fiducia in me se egli fosse un ostacolo alla mia trasformazione? Come può un Essere Umano aver fiducia in chi lo vuole in ginocchio? Per ascoltare la voce del fuoco è necessario essere a propria volta fuoco. E' necessario sviluppare le stesse determinazioni. E' necessario praticare lo stesso Intento. Allora la voce del fuoco guida l'Essere Umano nei meandri dei mondi della percezione. osa dà quest'essere Umano in cambio alla voce del fuoco? Riporta il fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza all'interno della propria specie: egli alimenta il fuoco! Nel far questo alimenta sé stesso che nei mondi della percezione è fuoco!
Quando: "il fuoco sacro rifulge senza forma"? Quando la Coscienza di Sé viene percepita dal veggente al di là della forma e della specie cui appartiene. Quando il veggente scorge il Potere di Essere della Coscienza di Sé e la distingue, la separa, dalla forma cui appartiene. Percepire una Coscienza di Sé al di là della forma significa percepire il fuoco sacro che rifulge. Quanto si alimenta e si costruisce per diventare eterno nell'infinito dei mutamenti è la sacralità degli oggetti che determinando sé stessi, tendono all'eternità.
"Ascolta la voce del fuoco!" una voce che puoi sentire quando sei fuoco. Se senti la voce e non ti sei trasformato, allora è solo illusione quale prodotto della disperazione della tua distruzione.
Rifulgere senza forma! Uscire dalla forma della Natura significa uscire dalla materialità dell'esistenza e percepire il mondo attraverso il corpo luminoso che un'esistenza di impeccabilità ha contribuito a costruire.
149) Quando vedrai un demone della terra che si avvicina, offri la pietra mnizouris, invocando...
Offri la pietra! A quanto appartiene alla terra offri quanto dalla terra proviene.
In questo frammento il termine "demone" può essere interpretato in entrambi i sensi. Sia come il "cane della terra", cioè quelli che volano basso, gli Esseri di sola Energia Vitale che si cibano di Energia Vitale stagnata che come ente divino che si è trasformato nella terra: l'alleato!
Cosa può offrire un Essere Umano ad un alleato? La sua guida nel mondo della forma e della ragione. Cosa può offrirgli un Alleato che non sia un Essere malato di Energia Vitale stagnata? La sua guida in stati di alterazione della percezione dove l'Essere Umano non ha sufficiente esperienza per affrontare le varie situazioni.
Invocare va letto ancora in modo letterale. In è un rafforzativo di vocare. Un rafforzativo che sta per dire: "Io esisto!". Cosa si deve invocare? Il proprio Potere di Essere! La propria determinazione attraverso l'uso della propria volontà. Invocare il proprio Potere di Essere allontana ogni "demone" della terra perché il Potere di Essere di ogni Essere della Natura scarica, attraverso la sua volontà, tensioni che non sono facilmente sopportabili da ogni Essere di sola Energia Vitale.
Dare terra a chi nella terra è vissuto e si è costruito significa riconoscerlo per quello che è fermando il suo inganno di come vorrebbe apparire. Invocare; chiamare a raccolta il proprio Potere di essere è l'unica possibilità che ha ogni Essere che ricerca conoscenza e consapevolezza, per difendersi nello sconosciuto in cui la ricerca lo porta.
150) I nomi barbari non cambiarli mai.
Cosa sono i nomi barbari? Sono i nomi che vengono dati agli déi del mondo circostante dai vari popoli. Quei nomi non definiscono il dio percepito, ma anche la forma della percezione soggettiva del dio. Una Linea di Tensione viene vissuta in maniera diversa da i vari popoli i quali, attraverso l'imposizione della loro soggettività, fagocitano l'aspetto o gli aspetti della divinità che incontrando la divinità che cresce dentro di loro li aiuta a fondare il loro divenire.
La stessa divinità viene incontrata da altri Stregoni, da altri popoli, i quali mettono, nella percezione della divinità, la loro soggettività, il loro nous. Così quanto percepiscono è diverso da quanto percepisce il popolo che sta loro vicino, ma è uguale. La diversità sta nella soggettività e nella specificità di chi percepisce e nella sua azione di trasformazione nell'infinito dei mutamenti.
I nomi barbari non vanno cambiati in quanto definiscono cose diverse da quelle che definiamo noi. Non si può appiattire la percezione soggettiva di cammini diversi. Non si può sottomettere la diversità ad una verità che distrugge il cammino degli Esseri Umani. Non cambiare i nomi barbari significa riconoscere la diversità. Significa arricchirsi della diversità percettiva di ogni popolo che percorrendo questo pianeta costruisce il proprio divenire eterno nei mutamenti dell'infinito che lo circonda!
151) ... adunatori...
Il termine usato in questo frammento evoca la visione di chi raduna pecore per condurle al macello. L'adunare è l'attività di chi non è in grado di trasformarsi. L'adunatore è colui che raccoglie coloro che possono agire per soddisfare i suoi bisogni.
Quando questa attività è il lavoro umano nelle relazioni con l'Essere Natura ha un valore anche se non viene apprezzato dall'Essere Natura, ma quando quest'attività ha lo scopo di adunare esseri della propria specie al fine di dominarli costringendoli ad agire in funzione di bisogni diversi dai loro, allora si tratta di orrore.
L'orrore è arte del possesso. Un possesso che viene esteso sopra gli Esseri Umani per costringerli a diventare oggetti di proprietà di qualcuno. Interiorizzare l'essere oggetti di proprietà ad un livello tale da subire il terrore alla sola idea di perdere chi le possiede.
L'adunatore non vive per soddisfare i propri bisogni espressi dal Potere di Essere in armonia col mondo circostante, ma agisce per soddisfare i bisogni del possesso attraverso il quale sopravvivere alla disperazione della propria impossibile trasformazione. L'adunatore vive dell'oggetto adunato; l'oggetto di cui si ritiene padrone esclusivo ad immagine e somiglianza del proprio dio padrone. L'adunatore è un morto che ha rinunciato a trasformarsi nell'infinito dei mutamenti e che sopravvive distruggendo il divenire degli Esseri che aduna e sottomette.
Il bisogno di sottomettere è il prodotto della distruzione soggettiva della propria capacità di trasformarsi nell'infinito dei mutamenti. Solo lo schiavo trasforma altri Esseri della propria specie in schiavi al solo scopo di sopravvivere al proprio stato di schiavitù.
152) ... indivisibile ...
Ciò che io conosco come indivisibile è la Coscienza di Sé come sintesi del proprio divenuto e potere determinante il proprio divenire. E' troppo breve questo frammento per essere commentato diversamente o più completamente.
153) nel gregge della fatalità non cadono i teurghi.
In questo frammento il senso è chiaro e l'indicazione precisa. Che cos'è la fatalità? La fatalità è l'abbandonarsi speranzosi al disegno del dio padrone. E' cedere la propria volontà per lasciarsi trascinare in balia di eventi di cui si ha paura e terrore. La fatalità è la rinuncia dell'Essere Umano a cercare e chiedersi il perché delle cose aspettando una divina provvidenza come emanazione del dio padrone mentre sta portando le pecore al macello della vita.
Chi non è in grado di prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza, per affrontare la fatalità dell'esistenza, deve chiudersi in un gregge. Un gregge che impone a tutti i suoi membri di aderire alla fatalità soccombendo qualora il dio padrone lo imponga. Soffrendo qualora il dio padrone lo desideri. Stare al gioco crudele di un dio padrone per il cui intervento si sono sacrificate le proprie determinazioni e la propria volontà.
Chi aderisce a quel gregge ha rinunciato a costruire sé stesso. Chi aderisce a quel gregge non determina sé stesso in quanto, anche se ci provasse, il processo di adesione a quel gregge che ha messo in atto lo porta a diventare incapace anche soltanto di articolare il concetto secondo cui egli è portatore di volontà e determinazioni. Si sente piccolo. Incapace. Indifeso e impotente. Egli è soggetto di carità e di supplica davanti al dio padrone. Egli è feroce e distruttivo nei confronti di chi non partecipa a quel gregge.
I Teurghi non cadono in queste condizioni. I Teurghi costruiscono le relazioni fra sé stessi e il loro circostante attraverso la modificazione del loro sentire e percepire il mondo.
Un Teurgo guarda il mondo quale insieme di Esseri Coscienti e Consapevoli. Il Teurgo guarda alle tensioni che attraversano il mondo con gli occhi di chi non si illude che quelle tensioni siano diverse da quanto percepisce. Un Teurgo si chiede il perché delle cose. Un Teurgo si è tolto dal centro del mondo ed è diventato parte del mondo in cui vive. Un Teurgo vive per sfida, non per accettazione passiva. Un Teurgo sa sospendere il giudizio quando ciò che incontra non rientra nella sua comprensione. Un Teurgo non ha problemi ad usare la follia controllata o il giudizio di necessità. Un Teurgo pratica la sospensione del dialogo interno. Un Teurgo conosce il padre: Necessità e Intento. Un Teurgo chiama le cose col loro vero nome. Un Teurgo è un Essere Umano che trae la forza nell'affrontare la vita partendo da sé stesso. Non abbisogna di trovare la sicurezza di quanto affronta negli occhi di altri Esseri Umani appartenenti ad una qualche forma di gregge. Semmai sono gli Esseri Umani che vivono nella ricerca della costruzione della loro vita che trovano nel Teurgo gli elementi attraverso i quali approfondire la propria trasformazione per divenire nell'eternità dei mutamenti.
Il Teurgo è uno Stregone che costruisce sé stesso con una tale determinazione da portarlo a trasformare l'oggettività nella quale sta vivendo. Il Teurgo si trasforma per riconoscere gli elementi e le tensioni che lo circondano. Magari fallisce. Però non inganna i suoi occhi con l'illusione della sottomissione e della fatalità!
154) ...andando in branco
Chi va in branco? Gli Esseri Umani che hanno distrutto la loro possibilità di costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti e formano un branco per avere forza sufficiente per distruggere o gli altri branchi o gli Esseri Umani che costruiscono sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Gli Esseri Umani malati di Energia Vitale stagnata distruggono quanto potrebbe costruire il respiro di libertà degli Esseri Umani. Distruggono la possibilità per gli Esseri Umani di costruire un cammino virtuoso di eternità. Distruggono quanto più è possibile perché soltanto nella distruzione che costruisce la miseria possono costruire Esseri umani vuoti con i quali alimentare la forza del gregge di cui fanno parte.
Andando in branco costoro distruggono la vita e le sue trasformazioni. Guardatevi dal branco che chiede adesione ad una verità! In esso c'è la distruzione di ogni divenire nell'eternità dei mutamenti di ogni Essere della nostra specie. Il sacrificio che i branco chiede per accettarvi è voi stessi. La vostra Libertà, le vostre determinazioni, le vostre trasformazioni. In ultima analisi il branco chiede a chi desidera farne parte di rinunciare alla propria vita; alla propria possibilità di divenire nell'eternità dei mutamenti.
155) inflessibile, dietro pesante, non partecipe alla luce
Gli Esseri malati di Energia Vitale stagnata sviluppano un intento inflessibile nel loro vivere strategicamente per procurarsi quanto serve loro per sopravvivere.
Sono pesanti. Hanno rinunciato a costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti. Non partecipano alla luce dell'infinito. Sono legati alla terra. Non alla terra come Coscienza di Sé, come Essere che si sviluppa in quanto riconosce sé stesso un dio fra déi, ma alla terra intesa come la materia statica descritta dalla nostra ragione che di quella materia si ritiene la padrona.
Il loro essere pesante viene trasmesso ad ogni cosa, ad ogni oggetto, a qualunque Essere col quale costruiscono le relazioni. L'unico Essere che sono riusciti ad assoggettare è l'Essere Umano che ancorando sé stesso nella descrizione rifiuta di percepire il mondo nella sua vastità e nella fenomenologia estranea a quella descrizione.
Questi Esseri sono pesanti. Il senso di pesantezza è il fenomeno che assale il veggente nel momento stesso in cui li percepisce. Il veggente potrebbe mascherare, attraverso la preconcettualità della sua ragione, molti fenomeni che da essi vengono emessi, ma la pesantezza rimane anche se a volte viene mascherata.
Anche la loro non partecipazione alla luce viene occultata alla percezione del veggente. A volte viene occultata facendo balenare al veggente l'idea della potenza e delle trasformazioni che possono derivare dal lato scuro. L'ossessione per la ripetitività della descrizione, l'ossessione per le paure che alimentano la tensione e il bisogno della paura, la sottomissione che si autoalimenta, sono tutti elementi del lato oscuro della luce cui gli Esseri malati di Energia Vitale stagnata partecipano per alimentare la loro esistenza. Castaneda direbbe che trasferiscono la loro mente ossessionata, contorta e instabile agli Esseri Umani.
Il significato di questo frammento si articola anche nel frammento successivo:
156) Costoro non sono molto diversi da cani senza ragione.
Cosa rappresenta la dicitura: "Cane senza ragione"? E' la definizione di un'intenzione espressa senza il fine nell'intento. Un'intenzione il cui scopo è quello di arraffare quanto più è possibile nell'attimo presente senza preparare attraverso quell'azione, una prospettiva futura.
Il cane senza ragione è colui che arraffa senza tener conto dei riflessi e delle conseguenze che la sua azione comporta sia sul mondo che lo circonda sia sull'articolazione del tempo che viene incontro. Gli Esseri malati di morte non hanno futuro. Gli Esseri malati di morte non si curano dell'oggettività in cui si muovono perché quest'oggettività deve assomigliare a loro. Nera vuota, ossessiva, malata di nulla; quella che l'Essere Natura definì: l'orrore Sahariano!
In questo frammento il termine ragione non è riferito alla ragione come descrizione, ma alla ragionevole armonia che deve esistere fra soggettività che si esprime, manifesta e dilata e l'oggettività spazio-temporale in cui questo avviene. La mancanza di ragione, come usata in questo frammento, è il saccheggio per il saccheggio.
I saccheggiatori, gli stupratori della vita, non possono definirsi diversamente da "cani senza ragione".
157) Bestie della terra abiteranno il tuo ricettacolo.
L'azione attraverso il saccheggio porta a circondarsi di coloro che partecipano al saccheggio. Vivere stuprando ci si circonda di esseri che dello stupro fanno ragione della propria esistenza. Chi vive distruggendo è solo una "bestia" della terra. E' una "bestia" in quanto la sua azione è quanto di bestiale e inumano che l'Essere Umano concepisce e che proietta nel fare degli Esseri Umani descrivendone una bestialità che appartiene soltanto alla sua morale di morte. Una morale di morte che viene espressa nelle azioni dall'accusatore imputandola ad un accusato impossibilitato a difendersi.
Il distruttore della vita la distrugge perché la vita lo costringe a farlo Se la vita si distruggesse da sola sottomettendosi alla sua volontà lui non avrebbe bisogno di distruggerla. Così è la vita che chiede a lui di distruggerla perché anziché distruggersi, sottomettendosi a lui, si ostina a costruire sé stessa e ad espandersi cercando e alimentando ogni rivolo di libertà espressiva che incontra.
Il distruttore si circonda di chi si alimenta dalla distruzione. Pertanto, solo la "Bestie della terra abiteranno il tuo ricettacolo".
158) E non lascerai al baratro le scorie della materia: nella regione risplendente, anche il simulacro ha la sua parte.
Cosa significa non lasciare al baratro le spoglie mortali? Significa che le "spoglie mortali", il corpo fisico con le sue tensioni, i suoi bisogni e le sue emozioni sono importanti per giungere nella regione risplendente. Quando gli oracoli vengono scritti troppo persone distruggevano o umiliavano il corpo esaltando i pregi dello spirito, del pensiero e della morale. Il corpo veniva umiliato sesso per le sue tensioni sessuali. Per il bisogno di esprimere le sue emozioni. Espressione che spesso portava a morte delle donne che morivano di parto. Così le tensioni di vita potevano anche esprimersi come tensione di morte. Quanto era necessario essere continenti per non creare dolore.
Gli Esseri della Natura costruiscono il loro corpo luminoso vivendo come Esseri della natura. Praticando la propria volontà come esseri della Natura. Usando le loro determinazioni come Esseri della Natura. Il pensiero astratto è nutrimento del corpo luminoso, ma l'esercizio delle determinazioni e della volontà degli Esseri della Natura praticato nel loro vivere per sfida è il motore che porta il pensiero astratto a diventare ente vivente e sostanziale, agente all'interno dell'individuo, permettendogli di cavalcare le contraddizioni costruendo sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Il corpo luminoso trasmette i suoi bisogni e le sue tensioni al corpo fisico, ma è il corpo fisico che attraverso le tensioni che riversa nell'oggettività permette al corpo luminoso di mettersi in moto. Gli permette di riconoscere sé stesso come ente in crescita e sviluppo trasmettendo quanto percepisce alla ragione del corpo fisico.
Non si finga di non essere individui fisici. Non si finga di non aver bisogni, pulsioni e tensioni. Tutto partecipa alla costruzione dell'individuo; alla costruzione del suo corpo luminoso. Non si pongano obiettivi astratti imponendoli all'azione del corpo fisico. Gli obiettivi astratti devono essere la manifestazione dello sviluppo fisico e psichico dell'individuo. Deve essere quanto incontra nella sua azione di determinazione soggettiva espressa nella quotidianità.
Quando il pensiero astratto viene imposto al fisico (vedi i monaci, gli yogi, i digiunatori, gli asceti ecc.) non è l'astratto come manifestazione delle tensioni del corpo luminoso che tenta di crescere, ma è il fantasma della ragione che imprigiona lo sviluppo psicofisico dell'individuo per impedirgli di rimuovere il suo dominio. L'individuo prigioniero della ragione usa le fantasie della ragione per reprimere le pulsioni del proprio corpo e distruggere con questo la crescita del corpo luminoso.
Le tensioni del corpo luminoso non sostituiscono quelle del corpo fisico, ma si sovrappongono un po' alla volta quando l'individuo, togliendosi dal centro del mondo, mette al centro delle sue attenzioni sé stesso in relazione col mondo che lo circonda.
Abbandonare la materia al baratro significa vivere le pulsioni della propria fisicità con disprezzo. Queste tensioni appartengono al regno della luce. Appartengono al regno dell'infinito e ne sono la sua manifestazione fra gli Esseri della Natura. Sono le loro determinazioni. Praticando quelle determinazioni attraverso l'uso della propria volontà l'Essere Umano, come ogni altro Essere della Natura, costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Interpretiamo in questo modo questo frammento: "Non lascerai al baratro le scorie della materia: nella regione risplendente, anche il simulacro ha la sua parte."
159) ... colpite da Ares, sono più pure le anime di chi ha abbandonato il corpo per violenza, che non per malattia.
Questo frammento rappresenta un aspetto dell'antichissima disputa fra gli antichi pagani e i cristiani. Morire nel proprio letto. Questo era l'augurio che i cristiani si facevano. Era un morire per malattia. Un morire per consumazione. Era morire secondo il ben volere del loro dio padrone. Il cristiano ritiene che la sua vita sia un dio del suo dio padrone e, pertanto, ritiene che solo il suo dio padrone ha il diritto di togliergliela. La chiesa cattolica estende questo diritto anche ai rappresentanti in terra del dio padrone! La morte per malattia o per consumazione, disperazione, sottomissione ecc. permette ai cani della terra, gli Esseri malati di Energia Vitale Stagnata di cibarsi dalla distruzione della persona. Una distruzione che può non alimentarli solo quando, nel processo di distruzione, la persona pratica la propria volontà per sviluppare comunque degli intenti, dei propositi e dei progetti. Un individuo che ha perso una gamba può vivere disperandosi per la perdita della gamba, piangere, disperarsi e consumarsi giorno dopo giorno oppure può riconoscere di aver perso la gamba e di progettare in modo diverso la sua vita tenendo presente che si è verificata questa perdita. Il fatto di aver perso la gamba non significa aver perso la capacità di progettare la propria vita.
In ogni caso, a parità di costruzione della propria vita, chi muore in una frazione di tempo ha la possibilità di concentrare tutto il proprio divenuto in quell'istante con molte più probabilità di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Chi invece muore lentamente deve aver seguito un cammino virtuoso di costruzione del proprio corpo luminoso e di sovrapposizioni di bisogni e di tensioni sul corpo fisico e la ragione. Se non ha fatto questo ed è afflitto da malattia deve essere in grado di sviluppare un gran numero di interessi astratti sui quali concentrare le sue passioni e le tensioni della sua trasformazione. Chi è costretto a letto per malattia mortale e ancora si interessa alle trasformazioni degli interessi sociali, del pensiero astratto, dell'educazione e dei problemi della vita è sicuramente una persona che ha costruito il proprio corpo luminoso e che interpreta le tensioni e le aspettative del proprio corpo luminoso come se fossero aspettative e interessi della ragione. Se io sono sul letto di morte e mi arrabbio per questioni sociali o politiche (e mille altre ancora) anziché pregare, significa che ho coltivato l'eternità. Io percepisco, in quel momento, l'esserci riuscito a costruirmi, ma dal momento che non esiste nella ragione le espressioni, le descrizioni e i comportamenti che identificano questo mio esserci riuscito, lo trasformo in aspettative della ragione (attesa dei risultati di una votazione, o dei risultati sportivi, o attesa di conoscere la fine di un romanzo o di un film ecc.) anziché mettermi a disperarmi o a pregare perché sto per morire.
Morire per mano di Ares significa morire nell'esercizio del proprio intento. Significa morire nel tentativo di portare a termine i propri progetti. Le proprie strategie d'agguato. Significa morire nel tentativo di costruirsi e dilatarsi. Oppure significa essere travolti dal tentativo di dilatarsi di qualcun altro. Significa aver subito una sconfitta. Nel soccombere concentriamo tutto noi stessi che abbiamo organizzato per far fronte alla contraddizione che ci ha fagocitato.
Morire per mano di Ares, in ogni caso a meno che non si tratti di chi soccombe dopo aver vissuto mettendo in ginocchio che non si poteva difendere, significa trasformare sé stessi nell'infinito dei mutamenti.
Per questo motivo "le anime sono più pure". Non si tratta di purezza come intesa dai cristiani e dal loro concetto di peccato, ma si tratta di forza e concentrazione attraverso la quale costruire sé stessa nell'infinito dei mutamenti.
160) Legge dei beati... indissolubile... che l'anima torni a vita di uomo, non di animale.
"Che l'anima torni a vita di uomo, non di animale". Nel mondo della ragione l'Essere Umano è posto a padrone del mondo esattamente come la ragione è padrona dell'Essere Umano cui appartiene. Riuscire a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso da Esseri Umani (come per tutte le specie dell'Essere Natura) significa andare oltre la Natura stessa. Significa proiettarsi oltre la sedimentazione con l'Essere Natura.
Nel Paganesimo Politeista l'Essere della Natura trasforma la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Ogni specie ha fatto in modo che gli Esseri che esprime siano nelle migliori condizioni per esprimere questo. Le scelte dei singoli Esseri determinano la qualità del corpo luminoso. La qualità del corpo luminoso determina la forza di in Libertà raggiunta dal singolo Essere. La forza in Libertà raggiunta imprime la spinta per la trasformazione nell'infinito.
Nel Paganesimo Politeista partorire il proprio corpo luminoso comporta il raggiungimento della propria Libertà il cui grado varia a seconda del Potere di Essere espresso dal corpo stesso.
Le trasformazioni successive del corpo luminoso variano a seconda della qualità soggettiva espressa. Possono continuare sedimentando con l'Essere Terra, con l'Essere Natura, con l'Essere Sole o proseguendo la propria sequenza di mutamenti liberi da legami. I legami sono le relazioni che si costruiscono affinché la propria consapevolezza non vada dispersa. L'Essere Natura è composto dalle consapevolezze degli Esseri che lo hanno praticato e vissuto.
In questo caso tornare a vita da uomo e non da animale ha il significato di proseguire la sequenza dei mutamenti senza legami con l'Essere Natura. Il legame che gli Egiziani antichi indicavano era quello con l'Essere Sole. Altre culture indicavano i meandri scuri dell'Essere Terra o i meandri dell'Essere Natura. Gli Stregoni indicano i meandri del cosmo infinito attraverso la pratica di Libertà. Indicano come sia possibile seguire la propria sequenza dei mutamenti senza sedimentare su un Essere gigantesco per poter continuare il proprio sviluppo. Almeno per ora!
La legge dei "beati" è il loro Intento. E' l'azione attraverso la quale costruiscono il loro Potere di Essere per proseguire nell'eternità dei mutamenti. Senza sedimentare in un altro Essere Gigantesco per poter continuare la trasformazione.
Tornare a vita di Essere Umano praticando l'azione che porta allo sviluppo del proprio Potere di Essere. Questo vale per quasi tutte le specie degli Esseri animali salvo per quelle che costituiscono il Potere di Essere dell'Essere Natura dove il soggetto che si costruisce è l'Essere Natura stesso (Esseri Virus, Esseri Batteri ecc..).
161) ... pene che artigliano i mortali...
Cosa sono le pene? Quali sono le pene che artigliano i mortali?
Le pene sono quelle che i cristiani chiamano "il dolore"! Il dolore come manifestazione della volontà del loro dio padrone. Quel dolore che attanaglia il loro bisogno di libertà e gli rende schiavi dell'aspettativa dell'intervento del loro padrone. Li rende schiavi dell'aspettativa di un suo intervento. Il dolore come distruzione dell'individuo che subendolo lo accetta facendo di quell'accettazione manifestazione della sua sottomissione al volere del dio padrone.
Le pene dell'esistenza come prodotto delle contraddizioni dell'esistenza alle quali il soggetto non è in grado di opporre la propria volontà perché la sottomissione e l'accettazione della fatalità gli è stato imposto con la violenza del condizionamento educazionale. Le pene come elemento di accentramento dell'attenzione soggettiva. Un'attenzione che viene privata della capacità di spaziare nelle cause e nelle relazioni che producono dolore per fermarsi al dolore come oggetto in sé.
Questo fermarsi nel dolore come oggetto in sé è l'essere artigliato dalle pene. Un essere artigliato che impedisce all'Essere Umano di risolvere le contraddizioni dell'esistenza e di spaziare nell'infinito che lo circonda. Quando un Essere Umano è artigliato dalle pene soggettivandone l'artigliamento non ha più volontà per liberarsi dal dolore. Lo accetta con rassegnazione. Lo accetta con accettazione. Diventa dipendente da quel dolore e desidera rinnovare negli altri Esseri Umani lo stesso dolore perché questo gli da sollievo. Anzi, gli altri Esseri Umani devono soffrire ancora di più mentre egli rappresenta il suo dolore come manifestazione del dio.
Mentre gli Esseri Umani soffrono di dolori fisici che la determinazione soggettiva potrebbe eliminare qualora le condizioni oggettive lo permettessero, chi ha soggettivato il dolore soffre di condizioni psichiche che allevia nutrendosi del dolore fisico di quelle persone che non possono uscire da quel dolore perché lui blocca lo sviluppo dell'oggettività affinché costoro soffrano. Così costui si è trasformato in un produttore di pene attraverso le quali artigliare gli Esseri Umani per impedire loro di distendere le loro ali e dare l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza.
I morti producono altri morti per alleviare la propria sofferenza di zombi davanti alla vita!
Queste sono le pene che artigliano i mortali!
162) Ah ah, latra la terra su costoro fino ai loro figli.
Latrare: un abbaiare furioso contro qualcuno! Perché l'Essere Terra dovrebbe latrare contro qualcuno? Perché quel qualcuno danneggia le trasformazioni dell'Essere Terra! Perché quel qualcuno, danneggiando quanto lo ha emanato, danneggiando sia sé stesso che l'Essere dal quale proviene: l'Essere Terra stesso! Un latrare furioso nei confronti di chi distrugge il divenire degli Esseri cui appartiene. Un latrare furioso che corrisponde all'umano inveire nei confronti di chi ti distrugge, pur essendo impotente nei suoi confronti. Se è vero che le scelte appartengono a chi sceglie, è altrettanto vero che gli adattamenti devono essere costruiti dall'oggettività in cui quelle scelte vanno ad incidere.
Chi distrugge gli Esseri Umani non distrugge la specie agendo contro di essa, ma la distrugge distruggendo i propri figli. La distruzione, che proviene dall'interno della specie, non è un distruzione immediata, dura e violenta, ma è piuttosto la distruzione costruita attraverso le generazioni. La distruzione che padri e madri operano attraverso la costrizione alla quale sottomettono i loro figli. Non è la distruzione della generazione presente, ma è la distruzione della costruzione del futuro cui i loro figli sono partecipi.
Contro questo è il latrare furioso dell'Essere Terra. Se tu vuoi distruggerti, distruggi te stesso, ma non toccare il futuro. Non costringere alla distruzione i tuoi figli affinché generino distruzione. La distruzione di una specie è la distruzione di una sequenza di mutamenti cui l'Essere Terra è partecipe. Quando si distrugge una sequenza di mutamenti si distrugge anche l'Essere Terra, magari costringendola a costruire nuove strategie affinché nuovi Esseri, o Esseri già esistenti, articolino sé stessi per trasformarsi.
Latra impotente davanti all'umana distruzione l'Essere Terra, ma col suo latrare alimenta Libertà dentro sé stessa. Alimentando Libertà dentro sé stessa, alimenta Libertà dentro quegli Esseri Umani che ancora la percepiscono affinché la alimentino bloccando lo sviluppo della sottomissione sia in sé stessi che nella propria specie.
Il latrare della terra, come quello di ogni Coscienza di Sé che alimenta il proprio Potere di Essere, è impotenza nell'immediato, ma è arte del crogiolo alchemico delle trasformazioni. L'Essere Terra latra e nel far questo concentra tutto sé stessa alimentando le trasformazioni!
163) e non inclinare verso il basso, verso il mondo della luce nera: gli sta sotto un abisso perpetuamente amorfo, senza contorni, avvolto nelle tenebre, sordido, che si compiace di simulacri, privo di luce noetica, rotante in eterno, rovinosa mutila tortuosa profondità che sempre si sposa con forme corporee senza apparenza, inerti, senza respiro.
In questo paragrafo si manifestano le scelte dei soggetti della direzione nella quale imprimere la propria azione. Comunque l'azione del soggetto segue una direzione dalla quale imprime la trasformazione del soggetto stesso. Comunque il soggetto sceglie. L'esecuzione dell'azione è la scelta del soggetto. Il non scegliere è scelta della direzione in cui agire.
La vita di ogni Essere della Natura è un percorso che va dalla nascita del corpo fisico alla morte dello stesso. Ogni azione messa in essere da un soggetto altro non è che la rappresentazione della scelta del soggetto stesso. Le azioni conducono un soggetto nelle sue trasformazioni e determinano la qualità delle trasformazioni stesse.
Il veggente è colpito dall'abisso del nulla, della dissoluzione della Coscienza di Sé e della Consapevolezza che ha costruito l'individuo. Un abisso perpetuamente amorfo che inghiotte chi non ha saputo imprimere una valenza noetica alle proprie azioni. Un abisso che inghiotte chi ha rinunciate al volo negli infiniti spazi luminosi del cosmo preferendo l'oscuro della rinuncia e della sottomissione.
E' il nulla perché privo di Coscienza e di Consapevolezza. E' il nulla perché privo dello sviluppo della sequenza dei mutamenti di cui è portatrice lo sviluppo noetico di una Coscienza di Sé.
Non inclinare verso il basso! Non inclinare verso la sottomissione, verso la rinuncia del tuo Potere di Essere, verso la rinuncia dello sviluppo del tuo Potere Noetico. Anche se l'azione che porta allo sviluppo della tua soggettività può implicare un impegno apparentemente troppo grande, non rinunciare a svilupparti e a costruirti. Non volgere verso la "rovinosa mutila tortuosa profonditàche sempre si sposa con forme corporee senza apparenza, inerti, senza respiro".
Cosa significa, in questo caso, l'assenza di apparenza?
Significa l'assenza di manifestazioni fenomenologiche! L'assenza di rappresentazioni soggettive che manifestandosi, vengono rappresentate dal soggetto che le percepisce. In altre parole significa la mancanza di Coscienza di Sé. La mancanza di rappresentazione.
Inclinare verso il basso significa aver rinunciato a costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti e giungere alla completa distruzione delle possibilità di sviluppo della propria Coscienza di Sé. Giungere in uno stadio della propria esistenza caratterizzato dalla non esistenza. Dall'assenza di manifestazione soggettiva. Dall'assenza della propria volontà. Dall'assenza della propria espressione fenomenologica nel mondo circostante.
Inclinare verso il basso significa dissolvere sé stessi: rinunciare a percorrere l'infinito dei mutamenti.
164) e non inclinare in basso: c'è un abisso sotto la terra, che trascina al di sotto della soglia delle sette vie...
Le sette vie o le sette rinascite della trasformazione misterica ripresa dai neoplatonici. Le sette vie sono le sette rinascite attraverso le quali la Coscienza di Sé nata e sviluppatasi nell'Essere Natura procedeva nella costruzione delle sue trasformazioni.
Io non ho consapevolezza delle sette rinascite. Ne conosco quattro. La Fetale, il Fanciullo e la Fanciulla, l'Essere Umano Adulto (al di là del proprio sesso) e l'Essere Luminoso. Le trasformazioni che si percorrono in quanto Esseri Luminosi appartengono alla trasformazioni proprie degli Esseri Luminosi. Io preferisco curare gli elementi che portano alla trasformazione nell'immediato anche se posso fare miei i viaggi del Libro dei Morti Egiziano e i viaggi verso l'Essere Sole, l'Essere Terra o l'Esser Natura. Sono visioni che camminano parallele alla mia anche se sgorgano da insiemi culturali diversi. Questo mi è comprensibile. Non mi sono comprensibili le trasformazioni dell'Essere Luminoso e le sue rinascite. In ogni caso, questo non è l'oggetto della mia ricerca. Non anelo a creare fantasmi sui quali trasferire le fantasticherie di una possibile vita in una situazione possibile che altro non sarebbe che trasposizione in una diversa situazione dei miei desideri insoddisfatti nella presente esistenza. E' più utile vivere strategicamente per soddisfare i propri bisogni che proiettare un principio d'attesa nei confronti di un futuro che proprio perché si è proiettato un principio d'attesa non si può più manifestare. E' l'azione nel presente che costruisce il futuro, non l'attesa di quel futuro attraverso l'annientamento dell'azione nel presente in funzione di un'attesa.
L'abisso è il nulla della Coscienza di Sé. E' la forza della rinuncia all'azione che trascina la Coscienza di Sé verso il basso dopo averla addestrata alla sottomissione.
L'abisso è il baratro della disperazione e della sottomissione cui giungono quegli Esseri Umani che sconfitti dalle battaglie dell'esistenza preferiscono fingere di non vedere la propria distruzione per illudersi in un rinnovamento che non arriverà, ma che darà loro molta soddisfazione imponendolo a chi non è in grado di difendersi e di fondare il proprio futuro.
165) Cerca il paradiso...
Cerca il giardino! Cerca l'oggettività nella quale puoi continuare a costruire te stesso. Trasforma l'oggettività in cui vivi in un paradiso nel quale gli Esseri Umani possano continuare a costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti. Cerca l'Infinito nel quale far ardere il tuo fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza; l'Infinito in cui continuare a sviluppare il tuo Potere di Essere.
Il paradiso è l'opposto di deserto!
Il paradiso è il giardino che ricco e rigoglioso costruisce la sua esistenza privando una parte del deserto della sua aridità.
Di contro, il deserto è la distruzione del paradiso. E' il nulla in cui la Coscienza di Sé e la Consapevolezza non possono espandersi ma vengono distrutte e annichilite dalla nonConoscenza e dalla nonConsapevolezza: il vuoto che cresce dentro all'Essere Umano che rinuncia a prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
Cercare il paradiso deve essere inteso come l'azione del soggetto che costruisce il paradiso come oggettività nella quale articolare la propria esistenza. Il termine cercare e trovare sono termini che indicano l'azione nei confronti di una staticità esistente e immanente nei confronti del soggetto. Un'immanenza che viene interpretata in termini spaziali. L'azione del soggetto è un'azione magica in quanto è azione di trasformazione dell'oggettività in cui il soggetto agisce. L'azione del soggetto è azione di trasformazione di sé stesso attraverso l'azione nell'oggettività in cui agisce. L'azione nell'oggettività è risultante in termini temporali. Dove per ricerca non è il raggiungimento di un luogo, ma è la costruzione di quel luogo come trasformazione della relazione soggettività-oggettività impressa dal soggetto attraverso la sua azione.
Cercare il paradiso non deve essere inteso come la ricerca di una situazione immanente, ma come la trasformazione magica operata dl soggetto nell'oggettività attraverso l'uso della propria volontà e delle proprie determinazioni.
Sia il paradiso l'obiettivo delle tue azioni. Un paradiso che costruisci nell'oggettività. Mentre lo costruisci nell'oggettività trasformi la tua soggettività proiettandola nell'infinito dei mutamenti.
166) centro, e a partire da esso tutti i raggi sono uguali fino alla circonferenza.
Col termine centro si indicano sempre cose diverse. C'è ad esempio il centro del fine da raggiungere. C'è il centro, la fonte, delle cose; ed un centro per ogni cosa.
Quando si usa centro in questo modo si sta ad indicare un punto d'inizio di un qualche cosa che esplodendo si dilata in ogni direzione. Il centro del più piccolo frammento da cui ebbe inizio la mia Coscienza di Sé si è dilatato in tutte le direzioni che hanno portato alla mia esistenza e alla mia crescita. Attraverso quella crescita io conservo un centro a partire dal quale è stata costruita la circonferenza del mio essere e comunque le tensioni dal centro alimentano la circonferenza spingendola a dilatarsi.
Se questo discorso lo posso fare per me, lo posso fare anche per l'intero universo. Come posso leggere Orfeo in Aristofane:
In principio vi era Caos, Notte, il nero Erebo e l'ampio Tartaro,
e non vi era la Terra né l'Aria, né l'Oceano;
negli infiniti recessi di Erebo genera per primo Notte dalle nere ali di un uovo senza seme;
dal quale, col volgere delle stagioni, germoglia Eros desiderato splendente nella schiena per le ali dorate, simili a vortici tempestosi;
Questi unendosi all'alato Caos, di notte nel vasto Tartaro procreò la nostra stirpe e per prima la condusse alla luce;
Il centro è il Caos dal quale germoglia Eros. Eros che si slancia in tutte le direzioni della vita. Un movimento universale.
Il disco giallo in campo nero produce il Big Bang e sparge tutt'intorno l'Energia Vitale inconscia. Dal vertice all'estremo tutti i raggi sono uguali!
La prima cellula che divenne Cosciente di Sé nel brodo primordiale irradiò l'intro brodo primordiale di consapevolezza e conoscenza generando cellule (o frammenti di Coscienza di Sé capaci di esercitare Volontà) in ogni direzione.
Così ogni Coscienza di Sé è un centro dentro un centro dove i raggi sono uguali. E quel centro è dentro un centro e dentro ad un altro centro che per giungere alla periferia i raggi sono uguali.
Il frammento descrive il movimento universale dello sviluppo delle Coscienze i Sé che dall'inconsapevole portano alla formazione della Coscienza universale.
Circonferenza dentro circonferenza; sfera dentro sfera. Lo sviluppo delle Coscienze di Sé dal soggetto alla specie cui appartiene (in particolare per gli Esseri della Natura) è una sfera di consapevolezza che generata all'interno di una sfera di consapevolezza tende ad espandersi nell'infinito.
Il frammento indica correttamente il respiro della formazione dell'universo: "centro, e a partire da esso tutti i raggi sono uguali fino alla circonferenza."!
167) ... contenendo il principio delle tre ali
Quali sono gli attributi del dio? Necessità, Intento e Volontà!
Attraverso questi elementi il dio può volare nell'infinito. Attraverso questi elementi l'inconsapevole si trasforma in consapevole. L'elemento triadico alla base della formazione della Coscienza di Sé è quanto porta il singolo Essere a librarsi nell'infinito dei mutamenti costruendo sé stesso.
Qualunque cosa contenga o sia espressione di tutti questi tre elementi ed eserciterà sempre il proprio libero arbitrio: adattamento soggettivo alle variabili oggettive. L'esercizio del libero arbitrio attraverso l'esercizio della propria volontà la trasformerà in un dio che costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Contenendo questo principio si distinguono gli déi dai non déi. Fra gli Esseri Umani si distingue fra chi esercita la propria volontà e le proprie determinazioni da chi, soggettivando la sottomissione, rinuncia all'uso della propria volontà per trasformarsi nell'infinito dei mutamenti.
168) ...trascendentalmente uno (trascendentalmente due)
L'uno trascende l'altro. La comprensione dell'uno si ferma là dove la sua fisicità lo colloca. Così la ragione è circondata da quanto la trascende. In quel trascendere ella si sente persa e smarrita. La ragione non padroneggia quanto non può descrivere. Può soltanto prendere i fenomeni che giungono da quello sconosciuto e trasformarli in guardiani mostruosi da imporre all'Essere Umano affinché non esca dai suoi confini. Affinché non si chieda il perché delle cose. Affinché non sospenda il dialogo interno e non si tuffi nello sconosciuto imparando a nuotarci.
Quando l'Essere Umano impara a nuotare in quello sconosciuto la ragione diventa trascendenza nei confronti della sua azione. La descrizione è inutilizzabile nel trascendente della percezione e dell'intuizione e la ragione si sente inutile.
Nell'affrontare il trascendente la ragione l'Essere Umano scopre l'esistenza di uno sconosciuto nel quale può agire e di un'inconoscibile davanti al quale è angosciato. L'angoscia deriva dalla mancanza di strumenti soggettivi per poterlo percepire e potervi nuotare all'interno. La trasformazione dell'inconoscibile in sconosciuto da svelare nuotandovi è il fine delle sue trasformazioni.
Così l'Essere Feto, uscendo dalla vagina della propria madre, trasforma l'inconoscibile del mondo della ragione in sconosciuto nel quale muoversi e nuotare fondando la propria esistenza. La trascendenza inconoscibile al mondo fetale è diventata sconosciuto; la trascendenza inconoscibile all'Essere Umano adulto è lo sconosciuto nel quale si muove il suo sentire e il suo intuire. L'inconoscibile dell'Essere Umano adulto è lo sconosciuto nel quale continua la sequenza dei mutamenti il corpo luminoso all'atto della morte del corpo fisico.
E' dunque corretta l'esclamazione del frammento "...trascendentalmente uno (trascendentalmente due)". Una trascendenza come sconosciuto e una trascendenza come inconoscibile!
169) città intere, uomini e tutto, in rovina...
Nella vita fisica il decadere è parte della nascita. Ogni costruzione crolla. Ogni nascita è funzionale alla morte. Ogni cultura è finalizzata a declinare. Così Adone rinasce ad ogni primavera. Così Marte rinasce ad ogni primavera.
E' la rinascita nel Paganesimo. Tutto decade e tutto si rinnova. Un rinascere continuo delle cose sia nello stato di essere sia in stadi diversi delle trasformazioni. Nello stesso stato delle cose quando il rinascere è l'oggettività nella quale gli Esseri svolgono i loro cammini per costruirsi; in stadi diversi quando percorrono i gradini e i mondi con cui articolare, arricchire e costruire la propria Coscienza di Sé e la propria Consapevolezza.
Nel frammento c'è l'accento sul fatto che tutto va in "rovina". Quanto nasce: muore. Sia i singoli uomini che le città. Nulla permane nel proprio stato. Costruire un cammino virtuoso attraverso il quale arricchire la propria conoscenza e la propria consapevolezza significa non partecipare alla rovina. Significa camminare nell'eternità dei mutamenti.
Tutto decade; tutto è effimero; meno che la Coscienza di Sé che si costruisce nell'infinito dei mutamenti.
170) mai, per oblìo, scivolare in un flutto miserabile
Chi non ricorda gli sforzi che fece per costruirsi, le umiliazioni che ha ricevuto mentre concentrava tutto sé stesso per aprirsi un varco nella vita non può far altro che scivolare nel flutto miserabile della fatalità.
Chi non ha memoria non ha futuro.
Chi non ricorda i processi di trasformazione in corso non è in grado di progettare il futuro.
Chi non è in grado di progettare il proprio futuro non è in grado di costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Inevitabilmente rimane ancorato alla descrizione della ragione. La descrizione della ragione è tutto quello che gli rimane. La descrizione della ragione si nutre della sua consapevolezza distruggendolo giorno dopo giorno. Un giorno era un feto che arrancava per costruirsi nel grembo materno, ora è un Essere Umano che non arranca più. Ora è un Essere Umano che afferma di essere creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo davanti al quale costringe la propria volontà a sottomettersi. Ora non ricorda! Non ricorda il dio che spingeva per crescere dentro di lui! Lo ha ucciso un po' alla volta; rinuncia dopo rinuncia. Ha ucciso quanto chiedeva di crescere; ha ucciso quanto avrebbe potuto e dovuto partorire alla morte del corpo fisico.
Possiamo dire con il frammento: "mai, per oblio, scivolare nel flutto miserabile della fatalità!".
171) della materia, e le sue correnti sinuose molti ne trascinano
La descrizione della ragione imprigiona molte persone. "L'Essere Umano è come appare!". Proclama la ragione. Dove il come apparire subisce modificazioni culturali al fine di distruggere le possibilità dell'Essere Umano di uscire dalla ragione per esercitare il proprio intuire.
La ragione imprigiona gli Esseri Umani e pone a guardia dei suoi confini i fantasmi terrifichi della sua immaginazione. Così lo sconosciuto che la circonda diventa il buio nel quale la ragione nasconde le paure, il dio padrone, l'imperativo dell'ubbidienza, il dubbio, la punizione e infine i mostri soggettivi davanti ai quali l'ardore con cui si affronta lo sconosciuto viene a mancare.
L'Essere Umano che costruisce sé stesso non teme di affrontare quei mostri. Non teme di superare i divieti e affronta i fantasmi della ragione come se aspettasse a piè fermo un nemico che vuole annientarlo. Chi costruisce sé stesso modifica il mondo in cui vive e attraverso questa modificazione modifica anche il dominio che la ragione esercita su di lui.
Non teme le correnti sinuose. Vi si getta a capofitto e non arretra fintanto che la corrente stessa non si placa e leggero lo accompagna sulla riva della Conoscenza e della Consapevolezza. Le correnti sinuose sono i fantasmi terrifichi che la ragione ha retto a guardia dei suoi confini. Fantasmi terrifichi che spaventano soltanto chi ha calato nel cuore la paura nella determinazione della propria esistenza abbandonandosi alle correnti distruttive della ragione.
172) ...la materia primordiale...
La materia primordiale è l'Energia Vitale.
La materia primordiale è quanto di inconsapevole si trasforma in consapevolezza. Nel Paganesimo Energia Vitale e materia sono la stessa cosa organizzate in maniera diversa e percepite attraverso le predilezioni e le capacità soggettive del soggetto.
E' primordiale quanto è inconscio. Cessa di essere primordiale quando una parte dell'inconsapevole si trasforma in consapevole espandendosi nel circostante inconsapevole.
173) dona vita ad altri, ancor più a sé stessa.
Cosa significa, all'interno degli Oracoli Caldaici, donare la vita? Significa dare ad altre concentrazioni di Energia Vitale possibilità per costruirsi nell'infinito dei mutamenti. Così Tellus e Giove donarono la vita all'Essere Natura affinché molte vite si costruissero al suo interno e come Natura stessa.
Donare la vita significa costruire condizioni favorevoli affinché altre Coscienze di Sé sboccino e si costruiscano.
Donare la vita significa favorire il proprio sviluppo!
Significa costruire condizioni attraverso le quali sviluppare la propria Coscienza di Sé e la propria consapevolezza. Il Potere di Essere esprime regole precise. Il soggetto espande sé stesso soltanto se l'oggettività nella quale si espande, espande sé stessa. Nel Potere di Essere l'Essere Umano cresce e si dilata nell'infinito dei mutamenti soltanto se gli altri Esseri Umani che gli stanno attorno si dilatano nell'infinito dei mutamenti. Un Essere umano può chiamare le cose col loro vero nome soltanto se gli Esseri Umani che gli stanno attorno possono chiamare le cose col loro vero nome. Un Essere Umano può esercitare la propria volontà e le proprie determinazioni soltanto se gli Esseri Umani che gli stanno attorno possono esercitare la propria volontà e le proprie determinazioni. Il Potere di Essere, al contrario del Potere di Avere, può svilupparsi soltanto in armonia col mondo circostante. Il Potere di Avere si esercita privando gli altri delle loro specificità, appropriandosi di altri Esseri della propria specie; questo non costruisce gli Esseri Umani.
Costruendo sé stessi, il proprio Potere di Essere si favorisce lo sviluppo del Potere di Essere di altri Esseri e soprattutto si costruiscono condizioni affinché Esseri di altre specie possano afferrare la loro occasione per divenire nell'infinito dei mutamenti.
174) e potenza prima di un sacro logos...
Il logos è la ragione. La sua descrizione. Una descrizione che avviene attraverso le parole e i numeri.
Quando il logos è sacro? Quando è un terreno di costruzione e sviluppo dell'Essere cui il Logos è espressione. In quel momento la ragione è un luogo sacro. E' uno strumento sacro di cui l'individuo si serve per costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
La sacralità non è data dall'oggetto in sé ma dall'uso che dell'oggetto ne fa la Coscienza di Sé al fine di costruire sé stessa. La centralità è data sempre alla Coscienza di Sé e sono sacri quegli strumenti di cui si serve per costruirsi. La sacralità è relativa all'uso dell'oggetto fatto dalla Coscienza di Sé. Cessa di essere sacro quell'oggetto che diventa il fine dello sviluppo della Coscienza di Sé risolvendo in esso le sue trasformazioni.
Il logos è sacro soltanto nella misura in cui le Coscienze lo praticano per costruire sé stesse. Cessa di essere sacro quando, come nel vangelo dell'assassino Giovanni, si vuole risolvere l divenire dell'Essere Umano all'interno del logos anteponendolo alle forze che portarono l'Essere Umano all'esistenza. Nella pancia della madre non c'era logos ma soltanto volontà!
E' potente la ragione dell'individuo che abbattuti i fantasmi tenta di espandersi nello sconosciuto che la circonda!
175) ...e non balzando al di là della soglia
Chi è che non balza oltre la soglia?
L'Essere Umano che ha circoscritto la sua vita all'interno della descrizione del mondo: all'interno della propria ragione. Circoscrivendo il suo divenire all'interno della ragione ha annientato, scelta dopo scelta, il proprio intuire consegnandosi alla morte del corpo fisico senza forza e senza determinazione.
Così al momento della morte del corpo fisico non aveva forza, né esperienza, né determinazione per danzare la rappresentazione della sua esistenza. Non aveva compattezza nel proprio campo vitale per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. La sua Coscienza di Sé non è in grado di balzare oltre la soglia.
Mettersi in ginocchio; rinunciare alla propria determinazione; rinunciare ad assumere la responsabilità della propria esistenza è la condizione attraverso la quale si rinuncia a compattare il proprio corpo luminoso. E' la condizione che impedisce all'Essere Umano di oltrepassare la soglia ed usare la propria attenzione per affrontare gli infiniti mondi della percezione.
176) ... gli iniziatori sono congiunti con i vincoli...
Chi sono gli iniziatori? Quando nel Paganesimo Politeista si può definire qualcuno un iniziatore? L'iniziatore non è colui che inizia qualcuno, ma è qualcuno che trasforma l'esistente imprimendogli una direzione di sviluppo.
L'iniziatore altro non è che la qualità che emerge dalla quantità. La quantità del nuovo si accumula, la direzione del vecchio, sia come processo attraverso il quale gli individui costruiscono il loro divenire nell'infinito dei mutamenti, sia i processi di trasformazione dei Sistemi Sociali, sia i processi di trasformazione delle società, sia i sistemi di trasformazioni della Natura o di alcune sue parti, si sta sfaldando. Il vecchio non è in grado di produrre il nuovo. Al suo interno il nuovo si accumula finché non sgorga e si impone sul vecchio. Chi lo impone sul vecchio sono gli Iniziatori. Possono essere situazioni, gruppi sociali o singoli individui. Gli Iniziatori sono congiunti da vincoli. C'è una forza comune che congiunge tutti gli iniziatori, qualunque siano le situazioni o le Coscienze di Sé che iniziano o la specie cui appartengono.
Gli Iniziatori sono congiunti dal vincolo di Libertà!
Libertà che si libera dai vincoli troppo stretti del vecchio e che impone sé stessa.
Libertà che sgorga dal vecchio per iniziare un nuovo cammino di costruzione.
Libertà è il vincolo, la forza, che rimuove gli ostacoli posti sulla strada dello sviluppo degli Esseri. Può essere il mutamento di Esseri della Natura come processo di adattamento soggettivo alle variabili oggettive imposte o può essere l'esplosione di Furia o di Bellona nella rimozione degli ostacoli che opprimono la vita.
E' sempre Libertà che si esprime attraverso gli Esseri e lega le loro tensioni per alimentarle.
Libertà si alimenta della rimozione degli ostacoli che impediscono agli Esseri di divenire nell'eternità dei mutamenti!
177) ...per inaccessibili recinti di pensiero
Quali sono gli inaccessibili recinti di pensiero?
Sono i mondi al di fuori del pensato della ragione. Sono i mondi dove la ragione non è in grado di giungere.
E' il regno segreto dove gli Stregoni tramano il loro futuro.
E' il regno segreto dove gli Stregoni manipolano le Linee di Tensione che attraversano l'intero universo, le tensioni e i bisogni delle specie degli Esseri della Natura.
E' il regno segreto. L'unico segreto che si può toccare allungando una mano e che è separato dagli Esseri Umani dal potere dell'Intento e dalla pratica dell'Impeccabilità.
Il Potere dell'Intento, che con Necessità è padre dell'esistente, e la pratica dell'Impeccabilità permettono agli Esseri della Natura di giungere agli "inaccessibili recinti del pensiero". Non è un segreto che non deve essere svelato. Non è un segreto che deve essere custodito a prezzo della vita. E' un segreto dal quale gli Esseri Umani sono separati dalle trasformazioni che operano nella vita di tutti i giorni. Dalla loro sequenza di scelte. Dalle loro determinazioni. Dalla volontà con la quale trasformano sé stessi.
Questi sono gli inaccessibili recinti del pensiero. Ed è pensiero anche se no è fatto di parole perché è nous che costruisce il nous di ogni esistente!
178) ... dominare ogni disgiungimento
Cos'è il disgiungimento? E' HEKATE!
Il disgiungimento è il passaggio da un mondo ad un altro! Il disgiungimento è il passaggio della trasformazione soggettiva attraverso la quale si giunge nel mondo nuovo o, se si preferisce, si percepisce lo stesso mondo in maniera assolutamente differente. Il disgiungimento è il fine del lavoro della trasformazione della Coscienza di Sé in quello stadio di sviluppo.
Il disgiungimento è la morte dell'Essere Feto e la nascita dell'Essere Umano fanciullo. Il disgiungimento è il distacco dell'Essere Umano fanciullo dal mondo fetale nel quale ha fondato il proprio divenuto.
Il disgiungimento è la morte del fanciullo o della fanciulla quando viene partorito l'Essere Umano adulto il disgiungimento è il distacco dell'Essere Umano adulto dal mondo dell'infanzia nel quale ha fondato il proprio divenuto (troppi Esseri Umani fanciulli abortiscono non riuscendo a diventare Essere Umani adulti!).
Il disgiungimento è la morte dell'Essere Umano adulto e la nascita dell'Essere Luminoso. Il disgiungimento è il distacco dell'Essere Luminoso dal mondo della ragione nel quale ha fondato il proprio divenuto.
C'è una sola forza che può dominare ogni disgiungimento ed è VOLONTA'. Quella forza che alimenta l'Intento della trasformazione di ogni Essere al di là del mondo e della situazione nella quale questi sta fondando il proprio divenire. Volontà è la forza indescrivibile che spinge l'Essere Umano ad affermare "Io esisto!". E' una forza indescrivibile perché estranea al mondo della ragione, ma è definibile dallo spettatore nell'Essere Umano quando assiste agli sforzi che costui compie per aprirsi i varchi nella vita.
La presenza di Volontà come espressione del soggetto è rappresentata dalla sua azione. Volontà chiama gli déi a soccorrere l'Essere nella misura in cui l'azione dell'Essere esprime volontà! La volontà espressa dall'Essere e le trasformazioni che costui subisce nell'esprimerla determina la sua capacità di dominare il disgiungimento nella trasformazione soggettiva con cui affrontare i passaggi.
"dominare" dunque "ogni disgiungimento".
179) la veemenza della materia...
La veemenza della materia; la determinazione della materia nell'essere partecipe alla trasformazione dell'inconscio in conscio. La veemenza nel non perdere la propria opportunità di costruire Cosciente di Sé e proiettarle nell'infinito dei mutamenti. La materia come noi la intendiamo organizza sé stessa, spinta dal padre (Necessità e Intento), per compattare Coscienze di Sé che sommando la loro volontà a Necessità che le ha generate sviluppino sé stesse nell'infinito dei mutamenti.
La veemenza della materia è anche la voracità del mondo della ragione. Quando l'Essere Umano sviluppa sé stesso e si costruisce organizzando il mondo che lo circonda in descrizione questa diventa la descrizione della materia e pretende di essere l'unica realtà che il soggetto deve considerare nella formazione del proprio giudizio. La ragione, costruita dal soggetto per impulso della propria specie, pretende il possesso dell'Essere Umano. Pretende che l'Essere Umano si sottometta a lei e organizza strategie d'agguato nei confronti dell'individuo affinché questi non costruisca giudizi partendo dal proprio sentire e dal proprio intuire. "Hai tentato di agire secondo il tuo intuito e invece hai sbagliato!" questo afferma la ragione. In realtà il soggetto non ha sbagliato a tentare di agire secondo il suo intuito ha sbagliato nel considerarlo per come la ragione pretende che venga considerato: uno strumento della ragione, inutile rispetto al "ragionamento" anche se qualche volta, per cause strane, suscita stupore.
La ragione pretende che l'Essere Umano si consideri ad immagine e somiglianza del massimo raggiungibile e concepibile, al centro di un universo che si deve muovere in funzione di sé stesso. Così l'intuire non deve esistere se non come un lontano riflesso di qualche cosa dimenticato o come un dono contingente.
La veemenza della materia impedisce all'Essere Umano di esercitare il proprio intuire. Gli impedisce di togliere la ragione dal centro dell'universo affinché egli impari a navigare nell'intuibile che lo circonda.
La veemenza della materia costruisce gli Esseri, ma tenta di cortocircuitarli in sé stessa. Solo la volontà dei soggetti, esercitata nella quotidianità attraverso le loro azioni, li libera dalla prigione del mondo che li ha generati proiettandoli liberi nei mutamenti. Ogni mondo imprigiona i suoi nati; la volontà soggettiva mette in atto strategie attraverso la quali questi possono liberarsi dalla coercizione.
La veemenza della materia si supera attraverso l'azione.
La veemenza della materia si blocca attraverso la propria volontà!
La veemenza della materia genera Coscienze di Sé, ma sta a loro, attraverso le loro determinazioni nel quotidiano, alimentare la loro volontà per liberarsi dalla costrizione della materia.
180) ...il mondo che odia la luce...
La materia non è il mondo che odia la luce. Il mondo che mette in essere strategie affinché gli Esseri non sviluppino la loro Coscienza di Sé e la proiettino nell'infinito dei mutamenti è il mondo della sconfitta delle Coscienze di Sé che fallita la loro possibilità di sviluppare sé stesse nell'infinito dei mutamenti si alimentano costruendo la sconfitta in quanti le circondano.
Il mondo che odia la luce, oggi come oggi, è il mondo delle religioni rivelate che si alimentano dell'Energia della sottomissione degli Esseri Umani. Sottomettere gli Esseri Umani significa privarli della loro volontà e della pratica delle loro determinazioni nel quotidiano. Significa impedire loro di divenire nell'infinito dei mutamenti impedendo alla loro Energia Vitale di scorrere libera negli individui. Costringere gli Esseri Umani in ginocchio significa costringerli fin da bambini all'interno della ristrettezza emozionale per impedire loro di muoversi nell'infinito che li circonda.
Oggi come oggi, il mondo che odia la luce è il modo degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e del Pazzo di Nazareth davanti al quale i bambini vengono costretti in ginocchio al fine di stuprare loro il futuro dell'infinito.
Questo è il mondo che odia la luce!
181) ... l'accorta evidenza
Nei confronti di quale evidenza è necessario esser accorti?
Nei confronti dell'oggettività nella quale stiamo vivendo e nella quale stiamo costruendo noi stessi.
In cosa consiste l'essere accorti? Consiste nella pratica della Sospensione del Giudizio. Sospensione del Giudizio che non consiste nel non giudicare, ma nel non far dipendere l'azione dal giudizio. Essere accorti nei confronti della descrizione. Praticare l'atteggiamento scettico nei confronti di un'oggettività il cui scopo è il coinvolgimento soggettivo per privare l'individuo della capacità di trarre fondamento da sé stesso e dalle sue trasformazioni.
L'evidenza è l'essenza e gli intendimenti del mondo che ci circonda. Intendimenti di appropriazione e sottomissione mascherati da offerte di amicizia e gentilezza. L'orrore si maschera con i colori dell'illusione, ma è solo il verme infilzato sull'amo che sottrae alla vita il pesce che illuso voleva saziarsi. L'illusione nasconde l'intenzione. Il gioco scenico abbaglia. L'oggetto del contendere è lo spettatore che affascinato dalla rappresentazione perde la volontà dell'azione ritrovandosi cadavere che cammina senza volontà di determinare la propria vita.
E' l'accortezza davanti all'evidenza dove per evidenza si intende la rappresentazione con cui il ragno tesse la sua tela per imprigionare l'imprudente.
L'evidenza è mascherata nella preparazione dell'agguato per catturare lo spettatore. Lo spettatore deve fingersi abbagliato per mantenere compatte le sue forze e sottrarsi. Il gioco dell'agguato ha le sue vittime, i suoi trionfi, le sue miserie.
Gli Esseri che vivono d'agguato tessono grandi sfide della vita; miserabili quegli Esseri che vivendo d'agguato perdono di vista l'intento per il quale hanno tessuto le loro strategie. Hanno perso loro stessi, la loro opera e gli "strumenti" che in questa hanno coinvolto!
182) ... l'evidenza è nel profondo.
Dov'è l'evidenza nell'arte dell'agguato? Nella sua rappresentazione. Dov'è l'Intento espresso dall'arte dell'agguato? Nel suo profondo! Come si arriva a ciò superando la rappresentazione? Trasformandosi e superando l'illusione del presente.
E' la capacità di trasformazione soggettiva capace di fornire i mezzi al soggetto per superare l'illusione della conoscenza e del sapere. Soltanto quando il sapere sono strumenti di cui il soggetto si serve per costruirsi e dilatarsi nell'esistente può superare la forma della rappresentazione per giungere al profondo.
Il dio padrone buono dei cristiani è il macellaio di Sodoma e Gomorra. La rappresentazione è la sua bontà; l'essenza e il suo intento è il massacro degli Esseri Umani. La sceneggiata della rappresentazione chiede agli Esseri Umani di adeguarsi e di accettarlo nel momento stesso in cui le sue mani pretendono il diritto di macellarli.
L'evidenza è nel profondo. E' oltre l'illusione soggettiva quale prodotto della rappresentazione oggettiva. L'illusione si può rimuovere attraverso la volontà espressa nelle azioni del soggetto e finalizzata alla dilatazione e alla costruzione del soggetto.
Chi si assoggetta alla rappresentazione non è in grado di chiamare le cose col loro vero nome. E' costretto a soggettivare la rappresentazione riproiettandola nell'oggettività come illusione soggettiva. In quest'operazione egli si schiera con i distruttori della vita. I distruttori, attraverso la rappresentazione, hanno distrutto la sua possibilità di usare la volontà ed egli si affianca a loro per aiutarli a distruggere la volontà dei singoli Esseri Umani che ancora hanno la forza di dare l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza.
Chi ha distrutto sé stesso nella rappresentazione chiama chi dà l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza: illuso. "Ma chi ti credi di essere?" oppure. "Ma cosa credi di fare?"
Chi ha distrutto sé stesso nn è riuscito a giungere nel profondo.
Eppure era evidente: è nel profondo delle cose che si cela il respiro infinito di Libertà!
183) asservito a etèrea profondità...
Nella profondità giace Libertà!
Libertà giace sempre nella profondità delle cose, nella profondità del Sapere, nella profondità della Conoscenza, nella profondità dell'Infinito. Libertà alimenta ogni cosa che esiste spingendola a rimuovere gli ostacoli che bloccano il suo sviluppo.
Essere asserviti alla profondità eterea significa essere asserviti a Libertà. Significa aver praticato l'esistenza come sfida al fine di rimuovere gli ostacoli che ostacolano o rendono difficoltoso alimentare il dio che cresce dentro se stesso. Essere Libertà significa essre intolleranti nei confronti delle costrizioni. Essere Libertà significa mettere in atto strategie affinché la nostra soggettività si sviluppi.
Essere Libertà significa usare la volontà soggettiva per chiamare gli déi con i quali camminare assieme e costruirsi nell'infinito. Essere Libertà significa impedire alle rappresentazioni delle sceneggiate della vita di afferrare la nostra attenzione rendendola prigioniera e dipendente da fattori esterni all'individuo.
Essere Libertà significa muoversi nell'infinito dei mondi eterei dove la ragione non è in grado di giungere con la sua descrizione e determinare il giudizio nel tentativo di imprigionare in essa l'azione dell'individuo.
Essere asservito a eterea profondità significa aver davanti agli occhi l'infinito dei mutamenti e delle trasformazioni che ci attendono e che possiamo percorrere soltanto rimuovendo gli ostacoli che bloccano il nostro dilatarci in quell'infinito.
Essere asserviti a Libertà significa essere noi stessi Libertà!
184) ... tempo del tempo...
Il tempo è misura del mutamento soggettivo in relazione ai soggetti che ci comprendono. Il tempo è trasformazione.
Il tempo è misura del mutamento dove il mutamento è all'interno di un altro mutamento. Dove il soggetto della Natura muta all'interno dei mutamenti della Natura stessa. Dove l'Essere Natura muta all'interno dei mutamenti dell'Essere Terra stesso e delle mutazioni dell'Essere Sole. Dove il mondo della materia muta all'interno di tutti i mondi della percezione in cui è contenuto e che contiene. Dove il tempo del soggetto è misura del suo mutamento pur sviluppando mutamenti che obbediscono ad altri tempi e ad altre situazioni.
Qual è il tempo che segue un soggetto? Il tempo in cui ha inchiodato la sua ragione o il tempo delle sue trasformazioni con quanto la ragione non riesce nemmeno ad immaginare? Che cos'è il tempo se non l'illusione di un'oggettività nella quale il soggetto si trasforma?
Eppure la trasformazione è un dato oggettivo mentre la forma della trasformazione rappresenta l'illusione nella quale il soggetto ha inchiodato la sua attenzione.
Il tempo che scandisce il mutamento all'interno dell'illusione nella quale il soggetto ha inchiodato la sua attenzione è comunque misurazione delle trasformazioni del soggetto.
Il tempo delle trasformazioni all'interno del piano fisico spinge il tempo delle trasformazioni sui piani della percezione.
Il tempo del tempo è il tempo quale misura di trasformazioni illusorie che agiscono sul tempo quale misura dei mutamenti delle trasformazioni soggettive. Il tempo delle trasformazioni effettive è un tempo diverso dal tempo delle trasformazioni illusorie e quando l'uno interagisce con l'altro nell'espressione della percezione e dell'intuizione soggettiva, solo il soggetto disciplinato impara a separare la percezione dall'illusione. Percezione e illusione che non sono elementi assoluti in sé ma sono piani d'azione del soggetto dove l'illusione è sempre percezione e la percezione tende sempre ad illudere il soggetto della propria assolutezza.
L'autodisciplina del soggetto distingue i mondi nei quali il proprio intuire ha diretto la sua attenzione ed agisce in quei mondi raccogliendo armi e scudi propri di quei mondi: il tempo proprio di quel mondo!
Questo è il senso di"...tempo del tempo..."
185) ... nostro involucro che cola via
L'involucro che cola via è il nostro corpo fisico. Giunto al momento della morte del corpo fisico. Mentre questo perde la sua forza e la sua sostanza, al veggente appare un Essere Umano che, come un Essere Serpente, sta cambiando la pelle che avvolge la propria Coscienza di Sé.
L'involucro cola via nell'Essere Umano che ha affrontato la propria esistenza come una sfida. Una sfida che ha raccolto l'Energia Vitale del proprio corpo e l'ha plasmata. L'ha compattata usando la propria volontà, la propria attenzione, il proprio intento per affrontare le contraddizioni che l'esistenza gli proponeva o che lui andava a cercarsi.
Vivere per sfida!
Diventare un cacciatore d'agguato o un praticante del sognare lo hanno trasformato portandolo a praticare sfide all'interno del Sistema Sociale in cui viveva, sfide all'interno dell'Essere Natura in cui viveva e sfide negli infiniti mondi della percezione che il suo Potere di Essere gli permetteva di raggiungere.
Un cacciatore d'agguato agendo nell'oggettività trasforma la propria soggettività. La plasma agguato dopo agguato. La affina, azione dopo azione. Sia che l'agguato si svolga nel Sistema Sociale che nell'Essere Natura.
Un cacciatore d'agguato chiama le cose col loro vero nome; un cacciatore d'agguato si toglie dal centro del mondo; un cacciatore d'agguato impara quando esporsi e quando occultarsi; un cacciatore d'agguato affila le proprie armi soggettive per affrontare il mondo che lo circonda. Plasma la propria contemplazione, la propria meditazione, rende robusto il bastone della sospensione del giudizio, del blocco del dialogo interno e dello scetticismo per essere pronto a balzare sia quando deve agguantare la preda della trasformazione sia quando egli, come predato dal Potere di Essere dell'oggettività, intende sottrarsi per non venir distrutto.
Il cacciatore d'agguato pratica l'agguato in ogni mondo della percezione nel quale giunge sia col sognare che con l'alterazione della percezione.
Ed eccolo il cacciatore d'agguato. Il corpo stanco cola via. Ha terminato la propria funzione: ha plasmato la struttura dell'Energia Vitale. Questa è pronta per assumere su di sé la Coscienza di Sé del cacciaore d'agguato e portarlo a percepire altri mondi, con altri sensi, in altri lidi: mutamento dopo mutamento verso l'eternità!
Può ben dire il veggente teurgo: ...nostro involucro che cola via!
186) ... immagine dell'anima in tutte le forme
E' giunto il momento in cui il veggente sta lasciando il proprio corpo fisico. Il corpo di Energia Vitale è sufficientemente compatto per sorreggere la propria Coscienza di Sé. In quel momento il veggente scopre quanto anima!
Quando anima è l'essenza, la noumenia, degli enti che lo circondano. E' quanto anima gli enti che racchiude il loro sentire, il loro percepire e il loro intuire.
Le parole della descrizione che la ragione scioglieva una dopo l'altra nascondevano la fonte segreta del percepire agli occhi del singolo Essere Umano. Il suo sentire si piegava, deformato, alla descrizione della ragione. Non era quanto animava l'Essere Umano il motore della vita e delle azioni, ma solo il suo riflesso deformato dalla ragione nel suo immane sforzo di impadronirsi dell'Essere stesso e di dominare il suo sentire e il suo intuire.
Davanti al veggente la forma della descrizione si spezza. La sua attenzione non è più prigioniera delle parole e della forma, ma spazia in mondi infiniti. Supera la forma degli enti e giunge a quanto fa di quegli enti Esseri Coscienti di Sé che esercitando la loro volontà tentano di divenire nell'infinito dei mutamenti.
Quante immagini indescritte e indescrivibili appaiono al veggente! Quante forme di quanto anima quanto la ragione descriveva appaiono al veggente. Non sono più mediate dalla descrizione della ragione. La descrizione della ragione sta scivolando via assieme al corpo fisico. Ora il veggente si libera dai lacci della ragione. Ha combattuto tutta la sua vita per mettere ordine nei tentativi della ragione di impadronirsi del suo sentire e del suo intuire. Ha combattuto per costringere la ragione a farsi da parte e lasciare spazio espressivo alla sua volontà. Mutamento dopo mutamento la ragione si sta sciogliendo assieme al corpo fisico e con l'ultimo sforzo può finalmente cogliere quanto è consapevole di sé senza essere mediato dalla ragione e dalla descrizione che questa imponeva.
Questo è il senso e il significato di questo frammento: "...immagine dell'anima in tutte le sue forme"
187) non mi regge, il povero cuore del medium.
La mediazione fra percezione all'interno della ragione e percezione dei mondi sconosciuti del circostante si sta incrinando. Il veggente fu ilmediatore del proprio percepito. Percepiva l'irreale per la ragione e trasferiva nella ragione il percepito mediando con la descrizione che di quel percpitola ragione voleva imporre.
Mediare!
Mediare sempre fra il percepito e il descritto.
Uscire dal descritto per percepire.
Scegliere!
O tornare nel descritto della ragione dimenticando il percepito, le sensazioni, le tensioni e le sfide o accettando la mediazione imposta dalla ragione e che permetteva una sintesi purché gli elementi fossero propri della descrizione stessa.
Accettare l'imposizione della ragione. Accettare una tirannia che comunque assicurava al veggente i mezzi attraverso i quali uscire dalla ragione stessa per affrontare lo sconosciuto.
Accettare l'imposizione della ragione. Spostare i confini della ragione e del suo descritto in modo da arricchirne i contenuti e poter pescare in un numero maggiore di fenomeni in modo da avvicinarsi il più possibile alla definizione del percepito.
Accettare la tirannia per poterla sfidare, dilatare, limitare fino alla sconfitta definitiva.
La mediazione del veggente si è protratta per l'intera esistenza. Ha superato la paura il cui scopo era quello di impedirgli di uscire dai confini della ragione per immergersi nello sconosciuto.
Ha superato la lucidità quando vinta la paura divenne padrone del movimento all'interno dello sconosciuto. Quando poteva mettere lo sconosciuto al proprio servizio e i fantasmi della ragione non gli incutevano più timore. Li aveva riconosciuti, li poteva chiamare per nome: era il loro dominatore.
Ha superato il potere di avere. Ha rinunciato ad usare la sua percezione per metterla al servizio della ragione. Ha rinunciato a mettersi al centro del mondo; ha rinunciato a servirsi del suo Potere di Essere per impossessarsi degli Esseri Umani.
Ora non può superare la vecchiaia. La morte del corpo fisico avanza! La vecchiaia, lo sente, lo vincerà e lo sconfiggerà!
Eppure egli è il vincitore: la morte del corpo fisico è la sua vittoria. Ha procastinato il momento per poter accumulare ulteriore Potere di Essere. Ha vinto le sfide della vita che lo volevano annientarlo, ma la vecchiaia è giunta.
Il cuore del medium sta per cedere. La ragione sta per abbandonare il controllo del medium. Il medium sta per conquistare la Libertà oltre ogni pensato.
La vittoria del veggente; il suo trionfo!
"non mi regge, il povero cuore del medium."
188) ciò che il nous esprime, lo esprime con l'intuire.
Questo frammento è richiamato in questo momento in questa sequenza di frammenti. Perché? Perché a questo punto il Teurgo, il Veggente, il Pagano Politeista, lo Psichista, l'Apprendista Stregone, il cacciatore d'agguato, il Sognatore sta perdendo il suo corpo fisico. In questo momento sta finendo la sequenza del corpo fisico e le trasformazioni.
Con questo corpo fisico la Coscienza di Sé ha costruito sé stessa. Il corpo fisico muore, ma, dicono gli Oracoli Caldaici, quanto il nous esprime non lo esprime attraverso il descritto della ragione o attraverso le manifestazioni del corpo fisico di cui la ragione si riteneva padrona. Il nous manifesta sé stesso attraverso l'intuire.
L'intuire non è attributo della ragione, l'intuire è attributo della Coscienza di Sé che cerca fenomeni e oggetti al di fuori della ragione. L'intuire è la manifestazione del soggetto che valicando i limiti imposti dalla ragione giunge in mondi che la ragione vuole ignorare e pesca fenomeni, compie azioni, manifesta il suo intento che riporta nella ragione sotto forma di intuire.
L'intuire come manifestazione del nous soggettivo.
Il nous è un attributo qualificativo del soggetto che la ragione vive solo come riflesso descrittivo. Anche se la ragione muore dissolvendosi col corpo fisico il nous permane perché pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, modo di sentire, la volontà, il proposito e il desiderio si manifestano attraverso l'intuire.
L'intuire rimane alla Coscienza di Sé che si trasferisce dal corpo fisico al corpo luminoso e porta con sé il nous che ha forgiato nel corso dell'intera vita fisica.
Non è l'intelligenza o il cervello che esprimono il nous ma l'intuire del soggetto, le capacità intrinseche della Coscienza di Sé che sul piano della ragione e della fisicità si esprimono attraverso il cervello, le parole e la descrizione.
Chi ha attraversato la propria esistenza costruendo il proprio Potere di Essere mantiene compatto il proprio nous al trasferimento della propria Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo di Energia Vitale. Chi invece ha rinunciato ad alimentare il proprio intuito preferendo la sottomissione alla ragione e alla fisicità come unico modo dell'esistenza altro non fa che morire nell'illusione che un dio padrone pazzo lo faccia risorgere nell'unico stato di vita che è in grado di concepire.
Chi ha rinunciato alla determinazione del proprio nous ha rinunciato a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso!
189) Ascoltami, anche se non vorrei parlare, poiché a forza mi incatenasti.
L'apprendista Stregone, il cacciatore d'agguato, il sognatore, lo psichista, il Pagano Politeista, il teurgo esercitano la lro volontà nell'oggettività in cui vivono. Praticano il loro Intento. Nel praticare il lor Intento chiamano gli DEI che sono quell'Intento. Con la loro azione, con la loro strategia di vita, con la loro capacità di usare l'attenzione costringono gli DEI del circostante a costruire delle relazioni divine e sorreggere i loro intenti.
Le relazioni sono a loro volta forza di DEI; sono DEI esse stesse.
Le relazioni incatenano i soggetti che formano la relazione. Li incatenano fondendo i loro Intenti. Così il soggetto si fonde al soggetto. Il soggetto che esprime un Intento si fonde col soggetto che esprimendo un Intento analogo o corrispondente alimenta lo sviluppo della relazione.
L'Intento viene afferrato dagli DEI espressi nella relazione. Gli DEI espressi dalla relazione agiscono per Necessità del proprio divenire cui sommano la loro volontà soggettiva. La Necessità del loro divenire è il loro Intento nella trasformazione che ottengono fondendo gli Intenti dei soggetti partecipanti alla relazione.
La relazione è costruita da DEI che fondono gli Intenti simili dei soggetti agenti nell'oggettività, alimentano le loro trasformazioni alimentando con questo il proprio divenire.
Così il soggetto, il cui Intento viene legato al soggetto che attraverso l'azione esprime quello stesso Intento, alimenta l'azione del soggetto perché in questo modo alimenta il proprio Intento, la sua azione, il potere delle sue trasformazioni.
Ecco che il DIO, incatenato dal DIO, risponde al richiamo per la forza del DIO che ne ha legato gli Intenti! Attraverso volontà i soggetti esprimono l'azione; attraverso l'Intento si incatenano i soggetti per continuare a divenire assieme nell'infinito dei mutamenti.
Necessità e Volontà formano gli DEI che costruiscono la relazione e gli DEI, esercitando Necessità e Volontà chiamano alla relazione e ne fondono gli Intenti, allora ciò che si fonde è la forza del padre che genera le Coscienze di Sé le quali, facendosi DIO nell'esercizio della loro volontà trasformano sé stesse nell'infinito dei mutamenti.
Gli DEI rispondono, dunque, al richiamo dell'Infinito.
Ogni attore partecipante alla relazione lega gli altri attori con il potere dell'Intento, lo sviluppo di Necessità e il suo farsi DIO attraverso la determinazione della sua azione. Il soggetto che esercita la propria volontà con la sua azione costringe gli DEI dell'oggettività a camminargli a fianco.
Questo è il significato di questo frammento e questa è la situazione nella quale un soggetto, qualunque sia la specie o il genere, è in grado di costringere chi si è fatto un DIO sviluppando il proprio Potere di Essere, a parlare perché lo ha inchiodato, incatenato, non gli ha consentito di sottrarsi dalla fusione degli Intenti.
E' corretto quanto afferma il Dio nei confronti del Dio che esercita l'azione fuso dagli DEI che di quella relazione sono espressione: "Ascoltami, anche se non vorrei parlare, poiché a forza mi incatenasti."
190) Per quale motivo dall'ètere che sempre scorre evocasti me, la dea HEKATE, così, con costrizioni che domano gli dèi?
L'affermazione della dea attrae l'attenzione del lettore. La concentra sul suo disappunto distraendola dalla risposta. E' la risposta che non viene espressa in questo frammento la chiave per comprendere la domanda fatta da HEKATE.
Lei è essenza, parte integrante, dell'"etere che sempre scorre". Che cos'è l'etere che sempre scorre? E' la forza continua della trasformazione di quanto è inconscio a quanto diventa cosciente di sé, consapevole. E' la forza continua che porta la Coscienza di Sé e la Consapevolezza a dilatarsi nell'infinito delle cose e dei mutamenti. Questo è l'etere che sempre scorre. In quest'etere che sempre scorre il Potere di Essere di HEKATE si alimenta attraverso i passaggi di stato e di mondi che gli Esseri attraversano mentre usano la propria volontà per divenire nell'infinito dei mutamenti. Il Potere di Essere di HEKATE all'interno degli Esseri della Natura raggiunge il massimo splendore quando il corpo fisico di questi muore e nasce il corpo luminoso. In quel momento HEKATE risplende in ogni Essere.
Quando muore l'Essere Feto e nasce l'Essere della Natura è Giunone che risplende; quando muore l'Essere della Natura e nasce l'Essere Luminoso è HEKATE la splendente di luce che trae forza e nutrimento.
Ed accorre HEKATE evocata col Potere di Essere di chi sta per affrontare l'ultima sfida della vita fisica. Accorre perché chiamata da quel Potere di Essere al quale HEKATE non è in grado di sottrarsi.
HEKATE è chiamata ad assistere all'ultima danza del guerriero, la danza della sua esistenza; la danza attraverso il quale ha accumulato il suo Potere di Essere. HEKATE non si può sottrarre perché chi la chiama è HEKATE stessa! Nel suo ultimo sforzo, nella sua danza della vita il cacciatore d'agguato, il sognatore, l'apprendista stregone, lo psichista, il pagano politeista si fa HEKATE. Ed HEKATE non può non nutrire sé stessa. HEKATE o PROSERPINA. Il Potere di Essere è lo stesso; l'espressione culturale è diversa.
HEKATE nutre la trasformazione che la nutre e mentre la contraddizione della vita si risolve col cacciatore d'agguato che cambia mondo, forma e sostanza con le quali cacciare, lei continua a fluire nell'etere subendo gioiosa le costrizioni che domano gli dei nella costruzione della vita.
Qual è la costrizione che doma HEKATE? L'Essere della Natura che ha attraversato la propria esistenza prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, accumulando Potere di Essere e presentandosi alla morte del corpo fisico con il potere di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. La costrizione che evoca HEKATE è la capacità dell'Essere della Natura di farsi HEKATE. Così come la costrizione che evoca gli DEI affinché camminino a fianco degli Esseri nelle loro trasformazioni quali risultato delle sfide della loro vita è la loro capacità di farsi quel dio. E' la loro capacità di costruire l'azione che risolve la contraddizione compattando tutto sé stessi. Concentrando tutta la loro volontà, la loro attenzione, la loro determinazione la loro fisicità, i loro sensi e quant'altro concorra a trasformare un'azione meccanica in un'azione magica.
E' la capacità del soggetto di concentrare tutto sé stesso nell'azione che costruisce le costrizioni con cui evocare gli dei.
E' oziosa e inutile la domanda posta dal frammento oracolare se non è seguita dalla risposta e dall'Intento per cui la domanda si pone.
L'Essere che ha evocato HEKATE si è fatto HEKATE e l'ha chiamata per sorreggerlo nell'ultima sfida della sua esistenza.
La dea chiede, ma la domanda è posta al lettore, non all'attore della vita a cui HEKATE ha dovuto rispondere!
191) Sciogliete ormai il signore: il mortale non può più contenere il dio.
L'ultimo frammento della sequenza costruita da Tonelli!
L'ultimo frammento ad indicare l'ultimo atto dell'esistenza dell'Essere Umano che ha attraversato la proprie esistenza costruendo sé stesso.
Sciogliere il signore sta ad indicare l'ultimo legame fra il corpo fisico e il corpo luminoso che si sta spezzando. Scioglietelo! Gli DEI assistono al trionfo! Un Essere di Energia si è costruito. Ha affrontato le contraddizioni della sua esistenza. Le condizioni dell'oggettività lo hanno favorito; il suo Potere di Essere ha impedito alle condizioni dell'oggettività di fermare la sua costruzione.
Il signore è il corpo luminoso. E' la sostanza per la quale la Coscienza di Sé è divenuta trasformandosi. Il corpo luminoso è il prodotto del lavoro del corpo fisico, della psiche, delle determinazioni della sua esistenza. Tutto si è trasformato. Il corpo fisico è invecchiato, ma nell'invecchiare quell'Essere Umano si è assunto la responsabilità della propria esistenza, si è tolto dal centro del mondo, ha chiamato le cose col loro vero nome, ha articolato la sua attenzione, ha praticato l'arte dell'agguato agendo anche per sottrarsi all'agguato del mondo, ha praticato il sognare, ha lisciato sé stesso attraverso la meditazione e la contemplazione, ha ascoltato il corpo luminoso che cresceva lasciando che questi si esprimesse.
Quest'Essere Umano ha attraversato lo spazio della sua esistenza costruendo il daimon che cresceva dentro di lui, il suo Potere di Essere, la sua capacità di determinare la propria esistenza.
Ora il corpo fisico sta morendo e quest'Essere Umano non subisce quanto sta avvenendo; non ne è capace. Ecco, affronta il passaggio. Concentra tutto sé stesso nell'ultima sfida.
Concentra la sua attenzione; si è allenato per l'intera vita. Concentra la sua Energia Vitale; aveva passato giorni ad ascoltarla e compattarla. Usa la sua contemplazione per non farsi avvolgere dall'apparizione di immagini strane. Usa la sua capacità di agire d'agguato per afferrare quanto si presenta. Usa la sua esperienza negli infiniti mondi del sognare per mantenere agile e pronta la sua attenzione adattandola alla forma del nuovo mondo che gli viene incontro. E' abile nell'usare la follia controllata per affrontare le Coscienze che si presentano. E' pronto a palpare il nuovo mondo in cui fondersi con i nuovi sensi con cui lo percepirà.
D'altronde egli era armato del Bastone dello Stregone. Egli sapeva sospendere il dialogo interno; pertanto conosce la capacità di agire senza l'impedimento della ragione. Egli sapeva sospendere il giudizio; pertanto non giudica quanto incontra, ma lo vive attraversandolo, qualunque forma questi assuma. Aveva usato lo scetticismo con cui aveva forgiato il suo sguardo sul mondo imparando a chiedersi il perché delle cose.
Il dio danza la sua rappresentazione della vita. A quella danza assistono gli dei del suo universo. Gli dei si accalcano nel suono dell'infinito in cui un nuovo Potere di Essere fluisce nell'etere dell'eternità.
Sciogliete ormai il signore: il mortale non può più contenere il dio.
 
 
 
 

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