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I sette falsi miti della meditazione

 

1: LA MEDITAZIONE È MOLTO DIFFICILE 

Quest’idea nasce dall’immagine che molte persone hanno della meditazione, spesso associata a una pratica riservata a santi, asceti, persone con profonda ricerca spirituale, che richiede un nostro pieno coinvolgimento per anni con corpo e anima per avere successo. Invece imparare la meditazione è relativamente facile. Le tecniche possono essere semplici, come focalizzare l’attenzione sul respiro o osservare quali emozioni stiamo provando. Tutti respiriamo e tutti proviamo emozioni, quindi tutti possiamo ascoltare ciò che accade dentro di noi: questa è meditazione. La cosa importante è progredire al proprio ritmo e sentire gradualmente i benefici associati a questa pratica. Essere consapevoli dei nostri cambiamenti ci permette di proseguire con maggior determinazione. 


2: DOBBIAMO FAR TACERE LA MENTE PER RIUSCIRE NELLA MEDITAZIONE 

Questa convinzione è una delle principali cause di frustrazione. Molte persone credono che per riuscire nella meditazione non si debba pensare a nulla. In realtà, meditare non significa fermare i pensieri o cercare di liberare la mente. Questi due approcci possono solo creare più stress e più agitazione. Non dobbiamo assolutamente imporre alla mente di non pensare, sarebbe una forzatura e soprattutto un ennesimo, ulteriore pensiero. Piuttosto, dobbiamo osservare con dolcezza i momenti di silenzio che già esistono nello spazio tra i pensieri. Quando meditiamo, poniamo una morbida attenzione su un oggetto come il respiro o sul contare i respiri, o adottiamo nella mente una frase su cui meditare. Questo consentirà alla nostra mente di rilassarsi e ci farà accedere a una coscienza più profonda. Quando i pensieri inevitabilmente si ripresenteranno, non è necessario allontanarli, basterà semplicemente osservarli; una semplice osservazione li allontanerà automaticamente, permettendoci di tornare all’oggetto della nostra meditazione. Più praticheremo e più nasceranno momenti di nobile silenzio. Un maestro zen diceva ai suoi allievi: «È nella natura delle cose che gli uccelli volino e che si posino sulla mia testa. Quello che posso fare è impedire loro di farci il nido». Questo vale anche per i pensieri. La pratica dei koan, frasi paradossali che ci aiutano a scoprire come la nostra mente pensi sempre in modo condizionato, serve proprio a liberarci da quel nido. L’insight generato da questa pratica può riuscire a mettere in luce la verità profonda dell’esistenza stessa. Questa pratica però necessita di un continuo confronto con un maestro zen qualificato. 


3: CI VOGLIONO ANNI DI PRATICA DILIGENTE PER RICEVERE I BENEFICI DELLA MEDITAZIONE 

I benefici della meditazione si producono sin dal primo momento. Nella meditazione si entra in uno stato atemporale: ciò che normalmente l’uomo misura in termini di tempo non ha più valore durante la meditazione. In questo stato è possibile realizzare l’illuminazione profonda anche in un solo istante. Questo è definito “lo zen di un solo istante”; non c’è ieri, né domani e neanche oggi. Quando siamo in meditazione tutto è solo il presente. Per questo, anche se è possibile approfondire la meditazione con l’esperienza, possiamo scendere da subito a livelli profondi di realizzazione. 


4: LA MEDITAZIONE È UNA FUGA 

Lo scopo della meditazione non è fuggire dalla realtà, ma immergervisi completamente. Durante la meditazione possiamo esplorare più in profondità dentro di noi al di là del flusso incessante di pensieri e abitudini. È possibile quindi prendere coscienza di una parte di noi che è in pace con il mondo intorno. Con la pratica si svilupperà più chiarezza su chi siamo e sul mondo in cui viviamo. 


5: NON ABBIAMO ABBASTANZA TEMPO PER MEDITARE 

Conosco uomini e donne che pur lavorando a pieno ritmo riescono a meditare ogni giorno da molti anni. La meditazione può diventare il centro della nostra giornata anche se vi dedichiamo solo pochi minuti. Come sempre, vince la qualità sulla quantità. E se siete stanchi non sospendete: dopo pochi minuti di meditazione, la stanchezza sarà passata, la mente sarà calma e rilassata, il corpo rinvigorito. Perciò, proprio quando siamo stanchi la meditazione può aiutarci. Durante la meditazione, la respirazione e il battito cardiaco rallentano, la pressione sanguigna diminuisce e il corpo secerne meno ormoni dello stress. La meditazione, fornendo chiarezza, potenzia la risposta alla vita aiutandoci a operare in modo più efficiente e con meno tensione. Nei ritiri zen di sette giorni si arriva anche a momenti di grande stanchezza, ma è proprio in quei momenti in cui anche la mente è stanca che possiamo andare più in profondità. 


6: LA MEDITAZIONE RICHIEDE DI SEGUIRE CREDENZE SPIRITUALI O RELIGIOSE 

La meditazione è una pratica che ci porta oltre il rumore incessante di pensieri in una zona di calma e silenzio. Questa pratica non ha bisogno di essere accompagnata da un sistema specifico di pensiero: molte persone di diverse religioni praticano la meditazione, senza alcun conflitto con le loro credenze. La meditazione può essere praticata senza alcun legame con una scuola di pensiero, religioso o spirituale, nemmeno con lo zen. La meditazione è oltre il pensiero di religione e di laicità. 


7: DOVREMMO VIVERE UN’ESPERIENZA TRASCENDENTALE ATTRAVERSO LA MEDITAZIONE 

Alcune persone rimangono deluse nella loro prima meditazione perché non si ritrovano a vivere esperienze forti di visioni, sensazioni extrasensoriali, sblocchi energetici. Vorrebbero levitare o viaggiare in altri mondi. Ma la meditazione di consapevolezza e per l’uomo qui e ora è per conoscere meglio se stessi, non per perdersi.


(Tratto da Zen 3.0 La via della meditazione Serra Carlo Tetsugen)



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